mercoledì 31 ottobre 2012

Stagione finita per Carl Nicks

Carl Nicks, stagione finita per lui
La notizia è davvero pessima, un macigno enorme non solo sulla partita di domenica a Oakland ma sul proseguimento della stagione stessa.

Carl Nicks, pietra angolare della offensive line dei Tampa Bay Buccaneers, è stato messo in injured reserve per un infortunio all'alluce. A fargli compagnia, anche il TE Danny Noble, anch'egli inserito in IR per problemi ad un ginocchio.

Ma se la perdita di Noble è pressoché irrilevante, è invece pesantissima quella di Carl Nicks. L'ex New Orleans Saints, una delle principali acquisizioni dei Bucs nel corso della scorsa free agency, rappresentava un punto di forza della squadra, nonché un giocatore fondamentale per le corse di Martin, spesso sviluppatesi dietro i suoi blocchi.

Dopo aver perso Davin Joseph in preseason, adesso è il turno di Nicks; e con una OL che ha perso per strada i suoi elementi migliori, lo spazio per eventuali sogni di gloria diminuisce in maniera decisiva, visto l'importanza assoluta di una offensive line in una squadra di football, sia nel proteggere il QB nei giochi di passaggio che nell'aprire i varchi per le corse dei RB.

Ma l'infortunio di Nicks era, evidentemente, qualcosa di molto grave, tale da non consentire un recupero nel corso di questa stagione, stando anche alle parole di Ronde Barber (dal Tampa Tribune):
"(Carl's) locker is two down from mine so I've seen that toe and it's unbelievable what he's (done) to play through it this season," Bucs cornerback Ronde Barber said Tuesday during his radio show on 620 AM. "I mean, if you saw this toe, it's about the size of two golf balls, just the knuckle on it, so I'm sure there's some structural damage there that needs to be fixed."

martedì 30 ottobre 2012

Oakland, altro test importante per Tampa Bay

2008, Cadilllac Williams  in azione contro i Raiders
E' una partita molto importante, e per più di una ragione, quella che domenica prossima vedrà i Tampa Bay Buccaneers impegnati ad Oakland contro i Raiders.

Intanto perché ogni volta che si gioca contro i Raiders, chiunque tifi per Tampa Bay non potrà non ricordare il momento più alto mai toccato dalla nostra squadra (quale? Questo, ovviamente!), e poi perché il match con i silver & black rappresenta un crocevia importante per i ragazzi di coach Schiano.

Da un lato, non mancherebbero i motivi per essere pessimisti: i Bucs in California contro i Raiders hanno sempre perso, talvolta rimediando anche batoste pesantissime (ad esempio lo 0-45 della stagione 1999, che rappresenta la peggiore sconfitta nella storia del club) ed oltre alla tradizione sfavorevole Tampa Bay affronterà Oakland senza i suoi CB titolari: Talib e Wright sono squalificati per le note vicende legate all'assunzione di Adderall, e sebbene Palmer non sia il QB più esplosivo dell'NFL, la batteria di WR dei Raiders è sicuramente molto pericolosa, a maggior ragione se a contrastare i ricevitori di Oakland ci saranno i rincalzi di una secondaria che è invece penultima per yards concesse ai QB avversari.

Al tempo stesso però, i Bucs sono reduci dalla brillantissima W ottenuta a Minneapolis contro una delle squadre rivelazione di questa prima parte di campionato. L'attacco sta iniziando ad ingranare, Freeman sembra stia uscendo dal tunnel in cui era sprofondato nelle prime partite, Martin sulle corse e il duo Williams-Jackson sui passaggi offrono garanzie importanti, e rappresentano pericoli difficili da contenere per le difese avversarie. E in quanto alla nostra di difesa, sebbene siano ancora molte le cose da migliorare, i passi in avanti rispetto alla scorsa stagione - quando ad esempio qualsiasi RB ci correva in faccia almeno 150 yards senza alcun problema - sono comunque nettissimi e incoraggianti per il futuro prossimo.

Detto questo.... come andrà a finire in California?

Così a prima vista, tanto per parlare con il senno di prima, il match mi sembra abbastanza equilibrato, con i Raiders leggermente favoriti per via delle tante e significative assenze nella difesa di Tampa Bay. Credo che per portare in Florida la W sarà decisivo il lavoro di un settore particolare, ossia della linea difensiva; se Bennett, McCoy (ma anche Bowers, perché no, che senz'altro vedremo in campo più a lungo rispetto a giovedì scorso) riusciranno a mettere Palmer sotto pressione, possibilmente mettendogli le mani addosso spesso e volentieri, allora  potremmo anche divertirci parecchio. In caso contrario, se accadrà quanto successo contro i Saints, ossia si concederanno troppi secondi al QB avversario per selezionare i WR meglio piazzati, a fare festa saranno i pirati di Oakland, anziché quelli di Tampa...

Infine, quella con Oakland sarà la partita numero 8 di questa stagione, ed i Bucs la affronteranno trovandosi con un record di 3 vinte e 4 perse. Premesso che per espugnare Oakland servirà una prestazione importante da parte di Freeman & co., chiudere la prima parte di campionato con un record di 4-4 sarebbe, a mio avviso, un piccolo capolavoro da parte di coach Schiano e del suo staff, a maggior ragione considerando che dopo le prime 4 gare la situazione era di 1-3 e le prospettive non sembravano particolarmente rosee per l'immediato futuro.

E poi una eventuale W alimenterebbe anche quello che al momento è un "sogno" che oggettivamente sembra  irrealizzabile (sì, proprio quello: scendere in campo anche nel mese di gennaio...!) anche se, vista la situazione di sostanziale equilibrio - dove a parte i lanciatissimi Falcons le altre squadre hanno record abbastanza vicini tra loro - tutto è ancora possibile. E poi, sognare non costa nulla, per cui.... GO BUCS!

lunedì 29 ottobre 2012

Talib e Wright sospesi, cercasi CB disperatamente

Il CB Leonard Johnson
La squalifica di Wright per uso di Adderall, la stessa sostanza che ha costretto anche l'altro CB titolare dei Bucs a saltare quattro partite, obbligherà coach Schiano ad impiegare per l'intero match di Oakland i cosiddetti "rincalzi", il che non è proprio molto incoraggiante, considerato che già schierando i CB titolari la secondaria dei Bucs è penultima per yards concesse al gioco aereo avversario.

Oggi, parlando ai cronisti, l'HC dei Bucs ha detto di non poter commentare la situazione di Eric Wright, per precise regole dell'NFL che gli impediscono di parlare dell'accaduto. Schiano ha però confermato che oggi Wright era presente a One Buc Place, alle prese con un infortunio al tendine d'Achille. 

Tutto questo è la conferma che il giocatore non è ancora stato ufficialmente squalificato dall'NFL, visto che i giocatori sospesi non possono avere accesso alle "facilities" del team, ma sul fatto che Wright sia stato pescato con le mani nel barattolo di marmellata, o meglio di Adderall, e su quali saranno le inevitabili conseguenze (squalifica per 4 partite) non ci sono ormai più molti dubbi.

Non è chiaro se il giocatore farà ricorso contro la ormai certa squalifica; se così fosse, la sua sospensione potrebbe essere quantomeno ritardata, in attesa dell'appello, premesso che il giocatore è al momento alle prese anche con i sopra riportati problemi fisici, per cui sarà il caso di non fare affidamento su una sua presenza ad Oakland, dove domenica prossima i Bucs scenderanno in campo senza i due CB titolari.

Schiano, nel corso della conferenza stampa, ha cercato di mostrarsi fiducioso facendo i complimenti a Leonard Johnson per la prestazione di Minnesota e facendo capire che ad Oakland sarà probabilmente lui l'altro CB starter al fianco di Biggers. Così Schiano:  
“We always have depth at corner. That’s one of the key positions — we always try to have depth. I was really pleased with the play of Leonard Johnson the other night. That is important, he is getting a lot of repetitions out there today, Myron Lewis got repetitions out there today. These guys prepare as if they will be the guy and if they get their chance you hope they are ready".

domenica 28 ottobre 2012

Dopo Talib, anche Il CB Wright sospeso per 4 partite

Il CB Eric Wright
La notizia non è ancora ufficiale, ma - stando a quanto riportato su NFL.com - lo sarà a breve. Il CB dei Bucs Eric Wright sarà sospeso per quattro partite, per uso di Adderall, la stessa sostanza proibita che era già costata la medesima sospensione all'altro CB di Tampa Bay, Aqib Talib.

Sebbene Wright non stesse giocando ad altissimi livelli, la sua perdita è comunque grave, considerando che la secondaria dei Bucs è la penultima nella Lega per yards concesse ai QB avversari nel gioco aereo e che anche la profondità del reparto, già colpita dalla perdita di Talib, è a questo punto davvero ridotta ai minimi termini...

Aqib deve ancora scontare una giornata di sospensione, per cui nel prossimo impegno in quel di Oakland la secondaria dei Bucs sarà tutta da inventare. Biggers sarà uno dei due CB titolari, e probabilmente avrà parecchio spazio Leonard Johnson, che a Minnesota ha disputato una discreta partita, tra l'altro intercettando Ponder nel finale di partita.

Gli altri CB a roster sono Myron Lewis, Brandon McDonald e LeQuan Lewis, non proprio delle garanzie... dopodiché, l'emergenza nel settore dei CB sarà in buona parte tamponata dal rientro di Aqib Talib, che come detto finirà di scontare la sua squalifica proprio domenica, saltando il match contro Oakland. Sempre che, nel frattempo, non venga squalificato qualcun altro...

sabato 27 ottobre 2012

Bucs, 102 punti segnati in tre partite!

