venerdì 30 novembre 2012

Un anno "con il coltello tra i denti..."

Non amo le autocelebrazioni, ma mi fa piacere sottolineare la ricorrenza, perché quando esattamente un anno fa - era il 30 novembre 2011 - mettevo online il primo "intervento" sul blog, non pensavo che sarei riuscito ad aggiornarlo con una frequenza quasi giornaliera, nè credevo che quotidianamente fossero in parecchi ad affacciarsi  qui sopra per leggere - in italiano - news, commenti e tutto quanto potesse in qualche modo riguardare la nostra squadra.

C'è un oceano di mezzo, tra noi e i Buccaneers, ma questo non è sufficiente per fermare la nostra passione. Oggi poi, grazie a internet, è possibile seguire quasi in tempo reale una squadra che si trova praticamente dall'altra parte del mondo, e quindi anche Tampa, tutto sommato, non è poi così lontana...

Viene quasi da sorridere ripensando ai tempi "eroici", ossia a oltre vent'anni fa, quando anche solamente sapere quale fosse stato il risultato del match era quasi un'impresa. E se oggi organizzare una trasferta "in loco" per seguire la squadra direttamente a Tampa è tutt'altro che complicato, mi chiedo se e come sarebbe stato possibile, ai bei tempi andati, pianificare un viaggio per andare a vedere a "The Big Sombrero" le gesta dei vari Vinny Testaverde o Errict Rhett...

Quando ho messo online il blog, i Bucs stavano attraversando uno dei momenti più bui della loro storia, con Raheem Morris come HC e una banda di disperati in campo, ben disposti a farsi travolgere da qualsiasi avversario senza mai opporre la minima resistenza. E' trascorso un anno, e Tampa Bay ha cambiato pelle: nuovo HC, tanti i nuovi giocatori, ma soprattutto: nuova attitudine, nuova etica lavorativa e nuova mentalità.

Basterà questo per tornare ai playoff e per vincere nuovamente un match nel mese di gennaio? Difficile che ciò possa accadere in questo primo anno di coach Schiano, ma le basi per costruire un ciclo importante e per tornare, dopo troppi anni, ai vertici del football professionistico mi pare che ci siano, per cui... ora e sempre... un solo grido:

GO BUCS !!! 

giovedì 29 novembre 2012

Mark Barron, si può (e si deve) dare di più

Mark Barron in azione contro i Saints
Il draft 2012 ha portato a Tampa due rookie che hanno già dimostrato, in sole undici partite disputate tra i PRO, di poter recitare (da subito) un ruolo da protagonisti anche al di fuori dal College.

Il RB Doug Martin da Boise State ed il LB Lavonte David da Nebraska rappresentano infatti due dei principali punti di forza della squadra, e se Doug "Muscle Hamster" Martin ha addirittura ritoccato alcuni record di franchigia relativi al running game, Lavonte "Flash" David è una delle ragioni principali per cui la difesa dei Buccaneers è la numero uno in assoluto dell'intera NFL contro il gioco di corsa avversario.

Ma prima di Martin e David i Bucs avevano scelto un altro giocatore, decidendo di investire la prima scelta per acquisire la safety Mark Barron, dagli Alabama Crimson Tide, draftandolo al primo giro con la pick n.7 overall.

Barron aveva iniziato la stagione in maniera decisamente confortante, mostrando ottime giocate e buoni fondamentali sin dalle partite di preseason. Il punto, però, è che mentre Doug Martin e Lavonte David sono cresciuti partita dopo partita, elevando il loro rendimento e mostrando di avere sempre più confidenza con il football NFL, per Barron è accaduto un po' il contrario. La safety da Alabama, infatti, nelle ultime partite sta commettendo un po' troppi errori, e sembra avere smarrito quella brillantezza che aveva invece mostrato nei primi match.

E la nostra prima scelta sta anche incappando in penalità gravi, per quanto abbastanza "normali" per un rookie. Ad esempio, se un difensore mette le mani addosso al ricevitore senza mai guardare il pallone, gli arbitri lo sanzioneranno sempre chiamandogli "pass interference", penalità sanguinosa se ne esiste una, e nelle recenti partite contro Chargers e Panthers, Barron ha commesso sempre lo stesso errore. Si è cioè preoccupato troppo del WR e per nulla del pallone, commettendo penalità che per un rookie - come si diceva - sono anche comprensibili, ma che lo sarebbero più a inizio anno che non a questo punto ormai inoltrato della stagione.

Mark, soprattutto, è in difficoltà nel difendere contro i giochi di passaggio, fa fatica a leggere lo sviluppo delle azioni dell'attacco avversario, e non è raro che i suoi placcaggi arrivino dopo tempo massimo, cioè quando il WR o il TE di turno ha già ampiamente preso il primo down. Sia chiaro, tutto questo in una "matricola" è abbastanza normale, basti pensare che Gerald McCoy ha impiegato quasi tre anni per iniziare a giocare un football di alto livello e consono alla third pick overall con cui i Bucs lo avevano draftato.

Il momento di appannamento che adesso sta attraversando Barron risalta anche perché, al momento, in squadra ci sono due rookie scelti dopo di lui che invece, e per fortuna, rappresentano un po' un'eccezione, essendosi ambientati subito alla perfezione nel mondo dei professionisti.

I problemi di Barron, poi, sono accentuati anche dalla disastrosa situazione in cui versa il reparto dei CB. Se da un lato è senz'altro importante avere un compagno di reparto come Ronde Barber, il fatto che al momento il cornerback più affidabile sia E.J. Biggers (!) non contribuisce certo a elevare il rendimento di una secondaria che nel difendere contro il gioco aereo avversario è - statistiche alla mano - la peggiore dell'NFL.

Ad ogni modo, credo che di stoffa il ragazzo ne abbia parecchia, dispiace vederlo un po' in difficoltà in questo periodo ma mi auguro e spero che il meglio per lui debba ancora venire... intanto, già domenica prossima il buon Mark sarà sottoposto a un altro tostissimo esame, visto che i Bucs giocheranno contro i Broncos di Peyton Manning, a dire il vero non proprio il QB migliore da affrontare, se si cerca di riacquistare fiducia nelle proprie capacita di difendere contro i passaggi...

mercoledì 28 novembre 2012

Grimm e Trueblood, due nuovi ingressi in IR

La safety Cody Grimm
Tampa Bay perde per infortunio altri due giocatori, che vanno così ad aumentare la già folta pattuglia di Bucanieri presenti nella Injured Reserve.

A chiudere la stagione anzitempo sono la safety Cody Grimm, KO per problemi ad un legamento del ginocchio, ed il tackle Jeremy Trueblood, per guai ad una spalla.

Con Grimm e Trueblood gli  infortunati di lungo corso, costretti a finire in IR, arrivano così a quota dieci. E alla fine della stagione mancano ancora cinque partite...

Cody Grimm termina dunque in IR la sua terza stagione (su tre) in NFL, confermando purtroppo una propensione agli infortuni che - a questo punto - temo ne abbiano condizionato la carriera in maniera definitiva. Peccato, perché questo ragazzo, sopratutto nel suo anno da rookie, aveva mostrato di possedere numeri davvero molto interessanti.

Inoltre, con la perdita di Grimm se ne va un altro membro della secondaria, che già nel corso di questa settimana aveva dovuto registrare la perdita per quattro partite del CB Eric Wright per le note vicende legate all'assunzione di Adderall.

Con Jermey Trueblood, invece, finisce in IR l'ennesimo membro di un altro reparto davvero disastrato dagli infortuni, la offensive line. Dopo i due Probowler Nicks e Joseph, adesso è il turno di Trueblood, che quest'anno aveva perso il posto da titolare, ma la cui presenza garantiva perlomeno una certa profondità nel reparto. Da qui in avanti, DB e OL non possono davvero più permettersi di perdere altri giocatori per infortunio, visto che la conseguenza sarebbe quella di schierare qualche illustre sconosciuto pescato dalla practice squad...

Intanto, dei tre posti lasciati liberi da Wright, Grimm e Trueblood nel roster dei 53, uno è già stato occupato dal WR David Gilreath, un secondo anno acquisito dai tagli dei Pittsburgh Steelers. Per gli altri due nuovi innesti, sono attese notizie per le prossime ore.

martedì 27 novembre 2012

Wright, alla fine la squalifica è arrivata!

Il CB Eric Wright
Sembrava che il CB Eric Wright ce l'avesse fatta ad evitarla, e invece alla fine la squalifica per quattro partite per uso di Adderall è arrivata: nei prossimi quattro match Wright non sarà utilizzabile da parte di coach Schiano, che a questo punto potrà schierare il giocatore solamente nell'ultima partita dell'anno, la trasferta contro i Falcons.

Si tratta di un bruttissimo colpo per i Bucs, sia perché nei giorni scorsi si erano diffuse voci relative alla possibilità che Wright potesse evitare la squalifica sia perché la sua forzata esclusione colpisce un reparto già ridotto ai minimi termini.

Non che l'ex Detroit Lions stesse disputando una grande stagione, ma si trattava comunque di un giocatore di esperienza in   un reparto che al momento - tradato Talib - vede in E.J. Biggers il suo uomo di punta (e ho detto tutto!), a cui si affiancano Leonard Johnson, i due Lewis (LeQuan e Myron), Danny Gorrer e Anthony Gaitor, quando verrà "ripescato" dalla "IR designated for return". E poi? E poi basta così, i CB che abbiamo a roster sono tutti qui....

Chiaramente con una secondaria del genere non si va da nessuna parte, e vista la tragica situazione si potrebbe anche pensare se non sia il caso di riportare Ronde Barber nel suo vecchio ruolo, dato che a livello di safeties possiamo contare su Barron, Grimm e Black, che comunque un minimo di garanzie le offrono (anche se Grimm, dopo i gravi infortuni, non è più quel bel giocatore ammirato nel suo primo anno tra i PRO). Mah, certo che la situazione è talmente compromessa che qualsiasi soluzione non credo sposterebbe poi di molto le cose.

