mercoledì 18 settembre 2013

Il giorno in cui incontrai John Lynch...

Rientro alla base effettuato!

Il ritorno a casa dopo un lungo viaggio fa sempre piacere, per quanto interessante e intensa possa essere stata una bella vacanza... New York, Boston e un blitz a Tampa sono state le tappe di questa mia escursione in terra americana.

Ma visto che qui si parla di football in red and pewter e non di viaggi, veniamo subito al dunque, e cioè ai nostri amati Bucanieri!

Assistere dagli spalti di uno stadio ad una partita NFL è - inutile ribadirlo per l'ennesima volta - un'esperienza che raccomando caldamente a tutti, a maggior ragione se in campo c'è la propria squadra del cuore, quella per cui la domenica sera rimaniamo svegli, magari fino alle due di notte, per vedere sul gamepass come va a finire...

Le due partite che quest'anno ho seguito "live" sono finite nel modo che ben sapete, con due sconfitte maturate all'ultimo secondo benché in entrambi i match Tampa Bay fosse in vantaggio a pochi secondi dalla fine. Scelte sbagliate, errori banali, penalità stupide, field goal mancati... insomma, un modo per perdere due partite che sembravano ormai vinte i nostri Bucs sono riusciti comunque a trovarlo...!

Nei prossimi giorni mettterò on-line una pagina con foto e commenti dei due incontri. Intanto però, voglio spendere due parole sui tifosi dei New Orleans Saints. Così come mi erano piaciuti i supporters dei Jets - tosti, caldi, sempre a incitare Geno Smith e soci anche nei momenti in cui i Bucs sembravano poter mettere le mani sul match - così non mi sono piaciuti quasi per niente i tifosi di New Orleans.

Erano molti quelli presenti a Tampa, considerate anche le distanze non proibitive tra le due città. Non mi sono piaciuti perché mi sono parsi, in larga parte, strafottenti e provocatori, e questo non mi pare simpatico soprattutto quando si è "ospiti" in casa altrui... ad ogni modo, negli stadi americani non è consigliabile fare i "fenomeni": a una decina di posti dal mio c'era un terzetto di supporter oro-neri molto agitato, che si ostinava a seguire in piedi la partita provocando i tifosi dei Bucs a ogni azione in maniera davvero stupida... ebbene, tempo dieci minuti e sono arrivati due poliziotti che senza tante storie hanno trascinato fuori il trio in questione. Standing ovation per gli "sbirri" da parte del mio settore, e tanti saluti agli esagitati in questione, di cui poi si sono perse le tracce, visto che non sono più tornati al loro posto...

Ah, per chiudere la parentesi sui tifosi dei Saints: ma a New Orleans si esprimono a "bisillabi", e conoscono solo due parole, "who" e "dat"? No, perché le decine di fans di Brees e soci che ho incontrato urlavano a squarciagola e parlavano tra di loro ripetendo allo sfinimento solo queste due parole, per cui mi è venuto il dubbio...! ;-)

Scherzi a parte, e venendo anche al titolo del post, uno dei ricordi "sportivi" di questo viaggio è l'incontro con uno dei più grandi giocatori di sempre della storia dei Tampa Bay Buccaneers, John Lynch. L'indimenticata safety #47 stava entrando allo stadio, dove avrebbe commentato il match per la Fox, ed io stavo girando intorno al Raymond James Stadium per andare a vedere l'arrivo dei giocatori, dato che ero giunto al RJS con notevole anticipo... ebbene, a un certo punto vedo un capannello di tifosi e mi avvicino... e chi c'era? Lui, il grandissimo John! Il quale è stato di una cortesia davvero unica: ha firmato autografi a chiunque glielo chiedesse, ha scambiato battute coi tifosi, e mentre stava entrando è stato richiamato da una tifosa disabile; non solo Lynch è tornato indietro a salutarla ma si è trattenuto con lei per un po' prima di fare, finalmente, il suo ingresso allo stadio.

Insomma, se penso a certi attegiamenti da "star" da parte di alcuni (presunti) campioni nostrani, vedere la semplicità e la disponibilità di un vero campione, lui sì, come John Lynch mi ha fatto proprio piacere. Ecco alcune immagini del "meeting" con il #47... per le altre foto, appuntamento ai prossimi giorni! E poi dovrò mettermi in pari con quello che sta capitando a One Buc Place; dove la situazione, tra Goldson squalificato per una partita, Schiano che sembra avere perso il controllo dello spogliatoio, e malcontenti vari da parte dei giocatori più importanti (Freeman che vuole essere ceduto, Revis con il muso lungo...) non è proprio delle più serene.

Appuntamento a presto con i prossimi aggiornamenti dunque, non appena avrò smaltito il jet-lag! Intanto, ecco alcune immagini relative al giorno in cui incontrai John Lynch...


Sono circa le 13.30 di domenica 15 settembre, la partita inizierà alle 16.00 ma io sono già arrivato allo stadio da un po' per gustarmi ogni momento del pre-partita; a un certo punto vedo un gruppo di tifosi riunito intorno a qualcuno... incuriosito mi avvicino e chi incontro? John Lynch!

Nonostante ci fosse un gran caldo e John avesse sulle spalle un pesante zainetto ed in mano il vestito con cui avrebbe poi commentato il match, il #47 firma autografi e scambia battute con i presenti: grande John!

John Lynch, la safety più forte nella storia dei Tampa Bay Buccaneers, un formidabile "colpitore" ed uno dei grandi Campioni che nel 2002 contribuì a portare i Bucs sul tetto del mondo (da notare l'anello che John porta all'anulare della mano destra, e che dovrebbe essere proprio il "ring" celebrativo del Super Bowl n.37)

Lynch sta entrando allo stadio ma una tifosa anziana su una sedia a rotelle lo chiama... senza esitare John torna indietro e la va a salutare: beh, in fondo è uno che ha studiato a Stanford, il ragazzo, si vede che ha ricevuto una buona educazione...! ;-)

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