lunedì 23 dicembre 2013

Ancora un passo indietro per Glennon e Rainey

Bobby Rainey e Mike Glennon
Si era detto più volte che queste partite di fine stagione, assolutamente inutili ai fini della classifica dato che i Bucs sono fuori dalla corsa per i playoff praticamente già da inizio ottobre, meritavano comunque di essere seguite con un certo interesse.

Lo scopo era cercare di capire se alcuni degli attuali protagonisti avevano (oppure no) qualità e doti tali da far pensare ad un loro stabile utilizzo in maglia Bucs anche per la stagione 2014.

Gli "osservati speciali", dal mio punto di vista, erano soprattutto due, il QB e il RB: Mike Glennon e Bobby Rainey avevano infatti rappresentato, nel mese di novembre, una piacevole sorpresa in questa orribile stagione 2013, inanellando alcune prestazioni più che buone, decisive per consentire ai Bucs di ottenere qualche bella vittoria confortata (incredibile!) anche da un football giocato a livelli più che accettabili.

Partiamo da Rainey, un RB letteralmente "raccattato" dalla strada e messo in squadra per "disperazione", dopo che prima di lui erano finiti KO tutti i portatori di palla a roster (da Martin a Demps passando per James e Smith). Poco da dire: l'esordio di Rainey è stato più che brillante, con il RB sugli scudi nelle W contro Miami e Atlanta, interprete della classica "favola" a stelle e strisce in cui il protagonista sfrutta l'occasione che gli si presenta passando all'improvviso dalla polvere alla gloria.

Ma le favole, purtroppo, di solito hanno vita breve nel duro mondo del football professionistico...

Nelle ultime partite (se si esclude l'estemporaneo exploit contro Buffalo, con quella fantastica corsa da 80 yards al secondo gioco della partita), Rainey ha giocato proprio male (assistito peraltro pochissimo dalla OL) e contro Carolina, San Francisco e St. Louis la mancanza di un efficace e consistente gioco di corsa ha pesato moltissimo sull'esito finale di questi incontri.

Che fare dunque con Rainey, per il prossimo anno? Credo che questo giocatore possa essere un interessante rincalzo, ma qui di dubbi non ce ne sono: Doug Martin, se utilizzato in maniera "logica" e non come "carne da macello" a cui far portare la palla trenta volte a partita (vero Schiano?) è di un altro pianeta rispetto a Bobby e dovrà essere proprio "the muscle hamster"  il giocatore da cui l'attacco dei Bucs deve ripartire nella prossima stagione. Poi, alle spalle del RB #22, si potrà riproporre Rainey, oppure Mike James, o magari il velocissimo Jeff Demps, ma riterrei ovvio e scontato che certe "eresie" che mi è capitato di leggere su forum americani dopo le prime confortanti prestazioni del buon Bobby ("e se scambiassimo Martin per una prima scelta e ci tenessimo Rainey?")  non potranno altro che rimanere delle (peraltro poco divertenti) "battute di spirito", definiamole così...

Decisamente più interesse, però, c'era per le prestazioni del quarterback, il rookie Mike Glennon; perché se a livello di RB i Bucs hanno le spalle ben coperte da un fuoriclasse del calibro di Martin, che nel 2014 riprenderà "possesso" del backfield di Tampa Bay, a livello di QB la situazione è decisamente più precaria: una volta "defenestrato" Freeman, e con il solo Orlovski a roster, tutta la responsabilità di muovere l'attacco è piombata sulle (deboli) spalle del rookie da NC State; una delle tante mosse azzardate (e prive di buon senso) da parte di Schiano, e di cui l'HC sarà chiamato a pagare le conseguenze nell'imminente "black monday", presumo e mi auguro...

Glennon, si diceva: inizio titubante, con luci e ombre nelle prime due partite con Arizona e Philadelphia. Poi, dopo altre due prestazioni altalenanti con Atlanta e Carolina, ecco che a novembre li simpatico "pennellone" inizia a giocare ad un altro (e ben più consistente) livello.

Le partite con Seattle (persa di un soffio in OT) e quelle vittoriose  contro Miami, Atlanta e Detroit portano la firma di Mike, ma dopo queste quattro belle prestazioni, che gli sono valse il meritato riconoscimento di offensive rookie of the month, di Mike Glennon - nel mese di dicembre - si sono perse le tracce. Male a Carolina, male anche nella W contro Buffalo, impalpabile e timoroso contro San Francisco, e pessima, infine, la prestazione di ieri a St. Louis. Partita, quest'ultima, che si può (impietosamente) riassumere in una giocata: quella in cui Glennon va in scramble per chiudere un terzo e corto ma, impaurito dall'arrivo di un difensore dei Rams, si accartoccia goffamente a mezza yarda dalla chiusura del down, alzando bandiera bianca troppo, troppo in anticipo rispetto ad un possibile contatto con l'avversario...

