martedì 31 dicembre 2013

Due anni dopo al punto di partenza... oppure no?

Morris, Schiano e Smith, rispettivamente HC dei Bucs di ieri, oggi e... domani?
Cosa è cambiato rispetto a due anni fa, quando in una situazione apparentemente analoga a quella attuale i Bucs licenziarono l'HC dell'epoca, il sin troppo "morbido" Raheem Morris, per sostituirlo con un vero e proprio "sergente dei marines", e cioè Greg Schiano?

Sono cambiate parecchie cose, credo, benche' in apparenza si debba ripartire ancora una volta da un record di 4-12 e da un team che se non è allo sbando... poco ci manca!

Rispetto a due anni fa i Bucs possono oggi contare su un team complessivamente più forte, e anche se ci sono enormi voragini da colmare (basti pensare che per quanto riguarda i TE, rookie Wright a parte, i Bucs ne sono praticamente privi) non si tratta di ricostruire una squadra da zero, ma di portare avanti quel processo di crescita che con Schiano si era bruscamente interrotto.

Non mancano anche adesso situazioni difficili e nodi cruciali da sciogliere (QB starter in primis) ma nel complesso mi pare che rispetto a quando terminò la stagione 2011 ci sia ora qualche importante certezza in più da cui ripartire come ad esempio Doug Martin e Vincent Jackson in attacco e Darrelle Revis e Lavonte David in difesa, tanto per citare alcune "stelle" che dovranno essere importanti punti di forza per i nuovi Bucs 2014.

Per quanto riguarda poi la scelta dell'HC , voglio sperare che i Glazer abbiano imparato dagli errori commessi nel recente passato e dunque che non affideranno più la guida tecnica della squadra a un coach esordiente assoluto in NFL. E' andata malissimo con Morris, esito analogo si è avuto con Schiano, per cui di allenatori "rookie" mi augurerei di non vederne più dalle parti di One Buc Place.

Il nome che circola non più insistenza in queste ore per quel che riguarda la sideline di Tampa Bay è quello di Lovie Smith. Credo che parecchi tifosi dei Bucs si ricordino di Smith, che dal 1996 al 2000 fu il LB coach dei Buccaneers allenati da Tony Dungy. A questa prima esperienza in NFL con i Bucs, seguirono per Smith gli anni a St. Louis come DC (dal 2001 al 2003) e poi l'esperienza più importante, le nove stagioni da Head Coach dei Chicago Bears, condotti sino al Super Bowl n.41 perso contro i Colts di Peyton Maning.

Vedremo se l'ipotesi Smith sarà destinata a trovare conferma; "profilo" e "curriculum" di questo allenatore potrebbero anche essere quelli giusti qualora (io me lo auguro) si decida di andare per quel che riguarda l'HC su un "usato sicuro" (sulla falsariga di Andy Reid a Kansas City) anziché su una "scommessa" (come lo sono stati Morris e Schiano).

Smith inoltre conosce l'ambiente di Tampa, il che non guasta, ma soprattutto è uomo di profondissima esperienza a livello di NFL e tutti noi sappiamo bene cosa abbia significato - negli ultimi 5 anni - essere guidati dalla sideline da allenatori che non avevano la minima idea di cosa significasse fare l'HC a certi livelli...

Naturalmente l'HC è solo uno dei numerosi tasselli che andranno a comporre i nuovi Buccaneers. Molto importante sarà la scelta del nuovo GM chiamato a sostituire Dominik, così come sarà interessante vedere chi rimarrà dell'attuale coaching staff, anche perché a differenza di due anni fa non credo che tutti gli attuali allenatori siano da sostituire (uno che terrei è Dave Wannstedt, ma ce ne sono anche altri che meriterebbero la riconferma).

Poi, definiti GM, HC e CS, ci sarà da valutare come impiegare non solo la pick n.7 overall del prossimo draft ma anche le rimanenti scelte, decidere quali free agent andare a prendere e quali veterani rilasciare e soprattutto (e questa sarà la mossa più importante di tutte) a chi affidare la guida dei Bucs sul rettangolo di gioco, ossia chi sarà il nuovo QB starter dei Tampa Bay Buccaneers edizione 2014...

Non credo che rivedremo Glennon titolare l'anno prossimo; probabile che Mike rimanga a roster, ma nel ruolo di backup anzichè in quello di starter. Quanto poi sia importante il QB, nella NFL di oggi, penso sia evidente a tutti. Se una squadra può contare su "califfi"del calibro di Brees, Rodgers, Brady, Manning (per citare la vecchia guardia) o su giovani talenti dal futuro - ma anche dal presente - più che brillante (Newton, Kaepernick) di strada ne farà, e anche molta. Del resto basta ricordarsi dei Bucs del 2010, team tutto sommato modesto ma guidato da un Freeman che in quella stagione giocò alla grandissima, per rendersi conto che una volta trovato il QB giusto, metà dell'opera è fatta (e forse anche di più...).

Ma una cosa alla  volta: adesso vediamo se la scelta di HC e GM sarà fulminea come sono stati i licenziamenti di Schiano e Dominik, l'importante è che sia una decisione ben ponderata, valutata con estrema attenzione e magari, anche solo per scaramanzia, evitiamo di far firmare al prossimo HC un contratto di cinque anni, ok?! ;-)

lunedì 30 dicembre 2013

Breaking news: licenziati Schiano e Dominik!

Direttamente dal sito NFL.com...
OH YES! ;-)

stavolta la "Famiglia" credo abbia stupito un po' tutti, in quanto a "tempismo" e "decisionismo": ebbene sì, la notizia è ufficiale, sono stati appena licenziati sia l'HC Greg Schiano che il GM Mark Dominik!

Direttamente dal sito ufficiale dei Bucs, questa la nota ufficiale:
The results over the past two years have not lived up to our standards and we believe the time has come to find a new direction. Mark has been a valued member of our organization for two decades and we respect the passion he showed for the Buccaneers during his time here. We thank Greg for his hard work and effort the past two seasons, but we feel these moves are necessary in order to achieve our goals. 
Buccaneers Co-Chairman Bryan Glazer.

Nei prossimi giorni spazio a commenti e approfondimenti; al momento, invece, brindiamo alla unica buona notizia della stagione 2013, il tanto auspicato licenziamento di chi ha dimostrato di non essere all'altezza del proprio compito...e soprattutto, guardiamo con fiducia al 2014... new life in Tampa Bay!

GO BUCS!

Aspettando buone notizie da One Buc Place...

Greg Schiano: addio o arrivederci?
A proposito della partita di ieri, ultima ed ampiamente annunciata batosta rimediata dai Bucs in questa pessima stagione 2013, c'è davvero poco da dire.

Stesso copione dell'ultimo mese, con il solito attacco anemico e con Glennon che riesce ad orchestrare due buoni drive (ma proprio due di numero) e per il resto il nulla, aiutato peraltro pochissimo da un gioco su corsa inesistente e da un Vincent Jackson che ieri sera di voglia ne aveva meno di zero.

La novità – negativa – rispetto al solito è che a New Orleans anche la difesa ha giocato malissimo, ed in particolare la secondaria, letteralmente fatta a pezzi da un Drew Brees che all'halftime aveva già lanciato per oltre 300 yards.

Mancava la safety Mark Barron ma non è certo questa assenza che può giustificare le dormite colossali della secondaria dei Bucs, compreso quel Darrelle Revis che - "uccellato" da un TD pass da oltre 40 yards - ogni tanto dovrebbe ricordarsi che mettendosi in tasca un milione di dollari a partita sarebbero graditi quantomeno un impegno ed una concentrazione da minimo sindacale...

Ma tornare sul match con i Saints è inutile, e c'è solo da ringraziare Payton che a un certo punto ha deciso di far riposare i titolari in vista dei playoff ed in pratica ha rinunciato a giocare gli ultimi drive, altrimenti i 42 punti incassati dalla svagatissima difesa dei Bucs sarebbero stati molti, molti di più.

Sforzandosi di essere ottimisti, possiamo dire che finalmente si è chiusa una delle stagioni più opache della storia recente di Tampa Bay, paragonabile forse all'ultimo anno di Raheem Morris, quel 2011 terminato con l'identico record di 4-12 e con una squadra ancora più allo sbando di quella attuale.

Due anni fa i Glazer decisero di fare la cosa giusta, licenziando non solo Morris ma allontanando da One Buc Place l'intero coaching staff. Quali saranno le scelte, a questo giro, da parte della "Famiglia"? Prevarranno le ragioni economiche, ossia i tre anni di contratto che ancora legano i Bucs e Schiano e dunque si andrà verso la conferma dell'HC? Oppure saranno le motivazioni tecniche (ma basterebbe solo un po' di buon senso...) ad avere la meglio, e dunque a breve verrà annunciato un nuovo HC per i Tampa Bay Buccaneers?

Al momento si legge un po' di tutto, da chi ritiene che i Glazer si prenderanno alcuni giorni di tempo per decidere (come fecero nel 2009 quando licenziarono Gruden), a chi invece sostiene che una decisione – in un senso o nell'altro – sia già stata presa. Ieri impazzavano voci (ovviamente del tutto infondate) di ogni tipo, da chi affermava che Penn State fosse interessatissima a Schiano in caso di abbandono da parte di O'Brien, a chi indicava in Rex Ryan il nuovo HC dei Bucs almeno fino a quando i Jets non ne hanno annunciato la conferma sulla loro sideline anche per l'anno prossimo.

Oggi è il fatidico "black monday" e dunque saranno molti gli HC più o meno illustri che da domani dovranno cercarsi un nuovo posto di lavoro. Ai tifosi dei Bucs mi sembra che non resti che aspettare l'esito del "consiglio di famiglia", nella speranza che anche i Glazer (e non solo i supporters in red and pewter) siano desiderosi di voltare pagina in maniera definitiva e di mandare in archivio l'infelice e fallimentare esperienza iniziata due anni fa ingaggiando l'ex HC di Rutgers...

domenica 29 dicembre 2013

New Orleans, ultima fermata per Greg Schiano?

Greg Schiano
Mancano ormai poche ore all'ultima partita di questa stagione di football 2013, ennesimo campionato mediocre (per non dire di peggio) che per i Tampa Bay Buccaneers terminerà ancora una volta senza l'approdo ai playoff.

