venerdì 30 ottobre 2015

Probabile l'assenza di Vincent Jackson ad Atlanta

Dopo avere perso per l'intera stagione il WR Louis Murphy, anche Vincent Jackson è alle prese con un problema al ginocchio; per fortuna si tratta di un infortunio di minore entità rispetto al suo collega di reparto, ma che comunque rischia seriamente di far saltare al WR #83 il difficile incontro di domenica con gli Atlanta Falcons. Sarebbe il primo match saltato da Jackson da quando indossa la maglia dei Bucs, e la su assenza indebolirebbe ulteriormente un reparto, quello dei WR, ormai ridotto ai minimi termini.

Dietro a Mike Evans... il nulla o quasi, considerato che molto probabilmente ad Atlanta vedremo a lungo impegnati Humpries e Dye, che saranno anche giocatori di belle speranze e che in preseason hanno mostrato numeri interessanti, ma che non definirei proprio delle "garanzie".

Speriamo almeno di recuperare Austin Seferian-Jenkins, sebbene anche la presenza del TE sia a rischio per la partita con i Falcons. Sicuramente "out" sono il DT Tony McDaniel (groin) e il T Reid Fragel (concussion) mentre oltre a Vincent Jackson e ad Austin Seferian-Jenkins, sono in forte dubbio anche la safety Major Wright ed il DT Clinton McDonald.


Infine, ed è il caso di dirlo, una nota di "colore", su cui peraltro torneremo prossimamente, quando saranno maggiori le "news" relative a questo argomento. Nei prossimi "thursday night" le squadre impegnate nell'anticipo del giovedì sera indosseranno delle divise "particolari" ed "inedite", molto "vistose" e dai colori decisamente "intensi" rispetto alle jersey "classiche", preparate appositamente dalla Nike, lo sponsor tecnico dell'NFL.

Anche i Bucs saranno dunque tra i team coinvolti in questo "esperimento", e per il match in programma a St. Louis giovedì 17 dicembre indosseranno uniformi di cui al momento non è stato anticipato molto, se non alcuni fotogrammi come quelli qui riportati, ed il fatto che sarà il "red" la tonalità dominante.

Avremo dunque divise "all red", pantaloni compresi? Lo scopriremo nelle prossime settimane, magari speriamo venga cambiato il "font" dei numeri, dato che quelli attuali da "sveglia digitale" sono veramente inguardabili.

Chiaramente si tratta di una mossa di "marketing" per cercare di vendere qualche maglietta in più; personalmente avrei preferito altre scelte, ad esempio un "ritorno alla tradizione" piuttosto che queste uniformi "fluorescenti", e rivedere sul campo da gioco la storica uniforme "white and orange" utilizzata da Tampa Bay dal 1976 al 1996. Oppure, utilizzare in questa nuova versione maglie comunque dalla tonalità "orange", proprio per ricordare - in questa che è la stagione n.40 dei Bucs in NFL - quelli che sono stati i nostri colori nei primi 20 anni di storia della franchigia.

martedì 27 ottobre 2015

Stagione finita per il WR Louis Murphy

Si è conclusa con largo anticipo la stagione 2015 per il WR Louis Murphy, che nel match di Washington ha riportato un grave infortunio ai legamenti del ginocchio che lo costringerà ad assistere dalla sideline alle rimanenti partite dei Bucs.

L'inserimento di Murphy in IR implicherà giocoforza un maggior utilizzo di Donteea Dye, che contro i Redskins ha messo a segno il suo primo TD in NFL e probabilmente verrà promosso dalla practice squad Adam Humpries, che in preseason aveva mostrato numeri interessanti.

Speriamo non si riveli invece grave l'infortunio al ginocchio dell'altro WR, Vincent Jackson, che proprio a causa di questo problema ha giocato solo parte del match di Washington.

Infine, si spera sia imminente il rientro in squadra del TE Austin Seferian-Jenkins, che nelle prime due partite di stagione si era rivelato uno dei bersagli preferiti di Jameis Winston, prima di saltare i successivi match per il problema alla spalla rimediato nel vittorioso incontro di New Orleans.

lunedì 26 ottobre 2015

Contro Washington un crollo grave e ingiustificabile

Lovie Smith ha sin qui allenato 22 partite dei Bucs, perdendone 18. Ora, al di là di queste cifre (impressionanti...), credo che il KO rimediato ieri a Washington meriti qualche riflessione e considerazione, perché un partita come quella di ieri, contro un avversario del genere, era veramente impossibile perderla.

Eppure Tampa Bay è riuscita anche in questa impresa: regalare la W a un team allo sbando come gli attuali 'Skins, peraltro decimati dagli infortuni e costretti - ben più dei Buccaneers - a fare ricorso a molte seconde linee.