Se c'era un giocatore che non potevamo permetterci di perdere, dopo lo scambio che ha coinvolto Talib, era l'altro CB starter, Eric Wright. E' evidente che la sua squalifica riduce ulteriormente, e non di poco, le già flebili possibilità di Tampa Bay di essere ancora in campo nel mese di gennaio.  

Di seguito, dal Tampa Tribune, le parole - inutili e di circostanza - di Eric Wright a proposito della sua squalifica:
"This is a result of taking Adderall at the end of July for health issues I was experiencing,'' Wright said in written statement released by the team. "I am extremely disappointed that the suspension was upheld at my appeal.''
"I apologize to the Glazer family, General Manager Mark Dominik, Coach Schiano and the entire Tampa Bay Buccaneers organization, my teammates, our great fans and my family, who have stood by me through this entire process. I will continue to prepare myself and look forward to rejoining the team.''

lunedì 26 novembre 2012

Atlanta, una sconfitta da cui trarre insegnamenti

Biggers provoca il fumble, McCoy lo ricopre!
Perdere dà fastidio, sempre e comunque. A maggior ragione quando si assapora il gusto dolce della W, ad esempio trovandosi in vantaggio nell'ultimo periodo, proprio come è accaduto ieri a Tampa Bay nel big match con gli Atlanta Falcons.

Cerchiamo allora di capire quali insegnamenti è possibile trarre da questa partita, ossia cosa ci è costato la sconfitta e quali sono gli aspetti su cui occorre lavorare maggiormente, per cercare non dico di vincere i rimanenti cinque incontri, ma perlomeno per mantenere in vita il sogno playoff. Tutto sommato, ieri hanno perso Seattle, Green Bay e New Orleans, in pratica  le principali avversarie dei Bucs per la corsa al quinto e al sesto posto (dando per acquisiti i quattro vincitori di Division:  NYG, ATL, CHI, SF) e dunque nulla è cambiato nella difficile ma non impossibile corsa al wildcard game.

Ripensando al match di ieri ci sarebbero mille spunti da analizzare, vediamo di riassumerne alcuni tra i più significativi:

Capitalizzare sugli errori avversari: si paga a caro prezzo - alla fine - arrivare nei pressi dell'endzone e accontentarsi di un FG. O meglio, questo si può fare con avversari di modesto valore, perché tanto le occasioni per rifarsi sotto non mancheranno, ma quando dall'altra parte ci sono squadroni tipo i Falcons, se non si ottiene il massimo da quei rari errori che avversari del calibro di Atlanta commettono, non si porterà quasi mai a casa la vittoria. Ryan e soci non perdonano, e lo si sapeva. Non avergli fatto pagare a carissimo prezzo (ossia con due TD) intercetto e fumble ha fatto – in pratica – tutta la differenza tra vittoria e sconfitta.

Emergenza CB: è chiaro che se oltre a Talib viene a mancare anche Eric Wright, ieri non schierato a causa di problemi al tendine d'Achille, allora poi diventa durissima. E ci si espone a giocate micidiali come quella di Julio Jones, ricezione da 80 yards comprensiva di TD, mazzate tremende da cui risollevarsi diventa poi un problema. Il CB Leonard Johnson ha commesso lo stesso errore che già contro San Diego ci era costato un TD analogo mancando il placcaggio, la safety non è arrivata in tempo e la frittata è stata servita. Occorre evitare simili big play, e comunque limitarne il raggio, non è possibile concedere agli avversai (soprattutto se di alto livello) una ricezione da 80 yards + TD a partita.

Mark Barron: nei prossimi giorni tornerò in maniera più approfondita a parlare della nostra prima scelta. Personalmente non sono molto soddisfatto del suo rendimento, mi sembra che il ragazzo anziché crescere di partita in partita abbia passaggi a vuoto sempre più frequenti, più si va avanti con la stagione (penalità sciocche e placcaggi in ritardo, ad esempio). Considerato che parliamo della nostra prima scelta, nonché della pick n.7 overall dell'ultimo draft, anche il buon Barron deve migliorare il suo rendimento, e non di poco.

LeGarrette Blount: ora, credo che a noi tutti piaccia moltissimo il modo in cui gioca Doug Martin, e nessuno mette in dubbio che “The Muscle Hamster” debba essere il nostro RB#1. Però quando Doug fa fatica – e può capitare a tutti, ci mancherebbe – perché lasciare Blount a marcire sulla sideline? Ieri ad esempio Martin aveva problemi a guadagnare yards e dunque poteva essere l'occasione giusta per rilanciare LeGarrette; il quale, se deve essere gestito in questo modo, tanto valeva spedire altrove, magari in cambio di una scelta del prossimo draft.

Penalità: troppe e sanguinose, per rimanere al match di ieri. Quella di Ahmad Black è stata la più grave di tutte, dato che è avvenuta su un terzo down, e in pratica ha spianato la strada ad Atlanta per la vittoria. E' vero che da questo punto di vista Schiano ha già fatto un ottimo lavoro riducendo e di parecchio le flag gialle che vengono lanciate contro i nostri giocatori, ma occorre tenere alta la guardia e la concentrazione: le penalità, nei momenti cruciali, uccidono! 

Quel FG dalle 56...: è molto facile, e anche un po' antipatico, parlare con il senno di poi a proposito dei singoli episodi, però far calciare un FG a Barth dalle 56 yards, che se anche realizzato avrebbe lasciato 3 minuti abbondanti ai Falcons per andare comunque a vincere la partita, forse non è stata la più brillante delle idee possibili. Perché non giocarsi il quarto down alla mano, come fatto con successo a Charlotte domenica scorsa, e rischiare il tutto per tutto? Certo, si trattava di chiudere un complicato "quarto e sette", ma se ci fossimo riusciti avremmo avuto il possesso sulle 30 yards dei Falcons e saremmo stati noi a controllare il cronometro, magari mandando a calciare Barth per la vittoria da una posizione meno impossibile che non le 56 yards... 

Ad ogni modo, archiviata la L con i Falcons, adesso occorre iniziare a pensare al prossimo ostacolo, i Denver Broncos. Si tratta di una squadra decisamente forte, che ha già quasi in tasca il titolo della sua division, e che può contare su uno dei migliori QB di sempre dell'NFL. Se non cambia qualcosa là dietro, rischiamo che Manning si scateni lanciando a ripetizione per i suoi WR, nel profondo delle nostre praterie... invece, se magari riuscissimo a mettere un po' di pressione sul “vecchio” Peyton, lanciatore fenomenale ma non proprio dotato di velocità accecante quando si tratta di scappare dai difensori avversari, forse potremmo divertirci un po' anche noi, chissà...   

domenica 25 novembre 2012

Bucs sempre in partita, ma alla fine vince Atlanta

Doug Martin, a segno con due TD
Dunque, alla fine è andato tutto secondo pronostico. I Falcons hanno vinto, pur non disputando affatto una partita scintillante, anzi, commettendo anche qualche grave errore (un intercetto, un fumble), ma giocando in maniera implacabile nei momenti chiave.

Poi, se si aggiunge che i Bucs non hanno sfruttato pienamente le occasioni che pure hanno avuto e non sono stati capaci di far pagare a caro prezzo ad Atlanta gli errori di Ryan e soci, il match non poteva che finire così.

Peccato per quella chiamata di holding difensivo a Black, alla fine risultata decisiva visto che da lì è nato il TD del sorpasso definitivo.  

Ad ogni modo, pur nell'amarezza inevitabile che accompagna sempre una sconfitta, i ragazzi di Schiano se la sono giocata anche stasera, contro i primi della classe, fino all'ultimo secondo. Difficile coltivare grandi sogni, a questo punto della stagione e con una secondaria impresentabile. Però il fatto che anche i Falcons abbiano sudato e non poco per arpionare una W, depone a favore della nostra squadra. Che prima di arrendersi, sputa sangue e lo fa sputare anche agli avversari.

Cosa ricordare, del match di stasera... nonostante tutto, un paio di giocate proprio di due defensive back. In primo luogo il bellissimo intercetto di Sua Maestà Ronde Barber (bisognerebbe davvero clonarlo, il #20!) e poi il sack + fumble di EJ Biggers, che si è reso protagonista di una giocata davvero entusiasmante.

Per il resto, Doug Martin è stato controllato bene dalla difesa di Atlanta, e nonostante i due TD messi a segno è risultato meno decisivo rispetto ad altre occasioni. Bene Freeman e i suoi ricevitori, mentre tornando alla secondaria, che dire... un TD come quello di Jones, da 80 yards, ha fatto davvero male, purtroppo Leonard Johnson ha mancato un placcaggio e si è rivista la stessa giocata che già nella partita contro San Diego ci era costata un TD analogo.

E' andata male, pazienza. Adesso andremo a Denver, per un altra partita che vede i Bucs nettamente sfavoriti, contro un altro grande QB che metterà a dura prova la nostra difesa. Ma i Buccaneers targati Greg Schiano sono vivi, non mollano mai e combattono - ebbene sì, proprio "con il coltello tra i denti..." - fino al'ultimo secondo. E tanto basta, direi; per i miracoli... rivolgersi altrove!

sabato 24 novembre 2012

RJS, il tutto esaurito rimane un miraggio

Un RJS semivuoto a pochi minuti dall'inizio dell'opener 2012, Bucs-Panthers
La foto che vedete qui sopra l'ho scattata a pochi minuti dall'inzio di Bucs-Panthers, l'opener della stagione 2012. Come vedete, eravamo davvero in pochi intimi, e non è che le gradinate si siano riempite più di tanto, nel corso del match. Questo "trend" negativo si è purtroppo mantenuto abbastanza costante nelle partite seguenti, e solo il "throwback game" con New Orleans ha fatto registrare una vendita di biglietti in prevendita superiore all'85%, fatidica quota che ha consentito la trasmissione del match in diretta TV anche nella zona di Tampa.

Pensavo, o meglio speravo, che le cose sarebbero cambiate per il big match contro i Falcons, in programma domani al RJS. I Bucs sono infatti reduci da una splendida striscia vincente di 4 W consecutive, in città arriva la "capolista" quasi imbattuta della NFC South, il meteo prevede una bella giornata di sole, insomma quale occasione migliore per gremire lo stadio in ogni posto utile, considerata tra l'altro l'opportunità di ammirare dal vivo giocatori che stanno attraversando un periodo i forma eccellente, da Freeman a Martin passando per i due WR Jackson e Williams, senza dimenticare due "vecchie glorie" ancora implacabili quali Dallas Clark e Ronde Barber.