I Bucs saranno di scena a New Orleans, in un match che per i Saints è in pratica un anticipo di postseason, visto che solamente vincendo la squadra di Drew Brees avrà la certezza di prendere parte ai playoff.

Non dovrebbero esserci troppi problemi per il team di casa, visto che difficilmente ai modestissimi Buccaneers visti nel mese di dicembre potrà riuscire il colpaccio di chiudere il campionato con l'exploit di espugnare il Mercedes-Benz Superdome.

Ma al di là del risultato, la domanda è soprattutto questa: Saints-Bucs sarà anche l'ultima partita di Greg Schiano nei panni di Capo Allenatore di Tampa Bay? E una eventuale vittoria a spese dei Saints (sebbene sia un'ipotesi ai limiti dell'irreale....) potrebbe essere decisiva per consentire all'ex HC di Rutgers di salvare il posto sulla sideline di Tampa Bay anche per l'anno prossimo?

Al momento, nessuno - Glazer a parte - conosce con certezza la risposta a tali interrogativi. Dalla "Famiglia" non trapelano voci, la stessa stampa locale non è in grado di fornire anticipazioni fondate, per cui non restano che da fare due cose:

1- cercare di gustarci comunque la partita del Superdome (anche perché poi sarà off-season per mesi e mesi), magari senza replicare l'orrenda prestazione dell'anno scorso, quando a NO i Bucs disputarono la peggiore partita dell'anno con Freeman panchinato per disperazione e con un risultato finale di 41-0 per i Saints; non sarebbe male se i Bucs cercassero almeno di vendere cara la pelle, facendo sudare al simpaticissimo (e uso un eufemismo...) Sean Payton la vittoria di cui New Orleans ha bisogno per accedere ai playoff.

2 - aspettare serenamente il "black monday" per vedere che cosa accadrà a One Buc Place; tutto sommato mancano poco più di 24 ore alla fatidica data in cui verrà licenziato un buon numero di allenatori NFL. Naturalmente senza farsi troppe illusioni, ma comunque sperando che i Glazer trovino il "coraggio" di interrompere dopo due anni (rispetto ai cinque preventivati) il "Progetto Schiano".

A Tampa c'è bisogno di riportare entusiasmo intorno alla squadra, che da "motivo di orgoglio" della città è oggi diventata quasi un "corpo estraneo", di tornare a riempire un RJS ormai perennemente semivuoto e (soprattutto!) di vincere qualche partita in più, considerato che negli ultimi tre campionati, tra Morris e Schiano, il record dei Bucs è stato (compresa l'inevitabile L di stasera) un pessimo 15-33...  

Ecco, mi piacerebbe che i Glazer decidessero circa il futuro della guida tecnica della squadra a prescindere dal contratto in essere con Schiano e senza farsi influenzare dai tre anni di stipendio che comunque dovranno pagare al coach, ma semplicemente rispondendo a questa domanda: se Greg Schiano fosse a fine contratto sarebbe una buona idea quella di confermarlo, o forse sarebbe il caso di affidarsi ad un nuovo coaching staff per cercare di riportare in alto i Bucs...?

sabato 28 dicembre 2013

McCoy e Revis, due Bucanieri al Pro Bowl

McCoy e Revis, due Bucanieri al Pro Bowl
Sono due i giocatori dei Bucs ad essersi guadagnati la - sempre prestigiosa - convocazione al Pro Bowl (ed il conseguente viaggio-premio alle Hawaii): si tratta del DT Gerald McCoy e del CB Darrelle Revis.

Per Gerald McCoy sarà il secondo Pro Bowl consecutivo; anche in questa stagione il DT da Oklahoma ha confermato di essere un punto fermo della linea difensiva dei Bucs, e sembrano lontani i primi (difficili) anni di questo ragazzo in NFL, quando si temeva che il buon Geraldone fosse un clamoroso bust, dopo essere stato scelto al draft del 2010 con la terza pick overall...

A proposito di McCoy, occorre ricordare che il contratto che lega questo giocatore ai Bucs scadrà al termine della prossima stagione 2014. Sarebbe opportuno, già nel corso di questa offseason, sedersi ad un tavolo con i suoi agenti ed iniziare a discutere di un prolungamento dell'accordo visto che parliamo di un elemento ancora giovane (25 anni) in grado di giocare ad alto livello ancora per parecchie stagioni.

L'altro rappresentante di Tampa Bay al Pro Bowl sarà il CB Darrelle Revis. Dopo quattro convocazioni ottenute giocando per i New York Jets, ecco arrivare per Revis il primo viaggio alle Hawaii in maglia Red and Pewter.Il primo campionato di Revis con i Bucs credo si possa definire buono ma non esaltante, visto da questo giocatore ci si attende giustamente moltissimo anche in virtù del "pesante" contratto (1 milione di dollari a partita) sottoscritto nella scorsa free agency.

Ma se la secondaria dei Bucs è adesso un reparto più che dignitoso anziché  la "banda del buco" dell'anno scorso, buona parte del merito va anche a questo giocatore, che - non dimentichiamolo - è reduce da un grave infortunio al ginocchio che gli ha impedito, come ha riconosciuto lo stesso Darrelle, di disputare una stagione all'altezza di tutto il suo potenziale.

Stupisce invece un po' la mancata convocazione del LB Lavonte David, giocatore dal rendimento altissimo e a mio avviso MVP dei Bucs 2013; non è però escluso un suo ripescaggio (o magari quello di Vincent Jackson) considerato che al Pro Bowl non parteciperanno, al di là dei giocatori infortunati, anche quelli le cui squadre avranno ottenuto il diritto di disputare il Super Bowl.

Infine, da segnalare che con il nuovo "format" non è detto che McCoy e Revis in questa occasione saranno compagni di squadra; il Pro Bowl non sarà più infatti uno scontro tra i migliori della NFC conto quelli della AFC, ma avrà luogo una sorta di draft tra tutti i giocatori convocati, e alla fine  verranno create due squadre, il Team Rice e il Team Sanders, guidate rispettivamente proprio dai due Hall of Famer, Jerry Rice e Deion Sanders.

Lo scorso anno furono tre i Bucanieri presenti alle Hawaii: oltre a Gerald McCoy, ottennero questo riconoscimento anche il WR Vincent Jackson e il RB Doug Martin.

venerdì 27 dicembre 2013

Bowers in IR, firmato il DE Solomon

Il DE Da'Quan Bowers
Finisce in anticipo di una partita la stagione per il DE Da'Quan Bowers, che a causa di un infortunio al ginocchio diventa il sedicesimo giocatore dei Bucs ad essere inserito in IR.

Niente viaggio a New Orleans per Bowers dunque, ma non sarà una perdita grave per i Bucs, considerato l'apporto (minimo) fornito dall'ex giocatore di Clemson nel corso di questa stagione. Anche il terzo campionato di Bowers tra i PRO va dunque in archivio senza che il #91 abbia mostrato quei numeri e quei lampi di classe che ai tempi del College ne avevano fatto uno dei prospetti più interessanti.

Il posto lasciato libero da Bowers nel roster dei Bucs è stato occupato dal DE Scott Solomon, un giocatore al secondo anno che aveva iniziato questa stagione con la maglia dei New York Jets. Draftato al settimo giro nel 2012 dai Titans, nel suo curriculum Solomon vanta in totale 14 partite disputate per complessivi 4 tackles.

L'assenza di Bowers si tradurrà, in concreto, in ulteriore spazio sul terreno di gioco per il promettente rookie Wililam Gholston da Michigan State, ormai diventato l'effettivo titolare del ruolo di LDE anche se nella depth chart ufficiale lo starter è ancora Daniel Te'o-Nesheim, impiegato però sempre meno in questo finale di stagione.

giovedì 26 dicembre 2013

Schiano: "Penn State? No, voglio rimanere a Tampa"

Schiano vuole rimanere a Tampa...
Nei giorni scorsi, poco prima di Natale, si era diffusa una voce relativa ll'HC dei Bucs, Greg Schiano. Nell'ipotesi in cui si liberasse il posto di Capo Allenatore a Penn State, dato che per Bill O'Brian - l'attuale HC dei Nittany Lions - si ipotizza un futuro prossimo proprio in NFL, uno dei nomi "papabili" a prendere il posto di O'Brien sarebbe stato proprio quello di Greg Schiano.

Penn State è un College che ha una tradizione importante nel football; i Nittany Lions, dopo il qurantennio sotto coach Joe Paterno (di cui Schiano fu anche assistente, nei primi anni '90), sono al momento allenati da Bill O'Brien, un passato come offensive coordinatore presso i New England Patriots ed un probabile futuro - così di dice - nuovamente in NFL, nei panni prestigiosi di HC.

Raccolte queste "voci", i giornalisti di Tampa hanno rivolto a Schiano una domanda precisa e cioè se l'attuale HC dei Bucs potrebbe in qualche modo essere interessato alla sideline di Penn State, ma la risposta di Schiano (tratta dal Tampa Bay Times) è stata netta quanto perentoria:
"You know, I heard that. No, there's zero truth to that," Schiano said "And I'll make it clear: The only job I want is the one I have right now."

Dunque, Greg Schiano non vuole sentire parlare di Penn State e l'unico posto di lavoro che gli interessa è quello attuale, che - stando al contratto sottoscritto con i Glazer - dovrebbe ricoprire per altre tre stagioni, sino al 2016 compreso.

Obiettivamente, se già era difficile difendere Schiano a novembre, quando arrivarono le prime (ed uniche) vittorie della stagione, al momento la posizione dell'ex HC di Rutgers mi pare indifendibile: a parte l'exploit con Buffalo, la squadra nel mese di dicembre è tornata ai livelli (più che mediocri) di settembre e ottobre, il record finale sarà un deludentissimo 4-12,  e il 99% dei tifosi dei Bucs si auspica che lunedì 30 dicembre - il famigerato "black monday", quello in cui saltano buna parte delle "panchine" NFL - sarà l'ultimo giorno di Schiano come capo allenatore di Tampa Bay. Ecco, speriamo solo che i Glazer non facciano parte di quell'1% che vorrebbe vedere Greg Schiano sulla sideline dei Bucs anche nel 2014...! ;-)

martedì 24 dicembre 2013

Carriera in pericolo per Carl Nicks?