I 24 punti di vantaggio sprecati ieri hanno fatto sfiorare ai Bucs un record negativo di franchigia (nel 1987 i Cardinals vinsero dopo che i Bucs erano stati avanti di 25 punti), ma al di là del dato statistico, occorre chiedersi come sia stato possibile perdere un partita praticamente già in archivio a favore dei nostri colori a metà del secondo quarto.

Il primo elemento che è possibile notare è che contro Tampa Bay qualsiasi avversario, in particolare i QB, diventano tutti dei fenomeni che non è possibile nè limitare nè contenere.

Cousins e Mallett, per citare due QB scarsi che abbiamo fatto sembrare fuoriclasse, o lo stesso Mariota dell'opener (che contro di noi sembrava un "marziano", e che poi è tornato ad essere molto più "umano"...), sono esempi lampanti di come soprattutto a livello difensivo ci siano tantissime cose che non funzionano; e dato che è lo stesso Lovie Smith da quest'anno a chiamare giochi e assegnamenti in difesa, oltre a svolgere le mansioni di Head Coach, mi pare che il responsabile principale dei tanti tracolli abbia un nome e cognome ben evidenti.

Anche perché un po' tutti - dal primo degli analisti all'ultimo dei tifosi - avevano evidenziato in offseason come non fosse stato adeguato il rafforzamento dei Bucs contro il gioco aereo avversario; l'unico a non accorgersene pare sia stato proprio Lovie, evidentemente sin  troppo convinto delle capacità dei troppi giocatori ex Chicago Bears che ha rivoluto con sè a Tampa.

Poi, ci sarebbe anche parecchio da dire sull'attacco (quel terzo e goal giocato in maniera assurda) e sullo special team (l'onside kick ricoperto da Washington, quando era abbastanza prevedibile che in  una situazione simile i Redskins avrebbero giocato il tutto per tutto), ma rimane la gestione della difesa il nodo cruciale su cui occorrerà intervenire in maniera pesante nel corso della prossima offseason.

Ormai (anche) questa stagione sembra compromessa in maniera irrimediabile, considerato anche il ruolino di marcia di Atlanta e Carolina, che viaggiano macinando una W dopo l'altra. Certo, non che ci si aspettasse che quest'anno i Bucs potessero lottare per una wild card, però rivedere "any given sunday" (o quasi) simili sconcertanti blackout è un segnale evidente che si sta lavorando male e che non ci sono segnali incoraggianti nè prospettive di crescita per il futuro.

Con tutto il rispetto per Lovie Smith, quella che vediamo in campo ogni domenica è una squadra allo sbando, senza la minima disciplina, bravissima solo a commettere penalità stupide e dannose e a rimettere sempre e comunque in partita gli avversari.

E poi questo football così "conservativo" è inutile giocarlo se non si ha una difesa all'altezza. Lampante il caso di ieri: quando Barth ha messo il FG del +6 lasciando all'attacco degli 'Skins due minuti per segnare il TD della vittoria, sapevamo tutti come sarebbe andata a finire. Perché se aspettiamo che sia questa difesa, e in particolare questa secondaria, a farci vincere le partite, beh, tanti auguri!

Dopo Morris (un giovane all'esordio) e Schiano (un veterano del college football), sta fallendo dunque anche l'esperimento Lovie Smith (un veterano NFL), e davvero a questo punto non ho la minima idea su chi sarebbe opportuno orientarsi per la scelta del prossimo head coach. Un po' tutti credo, eravamo contenti dell'arrivo di un coach navigato come Lovie, che a Chicago aveva fatto vedere un football non spettacolare ma redditizio e discretamente vincente. E invece, a Tampa il fallimento è stato totale, tanto che i Bucs attuali ricordano quelli di Raheem Morris, forse il peggior HC nella storia dei Bucs.

Speriamo, a partire dalla prossima partita di Atlanta, di perdere in maniera meno "ridicola" di come è accaduto ieri. Perché ormai, a parte qualche congiunzione astrale favorevole (la vittoria di New Orleans quest'anno o quella di Pittsburgh nel 2014), da questa squadra possiamo aspettarci solo delusioni cocenti e sconfitte più o meno assurde. Sembra davvero che nessun obiettivo sia precluso - negativamente parlando - ai Tampa Bay Buccaneers targati Lovie Smith...

domenica 25 ottobre 2015

Bucs, come perdere una partita già vinta

Avanti per 24-0, dominando un avversario allo sbando, i Bucs sono riusciti nell'impresa di rianimare questi modesti Redskins, peraltro decimati dagli infortuni, e a perdere una partita condotta dall'inizio sino a 30 secondi dalla fine.

Più che altro, al di là dei propri meriti, i Redskins devono ringraziare questi orrendi Bucs che non solo hanno smesso di giocare dopo nemmeno metà partita, forse pensando di avere la W già in tasca, ma che hanno rianimato gli 'Skins grazie alle mille penailtà commesse, qualcosa come quasi 150 yards regalate, molte delle quali decisive per spostare l'inerzia di un match che a lungo sembrava indirizzato a senso unico a favore di Tampa Bay.

