domenica 27 dicembre 2015

Tampa Bay alla deriva, Chicago passeggia al RJS...


Sono davvero una "squadretta", questi Tampa Bay Buccaneers edizione 2015. La partita di stasera contro i tutt'altro che irresistibili Bears ha confermato che di strada per diventare un team "serio", con aspirazioni da postseason, ne dovranno percorrere ancora tantissima, Winston e soci.

Dopo un inizio di match confortante, con la difesa abile nel bloccare l'attacco di Chicago e con lo special team che (dopo anni!) metteva a segno nientemeno che un punt bloccato, è calato ben presto il sipario per i nostri sempre più sbiaditi e sgualciti colori.

Il copione è stato, più o meno, il medesimo già visto tante volte quest'anno; errori a ripetizione (drop, penalità sanguinose, fumble, intercetti, FG sbagliati...) e tutta l'inerzia passa lentamente quanto inesorabilmente agli avversari di turno, che accettano gli omaggi dei ragazzi in Red and Pewter e si portano a casa la vittoria.

Troppe volte quest'anno abbiamo assistito a questo film di cui il finale è - purtroppo - arcinoto...

E dire che la "schedule" dei Bucs di quest'anno era scandalosamente facile, se si pensa che abbiamo giocato contro le division "materasso" dell'NFL quali NFC East e AFC South, e nonostante questo riusciremo a chiudere con un record di 6-10, pur avendo affrontato in tutto il campionato solo un vero team "vincente", i Carolina Panthers.

Dispiace, constatare la pochezza di questa squadra, perché i veterani di valore non mancano, i rookie di belle speranze nemmeno, e allora è inevitabile voltarsi verso la sideline e domandarsi se abbia un senso proseguire ancora il cammino con Lovie Smith, coach dal grande passato quanto dal piccolo presente.

I suoi predecessori Morris e Schiano - con squadre decisamente meno competitive di quella attuale - tutto sommato vennero licenziati per molto meno. E credo sia inevitabile chiedersi se il credito di cui gode Smith sia infinito o se anche i Glazer ne abbiano le tasche piene - any given sunday - di svuotare intere casse di Maalox nell'assistere a simili impietosi spettacoli......

mercoledì 23 dicembre 2015

Doug Martin e Gerald McCoy convocati al Pro Bowl


Sono stati resi noti nella giornata di ieri i nominativi dei giocatori convocati al Pro Bowl. Spicca la presenza di due elementi dei Bucs, il RB Doug Martin e il DT Gerald McCoy, nonché di due giocatori indicati come "alternate", ossia "riserve" nel caso qualcuno dei titolari fosse costretto a dare forfait: il LB Lavonte David e la G Logan Mankins.

Per Martin si tratta di un ritorno al Pro Bowl, per il quale era già stato convocato una volta dopo la sua eccellente stagione da rookie nel 2012. Per McCoy invece si tratta di un appuntamento ormai abituale, essendo Geraldone presenza fissa al match delle stelle da ormai quattro anni.

Si tratta di un riconoscimento strameritato per Martin, la cui stagione è stata sin qui eccellente, senza tralasciare il fatto che nelle ultime due partite di stagione proprio Doug contenderà ad Adrian Peterson il trono di miglior RB dell'intera NFL, dato che al momento i due giocatori sono divisi solo da poche yards conquistate su corsa.

E' stata invece meno brillante la stagione di McCoy, ma va considerato che Gerald ha giocato a lungo con seri problemi fisici ad una spalla, oltre a quelli più recenti ad una mano, senza comunque far venire meno il suo importante contributo alla squadra.

Da segnalare che McCoy è il nono giocatore nell'intera storia dei Bucs ad essere stato convocato ad almeno quattro edizioni del Pro Bowl, ed il settimo a vantare quattro chiamata consecutive.

Complimenti dunque ai nostri giocatori, e speriamo che l'intera squadra ci regali nelle ultime due rimanenti partite di stagione due match intensi e combattuti. Chiudere il 2015 con almeno 7 vittorie, evitando la doppia cifre alla voce "sconfitte", sarebbe già un risultato accettabile, fermo restando che per l'anno prossimo sarà "obbligatorio" per Lovie Smith e Jason Licht costruire un team in grado di lottare, fino alla fine, per un posto ai playoff.

venerdì 18 dicembre 2015

I Bucs si svegliano troppo tardi, la vittoria va ai Rams

Le partite di football sono articolate in quattro distinti periodi, e non è sufficiente giocarne bene solamente uno, peraltro a risultato ormai ampiamente compromesso, per sperare di portare a casa la W.

E dunque contro i Rams è arrivata l'ottava sconfitta stagionale per i Bucs, inguardabili per i primi tre quarti in cui sono stati presi letteralmente a pallate da St. Louis, un team di livello assai modesto che per oltre metà partita i Bucs hanno fatto sembrare uno squadrone.

In attacco hanno funzionato all'inizio solo le corse di Doug Martin, autore di ottime portate prima che un fumble lo togliesse praticamente dal match, e poi i passaggi di Jameis Winston, che ha lanciato ben 50 volte (davvero troppe) per complessive 363 yards e 2 TD, oltre a un intercetto.

Proprio Winston ha guidato il tardivo tentativo di rimonta con la solita grinta, cercando di spronare i compagni e guidarli all'impresa. Ma sono stati troppi gli errori commessi dalla squadra nell'intero arco del match, perché fosse possibile sperare nella rimonta.

Come al solito, tantissime le penalità, a cui si sono aggiunte le solite amnesie in difesa ed errori davvero banali, come ad esempio il fumble di Dye, che - a pochi centimetri dall'endzone - non essendosi reso conto di non essere stato toccato dai difensori dei Rams dopo una acrobatica ricezione, ha lanciato via la palla commettendo il più inutile dei fumble, per fortuna ricoperto dai Bucs.

Winston, dopo un avvio opaco, come si diceva ha dovuto forzare e lanciare tantissimo per cercare di riacciuffare i Rams, ma ormai i giochi erano fatti; e poi l'assenza di Vincent Jackson, nonostante Humpries abbia ricevuto alcuni buoni palloni, si fa sentire non poco ed il bersaglio principale (e pressoché unico) di Jameis è stato il solito Mike Evans, che ha messo insieme cifre importanti (9 ricezioni per 157 yards) abbinate ai suoi ormai consueti drop.

Breve postilla a proposito di Jameis: mi pare sia uno dei giocatori meno tutelati dell'intera NFL, ed è strano considerata l'attenzione riservata ai QB, talora salvaguardati fino all'eccesso. Evidentemente Winston è ancora un rookie e non gode della considerazione di altri "senatori" quali i vari Brady, Manning & co., perché sembra che il QB dei Bucs possa essere tranquillamente e soprattutto impunemente placcato dai difensori avversari anche a palla ormai ampiamente lanciata o quando il ragazzo è già fuori dal campo; ci sarebbero fitte piogge di flag gialle, credo, se questi placcaggi in palese ritardo riguardassero i vari Big Ben, Romo, ecc... e mi piacerebbe vedere un minimo di tutela in più per il nostro QB, premesso che questo discorso non c'entra nulla con la sconfitta di St. Louis quanto con un atteggiamento poco "protettivo", da parte di chi dovrebbe far rispettare le regole, riscontrato nell'arco dell'intera stagione nei confronti della first pick overall dell'ultimo draft.

Complessivamente, tornando alla partita, una prestazione decisamente negativa per Tampa Bay, che alla fine perde quasi di misura ma che per larga parte del match è stata in balìa di un avversario modesto e assolutamente alla portata, con cui sarebbe stato doveroso giocarsela alla pari per tutti e quattro i quarti, non solo nell'ultimo.

Tramontati da tempo i sogni playoff, sarà ora molto difficile concludere la stagione con un record non perdente, visto che al momento i Bucs si trovano in una situazione di 6-8, e non sarà semplice superare Chicago al RJS e soprattutto Carolina in trasferta, per chiudere il campionato con quello che sarebbe un più che dignitoso 8-8.

martedì 15 dicembre 2015

Rifirmato il DE Da'Quan Bowers

In vista degli ultimi tre impegni stagionali, in casa contro Chicago ed in trasferta a St. Louis e Carolina, i Bucs hanno rifirmato quest'oggi una vecchia conoscenza, il DE Da'Quan Bowers.

Considerato che a livello di DL ci sono parecchi giocatori infortunati - McDonald ha già terminato la sua stagione, McCoy sta giocando con una mano malconcia e Akeem Spence si è infortunato ad un a caviglia nel match con i Saints - ecco la decisione di dare profondità alla linea difensiva, riportando a One Buc Place il veterano Bowers, per far posto al quale nel roster è stato tagliato un altro DE, il rookie Josh Shirley.

Bowers venne scelto dai Bucs al secondo giro del draft 2011, senza mai replicare in NFL quelle eccellenti prestazioni che erano abituali per lui a livello di college, quando Da'Quan era la vera e propria "stella" dei Clemson Tigers.

In quattro anni tra i PRO Bowers ha giocato 50 partite (10 da titolare) limitato nel rendimento anche dai mai del tutto superati problemi al ginocchio rimediati ai tempi del college. L'ultima apparizione di Da'Quan in maglia Bucs risale alla preseason di quest'anno, in cui Bowers scese in campo in tutte e quattro le amichevoli precampionato per finire poi tra i giocatori esclusi dal roster con tagli finali di inizio settembre.

domenica 13 dicembre 2015

Bucs, brutta sconfitta e addio al sogno playoff

Brutto passo indietro dei Bucs, superati meritatamente dai Saints e ormai quasi del tutto fuori dalla corsa ai playoff.

Peccato, perché le ultime prestazioni di Winston e soci avevano fatto intravedere un miglioramento di cui però, stasera, si sono completamente smarrite le tracce.

A lunghi tratti è sembrato di rivedere i Bucs molli e inconcludenti di inizio stagione, peraltro contro una squadraccia (Brees a parte) come i Saints di questa stagione.

Tampa Bay improduttiva in attacco, dove peraltro Doug Martin è stato impiegato troppo poco, Mike Evans praticamente mai e V. Jackson ha dovuto saltare quasi tutto il match per un infortunio al ginocchio, e molle in difesa, con Brees quasi mai messo sotto pressione e quindi implacabile nel chiudere un terzo down dopo l'altro in tranquillità.