E invece, niente.

A quanto pare, quello che una volta era un pubblico caldo e appassionato, e che soprattutto a partire dalla "svolta" del 1997 ("New logo, new colors, new attitude") era solito riempire lo stadio in ogni partita e contro qualsiasi avversario ha trovato modi migliori e più divertenti per trascorrere la domenica pomeriggio. Dispiace constatare questo "calo di interesse" da parte dei nostri fratelli di tifo d'oltreoceano. Tra l'altro, sono ancora a disposizione tantissimi biglietti in settori economici, credo che 30 dollari per vedere dal vivo un match NFL siano una spesa sopportabile per tantissimi anche in un periodo di crisi come questo; e invece dobbiamo accontentarci dello zoccolo duro dei 50mila (scarsi) fedelissimi, ma riempire lo stadio ormai è un vero e proprio miraggio.

Se non si fa il tutto esaurito per una partita come quella di domenica prossima, non so più se e quando torneremo a registrare un sold-out. Anzi, a dire il vero, visto che quest'anno l'unico RJS (abbastanza) gremito è stato quello del "throwback game", proporrei ai Glazer di tornare a giocare in maniera permanente con le storiche uniformi Orange & White. A questo punto, per tornare riempire lo stadio non ci rimane che sperare nella "buonanima" di Bucco Bruce....! ;-)

Passando ad argomenti un po' più "tecnici", rapido aggiornamento dall'infermeria: la safety Cody Grimm non giocherà per problemi al ginocchio, mentre per Eric Wright si deciderà tutto all'ultimo minuto. Dovendo affrontare un QB pericoloso come Ryan, e con una secondaria ridotta ai minimi termini, anche un Wright a mezzo servizio sarebbe utile alla causa, e questo - purtroppo - la dice lunga sulla situazione attuale in casa Bucs alla voce CB....  

Comunque sia, anche con uno stadio mezzo vuoto e pur con una secondaria semidisastrata, andiamocela a giocare fino in fondo, con i temibili "falchetti", e cerchiamo di tarpare le ali ai "dirty birds". La carica, come da foto, la guiderà l'inossidabile capitano di mille battaglie.... GO BUCS!
Ronde Barber alla testa del gruppo....GO BUCS!

venerdì 23 novembre 2012

Stagione finita per il WR Arrelious Benn

Arrelious Benn, stagione finita in anticipo
I Bucs inseriscono un altro giocatore - l'ennesimo - nella injured reserve: questa volta è il turno del WR Arrelious Benn, che per problemi a spalla e ginocchio vede chiudersi in anticipo la stagione 2012. Cosa che del resto gli era capitata anche nelle precedenti due stagioni, entrambe chiuse in anticipo a causa di problemi fisici.

Una annata decisamente negativa, per l'ex WR da Illinois. Infortunatosi il primo giorno di training camp, Benn aveva recuperato con difficoltà, finendo per perdere il posto di terzo WR dietro Jackson e WIlliams a favore di Tiquan Underwood, e venendo utilizzato per lo più nello special team.

Non proprio il massimo, per un giocatore scelto al secondo giro del draft 2010, con la pick n. 39 overall. Ci si aspettava molto da questo WR, dal fisico imponente ma al tempo stesso agile e dalle ottime mani. E invece, soprattutto a causa di guai fisici, Benn è lentamente scivolato nelle retrovie, al punto che ormai il suo accantonamento nella IR non fa quasi notizia. Speriamo che il ragazzo recuperi al 100% per il 2013, poter contare su un bersaglio del genere, sano al 100%, sarebbe decisamente una bella addizione per la batteria dei WR.

Intanto, al suo posto è stato firmato il WR undrafted rookie David Douglas, direttamente dalla practice squad dei New York Giants. Arrelious Benn va invece a fare compagnia alla numerosa pattuglia di giocatori importanti dei Bucs già presenti nella IR: da Adrian Clayborn a Carl Nicks, da Davin Joseph a Sammie Stroughter fino al penultimo arrivato, Quincy Black.

giovedì 22 novembre 2012

CB: Gaitor rientra e Wright evita la squalifica

Il CB Gaitor in azione in preseason
Come tutti sanno, uno dei reparti dei Bucs in cui sono presenti le maggiori criticità è quello dei CB. Il miglior cornerback che avevamo a roster, Aqib Talib, per i ben noti motivi è stato (inevitabilmente, direi) mandato a New England in cambio di una quarta scelta del prossimo draft, mentre per l'altro CB starter, Eric Wright, oltre ai problemi fisici al tendine d'Achille si dava per sicura l'imminente squalifica per uso di Adderall.

A quanto, pare, invece, Eric Wright dovrà preoccuparsi solo dei suoi guai fisici, ma sembra che non ci sia più il rischio di squalifica per uso della sostanza proibita. La situazione, in realtà, non è chiarissima e mancano conferme ufficiali, ma sembra che da qui a fine stagione Wright non incapperà nella stessa sorte del suo ex compagno Talib, appiedato per quattro partite proprio per uso di Adderall.

Un altro CB che invece è tornato ad allenarsi e potrebbe essere a disposizione di coach Schiano sin dal match di domenica prossima è Anthony Gaitor, che era stato inserito nella "IR/Designated to return". Si tratta di una possibilità introdotta quest'anno, quella di recuperare dalla Injured Reserve un giocatore che vi era stato messo a causa di un infortunio serio ma non di tipo “season ending”.

Chiaro che non è Anthony Gaitor colui che potrà risolvere i problemi della nostra secondaria, ma contro i missili che domenica Matt Ryan indirizzerà nelle nostre retrovie c'è bisogno del supporto di tutti, riserve comprese. Così come sarebbe opportuno che Wright – che pure sta giocando un campionato non all'altezza del suo principesco ingaggio – recuperasse dai problemi al tendine. Con Wright appiedato, infatti, il nostro CB di punta sarebbe in pratica E.J. Biggers, supportato dai due rookie Johnson e Lewis. Dovendo affrontare uno dei QB più pericolosi dell'intera NFL, non dormirei sonni tranquillissimi, nei panni di coach Schiano....

mercoledì 21 novembre 2012

Dallas Clark, e l'importanza dei TE

Clark esulta, dopo il TD della vittoria a Charlotte
Il ruolo del tight end, metà bloccatore e metà ricevitore, tende ad acquisire sempre maggiore importanza, nell'NFL moderna.

Qual è la situazione di Tampa Bay, nel ruolo in questione?

A roster ci sono un veterano che è stato per tanti anni uno dei migliori TE dell'intera NFL, purtroppo ormai quasi giunto a fine carriera (Dallas Clark), un giovane al secondo anno che fin qui ha deluso parecchio dato che nei suoi confronti c'erano aspettative abbastanza alte (Luke Stocker) e un terzo anno dalle qualità interessanti soprattutto come bloccatore, che proprio contro i Panthers ha segnato domenica scorsa il suo primo TD (Nate Byham).

Proprio l'apporto fornito da quel vecchio drago di Dallas Clark è stato decisivo, per vincere a Charlotte. Sua la ricezione in endzone nel corso dell'overtime e sue altre giocate fondamentali per portare a termine la magica rimonta contro Newton e compagni. Clark, come è noto, arrivò a Tampa durante la scorsa offseason senza suscitare grandi entusiasmi.

"Rotto", "finito", "pensionato", erano alcuni degli appellativi riferiti a questo giocatore. Il quale, giunto alla decima stagione in NFL, naturalmente non può più essere il Dallas Clark dei bei tempi, quando era uno dei bersagli preferiti di Peyton Manning. Inoltre, dopo avere saltato per infortunio gran parte delle ultime due stagioni, le perplessità nei suoi confronti erano altissime e si temeva che l'ex Colts non sarebbe stato in grado di aiutare più di tanto i nuovi Bucs di coach Schiano.

Ma un suo utilizzo dosato, e limitato solo ad alcune azioni, sta invece dando frutti importanti. Il Clark delle ultime partite non è solo una "vecchia gloria", ma un giocatore ancora in grado di fare la differenza, se non addirittura - come è accaduto contro i Panthers - essere decisivo.
A proposito del match di domenica scorsa, queste le impressioni di Clark, dal Tampa Tribune:
"This was a huge win for us because we got away with learning a lesson here,'' he said. "We learned the lesson today that we can't just show up and expect to win football games.
"We did not play well today. Where we want to go, that's not good enough. But to come back like that and rally, that's not the kind of stuff you can learn in practice. That's needs to be done on a Sunday, so that was special.''
 
Come detto, non si può chiedere a Clark di giocare tutti gli snap e dunque sarebbe importante che i due giovani rincalzi - Stocker e Byham - fossero in grado di fornire un contributo di un certo spessore quando vengono chiamati in causa. E' comunque probabile che dalla prossima free agency, o dal prossimo draft, oltre a un paio di CB arrivi anche un TE, visto che Stocker e Byham a certi livelli non offrono sufficienti garanzie, e Dallas Clark, purtroppo, non è eterno. Finché dura, ad ogni modo, godiamoci le giocate del #44, tuttora - a 33 anni e con mille cicatrici addosso - tra i più efficaci esponenti nel ruolo di tight end.  

martedì 20 novembre 2012

Atlanta: spesso gioca male, ma vince quasi sempre

2007: contro Atlanta, Micheal Spurlock riporta in     
endzone il primo kick-off nella storia dei Bucs!
Domenica prossima avrà luogo al RJS il big match della NFC South: i quasi imbattibili Falcons (9-1) scenderanno in Florida a sfidare i rampanti Bucs di coach Schiano, reduci da quattro W consecutive e con un record di 6-4 che nessuno, alla vigilia del campionato, avrebbe pronosticato per Tampa Bay dopo 10 partite.

