Passano i giorni, ma non cambia lo scenario a One Buc Place. Siamo ancora alle "interviste" ai candidati più o meno "papabili" a prendere il posto di Raheem Morris, e i nomi che circolano sono più o meno sempre gli stessi. Anche se ormai dovremmo essere al "secondo round" di questi colloqui, che ormai vanno avanti da alcune settimane.
Ai già noti Sherman, Schottenheimer, Chudzinski e Zimmer, negli ultimi giorni si sono aggiunti i nomi di Tom Clements, Joe Philbin e Perry Fewell rispettivamente QB coach dei Packers, OC sempre di Green Bay e DC dei Giants.
Comunque, se c'è una cosa che funziona bene in casa Bucs è proprio la "riservatezza", tanto che nè gli insider nazionali tipo Schetfer o La Canfora né i media locali (dal Tampa Tribune al Tampa Bay Times) riescono a penetrare la cortina fumogena eretta dai Glazer intorno al nome del nuovo HC.
Massima riservatezza, dunque, e chissà se arriverà la fumata bianca, almeno la prossima settimana. Forse sarebbe il caso di stringere un po' i tempi, anche perché il nuovo HC dovrà ricostruire integralmente un coaching staff che al momento non c'è più, visto lo smantellamento totale di quello che così male aveva operato sotto la guida di Morris.
E poi ci sono scadenze molto importanti quali free agency e draft, che devono essere preparate con il giusto anticipo, lasciando il minimo spazio all'improvvisazione. Ad esempio – a proposito di free agent – ce ne sono alcuni che sarebbe il caso di confermare all'istante (l'ottimo kicker Connor Barth, tanto per fare un nome) e in quanto al draft credo sia opportuno che il nuovo HC inizi il prima possibile a fare tutte le valutazioni del caso, visto che – conoscendo il braccino corto della proprietà – presumo che sarà proprio per mezzo del draft che i Bucs cercheranno di mettere qualche "toppa" ai reparti più disastrati della squadra (due su tutti: CB e LB).
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