lunedì 13 ottobre 2014

Salvate il soldato Glennon!

Salvate il soldato Glennon...
Per cercare di capire come sia stata possibile una colossale disfatta come quella rimediata ieri contro Baltimore, match nel corso del quale i Bucs hanno persino riscritto un record negativo all-time assoluto, non della franchigia ma proprio dell'NFL (mai nessun team si era trovato sotto in una gara casalinga con 38 punti di disavanzo al termine dei primi due quarti), è sufficiente soffermarsi su un paio di statistiche.

La linea offensiva dei Bucs ha permesso che il proprio QB, Mike Glennon, subisse 5 sack e 15 hit, per un totale dunque di ben 20 (venti!) "mazzate"; e la nostra linea difensiva come si è comportata con Joe Flacco, il QB avversario? 0 (zero) sack e 0 (zero) hit per il QB dei Ravens, in pratica una tranquilla giornata di assoluta vacanza senza che mai un avversario arrivasse nemmeno a sfiorarlo.

Credo sia superfluo aggiungere qualsiasi altra cosa.

Se le due linee combinano solo disastri, tutto il resto verrà di conseguenza. Con una simile OL non solo il QB verrà ripetutamente massacrato ma anche i RB non guadagneranno yards, non avendo il minimo spiraglio all'interno del quale penetrare.

E se, dall'altro lato del campo, la linea difensiva non riuscirà mai (mai, nemmeno una volta nell'arco di 60 minuti!) non dico a mettere a segno qualche sack ma nemmeno a sfiorare il QB avversario, saranno poi i DB (già scarsi di loro, nel nostro caso specifico) a pagarne le conseguenze, considerato tutto il tempo a disposizione per cercare (e trovare) il ricevitore più libero e meglio piazzato.

E' stato demoralizzante lo spettacolo di ieri, in cui sono bastati 15 minuti da incubo (la partita era già chiusa al termine del primo quarto) per azzerare i progressi che a Pittsburgh e a New Orleans la squadra aveva fatto registrare.

Il problema non credo se sia meglio Glennon o McCown o se Martin possa guadagnare più yards di Rainey... il problema è che manca la cosa più importante di tutte, e cioè un minimo di "continuità", non dico nei risultati (che si perda sempre o quasi lo darei per scontato) ma quantomeno nei progressi mostrati sul campo, nell'approccio mentale alle partite e in un atteggiamento che al momento è passivo ai limiti della rassegnazione. Basta una buona giocata da parte degli avversari per mandare in tilt un'intera squadra, che di fronte alla minima difficoltà affonda, invece di trovare la forza di reagire.

Nessuno, credo, pretende di inanellare W a ripetizione però non è nemmeno tollerabile incassare 40 e passa punti a partita e ritrovarsi, a metà ottobre, nello stesso punto in cui eravamo dopo il tracollo di Atlanta, avvenuto ormai un mese fa.

Che fare dunque, per cercare di raddrizzare la baracca?

In primo luogo bisogna cercare di "salvare il soldato Glennon", non è tollerabile che il nostro QB venga brutalizzato come è accaduto ieri; già un QB grande e grosso alla Big Ben farebbe fatica a giocare con lucidità e concentrazione dopo essere stato gonfiato di botte dai DL avversari, figuriamoci un fuscello come Glennon. Dunque, in primis, Lovie Smith dovrà trovare il modo per garantirgli un minimo di protezione, mi pare evidente che – tra le mille priorità dei Bucs – questa sia la più importante.

La trade per prendere Mankins (un ottimo giocatore, certo... qualche anno fa!) si è rivelata quello che si temeva fosse, cioè una mossa disperata per cercare di tappare voragini enormi, che andavano "aggiustate" tra draft e free agency, non certo affidandosi a uno scambio orchestrato con Bill Belichick, peraltro l'ultima persona al mondo con cui si dovrebbe fare una trade...

E poi, in difesa, bisognerà cercare di recuperare i titolari attualmente infortunati (Goldson, Banks) e sperare che alcuni giocatori si diano una bella svegliata (il molto presunto fenomeno Verner, il Barron che ieri ha riperso a giocare ai suoi soliti, mediocri, livelli) perché qui si prendono oltre 40 punti a partita e così non si può andare avanti a meno che non si vogliano battere altri record negativi assoluti NFL. E meno male che con Lovie Smith e Leslie Frazier (ritenuti dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori due "maestri" della difesa) da quel punto di vista non avremmo dovuto avere eccessivi problemi...

Una buona notizia, comunque, c'è: domenica prossima i Bucs osserveranno il bye e dunque ci risparmieremo l'ormai classico "mal di stomaco" che - puntualmente - arriva alla domenica sera, intorno alle 19:00 ora italiana...

