giovedì 27 novembre 2014

Il gioco sulle corse, questo sconosciuto...

Forse anche banalizzando un po', il football di Lovie Smith è sempre stato descritto come un gioco basato su una difesa aggressiva in grado di forzare turnovers e su un attacco imperniato innanzi tutto sui guadagni ottenuti sulle corse; magari un football poco spettacolare e un po' "old school", ma sicuramente essenziale ed efficace.

Ecco, quella che invece abbiamo visto all'opera a Tampa in queste prime 11 partite di campionato sembra tutto tranne che una squadra di Lovie Smith.

E in particolare, emerge l'evidente ed assoluta incapacità dei Bucs di stabilizzare il gioco sulle corse, con la conseguenza immediata di avere sempre in campo un attacco "monodimensionale", con le difese avversarie ben consapevoli del fatto che eventuali pericoli potranno arrivare solo dall'innesco di "armi" aeree, quali Evans, Jackson o Murphy.

Cercando di valutare il running game di Tampa Bay, non si può prescindere dall'analizzare le prestazioni di Doug Martin, passato da rookie fenomenale (solo due anni fa, non dieci...) a ferrovecchio che al termine del campionato verrà quasi sicuramente svenduto a chiunque sia disposto a offrire il solito piatto di lenticchie.

Eppure, come si diceva, il suo primo anno in NFL era stato eccellente: utilizzato in maniera sin troppo massiccia da Schiano, da rookie Doug Martin aveva corso per ben 319 volte, ammassando un totale di 1.454 yards e 11 TD (pù 49 ricezioni per ulteriori 472 yards e 1 TD), guadagnandosi anche un meritato viaggio al Pro Bowl.

Poi una lunga serie di infortuni, iniziata dopo sei partite dello scorso campionato con il KO alla spalla e proseguita quest'anno con problemi a ginocchio e caviglia, ha interrotto il percorso di crescita di questo interessantissimo giocatore, ancora molto giovane ma già da molti ritenuto (quasi) a fine carriera.

In realtà, non è che gli altri due RB attualmente alternati a Martin, e cioè Rainey e Sims, abbiano combinato sfracelli; e la causa principale del perchè il gioco su corsa dei Bucs sia quasi del tutto improduttivo dovrebbe forse essere ricercata altrove, in primis in quella linea offensiva che colpevolmente non è stata rinforzata in maniera adeguata tra free agency e draft, e che fa una fatica tremenda ad aprire i varchi indispensabili perché il RB di turno possa conquistare guadagni importanti, anziché andare a schiantarsi contro il muro della D-line avversaria subito dopo le prime due yards.

Capisco che l'orientamento da parte dell'attuale HC sia quello di fare piazza pulita di quei giocatori non voluti né scelti direttamente da lui (la lista sarebbe lunghissima, dal Mike Glennon "figlio" di Schiano e dunque emarginato a favore del McCown voluto espressamente da Smith, ai vari Mike Williams, Mark Barron, Tim Wright, Donald Penn, Davin Joseph, tutti tagliati o svenduti al peggior offerente); ma prima di liberarsi di Doug Martin riterrei opportuno pensarci molto bene e, magari, cambiare idea a tenerselo in squadra anche se in realtà credo sia quasi inevitabile che alla fine Lovie deciderà di liberarsi di uno dei pochi reduci della vecchia guardia, per dare più spazio a Sims, il rookie da lui stesso scelto nello scorso draft.

Al limite, nel 2015, io sacrificherei il pur ottimo rincalzo Bobby Rainey, limitando la rotazione dei RB tra Martin e Sims e con Mike James come ruota di scorta per le emergenze, ma al buon “Muscle Hamster” una possibilità la darei ancora.

Tutto questo mi fa riflettere sul fatto che, forse troppo spesso e forse con troppa fretta, noi "fans" (ma anche giornalisti e addetti ai lavori), siamo i primi ad appiccicare etichette "indelebili" (Gruden? Uno bollito che ormai a Tampa faceva l'impiegato... Schiano? Un incapace non in grado di allenare in NFL.... Smith? Un vecchio saggio che ci tirerà comunque fuori dal tunnel), il che rende poi difficile valutare cose e situazioni (che non sono mai così nette ma che hanno mille sfaccettature) in maniera distaccata ed obiettiva.

Dico questo - andando per un attimo "fuori tema" dall'argomento RB - perché ogni tanto mi chiedo, nell'andare a rivedere quanto fatto sin qui dalla nuova gestione Licht-Smith (free agency, draft, trade varie, decisioni tecniche relative alla squadra), che cosa avrebbero detto i tifosi o scritto i giornalisti, se certe (limitiamoci a definirle "discutibili") decisioni fossero state prese dal tandem precedente Schiano-Dominik anziché da quello attualmente nella plancia di comando a One Buc Place... ;-)

Ad ogni modo, e per tornare "in topic", voglio ribadire un concetto già espresso in precedenza e cioè che prima di giudicare l'efficacia di un RB non bisogna mai dimenticarsi di analizzare con estrema attenzione da quali giocatori è composta l'offensive line di una squadra; e, valutata da questo punto di vista la la situazione in casa Bucs, prima di pensare a qualche sostanziale modifica nella batteria dei RB sarebbe decisamente il caso di rifondare una OL raccogliticcia e scombinata, che limitarsi a definire "inadeguata" è ancora fargli un complimento...

2 commenti:

  1. Siamo sempre allo stesso punto, la prIma battaglia da vincere in ogni partita è quella delle linee, OL contro DL.
    Da questa dipende il successo del running game e del passing game, con i relativi giocatori coinvolti.

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  2. La penso allo stesso modo, nonostante purtroppo c'è anche chi si ostina a giudicare tutto bello e buono ciò che Smith ha fatto sin'ora. E ad etichettare Martin come bollito.
    A mio avviso il piccolo RB ha ancora molto da dire, ma non lo potrà fare a Tampa purtroppo. Anche se mi piacerebbe vederlo ancora portare il pallone per noi, voglio solo augurare a questo ragazzo il meglio e una carriera brillante, ovviamente in un'altra franchigia che, per sua fortuna, lo saprà valorizzare (come per i vari Blount, Wright, ecc ecc)

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