giovedì 29 novembre 2012

Mark Barron, si può (e si deve) dare di più

Mark Barron in azione contro i Saints
Il draft 2012 ha portato a Tampa due rookie che hanno già dimostrato, in sole undici partite disputate tra i PRO, di poter recitare (da subito) un ruolo da protagonisti anche al di fuori dal College.

Il RB Doug Martin da Boise State ed il LB Lavonte David da Nebraska rappresentano infatti due dei principali punti di forza della squadra, e se Doug "Muscle Hamster" Martin ha addirittura ritoccato alcuni record di franchigia relativi al running game, Lavonte "Flash" David è una delle ragioni principali per cui la difesa dei Buccaneers è la numero uno in assoluto dell'intera NFL contro il gioco di corsa avversario.

Ma prima di Martin e David i Bucs avevano scelto un altro giocatore, decidendo di investire la prima scelta per acquisire la safety Mark Barron, dagli Alabama Crimson Tide, draftandolo al primo giro con la pick n.7 overall.

Barron aveva iniziato la stagione in maniera decisamente confortante, mostrando ottime giocate e buoni fondamentali sin dalle partite di preseason. Il punto, però, è che mentre Doug Martin e Lavonte David sono cresciuti partita dopo partita, elevando il loro rendimento e mostrando di avere sempre più confidenza con il football NFL, per Barron è accaduto un po' il contrario. La safety da Alabama, infatti, nelle ultime partite sta commettendo un po' troppi errori, e sembra avere smarrito quella brillantezza che aveva invece mostrato nei primi match.

E la nostra prima scelta sta anche incappando in penalità gravi, per quanto abbastanza "normali" per un rookie. Ad esempio, se un difensore mette le mani addosso al ricevitore senza mai guardare il pallone, gli arbitri lo sanzioneranno sempre chiamandogli "pass interference", penalità sanguinosa se ne esiste una, e nelle recenti partite contro Chargers e Panthers, Barron ha commesso sempre lo stesso errore. Si è cioè preoccupato troppo del WR e per nulla del pallone, commettendo penalità che per un rookie - come si diceva - sono anche comprensibili, ma che lo sarebbero più a inizio anno che non a questo punto ormai inoltrato della stagione.

Mark, soprattutto, è in difficoltà nel difendere contro i giochi di passaggio, fa fatica a leggere lo sviluppo delle azioni dell'attacco avversario, e non è raro che i suoi placcaggi arrivino dopo tempo massimo, cioè quando il WR o il TE di turno ha già ampiamente preso il primo down. Sia chiaro, tutto questo in una "matricola" è abbastanza normale, basti pensare che Gerald McCoy ha impiegato quasi tre anni per iniziare a giocare un football di alto livello e consono alla third pick overall con cui i Bucs lo avevano draftato.

Il momento di appannamento che adesso sta attraversando Barron risalta anche perché, al momento, in squadra ci sono due rookie scelti dopo di lui che invece, e per fortuna, rappresentano un po' un'eccezione, essendosi ambientati subito alla perfezione nel mondo dei professionisti.

I problemi di Barron, poi, sono accentuati anche dalla disastrosa situazione in cui versa il reparto dei CB. Se da un lato è senz'altro importante avere un compagno di reparto come Ronde Barber, il fatto che al momento il cornerback più affidabile sia E.J. Biggers (!) non contribuisce certo a elevare il rendimento di una secondaria che nel difendere contro il gioco aereo avversario è - statistiche alla mano - la peggiore dell'NFL.

Ad ogni modo, credo che di stoffa il ragazzo ne abbia parecchia, dispiace vederlo un po' in difficoltà in questo periodo ma mi auguro e spero che il meglio per lui debba ancora venire... intanto, già domenica prossima il buon Mark sarà sottoposto a un altro tostissimo esame, visto che i Bucs giocheranno contro i Broncos di Peyton Manning, a dire il vero non proprio il QB migliore da affrontare, se si cerca di riacquistare fiducia nelle proprie capacita di difendere contro i passaggi...

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