giovedì 20 marzo 2014

Il CB Mike Jenkins firma per Tampa Bay

Il CB Jenkins ai tempi di Dallas
Mentre il WR Tiquan Underwood è in visita ai Panthers, e considerata la precaria situazione di Caroilna in materia di ricevitori non è affatto da escludere la firma di "belli capelli" per la squadra di Cam Newton, c'è da registrare quest'oggi in casa Bucs la firma di un altro free agent.

Si tratta di Mike Jenkins, cornerback che compirà 29 anni tra due giorni, con un passato al college con i Bulls di South Florida (l'università che gioca le partite casalinghe proprio al RJS) e poi cinque anni ai Dallas Cowboys (che lo draftarono al primo giro con la pick n.25 overall nel draft 2008) ed un campionato, l'ultimo, con gli Oakland Raiders.

Jenkins, che ha siglato con Tampa Bay un contratto annuale da un milione e mezzo di dollari, con l'uniforme dei Cowboys ha disputato ben 71 partite, mostrando però una certa "inconsistenza" e in pratica non riuscendo a mantenere le attese (molto alte) che c'erano per un giocatore scelto al primo giro del draft, sebbene nel suo curriculum Jenkins possa vantare una convocazione al Pro Bowl dopo il suo secondo anno di carriera tra i PRO.

Considerato che a Tampa i CB starter saranno altri (Verner e Banks, senza dimenticarsi di Leonard Johnson), credo che l'innesto di Jenkins - che sarà per lo più utilizzato come "nickel" - sia da valutare in maniera positiva. L'arrivo del prodotto di USF dà infatti profondità a un reparto importante come quello dei CB, in cui un giocatore di esperienza in più come Jenkins può sempre fare comodo. 

Sarà adesso interessante vedere come si comporteranno i Bucs al draft, dato che con la brillante free agency sin qui condotta, Licht e Smith sono riusciti a mettere delle "pezze" (in certi casi anche molto valide) a quasi tutti i reparti.

Ci sono però due settori - in primis WR, ma anche QB - in cui se si vuole fare strada e recitare un ruolo da protagonisti credo che occorra qualcosa di più di quanto attualmente presente a roster; a GM e HC il compito di trovare al draft del prossimo maggio gli elementi mancanti per riportare Tampa Bay in quella terra promessa, da troppi anni lontana, chiamata "playoff"...

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