Che dire, degli Atlanta Falcons? La squadra guidata da Matt Ryan gioca – a mio avviso – spesso partite sottotono, in cui la sconfitta sembra inevitabile, e invece no: un modo per vincere, alla fine, la squadra di coach Mike Smith lo trova (quasi) sempre. Emblematica la partita di domenica scorsa: 5 intercetti lanciati da Ryan e nonostante ciò, vittoria per Atlanta...!

Tutto questo è senz'altro merito di un'ottima organizzazione di squadra, di un coaching staff molto valido e in grado di ottenere il massimo dai propri giocatori, di un team dalla mentalità vincente che non molla mai; ed è merito anche di un QB - Matt Ryan - che personalmente metto un gradino al di sotto dei fenomeni nel ruolo (i vari Brees, Rodgers, i Manning bros, Brady) ma che nelle situazioni più disperate è uno dei migliori nel trovare un WR libero o comunque la giocata che risolve il match.

Tutto questo, però, vale solo per la Regular Season. Nei playoff infatti il discorso cambia e non poco, visto che i Falcons nelle apparizioni in postseason hanno sin qui rimediato figure modestissime; evidentemente, la pressione di giocarsi tutto quanto nella singola partita è un qualcosa che ancora Matt Ryan non è in grado di gestire nel modo giusto...

Ma torniamo alla partita di domenica: si legge nel sito ufficiale dei Bucs che ci sono ancora 11mila biglietti disponibili, e per evitare il black-out, ossia affinché la partita venga trasmessa in TV nella zona di Tampa, è necessario che vengano venduti ancora oltre 7mila tagliandi. Certo che se non si riempie lo stadio nemmeno dopo 4 W consecutive, in quello che è il big-match dell'anno dovendo affrontare la capolista semi-imbattuta della division, beh, allora mi sa che non c'è quasi più speranza di rivedere un RJS bello gremito e urlante, ossia quello che ai bei tempi andati era la regola, e non l'eccezione...

In quanto ai precedenti tra le due squadre, ce ne sono tantissimi, ma ne voglio ricordare solo un paio: uno molto dolce, ossia il primo kick-off riportato in endzone dall'ingresso dei Bucs in NFL. Dopo una attesa di oltre trent'anni (!), fu Micheal Spurlock a realizzare l'impresa, davvero "storica" nel 2007. E poi, come non ricordare uno dei match più amari giocati contro Atlanta: era il 2010, i Bucs avevano concrete possibilità di agganciare i playoff, ma nel throwback game contro i Falcons ne accaddero davvero di tutti i colori, e una partita che sembrava vinta (Bucs a +10 a quarto periodo inoltrato) vide i sogni di gloria di Tampa infrangersi in sviste arbitrali, nel sanguinosissimo kick-off ritornato in endzone da Atlanta nel momento cruciale (con Maurice Stovall che spianò la strada ai Falcons mancando un placcaggio decisivo...), e alla fine, tanto per cambiare, Atlanta ritornò in Georgia con una vittoria dopo una partita giocata così-così ed avendo rischiato seriamente di perderla.

Come finirà domenica? Il pronostico vede Atlanta favorita, ma se i nostri ragazzi riusciranno a giocare per tutti i 60 minuti con la stessa determinazione ammirata, ad esempio, nelle recenti esibizioni in quel di Minneapolis ed Oakand, beh allora... magari... chissà!

lunedì 19 novembre 2012

Josh Freeman, il "ragazzo rimonta" è tornato!

Coach Schiano esulta: Bucs win!
Era il 2010, quando a Tampa arrivarono dieci vittorie ottenute in buona parte con rimonte "impossibili" e folli come quella ottenuta ieri contro i Panthers, e proprio grazie a simili imprese Josh Freeman si guadagnò nel corso di quella stagione il soprannome di "comeback kid".

Poi, lo scorso anno, da rimontare c'era ben poco visto che nel quarto finale delle partite i Bucs di solito si trovavano sotto di una trentina abbondante di punti, e di Josh “comeback kid” Freeman si erano un po' perse le tracce, finendo anche il nostro QB travolto dal caos totale che regnava a One Buc Place.

La rimonta di ieri è invece importante, a mio avviso, proprio per come è maturata, al di là della W: fino al momento magico in cui è iniziata la rimonta, infatti, i protagonisti principali del nostro attacco (Freeman per lanciare, Martin per correre, Jackson per ricevere), avevano disputato prestazioni opache, infarcite di brutti errori.

Freeman aveva lanciato ben due intercetti di cui uno riportato in endzone non trovando mai in profondità i suoi ricevitori, anche per l'ottima prestazione della DL avversaria sempre puntuale nel mettere il nostro QB sotto massima pressione. Jackson, come detto, raramente era stato testato sul profondo e aveva guadagnato poche yards e ricevuto pochi palloni. Martin, infine, aveva commesso il primo fumble della sua carriera scegliendo il momento meno opportuno per perdere il pallone: sulla 1 yard line, a pochi centimetri dalla endzone avversaria...

E invece proprio loro, i protagonisti principali di questi Bucs 2012, hanno guidato Tampa Bay alla rimonta nell'ultimo minuto e poi alla vittoria nel corso dell'overtime. Senza dimenticare un altro protagonista del pomeriggio di ieri, il veteranissimo Dallas Clark le cui ricezioni – tra cui quella in endzone nel supplementare - sono state decisive per riportare in Florida questa soffertissima W.

Nell'ultimo minuto Freeman ha lanciato missili telecomandati per le mani (di acciaio) di Jackson, poi nell'overtime Martin ha ripreso a mangiarsi il campo con una splendida corsa dietro l'altra, e in pochi minuti i Bucs hanno messo a segno il TD che ha chiuso l'incontro. Agevolati anche dagli avversari, gli increduli Panthers che erano già pronti a festeggiare la vittoria ed invece si sono ritrovati catapultati in un tempo supplementare in cui il loro destino era segnato.

Dunque una W soffertissima, strappata all'ultimo respiro, ma la cosa importante è stata quella di crederci comunque anche quando la situazione sembrava ormai irrecuperabile. Ribadisco, da questo punto di vista, la validità del lavoro del nostro coaching staff, che ha però evidentemente trovato del "materiale umano" di prima qualità. Del resto, una volta liberatisi dalle troppe mele marce che infestavano One Buc Place, buona parte del lavoro era già stato fatto..

E adesso, arriva il bello. Siete pronti per il big-match con gli imbattibili (o quasi) Atlanta Falcons? Ieri Ryan e soci hanno superato i Cardinals pur giocando sottotono e nelle ultime partite sembrano meno scintillanti rispetto ad inizio stagione. Resta il fatto che i Falcons rimangono uno squadrone costruito per vincere il Super Bowl, e proprio per questo sarebbe davvero "simpatico" riuscire a centrare la difficilissima impresa di sgambettarli... chiaramente i cali di concentrazione visti ieri a Charlotte non possono essere riproposti contro Atlanta: se Newton e i Panthers ci hanno "graziati" in più occasioni, Ryan e i Falcons non fanno prigionieri, e dunque domenica prossima dovremo giocare con la massima intensità e la concentrazione più assoluta per tutti i 60 minuti del match, non solo per i dieci iniziali del primo quarto e per... gli ultimi cinquanta secondi di partita! 

domenica 18 novembre 2012

Una rimonta incredibile: overtime e W!

Overtime: Clark riceve il TD dellla vittoria!
Di partite dei  Bucs ne ho viste davvero tante, ma di rimonte incredibili ed entusiasmanti come quella di stasera, beh, onestamente ne ricordo proprio poche... la situazione era, in pratica, disperata: sotto di 8 punti a un minuto dalla fine, palla sulle proprie 20 yards senza neanche un timeout, con tutta l'inerzia del mondo dalla parte di Carolina...

Partita finita e brusca interruzione della striscia vincente? Niente affatto, il bello doveva ancora venire...

Con un drive magistrale, un Freeman fin lì assai opaco, supportato dai due MVP di stasera (Dallas Clark e Vincent Jackson) ha segnato il TD del meno due, mettendo poi a segno sempre grazie all'ex WR di San Diego anche la conversione da  due punti.  

Overtime!

A quel punto, anche la buona sorte ha sorriso a Tampa Bay: Economos ha vinto il sorteggio consentendo ai Bucs di gestire per primi il possesso. Da quest'anno però non basta un FG per vincere; infatti, la partita finisce solo segnando per primi un TD, dato che in caso di FG anche l'altra squadra ha diritto ad un possesso. Ma ormai Carolina non c'era più, Freeman e Martin hanno macinato yards su yards mangiandosi il campo in pochi minuti. Infine, la ciliegina che ha mandato tutti a casa: TD pass per Dallas Clark e... game over: Bucs win!

Un esito davvero inimmaginabile, ripensando allo svolgimento della partita. Sono stati tanti gli errori nei momenti importanti da parte di Freeman e compagni, forse anche per poca concentrazione e con l'inconscia sensazione di avere la W già in tasca dopo l'illusorio vantaggio iniziale per 10-0 contro una squadra - i Panthers - che anche stasera ha confermato di essere ben poca cosa, aggrappata alle estemporanee giocate di Newton.

Come detto, i Bucs erano partiti sin troppo bene, avanti per 10-0 in meno di un quarto. E invece è bastata una giocata - l'intercetto riportato in endzone da Munnerlyn - per ribaltare la partita. Da quel momento Freeman è entrato in confusione, l'attacco dei Bucs ha iniziato a combinare un po' troppi pasticci, e Carolina è riuscita a portarsi in vantaggio e a controllare la partita, pur commettendo a sua volta tantissimi errori (da un FG sbagliato da posizione abbastanza favorevole a un fake punt non convertito) che Tampa Bay non ha però fatto pagare ai suoi avversari.

Fino a quel magico e folle drive dell'ultimo minuto del quarto periodo era mancato del tutto il "killer instinct" ai Bucs, questa sera, e il fumble di Martin sulla 2 yard line sembrava avere messo il sigillo alla partita, visto che davvero nulla girava nel verso giusto... poi, a 60 secondi dal termine, inizia un'altra partita, Freeman abbandona i panni di Trent Dilfer e si traveste da Joe Montana, Vincent Jackson e Dallas Clark acchiappano di tutto, e nell'overtime Doug Martin sembra tornato quello di Minnesota se non proprio quello "spaziale" di Oakland...