Se poi ci si mette anche Connor Barth a sbagliare i FG da distanze non impossibili (dalle 47 yards) allora vuol dire che proprio non è serata, e che è anche giusto che un team così fragile e discontinuo come si sono rivelati questi Buccaneers nel momento della verità, a gennaio i playoff se li guardi in televisione, anziché disputarli.

Non sono mancate le solite sanguinose penalità, alcune delle quali cruciali, nonché scene di nervosismo in campo (Evans) e sulla sideline, con McCoy che è quasi venuto alle mani con il coach della D-line Joe Cullen, a conferma del nervosismo e della negatività della serata.

A questo punto, l'obiettivo di Tampa Bay è quello di chiudere la stagione con un record non perdente, vincendo almeno altre due partite, impresa tutt'altro che facile se nei rimanenti tre incontri da disputare il rendimento sarà quello, davvero mediocre, esibito questa sera.

venerdì 11 dicembre 2015

Svelate le uniformi "Color Rush" dei Bucs


Sono state svelate ieri le uniformi "color rush" dei Bucs, che verranno indossate da Tampa Bay in occasione del prossimo thursday night di giovedì 17 dicembre a St. Louis.

Si tratta di divise completamente rosse, a parte due bande sui pantaloni ed un piccolo inserto nella parte alta della maglia, per i quali è stato utilizzato il colore "pewter". Stessa tinta "pewter"per i numeri e per la scritta "Bucs" sulla spalla sinistra.

Per il resto, come detto, tonalità "all red", nell'ottica di queste maglie "monocromatiche" lanciate dalla Nike per i thursday night, che quest'anno hanno coinvolto solo alcune squadre ma che dalla prossima stagione verranno utilizzate da tutti i team.

Ovviamente si tratta di un escamotage per vendere ai tifosi qualche maglietta in più, il punto è: si poteva fare meglio? Direi di sì; a mio avviso si poteva pensare ad esempio ad una divisa "all orange", in omaggio ai colori originali indossati dai Bucs per vent'anni, oppure ad un'uniforme "all pewter", anziché quella svelata ieri, tutto sommato un po' banale, considerato che di fatto la maglia rossa è già utilizzata dai Bucs sebbene in questa versione "color rush" siano state eliminate le bande pewter sulle maniche e sia stato cambiato il colore dei numeri.

Ad ogni modo, chi fosse interessato può trovarle in vendita online nello shop ufficiale a 150 dollari. Cifra non proprio irrisoria, e per la quale mi orienterei piuttosto su una bella divisa storica "orange and white" indossata da campioni del calibro di Lee Roy Selmon, Hardy Nickerson o Doug Williams, piuttosto che su questa "color rush" completamente rossa che sa tanto di operazione marketing fine a se stessa e poco più...

mercoledì 9 dicembre 2015

Ufficializzata la squalifica di K. Alexander per 4 giornate

La notizia era già nota da un paio di settimane, e nella giornata di ieri ha trovato definitiva ufficializzazione: Kwon Alexander, il LB rookie dei Bucs che così bene aveva impressionato sin qui, sarà obbligato a saltare per squalifica le prossime quattro partite (per le quali non peprcepirà il relativo stipendio), avendo violato la normativa NFL in materia di assunzione di sostanze proibite.

In altre parole, stagione già terminata per il talentuoso rookie da LSU, a meno che i Bucs non compiano il mezzo miracolo di qualificarsi per i playoff, nel qual caso Alexander, che terminerà di scontare la sua squalifica in coincidenza dell'ultima giornata di regular season, tornerebbe nuovamente a disposizione di Lovie Smith.

Si tratta di una perdita importante per i Bucs, dato che Kwon - scelto solamente al quarto giro dell'ultimo draft - aveva stupito un po' tutti ritagliandosi un ruolo da protagonista fin dalla preseason, e confermando le sue qualità nel corso di tutte e 12 le partite di campionato sin qui disputate.

Probabilmente al suo posto vedremo in campo Bruce Carter, colui al quale Kwon aveva in pratica "soffiato" il posto di titolare, sperando che l'ex LB dei Cowboys si riprenda completamente dalla "concussion" che gli ha fatto saltare l'ultimo match con i Falcons. In queste ore è stato anche rifirmato Orie Lemon, già visto in più occasioni in maglia Bucs, proprio per dare maggiore profondità al reparto dei LB.

Dal sito ufficiale dei Bucs, ecco di seguito due brevi dichiarazioni relative alla squalifica di Alexander rilasciate dallo stesso giocatore e da coach Lovie Smith.

STATEMENT FROM BUCCANEERS LB KWON ALEXANDER:
"I made a mistake by putting a product in my body that I did not know was banned by the league’s policy. It’s very disappointing and frustrating that I won’t be able to be with my teammates during this important final stretch of games, but I have to own up to my mistake, learn from this and ensure it doesn’t happen again. I have decided to drop my appeal in order to move past this issue and will focus on re-joining my teammates in four weeks".

 STATEMENT FROM BUCCANEERS HEAD COACH LOVIE SMITH:
"We are obviously disappointed to be losing Kwon at this point in the season. He made an error in judgement earlier this season and he has owned up to that situation. We educate all players regarding the league’s policies on performance enhancing supplements and, while we are disappointed in this situation, we will continue to stand by Kwon and support him as best we can until he is eligible to re-join the team following the last regular season game".

martedì 8 dicembre 2015

Dodici partite giocate, è tempo di primi bilanci


Archiviati i primi 3/4 di stagione e con solamente altre quattro partite da disputare (a meno di una ancora possibile quanto improbabile appendice nel mese di gennaio...), è tempo per i primi - sia pure approssimativi - bilanci, riservandosi quelli definitivi per quando anche l'ultimo quarto di stagione sarà stato giocato.

Ad oggi - con un record di 6-6, il secondo posto in divsion e la possibilità concreta, e al tempo stesso complicata, di arpionare un posto ai playoff - il bilancio non può che essere considerato positivo, a maggior ragione considerando la disastrosa partenza (il tremendo 14-42 contro i Titans di Mariota).

Da quel 13 settembre sono cambiate molte cose, e nelle ultime sei partite sono arrivate ben quattro vittorie e solo due sconfitte, di misura contro Giants e Colts, il che non può che deporre a favore del lavoro svolto da Lovie Smith e dal suo coaching staff (e poter contare su valido OC come Koetter al posto dell'inesperto Arroyo, che lo scorso anno venne improvvisato OC in sostituzione di Tedford, fa davvero una gran differenza).

Ma al di là delle W o delle L, i Bucs di oggi sono lontani parenti del team allo sbando che lo scorso anno (sempre) e all'inizio dell'attuale campionato (le partite con Titans e Panthers) veniva regolarmente preso a pallate dall'avversario di turno, per il quale affrontare Tampa Bay era sinonimo di un'allegra scampagnata e di una vittoria in tutta scioltezza.

Tutto bene dunque? No, ci sono ancora tantissime cose da migliorare e di strada occorrerà percorrerne ancora molta per diventare davvero un team competitivo. Ma vediamo un po' più nel dettaglio che cosa funziona (e cosa invece occorre migliorare) in casa Bucs...


JAMEIS WINSTON
Dopo l'opener con Tennessee, in cui Mariota sembrava il redivivo Joe Montana e Jameis un rookie spaesato e in estrema difficoltà, era inevitabile che sorgesse il dubbio di avere fatto la scelta sbagliata, investendo la first pick overall sul QB da Florida State University. Dopo 12 partite disputate, invece, il giudizio su Jameis è - a mio avviso - positivo oltre ogni aspettativa; non solo il rookie ha dimostrato di avere classe e braccio (il che si sapeva, lo aveva già dimostrato al college), ma anche doti di leadership (gli sono bastate poche partite per "prendersi" lo spogliatoio e diventarne uno dei leader, se non il principale), capacità di trascinare i compagni, il tutto abbinato ad un comportamento fuori dal campo che - sino ad ora - è a dir poco esemplare.

Ecco, considerato che il problema principale di Winston era ritenuto un carattere abbastanza problematico off-field e una testa... "tiepida", se non "calda", proprio da questo punto di vista Jameis ha sorpreso (in positivo) un po' tutti. Il ragazzo ha un'ottima etica lavorativa, al punto che il lunedì mattina pare che Jameis arrivi a One Buc Place alle 5 del mattino per visionare il filmato del match appena disputato ed iniziare a lavorare su difetti ed errori, e durante le partite non si arrende mai davanti ad episodi negativi ed anzi è bello vederlo sulla sideline sempre pronto a motivare i suoi compagni di squadra.

Che altro dire, speriamo continui così e non si perda per strada, credendosi già arrivato. Se continuerà a lavorare duro mantenendo sempre la testa a a posto, i Bucs potranno finalmente dire di aver trovato il loro primo vero franchise QB dai tempi - oltre trent'anni fa... - di Doug Williams.

DOUG MARTIN (ma anche CHARLES SIMS)
In pochi speravano di poter rivedere Doug Martin nuovamente ai livelli (stratosferici) del suo anno da rookie, dopo le ultime due stagioni in cui infortuni di varia natura ne avevano limitato pesantemente il rendimento. E invece "Doug is back", e poter contare su un fuoriclasse del genere nei giochi di corsa toglie pressione dalle spalle di Winston, che non è costretto a forzare troppi passaggi a partita, stanca le difese avversarie che raramente riescono a mettere a terra Martin dopo il primo placcaggio, e toglie dal campo gli attacchi avversari, visto che il gioco su corsa mangia tempo sul cronometro (e il drive da quasi dieci minuti nel match di Philadelphia è esemplare da questo punto di vista).

All'ottimo Doug Martin si affianca l'altrettanto valido Sims, un RB che sta interpretando nel migliore dei modi il ruolo di 2° RB, facendosi sempre trovare pronto quando occorre dare riposo a Martin per fargli prendere fiato sulla sideline. Ottimo a ricevere, Sims è un'arma offensiva importante, e l'accoppiata Doug-Charles è uno dei punti di forza di questa squadra. L'unico problema è che Doug Martin è in scadenza di contratto; rifirmarlo sarà una priorità per Licht e Smith, sarebbe davvero grave perdere quello che oggi è uno dei più forti RB dell'intera NFL.