Freeman, 9 TD pass nelle ultime 3 partite 
Storicamente, o perlomeno negli ultimi 20 anni, Tampa Bay ha costruito le sue fortune sulla difesa, raggiungendo livelli di perfezione quasi assoluta tra la fine degli anni '90 e i primi anni duemila. Campioni del calibro di Warren Sapp, John Lynch, Derrick Brooks, Shelton Quarles e Simeon Rice permisero a Tampa Bay di vincere un Super Bowl e consentirono alla squadra di recitare per molti anni un ruolo di protagonista.

Erano anni in cui a una difesa stellare si affiancava spesso un attacco di livello mediocre, guidato da QB di modesto valore (da Trent Dilfer a Shaun King...), a cui si chiedeva più che altro di non combinare danni: perché a vincere le partite ci avrebbe pensato il reparto plasmato e portato al vertice da quel vero e proprio "guru" della "D" che è stato Monte Kiffin.

Con l'arrivo di coach Schiano, allenatore di "matrice" difensiva,  si pensava che la falsariga sarebbe stata più o meno la stessa, e del resto anche le prime partite di questa stagione avevano mostrato un attacco dal potenziale importante ma non certo esplosivo, basti pensare ai soli 16 punti realizzati nell'opener o ai 10 messi a segno un paio di settimane dopo a Dallas.

E invece, nelle ultime tre partite, l'attacco dei Bucs è letteralmente esploso. I 102 punti realizzati nei match contro Kansas City, New Orleans e Minnesota sono davvero tantissimi (34 di media a partita!), soprattutto per un attacco storicamente anemico come quello di Tampa Bay. I motivi di questa esplosione? Sono sicuramente tanti, io però ne evidenzierei almeno tre....

In primo luogo, Josh Freeman. Ne abbiamo parlato a lungo nei giorni scorsi proprio sul blog, di come il destino dei Bucs sia legato in maniera indissolubile a quello del suo QB. Ebbene, dopo una prima parte di campionato con più bassi che alti, tra cui l'orrenda prestazione di Dallas, nelle ultime tre partite Freeman ha messo insieme cifre ottime (3 TD pass in tre partite consecutive, roba che a un QB di Tampa Bay non capitava dai tempi di Vinny Testaverde, anno 1989) e dopo gli alti e i bassi visti contro New Orleans, a Minnesota il nostro QB ha giocato a mio avviso una partita di altissimo livello. Perché se è vero che contro i Vikings Freeman non è stato molto preciso (19/35) è stato però perfetto nei momenti cruciali, quelli in cui si è deciso l'esito della partita. I tanti terzi down convertiti, grazie anche a un ottimo Mike Williams, l'essersi tenuto lontano dagli intercetti, la freddezza mostrata nei pressi dell'endzone, il non avere forzato prendendo rischi inutili, sono tutti elementi importanti che fanno sperare che Freeman abbia intrapreso la strada giusta per diventare - come profetizzò Raheem Morris quando lo scelse un po' a sorpresa al primo giro del draft 2009 - "The next franchise QB".  

Altra spiegazione del boom dell'attacco di Tampa? Anche qui, un nome e un cognome: Doug Martin. Il rookie da Boise State ha dato all'attacco dei Bucs una bidimensionalità che toglie pressione dalle spalle di Freeman, obbligando le difese avversarie a fare molta, moltissima attenzione anche al gioco di corsa di Tampa Bay, non solo a quello aereo. Il Doug Martin visto in questa prima parte di stagione, per non parlare di quello sovrumano di Minneapolis, è la sorpresa più piacevole dei Bucs 2012, non solo per le ottime statistiche, migliori persino di quelle del primo RB ad essere draftato quest'anno - il Trent Richardson entrato in NFL con ben altro clamore rispetto a Martin - ma proprio per l'impatto che il buon Doug ha avuto sulla squadra.

Il terzo motivo motivo dei recenti exploit del nostro attacco credo si debba ricercare nel diverso approccio da parte dell'offensive coordinator, Mike Sullivan. Ora, non dimentichiamoci che anche Sullivan è all'esordio assoluto nel ruolo di OC, e di errori sin qui ne ha commessi tanti, ma proprio un incapace totale non credo sia, visto che è stato lui a sviluppare Eli Manning, il giocatore chiave dei NY Giants due volte vincitori del Super Bowl. Dopo un avvio di campionato sin troppo conservativo, con uno schema (la corsa centrale di Martin) chiamato a ripetizione e spesso anche a sproposito, si vede ora un gioco più vario ed "aperto", in cui - come è successo a Minneapolis - vengono coinvolti anche TE (Clark) e FB (Lorig), bersagli supplementari quanto utilissimi per Freeman, in alternativa ai soliti Jackson e Williams. Anche Sullivan deve migliorare e crescere ancora molto, proprio come un qualsiasi rookie, la speranza è che il nostro OC abbia fatto tesoro dei suoi errori (ah, quei quattro tentativi di corsa  dalle 2 yard contro New Orleans....) e che riesca a sfruttare nel migliore dei modi tutte le "armi" che il nostro attacco ha a disposizione, che proprio pochissime non sono.

A proposito di ricevitori, apro una breve parentesi per sottolineare il sempre più utile apporto fornito dall'ex WR di Rutgers, Tiquan  Underwood, mentre è pressoché scomparso dalle rotazioni Arrelious Benn, il cui impiego è ormai limitato a qualche estemporanea azione di end-around oltre ad inginocchiarsi nei kick-off, dato che i tentativi veri e propri di ritornare i KO sono ormai sempre più rari.

Infine, ecco che ne pensa il veteranissimo Ronde Barber - dall'alto dei suoi sedici anni di militanza in maglia Red & Pewter - del momento magico che sta vivendo il nostro attacco (dal Tampa Bay Times):
"There's not been one as explosive as this," Barber, 37, said. "And I've been here for a long time. I'm qualified to answer. It makes our job less stressful, put it that way."

venerdì 26 ottobre 2012

Un immenso Doug Martin guida i Bucs alla W

Doug Martin, MVP dei Bucs vincenti a Mineapolis 
Che Doug Martin fosse un buon giocatore si era capito sin dall'opener contro i Panthers, ma la partita che il rookie da Boise State ha disputato ieri sera a Minneapolis è stata veramente entusiasmante. 103 yards guadagnate su corsa nel solo primo tempo (!), 79 yards accumulate con tre ricezioni (più di qualsiasi altro WR dei Buccaneers), insomma una partita in cui il giocatore più giovane e con meno esperienza ha letteralmente dominato il match, guidando la squadra alla W.

E con un Martin che ha sfiorato la perfezione assoluta, i Bucs sono tornati a vincere in trasferta dopo oltre un anno e ben nove sconfitte consecutive. L'ultima W "on the road" era arrivata sempre contro i Vikings, ma allora fu una vittoria rocambolesca, frutto di una folle rimonta orchestrata da Freeman. Ben diversa la vittoria di ieri, una dimostrazione di forza da parte di Tampa Bay contro una delle squadre rivelazioni di questo campionato, in grado ad esempio di superare nettamente i 49ers e di vincere ben 5 delle prime 7 partite.

Alla vigilia del match si sperava in una battaglia punto a punto, e invece no: i ragazzi di Schiano ci hanno fatto un bel regalo, dominando dall'inizio alla fine e mostrando incoraggianti passi in avanti, un po' dappertutto. Bene la difesa, ad esempio, che ha sì concesso qualche big play (quasi inevitabile, se dall'altra parte c'è un fenomeno del calibro di Peterson) ma che finalmente ha mostrato segni di vita nella linea difensiva, andando spesso a mettere pressione su Ponder. Tra l'altro, da segnalare il gradito e inatteso ritorno di Da'Quan Bowers, messo in campo da Schiano e già in grado di entrare nel vivo del gioco. Sempre per quel che  riguarda la D, da segnalare i due fumble procurati da Bennett e Barber, giocate preziosissime in grado di spostare tutta l'inerzia del match dalla parte di Tampa Bay.

In attacco, oltre al mostruoso Martin, voglio segnalare la prova di altri due giocatori: Josh Freeman, che ha giocato un match pulito, senza strafare, ma tremendamente efficace, con 3 TD pass all'attivo e nessun intercetto, sempre in controllo della situazione. E poi Mike Williams, autore di alcune ricezioni "da circo", difficilissime e spettacolari. Ottimo anche Donald Penn, nel malmenare un isterico Jared Allen, che cercava di riportare in partita i Vikings nell'unico modo che gli era rimasto: buttandola sulla rissa. Ma a questo giro è andata male ad Allen, che è riuscito solo a rimediare un pugno sul naso da Penn ma non nell'intento di innervosire Tampa Bay e di riaprire il match; troppo forti - anche psicologicamente - i Bucs di ieri sera.

E poi, qualcosa su Greg Schiano e sul suo staff bisognerà pur dirlo... ma vi ricordate a cosa erano ridotti i Bucs alla fine della scorsa stagione? Una truppa allo sbando che incassava 40 punti a partita da chiunque facendosi malmenare e umiliare perfino dai Jaguars (e ho detto tutto...!) senza opporre la benché minima resistenza. Complimenti dunque a coach Schiano per il lavoro che sta portando avanti, riuscendo in pochi mesi di lavoro a restituire dignità ad una squadra che l'aveva persa quasi del tutto, che ha vinto bene e in maniera meritata tre partite (due delle quali dominandole) e che le altre quattro le ha perse tutte in volata, compreso il match contro i campioni del mondo in carica dei NY Giants.