Vincere in questo modo, quando tutto sembra ormai perso, ha un sapore davvero particolare e testimonia una forza d'animo, un crederci sempre, e una volontà di non arrendersi che partita dopo partita stanno diventando il marchio di fabbrica di questa squadra. Il lavoro di coach Schiano - sulle gambe ma anche e soprattutto sulle teste dei giocatori - mi pare sin qui davvero notevolissimo, questi Buccaneers non hanno davvero nulla (se non i caschi e le uniformi) in comune con quella banda di disperati che lo scorso anno si faceva prendere a calci dovunque e da chiunque.

E domenica al RJS arrivano i Falcons, per quello che sarà il big-match della NFC South. Chi l'avrebbe mai sospettato, solo un paio di mesi fa... intanto, al di là di come andrà a finire con i "falchetti", i numeri parlano chiaro: il record attuale dice 6-4, e la striscia di W è arrivata a quota quattro.

E il grande sogno (di giocare ancora, nel mese di gennaio) continua...GO BUCS!

sabato 17 novembre 2012

Matthew Masifilo, un nuovo DT a roster

Il DT Matthew Masifilo
Mentre dall'infermeria arrivano notizie abbastanza incoraggianti (Jeremy Zuttah ed Eric Wright dovrebbero recuperare ed essere regolarmente in campo, mentre  l'unica presenza incerta per il match di Charlotte rimane - al momento - quella della RG Jamon Meredith), i Bucs annunciano l'inserimento a roster di un nuovo giocatore.

Il nuovo arrivato è un Defensive Tackle, il 23enne rookie Matthew Masifilo, un passato a Stanford per quel che riguarda il college, e 10 settimane da PRO trascorse nella practice squad dei San Francisco 49ers. Per inserire Masifilo a roster, è stato invece rilasciato Markus Allen, DE al secondo anno.

Matthew Masifilo, originario delle Hawaii, a Stanford ha ricoperto nella linea difensiva sia le posizioni di End che di Tackle, giocando da starter nelle ultime due stagioni. Vedremo se questo giocatore, che difficilmente sarà utilizzato contro i Panthers, potrà portare un contributo alla causa e rinforzare una linea difensiva che seppure meno falcidiata della OL, ha comunque anch'essa gli uomini contati o quasi.

Passando dalla linea difensiva ai LB, dopo l'infortunio che domenica scorsa ha chiuso in anticipo la stagione di Quincy Black, sarà il veterano Adam Hayward a partire titolare, con Dekoda Watson come alternativa pronto a subentrare dalla sideline.  

venerdì 16 novembre 2012

Problemi per Meredith e Zuttah, OL in emergenza

Jamon Meredith, RG starter dei Bucs
L'offensive line, che in teoria doveva essere uno dei punti idi forza dei Buccaneers 2012, vive in questi giorni momenti di assoluta emergenza. Dopo avere perso ormai da tempo, e per tutta la stagione, due Probowler del calibro di Davin Joseph e Carl Nicks, nel corso di questa settimana si sono allenati poco o proprio per niente quelli che a questo punto della stagione sono da ritenere due giocatori essenziali della nostra OL: Jeremy Zuttah e Jamon Meredith.

Zuttah, spostato dal ruolo di centro a quello di LG per cercare di sostituire al meglio il grande vuoto (in tutti i sensi...) lasciato da Nicks, ha problemi ad una spalla, e sebbene non sia ancora al meglio c'è comunque un cauto ottimismo circa il fatto che il giocatore possa comunque farcela a scendere in campo domenica nella insidiosa trasferta di Charlotte.

Più complessa è la situazione di Jamon Meredith, la guardia destra titolare alle prese con problemi abbastanza seri ad una caviglia. Sarà necessario rispolverare Jeremy "false start" Trueblood? Speriamo di no, certo che è un peccato che la nostra OL sia così malridotta. Aprire varchi per i RB e proteggere il QB sono i difficili quanto decisivi compiti di una linea offensiva, e non potere contare più da qui a fine stagione su Nicks e Joseph è già un bel guaio; se poi gli infortuni di Meredith e Zuttah impedissero a questi due giocatori di scendere in campo, la partita con i Panthers passarebbe da "insidiosa", a "semi-proibitiva".

Speriamo bene, intanto rimanendo in infermeria ci sono anche da segnalare infortuni per il DE Bennett, che però dovrebbe recuperare, e per il CB Eric Wright, che già aveva saltato una buona parte del match con San Diego ed i cui problemi al tendine d'Achille fanno dubitare seriamente circa la possibilità di vederlo in campo domenica contro i WR di Carolina.

giovedì 15 novembre 2012

Lavonte David, sta nascendo una stella?

Il LB rookie Lavonte David
Quando si parla di "rookie", a proposito di Tampa Bay, il pensiero corre (è proprio il caso di dire!) immediatamente al RB Doug Martin, la matricola da Boise State che ha frantumato record vecchi di oltre trent'anni e che ha fornito un contributo decisivo in molte delle vittorie ottenute sin qui dai Buccaneers edizione 2012.

Ma c'è un altro rookie che sta crescendo davvero tantissimo, ed è il LB Lavonte David, pescato da coach Schiano al secondo giro del draft con la pick n. 58 overall.

Una solida esperienza al college con i Nebraska Cornhuskers (lo stesso ateneo di un altro LB dei Bucs del recente passato, Barrett Ruud), 23 anni da compiere a gennaio, Lavonte David si affacciò al draft dello scorso aprile accompagnato sì da buone referenze ma anche da alcuni punti interrogativi, tali da farlo trovare ancora a disposizione dei Bucs quasi alla fine del secondo round.

Il limite principale di questo rookie evidenziato da quasi tutti gli analisti? "Undersized"... insomma, ritenuto fisicamente non proprio all'altezza di abbattere i colossi che si sarebbe trovato di fronte tra i professionisti. Ebbene, si tratta delle stesse, identiche, fosche previsioni che erano state sollevate, oltre quindici anni fa, quando i Bucs draftarono il giocatore che si rivelò poi il più grande LB che abbia mai giocato a Tampa Bay, ossia il mitico #55 Derrick Brooks.

Anche Brooks era ritenuto un prospetto molto interessante ma "undersized", tropo sotto taglia per eccellere tra i giganti NFL, tanto che i Bucs riuscirono a draftarlo alla fine del primo round del draft 1996, con la pick n.28. Ecco, diciamo subito che fare paragoni tra il rookie Lavonte David, che in NFL ha giocato solo 9 partite, e l'immenso Derrick Brooks, che ha dominato nel cuore della difesa dei Bucs per ben 14 stagioni (giocando titolare in 221 occasioni su 224), è senz'altro eccessivo (se non blasfemo!), però in certe giocate il ragazzino ricorda davvero il Grande Campione...

David è velocissimo (non a caso, i compagni di squadra lo chiamano "Flash"), legge benissimo gli schieramenti offensivi che si trova davanti, e poi colpisce forte e duro, una vera macchina da placcaggi. Una statistica importante, in questi Bucs di coach Schiano, dice che la difesa di Tampa Bay è quella che ha sin qui provocato il maggior numero di giocate con perdite di yards da parte degli attacchi avversari. E chi è il  giocatore che guida questa particolare statistica? Proprio lui, Lavonte David...

Ma ci sono anche altri numeri che vanno evidenziati, a proposito di questo giocatore; a livello di tackle, il nostro LB è il secondo assoluto nell'intera NFL per numero di placcaggi portati singolarmente... insomma, di partite tra i PRO Lavonte David ne avrà giocate ancora pochissime, ma sembra proprio avere stoffa, e soprattutto sembra elevare il proprio standard di rendimento partita dopo partita. Già efficace nei primi match, ultimamente il LB #54 sta tenendo il campo davvero con la sicurezza del veterano. E se la difesa dei Bucs è la numero uno in assoluto contro il running game, buona parte del merito deve essere riconosciuta proprio al rookie da Nebraska.

Che fosse un buon giocatore si sapeva, che fosse "così" buono, beh... si sperava! L'importante è che Lavonte continui a lavorare sodo e non si monti la testa, a forza degli inevitabili paragoni con Derrick Brooks... certo è che il draft 2012 sta rivelandosi davvero un toccasana per Tampa Bay, con Doug "Muscle Hamster" Martin e Lavonte "Flash" David che hanno tutti i numeri per ambire al titolo di Rookie of the Year (che tanto alla fine vincerà Luck...), al punto che - fino ad ora - forse è proprio il rookie da cui ci si aspettava di più, Mark Barron, ad avere inciso in maniera minore rispetto ai suoi compagni draftati successivamente.

mercoledì 14 novembre 2012

Contro i Panthers altro test-verità per i Bucs

Bucs-Panthers: lo scorso 9 settembre finì così...!
La partita di domenica prossima con i Panthers rappresenta un altro test importante per i Bucs, un ennesimo match-verità che ci aiuterà a capire forse in maniera definitiva se questa squadra possa ambire a qualcosa di più che terminare la stagione con un record non perdente, quell' 8-8 che in molti ritengono al momento l'obiettivo massimo per la squadra di Schiano.

La partita con Carolina è importante per tanti motivi: in primo luogo è un match contro una rivale di division, e poi i Bucs - per la prima volta quest'anno - scenderanno in campo nettamente da favoriti dovendo affrontare un team, i Panthers, che non solo ha già perso quest'anno contro Tampa Bay proprio nell'opener, ma che sta disputando un pessimo campionato, molto al di sotto delle aspettative.

Nel 2011 i Panthers erano stati una delle sorprese più positive, e nel 2012 i playoff sembravano un obiettivo possibile per la squadra di Cam Newton. E invece no, alla sconfitta nell'opener al RJS ne sono seguite molte altre e ormai Carolina sembra destinata all'ultimo posto della NFC South.

Sono curioso di vedere se giocare da "favoriti" rappresenterà un peso per la nostra squadra, o se invece coach Schiano riuscirà anche questa volta a mantenere tutti quanti belli carichi e massimamente concentrati sul difficile obiettivo da centrare: la vittoria consecutiva numero quattro!

