mercoledì 21 agosto 2013

Gerald McCoy in difesa di Josh Freeman

Josh Freeman e Gerald McCoy
Il DT Gerald McCoy, giunto ormai al suo quarto anno tra i PRO, è forse l'unica certezza su cui i Bucs possono contare a livello di linea difensiva, e dopo le prime due stagioni con più bassi che alti, il buon Geraldone ha disputato un ottimo 2012, culminato con la convocazione al Pro Bowl.

McCoy è anche uno dei Capitani della squadra, e da bravo leader ha avvertito il momento particolarmente complicato che sta vivendo il giocatore più importante dei Bucs, il QB Josh Freeman. Le prime due partite disputate da Freeman in questa preseason sono state opache, con un Josh apparso svogliato e fuori forma, ancora notevolmente "imballato".

Ma è pur sempre preseason, si dirà... e infatti è solo preseason, nessuno fa drammi o chiede la testa del giocatore, però se "The next franchise QB" si desse una svegliata e già dal match in programma sabato a Miami mostrasse qualche passo in avanti farebbe contenti tutti, mettendo a tacere le inevitabili quanto inutili polemiche relative al suo rendimento che ultimamente stanno divampando dalle parti di Tampa...

McCoy, si diceva, ha intuito il momento difficile del suo QB, non dissimile dai tanti da lui vissuti in prima persona nei suoi primi due anni in NFL, e ieri ha rialsciato queste dichiarazioni:
"I think he's an unfair target,'' McCoy said of Freeman. "He is a franchise quarterback but so what? There's a lot of players on the team. I think one of the reasons I'm so sensitive about it is I got it for two years. They talked bad about me for two years, so I don't take too well to it when they talk about my teammates''. "The way he's taken control,'' McCoy said. "It's just like the way he's taken control of the offense, 'Listen to me. No, we're not doing that we're doing this.' You can hear it out there on the field."

Chi invece con Freeman ci è andato giù pesante è Fran Tarkenton, un QB Hall of Famer dal glorioso passato con Vikings e Giants, che così si è espresso a proposito del #5:
“He plays sometimes at a nice level,’’ Tarkenton said. “I’ve watched him a lot. He just plays God-awful. Josh Freeman has proven to me he can’t play.’’ 

Intermedia (e a mio avviso in larga parte condivisibile) la posizione di Joe Theismann, altro grande QB degli anni '70 e '80, che su Freeman la pensa invece in questo modo:
“I think Josh can play, I believe he can play. I think it’s a very critical year for him, and I’m hoping it becomes a Joe Flacco type story,” Theisman said. “They’re [Bucs] in a division that is as top heavy with New Orleans with Sean Payton back and of course Atlanta. This is not an easy road, but I believe the Tampa Bay Buccaneers of any team in the league have made great strides going forward. It’s a put up or shut up year.
“There is no question that this is an important year [for Freeman]. You have a new coach who’s continuing to evaluate you, and added weapons on the offensive side of the ball. The [quarterback] position is the most dependent position on the field. If you don’t have any talent around you, you’re dead in the water. This is a huge year for him. Huge year.”

McCoy, Tarkenton, Theismann, i tifosi che sui forum americani si dividono in pro e contro il nostro QB... mah, quante chiacchiere inutili! A mio avviso, fino all'8 settembre Freeman può anche lanciare 0/10, non conta nulla. Conterà invece tantissimo a partire dall'opener con i Jets. Quello sarà il momento della verità, e da lì in avanti Freeman dovrà essere consapevole che se nella prossima offseason vuole firmare un contrattone con tanti zeri (a Tampa o dove più gli aggrada) dovrà elevare e di parecchio il suo rendimento. Dopo una positiva annata da rookie e una più che promettente - a tratti esaltante - stagione 2010, negli ultimi due anni Freeman si è un po' "smarrito", travolto nel 2011 dal "caos totale" in cui erano piombati i Bucs con la gestione Morris, e alternando nel 2012 - con un nuovo HC, un nuovo OC, un nuovo QB coach, e dunque con tutte le attenuanti del caso... - buone partite a prestazioni sottotono.

Come ho detto più volte, "continuità" è la parola magica. Non voglio più vedere un Freeman che gioca una partita alla Joe Montana e quella seguente (se non addirittura nel corso dello stesso match) come potrebbe giocarla un Orlovski qualunque.

Freeman ha dalla sua un'età ancora giovane (25 anni) e dunque ampi margini di miglioramento; fisico, tecnica e classe non gli mancano, mentre ho il sospetto che forse il ragazzo difetti un po' in quanto a "cattiveria" e "killer insticnt", e mi piacerebbe vederlo sul terreno di gioco con un po' di sana "belvaggine" in più, per aggredire gli avversari dal primo all'ultimo minuto, rimanendo concentrato al 100% e "sul pezzo" per l'intera durata del match.

Ad ogni modo, il destino di Tampa Bay nella stagione che si appresta ad iniziare sarà inevitabilmente legato a doppio filo con quello del suo QB: questi Bucs nascono e muoiono con Freeman, sarà Josh a doversi metaforicamente caricare i compagni sulle spalle per cercare di guidarli al sogno chiamato play-off. Non è certo a un rookie (Glennon) o a un mestierante per di più dagli evidenti limiti tecnici (Orlovski) che possiamo chiedere il "miracolo", e cioè far giocare i Bucs anche nel mese di gennaio...

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