Chiudo ritornando su Doug Martin, perché mi preme sottolineare un particolare:  il ragazzo non solo sta mostrando di possedere numeri da fuoriclasse, ma mi piace (molto) anche il suo atteggiamento in campo. Mai sopra le righe nemmeno dopo giocate entusiasmanti, sempre concentrato e "sul pezzo" in maniera assoluta, davvero esemplare il suo atteggiamento, da professionista perfetto; atteggiamento esattamente opposto a quello delle tante, troppe mele marce (Hayes, Winslow, T. Jackson, ecc...) da cui  Schiano ci ha per fortuna liberato.

E adesso godiamoci questa bella e meritata W, poi penseremo alla prossima partita, un'altra trasferta in quel di Oakland contro una squadra che evoca momenti dolcissimi (il Super Bowl n.37...) ma su un campo tradizionalmente molto difficile per Tampa Bay. Nel frattempo...GO BUCS!!!

mercoledì 24 ottobre 2012

Linea Difensiva, così proprio non va

Gerald McCoy e Greg Schiano
Si sapeva che il grave infortunio di Adrian Clayborn - out for season dopo nemmeno tre partite - sarebbe stato assorbito difficilmente, visto il numero assai esiguo dei defensive linemen a roster, nonché il loro modesto spessore tecnico, a parte un paio di essi...

E le cose, purtroppo, stanno andando come nelle peggiori previsioni: McCoy e Bennett, unici elementi di valore, fanno quello che possono (venendo peraltro costantemente raddoppiati), Roy Miller porta il suo onesto contributo, ma dopo di loro... il nulla. E di uomini di linea importanti ne occorrerebbero almeno il doppio rispetto ai tre sopra citati, per garantire le adeguate rotazioni nel corso della partita e per mantenere in tutto l'arco del match sempre la giusta pressione nei confronti del QB avversario.

Come detto, l'unico DE importante a roster è al momento Michael Bennett; al posto di Clayborn  si alternano George Johnson e Daniel Te'o-Nesheim, due onesti mestieranti ma nessuno dei due in possesso di quei requisiti tecnici necessari per ricoprire il ruolo di titolare in un team NFL.

In quanto ai DT, McCoy e Miller sembrano per fortuna la bella copia dei giocatori visti gli scorsi anni, ma dietro di loro.... auguri! Il discorso fatto per Johnson e Te'o-Nesheim si potrebbe ripetere identico per Gary Gibson e Corvey Irvin, i due rincalzi nel ruolo di defensive tackle.

E senza una linea in grado non dico di mettere a segno un sack dopo l'altro, ma quantomeno di esercitare una robusta pressione sul QB avversario, vincere una partita diventa un'impresa ai limiti dell'impossibile, ad esempio se la squadra avversaria schiera nel ruolo un califfo alla Drew Brees, tanto per rimanere ad un esempio fresco nella memoria di tutti.

E proprio la partita con i Saints, in effetti, è stata emblematica: Brees ha praticamente sempre avuto a disposizione tutti i secondi necessari per selezionare il ricevitore libero, con gli esiti devastanti che ben ricordiamo. Solo nei primi due drive, quando ad esempio McCoy ha sporcato un passaggio poi intercettato da Barber, New Orleans è stata tenuta lontana dalla nostra endzone. Ma del resto non bisogna essere un guru della difesa per capire che raddoppiando i pochi buoni DL dei Bucs, l'intera nostra linea difensiva è destinata a collassare e quindi... doppia copertura su McCoy e Bennett, e il QB avversario potrebbe anche fumarsi una sigaretta in assoluta tranquillità, prima di vedere un difensora di Tampa Bay comparire all'orizzonte...

Una delle poche possibilità che abbiamo per sperare in un "upgrade" della nostra linea è il rientro di Da'Quan Bowers. Il giocatore è però reduce da un infortunio molto grave al tendine d'Achille, per cui la prima cosa da non fare è proprio quella di forzare il suo rientro, sebbene ci sia un bisogno pressoché disperato di un elemento dalle sue potenzialità. Perché se è vero che lo scorso anno Bowers si è visto poco, a causa dei problemi al ginocchio che gli hanno fatto perdere tantissime posizioni al draft, è anche vero che il potenziale dell'ex Clemson non è nemmeno paragonabile a quello dei vari Johnson e Te'o-Nesheim.

Per cui, auguriamoci da un lato che Bowers prosegua nel migliore dei modi il suo recupero, che nel frattempo i pochi superstiti di valore della D-line possano rimanere integri da qui al termine della stagione, e magari riusciremo ancora a vedere la linea difensiva dei Bucs mettere a segno giocate importanti: da quando si è infortunato Clayborn (week n.3), i Bucs hanno placcato il QB avversario solo due volte, in entrambe i casi nel match contro Washington, contro un QB atipico come Griffin III, più facile da mettere KO proprio per il suo modo "disinvolto" di interpretare il ruolo.

Riusciremo a vederne un altro di sack, da qui al termine della stagione? Chissà, intanto cerchiamo di recuperare Bowers, perché con i DL attuali temo che per i QB avversari sarebbe sempre motivo di festa, giocare contro Tampa Bay...

martedì 23 ottobre 2012

Vittoria in trasferta, questa sconosciuta

18/9/2011, Tampa espugna Minneapolis
Era il 18 settembre 2011, week n.2 dello scorso campionato; con una entusiasmante rimonta i Bucs espugnarono Minneapolis, vincendo in trasferta quella che - al momento - è ancora l'ultima W ottenuta "on the road" da Tampa Bay. Da allora, una sconfitta dopo l'altra, e una striscia aperta di L  che ha toccato quota 9. 

La vittoria di Minneapolis arrivò come detto grazie ad una rocambolesca rimonta, con i Bucs che dopo essere stati sotto per 0-17, e ancora sul punteggio di 10-20 a meno di 7 minuti dalla fine della partita, riuscirono a ribaltare l'incontro con due TD, prima del WR Briscoe e poi di LeGarrette Blount, che entrò in endzone a 30 secondi dalla fine. Bei momenti e bei ricordi, quando le "rimonte" nel quarto periodo erano ancora il marchio di fabbrica di Josh Freeman e quando non si pensava che quella vittoria in rimonta sarebbe stata uno dei pochissimi momenti positivi nella altrimenti orribile stagione 2011 ... 

Ad ogni modo, visto che il calendario propone adesso due trasferte consecutive, prima a Minneapolis e poi ad Oakland, sarà il caso di riprendere la confidenza smarrita con la W in trasferta. Saranno (per tanti motivi) due partite difficili, sia in Minnesota che in California, ma sarebbe importante riuscire ad afferrare almeno una W, magari anche senza guadagnare il mare di yards (alla fine rivelatisi inutili) ammassate contro New Orleans, ma cercando invece di tenere in difesa e di non concedere troppe yards al gioco aereo avversario e di essere concreti e opportunisti in attacco, nei momenti chiave e decisivi della partita. 

Per esempio, se ci dovessimo trovare ancora in una situazione con la palla sulla "goal line", mi piacerebbe vedere un attacco un po' più "fantasioso" che non tre corse centrali destinate a infrangersi sul muro difensivo avversario, visto che tutti quanti lo sanno che in quelle situazioni Tampa Bay corre forte e dritto.... e dal momento che abbiamo due TE dalle mani buone (Stocker) se non ottime (Clark) è proprio in situazioni simili che bisogna sfruttarli. Palla in aria senza paura, anche dalla 1 yard line, tanto peggio di come è finita nell'ormai famigerato drive di domenica scorsa che in pratica ci è costato la W con i Saints, non potrà andare.... 

A questo proposito, Schiano è tornato sull'argomento, difendendo (mah...!) la scelta di cercare ripetutamente il TD con le corse di Blount. Ecco le sue parole, dal Tampa Bay Times:
"You go back to the preseason and the Miami game when we pounded it away, then you go back to the Washington game (Sept. 30), and he pounds it in there and puts it in the end zone," Schiano said. "After the preseason, we kind of felt that way, and then we kept going with it."

Mah, il fatto che in preseason lo schema avesse funzionato a mio avviso vuol dire poco, le amichevoli precampionato si giocano con una intensità minima che nulla ha in comune con quanto accade nel corso della regular season. Ad ogni modo, sono sicuro che coach Schiano la lezione l'abbia imparata e che se in futuro dovessero ripresentarsi casi analoghi, assisteremo quasi sicuramente a schemi un po' più "aperti"...

Intanto, dal fronte infermeria, si registrano acciacchi (non gravi) per giocatori importanti quali Nicks e Jackson e a comprimari quali Hayward e McDonald. Probabile che per giovedì riescano a recuperare tutti quanti, per una partita che vede Minnesota grande favorita, ma con Tampa Bay che tornando sul campo della sua ultima vittoria in trasferta, a più di un anno dalla sua ultima W corsara potrebbe anche concedere il bis, se non altro per la legge dei grandi numeri... GO BUCS!

lunedì 22 ottobre 2012

Freeman, tutto (o quasi) inizia e finisce con lui...

Josh Freeman in azione nel throwback game
Come ha giocato Josh Freeman, nel throwback game disputato ieri e perso all'ultimo secondo contro i New Orleans Saints? La prestazione del nostro QB, limitandosi alle cifre, sembrerebbe essere stata di assoluta eccellenza: oltre 400 yards lanciate (record di carriera) ben 3 TD messi a segno e nessun intercetto. Si può dunque parlare di prestazione favolosa da parte di Josh? Uhm, sì ma fino a un certo punto, a mio avviso....

Perché al di là delle ottime cifre, si è anche visto in campo un giocatore che a lunghi tratti, soprattutto nella parte centrale dell'incontro, ha latitato proprio mentre il suo "dirimpettaio" Drew Brees guidava i Saints ripetutamente verso la endzone dei Bucs, mettendo a segno i punti rivelatisi poi decisivi per espugnare Tampa.