Brucia perdere così, e la voglia di commentare la partita, beh, è davvero poca.

Peccato non avere sfruttato il buon momento di Doug Martin, anche stasera ottimo, e il ritrovato Mike Evans, finalmente ai suoi livelli da fuoriclasse.

Certo che poi se l'OC Dirk Koetter, sul terzo e goal sulla linea delle 2 yard, in un momento decisivo del match  (un TD, a quel punto, avrebbe chiuso la partita a favore di TB) chiama un gioco assurdo per Sims facendolo in pratica partire dalle 5 yards con un "toss" all'indietro privo di ogni logica, è anche giusto perdere.

Abbiamo fatto scrivere ai Redskins un nuovo record di squadra, mai Washington aveva rimontato 24 punti di scarto per andare a vincere una partita, complimentoni ai "polli" in Red and Pewter per avergli consentito un'impresa simile.

Magari, da domani mattina, consiglierei a quel signore distratto che segue le partite sulla sideline con lo sguardo assente e le cuffie nelle orecchie (ascolterà della musica? Il Radiogiornale? Mah...) di spiegare ai suoi giocatori l'ABC del regolamento e della disciplina, a meno che l'obiettivo dei Bucs 2015 non sia quello di battere ogni record alla voce "penalità", dato che siamo sulla buona - anzi sulla ottima - strada per riuscirci. E Buon Maalox a tutti.

sabato 24 ottobre 2015

Banks, Stocker e E. Smith pronti al rientro

In attesa del match di Washington, che potrebbe portare Tampa Bay ad un record di parità dopo 6 partite (3-3) qualora i ragazzi di Lovie Smith riuscissero a ripetere l'impresa compiuta 12 mesi fa quando espugnarono il FedEx Field, facciamo il punto sulla situazione "infortunati" dei Bucs.

Cominciamo dai sicuri assenti; sono stati dichiarati "out" il TE Austin Seferian-Jenkins, il DT Tony McDaniel e l'OT Reid Fragel.

Viceversa, benché non ci siano notizie "ufficiali" al proposito, sono elevate le possibilità di rivedere in campo tre giocatori "di peso", quali il CB Jonthan Banks, il TE Luke Stocker ed il centro Evan Smith.

Molto importante sarebbe il recupero di Banks, considerati i grossi problemi che la secondaria dei Bucs sta incontrando in questa prima parte di stagione, nonché quello di Luke Stocker, considerato il sicuro forfait di ASJ. Positivo anche il rientro del centro titolare Evan Smith, benché il suo sostituto, Joe Hawley, lo abbia ben rimpiazzato senza farne sentire particolarmente la mancanza.

Sicuramente presenti saranno Chris Conte, Gerald McCoy e George Johnson, alle prese con acciacchi di minore entità, mentre è più incerta la possibilità di recuperare Logan Mankins e Bruce Carter, quasi pronti al rientro ma ancora listati come "questionable".

Come si diceva, la partita contro i Redskins rappresenta un test interessante per questi Bucs, chiamati a dare continuità alla W ottenuta contro i Jacksonville Jaguars. Vedremo se la settimana di "bye" è servita per recuperare forze e convinzione nei propri mezzi, da parte di Winston e compagni. Quel che è certo è che trovarsi con un record di 3-3 e vincere la seconda partita consecutiva sarebbe un segnale importante, forse l'inizio della risalita da quei bassifondi dell'NFL in cui, ormai da troppi anni, sono relegati i nostri Bucanieri.

L'avversario di domani, i Washington Redskins, è ostico ma non impossibile e proprio per questo c'è curiosità nel vedere che cosa combineranno i Bucs contro un avversario più o meno di pari livello. Vincere, o quantomeno disputare un match  convincente rimenando in partita sino alla fine, sarebbero segnali importanti. Speriamo bene...

sabato 17 ottobre 2015

Jameis Winston è il "rookie of the week" per la 5° giornata


La partita con i Jaguars ha portato in casa Bucs un altro riconoscimento, dopo quello di "NFL Ground Player of the Week" attribuito a Doug Martin. Il QB Jameis Winston è stato infatti nominato "rookie of the week" per la quinta giornata, portando così a due i titoli di "RoW" in appena cinque partite giocate.

Winston era già stato nominato miglior rookie dell settimana in seguito all'altra vittoria dei Bucs, quando Tampa Bay aveva espugnato New Orleans. Adesso, dopo la prestazione contro Jacksonville, non eccezionale ma comunque solida e lineare, senza sbavature nè errori, ecco arrivare un'altra bella soddisfazione per Jameis.

Le sue cifre con i Jaguars son le seguenti: 13 passaggi completati su 19 tentati per 209 yards e 1 TD pass. Nessun intercetto, nessun fumble e un rating di 122.5, il più alto nella sua sin qui brevissima carriera tra i PRO.