Carl Nicks: lo rivedremo in campo nel 2014?
Il rendimento della linea offensiva dei Bucs è decisamente al di sotto della sufficienza, in queste partite di fine stagione, e mai come adesso si avverte in questo reparto la mancanza di colui che avrebbe dovuto rappresentare uno dei punti di forza di della OL di Tampa Bay: la LG Carl Nicks.

Arrivato in Florida nel corso della free agency del 2012, dopo averlo "strappato" ai rivali di division dei Saints grazie ad un "contrattone" da quasi 50 milioni di dollari per 5 anni, si pensava che Nicks sarebbe stato una "garanzia" non solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello fisico, non avendo questo giocatore mai saltato nemmeno una singola partita per infortunio nei quattro anni trascorsi a New Orleans.

Niente di tutto questo, purtroppo: fermatosi lo scorso anno dopo le prime sette partite per un grave infortunio all'alluce, si sperava di ritrovare il giocatore pronto al 100% al via dell'attuale stagione. Ma i problemi al dito del piede infortunato erano (e tuttora sono) purtroppo molto seri, e questi si è aggiunta un'infezione - l'ormai celeberrima MRSA - che di fatto ha impedito a Nicks di scendere in campo per quasi tutto il 2013, a parte una breve parentesi di due partite disputate ad inizio stagione, partite che rischiano seriamente di rimanere le ultime disputate, ma proprio le ultime in assoluto, visto che a causa delle precarie condizioni di salute sarebbe addirittura a rischio la carriera del giocatore...

Mike Garofalo di Fox Sports ha riportato alcune notizie preoccupanti sulle condizioni di Nicks, il quale in questi mesi avrebbe consultato parecchi medici ricevendo pareri discordanti, circa la possibilità di recuperare al 100% per poter così riprendere a giocare a football.

Il problema principale, stando a quanto riportato da Garofalo, non sarebbe tanto l'infezione da MRSA sebbene il virus in questione abbia colpito il giocatore per ben due volte, quanto il fatto che ci sarebbe un danno al nervo del piede tale da limitare sensibilità e stabilità dell'arto, cosa questa che - se confermata - metterebbe chiaramente a serio rischio la possibilità di proseguire la carriera tra i PRO da parte dello sfortunato giocatore.

Al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali né da parte di Nicks né da parte degli stessi Bucs, per cui non resta che attendere l'offseason e vedere se queste pessimistiche previsioni saranno destinate ad avverarsi. Se così fosse sarebbe davvero un peccato, Carl è ancora giovane (28 anni) e la sua presenza - qualora il suo recupero fosse completo - darebbe alla OL tutta un'altra solidità tanto nella protezione del QB quanto nella capacità di aprire i varchi necessari per lo sviluppo dei giochi su corsa... ad ogni modo, un grosso in bocca al lupo al #77, in primo luogo con l'augurio di risolvere in maniera definitiva questi seri problemi e poi con la speranza di rivederlo su un campo da football, magari a partire dal prossimo training camp.

lunedì 23 dicembre 2013

Ancora un passo indietro per Glennon e Rainey

Bobby Rainey e Mike Glennon
Si era detto più volte che queste partite di fine stagione, assolutamente inutili ai fini della classifica dato che i Bucs sono fuori dalla corsa per i playoff praticamente già da inizio ottobre, meritavano comunque di essere seguite con un certo interesse.

Lo scopo era cercare di capire se alcuni degli attuali protagonisti avevano (oppure no) qualità e doti tali da far pensare ad un loro stabile utilizzo in maglia Bucs anche per la stagione 2014.

Gli "osservati speciali", dal mio punto di vista, erano soprattutto due, il QB e il RB: Mike Glennon e Bobby Rainey avevano infatti rappresentato, nel mese di novembre, una piacevole sorpresa in questa orribile stagione 2013, inanellando alcune prestazioni più che buone, decisive per consentire ai Bucs di ottenere qualche bella vittoria confortata (incredibile!) anche da un football giocato a livelli più che accettabili.

Partiamo da Rainey, un RB letteralmente "raccattato" dalla strada e messo in squadra per "disperazione", dopo che prima di lui erano finiti KO tutti i portatori di palla a roster (da Martin a Demps passando per James e Smith). Poco da dire: l'esordio di Rainey è stato più che brillante, con il RB sugli scudi nelle W contro Miami e Atlanta, interprete della classica "favola" a stelle e strisce in cui il protagonista sfrutta l'occasione che gli si presenta passando all'improvviso dalla polvere alla gloria.

Ma le favole, purtroppo, di solito hanno vita breve nel duro mondo del football professionistico...

Nelle ultime partite (se si esclude l'estemporaneo exploit contro Buffalo, con quella fantastica corsa da 80 yards al secondo gioco della partita), Rainey ha giocato proprio male (assistito peraltro pochissimo dalla OL) e contro Carolina, San Francisco e St. Louis la mancanza di un efficace e consistente gioco di corsa ha pesato moltissimo sull'esito finale di questi incontri.

Che fare dunque con Rainey, per il prossimo anno? Credo che questo giocatore possa essere un interessante rincalzo, ma qui di dubbi non ce ne sono: Doug Martin, se utilizzato in maniera "logica" e non come "carne da macello" a cui far portare la palla trenta volte a partita (vero Schiano?) è di un altro pianeta rispetto a Bobby e dovrà essere proprio "the muscle hamster"  il giocatore da cui l'attacco dei Bucs deve ripartire nella prossima stagione. Poi, alle spalle del RB #22, si potrà riproporre Rainey, oppure Mike James, o magari il velocissimo Jeff Demps, ma riterrei ovvio e scontato che certe "eresie" che mi è capitato di leggere su forum americani dopo le prime confortanti prestazioni del buon Bobby ("e se scambiassimo Martin per una prima scelta e ci tenessimo Rainey?")  non potranno altro che rimanere delle (peraltro poco divertenti) "battute di spirito", definiamole così...

Decisamente più interesse, però, c'era per le prestazioni del quarterback, il rookie Mike Glennon; perché se a livello di RB i Bucs hanno le spalle ben coperte da un fuoriclasse del calibro di Martin, che nel 2014 riprenderà "possesso" del backfield di Tampa Bay, a livello di QB la situazione è decisamente più precaria: una volta "defenestrato" Freeman, e con il solo Orlovski a roster, tutta la responsabilità di muovere l'attacco è piombata sulle (deboli) spalle del rookie da NC State; una delle tante mosse azzardate (e prive di buon senso) da parte di Schiano, e di cui l'HC sarà chiamato a pagare le conseguenze nell'imminente "black monday", presumo e mi auguro...

Glennon, si diceva: inizio titubante, con luci e ombre nelle prime due partite con Arizona e Philadelphia. Poi, dopo altre due prestazioni altalenanti con Atlanta e Carolina, ecco che a novembre li simpatico "pennellone" inizia a giocare ad un altro (e ben più consistente) livello.

Le partite con Seattle (persa di un soffio in OT) e quelle vittoriose  contro Miami, Atlanta e Detroit portano la firma di Mike, ma dopo queste quattro belle prestazioni, che gli sono valse il meritato riconoscimento di offensive rookie of the month, di Mike Glennon - nel mese di dicembre - si sono perse le tracce. Male a Carolina, male anche nella W contro Buffalo, impalpabile e timoroso contro San Francisco, e pessima, infine, la prestazione di ieri a St. Louis. Partita, quest'ultima, che si può (impietosamente) riassumere in una giocata: quella in cui Glennon va in scramble per chiudere un terzo e corto ma, impaurito dall'arrivo di un difensore dei Rams, si accartoccia goffamente a mezza yarda dalla chiusura del down, alzando bandiera bianca troppo, troppo in anticipo rispetto ad un possibile contatto con l'avversario...

Questo atteggiamento "timoroso" di Glennon si era già notato contro San Francisco, e ieri è riapparso: il ragazzo non è tranquillo, gioca con il terrore di essere piallato di difensori avversari, e del resto col fisico che si ritrova lo si può anche capire. Ecco, si potrebbe anche dire che forse Glennon non ha scelto il mestiere più adatto, perché chi decide di fare il QB starter in NFL non può giocare con addosso la paura, ma deve avere la faccia dura e cattiva, sempre, anche perché gli avversari certe cose le avvertono subito e con giocatori mingherlini e soprattutto timorosi come il Glennon delle ultime due partite, le difese ci vanno a nozze.....

Poi, si potrebbe (anzi, si dovrebbe) aprire un lungo capitolo sulle prestazioni gravemente insufficienti della linea offensiva, il cui scarso rendimento ha influenzato in negativo - e non poteva essere altrimenti - anche quelle di RB e QB. Ma il fatto che Penn e soci stiano giocando male non giustifica, per tornare a quanto si diceva prima, il fatto che Glennon si inginocchi prima di fare tutto il possibile per prendere il primo down, cosa questa che mi pare una "spia" circa il fatto che al giocatore difettino un po' cuore e attributi, requisiti senza i quali di strada tra i professionisti se ne fa poca, anche qualora si possieda una spirale di passaggio perfetta e un colpo d'occhio fenomenale (tutte qualità che peraltro non mi pare appartengano al QB dei Bucs).

E dunque? Dunque niente, "sparare" sentenze non mi è mai piaciuto, mi limito però a notare come i due "osservati speciali" escano male da queste partite di fine stagione, che così insignificanti non credo siano, per cercare di capire quali saranno i Bucs del prossimo futuro... inutile dire, poi, che in altri contesti e con altri CS questi due ragazzi potrebbero sicuramente fare meglio e mostrare quelle qualità che, negli attuali Buccaneers, forse neanche veterani scafatissimi potrebbero esibire, figuriamoci due rookie  o quasi alle prime esperienze tra i PRO...

Ad ogni modo, per il bene della squadra, l'auspicio è quello di rivedere il Martin ammirato nel 2012 come RB e un altro QB al posto di Mike a guidare i Bucs edizione 2014; se poteva avere un senso dare al Glennon visto a novembre un'altra possibilità, mi chiedo come si potrebbe riproporlo nel 2014, dopo questa serie di imbarazzanti prestazioni in cui l'attacco da lui guidato ha prodotto il nulla assoluto o quasi....