Sia chiaro, con questo non sto affatto dicendo che Josh ieri abbia giocato male, anzi!, però vorrei che il nostro QB – che a mio avviso ha ottime potenzialità, nonostante alcuni episodi sconcertanti come la recente orribile partita a Dallas... – facesse un ultimo decisivo passo, quello che distingue i veri campioni nel ruolo (Brees, Brady, Rodgers, i Manning...) da coloro che aspirerebbero ad entrare nel "Club" dei fenomeni (Rivers, Cutler, Ryan...) e dal "gruppone" dagli onesti mestieranti (da Palmer a Sanchez, ma qui la lista è molto lunga...).

Vorrei anche sottolineare come le statistiche siano importanti ma come ancora più importante sia leggerle e interpretarle. Freeman ha lanciato bene soprattutto ad inizio match, quando non c'era pressione, e nella rimonta a fine partita, quando invece la pressione era sì altissima ma al tempo stesso si giocava "liberi" dato che ormai da perdere non c'era più nulla visto che NO sembrava avere già conquistato la vittoria; ma il nostro QB è mancato in quella fase centrale (e cruciale) di partita in cui Brees ha costruito la W dei Saints, e Josh invece era un po' uscito (anche mentalmente) dal match. Forse Freeman non riesce a mantenere la concentrazione a livelli massimi per tutti i 60 minuti, quel che è certo però che il nostro QB è il giocatore chiave della squadra, ed è con lui, con le sue prestazioni, che tutto inizia e finisce...

Se Freeman gira, è concentrato, e non si innervosisce, la squadra stessa gira a pieno regime; il problema è quando viene a mancare quella fluidità che invece Brees (tanto per citare un esempio "fresco") riesce a mantenere per l'intera partita. Poi, è chiaro che non è colpa di Freeman se su quattro tentativi sulla 2 yard line, l'OC chiama 3 corse centrali e una bootleg assurda, questo è evidente... però un Manning o un Rodgers, in casi analoghi, magari avrebbero cambiato il gioco sulla linea di scrimmage con un audible, anche se per fare certe cose capisco che occorra una personalità decisamente molto, ma molto forte...

Freeman a parte, la voglia di parlare del match di ieri è poca, la sconfitta nel "throwback game" (una partita del tutto speciale, per chi si è avvicinato al football proprio grazie al white & orange e a Bucco Bruce) brucia ancora moltissimo, e tra l'altro non c'è nemmeno il tempo per metabolizzare il KO, dato che ormai è quasi tempo di giocare di nuovo.

Giovedì sera infatti i Bucs saranno di scena nell'anticipo del "thursday game", in quel di Minneapolis, laddove oltre un anno fa Tampa Bay ottenne l'ultima vittoria in trasferta, prima di iniziare un striscia aperta di sconfitte "on the road" arrivata a quota nove. Un anno fa si espugnò Minneapolis con una classica rimonta "pazza" di Freeman (e la gentile collaborazione dei Vikings).

Quest'anno sarà durissima tornare in Florida con una W, Minnesota è una delle sorprese positive dell'intera NFL e viaggia a ritmi da play-off inanellando una vittoria dopo l'altra. E per vincere, mai come giovedì servirà un Freeman concentrato e "cattivo" per tutti i 60 minuti.

Del resto - come dicevo ieri - nel corso della prossima off-season Freeman dovrà discutere dell'eventuale rinnovo del contratto, e se vorrà strappare un accordo con molti zeri sarà il caso che si presenti al tavolo delle trattative con un bel numero, nella unica voce che conta veramente: che non è tanto quella dei TD lanciati o delle yards guadagnate, ma quella delle W ottenute dalla squadra. Just win, Josh!

domenica 21 ottobre 2012

Tampa Bay, ad un soffio dal miracolo...

Doug Martin festeggia il TD con Jeremy Zuttah
Il throwback game, il match più atteso dell'anno per i nostalgici del white & orange, nonché - nella fattispecie - un test importante per capire l'effettivo valore di questi Bucs, era iniziato nel migliore dei modi per Tampa. Come spesso è accaduto quest'anno nel primo quarto di gioco, anche contro New Orleans la squadra di coach Schiano è entrata in partita giocando davvero un ottimo football, sia in attacco che in difesa.

Subito intercettato Brees, Freeman che manda in endzone Underwood, Martin che macina yarda su yarda, insomma tutto troppo bello per essere vero, e infatti... il sipario cala a partire dal secondo quarto: l'attacco diventa più macchinoso, la difesa concede di tutto a Brees e all'intervallo i Saints sono addirittura in vantaggio, con una dimostrazione di forza impressionante: nel solo primo tempo sono oltre 300 le yards guadagnate nel gioco aereo da parte dei nostri avversari!

E nel secondo tempo la musica non cambia, anzi, i Bucs riescono anche a farsi del male da soli: Barth sbaglia un FG da posizione più che possibile, e poi l'incredibile giocata di Freeman e Jackson, oltre 90 yards di passaggio con il WR che però sul più bello finisce la benzina e si fa riacciuffare da Jenkins sulla 2 yard line. E da quella posizione, per 4 volte, i Bucs si infrangono sul muro dei Saints e quello che sembrava un drive destinato a portare 7 punti termina con un  nulla di fatto. Da lì in poi, la partita pare non avere più storia con i Bucs che sembrano mostrare evidenti limiti caratteriali, e con la l'impressione che per i Saints sarà una passeggiata agguantare la W in scioltezza e tranquillità. E invece...proprio per niente!

Nel quarto periodo, quando tutto sembra ormai perduto, Freeman & co. si lanciano nella solita pazza rimonta e si arriva davvero ad un soffio dall'overtime; ma proprio sul più bello, prima Jackson mette il piede fuori dall'endzone di un paio di centimetri, e poi ci pensano le zebre a chiudere il match con una penalità di Mike WIlliams che annulla il TD del pareggio che proprio il WR #19 aveva messo a segno. Tutti a casa, vittoria a New Orleans.

Ora, che non ci fosse da illudersi dopo il bel successo di 7 giorni fa con KC era chiaro a tutti, vista l'assoluta inconsistenza dei Chiefs. Però si sperava che contro un team di alto livello come i Saints, questi Bucs di coach Greg Schiano potessero fare qualcosa di più, che la solita fiammata iniziale del primo quarto e il disperato rush nel finale di gara. In certi momenti, mi sembrava di essere tornato a Meadowlands, quando i Bucs persero più o meno in circostanze analoghe contro i Giants, illudendo nella prima parte del match e poi facendosi massacrare dal gioco aereo avversario, da Eli Manning in quel caso e da Drew Brees quest'oggi. E anche in quel caso, con Tampa Bay che proprio negli ultimissimi secondi è arrivata a un soffio dal miracolo, tarpato in entrambi i casi da una discutibile chiamata arbitrale ai danni di Mike Williams.

Ad ogni modo, direi che adesso è - quasi - ufficiale: i sogni di gloria (= possibilità di aspirare ai playoff) li archiviamo in maniera pressoché definitiva, e le prossime dieci partite serviranno per capire come e dove cercare di rinforzarsi nel modo migliore nel corso della prossima off-season. In primo luogo, ci sarà da sciogliere il nodo Josh Freeman. Continuare a puntare su di lui oppure no? Il prossimo sarà l'ultimo anno di contratto per Josh, e dunque bisognerà prendere una decisione prima che inizi ila nuova stagione. Stasera Freeman ha messo insieme cifre importanti, addirittura lanciando per oltre 400 yards (career high), però per essere un QB in grado di spostare gli equilibri (vedi Brees...) di strada da fare ce n'è ancora tanta. E non è sufficiente giocare bene solo all'inizio e alla fine del match, perché anche stasera Freeman è mancato in continuità e dunque anche per lui il percorso è ancora lungo, se il ragazzo vuole davvero entrare a far parte dell'esclusivo club dei "top QB".

Nei prossimi giorni torneremo sul match, su quello che funziona (poco...) e sul tanto che invece non va e che bisogna cercare di sistemare per cercare di arraffare qualche altra W a partire dal difficilissimo match di giovedì prossimo a Minnesota. Ecco, almeno una cosa però stasera direi che si è capita: Doug Martin è davvero un gran bel giocatore, speriamo solo che il suo utilizzo così massiccio non ne provochi un logoramento precoce, vista la totale "spremitura" a cui viene sottoposto any given sunday da Sullivan e Schiano...

sabato 20 ottobre 2012

20 ottobre, "Lee Roy Selmon Day"

Lee Roy Selmon, 20/10/1954  -  4/9/2011
Lee Roy Selmon.... molto semplicemente il più grande campione di sempre ad avere indossato i nostri colori, nonché unico membro dei Bucs ad essere presente (almeno sino ad ora) nella Hall of Fame di Canton.

Campione dentro il campo ma anche persona esemplare fuori dal rettangolo di gioco, sia come padre di famiglia che come uomo impegnato per la sua comunità. Insomma, avete presente i vari Talib, Winslow & co., tanto grandi con un pallone di football in mano quanto piccoli una volta usciti da uno stadio? Ecco, Selmon era l'esatto opposto... da tutti ricordato come un vero "Hall of Famer", anche nella vita di tutti giorni.

Lee Roy è scomparso il 4 settembre dello scorso anno, per un attacco cardiaco che lo ha portato via all'età di 56 anni. Ma il suo ricordo vivrà in  eterno, dato che tale è il destino delle leggende.

A maggior ragione da oggi, 20 ottobre, sua data di nascita. Le autorità della Florida hanno infatti stabilito che a partire da quest'anno ed in tutto lo stato della Florida il 20/10 sarà il "Lee Roy Selmon Day", giornata in memoria di un fantastico campione e di un grande uomo che ci ha lasciati troppo presto.