4 commenti:

  1. ....e pensare che ho spostato una cena da ieri sera a domenica prossima, proprio perchè ci sarà il bye. Mai mossa fu più stupida....

    Smith ha:

    sopravvalutato la sua difesa (prima del draft)
    sopravvalutato la sua OL (prima del draft)
    sopravvalutato la capacità dei giocatori di imparare i suoi schemi (dal draft in poi)
    escluso la possibilità di cambiare/adattare gli schemi (ieri sera in PC)

    ......continueremo a prendere sberle (any given sunday)

    La "super difesa" di Frazier inoltre ha scritto pagine di storia. 165 punti subìti in quattro gare di fila è record negativo di franchigia.

    Oh, tutte le pensavo, tranne di dover rimpiangere il CS di quello là di Rutgers....

    RispondiElimina
  2. Chiaro, nessuno pensava ai playoff o a una stagione da protagonisti, ma alzi la mano chi pensava che i Bucs di due specialisti (o presunti tali) della difesa come Smith e Frazier avrebbero incassato nelle prime 6 partite oltre 30 punti a partita, frantumando record negativi all-time a livello NFL e facendo peggio persino dei Bucs degli anni '80, quelli che vincevano due/tre partite a stagione e che erano diventati una vera e propria barzelletta.

    Come quelli attuali del resto, che sono una tale armata brancaleone che fanno proprio ridere tantissimo tutti quanti (o piangere, se si ha in sorte di fare il tifo per loro).

    Esorterei Lovie Smith e i suoi assistenti a darsi una bella svegliata (e a tirare fuori anche la frusta, se necessario), perché mi pare evidente che non è possibile andare avanti in questo modo sino a fine stagione, alternando cioè sconfitte onorevoli a massacri umilianti.

    Ovviamente di vincere non se ne parla (ma perché poi? Abbiamo davvero la squadra peggiore di tutte?) però da qui a fine stagione magari cerchiamo di perdere solamente le partite, non anche la faccia.

    RispondiElimina
  3. Il rischio grosso adesso come adesso è di perdere la credibilità e i tifosi. E soprattutto i giocatori buoni, i McCoy, i David, i VJ, e via dicendo. La ricostruzione e la sofferenza ci possono stare, la figura da cioccolatai ogni maledetta domenica no, perchè se scappa la gente buona e la credibilità a livello di NFL ci vorranno decenni - sì, decenni - di prime scelte al draft per rimettere assieme i pezzi, come successe nei 70's.

    Smith ha parlato troppo presto di squadra competitiva da subito, sottovalutando tante, troppe cose. Ora si trova a fare i conti con una squadra che non sa mettere in campa la sua teoria di gioco, e lui non la vuole cambiare. Ma ad opinione di molti un buon HC sa adattare gli schemi alla squadra e alle sue peculiarità, piuttosto che fare ostinatamente il contrario.

    La tifoseria d'oltreoceano è pronta a scendere in piazza, ha evidentemente meno pazienza di noi, sarà che la matematica a loro tanto cara sta squalificando il modus operandi del CS intero. E tanto per farci un'altra risata, l'unico coordinator che veniva messo in dubbio nell'intero CS - Arroyo - sembra essere l'unico che ha capito qualcosina del reparto che dirige, burrOL a parte ovviamente.

    RispondiElimina
  4. Concordo sul fatto che a forza di umiliazioni e batoste il rischio più serio sia quello di uno scollamento tra squadra e tifosi e già domenica, dopo il primo quarto, una buona parte di supporters ha abbandonato lo stadio.

    In quanti, tra costoro, domenica 26 preferiranno trascorrere il pomeriggio sulle spiagge dei dintorni, anziché tornare a "soffrire" sugli spalti del RJS? Insomma, qui rischiamo di perderli i tifosi, anziché conquistarne di nuovi, e anche per questo non secondario motivo dovranno assolutamente essere evitate altre umilianti figuracce come quella di domenica scorsa.

    Più che scendere in piazza, non vorrei che la tifoseria d’oltreoceano si trasferisse in massa dal RJS alle assolate spiagge di Clearwater e dintorni, nelle prossime maledette domeniche in cui i Bucs giocheranno in casa...!

    Su come poi sarà possibile rifirmare Gerald McCoy, che tra 10 partite diventerà free agent e potrà accasarsi presso una "vera" squadra di football, non ne ho proprio idea; e lo stesso discorso si riproporrà al termine del campionato 2015, quando diventerà free agent l’altro giocatore che non possiamo permetterci di lasciare andar via, e cioè Lavonte David.

    RispondiElimina