Infine, per quel che riguarda la sideline, la speranza è che i Glazer non facciano prevalere questioni economiche (i tre anni di contratto ancora in essere che legano l'attuale HC ai Bucs) a ragioni tecniche sin troppo evidenti, premesso che basterebbero un minimo di logica e un po' di buon senso per capire che i giorni di Schiano a Tampa non potranno che terminare lunedì 30 dicembre, all'indomani di quella che sarà la sconfitta numero 21 nelle 32 partite disputate sotto la guida dell'ex HC di Rutgers...

domenica 22 dicembre 2013

Bucs inguardabili, sconfitta n.11 in archivio

Mike Glennon, sempre sotto pressione...
Rams-Bucs, una partita orrenda tra due squadre mediocri, o meglio: una mediocre (St. Louis) e un'altra (Tampa Bay) che stasera ha giocato un football assolutamente inaccettabile, a mio modo di vedere il football, soprattutto in attacco.

Finché ha retto la difesa, i Buccaneers sono rimasti in scia dei Rams, ma i due fumble recuperati da David e soci hanno solo allungato l'agonia; Tampa Bay non ha mai dato l'impressione di poter riprendere il controllo del match, e dopo l'effimero vantaggio di 7-0 siglato da una corsa di Bobby Rainey al termine dell'unico drive decente orchestrato stasera, sull'attacco dei Bucs è calato il buio più profondo.

Malissimo Glennon, che da un mese sta giocando sempre peggio: lento nel selezionare il ricevitore, mobilità zero, incapace di chiudere un terzo down che fosse uno. Il Glennon di stasera, nella NFL di oggi, non trova posto neanche come backup, tanto per essere chiari. Per cui, se queste partite di fine stagione servivano a capire se fosse il prodotto da NC State il giocatore a cui affidare i Bucs edizione 2014, una risposta forse l'abbiamo avuta.

Certo, Glennon non è il solo colpevole, in pratica gioca con un solo WR (Jackson) e con una linea che anche stasera avrebbe dovuto proteggerlo di più e meglio, però Mike ci ha messo molto del suo, per giocare una partita così modesta. Ripeto, il mese di novembre aveva fatto sperare che questo giocatore potesse avere delle qualità importanti. Quello visto a dicembre, invece, forse troverebbe posto solamente come terzo QB...

Mah, vedremo... per il resto, male ancora una volta Bobby Rainey, incapace di guadagnare yards in maniera consistente, mentre la difesa ha fatto quello che ha potuto per tenere la squadra in vita il più a lungo possibile. Chiedere a McCoy e soci di mettere anche punti sul tabellone, però, mi sembrerebbe onestamente un po' troppo.

I Bucs perdono dunque, malamente, l'ennesima partita e il fatto di chiudere così mestamente la stagione potrebbe avere un peso decisivo affinché nel 2014 si possano vedere un bel po' di facce nuove, sulla sideline. Saranno due i nodi cruciali da definire per l'anno prossimo, ossia HC e QB: quelli attuali, Schiano e Glennon, ho seri dubbi che possano essere riproposti anche per la prossima stagione... speriamo che simili indecenti prestazioni inducano la "Famiglia" a serie riflessioni.

E adesso, per l'ultima partita di regular season, andiamo a farci massacrare a New Orleans, per la degna chiusura di una stagione (l'ennesima) da dimenticare il più in fretta possibile...

sabato 21 dicembre 2013

A St. Louis senza Bowers e (forse) senza Barron

Greg Schiano e Da'Quan Bowers
Nel corso della conferenza stampa di ieri, Greg Schiano ha fatto il punto della situazione sugli infortunati, e da questo punto di vista  - come da prassi ormai consolidata - le "news" che arrivano dall'infermeria non sono particolarmente allegre.

A St. Louis non giocherà sicuramente il DE Da'Quan Bowers, dichiarato "out" per un problema al ginocchio (problema nuovo, non legato a precedenti infortuni del giocatore sempre al ginocchio).

E' inoltre in forte dubbio contro i Rams anche la presenza della saferty Mark Barron, un giocatore in crescita in questa seconda parte di stagione, ma che domenica rischia seriamente di essere costretto a saltare il match a causa di problemi muscolari al bicipite femorale. Qualora Barron non dovesse farcela, sarà il secondo anno Keith Tandy a giocare al fianco di Dashon Goldson.

Schiano ha poi chiarito - sebbene fosse ormai evidente a tutti - che Carl Nicks non sarà in grado di scendere in campo nelle due partite che rimangono per chiudere la stagione, sebbene il giocatore non sia stato inserito in IR e dunque, in teoria, sia ancora potenzialmente utilizzabile.

Tra l'altro, a proposito di Nicks se ne leggono un po' di tutti i colori. Il giocatore, che aveva firmato lo scorso anno un contratto quinquennale con Tampa Bay da quasi 50 milioni di dollari (di cui 31 garantiti), ha giocato pochissimo in questi due anni in maglia Bucs, a causa di problemi fisici molto seri che - si teme - potrebbero incidere negativamente sulla possibilità di rivedere nuovamente in campo colui che avrebbe dovuto rappresentare un punto fermo dell'OL dei Buccaneers per parecchie stagioni...

venerdì 20 dicembre 2013

Destinazione ARMY per Mike Sullivan?

L'OC dei Bucs Mike Sullivan
Ormai non è più una semplice "voce", quella in base alla quale Mike Sullivan - il discusso OC dei Bucs - sarebbe tra i principali candidati a ricoprire il ruolo di HC presso ARMY, la squadra di college football dell'Esercito, nonché l'ex università frequentata quando era studente dallo stesso Sullivan.

Mercoledì l'OC dei Bucs si era rifiutato di rispondere alle precise domande dei giornalisti in merito a tale ipotesi, preferendo parlare solo dell'imminente sfida tra St. Louis e Tampa Bay.

Oggi però è uscita la notizia, non smentita, che Sullivan sosterrà un colloquio di lavoro per il posto di HC presso ARMY proprio alla vigilia della partita che vedrà i Bucs sfidare in trasferta i Rams.

Sullivan, come detto, è di casa ad ARMY, ateneo per il quale ha giocato a football da studente come defensive back, e presso la quale ha già svolto il ruolo di assistente allenatore. Al momento, l'attacco dei Bucs non sta facendo esattamente faville, dato che è 32esimo (cioè ultimo) a livello sia di totale offense che nel gioco sui passaggi, nonché nei tentativi di convertire i terzi down.

Nonostante tutto ciò, ARMY sembra essere ben disposta a dare a Sullivan l'opportunità di prendere in mano le redini dell squadra di football nominandolo HC. Credo che a Tampa, se tale ipotesi si dovesse concretizzare, ben pochi piangerebbero amare lacirme per la perdita del'attuale offensive coordinator... anzi, credo sia più facile che qualche tifoso decida di stappare una bottiglia messa da parte per le grandi occasioni, se l'anno prossimo in casa Bucs ci fosse (almeno) un OC nuovo di zecca, se non proprio tutto il coaching staff...! ;-)

mercoledì 18 dicembre 2013

Russell Shepard, 15esimo giocatore a finire in IR

Il WR Russell Shepard, infortunatosi domenica scorsa in questa azione
Se non è un record, poco ci manca. Con quello del WR Russell Shepard, sono ben 15 i giocatori dei Bucs a terminare la stagione anzitempo a causa di un infortunio, e ad essere quindi inseriti in Injured Reserve. Davvero strapiena l'infermeria dei Bucs in questa annata 2013 (nessun altro team ha così tanti giocatori in IR), e l'ultimo della serie, come detto, è il WR Shepard, utilizzato più che altro nell'ambito dello special team che nel suo effettivo ruolo di ricevitore.

Questo è l'elenco di tutti i "lungodegenti", ossia i giocatori di Tampa Bay finiti KO nel corso di questo campionato (e alla fine mancano ancora due partite...): Russell Shepard (WR), Doug Martin (RB), Mike Williams (WR), Tom Crabtree (TE), Jonathan Casillas (LB), Luke Stocker (TE), Nate Byham (TE), Michael Adams (CB), Mike James (RB), Jeff Demps (RB), Rashaan Melvin (CB), Anthony Gaitor (CB), Jacob Cutrera (LB), Michael Smith (RB) e Marvin Booker (DE)...

L'ultimo infortunato della serie, Shepard, si è fatto male all'alluce in una delle giocate più discusse del match contro San Francisco, e cioè il kick-off return in cui Eric Page ha cercato di servire il pallone proprio a Shepard per un tentativo di reverse finito però malissimo visto che - oltre al descritto infortunio - ne è scaturito un fumble ricoperto dai niners e riportato in endzone per il TD che ha sigillato in maniera definitiva la partita a favore di SF.

Rimane invece, almeno per me, abbastanza oscuro il motivo per cui non sia stato inserito in IR Carl Nicks, che quest'anno a causa dei suoi molteplici problemi fisici ha potuto disputare solamente due partite, ma che per il il resto non si è in pratica mai nemmeno potuto allenare con i compagni nel corso della settimana nè ha mai fatto intravedere la possibilità di riuscire a recuperare dai suoi acciacchi per un possibile rientro in squadra nel corso della stagione...

Tra i giocatori usciti malconci dall'ultima partita c'è anche la safety Mark Barron le cui condizioni sono da valutarsi "giorno per giorno", nella speranza di poterlo recuperare in tempo per il match di St. Louis. Infine, il posto lasciato libero a roster da Shepard è ancora in attesa di essere occupato da un altro giocatore, mentre a livello di practice squad è stato firmato il WR Tommy Streeter e rilasciato l'OL Richard Clebert.

martedì 17 dicembre 2013

Mike Glennon: solo una "meteora" o qualcosa di più?

Mike Glennon: sarà lui il QB starter dei Bucs edizione 2014?
Si parlava ieri di Mike Glennon, e del suo vistoso calo di rendimento nelle ultime tre partite; Sull'argomento sono intervenuti due tifosi (i sempre puntuali "Buccaneer" e "Freeman 80") e prendo spunto dai loro commenti per tornare sull'argomento e cercare di approfondirlo...