Naturalmente è impossibile sbilanciarsi su quella che potrà essere la carriera di Winston in NFL dopo appena cinque partite, quello che si può comunque affermare è che il ragazzo di talento sembra averne, anche se inevitabilmente non possono mancare quegli errori tipici di un rookie pur sempre alle primissime armi.

Soprattutto, il ragazzo da FSU sembra avere in buon quantità grinta e carattere, non si lascia abbattere dagli errori e speriamo che, oltre al talento, abbia anche in abbondanza "faccia tosta" e "sana cattiveria", a differenza, ad esempio, dell'ultimo QB scelto dai Bucs al primo giro, quel Josh Freeman che ad ottime doti fisiche e ad un buon talento associava purtroppo un'indole del tutto inadatta per avere una lunga carriera tra i PRO.

Questa domenica i Bucs riposeranno, e speriamo che la giornata di "bye" possa servire per recuperare i tanti giocatori alle prese con problemi fisici più o meno seri, dai tre OL (Demar Dotson, Evan Smith e Logan Mankins), ai 2 TE (ASJ e Stocker), senza dimenticare il CB Banks, il cui rientro farebbe molto comodo ad una secondaria che, ad oggi, appare il reparto più in difficoltà di una squadra che sembra dare segnali di timida ripresa.

venerdì 16 ottobre 2015

Doug Martin nominato "Ground Player of the Week"


Fa piacere che sia stato assegnato a Doug Martin il riconoscimento di "NFL Ground Player of the Week" per la scorsa settimana, ed in effetti la prestazione del RB #22 contro Jacksonville è stata davvero importante, se non decisiva per la conquista della seconda vittoria stagionale dei Bucs.

Contro i Jaguars Martin ha corso per 123 yards in 24 portate segnando 2 TD, a cui vanno aggiunte le 35 yards (pù 1 TD) su ricezione. Certo, Jacksonville si è rivelato un avversario "morbido", ma la partita di Doug è stata comunque di alto livello, e bisogna riconoscere che in questa prima parte di stagione 2015 il RB da Boise State sta disputando un'annata eccellente,

Martin è il secondo tra tutti i RB della lega con 405 yards guadagnate (solo 33 yards in meno rispetto al leader Forte) per una  media di 4,5 yards a portata, a cui vanno aggiunte ulteriori 94 yds. ricevute.

Ce n'eravamo comunque già accorti anche senza il conforto delle cifre, che Doug Martin - lasciati alle spalle i pesanti infortuni che negli ultimi due anni ne avevano limitato il rendimento o impedito la possibilità di scendere in campo - stava tornando quello del 2012. Nel suo anno da rookie Martin fu  spettacolare, riscrivendo record di squadra alla voce "RB" e disputando una stagione da fuoriclasse, finendo per essere addirittura sovra-utilizzato da Greg Schiano.

Adesso Martin sta bene, ed è un piacere vederlo sgusciare tra i difensori avversari, anche grazie ad una linea offensiva che - abbastanza a sorpresa - sta facendo ampiamente il suo dovere proteggendo adeguatamente Winston e aprendo utili varchi per i RB.

Doug sta dunque disputando al meglio una stagione che per lui è particolarmente importante, dato che al termine del campionato diventerà free-agent e la squadra che vorrà averlo tra le proprie fila dovrà staccare un assegno con parecchi zeri.

Rimarrà a Tampa, Martin, o queste sono le ultime partite per lui in casacca Red and Pewter? Chissà, nel frattempo godiamoci le prestazioni "The Muscle Hamster", a maggior ragione considerando che potrebbero proprio essere le ultime partite per lui con la maglia dei Bucs. 

domenica 11 ottobre 2015

Espugnato il RJS: missione compiuta!


Meno male che esistono i Jacksonville Jaguars...! ;-)

Contro un team di "pari livello", dopo quasi due anni i Bucs riescono ad espugnare il proprio terreno di gioco, vincendo al Raymond James Stadium la prima partita dal dicembre 2013 (c'era ancora Greg Schiano sulla nostra sideline...), portandosi a quota 2 W, le stesse ottenute nell'intero scorso campionato.

Il punteggio finale (38-31) rispecchia un incontro in cui i Jaguars sono rimasti a lungo in partita, ed anzi a un certo punto - a metà del terzo periodo - i Jags si sono trovati avanti nel punteggio dando l'impressione di poter violare (anche loro!) il Raymond James.

E invece no, questa volta le cose sono andate in modo diverso, e finalmente, grazie ad alcuni fattori che rapidamente andiamo a riassumere, è arrivata la prima soddisfazione casalinga dopo tanto, troppo tempo.

In primis, da sottolineare l'ottima prestazione di Doug Martin, autore di 3 TD (2 su corsa e 1 su ricezione), e di 124 yards corse più 35 ricevute. Un vero e proprio "partitone", come quelli a cui Doug, nel suo anno da rookie, ci aveva abituato: poi, anche a causa di tanti problemi fisici, il rendimento di questo giocatore era progressivamente calato dopo l'ottima annata 2012, ed è davvero un piacere vederlo nuovamente a questi livelli di assoluta eccellenza (ben coadiuvato dall'altro RB Charles Sims, ottimo anch'egli a correre e a ricevere fuori dal backfield).

