La giocata decisiva: McCray colpisce Johnson provocando il quarto intercetto del match! |
La partita di ieri, giocata contro un avversario più forte e che poteva schierare i suoi tanti fuoriclasse, vedeva i Bucs sfavoriti sulla carta sin dal kick-off, non solo perché complessivamente di levatura inferiore ma anche in quanto privi di due dei suoi difensori migliori (Goldson e Foster); e quando poi è stato chiaro che Revis, l'anti-Megatron, avrebbe seguito tutto il secondo tempo dalla sideline, in pochi avrebbero scommesso sull'effettiva possibilità di una vittoria corsara da parte di Glennon & co.
E invece... e invece i tempi stanno cambiando, se è vero che una difesa, ed in particolare una secondaria, piena zeppa di rincalzi ha lottato in maniera superba sopperendo con grinta e determinazione all'evidente inferiorità a livello di classe e talento; e se me l'avessero raccontato avrei fatto fatica a credere che i vari Gorrerr, L. Johnson, McCray, Tandy e il rookie Banks (gruppo a cui faceva da "chioccia" il secondo anno Barron....) sarebbero riusciti a prevalere sullo stellare attacco aereo di Detroit (Matthew Stafford, Calvin Johnson, il rientrante Burleson...), chiudendo il match con l'irreale statistica di quattro intercetti e un fumble recuperato.
I Bucs ieri non hanno giocato una partita brillante, hanno faticato in attacco, sprecato tutto lo sprecabile con i calci di Lindell sparacchiati nel modo peggiore possibile, e commesso per l'ennesima volta troppe penalità. Ma sono riusciti a sfruttare al meglio gli errori di una Detroit che mi ha dato l'impressione di giocare con un po' troppa supponenza e dando appena un filo di gas, sicura che prima o poi l'avrebbe portata a casa, tanto si sentiva superiore a un avversario già scarso di suo e in più privo di troppe pedine preziose.
Un mese fa, questa partita sarebbe finita tantissimo a poco per Detroit, anche se i Bucs avessero schierato la squadra al completo. Adesso invece Tampa Bay è una "vera" squadra di football che gioca fino al'ultimo secondo, e se per due mesi i Bucs sapevano solo perdere, adesso non bastano nemmeno - per dire - quei due errori terribili di Lindell, che di fatto hanno tolto dal tabellone sei punti per Tampa Bay, per perdere un match.
Tutto benissimo, allora? Tutti diventati dei fenomeni?
No, anzi, semmai il contrario....
"Too little too late", si dice oltreoceano per segnalare un tentativo di rimonta comunque insufficiente e fuori tempo massimo... e il fatto che adesso i Bucs giochino sul serio a football e abbiano imparato a vincere, altro non fa che accrescere il rimpianto per quello che questa stagione poteva essere e che invece non sarà.
Ad ogni modo, i bilanci teniamoceli per quando questa stagione sarà in archivio, in fondo mancano solo altre cinque partite. Proprio per questo direi che la cosa più saggia da fare ora sia quella di cercare di godersi i restanti cinque match, che saranno comunque utilissimi per meglio definire il valore di alcuni giocatori (su tutti Mike Glennon, in costante ed interessantissima crescita, e Bobby Rainey, ieri tornato sulla terra dopo l'exploit contro Atlanta). Magari, cercando di toglierci qualche altra soddisfazione; personalmente non mi farebbe poi così schifo, per dire, andare a guastare la festa in casa Newton o dispensare qualche bello schiaffone ai fortissimi 49ers oppure espugnare St. Louis, là dove nel 1999 ci venne scippata una finale di conference...
Poi, a fine anno, sarà tempo di bilanci; e sarà interessante vedere se alla famiglia Glazer basteranno alcune vittorie ottenute fuori tempo massimo per cambiare le sorti di un CS, ed in particolare di un HC, che sino a tre settimane fa era lo zimbello dell'intera NFL, ritenuto all'unanimità da stampa, tifosi e addetti ai lavori "inadatto" (nel migliore dei casi...) a ricoprire il ruolo di Capo Allenatore in un team NFL, e che invece adesso, dopo tre vittorie, sembra sia diventato un "guru" della sideline....
The times they are a-changin', cantava Bob Dylan....! ;-)
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