Scrive Buccaneer a proposito del QB #8:
Glennon non è Kaepernick, pesa la metà del Tatuato, se dovesse chiudere i terzi down di corsa finirebbe in barella a tempo zero. Non è il suo mestiere, prima di pescarlo al draft non ci hanno pensato che se la OL fa acqua come uno scolapasta un QB che pesa 50 kg. forse non è l'ideale? Anche se ammetto è involuto rispetto a qualche settimana fa.

E così replica “Freeman 80”:
“Glennon è un qb migliore di quel che credevo MA non vorrei lui nei prossimi anni come starter e non lo vorrei xke, a mio avviso, manca di attributi x giocare palloni difficili quando la situazione lo richiede....Fa abbastanza bene il compitino ma non si prende il peso di una giocata difficile in una situazione difficile.... vorrei un qb alla cutler (non dico alla freeman xke si potrebbe pensare che il mio sia un voler rimpiangere il 5 mentre non è lui il nocciolo della questione), uno che sbagli anche qualcosa in piu ma che si prenda i rischi che deve prendersi chi gioca nella posizione di LEADER dell'attacco”.


Dal mio punto di vista, se Mike Glennon vuole avere un futuro importante in NFL, a Tampa o altrove, mi pare evidente che il ragazzo dovrà modificare alcuni importanti aspetti del suo attuale modo di stare in campo: il QB visto nelle ultime tre partite mi è piaciuto davvero poco...

In primis, comunque, dovrà mettere su qualche chilo di muscoli: al momento è un fuscello e con un "fisichino" così non credo potrà avere vita lunghissima in mezzo a quei bestioni delle difese... ma al di là della stazza, quello che ad esempio non mi è piaciuto nella partita di domenica (e da questo punto di vista il confronto con Kaep è parso impietoso) è stato proprio il modo di stare il campo: aggressivo e sempre propositivo il californiano, rinunciatario e quasi timoroso il nostro giocatore...

Mi spiego meglio: spesso quando Kaepernick ha chiuso il down con un passaggio, lo ha fatto liberandosi del pallone all'ultima frazione di secondo utile, quando già i difensori dei Bucs gli avevano ampiamente messo le mani addosso. Il QB dei niners non ha paura del contatto fisico, cosa che invece mi pari terrorizzi Glennon.

Come già è stato fatto notare, non appena un difensore di SF si avvicinava, Glennon si liberava del pallone per evitare il placcaggio, laddove Kaepernick effettuava un passaggio solo per trovare un ricevitore ben piazzato, infischiandosene di prendere un colpo.

Non chiedo a Glennon di fare il Kaepernick e di mettersi a correre per chiudere i down (col fisico che ha finirebbe in injured reserve dopo mezza partita, come diceva Buccaneer!) però se il ragazzo vuole fare il QB in NFL ad alto livello non deve giocare col timore di prendere colpi e deve imparare a essere più mobile, per "sfuggire" sì ai difensori avversari ma al tempo stesso continuando a cercare un ricevitore libero, senza sparacchiare un incompleto in tribuna se nel momento in cui si sviluppa l'azione nessun giocatore sembra apparentemente libero per ricevere...

Giudicare un QB è comunque sempre una cosa difficilissima, e a difesa di Glennon va detto che la fortuna (e la sfortuna) di un QB dipende in buona parte anche dal "supporting cast": avere o non avere un WR del calibro di Mike Williams, ad esempio, non è un dettaglio, così come non sarebbe male poter contare su un Vincent Jackson sempre all'altezza della situazione, per tutte quante le partite anziché per una si e una no... e poi sicuramente aiuterebbe Glennon anche avere un RB in grado di ricevere qualche pallone, cosa che al momento non accade quasi mai se non con qualche sporadico passaggino a Leonard. Meno male che a livello di TE è uscito fuori dal nulla Tim Wright, altrimenti non ci sarebbe neanche lo straccio di un TE a cui indirizzare qualche lancio...

Detto tutto questo, io forse aspetterei a "bocciarlo" del tutto, il pennellone, e sarei curioso di vederlo dopo una offseason passata in palestra ad irrobustirsi e affiancato da una batteria di WR, TE e RB di un certo livello, anzichè dall'armata brancaleone attuale (e magari con un nuovo Coaching Staff...).

A Tampa, in passato, con i QB ne abbiamo combinate un po' di tutti i colori: ad esempio abbiamo aspettato (ahimè inutilmente) Freeman per quasi cinque anni, così come in tempi più remoti aspettammo altrettanto invano Vinny Testaverde, per liberarci invece frettolosamente di un futuro Hall of Famer del calibro di Steve Young che "regalammo" ai niners per un piatto di lenticchie...

Sebbene ultimamente le sue prestazioni mi abbiano fatto venire più di un dubbio, non etichetterei (per ora) Glennon come un giocatore "mediocre", anche se c'è il rischio, inutile negarlo, che il valore effettivo del ragazzo sia proprio quello (modesto) visto in queste ultime partite. Ma nel pur brutto match di domenica scorsa, ad esempio, quei due drive conclusi entrambi con TD pass li ha orchestrati davvero bene, chissà cosa potrebbe combinare il ragazzo, ad esempio, con un OC diverso. E se, come sembra, Sullivan dovesse andare ad allenare ad ARMY, si potrebbero aprire prospettive interessanti, da questo punto di vista.

Ripeto, il Glennon di oggi non mi sta entusiasmando, però non so se sarebbe saggio – tanto per dire – sostituirlo con qualche vecchio drago un po' bollito alla Jay Cutler, ossia con gente (come si dice in questi casi) dal grande futuro... ma dietro le spalle! Glennon è pur sempre un rookie con solamente undici partite di NFL disputate, che si ritrova a giocare in un contesto problematico nel quale, a mano a mano, i migliori compagni di reparto sono finiti in IR...

Staremo a vedere cosa succederà, io comunque non sono il più adatto a giudicare un QB: dopo la stagione 2010 ad esempio, avrei scommesso parecchio che Josh Freeman sarebbe diventato un giocatore (molto) importante a livello assoluto, e lo vedevo in prospettiva con margini di miglioramento ampiamente superiori a quelli, per dire, di un Matt Ryan, e invece... e invece Josh è finito a fare il backup del backup in una squadraccia come Minnesota, dopo mediocri campionati in maglia Bucs, alla faccia delle mie previsioni!

Ma in fondo anche nel football, un po' come per tutto, contano moltissimo e spesso finiscono per essere decisivi anche i cosiddetti "intangibles", e cioè (al di là dei chili e dei muscoli) le motivazioni, la voglia di sfondare, la caparbietà nel cercare di migliorarsi nel corso dell'offseason, la grinta e la cattiveria... per diventare un grande giocatore di football è sì necessario il talento ma occorre anche molta applicazione, solamente col primo requisito non si va da nessuna parte: altrimenti Freeman sarebbe una presenza fissa al Pro Bowl anziche' il terzo QB di una delle squadre più scalcinate della lega...

Senza dimenticare – e poi chiudo – che per acquisire un QB veterano a meno che non si vada su un FA come Cutler (che comunque - per strapparlo ai Bears - dovremmo strapagare al di là del suo effettivo valore) sarebbe necessario utilizzare come merce di scambio una o più scelte del draft, cosa che i Bucs non possono permettersi di fare, perché comunque quelle preziose pick ci servono tutte quante per rinforzare una squadra che – al di là del QB – deve essere "puntellata" in più di un settore...

lunedì 16 dicembre 2013

Il vistoso calo di rendimento di Mike Glennon

Mike Glennon vs San Francisco
Nel corso del mese di novembre Mike Glennon si era meritatamente guadagnato il riconoscimento di "offensive rookie of the month", mettendo in fila una dopo l'altra prestazioni vincenti e convincenti. Sconfitti di misura in overtime a Seattle a inizio mese, i Bucs avevano poi infilato 3 W consecutive, grazie soprattutto al decisivo contributo del QB rookie da NC State. Precisione, freddezza nei momenti cruciali, capacità di tenersi lontano dagli errori avevano caratterizzato le quattro partite novembrine disputate da Mike Glennon.

Negli ultimi tre match però, tanto nelle sconfitte contro Carolina e San Francisco quanto nella vittoria contro Buffalo, il QB #8 ha mostrato passi indietro, tanto evidenti quanto - forse - inevitabili per un rookie che peraltro gioca supportato da un "cast" che ha perso via via i suoi interpreti migliori (sì, perché un conto è lanciare a Mike Williams e avvalersi delle corse di Doug Martin, altro è fare le nozze coi fichi secchi, con tutto il rispetto per WR del calibro di Dawson e Shepard o RB dal rendimento troppo discontinuo come Bobby Rainey).

Ma è soprattutto dalla partita giocata e persa malamente ieri dai Bucs contro i '49ers che è emersa, ad esempio, tutta la differenza che passa tra un QB dominante e uno che per arrivare a certi livelli - se mai ci arriverà - di strada deve farne ancor tanta.

Come ho già avuto modo di dire, ieri a QB invertiti credo che avrebbero vinto i Bucs. Mi pare che nell'NFL odierna il ruolo del QB sia sempre più importante e decisivo e ieri ne abbiamo avuto un esempio sin troppo evidente. Kaepernick si è trovato spesso in difficoltà, visto che per una volta la difesa di Tampa Bay ha fatto sentire una discreta pressione sul QB avversario... e che ha fatto, nei momenti cruciali, il QB dei '49ers? Ha sempre convertito i terzi down decisivi, quelli che danno fiducia ed entusiasmo all'attacco e deprimono la difesa, correndo in prima persona o trovando il ricevitore libero pur con le braccia dei difensori dei Bucs già addosso.

Anche Glennon, ieri, si è trovato spesso in circostanze analoghe, pressato dalla difesa avversaria: ma il nostro QB, in questi frangenti, o si è liberato frettolosamente del pallone lanciando un incompleto oppure ha incassato un sack, ma non ha mai avuto un "guizzo" che gli consentisse di togliersi dai guai, nè ha mai dato l'impressione di avere idea di come "uscire" da una situazione problematica, magari anche improvvisando come più volte ha fatto, sempre con esito positivo per San Francisco, il suo collega in maglia niners.