EVANS, JACKSON  e SEFERIAN-JENKINS
Peccato che alcuni infortuni abbiano a lungo impedito di vedere in campo contemporaneamente questi tre giocatori, tre ottimi bersagli per Jameis Winston e un bel problema da risolvere per i DB avversari. Speriamo che si mantengano in salute per il finale di stagione e soprattutto per l'anno prossimo, quando i Bucs dovranno avere come obiettivo principale l'approdo ai playoff.

Tutti e tre questi giocatori sono sotto contatto anche per il prossimo campionato (quello di Jackson scadrà al termine del 2016, Evans e ASJ andranno in scadenza alla fine del 2017 anche se i Bucs hanno un 'opzione per estendere di un anno il contratto di Mike), e l'auspicio - al di là di tenersi integri e senza infortuni - è soprattutto quello di rivedere un Evans lontano dai troppi drop commessi quest'anno; la stagione di Mike è complessivamente buona, peccato solo per quei palloni (un po' troppi) ampiamente ricevibili che non è riuscito a trattenere.

LA LINEA OFFENSIVA
Forse la sorpresa più inattesa - ancora più di Winston - dei Bucs 2015. I due rookie (D. Smith e Marpet) si sono dimostrati in grado di apportare un ottimo contributo sin dalla loro prima stagione tra i PRO, il centro Joe Hawley - "raccattato" dagli scarti dei Falcons - si è dimostrato un altro innesto funzionale e produttivo, e in pochi mesi la OL dei Bucs ha davvero cambiato faccia (e rendimento).

Valida non solo nel proteggere Winston ma anche nell'aprire varchi nei giochi di corsa, la linea offensiva - il reparto forse più importante in una squadra di football - è una delle principali ragioni per cui i Bucs sono ancora in corsa per un posto ai playoff a quattro partite dal termine della stagione. L'anno scorso McCown e Glennon avevano in media mezzo secondo prima che la linea collassasse, oggi Winston può quasi sempre selezionare il suo ricevitore meglio piazzato e questo, inutile sottolinearlo, fa davvero tutta la differenza possibile.

LINEBACKER
Purtroppo il rookie Kwon Alexander dovrà saltare le rimanenti partite per squalifica (ma sarà a disposizione nell'eventuale wild card...), ed è un peccato perché il ragazzo di LSU è stata un'altra delle chiavi della sin qui positiva stagione dei Bucs. Velocissimo, buon placcatore, a lungo ha tenuto in piedi il reparto considerando il rendimento modesto di Lavonte David nella prima parte del campionato.

Proprio Lavonte David però, nelle ultime partite, è tornato ai livelli che gli erano familiari - quelli di Pro Bowler - speriamo ora che Bruce Carter, il verosimile sostituto di Alexander da qui a fine campionato, non faccia rimpiangere il rooke draftato al quarto giro (ma con rendimento da first round pick) da Smith e Licht.

LA LINEA DIFENSIVA
Purtroppo la DL ha dovuto far fronte a tanti infortuni, ultimo in ordine di tempo quello del suo principale interprete Gerald McCoy, e sicuramente tra draft e offseson il reparto andrà irrobustito. Va però detto che anche i vari rincalzi (da Spence a Gholston, passando per Jones) hanno quasi sempre fatto il loro dovere, magari non a livelli eccelsi ma comunque più che sufficienti.

Da segnalare la conferma a buoni livelli del DE Jacquies Smith, limitato solo dagli infortuni ed elemento da confermare, considerata la scadenza contrattuale prevista al termine dell'attuale campionato in cui diventerà comunque Restricted Free Agent (e non Unrestricted FA, come Doug Martin).

SECONDARIA
Forse il reparto in cui occorrerà investire di più nel corso della prossima offseason. Anche se va rilevato che, nel corso dell'attuale campionato, i segnali di miglioramento da parte di questo settore sono stati evidenti, soprattutto dopo la "rivoluzione" nel corso della quale coach Smith ha inserito come CB strteer Moore e Adjei-Barimah.

A livello di safety, meglio del previsto Chris Conte (che non era un fuoriclasse si sapeva, ma onestamente temevo peggio, dopo i negativi anni di Chicago) e più che discreto il rendimento di McDougald, ma anche qui si potrà migliorare con innesti mirati tra draft e FA.

SPECIAL TEAM
Dopo l'avvio terribile di Brindza - kicker atipico che metteva i FG dalle 55 yards ma sbagliava quelli dalle 20 e gli XP... - Connor Barth ha confermato di possedere un piede potente (nei kick-off) e preciso (pochissimi errori per lui), ed ha dimostrato di essersi pienamente ristabilito dopo il grave infortunio al tendine d'Achille al piede che usa per calciare.

Il punter Schum, invece, ha dimostrato che il suo predecessore Koenen è stato tagliato con svariati anni di ritardo...  Schum ha infatti un salario di poco più di 400mila dollari a stagione ed il suo rendimento non mi pare affatto inferiore (anzi!) rispetto a quello di Koenen, che per calciare i punt incassava circa 3 milioni all'anno (complimenti al suo Agente che era riuscito ad estorcere ai Bucs un simile assurdo contratto!).


Questo dunque, con ancora un quarto di stagione da disputate, è un sommario bilancio della dei primi 3/4 dal campionato 2015 dei Bucs; chiaramente, per diventare "davvero" competitivi  il lavoro per Smith e i suoi ragazzi è, come detto, ancora tanto però possiamo affermare che, forse, in fondo al decennale tunnel in cui erano sprofondati i Bus si inizia a intravedere una luce, flebile ma al tempo stesso intensa, e chissà che non sia la volta buona non dico per tornare ai fasti di fine anni '90 ma quantomeno per tornare a rivedere in campo a gennaio - l'ultima volta correva l'ormai lontano anno 2008 - i nostri amati Bucanieri...

domenica 6 dicembre 2015

Bucs, contro Atlanta una W firmata Jameis Winston

L'ha vinta Jameis, la partita contro i Falcons, mettendo a segno nel finale di partita un paio di giocate decisive: clamorosa la chiusura di terzo down (e 19!) con Winston che non trovando nessun ricevitore libero prova a gudaganre qualche yards per l'eventuale FG del pareggio, sembra placcato dopo pochi passi, ma invece riesce a restare in piedi e addirittura va a prendersi un incredibile primo down!

Giocata che rivedremo spesso negli highlights dei prossimi giorni, questa...

Poi il TD pass che ha deciso la partita per un Mike Evans che anche stasera è stato autore di ottime ricezioni alternate a pessimi drop (uno dei quali ha causato anche un intercetto), e dunque 23-19 finale per i Bucs ed importante W in archivio i ragazzi di Lovie Smith.

E' sempre un piacere superare le rivali divisionali, con i Falcons poi il 2-0 stagionale mancava dal 2007, e rimangono ancora vive le sia pur flebili speranze di playoff. Ad ogni modo, dopo i primi 3/4 di stagione il record dice 6-6. Alzi la mano chi l'avrebbe mai immaginato, dopo il disastroso opener contro i Titans...

Al di là dell'entusiasmante finale, quello di stasera non è stato certo un bel match di football, tra due squadra in evidente difficoltà. I Bucs autori delle solite mille penalità che toglievano alla squadra ritmo e fluidità, e i Falcons a lungo incapaci di concretizzare una certa superiorità e costretti a una lunga serie di FG.

In attacco Vincent Jackson ha dimostrato di essere ancora oggi il WR più affidabile a disposizione di Winston, per quanto riguarda Mike Evans abbiamo già detto della sua prestazione "luci e ombre", mentre si è rivisto in campo Austin Seferian-Jenkins, chiaramente ancora un po' arrugginito ma il cui rientro potrebbe rivelarsi prezioso in questo finale di stagione.

Molto bene Doug Martin, peccato per un fumble che poteva costare carissimo, ma anche stasera Doug ha tenuto in piedi a lungo l'attacco dei Bucs; addirittura eccessivo il suo utilizzo in avvio di gara, con 6 corse consecutive del #22 nei primi 6 giochi chiamati dall'OC Koetter.

E poi, la first pick overall Jameis Winston; che stasera ha confermato di essere un giocatore con quel qualcosa in più che solo i fuoriclasse hanno; perchè uno "normale" non avrebbe mai preso il primo down su quel 3rd and 19 che ha cambiato volto alla partita, e invece Jameis lo ha fatto, con la naturalezza che contraddistingue i fuoriclasse.

In difesa, nonostante le pesanti assenze d McCoy e J.Smith si è rivisto un dominante Lavonte David, peraltro autore dell'intercetto che ha chiuso la partita, e la cosa fa particolarmente piacere considerando il suo opaco avvio di campionato. Valida anche la prestazione della secondaria, con Moore che in endzone ha tolto letteralmente dalle mani di Julio Jones un pallone che sembrava già ricevuto dal WR dei Falcons.

Chiaramente non c'è da esaltarsi per la W di stasera, che però ha confermato che questi Bucs non sono più l'armata brancaleone di qualche mese fa, hanno una struttura interessante su cui lavorare, oltre a un potenziale fuoriclasse nel ruolo più importante del football, quello del QB.

Probabilmente non sarà in questa stagione, ma prima o poi - più prima che poi - chissà che non si riesca finalmente a rivedere i Tamap Bay Buccaneers su un campo da football anche nel mese di gennaio...

giovedì 3 dicembre 2015

Doug Williams, un'altra Leggenda entra nel Ring of Honor

 
Domenica, in occasione del match casalingo contro gli Atlanta Falcons, i Bucs festeggeranno l'ingresso nel Ring of Honor di un altro grande giocatore del passato: si tratta di Doug Williams, il primo (e sino ad ora unico, sperando che Winston possa essere il prossimo) franchise QB dei Tampa Bay Buccaneers.

Draftato nel 1978 dai Bucs al primo giro (pick n. 17 assoluta), Williams divenne ben presto uno degli elementi fondamentali di un team che - grazie anche al decisivo contributo di Doug - arrivò alla finale di Conference e ad altre due apparizioni ai playoff.

Doug Williams - dopo una breve parentesi nella lega USFL in cui approdò non avendo trovato l'accordo con Hugh Culverhouse, l'allora proprietario dei Bucs, per il rinnovo dl contratto -  trovò poi gloria a Washington, vincendo un Super Bowl (nel quale fu nominato MVP) con i Redskins.

Ma il suo apporto per contribuire a trasformare i Bucs, a cavallo tra gli anni '70 e '80, da team perdente a squadra competitiva fu determinante; ed è quindi giusto tributargli l'onore che solo ai grandi campioni deve essere reso, e cioè l'eterna memoria del "Ring of Honor".