E' evidente che una W consentirebbe ai Bucs di mantenere viva la fiammella del sogno chiamato postseason, e permetterebbe ai ragazzi in red & pewter di scendere in campo la domenica seguente nella migliore condizione possibile contro quei Falcons che prima o poi ne perderanno una, contro i Bucs, dopo che nelle ultime stagioni proprio i "falchetti" hanno (quasi) sempre vinto negli scontri diretti.

Onestamente credo che sarà molto dura espugnare Charlotte, e immagino che i Panthers daranno il massimo per regalare una soddisfazione ai propri tifosi, cercando di superare un avversario della stessa division. Senza dimenticare che ai Bucs mancherà l'ennesimo titolare importante (l'infortunato Quincy Black, inserito in IR e la cui stagione 2012 è dunque terminata domenica scorsa) e che probabilmente anche il CB Eric Wright vedrà  il match dalla sideline per problemi fisici, sempre che nel frattempo non venga squalificato per i noti motivi...

Domenica sera, comunque vada, ne sapremo di più su quello che ci potremo aspettare da qui a fine dicembre: in caso di sconfitta, i sogni di gloria andrebbero sostanzialmente in fumo, e gli unici concreti obiettivi stagionali rimarrebbero quello di terminare il 2012 con almeno 8 vittorie, magari togliendoci qualche simpatica soddisfazione (come ad esempio andare ad espugnare Atlanta e/o New Orleans...).

In caso di W, invece.... beh, trovandosi con un record di 6-4, e con in vista il big-match con Atlanta, si trascorrerebbe davvero una bella settimana di passione, in attesa della partitissima con i Falcons (match per il quale pretenderei finalmente di vedere un bel sold-out al RJS!), e ci potremmo illudere ancora per un po' sul fatto di non prendere impegni per il week-end del 5 e 6 gennaio, quando si giocheranno i wild card game, perché non si sa mai... e anche perché sognare, dopotutto, non costa nulla!

martedì 13 novembre 2012

Black migliora, ma il pieno recupero non è vicino

Quincy Black lascia in campo in barella
Sono immagini che mai e poi mai si vorreebbero vedere nel corso di una partita di football. Un placcaggio all'apparenza come tanti altri, e invece uno dei protagonisti rimane a terra. Entrano i sanitari, i compagni di squadra rimangono impietriti sulla sideline, qualcuno si inginocchia e inizia a pregare...

Spesso il giocatore infortunato si rialza sulle proprie gambe e tutto finisce con un applauso liberatorio, altre volte - per fortuna molto  raramente - accadono vere e proprie tragedie, come nel caso di Eric Legrand.

Domenica, nel corso del match tra Bucs e Chargers, si è temuto che qualcosa di grave fosse accaduto al LB di Tampa Bay, il #58 Quincy Black; dopo un tackle portato ai danni del RB di San Diego, Ryan Mathews, mentre il giocatore dei Chargers si rialzava quasi subito Black rimaneva a terra, immobile. La partita si è interrotta per parecchi minuti, poi Quincy è stato portato via in barella, muovendo però le mani ed alzando il pollice, quasi volesse tranquillizzare compagni e spettatori sulle sue condizioni di salute, ed infine condotto in ospedale per verificare l'entità dell'infortunio.

Nel corso della conferenza stampa di ieri pomeriggio, è stato coach Schiano a fornire gli ultimi aggiornamenti sulle condizioni di salute del giocatore (dal Tampa Bay Times):
"Overall, he's going to be okay,'' Schiano said Monday. "Now, it's a serious injury and he's having some complications with his left arm, so there's still further tests he has to go through before we can make a definitive statement. But it's serious and how much time that means? We're going to have to see. As soon as we know, we'll let you know. But obviously, it's not good.''

Ancora coach Schiano:
"The spine is fine. That stuff. It's just nerves and things coming off. I don't want to say too much because I'm not even exactly sure because I'd hate to misspeak. But I do know that it needs some further tests to get right to the bottom of it and there's some really smart, good doctors that are working on it right now for Quincy which makes me feel good that we're going to get him the best care and get the best solution and get him back to being well.''

L'aspetto positivo è che non ci sono danni alla spina dorsale, e che le condizioni di Black sono nel complesso discrete; rimangono però problemi al braccio sinistro, che devono essere approfonditi per capire l'entità effettiva del danno riportato in seguito al duro KO di domenica pomeriggio. Chiaramente, Black non sarà disponibile per la partita di domenica prossima contro Carolina nè, credo, per i match in programma nel futuro più prossimo. Dopo infortuni così pesanti, i tempi di recupero sono giustamente lunghi ed i controlli devono essere il più possibile approfonditi e meticolosi. 

I giornalisti hanno poi chiesto a Schiano se abbia temuto il ripetersi di un dramma analogo a quello che colpì  Eric LeGrand. Questa la sua risposta:
"Because of what I've been through with Eric, I was a little relieved because I saw him move his right hand,'' Schiano said. "That was later when he gave the thumbs up, but I saw him move it on the field. Because intially, when I saw him still, I was very worried...totally different situation. He was fine, looked me in the eye, talked, speaking, totally different than when that happened before.''

Infine, queste le considerazioni di Ryan Mathews, il giocatore dei Chargers coinvolto suo malgrado nell'infortunio di Black, rilasciate nell'immediato dopopartita:
"We're competing and everything, (but) you don't want to see anything happen like that," Mathews said. "We are all professionals and we are all trying to make a living off of this and to see someone go down like that, it (stinks). I'll say all my prayers and everything to go out to him and his family."

lunedì 12 novembre 2012

Il contributo del collettivo nella vittoria con SD

Leonard Johnson: intercetto e touchdown!  
La bella e meritata vittoria ottenuta dai Bucs nel match di ieri contro i San Diego Chargers credo sia una W particolarmente importante per la squadra di coach Schiano.

In primo luogo, è stata una W ottenuta superando un team di buon livello, che sbancando Tampa avrebbe riproposto in maniera importante la propria candidatura per la vittoria nella AFC West, division che la squadra di Philip Rivers si contenderà fino alla fine con i Denver Broncos, visti gli oggettivi limiti di Kansas City ed Oakland.

E' stata poi una vittoria ottenuta senza i "fuochi d'artificio" dei singoli, che avevano caratterizzato le recenti W. Questa volta Doug Martin ha disputato sì la sua onesta e solida partita ma correndo per "sole" 68 yards, mentre Freeman ha giocato un match preciso ed attento ma lanciando per poco più di 200 yards; e dunque la vittoria è arrivata per un importante sforzo collettivo da parte dell'intera squadra, in cui ogni giocatore ha fornito un contributo decisivo per la causa comune.

E questo accresce il valore della vittoria: tutti quanti ci hanno creduto, e la W non è arrivata grazie all'exploit estemporaneo del singolo, ma in seguito al contributo di tutti, dal CB rookie appena inserito a roster (LeQuan Lewis) al veteranissimo di mille battaglie e un po' logoro (Dallas Clark) che ha segnato il TD del 7-7, senza dimenticare il contributo decisivo fornito dal "ragazzo di casa" (Leonard Johnson), un undraftetd rookie che non solo può vantare delle statistiche invidiabili (tre intercetti nelle ultime tre partite... Aqib Talib who?!) ma che ieri ha addirittura segnato il TD decisivo facendosi perdonare l'errore che aveva permesso ai Chargers di passare in vantaggio ad inizio partita.

Agli occhi di un osservatore occasionale, la partita disputata ieri dai ragazzi di Schiano potrà anche essere sembrata "normale", se non ai limiti della mediocrità, visto che non sono mancati alcuni gravi errori, soprattutto da parte della secondaria, che hanno permesso ai Chargers di rimanere in partita fino alla fine. Ma per chi segue i Bucs quotidianamente (o quasi), questa W rappresenta un ulteriore passo in avanti per diventare una "vera" squadra, non più solamente un insieme di giocatori, per quanto talentuosi.

Tra i meriti di coach Schiano, oltre a quello di avere restituito in brevissimo tempo piena credibilità ad un team che solo fino a nove partite fa era allo sbando più totale, mi piace ricordare anche quello di avere "ripulito" ormai in maniera pressoché totale One Buc Place dalle tante teste marce che vi hanno soggiornato per troppo tempo... Kellen Winslow, Aqib Talib, Geno Hayes, Tanard Jackson: è bello non dover più sfogliare le pagina di cronaca nera, per avere le ultime notizie sui giocatori di Tampa Bay....!

domenica 11 novembre 2012

Ottima prestazione di squadra: Bucs win!

Watson blocca il  punt di SD: sarà touchdown!
Grazie ad un'ottima prestazione da parte di tutti i reparti - attacco, difesa, special team - i Tampa Bay Buccaneers superano con pieno merito i San Diego Chargers per 34-24, si portano su un record vincente di 5-4, e vincono la terza partita consecutiva (la quarta delle ultime cinque) segnando ancora una volta oltre 30 punti.

 E come dicevo, quella di stasera è stata una vittoria "di squadra", proprio nel vero senso del termine.

L'attacco, guidato ancora una volta in maniera eccellente da Josh Freeman - che ha stravinto la sfida con Philip "Mr. simpatia" Rivers - ha segnato due TD, con Clark (con un TD pass dalle 3 yard line: si vede che l'OC Sullivan l'ha imparata proprio bene la lezione dal match con New Orleans...!) e poi con Tiquan Underwood, WR che ormai non è più una sorpresa ma una piacevole conferma.

E Doug Martin? Il piccolo grande RB da Boise State ha giocato a mio avviso una partita molto solida, con giocate meno esplosive sulle corse rispetto alle ultime due partite, ma facendosi trovare sempre pronto nel ricevere passaggi importanti da Freeman, guadagnando alla fine ben oltre 100 yards, tra corse e ricezioni.

Lo special team, "pungolato" in settimana da coach Schiano, ha messo a segno una splendida giocata (punt bloccato da Watson e riportato in TD da Hayward), e poi Connor Barth ha infilato dalle 45 yards quello che è stato in pratica il FG della vittoria, portando il vantaggio dei Bucs sul +10 a meno di due minuti dal termine del match.

