venerdì 27 aprile 2012

Pensieri sparsi sul primo giro del draft...

Mark Barron e la sua "crew", con la jersey dei Bucs
Una safety e un running back, questo il responso al termine del primo giro del draft. Ma andiamo a vedere come si è arrivati a queste scelte e chi sono Barron e Martin, i due rookie appena arrivati in casa Bucs.

Cominciamo dalla scelta più alta, quella che ha portato in Florida la safety Mark Barron, da Alabama. Solo il futuro ci dirà se la decisione di Schiano e Dominik, che pur potendo prendere Claiborne gli hanno di fatto preferito Barron, accettando la “trade down” proposta da Jacksonville, sia stata una scelta vincente o meno.

Credo che dietro la scelta di Barron, ci sia da parte di GM e HC una certa fiducia sul fatto di poter contare su Aqib Talib, per la prossima stagione; se così fosse, a livello di CB potremmo infatti contare su tre potenziali titolari quali Barber, Wright e Talib, e dunque si è preferito prendere una safety dal momento che, dopo il rilascio di Tanard Jackson, si trattava del reparto probabilmente più debole di tutti, in cui l'unico giocatore di valore (Cody Grimm) è reduce un grave infortunio (il secondo in due anni di NFL, tra l'altro).

Probabile che la decisione di draftare una safety sia dipesa anche dal fatto che difficilmente sarà possibile “convertire” Ronde Barber da CB a S, nonostante gli esperimenti provati in tal senso nel mini-camp dei giorni scorsi. Per sua stessa ammissione, Barber non ha il fisico adatto per giocare da safety, è troppo leggero e “undersized” per bloccare un RB in campo aperto, e Dominik e Schiano si sono probabilmente resi conto che chiedere a Ronde di cambiare ruolo e tipo di gioco a 37 anni e alla sua ultima stagione in NFL non era forse la migliore idea del mondo...

Dunque la decisione di preferire Barron a Claiborne ritengo sia stata voluta e ampiamente valutata anche perché accettando la trade down coi Jaguars era chiaro che Claiborne sarebbe finito a chi aveva la pick n.6 (anche se avesse scelto St. Louis, anziché Dallas, dubito che i Rams avrebbero bypassato il CB da LSU).

E poi, stando alle parole di Schiano che riporto di seguito (tratte dal TB Times), era proprio Mark Barron l'obiettivo numero uno dei Bucs:
"The first film I watched, I ran to (general manager Mark Dominik). We watched it together, and I looked at him and said, 'Wow!' " Schiano said. "So then you go back. That's what you do leading up to the draft. You try to find problems and what isn't right. We just felt this guy is a fit for the Bucs. He's a leader, a physical presence, a football guy, loves it. He's our kind of guy."

Ma oltre a Barron, i Bucs hanno in pratica anticipato a ieri la chiamata del secondo giro; con la “trade up” orchestrata con Denver, infatti, i Bucs hanno ceduto ai Broncos la propria scelta nel secondo giro (pick n.36 overall) ricevendo in cambio la scelta al primo giro di Denver (pick n. 31 overall), oltre a scambiarsi le chiamate nel quarto giro. Dunque, di fatto, la chiamata al secondo giro dei Bucs è stata anticipata alla fine del primo, ed ha avuto come risultato l'acquisizione di Doug Martin, RB da Boise State.

La posizione di RB andava rinforzata, e l'arrivo di Martin è importante per garantire una valida alternativa a Blount, soprattutto nei terzi down. Tra l'altro, presumo che fosse proprio lui il giocatore che i Bucs volevano, visto che – a parte Trent Richardson – è stato Martin il primo RB scelto dopo il “fenomeno” finito a Cleveland con la third pick overall, dunque in una situazione in cui tutti i RB erano ancora draftabili.

In conclusione, Barron e Martin rappresentano due addizioni (sulla carta) di un certo spessore e due giocatori dal notevole potenziale. Ma, come detto, solo il tempo ci dirà se la decisione di preferire Mark Barron a Morris Claiborne sia stata una “genialata” o una “follia”...

Va anche detto che, se abbiamo dato una sistemata a RB e secondaria, abbiamo ancora lacune e buchi enormi a livello di LB, e speriamo proprio che al terzo giro sia ancora possibile pescare qualche linebacker decente, visto che al momento l'emergenza massima mi pare sia individuabile proprio lì, nel cuore della difesa...

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