Quello contro i Falcons sarebbe stato un perfetto "throwback game", e sarebbe stato ideale celebrare Doug Williams indossando le uniformi che erano soliti usare i Buccaneers ai suoi tempi, e cioè le"originali" white and orange nonché il casco con Bucco Bruce; peccato che le rigide regole attualmente in vigore vietino ai giocatori di cambiare casco nel corso della stagione impedendo, di fatto, la riproposizione delle vecchie divise.

Ad ogni modo, speriamo di celebrare l'ingresso di questo grande campione nel Ring of Honor con una W, che manterrebbe vive le residue speranze di approdare là dove Doug Williams era solito condurre la squadra: i playoff...

mercoledì 2 dicembre 2015

Novità in arrivo per il Raymond James Stadium


Se ne parlava già da un po' di tempo, ed oggi è arrivata l'ufficialità: il Raymond James Stadium subirà un processo di "restyling", per un costo complessivo di circa 100 milioni di dollari.

I Tampa Bay Buccaneers e la "Tampa Sports Authority" hanno raggiunto un accordo che dovrà essere ora approvato dalle autorità locali. Buona parte della spesa sarà a carico dei Glazer (tra i 60 e i 70 milioni), il resto verrà coperto da soldi pubblici. Entro metà dicembre il progetto di ristrutturazione dovrà essere approvato dai vari Enti locali coinvolti (TTSA Board of Directors, Hillsborough County Commission e Tampa City Council).

La novità più importante (pronta nel 2016) è costituita dai due enormi tabelloni elettronici, che verranno collocati al posto di quelli attuali, e nell'installazione di quattro ulteriori tabelloni laterali, agli angoli della endzone, come è possibile vedere nell'immagine qui sopra. Sarà rinnovato il sistema audio dell'impianto e novità ci saranno anche per le "luxury suites".

Ulteriori innovazioni verranno ultimate nel 2017, come ad esempio l'inaugurazione di un vero e proprio "team store", attualmente assente al Raymond James Stadium dove ci sono vari, piccoli, chioschi che vendono gadgets della squadra ma dove spicca l'assenza di un vero e proprio "megastore" come quelli presenti in quasi tutti gli stadi USA.

Questi lavori impediranno ai Bucs di giocare al RJS le partite di preseason delle prossime due stagioni, per cui sia nel 2016 che nel 2017 le classiche due partite di precampionato verranno giocate altrove, probabilmente ad Orlando, o comunque non troppo lontano da Tampa. A partire dal 2018, tutte le 10 partite interne dei Bucs (2 di preseason e 8 di regular season, più quelle degli eventuali playoff...) torneranno ad essere disputate regolarmente al RJS.

martedì 1 dicembre 2015

Firmato il LB Adarius Glanton, dalla PS dei Panthers

L'imminente squalifica in arrivo per il LB Kwon Alexander, che priverà i Bucs per quattro partite dell'ottimo rookie, e l'infortunio (concussion) che ha messo KO l'altro LB Bruce Carter nel corso del match di Indianapolis, hanno spinto i Bucs a firmare un nuovo linebacker, per dare un minimo di profondità al reparto in questione in vista delle prossime cruciali partite.

E' stato così firmato Adarius Glanton, proveniente dalla practice squad dei Carolina Panthers, alla sua seconda stagione in NFL dopo una carriera universitari a Florida Atlantic. Per fare posto a Glanton nel roster, è stata tagliata la safety Kimario McFadden.

Chiaramente si tratta di un innesto marginale, dettato dall'emergenza del momento e per dare, come detto, un po' di profondità al reparto dei LB; probabile che vedremo Glanton impiegato soprattutto nello special team, un po' come è capitato all'altro LB recentemente inserito a roster, il rookie Josh Keyes.

Infine, da segnalare un dato statistico: con le 245 yards lanciate domenica scorsa, Jameis Winston è diventato il QB rookie nella storia dei Bucs ad avere lanciato il maggior numero di yards (2.650) nella sua prima stagione tra i PRO, strappando questo record al suo attuale backup Mike Glennon, che nel 2013 ne aveva lanciate 2.608.

domenica 29 novembre 2015

I Bucs giocano solo il 1° tempo, vittoria ai Colts

Si interrompe a Indianapolis la breve striscia vincente dei Bucs, sconfitti malamente dai mediocri Colts.

Questa sera Winston e soci hanno giocato solo un tempo, il primo, chiuso in vantaggio per 12-6, peccato che nei rimanenti ultimi due quarti di Tampa Bay si siano perse - lentamente quanto inesorabilmente - le tracce.

E dunque W per i Colts, squadra come detto davvero molto modesta peraltro stasera sin troppo tutelata da arbitri assai benevoli nei confronti dei padroni di casa, e Bucs che possono per ora accantonare i sogni di playoff, sebbene anche le rivali di division Saints e Falcons continuino a perdere colpi.

Tornando al match di Indy, il primo tempo aveva illuso che i Bucs potessero replicare le recenti buone prestazioni, con un attacco produttivo e una difesa in grado di limitare la produzione offensiva di nonno Hasselbeck.

Nella ripresa, invece, la difesa si è sciolta come neve al sole e in attacco, tra i drop di Evans e il ridotto utilizzo di Martin dimenticato a lungo sulla sideline, a cui vanno aggiunti gli errori di Barth che stasera sembrava Brindza (non solo un FG sbagliato, anche un XP fuori dai pali per Connor), il match ha visto i Colts sorpassare senza più voltarsi indietro, con i Bucs incapaci di reagire, quasi passivi nell'accettare una sconfitta da un team che senza Luck, giova ripeterlo, è ben poca cosa.

Vedremo adesso come reagirà la squadra di Lovie Smith a questo brutto KO; domenica arriveranno al RJS gli Atlanta Falcons, squadra in difficoltà contro la quale Winston e compagni saranno chiamati a riscattare l'opaca (molto opaca) prestazione odierna, in cui i Bucs visti all'opera sembravano quelli incerti e inconcludenti di oltre un mese fa...

venerdì 27 novembre 2015

Squalificato Alexander, premiati Winston e Martin

Aspettando l'importante match di domenica ad Indianapolis, in cui Tampa Bay andrà alla ricerca della terza vittoria consecutiva contro un team che vanta lo stesso record (5 vinte e 5 perse), e che non potrà schierare il suo fuoriclasse Andrew Luck sostituito dal 40enne Hasselbeck, ci sono news buone, ed altre meno buone, in arrivo da One Buc Place.

Cominciamo dalle cattive notizie: la NFL ha confermato la squalifica per quattro partite del LB rookie Kwon Alexander, ritenuto colpevole di avere fatto uso di sostanze proibite.

Si tratta di una tegola abbastanza pesante, considerato che Kwon stava disputando una stagione ad altissimo livello, e la sua assenza potrebbe incidere in maniera notevole sulle speranze di postseason della squadra.

Il giocatore ha ora cinque giorni di tempo per presentare ricorso, e considerato che l'eventuale "processo di appello" potrebbe richiedere una o due settimane di tempo, Kwon dovrebbe essere comunque presente a Indianapolis e probabilmente anche nel match successivo contro Atlanta, per saltare, se il suo appello venisse respinto, le ultime quattro partite della stagione.

Dal Tampa Bay Times, ecco le parole di coach Lovie Smith relativamente al "caso Alexander":
"All we know right now is yes, the letter came (Wednesday)," coach Lovie Smith said. "There's an appeal process and all that that he could possibly go through. His focus has been great," Smith said. "All the things Kwon Alexander has gone through to continue to play outstanding football … of course we're concerned and this is serious, but there's a time for that when you're not on the football field. But his focus, when it needs to be on football, has been that way."

Passando a notizie più liete, da segnalare come l'ottima prestazione di Philadelphia abbia consentito a Jameis Winston di ottenere il riconoscimento di "Air player of the week" e a Doug Martin quello di "Ground player of the week". Due premi strameritati, considerati le prestaizoni eccellenti dei due giocatori (5 TD pass per Winston, 235 yards corse per Martin).

Infine, per quel che riguarda il capitolo "infermeria", sembra difficile che Evan Smith, Ali Marpet e Austin Seferian-Jenkins possano farcela a recuperare dai rispettivi infortuni ed essere così "arruolabili" per domenica, mentre è praticamente esclusa la possibilità di vedere in campo con i Colts la safety Keith Tandy, alle prese con i postumi di una "concussion" e il DE George Johnson, a causa di problemi muscolari.

mercoledì 25 novembre 2015

A Indy per alimentare i sogni (impossibili?) di postseason...


E' un giorno del Ringraziamento sereno, quello che si vivrà nel 2015 in casa Bucs. Negli ultimi anni, a fine novembre, a Tampa la stagione di solito era già ampiamente terminata e non restava che iniziare a pensare al prossimo draft, rimandando all'anno successivo la speranza di tornare a vedere del "vero" football da parte dei ragazzi in Red and Pewter.

In realtà anche quest'anno l'inizio era stato in salita, con le pesanti batoste casalinghe contro Titans e Panthers e un KO "incredibile" come quello di Washington, e sembrava che anche nel 2015 dovesse andare in scena il solito film, e invece...

E invece qualcosa sembra essere cambiato a One Buc Place, e proprio dopo la sconfitta rimediata contro i Redskins. Prima la vittoria in overtime ad Atlanta, poi il match combattuto ed in bilico sino all'ultimo con i Giants, ed infine le due vittorie consecutive con Dallas e Phila, che hanno consentito a Tampa Bay di festeggiare il Thanksgiving con un record di 5-5... alzi la mano chi avrebbe pronosticato una situazione del genere, alla vigila del campionato!

Certo, le ultime due W sono arrivate contro Cassell e Sanchez, due dei QB oggettivamente più "scarsi" dell'intera NFL, ma ciò non toglie che il football esibito dai Bucs in particolare nell'ultimo match di Philadelphia sia stato davvero di ottimo livello, al di là della qualità non proprio eccelsa dell'avversario di turno.

Ed è un dato di fatto che da inizio settembre ad oggi Winston e soci abbiano fatto registrare miglioramenti importanti sotto tanti punti di vista, al punto che gli attuali Buccaneers sono per fortuna lontani parenti dell' inguardabile armata brancaleone travolta dai Titans nell'opener.