Poi, stasera, abbiamo anche visto cosa voglia dire poter contare su un kicker preciso ed affidabile, uno che quando c'è da metterla tra i pali da distanze "normali" (sotto le 50 yards) non ha problemi a fare il suo lavoro. Se stasera abbiamo vinto dobbiamo ringraziare anche Connor Barth, ed il suo 3/3 sia a livello di FG che di XP.

Si sono chiuse alcune "strisce", nel match con i Jaguars: oltre alle 11 sconfitte interne consecutive, dopo secoli i Bucs hanno chiuso un match senza alcuna palla persa e dopo quasi 4 anni (era il dicembre 2011, e l'HC era Raheem Morris...), la difesa di Tampa Bay ha riportato in endzone un pallone strappato all'attacco avversario.

Insomma, peccato che non si possa giocare un po' più spesso contro i Jacksonville Jaguars...! ;-)

Infine, due parole su Jameis Winston: prova "solida" quella del rookie da FSU, senza sbavature nè errori, muovendo bene l'attacco aiutato anche da una linea offensiva che stasera ha giocato davvero bene, proteggendo il QB e consentendo ai RB di guadagnare tantissime yards sulle corse.
Tutto questo, nonostante l'assenza del veterano Logan Mankins che in teoria, più che in pratica, dovrebbe essere uno dei punti di forza dell'OL. A proposito di linee, bene anche quella difensiva, che ha messo una discreta pressione su Bortles, mettendolo a terra parecchie volte nel corso del match.

Adesso godiamoci questa W, speriamo di recuperare grazie alla prossima domenica di "bye" alcuni giocatori importanti infortunati, come ad esempio i 2 TE Seferian-Jenkins e Stocker, e poi andiamocela a giocare a Washington prima e ad Atlanta poi... sperando che la vittoria di stasera si riveli l'inizio di qualcosa di positivo a medio-lungo termine, e non solo una W illusoria ed estemporanea favorita anche dal valore davvero modesto degli avversari.

venerdì 9 ottobre 2015

Con i Jaguars non ci sono più scuse: vincere!

Quella di domenica tra Buccaneers e Jaguars, all'apparenza, non sembrerebbe essere altro che una partita tra due squadre abbonate all'ultimo posto nella rispettiva division, due "team barzelletta" che da troppi anni navigano nelle retrovie dell'NFL senza mai dare l'impressione di avere la capacità di invertire la rotta e risalire la china.

Invece, a mio avviso, questo match - soprattutto per quel riguarda i Bucs - riveste un'importanza estrema ed ammette un solo risultato: la vittoria.

Immaginiamo infatti, solo per un attimo, che cosa significherebbe sotto tanti punti di vista (fiducia, convinzione nei propri mezzi, possibilità di invertire la rotta in una stagione iniziata male ma con ancora tanti incontri da disputare, ecc...), il 12esimo tracollo interno consecutivo (l'undicesimo per Lovie Smith, più uno della precedente gestione Schiano), contro un team di pari, mediocre, livello e non certo superiore agli attuali Buccaneers.

Non dico che ci sarebbero gli estremi per un licenziamento immediato di Lovie, soprattutto se la L dovesse arrivare sul filo di lana, ma se per il terzo match consecutivo interno di questa stagione dovessimo assistere a un ignobile tracollo come quello visto con i Titans ed in parte anche con Carolina, dove nel terzo periodo già eravamo al garbage time, quel minimo residuo di credibilità di coach Smith ho l'impressione che evaporerebbe all'istante, come un cubetto di ghiaccio sotto il sole della Florida... 

Per tanti motivi, dunque, con i Jaguars non ci sono alternative alla seconda vittoria stagionale di Tampa Bay,

Anche perché se Lovie Smith vuole avere un futuro come Head Coach dei Bucs (ammesso che non sia già troppo tardi...), bisognerà pure iniziare a scrollarsi di dosso questa eterna nomea di squadra perdente, addirittura incapace da due anni di espugnare il proprio stadio, diventato terra di conquista anche per i team meno accreditati.

E non sfruttare questa occasione, di portarsi su un record di 2-3 e di infrangere il tabù del Raymond James Stadium, è un lusso che questi Buccaneers non si possono più permettere. Bisogna vincere, adesso, basta rimandare.

E poi... rimandare a quando? Sono quasi 7 anni, da quando venne intempestivamente licenziato Jon Gruden, che questa squadra non ha più un'anima, che aumenta la disaffezione da parte di una "fan base" sempre più sfiduciata, e i mille cambiamenti a livello di coaching staff non hanno risolto nulla.

