domenica 6 maggio 2012

Greg Schiano, i primi 100 giorni da HC

Greg Schiano dirige il mini-camp dei rookie
Come ricordava il Tampa Bay Times, Greg Schiano ha appena tagliato il traguardo dei primi 100 giorni da capo allenatore dei Tampa Bay Buccaneers (così come quasi 100 giorni mancano al primo match di preseason dei Bucs). E ha tagliato questo traguardo impegnato a dirigere il mini-camp dei rookie, a cui stanno partecipando i ragazzi scelti al draft, quelli firmati successivamente ma anche semplici atleti senza contratto speranzosi di strappare almeno un posto in practice squad.

Chiaramente, alla fine, sappiamo tutti che il lavoro di Schiano verrà giudicato sulla base del numero di W (e di L) che i Buccaneers riusciranno a conquistare, ma già in questi tre mesi si avverte un'aria diversa a One Buc Place, rispetto a quella (viziata e poco sana) a cui ci eravamo dovuti abituare negli ultimi tre anni. La differenza massima e sostanziale, tra Schiano e il suo predecessore, è fondamentalmente una sola: Greg Schiano è un allenatore di football, mentre Raheem Morris non lo era quando venne inopinatamente nominato Head Coach, e non lo è diventato nemmeno al termine del suo mandato, dopo tre anni di batoste assortite e rimediate un po' contro chiunque.

Morris era amico dei giocatori, un allegrone dalla risata pronta e sempre col sorriso stampato in faccia, un buontempone dalle trovate estemporanee quanto discutibili (ne cito solo paio: i Bucs definiti team migliore della NFC dopo un paio di stentate vittorie, e il ridicolo acronimo "yungry"...). Mai in vita sua, prima di diventare capo allenatore a Tampa, Morris aveva ricoperto la carica di HC, a nessun livello, laddove Greg Schiano ha un'esperienza di head coaching ultradecennale. E tutto questo si vede, eccome se si vede.... credo sia sufficiente anche una cosa minima, come ad esempio seguire una conferenza stampa di Schiano e paragonarla ad  una del suo predecessore, per rendersene ampiamente conto.

Dunque, si respira aria nuova a One Buc Place, e lo si intuisce anche da questi mini-camp primaverili, prima quello dei veterani, e adesso quello dei rookie. Non si sente più la musica rap sparata dalle casse durante gli allenamenti (altra ideona di quel genio di Raheem), ma gli allenamenti, anche quelli blandi di questi giorni, sono scanditi unicamente dalla voce di Schiano e degli altri allenatori.

Personalmente, ma credo sia così anche per molti altri tifosi dei Bucs, apprezzo molto il modo di porsi di Schiano, che - al di là della sensibilità fuori dal comune dimostrata nel caso di Eric LeGrand - mi sembra stia cercando di ricomporre i cocci lasciati dalla gestione precedente, ripartendo da concetti base, semplici e al tempo stessi fondamentali, quali ad esempio quello di una sana "etica lavorativa", concetti che a Tampa sembravano essere passati di moda.

E poi, con Schiano, Tampa non sembra più essere il rifugio di tutti i talentuosi disadattati dalla testa vuota che tanto piacevano a Morris... ho gradito, al recente draft, l'estrema attenzione che Schiano ha dato all'aspetto umano, al comportamento fuori dal campo, e alla solidità mentale dei giocatori da scegliere. Campioni sul campo, sì, ma possibilmente anche irreprensibili fuori dal rettangolo di gioco, o quantomeno cercare di ridurre al minimo le "teste matte": emblematico, da questo punto di vista, il recentissimo taglio di Tanard Jackson.

Di seguito, in poche ma significative parole, il GM Domink riassume al TB Times come si è arrivati alla scelta di Greg Schiano come nuovo allenatore dei Tampa Bay Buccaneers:
"I think Buccaneer fans are starting to understand why we went through the entire interview process," general manager Mark Dominik said. "Some people wondered, 'How did you hire Greg Schiano?' I think people are learning why he's been a candidate for the NFL for a while. He's organized. Detailed. Disciplined. Structured. Tough. He's a loyal guy. We're very happy about our decision. He's been everything you want him to be."

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