Questo atteggiamento "timoroso" di Glennon si era già notato contro San Francisco, e ieri è riapparso: il ragazzo non è tranquillo, gioca con il terrore di essere piallato di difensori avversari, e del resto col fisico che si ritrova lo si può anche capire. Ecco, si potrebbe anche dire che forse Glennon non ha scelto il mestiere più adatto, perché chi decide di fare il QB starter in NFL non può giocare con addosso la paura, ma deve avere la faccia dura e cattiva, sempre, anche perché gli avversari certe cose le avvertono subito e con giocatori mingherlini e soprattutto timorosi come il Glennon delle ultime due partite, le difese ci vanno a nozze.....

Poi, si potrebbe (anzi, si dovrebbe) aprire un lungo capitolo sulle prestazioni gravemente insufficienti della linea offensiva, il cui scarso rendimento ha influenzato in negativo - e non poteva essere altrimenti - anche quelle di RB e QB. Ma il fatto che Penn e soci stiano giocando male non giustifica, per tornare a quanto si diceva prima, il fatto che Glennon si inginocchi prima di fare tutto il possibile per prendere il primo down, cosa questa che mi pare una "spia" circa il fatto che al giocatore difettino un po' cuore e attributi, requisiti senza i quali di strada tra i professionisti se ne fa poca, anche qualora si possieda una spirale di passaggio perfetta e un colpo d'occhio fenomenale (tutte qualità che peraltro non mi pare appartengano al QB dei Bucs).

E dunque? Dunque niente, "sparare" sentenze non mi è mai piaciuto, mi limito però a notare come i due "osservati speciali" escano male da queste partite di fine stagione, che così insignificanti non credo siano, per cercare di capire quali saranno i Bucs del prossimo futuro... inutile dire, poi, che in altri contesti e con altri CS questi due ragazzi potrebbero sicuramente fare meglio e mostrare quelle qualità che, negli attuali Buccaneers, forse neanche veterani scafatissimi potrebbero esibire, figuriamoci due rookie  o quasi alle prime esperienze tra i PRO...

Ad ogni modo, per il bene della squadra, l'auspicio è quello di rivedere il Martin ammirato nel 2012 come RB e un altro QB al posto di Mike a guidare i Bucs edizione 2014; se poteva avere un senso dare al Glennon visto a novembre un'altra possibilità, mi chiedo come si potrebbe riproporlo nel 2014, dopo questa serie di imbarazzanti prestazioni in cui l'attacco da lui guidato ha prodotto il nulla assoluto o quasi....

Infine, per quel che riguarda la sideline, la speranza è che i Glazer non facciano prevalere questioni economiche (i tre anni di contratto ancora in essere che legano l'attuale HC ai Bucs) a ragioni tecniche sin troppo evidenti, premesso che basterebbero un minimo di logica e un po' di buon senso per capire che i giorni di Schiano a Tampa non potranno che terminare lunedì 30 dicembre, all'indomani di quella che sarà la sconfitta numero 21 nelle 32 partite disputate sotto la guida dell'ex HC di Rutgers...

3 commenti:

  1. Le ultime notizie danno Schiano vicino a Penn State :spumante: :)

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  2. Se così fosse Luca, spumante per davvero!

    Di Rainey frega poco, è il quinto RB a roster e una volta recuperati gli altri non se ne sentirà neanche più parlare, a meno che scali qualche posizione se si deciderà di tradare qualcuno. Ovviamente, come tutti i RB passati da Tampa ultimamente, andrebbe valutato con un playbook decente - leggasi coaching staff decente... - che non lo manda a rimbalzare ogni volta in bocca alla DL avversaria; questo è preoccupante non solo per lui, ma anche per tutti i suoi colleghi ben più valutati: Martin ha iniziato l'anno decisamente sottotono rispetto al 2012, qualche responsabilità ce l'avrà anche lui ma di sicuro finchè la Linea resta quella e il playbook anche, c'è ben poco da fare sulle corse, qualunque RB targato Bucs rischia di fare la fine di Trent Richardson a Indy con la misera media di 1 yd. a portata.
    Chiaramente, con 5 RB a roster, se al prossimo draft si sprecherà una scelta per prenderne ancora uno il sottoscritto lo sentiranno imprecare fino in Florida......

    Capitolo Glennon: è indubbio che sia regredito, anche se, come i suoi colleghi RB, mi piacerebbe valutarlo dietro una linea solida, con un playbook sensato, e con un coach d'esperienza che sappia come si fanno crescere i QBs.... Purtroppo credo che a TUTTI i giudizi che diamo a questa squadra si debba "fare la tara" se consideriamo chi calca la sideline, quindi per ora anche io non voglio essere categorico.

    La priorità numero uno è liberarci del CS, da lì si valuterà il draft e l'offseason. Anche perchè se Schiano resta prepariamoci ad un altro anno con Glennon... un altro anno di trade di gente semisconosciuta ma col "necessario" requisito di aver studiato a Rutgers... un altro anno del cavolo insomma. Qualcuno ce ne salvi.........

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  3. Greg Schiano a Penn State e Mike Sullivan ad ARMY... non sarebbero davvero niente male, come regali di Natale....! ;-)

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