Non voglio tirare la croce addosso a Glennon, anche perché tutto sommato pur in una giornata negativa come quella di ieri il ragazzo ha messo in piedi due ottimi drive conclusi entrambi con un suo TD pass, però mi pare che il suo processo di crescita si sia interrotto abbastanza bruscamente dopo le promettenti prestazioni dello scorso mese. In queste ultime due partite vediamo cosa combinerà questo giovane giocatore e se riuscirà a tornare ai livelli di novembre, magari assistito nel migliore dei modi - si spera - anche dai compagni di squadra.

In quanto al futuro, ossia la prossima stagione, credo che tutto quanto dipenderà da chi sarà l'HC dei Bucs 2014. Se i Glazer decidessero di confermare Schiano è probabile che l'ex HC di Rutgers ripartirebbe da Glennon, in fondo una sua "creatura"; se invece sulla sideline dovesse esserci un volto nuovo credo che sarebbe nuovo anche il QB (se un quarterback rookie oppure un veterano, questo poi sarebbe tutto un altro, lunghissimo, discorso...).

Ma tutte queste sono, al momento, discussioni di "fanta-football" tipiche da offseason, adesso godiamoci queste ultime due partite di campionato, visto che dopo sarà "astinenza" per mesi e mesi e mesi...

E onestamente, devo dire che espugnare St. Louis e/o New Orleans (avversarie storiche dei Bucs e con le quali c'è una discreta rivalità) non mi dispiacerebbe proprio per niente, anche se la vedo durissima visto che i Rams sono tra le squadre più in forma del momento e New Orleans è un avversario che i Bucs possono superare solo se i Saints nell'ultima giornata decideranno di far giocare le riserve per risparmiare i titolari in vista dei playoff. Se il record finale di questa stagione - comunque pessima al di là di come finiranno le trasferte di St. Louis e New Orleans - dovesse essere diverso da un tristissimo 4-12, credo sarebbe davvero una sorpresa...

domenica 15 dicembre 2013

Vincono i '49ers, come da scontato pronostico

Adrian Clayborn in azione 
Tutto secondo pronostico e nessuna sorpresa al RJS, per l'ultima partita casalinga di questa brutta stagione 2013 per i Tampa Bay Buccaneers.

San Francisco si è confermata squadra di livello superiore, e sebbene il punteggio finale sia un po' ingeneroso con i Bucs, puniti un po' troppo severamente, si può dire che i '49ers hanno avuto sempre il controllo del match, e alla fine la W è andata alla squadra che ha senza dubbio meritato di uscire dal campo con la vittoria in tasca.

Ma come hanno giocato i Bucs?

La difesa, tutto sommato, il suo dovere l'ha fatto. Certo, purtroppo nei momenti cruciali non è riuscita a fermare Kaepernick in quelle due/tre giocate decisive per chiudere improbabili down che alla fine hanno fatto tutta la differenza a favore di San Francisco.

Ma va sottolineato come la nostra D sia dovuta rimanere troppo a lungo in campo, non aiutata minimamente da un attacco che ha prodotto solo due potenti fiammate, ossia i due drive che hanno portato ai TD di Jackson e Wright, ma che per il resto non si è praticamente mai visto.

Due ottimi drive e per il resto il nulla assoluto; si può sintetizzare così la prestazione offensiva dei Bucs di stasera. Un po' troppo poco per sperare di vincere contro San Francisco, producendo solo due efficaci serie offensive e poi una marea di errori e scelte sbagliate.

Con 39 yards totali guadagnate su corsa non si va da nessuna parte, a maggior ragione se il QB si ferma a 179 yards di passaggio. A QB invertiti sarebbe probabilmente finita in maniera diversa; ad oggi Kaepernick è decisamente un giocatore di ben altro livello rispetto a Glennon, che in queste ultime tre partite, vittoria su Buffalo compresa, non ha fatto vedere gli auspicati miglioramenti, anzi, pare essersi un po' involuto rispetto al brillante giocatore visto nel mese di novembre.

In difesa, da sottolineare oltre ai soliti noti, la prestazione del DE William Gholston, il rookie da Michigan State che già da alcune partite sta dimostrando di poterci stare eccome in questa D-line, considerata anche la non fortissima concorrenza nel ruolo specifico di DE.

E adesso andiamo a chiudere la stagione con due trasferte consecutive, prima a St. Louis e poi a New Orleans. Ma se giochiamo come stasera, dubito potrà arrivare un'altra W prima del 2014...

venerdì 13 dicembre 2013

Il ritorno di un ex non rimpianto: Eric Wright

Il CB Eric Wright
Ve lo ricordate Eric Wright? Arrivato a Tampa nel corso della free agency 2012, l'ex giocatore dei Detroit Lions avrebbe dovuto rappresentare un importante innesto per la secondaria dei Bucs. Faraonico il contratto siglato dal CB #21: cinque anni di durata per quasi 40 milioni di dollari!

E invece, accadde tutto il contrario: Wright non solo giocò male nelle 10 partite disputate contribuendo a fare della secondaria di Tampa Bay edizione 2012 una delle peggiori difese sul gioco aereo dell'intera storia NFL, ma ebbe anche seri problemi "off field" per uso di sostanze proibite (con conseguente squalifica per 4 partite) e la sua avventura in Florida durò soltanto lo spazio di un mediocre campionato.

Adesso Eric Wright gioca per i San Francisco '49ers e domenica lo rivedremo al RJS nei panni dell'ex (così come dall'altra parte ci sarà Dashon Goldson ad affrontare i suoi ex compagni di squdra)... Wright si è messo in luce nell'ultima partita disputata dai '49ers mettendo a segno un importante intercetto nel finale del match vinto da San Francisco contro Seattle; queste le parole dell'HC dei niners Jim Harbaugh, tratte dal Tampa Bay Tmes, a proposito di Wright:
"It's been a very positive experience," 49ers coach Jim Harbaugh said. "And it's great to see him playing and contributing. He's been a good teammate and blue collar guy and we're excited about the future for him."

E il giocatore che cosa dice a proposito della sua ex squadra? Questo il suo parere sui Buccaneers, sempre dal TBT:
Wright said the Bucs have "talent across teh board on both sides of the ball" and lauded his former team for bouncing back after an 0-8 start.
"Those guys work extremely hard and I'm sure they're disappointed in the direction their season has started," Wright said. "But I think they've done a great job of banding together as a team and continuing to battle and fight and you attribute that to just the heart of the guys in the locker room. You can respect that and we know we're going to get their best shot."

Eric Wright, uno dei giocatori meno rimpianti nella storia dei Bucs...

mercoledì 11 dicembre 2013

RJS tutto esaurito per la sfida con San Francisco

Il RJS tutto gremito, un evento raro a Tampa!
La notizia va segnalata, perché tutto sommato è accaduto raramente negli ultimi tempi che il Raymond James Stadium facesse registrare il "tutto esaurito" già da alcuni giorni precedenti la partita.

Ieri il sito ufficiale dei Bucs annunciava questo piccolo "evento", ma a ben vedere il "sold out" per questa partita era facilmente pronosticabile, e per vari motivi.

In primo luogo, si tratta dell'ultima partita casalinga del 2013; dopo questo match bisognerà attendere sino al prossimo mese di agosto per rivedere la squadra in azione "live", e già questo sarebbe un buon motivo per non perdersi l'ultimo appuntamento casalingo.

Poi, la squadra è reduce da tre vittorie interne consecutive, e questo male non fa (anzi) per incrementare la vendita di biglietti, dato che sono proprio le "W" a contribuire più di ogni altra cosa affinché ci sia uno stadio bello pieno e senza tutti quei desolanti sedili vuoti...

E sicuramente anche l'avversario di grido (i San Francisco '49ers, team "storico" e glorioso nonché tra i candidati principali a rappresentare l'NFC al prossimo Super Bowl) ha contribuito non poco a far sì che già da martedì i biglietti fossero tutti quanti venduti.

Inoltre, nel dopo partita al RJS avrà luogo un concerto, per cui mettiamoci anche i fans della band "MercyMe" che si esibirà dopo Bucs e '49ers tra i vari motivi che hanno portato al "tutto esaurito".
 
Tampa Bay concluderà la stagione 2013 con tre "sold out" casalinghi; dopo quelli con Eagles e Dolphins, si chiuderà dunque in bellezza (almeno per quel che riguarda gli spalti gremiti) con i San Francisco '49ers. E se poi ci scappasse anche il miracolissimo sul rettangolo di gioco...! ;-)

martedì 10 dicembre 2013

Lavonte David: è nata una stella?

Il LB Lavonte David
E' sempre opportuno andarci con i piedi di piombo, prima di sbilanciarsi eccessivamente a proposito di giovani giocatori emergenti. Basta fare l'esempio di Josh Freeman, "fenomeno" nel 2010 e "ferrovecchio" oggi, per rendersi conto di come sia difficile mantenere nel corso del tempo uno standard di rendimento sempre elevato e come siano dietro l'angolo cali di forma in grado di trasformare un "presunto fenomeno" in una "cocente delusione".

C'è però in casa Bucs un giovane giocatore, il LB Lavonte David, che promette bene, benissimo e sul quale credo sia il caso di spendere qualche parola...

Poi chissà, magari anche David incapperà nella "sindrome Freeman" (speriamo di no!), però questo giocatore, al suo secondo campionato tra i PRO, sta inanellando una serie di prestazioni davvero eccellenti, e se oggi dovessi individuare l'MVP dei Bucs dell'attuale stagione, credo che la mia preferenza andrebbe proprio all'ex giocatore dei Nebraska Cornhuskers.

David venne draftato al secondo giro dello scorso draft, con la pick n.58 overall. Che fosse un buon prospetto si sapeva, c'erano però parecchi dubbi circa il fatto che questo giocatore, non esattamente un "molosso" e anzi ritenuto "undersized" per gli standard NFL, potesse reggere il confronto con gli avversari proprio da un punto di vista fisico.

Mi sembra che fino ad ora David abbia dimostrato di poter tenere benissimo il campo anche contro gente più grande e grossa di lui e inoltre la sua notevolissima velocità è un'arma in più non solo contro i giochi di corsa ma che gli permette anche di portare pressione al QB nei giochi di passaggio (fino ad ora 6 sack per lui, tra i Bucs ha fatto meglio solo McCoy con 7). E poi, stupisce di Lavonte anche la sua abilità nel "leggere" lo sviluppo gioco, basti pensare ai 5 intercetti sin qui messi a segno. Dal 1982, David è il terzo difensore – nonché primo tra i LB – a mettere a segno almeno 100 tackles, 6 sack e 5 intercetti in una singola stagione, peraltro con tre partite ancora da disputare.

