mercoledì 15 ottobre 2014

La dura autocritica di Gerald McCoy

Il DT Gerald McCoy
Gerald McCoy è il leader riconosciuto ed indiscusso dei Tampa Bay Buccaneers. E da vero "capitano" è stato lui ieri a prendere la parola e a caricarsi sulle spalle colpe e responsabilità per questo pessimo inizio di campionato da parte della squadra.

Responsabilità che, a mio avviso, sono imputabili a McCoy solo in minima parte, considerato che Gerald - che tra l'altro sta giocando con  una mano rotta, non proprio un dettaglio - è comunque una delle pochissime certezze su cui può contare Lovie Smith.

Gerald McCoy non è però soddisfatto del proprio rendimento. Tratte dal Tampa Bay Times, ecco le parole di dura autocritica da parte del giocatore:
"Everybody has to self-evaluate, starting with myself. 2013 is over. Gerald McCoy is not an All-Pro," he said. "That was in 2013. Sunday, he didn't play like an All-Pro. Sunday, I was kind of disappointed in myself. It's unacceptable. The way we lost, I put it all on me, because my performance was not up to par. Right now, you're only as good as your last performance. Right now, Gerald McCoy is very average."

McCoy si sente dunque responsabile in prima persona per la pessima prestazione fornita dalla difesa di Tampa Bay nel match di domenica scorsa, partita in cui il QB avversario, Joe Flacco, non è stato mai nemmeno sfiorato da McCoy e compagni nell'arco dell'intera partita. Zero sack, zero colpi portati a segno e zero pressioni, per un pomeriggio di tutta tranquillità per il QB dei Ravens.

Si diceva che McCoy sta giocando nonostante un serio problema alla mano infortunata, oltre ad essere costantemente raddoppiato dagli attacchi avversari, ma il giocatore non è in cerca di alibi:
"It's easy to make excuses," he said. "You could say I got double-teamed most of the passes, which I did. You could say it was a quick pass, which it was. There comes a point in time where all the greats figure it out. Me, personally, I work to be one of the greats."

Questa settimana di "bye", in attesa di ricevere i Vikings al RJS il 26 ottobre, servirà ai Bucs, ed a McCoy, per elaborare le strategie necessarie per uscire dalla pessima situazione in cui la squadra si è venuta a trovare. Ancora Gerald:
"I have to do some real soul-searching, some heavy evaluation of myself. I have to improve," he said. "(Leading the NFL in points allowed is shocking), especially when you're the quote-unquote leader. A stat like that, everybody looks to the head guy, and on the defense, that's me. That's happening. I have to accept fault on that."

Le parole di McCoy fanno onore al ragazzo, che pur menomato sta giocando comunque un football di buon livello e che rimane senza discussione il giocatore-chiave dei Bucs, quello che andrà rifirmato ad ogni costo prima che a breve - tra dieci partite - diventi unrestricted free agent, libero cioè di accettare l'offerta più vantaggiosa tra le mille che gli arriveranno, se Licht e Smith non lo blinderanno con un importante contratto pluriennale.

Già il talento non abbonda a Tampa, e perdere i pochi "veri" fuoriclasse che abbiamo a roster (Mccoy, il LB David che sarà anch'egli FA al termine del campionato 2015) è un lusso che decisamente non possiamo permetterci, anche a costo di pagarli più del dovuto. E del resto, se appunto non venissero stra-pagati, perché altrimenti simili campioni dovrebbero accettare di rimanere in un team che a breve termine non può offrire loro alcuna prospettiva di disputare un campionato vincente?

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