domenica 21 ottobre 2012

Tampa Bay, ad un soffio dal miracolo...

Doug Martin festeggia il TD con Jeremy Zuttah
Il throwback game, il match più atteso dell'anno per i nostalgici del white & orange, nonché - nella fattispecie - un test importante per capire l'effettivo valore di questi Bucs, era iniziato nel migliore dei modi per Tampa. Come spesso è accaduto quest'anno nel primo quarto di gioco, anche contro New Orleans la squadra di coach Schiano è entrata in partita giocando davvero un ottimo football, sia in attacco che in difesa.

Subito intercettato Brees, Freeman che manda in endzone Underwood, Martin che macina yarda su yarda, insomma tutto troppo bello per essere vero, e infatti... il sipario cala a partire dal secondo quarto: l'attacco diventa più macchinoso, la difesa concede di tutto a Brees e all'intervallo i Saints sono addirittura in vantaggio, con una dimostrazione di forza impressionante: nel solo primo tempo sono oltre 300 le yards guadagnate nel gioco aereo da parte dei nostri avversari!

E nel secondo tempo la musica non cambia, anzi, i Bucs riescono anche a farsi del male da soli: Barth sbaglia un FG da posizione più che possibile, e poi l'incredibile giocata di Freeman e Jackson, oltre 90 yards di passaggio con il WR che però sul più bello finisce la benzina e si fa riacciuffare da Jenkins sulla 2 yard line. E da quella posizione, per 4 volte, i Bucs si infrangono sul muro dei Saints e quello che sembrava un drive destinato a portare 7 punti termina con un  nulla di fatto. Da lì in poi, la partita pare non avere più storia con i Bucs che sembrano mostrare evidenti limiti caratteriali, e con la l'impressione che per i Saints sarà una passeggiata agguantare la W in scioltezza e tranquillità. E invece...proprio per niente!

Nel quarto periodo, quando tutto sembra ormai perduto, Freeman & co. si lanciano nella solita pazza rimonta e si arriva davvero ad un soffio dall'overtime; ma proprio sul più bello, prima Jackson mette il piede fuori dall'endzone di un paio di centimetri, e poi ci pensano le zebre a chiudere il match con una penalità di Mike WIlliams che annulla il TD del pareggio che proprio il WR #19 aveva messo a segno. Tutti a casa, vittoria a New Orleans.

Ora, che non ci fosse da illudersi dopo il bel successo di 7 giorni fa con KC era chiaro a tutti, vista l'assoluta inconsistenza dei Chiefs. Però si sperava che contro un team di alto livello come i Saints, questi Bucs di coach Greg Schiano potessero fare qualcosa di più, che la solita fiammata iniziale del primo quarto e il disperato rush nel finale di gara. In certi momenti, mi sembrava di essere tornato a Meadowlands, quando i Bucs persero più o meno in circostanze analoghe contro i Giants, illudendo nella prima parte del match e poi facendosi massacrare dal gioco aereo avversario, da Eli Manning in quel caso e da Drew Brees quest'oggi. E anche in quel caso, con Tampa Bay che proprio negli ultimissimi secondi è arrivata a un soffio dal miracolo, tarpato in entrambi i casi da una discutibile chiamata arbitrale ai danni di Mike Williams.

Ad ogni modo, direi che adesso è - quasi - ufficiale: i sogni di gloria (= possibilità di aspirare ai playoff) li archiviamo in maniera pressoché definitiva, e le prossime dieci partite serviranno per capire come e dove cercare di rinforzarsi nel modo migliore nel corso della prossima off-season. In primo luogo, ci sarà da sciogliere il nodo Josh Freeman. Continuare a puntare su di lui oppure no? Il prossimo sarà l'ultimo anno di contratto per Josh, e dunque bisognerà prendere una decisione prima che inizi ila nuova stagione. Stasera Freeman ha messo insieme cifre importanti, addirittura lanciando per oltre 400 yards (career high), però per essere un QB in grado di spostare gli equilibri (vedi Brees...) di strada da fare ce n'è ancora tanta. E non è sufficiente giocare bene solo all'inizio e alla fine del match, perché anche stasera Freeman è mancato in continuità e dunque anche per lui il percorso è ancora lungo, se il ragazzo vuole davvero entrare a far parte dell'esclusivo club dei "top QB".