Ampio merito dei progressi di Tampa credo dipenda in particolare da uno specifico reparto, e cioè la linea offensiva; come è noto, la OL è il reparto fondamentale in una squadra di football, chiamata a proteggere il QB e ad aprire varchi per i RB. Ebbene, rispetto all'anno scorso - quando McCown aveva in media mezzo secondo di tempo per mettere il pallone in aria - i miglioramenti sono stati davvero enormi, oltre ogni più rosea aspettativa.

Ottimo sin qui il rendimento dei due rookie Donovan Smith e Ali Marpet, molto positivo Hawley - scartato dai Falcons - nel ruolo di centro, e con il rientro in pianta stabile di Dotson al posto di Gosder "false start" Cherilus, la OL di Tampa potrebbe elevare ulteriormente il proprio rendimento.

Ma soprattutto, Jameis Winston... dopo il famigerato opener, quando Mariota sembrava Joe Montana e Winston un rookie qualsiasi spaesato oltre ogni aspettativa, il dubbio di avere pescato il QB sbagliato con la prima scelta assoluta era inevitabile; ma questo primo scorcio ormai ampio di stagione credo abbia dato ragione alla decisione di Smith e Licht di puntare tutto sull'ex QB di FSU.

Jameis sta infatti dimostrando di meritare la first pick overall; il suo rendimento è in costante crescita, ha confermato di avere talento, e in quanto a carisma, in meno di mezza stagione si è "preso" lo spogliatoio, diventandone di fatto il leader; non male, per quella che doveva essere una testa calda inaffidabile e ad alto rischio...

E poi è giusto sottolineare come buona parte del merito per le 5 W ottenute sin qui dai Bucs sia da ascrivere al ritrovato Doug Martin (che diventerà free agent a fine anno, speriamo che Licht e Smith se ne accorgano prima che sia troppo tardi...), senza dimenticare il fondamentale contributo fornito any guven sunday dalla batteria dei ricevitori, impreziosita dai due fuoriclasse Evans e Jackson, in attesa del rientro (forse proprio a Indy) di Austin Seferian-Jenkins, che nelle prime due partite della stagione era stato uno dei migliori, prima di infortunarsi seriamente ad una spalla.

Ma le note più sorprendenti arrivano forse dal reparto difensivo. Lovie Smith ha ribaltato con successo la secondaria, inventandosi CB starter il duo inedito formato da Moore e Adjei-Barimah, dando fiducia a due safety che sulla carta non offrivano particolari garanzie quali Conte e McDougald, e dopo un pessimo inizio questo reparto - il più problematico della squadra - sembra avere trovato un discreto equilibrio.

Nel cuore della difesa, è tornata a brillare la stella di Lavonte David (fresco di nomina di "NFC defensive player of the week") che sta tornando ai livelli da fuoriclasse che gli sono propri dopo un avvio di stagione abbastanza preoccupante, mentre dal draft è emersa a sorpresa, dal quarto giro, una "gemma" quale Kwon Alexander. Per quanto riguarda la linea, il rendimento è abbastanza alterno, ma J. Smith si sta confermando un elemento di valore, e McCoy, nonostante vari problemi fisici e un inizio non brillante, rimane un punto fermo per la D-line dei Bucs.

Detto questo... le rimanenti sei partite ci diranno se i sogni di postseason saranno destinati a rimanere tali (probabile) o incredibilmente rivedremo i Bucs in campo a gennaio (molto difficile), come non accade dall'ormai lontanissimo 2007.

Il calendario non è impossibile, con i Bucs che giocheranno al RJS contro i rivali di division di Atlanta e New Orleans ed affronteranno nell'ultima giornata (in cui un po' tutto è possibile) i Carolina Panthers. Le altre partite non sembrano proibitive (Colts senza Luck, Chicago e St. Louis), ma chiaramente - al di là del valore degli avversari - molto dipenderà proprio da quanto sarà in grado di fare Tampa Bay.

Guai ad illudersi, ed è bene essere consapevoli del fatto che per arpionare una wild-card servirà davvero un'impresa; certo però che se Winston continuerà nel suo percorso di crescita, se gli infortuni risparmieranno i nostri giocatori più importanti, e soprattutto se gli Dei del football guarderanno con benevolenza ai Bucanieri, allora, forse, chissà....! ;-)

domenica 22 novembre 2015

Prova di forza dei Bucs, espugnata Philadelphia!

Era davvero da tanto tempo che non si assisteva ad una vittoria così netta, con i Bucs padroni del campo per tutti i 60 minuti, autori di una vera e propria di forza in casa degli Eagles.

Certo, Philadelphia sta attraversando un brutto momento, è priva di alcuni giocatori importanti, ma stasera l'impressione è che i Bucs avrebbero vinto anche con Bradford al posto di Sanchez, perché le prestazioni di tutti i giocatori di Lovie Smith sono state di ottimo livello, impreziosite da due partite "mostruose" da parte di un fuoriclasse ritrovato quale Doug Martin e di colui che un fuoriclasse si appresta a diventarlo, e cioè Jameis Winston.

E dire che il match non era iniziato nel migliore dei modi per Tampa Bay, che prima si era vista negare da una discutibile chiamata arbitrale un fumble recuperato da J. Smith,per poi subire nel successivo drive di Phila un TD che sembrava il preludio alla solita, lunghissima, domenica sera...

E invece no, niente di tutto questo. Dopo quel bel primo drive, di Sanchez e soci si sono prese le tracce, ed in cattedra sono saliti i Bucs, trascinati da Martin & Winston. Un incredibile Doug ha corso per qualcosa come quasi 180 yards nel solo primo tempo (record di franchigia), per chiudere con complessive 235 (!) yards. E l'altrettanto incredibile Jameis ha messo a referto 5 TD pass, terzo QB rookie a riuscirci nell'intera storia dell'NFL (!), ed eguagliando un record di franchigia condiviso con DeBerg, Freeman e Brad Johnson.

Se a questo aggiungiamo una prova solida della difesa, abile nel procurare turnovers e a limitare Sanchez (intercettato 3 volte, due delle quali da parte di un sempre più recuperato Lavonte David, che ha segnato anche un TD) e tutto l'attacco degli Eagles, oltre alle ottime prove del rientrante Jackson, del sempre positivo Evans e delle convincenti prestazioni di Brate e Humpries, ecco spiegato in estrema sintesi il 45-17 finale a favore di Tampa Bay

Dopo 10 partite, i Bucs hanno dunque un record di 5-5 e sono tutt'altro che già proiettati al prossimo draft, come era triste abitudine da tanti anni a questa parte. Chiaramente non bisogna esaltarsi troppo per questa bella vittoria ottenuta contro avversari modesti (sebbene nella NFL di oggi il livellamento verso il basso sia evidente, e dunque tutto o quasi sia possibile...) ed è opportuno rimanere con i piedi ben piantati a terra, però l'impressione è che il vento, a Tampa, stia iniziando a soffiare in maniera diversa... e comunque sia, stasera dopo ben 31 partite festeggiamo 2 W consecutive... GO BUCS!

In arrivo 4 giornate di squailfica per il LB Kwon Alexander

Aspettando l'impegnativo match di Philadelphia, che potrebbe portare i Bucs ad un record di 5 vinte e 5 perse, il Tampa Tribune riporta una notizia destinata comunque a guastare il clima in casa Tampa Bay.

Il LB rookie Kwon Alexander, una delle più belle sorprese di questa prima parte di campionato, questa sera scenderà regolarmente in campo contro gli Eagles dopodiché dovrà saltare le prossime quattro partite per violazione di sostanze proibite, o meglio "performance-enhancing drugs", per usare il preciso termine tecnico.

L'uso di sostanze proibite per migliorare le prestazione sul terreno di gioco è una piaga in cui molti giocatori NFL tendono ad incappare, e dispiace constatare che - se la notizia riportata in anteprima dal Tampa Tribune verrà confermata - tale grave leggerezza sia stata commessa anche dalla giovane "promessa" dei Bucs...

mercoledì 18 novembre 2015

Tagliati Lemon (LB) e Swearinger (S), firmato Sidbury (DE)

Aspettando il match di domenica a Philadelphia - vincendo il quale i Bucs si troverebbero, dopo 10 partite, con un record di 5-5 assolutamente impronosticabile alla vigilia del campionato - ci sono da segnalare alcuni movimenti, sia pure abbastanza marginali, a livello di roster.

Sono stati tagliati il linebacker Orie Lemon e la safety D.J. Swearinger, elementi visti raramente in azione in questa prima parte della stagione, se non nello special team, ed alle prese (Swearinger) con un problema fisico che gli ha impedito di scendere in campo nelle ultime due partite.

E' stato invece rifirmato il DE Lawrence Sidbury, già visto a Tampa sia sul finire della scorsa stagione che durante quella attuale.

L'arrivo di Sidbury si spiega anche con l'infortunio del DE George Johnson, che a causa di un problema rimediato nel match di domenica scorsa contro Dallas difficilmente potrà essere disponibile contro gli Eagles, mentre potrebbe farcela l'altro DE Jacquies Smith, assente da un paio di match per una caviglia in disordine.

Per quanto riguarda la situazione degli altri infortunati, incerto il rientro del rookie Ali Marpet, mentre probabilmente non riusciranno a recuperare nè il WR Vincent Jackson nè il TE Austin Seferian-Jenkins. Quest'ultimo - ormai assente da due mesi - ha sì ripreso ad allenarsi con i compagni ma a causa dei postumi dell'infortunio alla spalla è tutt'ora costretto ad evitare i contatti fisici, per cui non è da escludere che anche a Phila il solo "vero" bersaglio per Jameis Winston sarà ancora una volta unicamente Mike Evans, sperando che il "supporting cast" formato dai vari Humpries, Dye e Myers possa fornire un utile contributo alla causa, come accaduto nella parte finale della vittoriosa partita contro i Cowboys.

lunedì 16 novembre 2015

Jameis Winston, ovvero: grinta, classe e faccia tosta


Nel discorso tenuto ai compagni nello spogliatoio dopo la partita vittoriosa contro Dallas, il classico "speech" che potete vedere nel video qui sopra, appare evidente come Jameis Winston sia oramai uno dei leader indiscussi della squadra, nonostante la giovanissima età, le sole 9 partite disputate tra i PRO, ed il fatto che molto raramente un rookie sia in grado di ricoprire il ruolo di "trascinatore" dei propri teammates, per lo più veterani con mille battaglie alle spalle.

