Sono passati un paio di giorni ma è
ancora vivo il ricordo della prestazione da fuoriclasse del WR rookie
Mike Evans, che a Washington ha giocato una partita semplicemente
perfetta guidando i Bucs alla seconda W stagionale.
Il giocatore era in costante crescita
già da alcune partite e contro Cleveland ed Atlanta aveva superato
il muro delle 100 yards ricevute, segnalandosi come una delle poche
luci nell'attacco di Tampa Bay. A Washington, però, il prodotto di
Texas A&M ha esagerato (in senso buono): 7 ricezioni per 209
yards e 2 TD, cifre che parlano da sole.
E dopo una prestazione del genere, la
domanda sorge spontanea: sta nascendo una stella?
Naturalmente è presto per simili (pericolose) affermazioni, anche perché a Tampa è vivo il ricordo di WR che ad
ottime stagioni da rookie hanno fatto seguire annate opache e
deludenti.
Chi osserva le vicende dei Bucs da qualche anno ricorderà sicuramente Michael
Clayton, il cui primo campionato NFL (anno 2004) fu strepitoso ma che poi ebbe una
involuzione preoccupante, finendo per ritagliarsi un ruolo da
semplice comprimario, quasi più bravo a bloccare nei giochi di corsa che a ricevere un passaggio...
Più recentemente, c'è stato invece
Mike Williams che ad un'eccellente annata da rookie ha fatto seguire
buone stagioni, sì, ma non esaltanti o quantomeno non da quel
fuoriclasse che il prodotto da Syracuse sembrava potesse diventare
dopo il suo primo anno.
Chiaramente la speranza è che Evans
dimostri nel tempo di essere un "vero" campione, anche se gli
esempi sopra citati fanno capire che la cosa più difficile di tutte è
proprio quella di confermarsi ad alto livello, e la differenza tra il
"campione" è la "meteora" è che il primo riesce a mantenere
costante nel tempo un rendimento eccellente mentre il secondo potrà
anche giocare un campionato da fenomeno ma sarà destinato a medio
termine a ritornare nei bassifondi della mediocrità.
Quanto mostrato sino ad ora da Evans
promette più che bene; l'auspicio è che il ragazzo dimostri di
sapersi "gestire" nel migliore dei modi anche fuori dal campo di
gioco e che non si monti la testa per tutti gli elogi che gli stanno
piovendo addosso in questi giorni: Se Evans manterrà la giusta
umiltà e confermerà di possedere una buona etica lavorativa, i Bucs
potrebbero avere davvero pescato un fuoriclasse nell'ultimo draft...
E dopo Evans speriamo che anche gli
altri due rookie da cui ci si aspettano grandi cose (il TE
Seferian-Jenkins e il RB Sims) dimostrino di possedere quelle doti e
quelle qualità che hanno spinto Lovie Smith a sceglierli
rispettivamente al secondo e al terzo giro del draft.
ASJ mi sembra che sino ad ora abbia
mostrato sì di avere talento ma è un talento ancora decisamente
"grezzo", deve migliorare (e tanto) ma penso abbia tutti i numeri
per diventare non dico il prossimo Tony Gonzalez ma comunque un
solido starter per parecchi anni nel suo ruolo, sempre che – vale
lo stesso discorso fatto per Evans – dimostri di avere anche un
testa funzionante, condizione indispensabile per arrivare al vertice
dell'NFL e rimanerci.
Infine, il RB Charles Sims; appena rientrato da
un brutto infortunio Sims ha disputato due partite abbastanza anonime
contro Atlanta e Washington, ma il ragazzo avrà tempo da qui sino a
fine stagione per dimostrare tutto il suo talento, e per conquistarsi
i gradi di RB starter per la stagione 2015.
In effetti con il potenziale offensivo del backfield di Tampa, se l'OL giocasse sempre in modo decente (come domenica), i risultati sarebbero ben diversi.
RispondiEliminaCosa simile si potrebbe dire per la D, se la linea giocasse sempre come domenic, toglierebbe molta pressione dalla secondaria. Comunque domenica vedremo se finalmente quel cambio di passo, più volte auspicato da Lovie, è reale o solo un episodio.
GO BUCS!!!