lunedì 29 dicembre 2014

Lovie Smith, da ora in avanti vietato sbagliare

Con la sconfitta n. 14 su 16 partite (l'ultimo 2-14 risaliva al remoto 1986) si è finalmente concluso uno dei campionati peggiori nella quasi 40ennale storia dei Tampa Bay Buccaneers, che pure di annate storte in archivio ne possono contare parecchie...

La delusione quest'anno è stata molto forte, sia per il record finale che per la qualità del gioco, davvero troppo scadente, espresso dalla squadra nell'arco dell'intera stagione; nei prossimi giorni mi soffermerò nel dettaglio su free agency, draft e situazione contrattuale dei vari giocatori, oggi però vorrei spendere qualche parola a proposito di Lovie Smith.

All'Head Coach verrà sicuramente concessa una seconda occasione ma nel 2015 il buon Lovie dovrà condurre la squadra a ben altri risultati, essendo ormai in fase di esaurimento l'ampio "bonus" di cui godeva al momento del suo insediamento.

Nel mese di gennaio 2014, al momento della sua nomina come HC dei Bucs, la speranza (unanime) era che un allenatore referenziato, ricco di esperienza ad alto livello e pieno di buon senso come Lovie Smith fosse la soluzione ideale per lasciarsi alle spalle il deludente biennio targato Greg Schiano.

Purtroppo le cose sono invece andate peggio di quanto anche il più pessimista dei tifosi potesse prevedere, e ieri faceva proprio una gran tristezza vedere coach Smith, nell'ultima partita stagionale contro i Saints, togliere dal campo i giocatori migliori (da Mike Evans a Lavonte David) non a causa di infortuni ma per facilitare la rimonta degli avversari e garantirsi così l'ennesima sconfitta che voleva dire first pick overall al prossimo draft... probabilmente il punto più basso e umiliante raggiungibile da un allenatore.

Cercando di valutare le cose nella maniera più oggettiva possibile, credo sia abbastanza evidente che Smith abbia commesso molti errori, sia in fase di costruzione della squadra che nel nel corso della stagione, non riuscendo mai né ad invertire la rotta né a dare la sensazione di avere le idee chiare su come condurre la squadra fuori dalla spirale negativa fatta di sconfitte e prestazioni insufficienti. Ma la cosa peggiore di tutte credo sia un'altra: chiunque lavori commette errori e nessuno pretende da Lovie l'infallibilità, il fatto grave è non correggersi in corsa, o lasciare "incancrenire" una situazione negativa.

Emblematico, a questo proposito, il modo in cui è stato gestito il dualismo tra i QB; una volta evidente (eravamo a fine settembre) che questi Bucs non sarebbero andati da nessuna parte e che la postseason era un'utopia, non ha davvero avuto alcun senso rimettere in squadra McCown, un veterano dalla conclamata mediocrità, al posto di Glennon, un giovane al secondo anno il cui effettivo valore è tutt'ora ignoto, proprio a causa delle scelte dell'HC. Le giustificazioni addotte da Smith "McCown garantisce alla squadra maggiori possibilità di vittoria", reiterate dopo ogni sconfitta, sono davvero indifendibili, e le trovo ancora peggiori della cocciutaggine nel volere insistere con McCown.

Ma cominciamo dall'inizio: in pratica Smith e il GM Licht, una volta insediati, hanno scientificamente fatto tabula rasa di quanto aveva lasciato loro in eredità la precedente gestione Dominik-Schiano.

E' stato rilasciato Darrelle Revis, che l'anno precedente era costato una prima scelta, è stata completamente smembrata la linea offensiva (Penn, Jospeh, Zuttah, Larsen) e le chiavi della squadra sono state affidate a Josh McCown, strapagando un QB che in dieci anni di NFL aveva giocato da comparsa per 9 anni e mezzo e che a Tampa ha confermato i suoi (enormi) limiti.

La free agency è stata dispendiosa, ed i nomi portati a Tampa erano, sulla carta, decisamente interessanti; sia Collins che Dietrich-Smith erano unanimemente ritenuti due innesti molto importanti, e sarebbe decisivo capire perché entrambi abbiano reso così tanto al di sotto delle aspettative. Giocatori "sazi" e "imborghesiti" dal contrattone firmato in free agency oppure un CS incapace di far rendere al massimo gli elementi a disposizione?

Capitolo draft: bene Mike Evans al primo giro, interessante l'idea di puntare su Seferian-Jenkins al secondo round, decisamente censurabile la mossa di draftare un RB al terzo giro. Nessuno discute il valore di Sims, ma rinforzare un reparto già competitivo (quello dei RB, appunto) tralasciando voragini enormi (la OL in primis) è stato un rischio eccessivo, le cui conseguenze negative sono emerse in maniera lampante sin dalle amichevoli prestagionali.