Chiaramente è prestissimo per sbilanciarsi a proposito dell'ex QB di Florida State University, che ha appena iniziato ad affacciarsi in NFL, però dopo averlo visto all'opera per oltre metà stagione qualcosa bisognerà pur dire a proposito di questo ragazzo, che - ed è un dato di fatto - è la ragione principale per cui Tampa Bay abbia già il doppio delle W rispetto a quelle ottenute nell'intera scorsa stagione, nonostante ci siano ancora ben 7 partite da disputare.

Sul terreno di gioco Jameis non si arrende mai, non si perde d'animo nemmeno quando avrebbe tutte le ragioni per farlo, ed in questo senso la partita con Dallas è emblematica; in difficoltà anche per l'assenza di due dei tre principali "bersagli" (V. Jax e ASJ), Winston è riuscito a coinvolgere anche armi secondarie quali Myers e Humpries, oltre a innescare un Mike Evans che - "problemini" di drop a parte - rimane comunque sempre un gran bel giocatore, non si è perso d'animo nonostante i due intercetti e alla fine la partita l'ha vinta lui, mettendo a segno le giocate decisive nei momenti cruciali del match.

Un'altra cosa che vorrei sottolineare di Jameis riguarda il suo carattere; ricorderete come i dubbi principali su questo ragazzo, ai tempi del draft, fossero relativi proprio al suo problematico modo di essere, il fatto che fosse una testa discretamente calda e non particolarmente affidabile, abilissimo a mettersi nei guai anche per motivi davvero "stupidi" (la famosa storia delle chele di granchio...).

Ebbene, dal draft ad oggi mi pare che Jameis si sia comportato in maniera esemplare, tanto sul campo di gioco guadagnandosi stima e rispetto da parte dei propri compagni di squadra che lo hanno di fatto eletto a proprio leader, nonostante il ragazzo non abbia ancora la "C" da Capitano cucita sul petto (l'avrà dal prossimo anno, ovviamente), quanto off-field, dato che  non si registrano per ora sciocchezze tipo "arresto per DUI" o "rissa in discoteca", giusto per citare un paio di "classiche" situazioni per le quali un certo tipo di giocatore di football sembra avere una irresistibile attrazione...

Bene così dunque, e dopo oltre metà stagione il rendimento di Jameis, unito alla la sua voglia di vincere ed alla capacità di essere un "trascinatore" per compagni e tifosi, mi sembra la nota più lieta in arrivo da One Buc Place da parecchio tempo a questa parte. Per fare strada nel football professionistico non bastano fisico e talento, occorrono quelle doti per cosi dire "intangibili" che potremmo riassumere in "grinta, leadership, cattiveria, e voglia di sfondare", occorre avere le spalle molto larghe per fare strada in quel mondo durissimo e spietato che si chiama NFL ed il ragazzo da FSU sembra possedere queste doti in buona quantità.

Speriamo davvero che Jameis prosegua così, andando avanti nel suo percorso di crescita, senza perdersi per strada, e che in un futuro remoto si possa parlare del draft del 2015 come di quello in cui, finalmente, arrivò in casa Bucs il primo vero "franchise QB" dai tempi di Doug Williams...    

domenica 15 novembre 2015

Un TD di Winston nel finale regala la W ai Bucs!

Vittoria sudata e rocambolesca per Tampa Bay, che dopo avere rincorso per quasi tutto il match - peraltro a bassissimo punteggio - si impone per 10-6 sui Cowboys.

Le "chiavi" della W di stasera? I tanti errori di Dallas (troppe penalità e quel drop di Bryant su un cruciale "3 and 1" nel finale del 4° periodo...), una decisiva chiamata arbitrale (in tutta onestà, quella flag a favore di Shepard, sul fumble commesso da Winston in tuffo in endzone, potevano anche non lanciarla) e la voglia di vincere del suo giocatore più rappresentativo e importante, Jameis Winston, che dopo avere rischiato l'osso del collo (oltre al fumble...) con un tuffo in endzone che poteva costare la W ai Bucs, nella giocata successiva - ad un minuto dalla fine - ha realizzato con una bootleg il TD della vittoria.

Poi i Bucs hanno cercato ugualmente di perderla, con Jenkins che ha commesso il fallo più stupido della serata dando a Cassel la possibilità di lanciare in endzone, ma il Bryant di stasera, reduce da un lungo infortunio, non era quello implacabile ammirato negli scorsi anni, e McDougald lo ha "bruciato" mettendo a segno l'intercetto che ha chiuso il match a favore di Tampa Bay.

Vincere contro Dallas è sempre un piacere, a maggior ragione in un RJS pieno di tifosi texani, anche se stasera Tampa Bay è andata davvero ad un passo dalla sconfitta. Se da un lato infatti la difesa ha contenuto bene i Cowboys, l'attacco (sempre privo di ASJ e V. Jackson) oggi ha stentato a trovare il ritmo giusto, con le corse che raramente hanno funzionato e con Mike Evans a lungo unico bersaglio utile per Winston.

Poi, quando Jameis ha iniziato a trovare anche altri ricevitori (Myers, Humpries, Dye), i Bucs hanno iniziato a conquistare yards e ad affacciarsi nella metà campo avversaria. E nell'ultimo drive, Jameis prima ha rischiato di farcela perdere facendosi sgusciare il pallone di mano nel tentativo di tuffo in endzone e poi ce l'ha fatta vincere andandosi a prendere la yarda di cui c'era bisogno per sigillare il match.

E' stata una partita difficile, faticosa, con due squadre malmesse e abbastanza confusionarie ma che non mollavano di un centimetro. E alla fine va riconosciuto ai Bucs il merito di essere sempre rimasti incollati ai Cowboys e - a differenza di quanto accaduto in altre partite simili - di non essersi disuniti alle prime difficoltà facendosi travolgere dagli avversari.

Ad ogni modo, stasera Winston - che pure non ha giocato una partita brillante, ed è anche stato intercettato due volte, benchè in entrambi i casi il pallone sia finito nelle mani dei DB avversari dopo essere stato deviato dai ricevitori dei Bucs - ha dimostrato di essere il giocatore decisivo di questa squadra. Nel momento cruciale ha chiuso terzi down vitali, ha infuso alla squadra sicurezza, e - come si diceva - si è andato a prendere il TD della vittoria. Certo, senza quella decisiva chiamata arbitrale magari adesso si farebbero altre considerazioni, ma non è con i "se" che si scrive la storia.

E quindi - almeno per una domenica! - niente Maalox e buona vittoria a tutti!  ;-)

venerdì 13 novembre 2015

Marpet, V. Jackson e J. Smith, sicuri assenti contro Dallas

Il "bollettino medico" diramato dai Bucs prevede tre assenze sicure per il match di domenica, quando al Raymond James Stadium si presenteranno i Dallas Cowboys reduci da sei sconfitte consecutive e desiderosi di interrompere questa lunga striscia di KO.

A causa dell'infortunio rimediato alla caviglia nell'ultima partita contro i NY Giants, la guardia Ali Marpet assisterà al match con i Texani dalla sideline, al fianco di Vincent Jackson (fuori per la terza partita consecutiva per i guai al ginocchio) e al DE J. Smith, anch'egli alle prese con un infortuno alla cavigila.

Sono tre assenze importanti, considerato che V. Jackson - visto il "mal di drop" di Mike Evans - rimane tutt'ora il bersaglio più affidabili per Winston, e che J. Smith è uno dei pochi elementi della linea difensiva dei Bucs in grado di portare con una certa continuità adeguata pressione al QB avversario.

Da non sottovalutare nemmeno l'assenza del rookie Marpet, anche se in questo caso non mancano le alternative, considerato che a livello di OL sono da registrare il rientro di Demar Dotson e la piena guarigione di Evan Smith.

Tornando al match con i Cowboys, se la secondaria non riuscirà a limitare Dez Bryant, e dall'altro lato del campo la difesa di Tampa Bay replicherà l'opaca prestazione di sette giorni fa, molto difficilmente i Bucs riusciranno nella comunque mai facile impresa di "espugnare" il proprio stadio, nel quale - per inciso - hanno vinto ben quattro partite (tre delle quali risalenti alla gestione Schiano) delle ultime 20 disputate...

martedì 10 novembre 2015

Riattivato Demar Dotson, tagliato il CB Tim Jennings

A partire dal match di domenica prossima contro i Dallas Cowboys sarà nuovamente disponibile il tackle Demar Dotson, uno dei giocatori più importanti della linea offensiva dei Bucs, riattivato nella giornata di ieri dalla "reserve/ designated for return list".

Dotson si era infortunato al ginocchio nel corso della prima partita di preseason con Minnesota, e considerato che il suo infortunio era sì di una certa gravità ma non tale da costringerlo a saltare l'intera stagione, si era decisivo di inserirlo nella "IR temporanea", per poi riattivarlo nel corso dell'anno.

A proposito di linea offensiva, il rientro di Dotson potrebbe essere di una particolare importanza considerato anche il problema alla caviglia che Ali Marpet ha rimediato nel corso del match contro i Giants, che potrebbe limitarne l'impiego per le prossime partite.

Per fare posto a Dotson nel roster dei 53 giocatori è stato tagliato il CB Tim Jennings, uno dei "fedelissimi" di Lovie Smith che già lo aveva allenato a Chicago dal 2010 al 2012 e che era stato firmato dai Bucs poco prima dell'inizio dell'attuale campionato.

Contro Dallas, oltre a Dotson, dovrebbe fare il suo rientro in squadra anche il TE Austin Seferian-Jenkins, ormai ristabilitosi dal KO alla spalla rimediato il 20 settembre a New Orleans e che nei due match disputati quest'anno prima dell'infortunio si era rivelato uno dei bersagli preferiti di Jameis Winston. Se poi anche il WR Vincent Jackson riuscisse a recuperare, Jameis avrebbe finalmente qualche opzione in più rispetto ad una sola (Mike Evans, peraltro affetto da "mal di drop"...), come è invece accaduto nelle ultime due partite.

lunedì 9 novembre 2015

Bucs imprecisi e fallosi, vittoria ai Giants

I Bucs non riescono a dare continuità alla W di Atlanta, ed eccoci dunque a commentare un'altra sconfitta, sebbene alla squadra di Lovie Smith non siano mancate le occasioni per bissare il successo di sette giorni fa.