Queste le parole di James Grant, rappresentante della Florida House of Representatives (in pratica l'organismo legislativo dello Stato) nel corso della conferenza stampa di ieri tenutasi a One Buc Place:
"There are a lot of players who have sat either in this room or the old trailers that have come after Lee Roy Selmon," said Grant. "There are a lot of fantastic football players who have worn the uniform after Lee Roy Selmon. But Lee Roy's left a legacy here, and he's set a standard for all of us, whether we ever played football or have any sort of involvement in this community. More important than anything we do is to leave a place better than we found it, to give more than we ever take from it. I hope that as we leave today we do remember that we have an assignment, and that we never forget the impact of Lee Roy and his entire family on our community."

Era presente alla conferenza stampa anche Claybra, la moglie di Lee Roy, che ha preso la parola per un proprio ricordo:
"This is very bittersweet, but mostly sweet," she said. "I just miss Lee Roy being here to witness all of this. "It's wonderful to see the state and the city saluting Lee Roy for the things that he has done in this community and the way that he gave himself away to the city and the state of Florida. Lee Roy was devoted to this community in a very public way, and it's nice to see that love returned to him. He was so deserving."

Lee Roy Selmon, Campione dentro e fuori dal campo. 
20 ottobre 1954 - 4 settembre 2011. 
Riposa in pace, Leggenda.

venerdì 19 ottobre 2012

Venduti l'85% dei biglietti, domenica niente blackout

Biglietti per assistere alle partite dei Bucs sugli scaffali di un supermercato... 

Ce ne sono ancora tanti di biglietti in vendita per assistere dagli spalti del RJS al throwback game 2012 tra Bucs e Saints. Ma, almeno per questa volta, la fatidica soglia dell''85% di biglietti venduti entro il giovedì precedente la partita è stata raggiunta, e dunque il match sarà trasmesso in diretta anche nella zona di Tampa: niente “blackout”, ed è la prima volta nel corso di questa stagione.

E' noto come la vendita dei biglietti sia un problema serio per i Bucs, ormai da qualche anno. Nonostante le offerte di ogni tipo, il fatto che addirittura in alcune catene di supermercati siano in vendita tickets a prezzo di favore accompagnati spesso da sconti sulle consumazioni all'interno dello stadio e sul parcheggio, il problema sembra insolubile: al RJS ci va sempre meno gente.

E sulle cifre ufficiali, poi, credo sia importante intendersi bene e distinguere tra biglietti venduti e presenze effettive: per l'opener contro Carolina, ad esempio, le cifre ufficiali parlavano di 51mila biglietti venduti, ma escluderei in maniera abbastanza sicura, essendoci stato di persona, che quel giorno allo stadio ci fosse così tanta gente. Interi settori erano completamente vuoti, e le presenze effettive saranno state almeno di 10mila unità inferiori rispetto ai (fantomatici) 51mila di cui sopra.

Il problema di riempire lo stadio accomuna i Bucs a tante altre squadre: rimanendo in Florida anche i Dolphins giocano davanti a pochi intimi, per non parlare di Jacksonville, ben contenta di emigrare a Londra per i prossimi quattro anni e di rinunciare ad ospitare una partita casalinga: gli 80mila che assisteranno ai match dei Jaguars a Wembley sono un numero irrealizzabile giocando all'Everbank Field di Jacksonville.

Quello di giocare davanti a pochi fedelissimi è un problema, per risolvere il quale – al di là di sconti, promozioni e gadgets vari – credo ci sia una sola ricetta: allestire una squadra vincente, e comunque con una forte identità e con giocatori carismatici in grado di riaccendere nei tifosi quella passione per la propria squadra che sembra essersi sopita quasi del tutto....

Con campioni e personaggi del calibro di Warren Sapp, Mike Alstott e Derrick Brooks, tanto per citare alcuni dei giocatori più carismatici e vincenti visti a Tampa nel recente passato, forse non ci sarebbe bisogno di svendere i biglietti per le partite dei Bucs nei centri commerciali, insieme a detersivi e merendine, con tristissime promozioni del tipo compri 3 paghi 2...  

giovedì 18 ottobre 2012

Are you ready for some throwback football?

Bucs-Saints: ritornano Bucco Bruce e le divise arancioni...it's throwback football!
Il match di domenica prossima, che vedrà Tampa Bay affrontare i New Orleans Saints, è una partita che presenta molti spunti interessanti, tecnici e non solo. Al di là dell'importanza della sfida, che se vinta aprirebbe ai Bucs prospettive difficilmente immaginabili ad inizio campionato, il fatto di scendere in campo indossando le vecchie uniformi Orange and White, in uno stadio in cui si respirerà un'atmosfera completamente "seventies" (dalla musica alle divise delle cheerleaders) è di per sè un fatto che merita di essere segnalato.

I tifosi dei Bucs, stando a quanto si può leggere online sui vari forum, mi sembrano molto divisi circa le vecchie uniformi: c'è chi detesta questi colori, che riportano alla memoria le tante sconfitte incassate negli anni '70 e '80, e chi invece le adora (tra cui il sottoscritto...) e mai ha digerito del tutto il passaggio al Red & Pewter, sebbene proprio a questi colori siano legati i momenti più gloriosi del team, a partire dal trionfo nel Super Bowl n.37.

Ma che ne pensano i protagonisti di oggi del ritorno, sia pure sporadico, di Bucco Bruce e delle uniformi arancioni e bianche? Ecco a questo proposito le parole di coach Schiano, dal Tampa Tribune:
"I do like them,'' said first-year Bucs head coach Greg Schiano, 46. "It's a nice thing they do in the NFL, those throwback uniforms. Especially for a guy my age – I remember all those other uniforms. I certainly remember the old Buc uniforms. It'll be fun to wear them".

Meno entusiasta dei nuovi (o meglio, vecchi...) colori sembra essere invece il WR Mike Williams:
"You always hear the line, 'Respect the people that came before you,' " Williams said. "Well, I kind of call this game a respect game, giving respect to the guys that played before us. I mean, I don't like 'em, but it's a respect game".

Mi piacerebbe proprio essere al RJS ed assistere "live" a Bucs-Saints, per vivere una domenica "throwback" in mezzo ad un mare di jersey arancioni.... speriamo piuttosto che - almeno per una volta! - i nostri "colleghi" tifosi di Tampa si decidano a riempire lo stadio: contro Kansas City si è toccato il fondo, con la miseria di 46.500 presenti e vedere tutte quelle sedie vuote anche per il throwback game rovinerebbe un po' quella che, al di là dell'esito del match, sarà invece una bella festa "vintage"...e se poi Freeman e compagni (magari con la collaborazione di Brees e soci) volessero contribuire a renderla indimenticabile, tanto meglio....! 

mercoledì 17 ottobre 2012

Da’Quan Bowers ritorna ad allenarsi

Il DE Da'Quan Bowers
Non si può certo dire che sia stato un approccio fortunato, quello di Da’Quan Bowers con il mondo NFL. Prima i problemi fisici che ne causarono lo slittamento al secondo giro del draft dell'anno scorso, dopo che per lungo tempo un po' tutti i vari esperti avevano ritenuto che il giocatore sarebbe stato draftato con una delle scelte più alte del primo giro.

Poi, il gravissimo infortunio al tendine di Achille nel corso di questa offseason, che aveva fatto temere che il DE #91 non avrebbe potuto giocare nemmeno una partita nel corso del 2012.   

E invece, finalmente, ecco arrivare qualche notizia confortante circa le condizioni di salute dell'ex Clemson: stando a quanto riportato dal Tampa Bay Times, è infatti previsto per oggi il primo allenamento di Bowers con il resto della squadra.

Il giocatore sarà riattivato dalla PUP (physically unable to perform) list; chi si trova nella PUP list non può allenarsi nel corso delle prime sei settimane della stagione, dopodiché ci sono 21 giorni di tempo per decidere se il giocatore è in grado di unirsi definitivamente alla squadra. E a quanto pare, è arrivato il momento di valutare concretamente le condizioni di Bowers, per capire se possa ritenersi "abile e arruolato" o se invece si dovrà rimandare il suo rientro alla prossima stagione.

Così coach Schiano, circa il recupero del DE #91: "He'll do some stuff the rest of this week and we'll just observe and kind of go from there and see how he responds".

Il reinserimento nel gruppo da parte di Bowers non vuole ancora dire che il ragazzo potrà scendere in campo da qui al termine della stagione. Infatti, da quando Bowers riprenderà ad allenarsi - ossia da oggi - inizieranno a decorrere i 21 giorni di tempo entro i quali i Bucs dovranno decidere se attivarlo definitivamente oppure inserirlo nella injured resereve.   

Ancora coach Schiano, sul recupero di Bowers:
"You really just have to play it by ear," Schiano said. "It's how he responds to increased workload as he does a little more. He's done an incredible job in his rehab, but it's like four different phases. One is the post-surgical, where you're just kind of waiting. Then it's the training room. Then it's out on the grass where he's working with our trainers and strength coach, running and pushing things. And now here comes the fourth part, and that is actually playing."

Dunque, un grosso in bocca al lupo a Da'Quan e speriamo di poterlo rivedere in campo già tra qualche settimana: il suo rientro sarebbe davvero  un bel colpo, a maggior ragione dopo la precoce uscita di scena dell'altro DE Adrian Clayborn.

martedì 16 ottobre 2012

Contro i Saints, match della verità per i Bucs

Bucs-Chiefs: Ronde Barber entra in endzone!
Se quello contro i Chiefs era un "must win game", ossia una partita da vincere ad ogni costo visto che l'avversario di turno era la squadra forse più modesta dell'intera NFL, ben diverso è il tipo di partita che i Bucs giocheranno domenica prossima contro i New Orleans Saints, ancora al RJS.