Siamo esattamente al punto di partenza, nè più ne meno dove ci trovavamo nel 2009 con Raheem Morris: una squadra in "rebuilding mode" con un QB rookie, e un team "...che adesso ne perderà tante, ma che in futuro....".

Ecco, basta con le scuse, basta con i "siamo una squadra, giovane, inesperta", basta con la ricerca di appigli e pretesti per giustificare le sconfitte.

Se questa è una "vera" squadra di football, domenica non è concepibile altro risultato che la vittoria. Io, fossi in Lovie Smith, preparerei la sfida con i Jaguars come se mi giocassi tutto, come un match "senza domani", una sfida da dentro o fuori; e in parte - mi auguro che Lovie ne sia consapevole - è proprio così. Perché come dicevo prima, non oso pensare alle conseguenze di una ennesima sconfitta casalinga, per di più contro quello che è forse l'unico team messo peggio dei nostri cari, quanto scalcinati, Buccaneers.

Per cui, cari ragazzi in Red and Pewter, poche storie: domenica si va ad espugnare il Raymond James Stadium! Li voglio vedere con "il coltello tra i denti" in ogni singolo snap, McCoy e soci, anche perché non è mica possibile costringere noi tifosi a consumare casse su casse di Maalox, ogni maledetta domenica sera dalle 19 alle 22....! ;-)

martedì 6 ottobre 2015

I Bucs firmano un biennale con Connor Barth

A volte ritornano: è il caso di Connor Barth, già a Tampa dal 2009 al 2012, e da oggi nuovo kicker dei Bucs.

Barth ha siglato un contratto biennale, e sin da domenica prossima contro i Jaguars sarà lui a cercare di  infilare il pallone tra i pali, dopo i disastrosi tentativi delle scorse settimane da parte di Kyle Brindza.

Il nuovo K dei Bucs è senz'altro un giocatore affidabile, basti pensare che in carriera Barth vanta una percentuale dell'83% (116 su 136) e che è praticamente infallibile nei FG "corti", quelli in teoria più semplici ma che per Brindza erano pressochè impossibili da realizzare.

Nei tentativi fino alle 40 yards Barth ha infatti realizzato 63 dei 67 FG tentati; una vera e propria garanzia dalla media distanza e senza dubbio un importante passo in avanti per i Bucs, considerata anche l'incapacità del predecessore di Barth di segnare gli XP  (ben due errori per Brindza nei tentativi di punto addizionale dopo il TD).

lunedì 5 ottobre 2015

Tagliato Kyle Brindza, chi sarà il nuovo kicker?

Inevitabile, è puntualmente arrivata da One Buc Place la notizia che tutti aspettavamo: Kyle Brindza non è più un giocatore dei Tampa Bay Buccaneers.

il rookie da Notre Dame, per acquisire il quale Smith e Licht avevano mandato il TE Tim Wright a Detroit (trade che già aveva suscitato perplessità nel momento in cui venne fatta, e che adesso si commenta da sola...), non era più difendibile, constatata la sua manifesta incapacità nel mettere a segno non solo FG da distanze minime, ma persino gli XP.

Peccato, perché questo ragazzo aveva dimostrato nelle prime partite di stagione, ed in particolare nella vittoria di New Orleans - match nel quale Brindza aveva recitato un ruolo importante - di avere una gamba molto potente, in grado di segnare agevolmente da oltre le 50 yards.

Ma oltre alla potenza servono anche precisione e continuità di rendimento, e non sono ammissibili errori a ripetizioni dalle 30 e dalle 40 yards. Si volta pagina dunque, ed entro domani sarà annunciato il nuovo kicker dei Bucs.

Sono parecchi i nomi che circolano, ma il favorito sembra essere una nostra vecchia conoscenza, quel Connor Barth, che offrirebbe un rendimento "sicuro" per i FG da quelle distanze - fino alle 40 yards - in cui un kicker che gioca in NFL ha il "dovere" di infilare il pallone tra i pali.

Infine, da segnalare che a Miami hanno appena licenziato l'Head Caoch, Joe Philbin, che in questi anni alla guida dei Dolphins aveva un record di quasi il 50% tra W e L, con 24 vittorie e 28 sconfitte. Per la cronaca, rimanendo in Florida e spostandosi di qualche miglio più a nord, il buon Lovie può vantare in quel di Tampa un non invidiabile record di 3-17, e dopo quasi un anno e mezzo deve ancora vincere la prima partita in casa.

O qui si incomincia a vincere qualche match, o mi chiedo fino a quando i Glazer continueranno a tollerare una situazione come questa, che francamente sta diventando insostenibile, con i Bucs indiscusso "team barzelletta" della Lega e ormai abbonati ad essere i candidati principali per la "first pick overall" del draft  dell'anno successivo...

domenica 4 ottobre 2015

Errori ed episodi sfavorevoli (e Brindza) condannano i Bucs

Ennesimo tracollo casalingo di Tampa Bay anche contro i Carolina Panthers, con i Bucs che ormai si avviano ad eguagliare il record di 13 KO consecutivi interni stabilito negli anni '70: siamo arrivati a quota 11, ancora 2 L e ci siamo...

