venerdì 29 giugno 2012

Giles, Sears e il problema delle "concussions"

Jimmie Giles e Arron Sears
Cosa accomuna due ex giocatori dei Bucs, Jimmie Giles ed Arron Sears? All'apparenza poco o nulla, perché se Giles a cavallo tra gli anni '70 e '80 ha avuto una luminosa carriera con Tampa Bay, al punto da essere uno dei membri del Ring of Honor della squadra, Sears ha invece giocato di recente solamente tre stagioni con i Bucs, per essere costretto poi a ritirarsi a causa di gravi disturbi neurologici mai del tutto chiariti.

Ebbene, oggi questi due giocatori sono accomunati da una battaglia legale, che vede come controparte proprio la loro ex squadra, i Tampa Bay Buccaneers. Se, anche di recente, numerosi ex giocatori NFL avevano intentato cause contro la Lega per i problemi neurologici dovuti alle troppe “concussions” subite in carriera e le cui conseguenze sono state troppo spesso sottovalutate, è questa la prima volta in cui alcuni atleti ricorrono alle vie legali direttamente contro la loro ex squadra.

Jimmie Giles, che nel corso della sua carriera ha sofferto almeno di una dozzina di commozioni cerebrali, è oggi costretto ad affrontare problemi fisici non indifferenti: schiena e ginocchia a pezzi, problemi di memoria, e il dolore come compagno ormai inseparabile di ogni giornata. Una situazione talmente grave da fargli affermare che, se avesse saputo a quali conseguenze sarebbe andato incontro, non sarebbe mai diventato un giocatore professionista di football.

Ancora più grave è la situazione di Arron Sears, offensive lineman dei Bucs dal 2007 al 2009. Il ragazzo ha problemi neurologici molto seri, che anche nel suo caso si ritiene siano conseguenza dei colpi ricevuti alla testa nella sua pur breve carriera da giocatore di football; e le sue condizioni sono talmente precarie che non solo si è dovuto ritirare giovanissimo dall'NFL ma addirittura oggi non è più autosufficiente ed è costretto a farsi accudire dai genitori, e tutto questo a soli 27 anni...

Giles e Sears, insieme ad altri ex giocatori, hanno dunque deciso di chiamare in giudizio sia l'NFL che la Riddell, l'azienda produttrice dei caschi, nonché le rispettive squadre in cui questi atleti hanno militato, con l'accusa di avere trascurato le famigerate “concussions” e di averne loro taciuto i devastanti effetti.

Dunque, gli ex atleti accusano la Lega e le rispettive squadre di non avere rivelato e di avere tenuto in pratica nascoste ai giocatori le terribili conseguenze che - a lungo termine - questi ripetuti colpi alla testa sono in grado di produrre, oltre a non essere stati in grado di proteggerli in maniera adeguata. Il portavoce dei Bucs, Jonathan Grella, al momento preferisce non rilasciare alcun commento, su quella che è una situazione sicuramente poco piacevole, non semplice da affrontare e tantomeno da risolvere.

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