In primo luogo, il match con New Orleans sarà il "throwback game" di questa stagione, dunque una partita dal sapore particolare e un po' speciale per tutti gli amanti del "white and orange", soprattutto per coloro che hanno iniziato a seguire i Bucs proprio quando erano questi i colori indossati "any given sunday" dalla squadra, ai tempi in cui sui caschi faceva bella mostra di sè l'immagine di un pirata "con il coltello tra i denti": il mitico Bucco Bruce!

Ma a parte queste note "di colore", credo che il match contro New Orleans sarà un test molto importante per i ragazzi di coach Schiano: non credo sia esagerato definire quella con i Saints come la partita della verità, ossia una gara che potrà definire in maniera più nitida i contorni di questi Buccaneers, e quale sia la vera identità di una squadra che sino ad ora ha alternato pause preoccupanti a momenti di bel gioco.

Credo si possa parlare di match della verità perché per battere i Saints non basteranno più poche sporadiche fiammate, ma serviranno 60 minuti di football ad alto livello, sia in attacco che in difesa. Saranno in grado, questi Bucs, di replicare contro un team tosto come i Saints l'impresa messa a segno contro Kansas City? Lo sapremo domenica sera, se i segnali di crescita evidenziati contro i modesti Chiefs sono stati solamente la conseguenza di avere incrociato un avversario "soft" e dagli evidenti limiti o se invece questi Bucs 2012 sono effettivamente una squadra in crescita, dunque in grado di regalarci qualche bella soddisfazione da qui al termine della stagione.

Attenzione, soprattutto, a non farsi trarre in inganno dal record di New Orleans, un 1-4 che non deve indurre a facili entusiasmi. Brees e soci - che peraltro arriveranno a Tampa belli freschi e riposati visto che sono reduci da una domenica di pausa - nelle due partite giocate prima del bye hanno sconfitto i Chargers in rimonta e sono andati ad un soffio dall'espugnare un campo sempre difficilissimo come il Lambeau Field. Si tratta quindi di una squadra in nettissima crescita, nemmeno lontana parente di quella che ha perso ad inizio campionato contro team modesti quali Redskins e Chiefs, e per superare la quale i Buccaneers dovranno giocare al massimo delle proprie possibilità.

Per battere questi Saints che stanno tornando quelli di questi ultimi anni, ossia una squadra da playoff, i Bucs non potranno ad esempio concedere quasi l'intero primo quarto, come è stato fatto contro i Chiefs: la modesta squadra di Romeo Crennel non ha sfruttato l'apatia iniziale di Freeman & co., ma un simile approccio "molle" contro i Saints potrebbe costare carissimo: New Orleans verrà a Tampa per non fare prigionieri, visto che il loro record non consente più alcun passo falso, dunque concentrazione e killer instinct dovranno essere messi in campo fin dal kick-off da parte dei ragazzi di Schiano, e la soglia di attenzione dovrà rimanere altissima per tutta la partita, dal 1° al 60° minuto compresi. In altre parole, tutti "con il coltello tra i denti" e... che Bucco Bruce sia con noi!
Bucs -Saints: are you ready for some "throwback" football?

lunedì 15 ottobre 2012

"74 Gruber", il RoH ha una leggenda in più

Paul Gruber nel corso della cerimonia di introduzione nel Ring of Honor
Da ieri pomeriggio, un nuovo numero ed un nuovo nome sono stati inseriti nel Ring of Honor del Raymond James Stadium: si tratta di "74 Gruber", il Left Tackle che vedete nella foto qui sopra durante la cerimonia di introduzione nel RoH e sulla cui importanza come giocatore abbiamo già avuto modo di parlare a lungo - qui -  nei giorni scorsi.

"74 Gruber" si affianca così a "63 Selmon", "McKay" e "88 Giles", gli altri nomi dei grandi Bucanieri del passato che hanno fatto la Storia della nostra squadra e che negli anni scorsi avevano ricevuto questo riconoscimento.

Nel corso dell'intervallo del match con Kansas City, Gruber - accolto dai tifosi al grido di "Grooooob" - ha tenuto un breve discorso, in cui oltre a ringraziare la sua famiglia, la proprietà e i vecchi compagni di squadra ha rivolto affettuose parole ai tifosi dei Bucs: “I’ve always believed Tampa has the best fans in the NFL,” said Gruber. “Through thick and thin, Buccaneer fans stay true. Thank you for your loyalty and support. It was an honor to play for you.”

Gruber ha tenuto il suo discorso mentre, alle sue spalle, erano schierati sul  campo molti di quei giocatori, da Mike Alstott a Derrick Brooks, che nel 1997 riportarono ai playoff i Bucs dopo 15 anni di assenza. Ancora Paul Gruber, sull'importanza di essere un membro del RoH: “This is such a special day for me and my family,” he said. “It’s a tremendous honor to join Lee Roy Selmon, John McKay and Jimmie Giles in the Buccaneers’ Ring of Honor. I’m deeply humbled, and I couldn’t have done it alone. I have been blessed by the help of so many along the way.”

Dunque, benvenuto a Paul Gruber tra gli "immortali" dei Tampa Bay Buccaneers: da oggi, a far compagnia a Slemon, McKay e Giles c'è una nuova "leggenda", quella di un giocatore che per 12 anni ha indossato il #74 onorando - sempre - i nostri colori. Thanks, Paul!

domenica 14 ottobre 2012

Bucs a valanga: 38-10 sui Chiefs!

Il DE Bennett "decapita" il RB Charles
A leggere il risultato finale sembrerebbe sia stata una tranquilla passeggiata sul velluto, quella dei Bucs sui derelitti Chiefs, una squadra che dall'inizio della stagione non è mai stata in vantaggio nemmeno per un minuto, nelle sei partite finora disputate...!

In realtà, il match era iniziato nel peggiore dei modi per Tampa Bay e soprattutto per Josh Freeman: ossia con un intercetto, proprio mentre i Bucs erano nella red zone avversaria e sembravano avviati a mettere sul tabellone i primi punti di giornata. Il "regalo" di Freeman ha fatto temere il peggio, ma per fortuna quest'oggi dall'altra parte c'erano i Chiefs, una squadraccia che, vista all'opera, mi ha sinistramente ricordato i Bucs dello scorso anno targati Raheem Morris...

Ci ha pensato Brady Quinn, il QB dei Chiefs, a restituire immediatamente - proprio nel drive successivo - l'intercetto e da lì in poi i Bucs hanno iniziato a mettere la testa avanti e a distaccare una Kansas City che più progrediva la partita e meno sembrava crederci.

Le chiavi della vittoria di stasera? Una difesa che ha giocato proprio bene limitando le temutissime corse dei Chiefs, i tanti big plays messi a segno sia in attacco che in difesa, e un Josh Freeman che dopo un inizio orrendo sembrava ritornato quello dei tempi d'oro...

La difesa, dicevo, è stata alla base della vittoria: sia per le giocate vincenti (dall'intercetto di Barron a quello rocambolesco di Barber, ritornato addirittura in endzone per 78 yards da quella leggenda vivente che indossa la maglia #20), sia per il lavoro costante sul gioco di corsa degli avversari, tanto è vero che Jamaal Charles ha chiuso la partita con sole 40 yards in 12 portate. In quanto ai passaggi, l'assenza di Talib non si è fatta sentire anche perché a mettere  in aria il pallone c'era l'assai modesto Brady Quinn, un giocatore assente dai campi da parecchio tempo e riesumato per l'infortunio di Cassell.

Ma se la difesa ha dato il "là" alla vittoria, contributo decisivo è arrivato anche dai numerosi "big plays" realizzati da Freeman, con i tanti passaggi lunghissimi per Mike Williams, Vincent Jackson ma anche per Tiquan "belli capelli" Underwood, che a differenza dei due più illustri compagni di reparto non ha segnato alcun TD ma ha realizzato una spettacolare ricezione da 62 yards.

Come detto, Freeman aveva iniziato malissimo, e - al di là dell'intercetto - il nostro QB sembrava sempre insicuro e con la mira storta, in linea cioè con quanto fatto vedere nel corso di questa stagione. Poi, un big play dopo l'altro, Josh ha preso fiducia e ha iniziato a completare anche nel corto-medio raggio, ad esempio mettendo a segno qualche efficacissimo screen pass per Martin e Lorig. Alla fine le cifre di Freeman fanno registrare 328 yards lanciate, 3 TD e 1 intercetto. Speriamo che la crescita di quest'oggi trovi conferma nelle prossime partite e che già da domenica prossima contro New Orleans Josh ricominci da dove ha finito stasera, con la stessa precisione, l'identica intensità e la medesima grinta fatte vedere a partire dalla seconda metà del match con i Chiefs.

Buone cifre anche quelle dei due RB, Martin e Blount, con quest'ultimo impiegato solo nel finale, ma comunque autore di ottimi spunti nonché del TD che ha sigillato la partita. Davvero un peccato che Schiano lo utilizzi così poco, visto che LeGarrette è, con tutto il rispetto per il rookie da Boise State, il miglior RB che abbiamo a roster.

Dunque, va in archivio la "W" numero 2 di questa stagione, un ottimo "brodino" che però è arrivato dopo avere affrontato un team davvero in estrema difficoltà; dubito che nelle rimanenti undici partite ci capiteranno ancora avversari così "soffici" e "collaborativi" come i Chiefs visti al RJS. Ad ogni modo, adesso sotto con New Orleans, che questa settimana ha riposato e che verrà a Tampa per giocarsi il tutto per tutto nel tentativo di ribaltare una stagione iniziata nel modo peggiore.

