sabato 30 novembre 2013

La metamorfosi di Greg Schiano...



Prendo spunto da un intervento di un tifoso, Luca79, per cercare di fare il punto su coach Greg Schiano, autore in pochi giorni di un'incredibile "metamorfosi" a 360 gradi, che lo ha visto passare in meno di un mese da "dead coach walking" a "guru della sideline"...

Luca79, in un commento ad un post precedente, scrive così:

Ma secondo voi lo Schiano di oggi è lo stesso di due mesi fa?

Anch'io se pensassi a tutto quello che è successo lo caccerei anche se arrivasse alla fine con un record 8-8

Mi sbaglierò, però credo anche il suo approccio sia cambiato. Mi sbaglio?


Credo che sia proprio questa "LA" domanda che molti tifosi dei Bucs si stanno facendo, ossia se i recenti exploit della truppa guidata da Greg Schiano siano solo un fuoco di paglia o se in effetti ci sia qualcosa di concreto alla base di questo trend positivo iniziato in realtà con una sconfitta (a Seattle in overtime, giocandosela però alla pari con una squadra tra le più forti dell’NFL) e proseguito poi con le tre vittorie consecutive.

Non è facile rispondere a questa domanda, anzi, forse non è nemmeno possibile farlo in questo preciso momento e bisognerà aspettare le prossime cinque partite per avere le idee un po' più chiare in proposito e qualche ulteriore elemento a disposizione per cercare di fare una valutazione minimamente sensata.

Tutti possono migliorare, e riuscire a farlo essendo consapevoli di avere commesso tanti errori e cercando di correggerli (ed il buon Schiano ne ha commessi anche troppi, di sbagli…) è sintomo di capacità e intelligenza. Però voglio vedere – dico la prima cosa che mi viene in mente, di certo non la più importante ma forse la più evidente – se alla prima occasione Schiano tenterà nuovamente l'aggressione al QB avversario che si inginocchia per terminare la partita, una giocata un po’ "vigliacca" che contribuì a creare attorno a Schiano (e ai Bucs) un alone negativo, di squadra "sporca" guidata sulla sideline da un "bullo", forse più adatto ad allenare un team di ragazzi al college che una squadra di professionisti nell'NFL.

Quello della carica sul QB kneel magari sarà un esempio banale, ma l'ottusa ostinazione con cui il nostro HC ha continuato a chiamare questo gioco (non solo lo scorso anno ma anche in questa stagione, ad esempio per ben due volte contro Arizona facendo infuriare a ragione Carson Palmer) mi ha sempre fatto cascare le braccia, inducendomi a pensare che certe granitiche certezze non sarebbero mai state scalfite. E di solito, chi si nutre di "granitiche certezze" e non è mai sfiorato dal benché minimo dubbio, ha molto spesso un posto assicurato dalla parte del torto…

Naturalmente non mi dilungo poi sugli altre mille episodi più volte affrontati anche su questo blog, dalla discutibile gestione della free agency alla maniera pessima in cui è stata gestita la "Freeman saga", per non parlare poi di certe scelte tecniche (l'iper-utilizzo di Doug Martin, le chiamate offensive troppo spesso figlie di un playbook conservativo all'eccesso) o del fatto che stando alle dichiarazioni rilasciate "sottobanco" da molti giocatori, Schiano stesse per perdere lo spogliatoio, anche a causa di certi comportamenti esasperati più da "sergente dei marines" che da capo allenatore. Va benissimo la disciplina a maggior ragione considerando che i Bucs venivano dall'"anarchico" triennio di Raheem Morris , ma anche trasformare One Buc Place in Guantanamo non è stata forse la più brillante delle idee possibili…   

Ecco, può anche darsi il caso che otto sconfitte consecutive, l'essere diventato lo zimbello dell'intera NFL oltre che il bersaglio di critiche ferocissime da parte di stampa e tifosi, essere stato ad un soffio dal licenziamento (perché se la striscia perdente fosse continuata credo che alla fine i Glazer lo avrebbero sollevato dall'incarico, magari affidando il team a Wannstedt), ecco, un po' tutti questi elementi forse possono avere indotto Schiano a compiere profonde riflessioni, a capire che occorreva un radicale cambiamento a 360 gradi per cercare di salvare la pelle e conservare il posto di lavoro anche per l'anno prossimo…

Tecnicamente, tanto per fare un esempio, il playbook offensivo dei Bucs è adesso assai diverso da quello di inizio stagione, c'è una varietà di gran lunga maggiore nelle chiamate (anche con un ricorso mai banale ai trick plays), e occorre riconoscere che dal match di Seattle in avanti abbiamo visto in campo un'altra squadra, rispetto a quella timorosa e improduttiva delle prime sette partite, che sembrava giocare quasi con il freno a mano tirato. 

