venerdì 22 gennaio 2016

Ring of Honor, il 2016 è l'anno di John Lynch


Con un certo anticipo rispetto all'anno scorso - era maggio quando venne annunciato l'ingresso di Mike Alstott e Doug Williams nel Ring of Honor - è stato ufficializzato quest'oggi, nel corso di una conferenza stampa a One Buc Place in cui era presente il diretto interessato, il nome del nuovo membro del RoH dei Bucs.

Si tratta del grande John Lynch, safety che per un decennio - gli "anni d'oro" dei Bucs, tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila - contribuì in maniera determinante a portare Tampa Bay sul tetto del mondo. Sul Vince Lombardi Trophy del 26 gennaio 2003 c'è anche la firma di Lynch, placcatore implacabile, giocatore durissimo quanto corretto e mai sopra le righe.

Dopo 10 anni in maglia Bucs, Lynch ha concluso la carriera a Denver, giocando anche in Colorado quattro stagioni di ottimo football.

John Lynch va dunque ad aggiungersi agli altri grandi che hanno scritto le pagine più importanti della storia dei Bucs ed i cui nomi sono presenti, a imperitura memoria, sugli spalti del Raymond James Sadium: Lee Roy Selmon, coach John McKay, Jimmie Giles, Paul Gruber, Warren Sapp, Derrick Brooks, Mike Alstott e Doug Williams.

Oltre alla nomina a nuovo membro del Ring of Honor dei Bucs, il 2016 potrebbe riservare a John Lynch un altro grande riconoscimento: insieme - tra gli altri - a coach Tony Dungy, Lynch è infatti tra i candidati finalisti per l'ingresso nella Hall of Fame di Canton.

2 commenti:

  1. ....e ci sta tutto.

    Finalmente anche "The Hitman" avrà il posto che gli spetta, di safeties come lui non ne abbiam più viste a Tampa, anche se resta il rimpianto di non aver avuto la possibilità di testare per bene Barron, frettolosamente liquidato per una insulsa quarta scelta.

    Comunque, la red jersey #47 non manca nel mio armadio e resterà a lungo una delle mie preferite...

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  2. Doveroso e giustissimo l'inserimento di John Lynch tra le "Leggende" dei Bucs, dato che parliamo di un campione immenso nonché pietra angolare della secondaria dei Bucs "World Champions". Impietoso fare confronti con le safeties che negli anni seguenti hanno cercato, invano, di non farcelo rimpiangere.

    A proposito di Lynch, inoltre, mi piace ribadire come l'estrema "durezza" nei placcaggi possa coniugarsi con il fatto di essere un giocatore "pulito"; faccio fatica a ricordare colpi "sporchi" o "cattivi" da parte del #47...

    Fai bene, Buccaneer, a custodire con orgoglio nel tuo armadio la Jersey #47; io invece conservo di "The Hitman" il piacevole ricordo di quando quella volta, a Tampa, ebbi la fortuna di incontrarlo nei pressi del Raymond James Stadium (ne parlai qui)...

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