domenica 22 gennaio 2012

I Bucs e le finali di conference

Si giocano questa sera le finali di conference per l’accesso al Super Bowl n.46 che avrà luogo ad Indianapolis domenica 5 febbraio.

Per noi tifosi di Tampa Bay, oggi come oggi nulla è più lontano non dico di una finale di conference ma persino di una semplice apparizione ai playoff, dato che la nostra ultima vittoria in un incontro di postseason risale al Super Bowl di San Diego e che le ultime apparizioni sono terminate mestamente con una eliminazione al primo turno (nel 2005 ad opera di Washington e nel 2007 per mano dei Giants).

Eppure... eppure c’era un tempo in cui “Buccaneers” e “finali di conference” non erano poi due concetti così distanti tra loro, ed in cui era comunque diventata una piacevole abitudine vedere Tampa Bay scendere in campo anche nel mese di gennaio.

Ma visto che oggi è giorno di finali di conference, andiamo brevemente a ripercorrere quelle disputate dai Tampa Bay Buccaneers nei loro 35 anni di storia. 

06 gennaio 1980: Tampa Bay Buccaneers vs Los Angeles Rams  0-9
Alla loro quarta stagione in NFL, i Bucs arrivano per la prima volta ai playoff, e dopo aver superato Philadelphia nel divisional game si fermano ad una sola partita dal Super Bowl. La finale di conference coi Rams si mette subito male per Tampa Bay, che perde progressivamente per infortunio i suoi giocatori più importanti, proprio nella partita decisiva dell’anno: il QB Doug Williams gioca solo alcuni snap per essere poi rimpiazzato dal modesto Mike Rae (nella foto), così come l’immenso Lee Roy Selmon, con una caviglia in disordine, sarà praticamente inutilizzabile e non metterà a segno nemmeno un tackle. Tampa Bay arranca, senza poter più contare sugli indiscussi leader di attacco e difesa, anche se i Rams non riescono a chiudere la partita, che fino a metà dell’ultimo quarto vede Los Angeles avanti solo di sei lunghezze. A poco più di 8 minuti dalla fine del match, il kicker dei Rams Frank Corral mette a segno il terzo field goal, e la prima finale di conference disputata dai Bucs terminerà dunque con una sconfitta, con i Los Angeles Rams che andranno a giocare (e a perdere) il Super Bowl contro i Pittsburgh Steelers.

23 gennaio 2000: St. Louis Rams vs Tampa Bay Buccaneers 11-6
Sono trascorsi vent’anni esatti dalla precedente finale di conference giocata dai Bucs. Sono cambiate le uniformi, con il Red and Pewter che ha preso il posto dell’Orange and White, ma purtroppo l’esito della seconda NFC Final giocata dai Bucs è il medesimo della prima: vincono gli avversari, sempre i Rams nel frattempo trasferitisi da Los Angeles a St. Louis, e anche questa volta non mancano a Tampa Bay i motivi per recriminare sull’esito finale del match. Le due squadre arrivano alla finale di conference grazie rispettivamente al proprio attacco (i Rams) e alla propria difesa (i Bucs), e l’attesa è grande per vedere se a giocare il Super Bowl contro i Tennessee Titans sarà l’attacco più esplosivo dell’NFL guidato dal QB Kurt Warner o la difesa più impenetrabile allenata dal "guru" Monte Kiffin. L‘equilibrio regna sovrano, i Bucs sono avanti per 6-5 sino a metà dell’ultimo quarto, quando un TD (non convertito) dei Rams porta avanti St. Louis sull'11-5. E poi... accade il “fattaccio”, la famosa giocata che darà vita alla cosiddetta “Bert Emanuel Rule”. A 47 secondi dal termine del match, il WR di Tampa Bay Bert Emanuel effettua una ricezione da 13 yards sulla linea delle 22 yards dei Rams (nella foto)... la ricezione in un primo momento viene data buona, per essere poi dichiarata incompleta dopo l’instant replay. Le controversie e le discussioni che nacquero dopo questo episodio non mancarono, Emanuel sembrava avere compiuto una ricezione più che valida con il pieno controllo del pallone sebbene la punta dello stesso avesse forse toccato terra per pochi millimetri. Alla fine, da questo contestatissimo episodio nacque come detto la “Bert Emanuel Rule”, in pratica l’NFL fu costretta a chiarire fin nei minimi dettagli quando una ricezione era da ritenersi valida, proprio per evitare il ripetersi di situazioni analoghe a quella che negò ai Bucs la possibilità di continuare il drive che avrebbe potuto portare Tampa Bay al Super Bowl...

19 gennaio 2003 Philadelphia Eagles vs Tampa Bay Buccaneers 10-27
Il terzo tentativo è quello buono, per Tampa Bay! Tre anni dopo la controversa sconfitta di St. Louis, i Bucs giungono nuovamente ad una finale di conference. I favoriti sono però gli avversari, i Philadelphia Eagles, che giocano in casa ed in condizioni climatiche che sembrano proibitive per i Bucs, abituati al tepore della Florida e poco avvezzi a giocare (e ancora meno a vincere) quando la temperatura è vicina se non sotto allo zero. Nonostante un TD messo a segno dagli Eagles dopo nemmeno un minuto di gioco del primo quarto, i Bucs sembrano tenere bene il campo, reagiscono alle avversità iniziali e passano in vantaggio, iniziando l’ultimo quarto di gioco sul risultato di 20-10 a proprio favore. Ma la partita è ancora lunghissima e il QB degli Eagles, Donovan McNabb, non si arrende, cercando di guidare i suoi ad una difficile quanto ancora possibile rimonta. E poi, a tre minuti dalla fine del match, ecco la giocata decisiva, che mette in ghiaccio l’incontro: McNabb riceve lo snap dal centro, e lancia immediatamente per un ricevitore... ma Ronde Barber, che aveva fintato un blitz, legge in anticipo le intenzioni di McNabb, intuisce la direzione del lancio, mette a segno un intercetto e corre con il pallone in mano per 92 yards, entrando intoccato nella endzone di Philadelphia. Ronde segna così il TD del definitivo 27-10 e Tampa Bay vince a pieno merito la finale di conference; di lì a pochi giorni, il trionfo sarebbe stato totale ed assoluto, aggiudicandosi a San Diego il Super Bowl n.37 contro gli Oakland Raiders.

E con questo, si chiude la breve carrellata sulle tre NFC Finals giocate dai Tampa Bay Buccaneers. Dovremo aspettare ancora molti anni, prima di riassaporare quelle emozioni che, a distanza di quasi un paio di lustri se non di più, ricordiamo ancora così bene? Chissà... certo che erano proprio bei tempi, quando eravamo noi, i Tampa Bay Buccaneers, ad essere “leggenda”…

Nessun commento:

Posta un commento