Infine la difesa: come sempre ottima contro le corse, ha invece sofferto Rivers soprattutto nel primo tempo, quando ogni passaggio del QB dei Chargers andava regolarmente a segno. Ma nel momento cruciale della partita, ossia nell'ultimo quarto quando si decide se sarà W o L, ecco arrivare le due giocate decisive proprio da parte della nostra discussa secondaria. Prima l'intercetto di Leonard Johnson, riportato in TD per 83 yards, e poi quello di LeQuan Lewis, che ha messo praticamente in ghiaccio la partita. A proposito di Leonard Johsnon: per il rookie undrafted da Iowa quello di stasera è stato il terzo intercetto in tre partite, e sebbene abbia commesso un errore che ci è costato in pratica il primo TD non placcando fino in fondo un ricevitore di San Diego, mi pare che il ragazzo abbia complessivamente tenuto il campo con la sicurezza di un veterano. Ah, dimenticavo: senza Aqib Talib i Bucs hanno un record di 4-1...! 

Il momento peggiore del match è stato senza dubbio l'infortunio del LB Quincy Black: in seguito a un tackle apparentemente come se ne vedono mille in ogni partita, ma in cui il suo casco ha picchiato in maniera violenta con quello del RB avversario Mathews, Black è rimasto immobile a terra per parecchi minuti, facendo crescere ansia e preoccupazione in chi era allo stadio o guardava la partita in TV. Per fortuna, uscendo in barella il ragazzo ha agitato le mani mostrando il "thumb up"... speriamo che non si tratti di nulla di grave e che Black possa riprendersi quanto prima da questo brutto KO; un grosso in bocca al lupo allo sfortunato Quincy, che - per inciso - sta disputando un'ottima stagione ed anche stasera stava giocando davvero bene.

Dunque, dopo 9 partite i ragazzi di Schiano vantano un lusinghiero record di 5-4; soprattutto, la squadra mi sembra che stia crescendo di partita in partita, e i Chargers sono un team - al di là del loro record non particolarmente brillante - sempre pericoloso e dalle molte armi, sicuramente non facile da superare. In particolare, temevo che dopo le due brillanti W in trasferta a Minneapolis e Oakland ci potesse essere il rischio di un "rilassamento", anche inconscio, che San Diego ci avrebbe fatto pagare a caro prezzo. E invece no: questi Buccaneers sono una "vera" squadra, tosti e concentrati per 60 minuti su 60, e mai come stasera "di squadra" hanno portato a casa la W numero cinque della stagione.

Dopo il triennio targato Morris, è tornato ad essere un piacere guardare il match dei Bucs la domenica sera. E non parlo solo dei risultati, ma proprio dell'approccio alle partite e dell'impegno profuso in campo dai giocatori; è tutto questo ad essere cambiato radicalmente, dal momento in cui un vero HC, anziché un simpatico burlone, è tornato a dirigere i lavori dalle parte di One Buc Place.

Grazie ragazzi, e... continuate così!

sabato 10 novembre 2012

Riflettori puntati su Doug "Muscle Hamster" Martin

E' il rookie-meraviglia dei Bucs, Doug Martin, uno dei giocatori più in evidenza e più "caldi" dell'intera National Football League. Si parla molto dell'ex Boise State, e lo stesso sito NFL.com punta i riflettori sul nostro RB, dedicandogli la pagina che vedete qui sotto, in cui vengono riassunti alcuni dei numeri più importanti della brevissima ma già significativa carriera di questo giocatore tra i professionisti.
Doug "Muscle Hamster" Martin, il giocatore più "hot" del momento! 

In questi giorni si parla parecchio di Doug Martin anche per un altro motivo, assai meno rilevante ma a cui comunque i media d'oltreoceano dedicano parecchio spazio: la scelta di un soprannome!

Martin, in realtà, di nickname ne ha già uno, e cioè "Muscle Hamster". Ma a quanto pare, essere chiamato "il criceto culturista" non piace però per niente al giocatore; a quanto si legge sul Tampa Tribune, il soprannome deriva dai tempi di Boise State, quando un compagno di squadra iniziò a chiamarlo così per via delle sue guance paffute abbinate ad una struttura fisica assai muscolosa.

Da un video che trovate sulla pagina di facebook dei Buccaneers, lo stesso Doug si rivolge ai tifosi chiedendo loro di trovargli un nuovo nickname; al vincitore, andrà in premio una maglietta con il suo autografo. Se avete qualche idea....fatevi sotto!

venerdì 9 novembre 2012

Greg Schiano e gli errori dello special team

Connor Barth a colloquio con coach Schiano
Al di là dei cronici problemi della secondaria nel difendere sul gioco aereo avversario, un reparto che fin qui ha convinto solo in parte è quello dello special team.

Nei ritorni di punt e kick-off, ad esempio, Roscoe Parrish e Arrelious Benn hanno prodotto sin qui il minimo sindacale, mentre Barth,  la perfezione fatta kicker sino a poche partite fa, ha ultimamente sbagliato un paio di FG (anche se da distanze notevoli) e domenica scorsa a Oakland è arrivato il primo FG bloccato.

Proprio quest'ultimo episodio non è piaciuto per niente a coach Schiano, così come assai poco gradite sono state le stupidissime quanto gravi penalità chiamate per falli nei confronti del punter avversario: già due i casi di questo tipo nel corso della stagione, a Dallas e proprio ad Oakland.

Queste le parole del nostro HC, dal Tampa Tribune, a proposito del FG bloccato dallo ST dei Raiders:
"I am very perturbed by some of the things that have happened in the kicking game,'' Schiano said. "There is no reason for a blocked field goal. I don't care how great an effort Oakland made. That does not happen and it did".

Così invece Connor Barth, circa gli ultimi recenti errori::
"I just lost my footing a little on that long one,'' Barth said of a 54-yard attempt that fell short. "I slipped abut two or three inches on that, so I didn't have the power I usually get. But other than that I think I've been kicking the ball well. …Like I said earlier in the year, you are going to miss some. As long as I'm kicking well, I'm fine.''

Intanto, dall'infermeria arrivano buone notizie circa le condizioni di salute di Luke Stocker e Michael Bennett, che sono tornati regolarmente ad allenarsi con la squadra (ancora fermi ai box invece Arrelious Benn e Cody Grimm). La notizia è importante soprattutto per quel che riguarda Bennett, giocatore di capitale importanza per la D-line dei Bucs, a cui domenica non mancherà i lavoro per cercare di limitare il più possibile quello che è il principale punto di forza di San Diego, ossia il QB Philip Rivers.   

giovedì 8 novembre 2012

Contro SD alla ricerca di un record vincente

Raiders-Bucs: Doug Martin zittisce il "Black Hole"!
La difficile partita di domenica contro San Diego rappresenta uno snodo importante, per la stagione dei Bucs. Iniziare la seconda parte di questo 2012 con una W, e dunque portarsi ad un record vincente di 5-4, sarebbe davvero un segnale confortante in vista della fase decisiva di questa annata, e dello sprint finale per andarsela eventualmente a  giocare anche nel mese di gennaio...

Sarà comunque difficile e complicato centrare la terza W consecutiva, e dopo gli exploit di Minneapolis e Oakland potrebbe anche arrivare un calo di tensione e un certo rilassamento. Da questo punto di vista, sarà importante il lavoro che - da qui a domenica - coach  Schiano dovrà fare anche sulle "teste" dei giocatori, che non devono sentirsi con la pancia piena dopo le due belle recenti vittorie, per quanto entusiasmanti e ottenute contro pronostico.

Ma sul fatto che il nostro HC riesca a mantenere alta la tensione non ho molti dubbi; come si diceva nei giorni scorsi, il lavoro di Schiano svolto sin qui è stato davvero ottimo, così come credo sia sintomatico della bontà dell'operato dell'intero coaching staff il fatto che - partita dopo partita - si siano notati sensibili miglioramenti un po' in tutti i settori (ecco, magari sarebbe gradito qualche ulteriore passo in avanti nella difesa contro il gioco aereo avversario, a dirla tutta!).

E a proposito dei collaboratori di Schiano, mi pare sia doveroso spendere una parola per l'OC Mike Sullivan: che aveva iniziato la stagione commettendo un po' troppi pasticci, mandando spesso Martin a infrangersi contro le muraglie avversarie, e di fatto limitando Freeman a prestazioni assai modeste, facendogli testare raramente il profondo.

Poi, la svolta. E l'esplosione che nell'ultimo mese ha trasformato lo storicamente anemico attacco dei Bucs in un'arma micidiale, credo sia in buona parte merito suo, e questo gli deve essere riconosciuto. Del resto Sullivan ha aiutato e non poco Eli Manning a vincere ben due Vince Lombardi Trophy, per cui proprio l'ultimo degli incapaci non doveva essere, e infatti... dopo il necessario periodo di "apprendistato" (in fondo anche lui è un "rookie" come OC) adesso ci stiamo divertendo parecchio quando il pallone ce l'abbiamo noi, con un attacco concreto che riesce ad alternare con grande efficacia le corse di Martin alle ricezioni di Williams e Jackson, tanto per citare le opzioni più importanti a disposizione di Freeman.

Per vincere domenica contro San Diego, però, non basterà l'attacco: sarà indispensabile e fondamentale una prestazione tosta e gagliarda anche da parte della difesa. Non solo contro le corse, dove i nostri LB supportati in particolare dal buon lavoro di Miller e McCoy ci hanno abituato molto bene; sarà la difesa conto i passaggi di Rivers la "chiave" che probabilmente deciderà l'esito del match con i Chargers.

Se Barber & soci riusciranno a limitare il pericoloso QB sdi San Diego, magari sperando anche in un robusto contributo da parte di Bennett (che è alle prese con problemi ad una spalla, ma che per domenica "deve" recuperare!) e Bowers nel mettere Rivers sotto pressione sperando anche che riescano a fargli assaggiare il suolo del RJS il più spesso possibile, domenica potrebbe arrivare un risultato importante, ed un conseguente record difficilmente pronosticabile ad inizio stagione.