Sotto un diluvio tropicale alternato a momentanei squarci di sole, anche oggi i ragazzi di Lovie Smith ne hanno combinate di tutti i colori.

Errori su errori, a ripetizione, uno dietro l'altro, un ciclo continuo di negatività che non sembra esaurirsi. E l'esito di tutto questo non poteva che essere il solito: vittoria  netta per gli avversari di turno ed ennesimo KO in archivio per i nostri colori.

Nel frattempo, mentre scrivo queste righe, l'auspicio è che Kyle Brindza sia già parecchie miglia lontano da Tampa... anche oggi Brindza ha sbagliato due FG da distanze assolutamente alla portata di qualsiasi kicker NFL, impedendo di fatto ai Bucs di riaprire la partita, ancora in bilico sino ai suoi decisivi errori.

Questo giocatore non è in grado di giocare tra i PRO, avrà anche una gamba potente che gli ha permesso ad inizio stagione di infilare tra i pali alcuni calci da oltre le 50 yards, ma è del tutto inaffidabile ed altamente dannoso. Lo si licenzi, subito, senza perdere altro tempo, e si riporti a One Buc Place Connor Barth, giocatore di tutt'altro livello.

Per il resto, mille episodi sfavorevoli hanno caratterizzato questa partita, dal fumble dei Panthers trasformato in assist e riportato in endzone da Carolina, all'intercetto incredibilmente mancato da Lavonte David che aveva già il pallone in mano, ai tanti intercetti sparacchiati da Winston (ben 4, più 1 fumble), tutti episodi che uniti agli errori di Brindza hanno di fatto impedito ai Bucs di giocarsi questa partita fino alla fine.

Winston - detto dei troppi quanto inevitabili errori tipici di un "rookie", sia pur talentuoso come l'ex FSU - ha mostrato anche alcuni lampi di classe, come quando ha trovato in endzone Charles Sims, nonostante la pressione della D-line dei Panthers. E poi, unica nota lieta, Doug Martin: ottima la sua prestazione, sembrava davvero di rivedere il #22 nel suo (eccellente) anno da rookie.

Per il resto, tributato il doveroso omaggio al grandissimo Mike Alstott entrato a far parte del "Ring of Honor" dei Bucs e celebrato durante l'intervallo, c'è poco da dire sull'ennesima sconfitta di Tampa Bay. Ormai sembra sempre di vedere la stessa identica partita, rarissime eccezioni (il match di New Orleans) a parte. Infine, domenica prossima arriveranno al Raymond James Stadium i non proprio irresistibili Jacksonville Jaguars: riusciranno i nostri eroi a perdere anche questa?

sabato 3 ottobre 2015

Kwon Alexander è il rookie of the week della 3° settimana

Sette giorni fa era stato Jameis Winston ad ottenere il riconoscimento di rookie of the week, in seguito alla convincente prestazione contro i Saints.

Per la terza settimana, è ancora un giocatore dei Bucs la migliore matricola della giornata di campionato. Si tratta questa volta del LB Kwon Alexander, autore di un brillante match a Houston nonostante la sconfitta di Tampa Bay.

Alexander ha concluso la partita contro i Texans con 10 placcaggi, 2 passaggi difesi e 1 intercetto, confermando quanto di buono mostrato da questo rookie proveniente da LSU sin dal suo ingresso in NFL.

Velocissimo, ottimo nei placcaggi e abile anche nel difendere sui passaggi; considerato che parliamo di un giocatore scelto solamente al quarto giro, quando di solito i rookie migliori si sono già accasati, Kwon Alexander costituisce davvero un'ottima sorpresa e un bel colpo messo a segno dal GM Licht e dal coach Smith.

Speriamo che il ragazzo continui su questa squadra, che non si monti la testa, e che gli elogi e i riconoscimenti di questi giorni lo spingano a dare sempre di più per la maglia Red and Pewter dei Bucs.

Passando al capitolo "infermeria" in vista del match di domenica con i Panthers, da segnalare che ci sono parecchi giocatori a rischio per questo match, sia per Carolina che per Tampa Bay.

I Panthers non potranno contare nè sul LB Luke Kuechly, out a causa di una "concussion", nè sul WR Jerricho Cotchery per problemi ad una caviglia, mentre in casa Bucs oltre al sicuro assente Austin Seferian-Jenkins difficilmente riusciranno a recuperare in tempo l'altro TE Luke Stocker, il CB Johnthan Banks e il C Evan Smith.

Si spera invece di avere a disposizione il DE George Johnson, il DT Gerald McCoy, la S Major Wright e il RB Doug Martin, tutti quanti alle prese nel corso della settimana con infortuni di un certo rilievo ma non tali - ci si augura - da costringerli a saltare l'importante match contro i rivali di division dei Carolina Panthers.

venerdì 2 ottobre 2015

Mike Alstott, domenica si festeggia una Leggenda


Questa domenica, durante l'intervallo della partita con i Carolina Panthers, entrerà a far parte del "Ring of Honor" dei Tampa Bay Buccaneers uno dei nomi leggendari di questa squadra.