Le ragioni del KO? La solita difesa "molle", con una secondaria come sempre molto perforabile a cui si è aggiunta l'incapacità di difendere in maniera adeguata sulle corse e di mettere Eli Manning sotto pressione.

E poi, nonostante la prestazione positiva di Winston, anche l'attacco non ha fornito quella prestazione "importante" che era necessaria per superare New York.

Le corse, a parte un big play di Sims, hanno prodotto poco, i ricevitori hanno droppato di tutto (con V. Jackson, ASJ e Murphy forse sarebbe andata a finire in un altro modo, chissà), e se a tutto questo aggiungiamo un paio di fumble e le solite mille penalità, l'esito del match non poteva che essere la vittoria di NY...

Non che i Giants siano parsi irresistibili, ma di sicuro sono stati, ad esempio, più efficaci in Red Zone, entrando in endzone con facilità a differenza di Tampa Bay, che si è sempre dovuta accontentare dei FG di Barth a parte uno spettacolare TD su corsa realizzato acrobaticamente da Winston stesso.

E poi si diceva, i tanti errori, dalle penalità sanguinose come quella di Akeem Spence nel finale di match e i tanti drop di Mike Evans, che pure ha chiuso con cifre importanti (8 ricezioni per 152 yards), ma davvero con troppi palloni ampiamente ricevibili e che invece il WR #13 non è riuscito a trattenere.

Poi, si diceva, le giustificazioni non mancano (le tante assenze, gli infortuni sopravvenuti in corso di partita), però l'impressione è stata che New York abbia sempre avuto il controllo del match, e nonostante l'inizio facesse sperare bene (con Manning intercettato nel primissimo gioco dell'incontro), è poi parso chiaro come difficilmente i Bucs avrebbero potuto arpionare la seconda vittoria casalinga consecutiva.

E domenica prossima arriveranno al RJS i Dallas Cowboys; difficile sperare in un esito diverso da quello di ieri sera, se non aumenteranno concentrazione, cattiveria e se l'infermeria continuerà a riempirsi anziché a svuotarsi...

venerdì 6 novembre 2015

Contro i Giants mancheranno sia V. Jackson che J. Smith

Sta per concludersi quella che è stata la settimana che ha visto Kown Alexander, il giovane rookie dei Bucs, nei panni di protagonista assoluto. Prima per la tragica scomparsa del fratello minore, avvenuta sabato scorso, e poi per l'eccellente prestazione sul terreno del Georgia Dome, decisiva per consentire a Tampa Bay di espugnare Atlanta.

Alexander è stato nominato NFC Defensive Player of the Week nonchè Rookie of the Week, riconoscimenti prestigiosi quanto meritati per questo ragazzo che, se continuerà a far registrare progressi senza adagiarsi sugli allori sin qui conseguiti, potrebbe costruirsi una carriera importante e diventare un pilastro della difesa dei Bucs per il prossimo futuro.

Vedremo se Alexander replicherà l'ottimo match anche nella partita che andrà in scena al RJS domenica prossima contro i New York Giants. Purtroppo saranno parecchi, e importanti, gli assenti per problemi fisici. Vincent Jackson dovrà saltare la sua seconda partita consecutiva, e anche il DE J. Smith e la S Major Wright saranno costretti ad assistere alla partita dalla sideline.

Incerto il recupero del TE Aaustin Seferian-Jenkins, che si è però allenato nel corso della settimana e che si spera possa tornare in campo dopo un mese e mezzo di stop per problemi alla spalla, mentre potrebbe dare forfait anche la safety D.J. Swearinger.

Ad ogni modo, al di là chi sarà "abile e arruolabile", sarà molto interessante vedere se la squadra scenderà in campo con l'approccio "giusto", trovando finalmente un po' di quella "continutià" che nel corso di un anno e mezzo non si è mai vista, da parte della squadra guidata da Lovie Smith; così come è inutile sottolineare come tutte le partite che rimangono da disputare da qui sino al termine della stagione saranno decisive per definire l'eventuale permanenza - o meno - dell'attuale Head Coach sulla sideline dei Bucs anche per l'anno prossimo.

martedì 3 novembre 2015

Il DT Clinton McDonald inserito in IR

Si chiude in anticipo la stagione 2015 per il DT Clinton McDonald, inserito quest'oggi dai Bucs nella Injured Reserve a causa di un infortunio muscolare.

McDonald, uno dei Capitani del team nonché uno dei principali leader dello spogliatoio, sarà sostituito da Akeem Spence, riattivato da un paio di settimane, Tony McDaniel e Henry Melton, che si alterneranno al fianco di Gerald McCoy nel cuore della D-line di Tampa Bay.

Per un giocatore che termina qui la sua stagione, ce n'è un altro, Demar Dotson, atteso all'esordio del suo campionato 2015; quella di Dotson è sicuramente una addizione importante per una linea offensiva che sin qui ha comunque offerto un rendimento superiore alle attese.

Sempre a proposito di OL, da segnalare come anche nella depth chart il ruolo di centro titolare appartenga ormai a Joe Hawley, nonostante Evan Smith sia ormai pienamente ristabilito dell'infortunio che lo aveva appiedato per alcune settimane.

Infine, da segnalare che l'eccellente prestazione di Atlanta ha consentito al LB Kwon Alexander - primo rookie dal 2006 (DeMeco Ryan) a mettere a segno nello stesso match un intercetto, un fumble forzato ed un fumble recuperato - di essere tra i candidati al riconoscimento di rookie of the week (e, considerato il suo rendimento in questa prima parte di stagione, anche a quello di rookie difensivo dell'anno, aggiungerei...).

lunedì 2 novembre 2015

Kwon e Jameis, se il buongiorno si vede dal mattino...


Il match del Georgia Dome che pure ci ha regalato una gran bella soddisfazione (espugnare Atlanta dopo il 14-56 dell'anno scorso.... e chi se l'aspettava!) ha però lasciato anche un sapore un po' amaro in bocca, dato che solo in overtime siamo riusciti ad ottenere una vittoria che sembrava già ampiamente in tasca, una volta raggiunti i 17 punti di vantaggio; insomma, ieri sera abbiamo rivisto gli spettri di Washington ed il pericolo di regalare letteralmente agli avversari la W, proprio come era accaduto sette giorni prima con i Redskins, è stato davvero concreto.

Detto questo, va anche però sottolineato come una squadra con tantissime assenze (ieri il reparto dei ricevitori era praticamente azzerato) sia riuscita a portare a termine una piccola "impresa", e cioè andare a vincere contro ogni pronostico in un campo difficile come quello dei lanciatissimi Falcons.

E se alla fine i Bucs sono tornati in Florida con la W, grande, grandissima parte del merito va riconosciuta a due "matricole", due rookie che al loro primo anno da professionisti stanno tenendo in piedi la squadra, crescendo di rendimento partita dopo partita, e segno che forse qualche decisione azzeccata alla fine Lovie & Licht l'hanno fatta...

Kwon Alexander è il miglior difensore (veterani compresi) di Tampa Bay, dotato di una velocità notevolissima che gli permette di essere sempre il più rapido a placcare gli avversari, a maggior ragione in questo periodo in cui Lavonte David sembra invece avere perso un passo. E poi, a proposito del giocatore da LSU, occorre sottolineare il carattere che ha dimostrato di possedere questo ragazzo, che ha disputato una partita di tale eccellenza nonostante nella giornata di sabato Kwon abbia perso il fratello minore, tragicamente scomparso a soli 17 anni.

E se parliamo di carattere, che dire di Jameis Winston? Bello vedere questo rookie "arringare" e "caricare" i compagni sulla sideline (non solo i suoi coetanei ma anche veterani del calibro di Logan Mankins), e ancora più bello vederlo chiudere terzi down determinanti andando a pescare anche non proprio dei campionissimi quali il WR "tascabile" Humpries o il TE Cameron Brate per non parlare del TD che lo stesso Jameis è andato a segnare con una bella corsa.

Sta crescendo bene Jameis, e se è vero che dopo sole sette partite tra i PRO non dobbiamo farci prendere dall'entusiasmo e che questo ragazzo di errori classici "da rookie" ne commetterà ancora parecchi, l'impressione è che Winston ad un buon fisico e ad un ottimo braccio abbini anche quelle doti caratteriali (grinta, faccia tosta, sana cattiveria) essenziali per sfondare in NFL.

Kwon e Jameis, si diceva, a Tampa li ha portati Lovie Smith. E proprio a proposito del nostro HC non mancano le discussioni tra i tifosi, tra chi lo ritiene "bollito" e pronto per appendere le cuffie al chiodo e chi invece confida nel fatto che questo coach di lungo corso e dall'ottimo curriculum abbia ancora le capacità per risollevare le sorti della squadra.

Mi sembra opportuno, a questo proposito, dare risalto ai commenti molto articolati ed interessanti - che due tifosi dei Bucs nonché abituali frequentatori del blog "Freeman 80"  e "Buccaneer" - hanno lasciato nel post dedicato alla vittoriosa partita di ieri contro i Falcons.

Lascio dunque la parola ai due "colleghi di tifo" ed alle loro interessanti considerazioni a proposito dell'operato del nostro Head Coach. Buona lettura!

["Freeman 80"]
Dopo settimana scorsa ho cominciato a nutrire sentimenti piuttosto contrastanti per Lovie Smith. E da qui la mia disamina (tra l'altro confermata ieri).

Come è possibile avere una squadra incapace di chiudere partite già vinte e non fare nulla per cambiare la situazione? Come è possibile accettare la cosa con la "serenità" con cui la ha accettata Lovie?
A questo punto la mia sensazione è che Smith sappia di avere una squadra incompleta e abbia messo le mani avanti con la proprietà. Mi spiego meglio.

Quando è arrivato a Tampa la situazione era la seguente:
- Spogliatoio colmo di malcontento
- OL scarsa per rendimento, avanti con l'età, strapagata e con l'enorme incognita Carl Nicks.
- Parco Wr con VJ, Williams e il nulla.
- TE nulla cosmico
- RB con Martin costretto a fare mille portate
- Nessun vero QB
- Difesa incapace di mettere pressione e di coprire sui passaggi.
Con 2 offseason alle spalle, Lovie è riuscito a ricreare uno dei 2 lati del campo. Oggi abbiamo un attacco che è piu che decente ma soprattutto giovane e con grandi potenzialità. Per ottenere questo risultato Lovie ha investito 2 interi draft sull'attacco. Certo, ha cannato delle scelte (Zuttah, Collins, McCown tanto per fare dei nomi) e ha sciacquonato delle picks (Herron, Clay, Edwards).