Forse Smtih e Licht speravano di recuperare Carl Nicks, e per questo motivo al draft non hanno investito in maniera massiccia sulla OL limitandosi a scegliere due giocatori tutti da sviluppare come Edwards e Pamphile. Resta il fatto che questa gestione del draft, in cui la OL non è stata rinforzata a dovere, l'abbiamo poi pagata (con gli interessi) alla vigilia del campionato, quando cioè ci si è resi conto di avere una OL impresentabile e ci si è accollati il contratto pesantissimo di un veterano a fine carriera (Mankins) mandando a Boston un giovane interessante (il TE Tim Wright) più una quarta scelta. Decisamente un ottimo affare, dal punto di vista di Bill Belichik.

La trade con i Pats rientra nelle categorie delle "mosse della disperazione", quando ci si trova cioè con l'acqua alla gola e si è costretti ad accettare le condizioni dettate dalla controparte, una di quelle situazioni in cui si ha solamente da perdere ed in cui un GM e un HC di valore non dovrebbero mai andarsi a mettere. Per chiudere, va ricordata l'ultima mossa discutibile a livello di gestione dei giocatori, e cioè la svendita della pick n.7 assoluta del draft 2012 Mark Barron ai Rams in cambio di un quarto giro (più un sesto), proprio per "recuperare" la preziosa scelta al draft "regalata" ai Patriots nello scambio per Mankins.

Si pensava comunque, alla vigilia del campionato, che nonostante le evidenti lacune e i parecchi punti deboli questa squadra avesse le carte in regola per disputare una stagione dignitosa, che avrebbe migliorato il record dell'anno precedente (non si sognava certo un un 10-6 o un record vincente, ma c'era molta fiducia circa la possibilità di migliorare il 4-12 della precedente stagione), che si sarebbero visti nel corso dell'anno significativi passi in avanti, e che i frutti del lavoro di coach Smith e del suo staff avrebbero portato se non delle W quantomeno ad assistere a spettacoli decorosi e confortanti.

Ecco, poiché invece è accaduto l'esatto contrario, con una squadra che non solo ha perso sempre e comunque ma che ha anche giocato malissimo dalla prima partita di preseason sino all'ultimo match di regular season perso (intenzionalmente) con i Saints, è evidente che il contratto quadriennale (con opzione per un quinto anno)  siglato lo scorso gennaio tra i Glazer e Smith sia decisamente meno "blindato" rispetto a dodici mesi fa.

Personalmente avevo accolto con entusiasmo l'arrivo di Smith, che mi sembrava il coach più adatto a cui affidare le sorti della squadra dopo la controversa e negativa esperienza con Schiano. Al termine della prima stagione, in cui Smith ha avuto carta bianca per rifondare la squadra come preferiva, il giudizio sul suo operato non può che essere negativo, e lo dico al di là del record; non mi sono piaciute troppe decisioni né l'ostinazione con cui l'HC ha difeso per l'intera stagione alcune sue scelte palesemente sconclusionate.

Credo però sia giusto concedere a Smith la stagione del riscatto, dargli cioè la possibilità nel 2015 di dimostrare di non avere smarrito le tante qualità che gli hanno permesso di ricoprire per ben nove anni il ruolo di HC in una piazza difficile come Chicago. Sarà interessante, e questo lo vedremo a breve, capire anche in che modo Smith modificherà il suo coaching staff, a partire dall'ingaggio di un vero OC, figura chiave in ogni team e la cui mancanza nei Bucs ha inciso non poco, a mio avviso, sulla pessima annata,

Sarà cruciale la gestione di free agency e draft, e credo che Smith si giocherà buona parte del suo futuro sulla sideline dei Buccaneers proprio con la gestione della first pick overall; che di per sé è, al momento, un "tesoro" potenzialmente molto prezioso ma che solo se sfruttato nel modo appropriato potrà aiutare i Bucs a fare un salto di qualità importante. La storia, anche quella di Tampa Bay, insegna che non sempre (anzi!) la prima scelta assoluta è sinonimo di fuoriclasse e di giocatore in grado di risollevare da solo i destini di un team...

1 commento:

  1. Analisi impeccabile, coach Smith in una stagione ha perso la nomea di ottimo HC di alto livello, ora la prossima stagione starà a lui dimostrare la validità delle sue idee e delle sue mosse, anche alla luce della prossima offseason (free agency e draft) Io continuo ad avere fiducia in lui, ma le cose devono cambiare, se questa stagione Lovie ha provveduto a smantellare l'ossatura delle precedenti gestioni, nella prossima non avrà più alibi. Naturalmente grossa responsabilità hanno anche i giocatori e il resto del coaching staff. Per 'OC bisognerà investire su un ottimo prospetto, soprattutto in attacco gli schemi non si improvvisano (lo dico, nel mio piccolo, da Offensive Assistant di un team di Terza Divisione), mentre i punti nevralgici restano le due linee. Per il QB io cercherei una soluzione nei free agent o con una trade, anche se le disponibilità non sono superlative. Concludendo, l'importante sarà vedere dei passi avanti di tutta la squadra, cercando di migliorare il gioco e, se possibile, il numero delle W. Niente ambizioni di playoffs per favore, è inutile allestire una squadra di veterani mercenari validi per una stagione e basta. Sempre GO BUCS!!

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