Ho trovato interessante e segnalo la lettura di queste note in cui Paul Stewart, il fondatore di quella vera e propria “bibbia” sui Bucs che è bucpower.com, riflette, abbastanza amaramente, sulla costante e progressiva disaffezione che sembra avere colpito negli ultimi tempi la tifoseria locale di Tampa. Fino a pochi anni fa era un impresa trovare un biglietto quando i Bucs giocavano in casa; adesso invece è sempre meno la gente che va allo stadio, e chi ancora continua a recarsi al RJS - osserva Stewart - nella grande maggioranza non pare proprio seguire il match con grande trasporto ed entusiasmo, per usare un eufemismo.
Va anche detto che la partita che credo abbia ispirato a Stewart quest’articolo è l’orribile match coi Texans, prestazione che entra di diritto tra le più brutte disputate dai Bucs negli ultimi anni. E il problema, a mio avviso, non è tanto che a seguire gli ultimi minuti del match vs Houston fosse rimasta solo la delegazione di tifosi inglesi giunti dall’Europa e guidata da Stewart, quanto, ad esempio, che anche per un match “speciale“come quello di oggi si sia lontani dal sold out. Ecco, se nemmeno per la partita più “particolare” dell’anno in cui verrà tra l’altro celebrato un grandissimo del passato come Jimmie Giles ed in cui verranno rispolverate le uniformi “throwback”, i biglietti vengono polverizzati in prevendita, allora vuol proprio dire che è il caso di riflettere profondamente su quali soluzioni debbano essere adottate perché si realizzi un’inversione di tendenza ed i tifosi tornino a ripopolare le gradinate del Raymond James Stadium. Fa davvero male, e non solo alle casse societarie, vederlo sempre mezzo vuoto…..
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