Nei prossimi giorni torneremo sul match, su quello che funziona (poco...) e sul tanto che invece non va e che bisogna cercare di sistemare per cercare di arraffare qualche altra W a partire dal difficilissimo match di giovedì prossimo a Minnesota. Ecco, almeno una cosa però stasera direi che si è capita: Doug Martin è davvero un gran bel giocatore, speriamo solo che il suo utilizzo così massiccio non ne provochi un logoramento precoce, vista la totale "spremitura" a cui viene sottoposto any given sunday da Sullivan e Schiano...

4 commenti:

  1. ...Hai detto tutto tu... Giochiamo il primo quarto e poi l'ultimo, stop. Nella parte centrale del match non riusciamo a combinare niente di buono, sembriamo nati per soffrire. Lo ripeterò a costo di sembrare nauseante, il nostro playbook nei quarti centrali non viene nemmeno aperto da Sullivan. O corsa centrale di Martin (che prima o poi si romperà a forza di botte sulle DL) o lancio a VJ in doppia copertura. Non una finta, una giocata fantasiosa e diversa, niente. L'autore per me è sempre quello che ha sbagliato mestiere, il nostro OC. Non si può fare i conservativi per più di metà partita e dopo fare giochi della morte a match chiuso. Non ci siamo.

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    1. Faccio fatica a parlare della partita di ieri, perdere così fa davvero male.... e non è la prima volta quest'anno, vedi le altre sconfitte con New York, Dallas e Washington, partite che con un po' di fortuna e abilità in più avremmo potuto chiudere a nostro favore.

      Quei quattro tentativi sulla 2 yard line, poi, con Blount mandato a schiantarsi sul muro dei Saints me li ricorderò a lungo, così come quel goffo tentativo di bootleg sul quarto tentativo giocato alla mano....

      In una circostanza del genere, provare un passaggino, magari al secondo o al terzo down, per uno tra Clark o Stocker pareva brutto, al nostro OC...?!

      In quanto a Martin (ottimo davvero,ieri, anche a ricevere fuori dal backfield), l'uso eccessivo a cui Schiano e Sullivan lo stanno sottoponendo mi ricorda un po' il trattamento riservato a Cadillac Williams, che Gruden spremette come un limone nel suo anno da rookie facendogli portare un numero spropositato di palloni...

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    2. Oh, meno male che non sono il solo a definire assurde le chiamate del nostro "amato" OC.
      Cioè, anche i sassi alla terza volta che vedevano Blount fermarsi contro la DL avversaria senza prendere 1 cm. avrebbero capito che di lì non si passava. Invece no, dagli con 'ste cavolo di corse centrali, da poveri polli proprio!!
      Martin è un grande, e non escludo che le yarde che ha preso correndo verso gli esterni non siano frutto della SUA personale scelta di correre a lato della DL al posto che schiantarsi contro... Comunque sia se c'è da correre sempre così tanto vale usare Blount che è di stazza maggiore, Martin rischia a ogni contatto. Avere un rookie così e consumarlo a forza di colpi sulla DL è da incoscienti.

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    3. Ecco, poi dovremmo anche sapere se quelle chiamate che ci sono costate la partita – le tre corse centrali di Blount più la bootleg di Freeman sulle 2 yard – sono farina del sacco di Sullivan o se in quelle situazioni non sia invece Schiano che non vuole mettere il pallone in aria ma cercare di entrare in endzone "via terra", in pratica imponendo al suo OC un certo tipo di chiamate fin troppo conservative.

      Sullivan, tutto sommato, mi pare che nelle ultime due partite con KC e NO abbia "aperto" un po’ il playbook rispetto ai primi match, anche se la scellerata gestione di cui sopra relativa al possesso più importante della partita contro New Orleans è del tutto indifendibile. Certo, se poi Jackson non si fosse fatto rimontare in quel modo da Jenkins adesso saremmo qui a fare discorsi diversi... ma evidentemente il buon VJax dopo aver corso per 90 yards aveva proprio finito del tutto la benzina, per farsi riacciuffare in quel modo dalla safety dei Saints...

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