Se la difesa dei Bucs contro i giochi di corsa è tra le migliori dell'intera NFL gran parte del merito è di questo rapidissimo placcatore, quasi sempre il primo dei nostri difensore a piombare sul RB avversario.

Chiaramente è presto per paragonarlo ad un altro (lui sì) vero "fenomeno" del ruolo che noi tutti ben conosciamo, e cioè il futuro Hall of Famer #55 Derrick Brooks. Curioso che anche per Brooks ci fossero dubbi relativi alla "stazza" e che entrambi questi giocatori fossero ritenuti "undersized" per poter eccellere in NFL. Anche da qui si può capire come il draft sia una scienza "inesatta" visto che i vari scout potranno sì misurare chili, centimetri e velocità di un giocatore, ma non quegli elementi "intangibili" (cuore, grinta, cattiveria, voglia di vincere) che fanno molto spesso la differenza tra un Pro Bowler e un mestierante qualsiasi...

Speriamo dunque che il #54 prosegua sulla strada intrapresa e che intorno a lui si riesca a ricostruire una difesa importante. Domenica scorsa contro Buffalo il reparto difensivo ha giocato un ottimo match, ma mi piacerebbe vedere replicata una simile prestazione contro un team più forte (ad esempio i '49ers, perché no...) dei modesti BIlls.

Il contratto di David scadrà tra due stagioni, al termine del 2015. A mio modesto avviso sarebbe opportuno, nel corso dell'offseason, discutere di una estensione a lungo termine magari aggiornando anche le cifre: non esiste che questo ragazzo guadagni circa 800mila dollari a stagione, ossia quanto si mette in tasca Revis (che prende 16 milioni annui) per tre quarti di ogni singola partita...

Una sola cosa non riesco (ancora!) a "perdonare" (si fa per dire!) a Lavonte: quel fallo stupido e inutile commesso ai danni di Geno Smith nella week 1, che ci è costata una sconfitta così bruciante che ancora devo "metabolizzarla" del tutto... e chissà che espugnando New York alla prima di campionato non avremmo poi assistito ad una stagione diversa, da parte della nostra squadra... Ad ogni modo, simili errori di inesperienza ci stanno tutti da parte di un giocatore al secondo anno, l'importante è imparare dai propri sbagli ed evitare di commetterli nuovamente in futuro.

Lavonte David, chissà se è nata una stella nel cuore della difesa dei Bucs...

lunedì 9 dicembre 2013

Bucs-'49ers, uno sguardo ai grandi match del passato

1997: Bucs -'49ers sulla copertina di SI
Oggi i San Francisco '49ers sono una delle "corazzate" dell'NFL: reduci dallo scorso Super Bowl perso all'ultimo soffio contro Baltimore, anche quest'anno la squadra californiana è in piena corsa per un posto ai playoff ed è tra le principali candidate a rappresentare l'NFC al prossimo SB di New York. 

I Tampa Bay Buccaneers sono invece da troppi anni relegati nei bassifondi della classifica, ed anche qauest'anno il sogno di approdare ai playoff è svanito già dopo le primissime giornate. Eppure c'era un tempo - nemmeno troppo lontano - in cui Bucs e '49ers erano avversarie per così dire di "pari livello" e sebbene siano state abbastanza rare, non sono mancate nel corso degli anni alcune "imprese" compiute dai pirati della Florida ai danni dei cercatori d'oro californiani... 

Gli scontri diretti parlano infatti chiaramente a favore dei niners (16 vittorie a 5 per San Francisco nei 21 precedenti sin qui disputati, playoff compresi), ma quelle poche volte in cui l'abbiamo spuntata noi, diciamo che siamo riusciti a toglierci alcune belle soddisfazioni...

In attesa del match di domenica prossima, quando i '49ers arriveranno al RJS per una partita praticamente senza pronostico tanto la squadra di coach Jim Harbaugh è favorita, voglio ricordare brevemente tre incontri del recente passato tra queste due squadre, che chiunque segua i Bucs da un po' di tempo credo rammenti ancora oggi (quasi) alla perfezione...

31 agosto 1997, week 1: Buccaneers - '49ers 13-6 
Fu proprio questa la prima partita in assoluto disputata dai Bucs indossando le nuovi uniformi dopo il "pensionamento" di Bucco Bruce, ed esordio più ostico non poteva esserci: al Tampa Stadium (ai tempi si giocava ancora al mitico Big Sombrero) arrivarono infatti i San Francisco '49ers, lo squadrone che con i Dallas Cowboys aveva dominato a mani basse gli anni '90 e che seppure avviato sulla via di un lento declino avrebbe dovuto rappresentare un ostacolo insormontabile per i giovani Buccaneers allenati da Tony Dungy.

Tampa Bay, all'epoca, era reduce da quattordici campionati consecutivi terminati con record perdenti (!), ma in squadra erano già presenti tre dei giocatori che avrebbero composto l'ossatura della formidabile difesa che di lì a qualche anno avrebbe condotto i Bucs alla vittoria nel Super Bowl n.37 (Sapp, Brooks, Lynch).

Il match ebbe un andamento estremamente equilibrato, Tampa Bay giocò con una fisicità fuori dal comune, e con un formidabile Warren Sapp (che si meritò gli onori della cover di Sports Illustrated) a tenere quasi da solo in scacco l'attacco dei californiani. Fu una partita brutta, sporca e cattiva (o semplicemente meravigliosa, a seconda dei punti di vista!) con i Bucs che nel secondo tempo recuperarono lo svantaggio di 0-6 segnando 13 punti consecutivi e resistendo agli attacchi finali dei '49ers. 

Prima partita e prima vittoria con le nuove divise, contro un avversario titolatissimo... in pratica, un piccolo-grande trionfo. "New uniforms, new attitude" era più o meno lo slogan utilizzato da Tampa Bay per la stagione 1997 e quale esordio migliore poteva esserci, che superare uno dei team più forti degli ani '90 dopo una vera e propria battaglia...

12 gennaio 2003, Divisional Playoff: Buccaneers - '49ers 31-6 
Sì, confermo: c'era un tempo in cui non solo i Bucs giocavano i playoff, ma saltavano anche il wild card game, entrando in gioco solamente nel turno successivo... nei playoff 2002 (l'anno del Trionfo) i Bucs iniziarono la postseason proprio nel Divisonal game contro i i 49ers di Jeff Garcia (un QB che anni più tardi avremmo visto tra le nostre fila) che all'ultimo soffio avevano eliminato i New York Giants in un rocambolesco wild card game.

Si pensava di assistere ad un match equilibrato, con Bucs e '49ers a combattere fino all'ultimo per andare a sfidare gli Eagles a Philadelphia. E invece no: fu dominio assoluto da parte di Tampa Bay, che chiuse il match già nel primo tempo, andando all'intervallo sul punteggio di 28-6 dopo 30 minuti di football quasi perfetto. La difesa si confermò come sempre una garanzia, ma in questa partita anche l'attacco girò a mille, e per i 49ers non ci fu mai la possibilità di rimettere in discussione l'esito della sfida.

Forse una delle gare in assoluto meglio giocate – su entrambi i lati, attacco e difesa – da parte di quel formidabile team che troppo spesso accanto ad una difesa dominante proponeva invece un attacco quantomeno "rivedibile". Ma così non fu in questa partita, in cui entrambi i reparti – D e O – giocarono al meglio delle loro possibilità. 2 TD su corsa di Alstott, uno per il WR Jurevicius e uno per il TE Dudley, oltre ad un FG di Gramatica, sigillarono il punteggio sul 31-6. Tempo un paio di settimane e i Bucs avrebbero alzato al cielo il Vince Lombardi Trophy, nella indimenticabile notte magica di San Diego...

21 novembre 2010, week 11: '49ers - Buccaneers 0-21
Questo invece è un match recente, e risale solo a tre anni fa, alla stagione del "grande bluff", quella in cui sembrava che i Bucs fossero avviati a costruire qualcosa di importante, ma il record finale di 10-6 fu a dir poco ingannevole, visto che dalla stagione seguente ai nostri giorni si sono succedute solo delusioni in serie. Per non parlare di quella massima, tra le delusioni, e cioè Josh Freeman, che a quella memorabile annata fece seguire campionati sostanzialmente mediocri e comunque mai più all'altezza di quell'illusorio 2010.

Ma torniamo a questa partita del novembre 2010, in cui i Bucs espugnarono il Candlestick Park tenendo a zero punti segnati i '49ers (non accadeva da oltre trent'anni, dal 1977, che San Francisco non segnasse punti in un match casalingo!) con Freeman che si prese il lusso di lanciare un TD pass anche all'OL Donald Penn, oltre a condurre la squadra ad un successo brillante e mai in discussione.

Quell'anno San Francisco era un team che navigava nei bassifondi nella NFC West, ma espugnare uno stadio "mitico" dell'NFL come il Candlestick Park, per di più tenendo a zero punti segnati, dopo decenni, una delle squadre più gloriose di sempre è, come si dice in questi casi, "priceless".


E dopo il dolce amarcord, veniamo all'amaro presente: nessuna illusione, domenica San Francisco vincerà al RJS e continuerà la sua cavalcata verso i playoff. Sarà comunque importante vedere che "grado" di opposizione ci sarà da parte di Tampa Bay. Ci faremo travolgere come a Charlotte o perderemo in maniera "dignitosa" e giocandocela fino all'ultimo come è accaduto a Seattle?

Come ripetiamo ormai da tempo, queste partite di fine stagione meritano comunque di essere seguite con attenzione, non fosse altro che per meglio valutare alcuni giocatori in ottica 2014 (Bobby Rainey e Mike Glennon su tutti, tanto per fare nomi).