Ma per pensare ai Saints ci sarà tutta la settimana, questa sera si brinda e si festeggia la vittoria: erano aaaaaanni che non si vinceva con 28 (v-e-n-t-o-t-t-o) punti di scarto... e se dall'altra parte c'erano "solamente" i Chiefs, pazienza, anzi...peccato non affrontarli tutte le settimane, i simpatici ragazzi di Romeo Crennel!  

sabato 13 ottobre 2012

Aqib Talib sospeso per quattro partite!

Aqib Talib, sospeso per uso di sostanze proibite
Alla vigilia di una partita di capitale importanza per i Bucs, ossia lo "scontro diretto" con una avversaria di pari livello quale Kansas City, ecco arrivare una brutta botta di cui proprio non si avvertiva il minimo bisogno: il CB Aqib Talib è stato sospeso dall'NFL, e salterà (senza ricevere stipendio) le prossime quattro partite.

Il motivo della squalifica? Uso di sostanze proibite... è davvero incredibile come questo ragazzo (grande giocatore e piccolissimo uomo) riesca a trovare ogni anno un modo diverso per auto-rovinarsi e distruggere in maniera quasi scientifica quella che poteva essere una carriera da superstar. L'anno scorso il tentato omicidio del fidanzato della sorella, prima ancora le risse assortite con tassisti e compagni di squadra, senza dimenticare le notti brave a Londra durante la prima trasferta europea dei Bucs. Adesso, la ciliegina sulla torta: uso di sostanze proibite (Tanard Jackson ha fatto scuola, pare).

Pensavo - mi illudevo - che Talib stesse mettendo la testa a posto, dopo i mille errori commessi fuori dal campo e che miracolosamente fino ad ora non avevavano provocato una anticipata chiusura della sua carriera. Chiusura che continuando di questo passo arriverà a breve, presumo: ad esempio, al termine di questa stagione Talib sarà free agent, e non credo che saranno molte le squadre che busseranno alla porta del suo agente per offrirgli il megacontratto che, limitandosi ad una analisi puramente tecnica del giocatore, Aqib avrebbe le carte in regola per ottenere. Sempre che da qui al termine della stagione Talib non ne combini qualcun'altra delle sue e sia ancora un giocatore di football, ovviamente...

Direttamente dal sito ufficiale dei Bucs, queste le parole di Talib (che ammette di avere commesso il "fattaccio") e di coach Schiano:

AQIB TALIB
“Around the beginning of training camp, I made a mistake by taking an Adderall pill without a prescription. This is especially regrettable because, for the past several months, with Coach Schiano’s help, I’ve worked very hard to improve myself -- professionally and personally -- as a player and a man. I am truly sorry to my teammates, coaches and Buccaneers fans, and I’m disappointed in myself. I will work diligently every day of this suspension to stay in top football shape and be ready to help this team in the second half of the season. I have chosen to be immediately accountable for the situation I put myself in, which is why I will not exercise my appeal rights and will begin serving the suspension immediately.”

GREG SCHIANO
“We are disappointed to learn that Aqib Talib will be suspended for four games, which will begin with our game tomorrow against Kansas City. I have spoken with Aqib, and he knows that he made a poor decision that let our team down. Certainly, other players will have the opportunity to step up while he serves this suspension.”

Tutto questo, mentre - come dicevo - tra poche ore ci attende una partita cruciale, che affronteremo tra l'altro anche con un Roy Miller a mezzo servizio (ammesso che riesca a recuperare dai problemi alla schiena) oltre che senza il nostro miglior CB. Mi limito, infine, a segnalare che contro KC potrebbe arrivare la sconfitta numero 14 nelle ultime 15 partite disputate...insomma, come diceva quel tale: allegriaaa!!!

venerdì 12 ottobre 2012

Un futuro da Guardia per Trueblood?

Jeremy Trueblood
La collaudata coppia formata da Davin Joseph (Guardia) e Jeremy Trueblood (Tackle) avrebbe dovuto comporre anche quest'anno il lato destro della linea offenisva dei Bucs. Ma un serio infortunio nel corso della preseason ha chiuso con largo anticipo la stagione di Joseph, mentre Trueblood è stato "panchinato" per motivi tecnici, al punto che nello scorso match contro i Redskins Schiano lo ha inserito tra gli "inactive players".

Ma le cose, per Trueblood, potrebbero cambiare presto e anche a sorpresa. Coach Schiano lo ha infatto provato nel corso della settimana proprio nel ruolo di Joseph, ossia di Guardia, dato che il ruolo di RT pare ormai avere trovato un nuovo titolare in Demar Dotson.

Ma che cosa ne pensa il diretto interessato di questo possible (se non probabile) cambiamento di ruolo, che lo porterebbe a giocare in una posizione per lui inedita? Queste le parole di Trueblood, dal Tampa Bay Times:
"I've played a lot of years next to one of the best guards in the NFL, so I've picked up on a lot of things he's done over the years and just tried to do them," Trueblood said. "I mean, obviously I can't do it just like he does it, but just some of the little things I'm trying to do. So it's been pretty easy because of that. I mean, it's not easy. In my head it is, I've just got to translate it to my body and stuff like that. It's just a work in progress."

Per rimanere a Tampa, Trueblood aveva rinegoziato il suo contratto, finendo per accettare una discreta decurtazione dell'ingaggio. Riuscirà Jeremy "false start" Trueblood a riciclarsi ora nel ruolo di Guardia? Mah, speriamo che il suo amico Davin Joseph gli abbia dato qualche utile e prezioso consiglio, di sicuro queste "improvvisazioni" relative alla offensive line lasciano un po' perplessi...

Ecco invece che ne pensa coach Schiano, di questa "conversione" del #65 da Tackle a Guardia:
"Jeremy is a very intelligent football player who is very experienced," Schiano said. "So, I think he has a much better chance of grasping things in a short amount of time. His best buddy, Davin, has played guard next to him for a long time. Different scheme, yes, but they worked together on so many different things, I think he's got a good understanding. They all do. It's just going to be a matter of who we think the best choice is for this week."

giovedì 11 ottobre 2012

Un nuovo ingresso nel RoH: Paul Gruber

Paul Gruber
Negli anni scorsi, il "throwback game" (ossia la partita in cui i Bucs  indossano le uniformi  "originali" white & orange) e l'introduzione nel Ring of Honor di un grande ex Bucaniere del passato avvenivano nel corso dello stesso match.

Non sarà così nel 2012: questa domenica, in occasione della partita contro Kansas City, un nuovo membro entrerà a far parte del RoH dei Bucs dopo Lee Roy Selmon, John McKay e Jimmie Giles, mentre la partita contro i Saints del 21 ottobre sarà l'occasione per vedere Tampa Bay scendere in campo con le (meravigliose) uniformi "throwback", quelle con l'effigie del mitico Bucco Bruce sui caschi.

Ma veniamo al Ring of Honor e a colui che vi verrà introdotto questa domenica: si tratta del LT Paul Gruber, nome che ai più giovani dirà poco o nulla, mentre stiamo parlando davvero di un grande campione, il cui unico "torto" (se così vogliamo chiamarlo) fu quello di avere disputato buona parte della carriera in uno dei periodi peggiori della storia dei Bucs, a cavallo tra gli anni '80 e '90.

Arrivato a Tampa con la quarta scelta assoluta del draft del 1988, Gruber confermò le aspettative e si rivelò un ottimo giocatore, peraltro in un ruolo molto delicato e importante, quello di  left tackle. In pratica, il LT può essere considerato la principale "guardia del corpo" del QB, visto che nei giochi di passaggio spetta a questo giocatore proteggere il quarterback dai difensori che arrivano dal suo "lato cieco". Vinny Testaverde, Craig Erickson e Trent Dilfer furono coloro che usufruirono principalmente della "protezione" di Gruber. Il quale, in 12 anni di carriera disputata tutta quanta indossando una sola uniforme - quella, appunto, dei Tampa Bay Buccaneers - ha messo insieme cifre notevolissime, basti pensare alle 183 partite da starter, senza mai saltare un solo snap nei primi cinque anni da professionista.

Come detto, la prima parte di carriera vide Gruber impegnato con i peggiori Bucs di sempre, quelli che registrarono la rapida successione di Perkins e Williamson nei panni di head coach, con una squadra che nei primi sette anni di Gruber raggiunse sempre la doppia cifra alla voce "sconfitte". Poi, per Tampa Bay le cose iniziarono a migliorare, lentamente nel corso del quadriennio di Sam Wyche e in maniera netta con l'arrivo di Tony Dungy. Paul Gruber giocò sino al 1999 e dunque fece parte di quella squadra che nel 1997 riportò i Bucs ai playoff dopo ben 15 stagioni di assenza dalla postseason, nel primo anno in cui le uniformi Red and Pewter sostituirono quelle tradizionali orange and white.

E in occasione dell'ingresso di Gruber nel Ring of Honor, saranno presenti al RJS molti giocatori di quei Buccaneers del 1997: uno sarà impegnato addirittura nella partita (Ronde Barber) ma saranno presenti anche altri campioni che insieme a Gruber contribuirono a riportare Tampa Bay nell'elite del football NFL: Mike Alstott, Derrick Brooks e Shelton Quarles sono certamente i più famosi, ma per chi in quegli anni seguiva da vicino i Bucs anche i nomi di giocatori quali Errict Rhett, Donnie Abraham, Chadi Ahanotu, Horace Copeland, Brad Culpepper e Dave Moore provocheranno di certo più di un ricordo e tanta nostalgia...