Coach Schiano ed il suo staff hanno trovato solo macerie, al loro arrivo a One Buc Place. Tre anni di Raheem "sciagura" Morris avevano fatto terra bruciata, ma in pochissimo tempo l'ex HC di Rutgers ha restituito credibilità e dignità ad un team allo sbando. Chiedere adesso a Schiano di compiere un ulteriore passo in avanti, portando i Bucs a lottare sul serio per l'approdo ai playoff, credo sia eccessivo, e sarebbe comunque importante terminare la stagione con un record anche di 8-8, ossia non perdente. Certo però che l'appetito vien mangiando, la nostra pancia è ancora molto vuota, e quindi... giochiamocela domenica dopo domenica, a testa alta contro tutti e senza mollare mai nemmeno per un minuto.

Unica nota stonata: neanche contro San Diego è previsto il tutto esaurito, al momento non è stato venduto neanche  l'85% dei biglietti e questo è davvero un peccato. Ma come... questa domenica a Tampa e dintorni avrebbero la ghiotta occasione di andare a vedere dal vivo Martin, Freeman, e tutti gli altri ragazzi che nelle ultime due partite ci hanno regalato splendide emozioni, e invece no: anche contro i Chargers prepariamoci a vedere i soliti, interi, spicchi di RJS desolatamente vuoti...

mercoledì 7 novembre 2012

E' il turno di Ahmad Black, a finire nei guai...

Ahamd Black, safety dei Bucs
Evidentemente è destino che i defensive back di Tampa Bay debbano per forza finire nei guai... dopo i problemi dei due CB starter Aqib Talib e Eric Wright, ed i loro ben noti problemi per uso di Adderall, adesso è il turno di Ahmad Black, finito nei guai con la giustizia per motivi ancora più seri.

La safety #43 dei Bucs è stata infatti citata in giudizio per possesso di marijuana. La polizia lo ha "beccato" in possesso di una quantità che ammonterebbe a meno di 20 grammi, il che per le leggi della Florida potrebbe comportare una pena pari a mille dollari di multa ed un anno di carcere...

Ad ogni modo, Black potrebbe cavarsela con un "programma" di recupero, sottoponendosi a frequenti test per verificare che non continui a far uso di droga, e in pratica solo con una multa in denaro. Se ne saprà di più il 3 dicembre, quando ci sarà la formalizzazione dell'accusa, e poi bisognerà vedere se anche l'NFL prenderà provvedimenti (multa? sospensione?) nei confronti del giocatore. 

Di sicuro, dispiace constatare come un giovane ragazzo di 23 anni e dalle belle prospettive come Black, che si stava ritagliando sempre più spazio e che anche a Oakland aveva messo a segno forse la giocata decisiva del match intercettando Palmer e fermando la rimonta dei Raiders, rischi ora di rovinare tutto con una sciocchezza di questo tipo. 

Rimanendo in ambito defensive backs, ma passando ai CB, da segnalare un movimento a roster con il taglio  di Brandon McDonald e la promozione dalla practice squad di LeQuan Lewis. A sua volta, il TE LaMark Brown ha occupato lo spot lasciato libero da Lewis nella PS.

martedì 6 novembre 2012

Metà stagione in archivio, tempo di primi bilanci

Buccaneers 2012: 4-4 dopo metà stagione
La prima parte di stagione è dunque terminata con la splendida vittoria in quel di Oakland; e dopo 8 partite i Bucs hanno non solo lo stesso numero di vittorie (4) ottenute nel corso dell'intero 2011, ma sono in evidente crescita, e soprattutto in attacco la squadra di coach Schiano si sta confermando domenica dopo domenica come una delle più esplosive dell'intera NFL.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa ha funzionato bene in questa prima parte di stagione 2012 e cosa invece deve migliorare nelle rimanenti 8 partite affinché i Bucs possano non dico sognare l'impossibile (giocare ancora nel mese di gennaio...) ma quantomeno confermarsi come un team tosto e difficile da battere da parte di qualsiasi avversario.

ATTACCO
Nelle ultime 4 partite l'attacco dei Bucs è letteralmente esploso: 144 i punti messi sul tabellone, per una media a partita di 36... cifre incredibili, soprattutto considerando il primo "quarto" di stagione, in cui i punti segnati erano stati solamente 82 (20,5 per match).
Le ragioni di questa svolta? Da un lato l'OC Mike Sullivan (all'esordio assoluto nei panni di offensive coordinator, particolare non secondario), che ha "aperto" il playbook utilizzando giochi meno conservativi e in grado di sfruttare pienamente il potenziale (notevole) a sua disposizione, dall'altro credo che il "boom" del nostro attacco sia riconducibile a due nomi ben precisi: Josh Freeman e Doug Martin...

JOSH FREEMAN e DOUG MARTIN
Cominciamo dal QB: la stagione di Josh era iniziata abbastanza sotto tono, ma è dal match con i Chiefs che sembra di rivedere in campo il Freeman DOC, quello del 2010 per capirci. Preciso, mobile, attento a non commettere errori e anche in grado di correre nei momenti di emergenza. Che sia questo il "vero" Freeman? Speriamo sia così, le cifre che ha accumulato in queste ultime quattro partite (1257 yards lanciate - 314 di media -, ben 11 TD pass e 1 solo INT) son davvero tanta, tantissima roba...

Ma se Freeman sta giocando ad alti livelli, cosa dire allora di Doug Martin, il rookie-meraviglia che nelle ultime due partite ha ammassato qualcosa come 386 yards e 5 TD? Il RB da Boise State aveva mostrato di possedere numeri interessanti sin dall'opener contro Carolina, quando le sue 95 yards furono decisive per regalare ai Bucs la prima vittoria dell'anno. Ma adesso siamo a livelli da fantascienza, e la partita disputata da Martin a Oakland - in cui il rookie ha cancellato James Wilder dal libro dei record dei Bucs per yards guadagnate su corsa in una singola partita - è stata un qualcosa di storico. L'unico dubbio su Martin riguarda il suo eccessivo utilizzo: un gioiello del genere va preservato, per questo si spera che Schiano e Sullivan si decidano ad alternarlo un po' più spesso con LeGarrette Blount, ormai emarginato e utilizzato solo nei ritagli di partita.    

LAVONTE DAVID (e MASON FOSTER)
Ma non è solo l'attacco a far registrare progressi importanti. Molto bene anche la difesa contro le corse, al punto che - per yards concesse al running game avversario - Tampa Bay occupa addirittura il primo posto nell'intera NFL. Un progresso davvero importante se ripensiamo alla scorsa stagione, quando contro i Bucs anche il RB più scalcinato riusciva a superare le 100 yards in assoluta scioltezza. Anche qui, occorre fare un paio di nomi: in primis quello di Mason Foster, middle linebacker solamente al secondo anno ma ormai in grado di comandare la difesa come un veterano.

E poi, Lavonte Davide, OLB da Nebraska che di partita in partita sta crescendo in maniera sempre più convincente. A Oakland, David ha messo a segno 16 placcaggi (nuovo record, per un rookie in maglia Bucs) ma quello che colpisce di questo giocatore è la estrema velocità abbinata ad un'ottima tecnica di placcaggio, il che gli permette di trovarsi quasi sempre al posto giusto per mettere a terra l'avversario. Ovviamente è presto per i  paragoni illustri, e non bastano 8 partite tra i PRO sia pure giocate ad ottimo livello per scomodare fenomeni quali Derrick Brooks (che nel ruolo specifico è stato il più grande di tutti). Diciamo che Lavonte David sembra sulla strada giusta per diventare un giocatore importante, ed il suo arrivo ha contribuito, e non poco, a migliorare un reparto - quello dei LB - che sino a dodici mesi fa era molle e friabile, calpestato a ripetizione dai RB avversari....  

SECONDARIA e SPECIAL TEAMS
E qui, arrivano le dolenti note... anche perché se tutti i reparti funzionassero a meraviglia, l'obiettivo di fine stagione sarebbe quello di vincere il secondo Super Bowl anziché quello di terminare la stagione con un record di 8-8, che al momento credo sia realisticamente l'obiettivo a cui Schiano e i suoi giocatori devono puntare.
In quanto ai CB, i noti episodi quali lo scambio di Talib con New England e l'imminente squalifica di Wright per uso di Adderall mettono KO un intero reparto, visto che stiamo parlando di coloro che ad inizio stagione erano i due CB titolari. Ad ogni modo, per cercare anche qui la nota positiva, attenzione al rookie Leonard Johnson. Nonostante si tratti di un "undrafted", l'ex Iowa ha mostrato spunti notevoli sia a Minnesota che a Oakland, al di là dei due intercetti  (uno per partita) messi a segno contro Ponder e Palmer. Chiaramente è proprio questo il reparto che nella prossima offseason dovrà essere rinforzato più di tutti, a partire dal draft, in cui più di una scelta dovrà essere utilizzata per portare a Tampa Bay almeno un paio di CB di valore.
Altro reparto che deve migliorare sono gli special teams; occorre guadagnare più yards sia nei ritorni di punt che di kick-off, mentre il Barth un po' impreciso delle ultime partite deve ritornare ai livelli eccelsi di inizio stagione, quando anche da oltre le 50 yards il nostro kicker era in grado di mettere il pallone tra i pali ad occhi chiusi.

PROSSIMO "QUARTO" DI STAGIONE
Infine, breve sguardo sul futuro imminente dei Bucs e su cosa propone il prossimo "quarto" di stagione, prima del rush finale. Intanto, da segnalare che da qui a fine anno Tampa Bay alternerà regolarmente una partita in casa ad una in trasferta. Si comincia domenica prossima con San Diego al RJS, poi viaggio a Carolina, gli imbattuti Falcons in casa, infine trasferta a Denver. Credo che continuare a mantenersi sul 50% di vittorie sarebbe importante, e non sarebbe male se riuscissimo a toglierci qualche soddisfazione con gli avversari della nostra division (ad esempio, chiudere 2-0 la serie stagionale con i Panthers e fare un bello sgambetto ai Falcons, perché no...). Ovviamente, senza porre limiti alla provvidenza; o meglio, a Josh Freeman e a Doug Martin....!