E non è escluso che questi match siano importanti anche per definire le sorti del nostro "amatissimo" coaching staff... rivedremo Schiano & co. anche l'anno prossimo sulla sideline dei Bucs? Glazer a parte nessuno conosce la risposta a questa domanda (forse nemmeno i Glazer stessi!) e qualche indizio credo che potrebbero darcelo le prossime tre partite, dato che – ad esempio – perderle ignobilmente tutte quante o magari riuscire a vincerne un paio potrebbe fare per Schiano, a fine stagione, la differenza tra avere un posto di lavoro anche per l'anno prossimo oppure ritrovarsi disoccupato...

domenica 8 dicembre 2013

Una prestazione super della difesa regala ai Bucs la W n.4

Rainey e Glennon, protagonisti contro Buffalo
Non è stato un match  particolarmente brillante, quello tra Bucs e Bills, ricco di errori, palle perse e intercetti. Ma Tampa Bay è stata sempre in controllo della partita, e alla fine è arrivata una W netta, mai veramente in discussione, con i Bucs che nei primi due quarti hanno messo al sicuro il risultato e che nel secondo tempo, una volta tanto, anziché farsi rimontare sono riusciti a contenere i tentativi di rientrare in partita vanamente orchestrati da Manuel e soci.

Tra le giocate più spettacolari di oggi, da segnalare soprattutto la meravigliosa corsa da 80 yards di Bobby Rainey, il cui elettrizzante TD in apertura di match ha spianato al strada ai Bucs. Bello, anche se un po' estemporaneo, il TD pass di Glennon per Jackson, che di lì a poco ha indirizzato la gara ancora più chiaramente a favore della squadra di casa.

Poi, è iniziato il festival del tunrnover, con intercetti e palle perse (soprattutto da parte di Buffalo), e con la difesa dei Bucs che ha davvero giocato un match di altissimo livello, non solo limitando l'attacco dei Bills ma anche costringendo a ripetute penalità gli uomini di linea di Buffalo, davvero in difficoltà a contenere la linea difensiva di Tampa Bay, stasera particolarmente attiva.

Bene tutti in difesa, ma una menzione particolare va a Lavonte David, non solo per i due intercetti ma per l'ennesima partita praticamente perfetta giocata da quello che è ormai uno dei migliori LB dell'intera NFL; bene anche la linea difensiva, in tutti i suoi elementi, con una nota particolare per il rookie William Gholston, che in queste ultime gare si sta ritagliando un ruolo sempre più importante dopo avere iniziato la stagione quasi sempre tra gli "inactive players".

Sono da rimarcare e sottolineare i sette sack e i quattro intercetti registrati quest'oggi, davvero "tanta roba" da parte di una D che per questa partita sembrava essere tornata quella dei tempi d'oro...

E l'attesa sfida tra Manuel e Glennon come è finita? Tra i due alla fine è uscito vincitore Glennon, che non solo ha guidato la sua squadra alla vittoria ma che ha chiuso con 2 TD (a zero) e due intercetti (a quattro), sebbene con solamente 90 yards (a 184) guadagnate su passaggio. I due QB hanno giocato una classica partita da... rookie, e cioè con tanti errori e qualche (rara) fiammata. Ad ogni modo, un altro piccolo passo in avanti per Glennon, che stasera ha fatto quello che doveva - guidare il suo team alla W - e nonostante qualche sbavatura di troppo (e un match sostanzialmente opaco) i suoi errori non si sono rivelati decisivi per mettere in discussione l'esito del match.

E adesso, archiviata questa vittoria con Buffalo che sulla carta doveva essere agevole e che tale si è rivelata anche alla prova del campo, sotto con San Francisco, in quello che invece appare, in teoria, come un match proibitivo il cui pronostico sembra chiuso a favore dei '49ers. Ma le partite iniziano sempre dallo 0-0, e chissà che i Bucs non vogliano salutare il pubblico di casa, dato che quella di domenica prossima sarà l'ultima partita casalinga della stagione, regalando ai tifosi una prestazione "importante" contro un team che punta decisamente a fare strada nei playoff... nei prossimi giorni torneremo su alcune recenti sfide tra Bucs e 49ers; Tampa Bay ne ha vinti pochi di scontri diretti, ma alcuni di questi sono stati davvero memorabili. Anyway, ora e sempre GO BUCS!

sabato 7 dicembre 2013

Il percorso parallelo di E.J. Manuel e Mike Glennon

Giovani QB contro: E.J. Manuel sfida Mike Glennon

Il match di domani tra Tampa Bay e Buffalo sarà anche una sfida nella sfida tra
E. J. Manuel e Mike Glennon, i due rookie che sino ad ora meglio si sono comportati tra i QB usciti dall'ultimo draft.

E.J. e Mike hanno in comune non solo un positivo esordio tra i PRO ma anche un lungo percorso parallelo; cresciuti entrambi in Virginia, Manuel e Glennon si conoscono sin dai tempi dell'High School. Dalle colonne del Tampa Bay Times, Manuel ricorda il primo incontro con il suo diretto rivale di domani:
"Mike stuck out because he was one of the taller guys that you'll meet when you go on a recruiting visit," Manuel said of the 6-foot-6 Glennon. "At one of the campuses, we introduced ourselves to each other and have been friends ever since."

E cosa ne pensa il QB dei Bucs del suo avversario di domani? Sempre dal TBT, così Glennon:
"He's a great guy," Glennon said of Manuel. "His parents are great people. It's just neat that through high school, you don't know what's going to happen. And then in college, we played against each other and now again in the NFL."

E.J. Manuel è entrato n NFL con maggiori aspettative rispetto a Glennon, scelto dai Bills al primo giro del'ultimo draft con la pick n.16 overall e titolare sin dalla week n.1. Nel corso di questa sua prima stagione Manuel ha guidato Buffalo a prestazioni importanti contro squadre del calibro di New England e Carolina, prima di infortunarsi ad un ginocchio con conseguente assenza dai campi per circa un mese.

Anche Greg Schiano ha speso parole lusinghiere peril QB rookie di Buffalo:
"He's a really fine quarterback and a great young man," Schiano said. "He's mobile, got a big arm. He's a smart guy. He's got all the intangibles."
 
In quanto al percorso di Mike Glennon tra i PRO, credo che chi legge queste pagine lo conosca molto bene... diventato titolare nella week n.4, dopo il "defenestramento" di Freeman, Mike ha iniziato non senza difficoltà il suo cammino tra i PRO, migliorando però di partita in partita sino ad ottenere il riconoscimento di Offensive Rookie of the Month per il mese di novembre.

Reduce dall'opaca partita di Charlotte, Glennon è chiamato al riscatto sin dal match contro Buffalo, e in queste rimanenti quattro partite dovrà dimostrare di avere i numeri per meritare la conferma di QB starter anche nel 2014.

Ma al di là della sfida tra queste due giovani promesse, come dicevo qualche giorno fa la partita tra Tampa Bay e Buffalo - apparentemente un banale match di fine stagione tra due team che nulla hanno più da chiedere a questa stagione - presenta risvolti molto importanti per il futuro dei Bucs; pensate infatti ai due opposti  scenari che si aprirebbero in caso di vittoria convincente (tipo match vs Atlanta) oppure di sconfitta bruciante (la replica del match di sette giorni fa, ad esempio). E quindi, anche domani sera, non mancano di certo i motivi per rimanere incollati davanti al Game Pass...

venerdì 6 dicembre 2013

Contro Buffalo Schiano confida nel clima torrido...

Greg Schiano
Domenica prossima arriveranno al RJS i Buffalo Bills, in quella che - delle rimanenti quattro - è probabilmente la partita (almeno sulla carta) più agevole per questi Buccaneers, peraltro sempre alle prese con un'infermeria strapiena.

Sono infatti in dubbio per il match sia Vincent Jackson che Chris Owusu, e questa - considerando la scarsa profondità a livello di ricevitori - non è certo una buona notizia per Mike Glennon. Problemi anche per il DT Gibson mentre dovrebbe essere inserito a breve in IR il "lungodegente" Carl Nicks, anche perché ormai non avrebbe un gran senso forzarne il rientro a questo punto della stagione.

Vincere con Buffalo e portarsi a quota 4 W sarebbe importante soprattutto  per Greg Schiano, la cui riconferma per il 2014 credo sia ancora tutta da definire; solo vincendo almeno un paio di match da qui a fine mese e facendo giocare alla squadra un football decisamente diverso da quello (orrendo) di sette giorni fa a Charlotte, credo che l'ex HC di Rutgers possa avere qualche possibilità di riconferma.

E per cercare di vincere contro Buffalo, Schiano nel corso della conferenza stampa di ieri ha confidato di augurarsi un "clima torrido", sia da un punto di vista strettamente meteorologico che di tifo sugli spalti.

In quanto al meteo, non dovrebbero esserci problemi. A Tampa in questi giorni si viaggia intorno ai 30 gradi, e considerando che Buffalo viene dal freddo nord dove la temperatura è decisamente molto rigida in questo periodo dell'anno, il clima potrebbe essere l'alleato migliore per i Bucs, i cui giocatori - a differenza di quelli dei Bills - sono abituati al caldo torrido e a un'umidità ai limiti del sopportabile.

Così Schiano, dal sito ufficiale, a proposito del "meteo":
"As we all know, it’s really heated up here the last couple days and it’s going to be very warm on Sunday," said Buccaneers Head Coach Greg Schiano.  "Today, we were simulating the no-huddle with running a couple huddles and running guys in and out. I’m sure we’ll have some IVs flowing in the training room. Real feel out there, it was close to 90 [degrees]. That’ll have an impact I’m sure."

Ma l'HC spera in un clima "caldo" anche sugli spalti (e qui ho l'impressione che sarà un po' più difficile, considerando ad esempio che i biglietti invenduti sono ancora tantissimi...). Sempre nel corso della conferenza stampa di ieri, Schiano ha infatti auspicato che il "dodicesimo uomo" dei Bucs domenica faccia sentire la propria voce, per "disturbare" il più possibile l'attacco "no huddle " di Buffalo.

Schiano chiede dunque aiuto al pubblico: "make some noise", in sintesi, la richiesta dell'HC:
“I just throw this out there to our fans that when a no-huddle team tries to communicate, if you can take the verbal communication out of it by crowd noise, it’s very, very helpful,” Schiano said. “So now it’s all hand signals. So we need our own 12th man when we’re on defense this weekend.”