E questi sono solo alcuni degli ex giocatori che presenzieranno all'introduzione di Gruber nel RoH; la speranza è che - per celebrare degnamente una simile ricorrenza - anche gli spalti del RJS possano offrire un degno spettacolo e siano (per una volta!) belli pieni, proprio come accadeva in quell'ormai lontano 1997, quando una squadra finalmente ritornata ad essere vincente riportò l'entusiasmo tra i tifosi, quando ancora si giocava all'Houlihan's Stadium (ve lo ricordate, "the big sombrero"?) e quando iniziò quella parabola ascendente dei Bucs che di lì a pochi anni sarebbe culminata nella "notte magica" di San Diego...

mercoledì 10 ottobre 2012

Il CB Gaitor in IR (ma potrebbe rientrare)

Il CB Anthony Gaitor
Il CB Anthony Gaitor non è certo un fuoriclasse, diciamo pure che si tratta di un modesto rincalzo e nulla più, ma visto che la secondaria dei Bucs - cifre alle mano - è tra le peggiori dell'intera NFL in quanto a yards concesse agli avversari nei giochi di passaggio, anche la perdita di un elemento di secondo piano è comunque da segnalare.

Anthony Gaitor è stato inserito in IR per un problema ai legamenti del ginocchio, ma la sua stagione - a differenza di quanto accade a chi finisce nella lista degli infortunati a lungo termine - non è però finita: Gaitor è stato infatti inserito nella "Injured Reserve-Designated for Return".

Da quest'anno, è previsto che ogni squadra possa mettere un giocatore (uno soltanto, nell'intero arco della stagione) in una IR per così dire temporanea, da cui cioè il giocatore possa essere ripescato e reinserito a roster, anche se non prima che siano trascorse sei settimane. Dunque, per il 2012 è Anthony Gaiotr il primo (e unico) giocatore di Tampa Bay a seguire questo inedito percorso.

Nel frattempo, il vuoto lasciato nel roster dei 53 da Gaitor è stato preso dal LB Cutrera, giocatore già visto in azione lo scorso anno e utile più che altro per lo special team.

lunedì 8 ottobre 2012

Contro KC è gia "must win game" per i Bucs

Jamaal Charles, RB dei Chiefs
Andata in archivio la settimana di "bye", da quest'oggi giocatori e coaching staff dei Bucs si ritroveranno a One Buc Place per riprendere la preparazione in vista dei prossimi impegni, a cominciare dal match di domenica prossima, quando al RJS arriveranno i Kansas City Chiefs.

E proprio quella con i Chiefs è, a mio avviso, è una partita molto importante per Tampa Bay. E' una partita da vincere, un "must win game", anche perché al RJS affronteremo un team di "pari livello", che non ha nulla di più rispetto a questi Bucs; se invece contro KC dovesse arrivare la quarta sconfitta consecutiva, temo che sarebbe un colpo molto duro da assorbire e dalle conseguenze nefaste, al di là della sconfitta in sè.

Ci sta di perdere contro Dallas e NY Giants, oggettivamente squadre più attrezzate, può essere al limite accettata (sia pure a denti stretti) la L con Washington, squadra di pari livello ma con un paio di giocatori molto interessanti (Griffin ma soprattutto il RB Morris) ma un eventuale KO anche contro i Chiefs sarebbe decisamente troppo...

Anche perché, rimanendo al breve periodo, le partite successive a quella con KC prevedono l'arrivo al RJS dei New Orleans Saints, squadra che sta entrando proprio adesso in grande forma e la vittoria in rimonta sui Chargers dimostra che Brees e compagni verranno a Tampa per non fare prigionieri, poi ci saranno due trasferte consecutive, a Minnesota contro una delle rivelazioni del campionato e a Oakland, da dove tradizionalmente è difficilissimo per i Bucs tornare a casa con una W.

E poi le vittorie danno fiducia a giocatori e serenità al coaching staff, tenendo lontane le polemiche e portando tranquillità all'ambiente, oltre a contribuire (e nel caso specifico dei Bucs non è un dettaglio) a riaccendere entusiasmo tra i tifosi e a (ri)portare gente allo stadio. Insomma, saremo anche solo alla quinta partita stagionale per Tampa, ma quella con Kansas City è una partita che sarebbe davvero molto importante vincere, per riprendere quel "contatto" con la W iniziato contro Carolina alla week #1 poi bruscamente interrottosi con le successive tre sconfitte consecutive.

Kansas City, si diceva, non è proprio una corazzata inaffondabile.... ma ha comunque giocatori pericolosi, tra tutti il RB Jamaal Charles, che domenica sarà il pericolo pubblico numero uno, da limitare ad ogni costo. A proposito di Charles, leggevo nei giorni scorsi che il ragazzo andò vicino ad essere scelto proprio dai Bucs, nel draft del 2008. Ma l'HC Gruden e il GM Allen decisero di bypassarlo e di andare, al secondo giro, su Dexter Jackson, KR/PR di Appalachian State poi rivelatosi un fiasco clamoroso. Certo che se in quel draft del 2008 fosse arrivato in Florida Jamaal Charles anzichè Dexter Jackson, la storia dei Bucs sarebbe stata inevitabilmente diversa, e forse il buon vecchio Chucky sarebbe ancora sulla nostra sideline...

venerdì 5 ottobre 2012

E' tempo di "bye", Bucs in ferie fino a lunedì

La grinta di coach Greg Schiano
Settimana corta, per così dire, in casa Tampa Bay; domenica infatti i Bucs riposeranno a causa del "bye" e dunque - da giovedì  a domenica - ci saranno quattro giorni di vacanza per la squadra, in attesa di riprendere gli allenamenti lunedì in vista delle prossime partite, a cominciare dal doppio impegno casalingo consecutivo contro Chiefs e Saints.

Dunque, tutti a ricaricare le batterie in preparazione dei prossimi dodici match. E queste, dal sito ufficiale, sono le parole di coach Greg Schiano, a proposito di questo lungo week-end di riposo:

“I don’t require them to do anything," said Schiano of his directions to the players for their Thursday-Sunday sabbatical. "I really would like them to relax and get feeling good again, get refreshed. We’ll have an extra day of preparation for Kansas City with Monday being a practice day and they’ll have the plan in their hand, at least part of it, before they normally would. A good two days before they normally would so that’s enough of an advantage for us. I think again, looking at the one game season of Kansas City then also as a head coach looking at 12 straight, we don’t want to get too far ahead of ourselves."

Quest'anno la settimana di "bye" è arrivata molto presto, dopo solo quattro partite. Ma a Coach Schiano la cosa non sembra dispiacere più di tanto:
"I’m not sorry that the bye is now," he said. "I think this group has gone incredibly hard from July 26th until now. That sounds like a long time ago, right? But they’ve busted their hump and this comes at a good time. Then we’ll have 12 straight, which will be good.”

In quanto ai giocatori, molti approfitteranno di questi giorni di "ferie" per ritornare dalle rispettive famiglie, come ad esempio Josh Freeman che per alcuni giorni tornerà nella sua hometown, quella Kansas City che sarà la prossima avversaria dei Bucs domenica 14 ottobre. 

Sempre da buccaneers.com, ecco pensieri e parole proprio del nostro QB, che saluta con piacere l'arrivo di qualche giorno di "stacco" :
“That’s why the bye week is built in," said Freeman of the welcome mental break. "For a lot of players it’s a physical break but for quarterbacks, especially in the first year in [a new] offense, that’s going to be it. You just kind of step back and reflect for a second, take a little time off and come back energized, ready to go.”

mercoledì 3 ottobre 2012

Firmato il TE Byham, tagliato il DE Charleston

Un nuovo arrivo in casa Bucs: il TE Nate Byham
Novità in casa Buccaneers: è di ieri la firma del TE Nate Byham, giunto alla terza stagione in NFL e arrivato in Florida dopo due anni di esperienza con San Francisco, che lo scelse al sesto giro nel draft del 2010.

Per fare posto a Byham, è stato tagliato un po' a sorpresa un difensore, il DE Jeff Charleston, che era stato messo sotto contratto appena sette giorni fa per rinforzare la linea difensiva, dopo il grave infortunio che aveva chiuso anzitempo la stagione di Adrian Clayborn.

Evidentemente Schiano è rimasto soddisfatto del rendimento di George Johnson e di Daniel Te'o-Nesheim, i due DE chiamati a rimpiazzare Clayborn contro i Redskins, certo è che con il taglio di Charleston la D-line è davvero ridotta al'osso, proprio da un punto di vista quantitativo.

Tornando a Byham, l'innesto di un nuovo TE nonostante a roster ce ne siano già tre (Clark, Stocker e Noble) fa ritenere che il CS non si particolarmente contento del rendimento offerto sino ad ora dal tiro sopra citato. In realtà, Dallas Clark ha quasi sempre risposto in maniera positiva le pochissime volte che è stato coinvolto; ma è probabile che le sue precarie condizioni fisiche non consentano un utilizzo massiccio e continuato del TE #44. In quanto a Stocker, il ragazzo si è visto pochissimo, solo due palloni ricevuti (uno dei quali, a Dallas, in endzone) per lui in quattro partite, mentre Noble è stato in pratica utilizzato solo in preseason.

Il ruolo dei TE nel football di oggi è molto importante, oltre a bloccare nei giochi di corsa i TE sono dei veri e propri ricevitori aggiunti, dunque bersagli in più per Freeman, che mai come adesso avrebbe bisogno di "target" affidabili su cui scaricare palloni in sicurezza nei momenti di difficoltà, quando cioè tutti i WR sono coperti o marcati stretti dai difensori avversari.

Difficile che Byham possa fornire un apporto rilevante all'attacco di Tampa Bay, speriamo piuttosto che, a proposito di TE, la salute consenta a Clark di rimanere in campo per il maggior numero di giochi possibili e che Stocker, su cui i Bucs avevano scommesso forte, salendo nello scorso draft per sceglierlo al quarto giro (104 pick overall) dimostri che il coaching staff aveva visto giusto puntando su di lui come TE del presente ma anche del futuro.