Si tratta di Mike Alstott, l'indimenticabile "A-train", uno di quei fuoriclasse che - insieme a Brooks, Sapp, Lynch - contribuì a cavallo tra la fine degli anni '90 e i primi anni '00 a trasformare i Bucs da team barzelletta abbonato alla doppia cifra alla voce "sconfitte", in una squadra vincente, che raggiunse il punto più alto della sua storia nella magica notte di San Diego, travolgendo i Raiders nel Super Bowl XXXVII e portando in Florida il Vince Lombardi Trophy.

Definire Alstott semplicemente uno dei migliori "fullback" all-time nella storia NFL non renderebbe comunque l'idea dell'importanza e dello spessore di questo giocatore. Portatore di palla eccellente, non solo per chiudere i "third and one", Mike era anche abilissimo nel ricevere fuori dal backfield. Basti dire che nella sua stagione da rookie, il 1996, fu proprio Mike il miglior ricevitore della squadra, con ben 65 palloni ricevuti.

Qualche fumble di troppo, forse, se proprio vogliamo per forza di cosa trovargli un qualche aspetto in cui il #40 avrebbe potuto fare ancora meglio. Ma chi seguiva i Bucs in quegli anni non può che avere un ricordo splendido relativamente a questo giocatore; gradissimo sul rettangolo di gioco quanto esemplare fuori dal campo, in poche parole: un vero e proprio "Numero Uno".

Scelto dai Bucs al secondo giro del draft 1996 da Purdue, Alsott ha disputato 11 stagioni in NFL tutte quante sempre e solo con la maglia - "white and orange" prima e "red and pewter" - poi dei Tampa Bay Buccaneers, prima che un serio infortuno al collo lo costringesse ad appendere il casco al chiodo.

Infine, riporto qui alcuni numeri - tratti direttamente dal sito ufficiale buccaneers.com - che meglio di qualsiasi parola servono a rendere l'idea dell'importanza che abbia avuto Mike per i Bucs.

Grazie di tutto, Campione!

1- Rank on the Buccaneers’ all-time scoring list among non-kickers.

2- Rank on the Buccaneers’ all-time rushing yardage list (5,088).

3- Number of rushing touchdowns scored in the 2000 Pro Bowl, an all-time record for the NFL’s all-star game.

4- Number of times named an Associated Press All-Pro first or second-team choice (second-team in 1996, first-team in 1997-99).

6- Number of Pro Bowl appearances, a team record for an offensive player.

7- Career 100-yard rushing games.

10- Career postseason games played, making Alstott one of only four men in team history to reach double digits in that category (Derrick Brooks 11, Ronde Barber 10, Shelton Quarles 10).

11- Touchdowns scored in 2001, a career high and tied for the third most in a single season in team history.

12- Number of seasons on the Buccaneers’ roster, including the 2007 season spent on injured reserve.

19- Number of other running backs who carried the ball during a regular-season game during Alstott’s tenure as a Buccaneer (Rabih Abdullah, Michael Bennett, Reggie Brooks, Jameel Cook, Zack Crockett, Kenneth Darby, Warrick Dunn, Jerry Ellison, Charlie Garner, Earnest Graham, Thomas Jones, Lorenzo Neal, Michael Pittman, Errict Rhett, Ian Smart, Aaron Stecker, LeRoy Thompson, Jamel White, Carnell Williams).

25- The difference in touchdowns scored between Alstott and the second player on the Bucs’ all-time list, James Wilder.

31- Length, in yards, of his touchdown run against Detroit on Dec. 28, 1997, the longest postseason run in team history.

35- Overall draft pick number when the Buccaneers selected him in the second round in 1996.

44- Number of wins by the Buccaneers in the 58 regular-season games in which Alstott scored at least one touchdown.

47- Length, in yards, of longest career touchdown run, at Atlanta, Nov. 9, 1997.

65- Career-high single-season receptions total, in 1996, then a Buccaneers rookie record.

71- Regular-season touchdowns scored (58 rushing, 13 receiving), a franchise record.

89- Number of Buccaneer victories, including the postseason, in which Alstott played.

100- Percentage of times the Buccaneers won when Alstott gained over 100 rushing yards in a game (7-0).

131- Career single-game high for rushing yards, vs. Denver, Sept. 26, 1999.

137- Games started as a Buccaneer, fifth-most in team history.

158- Games played as a Buccaneer, seventh-most in team history.

305- Career receptions, third-most in team history.

341- Career postseason rushing yards, most in team history.

949- Career-high single-season rushing yardage total, in 1999.

5,088- Career rushing yards.

7,372- Career combined rushing and receiving yards.