martedì 24 aprile 2012

Quando i Bucs, 25 anni fa, draftarono Testaverde

Vinny Testaverde, in copertina di SI
Sono giorni di attesa, il 26 aprile è sempre più vicino, e allora quale occasione migliore per ricordare alcuni "celebri" (nel bene e nel male) draft del passato più o meno recente dei nostri Bucanieri... Ieri ho rievocato brevemente un draft, quello del 1995, che ha cambiato (in positivo) la storia dei Bucs, grazie al contemporaneo arrivo di due fuoriclasse assoluti del calibro di Warren Sapp e Derrick Brooks.

Oggi, invece, voglio parlare del draft del 1987, quando Tampa Bay aveva a disposizione la prima chiamata assoluta e non c'era alcun dubbio su come questa first pick overall sarebbe stata utilizzata: c'era infatti a disposizione un "franchise QB" che aveva tutte le carte in regola per riuscire a trasformare in maniera radicale una squadra perdente come i Buccaneers di quel periodo in un team, se non vincente, comunque di ben altro spessore.

Il giocatore in questione era Vinny (Vincent Frank, all'anagrafe) Testaverde, fresco vincitore dell'Heisman Trophy ottenuto guidando ad una vittoria dietro l'altra i Miami Hurricanes. Ricordo che all'epoca - breve parentesi personale - avevo da poco iniziato a seguire da vicino il football, e fu un po' anche grazie a questo estroso giocatore, dal buffo cognome italo-americano, se iniziai a seguire con simpatia la squadra di Tampa.

Che cosa si può dire oggi, trascorsi 25 anni da quel draft, di Vinny Testaverde...? Sicuramente non fornì quel rendimento da fuoriclasse come era nelle speranze di allenatori e tifosi, e non contribuì a risollevare le sorti di un team che che perdeva regolarmente prima che lui arrivasse e che continuò a mettere in fila una "L" dietro l'altra anche dopo il suo approdo.

Probabilmente Testaverde risentì del duro impatto con il mondo NFL, e forse non era quel "fenomeno" assoluto che sembrava ai tempi del college; ma di sicuro, era molto debole la squadra che era costruita intorno a lui: i grandi giocatori che tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80 avevano consentito ai Bucs di arrivare più volte ai play-off ormai si erano ritirati e non erano stati adeguatamente sostituiti; cosicché Vinny si ritrovò circondato da un "supporting cast" decisamente modesto, e andò incontro a prestazioni spesso imbarazzanti, ma non solo per colpa sua.

Poi Testaverde, che ebbe una carriera lunghissima visto che giocò fino a 40 anni compiuti ritirandosi nel 2007 dopo 21 stagioni in NFL, lasciò Tampa al termine del 1992 dopo sei stagioni in maglia Orange & White e nel suo girovagare tra tante squadre (Browns, Jets, Cowboys, Patriots, Panthers) si tolse anche belle soddisfazioni, raggiungendo risultati importanti. Ad esempio condusse i Jets ad una finale di conference nel 1998 contro i Broncos; quel giorno, a Denver, i Jets di Testaverde erano avanti 10-0 all'halftime, prima di soccombere di fronte a un John Elway che dopo avere eliminato New York sarebbe andato a vincere il secondo Super Bowl della sua carriera.

Talentuoso, incostante, forse un po' sopravvalutato, comunque sia un giocatore importante nella storia dei Bucs, di cui detiene ancora molti record, alcuni positivi (yards lanciate) altri meno (passaggi intercettati). Sarebbe stato interessante vederlo all'opera in un team diverso, meno disastrato e con un po' di talento in più di quei poveri Bucs di fine anni '80, e forse, magari anche con un coaching staff in grado di aiutarlo al meglio nel passaggio dal college ai Pro, la sua storia in NFL avrebbe potuto conoscere un destino diverso...

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