lunedì 6 ottobre 2014

Difesa e gioco sulle corse, urgono miglioramenti

L'acrobatica capriola in endzone del LB Lansanah.
La sconfitta di New Orleans, maturata in overtime dopo che nel quarto periodo di gioco i Bucs si erano portati avanti di 11 punti e sembravano in pieno controllo del match, brucia e fa male anche adesso, quando sono ormai trascorse parecchie ore dal termine dell'incontro...

Sono tante le possibili chiavi di lettura del come e perché Tampa Bay abbia letteralmente buttato via una vittoria che aveva quasi in tasca, cerchiamo di capire le ragioni per cui alla fine siamo dovuti uscire dal Superdome a testa bassa, anziché con la W n.2 stagionale.

Una premessa, però, è doverosa: al di là di tutto, ieri siamo stati "uccisi" dalle penalità (15 per 113 yards) che abbiamo commesso in ogni fase di gioco (attacco, difesa, ST) e con qualsiasi tipo di giocatore, dal rookie acerbo (ASJ) ai veterani di mille battaglie (Collins e Mankins). Chiarito dunque che senza una maggiore concentrazione e un gioco meno falloso si perderà sempre e comunque, e contro qualsiasi avversario (davvero inammissibile regalare oltre 100 yards ai Saints!) analizziamo nel dettaglio perché adesso ci troviamo con un record di 1-4 invece che 2-3.

Difesa: a mio avviso, è la "D" il reparto che ieri non ha tenuto nel momento decisivo, concedendo troppe yards nel quarto periodo e in overtime. E' vero che stiamo giocando senza due titolari importanti (Mason Foster e Dashon Goldson, non due mestieranti qualsiasi) e che lo stesso McCoy è costretto a scendere in campo con una mano rotta, però vedere tutte quelle yards guadagnate con estrema facilità dai RB di New Orleans Saints, sia con corse dirette che imbeccati da passaggi corti di Brees trasformati puntualmente in guadagni enormi, faceva presagire quello che poi è stato l'esito del match: vittoria a New Orleans...

Non sto dicendo che la D abbia giocato malissimo o che la sconfitta sia esclusivamente colpa di questo reparto; non sono ad esempio mancate le buone giocate, vedi i tre intercetti a Brees, (anche se su un paio il QB dei Saints ci ha comunque messo parecchio del suo) e complessivamente mi sembra siano stati fatti dei passi in avanti rispetto alle terrificanti prestazioni difensive di inizio stagione.

La linea però deve portare maggiore pressione sul QB, ieri Brees ha davvero avuto troppo tempo a disposizione per selezionare il bersaglio meglio piazzato e questo non ce lo possiamo permettere contro un fuoriclasse del calibro del quarterback dei Saints, uno a cui basta mezzo secondo per trovare i suoi ricevitori, figuriamoci se di tempo gliene lasciamo almeno il quadruplo.

Difesa da migliorare dunque, un po' in tutti i reparti dalla linea alla secondaria passando per i LB, ribadendo che Dashon Goldson e soprattutto Mason Foster è meglio averli sul terreno di gioco piuttosto che sulla sideline.

Per quel che riguarda l'attacco, Glennon ieri non mi è dispiaciuto, anche se nel finale è entrato anche lui in confusione e prima della safety ha rischiato davvero moltissimo con un passaggio lanciato un po' a casaccio per evitare un sack che per pura fortuna non si è trasformato in un intercetto ritornato in endzone da un uomo di linea dei Saints.

Ma è stato proprio Glennon l'artefice principale della bella fase centrale dei Bucs, che da una situazione di 0-13 hanno messo in piedi un'ottima serie di drive, tali da portare Tampa Bay fin sul +11. Ottima la connection con Vincent Jackson e bene anche Murphy e Herron, trovati da Glennon in endzone per i TD che sembrava potessero spianare la strada per la W.

Glennon e ricevitori stanno dunque fornendo confortanti segni di crescita (in attesa del rientro di Mike Evans e che ASJ esaurisca le ingenuità tipiche dei rookie...), e va sottolineato come anche la linea offensiva stia migliorando e sia adesso in grado di offrire al QB una protezione decisamente migliore rispetto solo a poche settimane fa. 

C'è invece da migliorare e molto il gioco sulle corse, che dovrebbe un po' essere il marchio di fabbrica di Lovie Smith e che invece anche ieri è stato improduttivo e quasi mai in grado di mettere a segno giocate importanti.

Martin e Rainey hanno messo insieme, complessivamente, 66 yards in 20 portate, insufficienti per togliere pressione dalle spalle di Glennon e dunque costretto a forzare, dato che il gioco su corsa si limitava nel migliore dei casi a evitare perdite di terreno. Tutta colpa dei RB? Direi di no, se le corse non funzionano bisogna anche valutare con attenzione il lavoro svolto dalla OL per aprire i varchi necessari ai portatori di palla. Non a caso, una delle poche corse brillanti della serata è stata realizzata da Doug Martin correndo alle spalle di un blocco perfetto di Logan Mankins, segno evidente che non sono solo i RB a dover elevare il proprio rendimento, ma anche alla linea deve essere richiesta maggiore applicazione e intensità, quando il gioco chiamato è una corsa del #22 o del #43....

Tra le piacevoli sorprese di ieri segnalerei anche il notevole FG dalle 55 yards messo tra i pali da Patrick Murray. Anche a Pittsburgh il nuovo kicker dei Bucs era andato a segno dalle 50 yards, ma se all'Heinz Field una buona dose di fortuna aveva aiutato il sostituto di Barth, ieri Murray è stato perfetto da una distanza decisamente non semplice. Bene così, con un attacco non proprio esplosivo poter contare su un kicker preciso e affidabile è di assoluta importanza, e speriamo che questi due bersagli messi a segno da distanze ragguardevoli diano fiducia a un giocatore giovane e inesperto come Murray.

La sconfitta con i Saints brucia, si diceva all'inizio, ma va dato atto a coach Lovie Smith di avere comunque rimesso in sesto – in breve tempo – una situazione che dopo le brutte confitte con Carolina e St. Louis ed il tracollo di Atlanta sembrava ai limiti del disperato.

Abbiamo vinto a Pittsburgh e rischiato di espugnare anche New Orleans; direi che si può essere moderatamente ottimisti in vista dei prossimi impegni e se la buona sorte ci darà una mano (magari svuotando un po' una infermeria sempre troppo affollata), chissà che da qui a fine stagione non ci si riesca a togliere qualche altra bella soddisfazione.

Ad esempio, perché no, cercando di mettere a segno un altro "colpo a sorpresa" proprio domenica prossima, quando al RJS arriverà un avversario – i Baltimore Ravens – che sulla carta è nettamente favorito; chissà che invece poi, dal campo, non venga fuori una piacevole e inaspettata sorpresa...

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