Però è riuscito a fare alcune cose importanti:
- ha rifondato la OL costruendo una base solida
- ha trovato quello che potrebbe essere davvero il nostro franchise QB
- ha allestito un buon parco ricevitori con (oltre a VJ) Evans, ASJ, Murphy e sono pronto a scommettere su Bell per la prossima stagione.
- ha creato un solido duo di RB che unisce forza, velocità, agilità e capacità di ricevere fuori dal backfield.

Credo che Smith, non avendo abbastanza materiale, per rifondare contemporaneamente i 2 reparti, abbia pensato prima a rifare l'attacco che poteva essere molto piu in alto mare.
E credo che abbia intenzione di sistemare la difesa (soprattutto la secondaria) nella prossima offseason che potrà dedicare quasi interamente a quel reparto.

So che questi pensieri si potevano fare anche prima della stagione (bastava guardare chi si era preso e su cosa si era lavorato), ma quel che voglio dire è che credo che Lovie avesse un progetto a lungo termine avallato dalla proprietà. Che insomma fosse consapevole PRIMA di come sarebbe stata questa stagione. Cosa mi fa dire questo? Una serie di elementi.
1) Mentre rinnovava l'attacco, Lovie ha voluto in difesa giocatori che avessero gia giocato con lui. Pur sapendo che non sarebbero state risposte nel lungo periodo. Come quasi a voler tamponare alla meno peggio.
2) Lovie non sembra mai preoccuparsi di una difesa che PALESEMENTE si dimostra incapace di eseguire gli schemi. Come se lo sapesse. E sapesse che non è una situazione sanabile con questi giocatori.
3) Ieri sul quel 4&1, dove puoi scegliere se prenderti un rischio enorme o provare prudentemente a difendere un drive da come minimo 80 yds, sceglie di giocarsela con l'attacco dimostrando di aver piu fiducia li che nella difesa.
4) Lovie non mostra quella cattiveria e quella grinta di chi si sta giocando il tutto per tutto.
5) Lo spogliatoio pare essere completamente dalla parte del coach.

Se le cose stanno come penso, dopo 1 season e mezza, se doveste esprimere un giudizio sulla ricostruzione fatta da Smith, tenendo in considerazione le condizioni di partenza, che giudizio dareste?

Personalmente mi sentirei di dare un giudizio positivo ma non troppo.
Non boccerei senza appello perche appare evidente che l'attacco sia il migliore dal 2010. E con ancora grandi prospettive. Aver blindato McCoy e David, aver trovato dal nulla Kwon e Jacquies sono enormi meriti di Lovie. Ma...non sono mancate alcune scelte scellerate.

Scusate se sono stato magari confusionario. Se riuscite ad "interpretare" i miei pensieri, mi piacerebbe sapere la vostra opinione

["Buccaneer"]
Ti rispondo più che volentieri.

Con due offseason e due draft a prime scelte credo che molti HC sarebbero riusciti a tamponare ben più dell'attacco. Chiariamo, due draft tutto sommato ben fatti, ma scontati. Che Winston finisse a Tampa così come Evans l'anno scorso lo sapevamo mesi prima. La OL è andata avanti a esperimenti, hai citato non a caso Collins che ha fatto "il giro del tavolo" così come altri, altri nomi erano buoni giocatori e invece andavano tenuti.

Non credo che si possa sistemare un reparto abbandonando l'altro, tanto più che oggi ci vorrebbero due anni per sistemare la difesa ma sarebbero comunque due anni in cui le vecchie G andrebbero rimpiazzate e anche VJ è un'incognita data l'età.

La difesa: se è come dici tu allora ha sbagliato. Perchè tutto sommato la squadra di Schiano aveva un attacco osceno, ma la difesa faceva un'onesto giocare da metà classifica. Perchè smantellare tutto per portarsi i prepensionati da Chicago? Se sai già che non la sistemi per i prossimi due draft e non ci fai investimenti, allora non toccarla proprio, ed evita esperimenti rischiosi, vai avanti con quel che hai.

E aggiungo che si è tirato la zappa sui piedi, perchè se arrivi e parli di "squadra subito competitiva" il primo anno i tifosi te lo passano, il secondo no. Allora potrebbe anche essere un accordo a lungo termine con la proprietà, ma si doveva fare un altro parlare, perchè il RJS si sta svutando.

Alla luce di ciò non posso dare un voto positivo.

domenica 1 novembre 2015

E questa siamo riusciti a vincerla, ma che fatica!


Pensavamo di averle viste tutte le mille maniere in cui è possibile perdere una partita di football, e invece questa sera gli ineffabili Buccaneers di Lovie Smith stavano trovando un altro modo inedito per regalare agli avversari una W già ampiamente in tasca...

Per un soffio, siamo riusciti ad arpionare la vittoria in overtime, in una partita caratterizzata da un margine di turnover di +4 a nostro favore; e perdere una partita con un margine di +4 a livello di palloni recuperati sarebbe stato davvero troppo, dopo avere regalato sette giorni fa una incredibile W ai derelitti Washington Redskins.

Premesso che bisognerebbe analizzare con estrema attenzione il perché la squadra di Lovie Smith non riesca mai una volta a chiudere la partita, nemmeno quando si trova a condurre con un margine di vantaggio ampiamente superiore alla doppia cifra, questa sera dobbiamo ringraziare soprattutto il LB rookie Kwon Alexander, se siamo riusciti ad espugnare il Georgia Dome. Alexander ha recuperato due palloni, uno strappandolo direttamente dalle mani di Julio Jones e poi intercettando Matt Ryan. Davvero un match di alto livello per la matricola da LSU, serio candidato al preimo di rookie difensivo dell'anno.

E poi, nonostante statistiche non scintillanti, bene anche Winston, peccato non abbia conquistato il decisivo primo down chiudendo un "4 and 1" nel finale del quarto periodo, ma alla fine la sua prestazione è stata più che positiva considerato che non aveva davvero nessuno a cui lanciare il pallone, dato che oltre agli assenti Vincent Jackson, Louis Murphy e Seferian-Jenkins, anche l'unico bersaglio decente rimasto, e cioè Mike Evans, era limitato da acciacchi di varia natura.

Bene la difesa (linea e LB) reattiva e capace di recuperare palloni, poi lo sappiamo che giochiamo in pratica senza una secondaria presentabile, e anche oggi Ryan ha banchettato trovando i suoi ricevitori sempre liberi e pronti a ricevere senza troppi problemi. E meno male che in overtime, nel drive decisivo, prima Ryan ha  commesso un fumble - recuperato dai Falcons - e poi nel quarto tentativo la pressione della nostra D-line lo ha mandato fuori giri costringendolo al decisivo incompleto che ha chiuso il match a favore di Tampa Bay.

Alla fine abbiamo vinto, espugnando Atlanta senza poter contare su giocatori importanti (in pratica quasi l'intero reparto dei ricevitori era out), e comandando nel punteggio per quasi tutto il match. Benissimo, dunque, ma che fatica incredibile, però! E se i Falcons non avessero commesso così tante penalità (incredibile: stavolta ne hanno commesso di più i nostri avversari), anche stasera saremmo qui a commentare l'ennesima incredibile sconfitta... insomma, nemmeno quando si riesce a portare a casa una W i nostri amati Bucanieri riescono a farci trascorrere una domenica sera in tranquillità...! ;-)

venerdì 30 ottobre 2015

Probabile l'assenza di Vincent Jackson ad Atlanta

Dopo avere perso per l'intera stagione il WR Louis Murphy, anche Vincent Jackson è alle prese con un problema al ginocchio; per fortuna si tratta di un infortunio di minore entità rispetto al suo collega di reparto, ma che comunque rischia seriamente di far saltare al WR #83 il difficile incontro di domenica con gli Atlanta Falcons. Sarebbe il primo match saltato da Jackson da quando indossa la maglia dei Bucs, e la su assenza indebolirebbe ulteriormente un reparto, quello dei WR, ormai ridotto ai minimi termini.

Dietro a Mike Evans... il nulla o quasi, considerato che molto probabilmente ad Atlanta vedremo a lungo impegnati Humpries e Dye, che saranno anche giocatori di belle speranze e che in preseason hanno mostrato numeri interessanti, ma che non definirei proprio delle "garanzie".

Speriamo almeno di recuperare Austin Seferian-Jenkins, sebbene anche la presenza del TE sia a rischio per la partita con i Falcons. Sicuramente "out" sono il DT Tony McDaniel (groin) e il T Reid Fragel (concussion) mentre oltre a Vincent Jackson e ad Austin Seferian-Jenkins, sono in forte dubbio anche la safety Major Wright ed il DT Clinton McDonald.


Infine, ed è il caso di dirlo, una nota di "colore", su cui peraltro torneremo prossimamente, quando saranno maggiori le "news" relative a questo argomento. Nei prossimi "thursday night" le squadre impegnate nell'anticipo del giovedì sera indosseranno delle divise "particolari" ed "inedite", molto "vistose" e dai colori decisamente "intensi" rispetto alle jersey "classiche", preparate appositamente dalla Nike, lo sponsor tecnico dell'NFL.

Anche i Bucs saranno dunque tra i team coinvolti in questo "esperimento", e per il match in programma a St. Louis giovedì 17 dicembre indosseranno uniformi di cui al momento non è stato anticipato molto, se non alcuni fotogrammi come quelli qui riportati, ed il fatto che sarà il "red" la tonalità dominante.

Avremo dunque divise "all red", pantaloni compresi? Lo scopriremo nelle prossime settimane, magari speriamo venga cambiato il "font" dei numeri, dato che quelli attuali da "sveglia digitale" sono veramente inguardabili.

Chiaramente si tratta di una mossa di "marketing" per cercare di vendere qualche maglietta in più; personalmente avrei preferito altre scelte, ad esempio un "ritorno alla tradizione" piuttosto che queste uniformi "fluorescenti", e rivedere sul campo da gioco la storica uniforme "white and orange" utilizzata da Tampa Bay dal 1976 al 1996. Oppure, utilizzare in questa nuova versione maglie comunque dalla tonalità "orange", proprio per ricordare - in questa che è la stagione n.40 dei Bucs in NFL - quelli che sono stati i nostri colori nei primi 20 anni di storia della franchigia.