Poi, c'è un altro punto in favore di Greg Schiano: e cioè che il gioco è migliorato e sono arrivate le prime vittorie quando sono usciti di scena a causa di infortuni giocatori importantissimi, del calibro di Mike Williams e Doug Martin; senza contare che in pratica giochiamo senza il kicker (il Lindell di oggi è del tutto inaffidabile) e non abbiamo mai potuto schierare Carl Nicks, colui che doveva essere uno dei perni della OL. 

Insomma, migliorare il rendimento del team e riuscire ad arpionare qualche "W" quando in campo scendono le seconde e le terze linee (vedi il "miracolo" compiuto dalla secondaria nel match di Detroit, priva dei suoi uomini migliori – Goldson e Revis – ma capace di realizzare  una prestazione perfetta), è sintomo che il CS sta facendo bene il suo lavoro, e che la squadra lo segue. Perché altrimenti, a Detroit, i Bucs avrebbero fatto la stessa misera figura che i Packers hanno rimediato quattro giorni dopo, e anziché espugnare - con pieno merito - un campo difficile come il Ford Field saremmo tornati in Florida con tanti punti (a pochi) sul groppone...

Infine, Mike Glennon. E qui la faccenda si fa ancora più interessante, perché non ci dimentichiamo che nessuno (ripeto: nessuno) dei presunti "esperti" di draft riteneva che questo giocatore potesse ritagliarsi un ruolo da protagonista in NFL, a maggior ragione nel suo anno da rookie, per di più buttato nella mischia in un momento in cui a Tampa regnava il caos più assoluto. Il prodotto da NC State ha appena incamerato il riconoscimento di "offensvie rookie of the month" e nel mese di novembre le sue statistiche sono davvero superbe, oltre a avere condotto la squadra a tre W e ad una sola L (in overtime). Chiaramente è troppo presto per dare giudizi su Glennon, che da qui in avanti dovrà confermare le belle cose mostrate finora e migliorare sotto tanti punti di vista, certo che se Schiano ci avesse visto giusto sul  "pennellone" da NC State, beh… premesso che la gestione pessima di Freeman (che come ho ripetuto più volte Schiano era liberissimo di scambiare sul mercato, ma doveva farlo a febbraio, non a ottobre!) rimarrebbe comunque come una "macchia" nel curriculum dell'ex HC di Rutgers, ma se Glennon si confermasse da qui a fine stagione sui livelli dell'ultimo mese, credo che questo sarebbe un ulteriore punto a favore di Schiano per la sua eventuale conferma, poiché davvero era l'unico ad avere intravisto in questo giocatore un potenziale da vero “franchise QB”.

Ripeto, io direi di aspettare e di vedere come andrà a finire questa stagione, prima di celebrare la conversione di Schiano da "fesso patentato" a "novello guru della sideline"… certo, non si può far finta di non vedere come i Bucs – ad esempio –  domenica scorsa abbiano espugnato quella Detroit che, quattro giorni dopo, ha spazzato via i Packers o come la squadra sia uscita a testa alta e piegata solo in overtime da un campo proibitivo come quello di Seattle. E poi, una volta i Bucs hanno vinto perché gli avversari avevano problemi interni (Miami), un’altra perché erano in crisi profonda (Atlanta), la terza perché ci avevano sottovalutato (Detroit)… e se invece i Bucs stessero crescendo e diventando (con imperdonabile ritardo, certo) una "vera" squadra, tosta e con gli attributi? 

Panthers, Bills, 49ers, Rams e Saints: le prossime cinque partite ci diranno senz'altro qualcosa di più sulla nostra squadra e su chi la guida dalla sideline, e se questo brillante mese di novembre sia stato solo un'illusione o l'inizio di qualcosa di concreto e duraturo, in ottica 2014 ….. e soprattutto ci offriranno ulteriori elementi, necessari per cercare di capire se – dopo quelle di Ovidio e Kafka – si potrà includere anche Greg Schiano tra gli autori di celeberrime "metamorfosi" passate alla storia…! ;-)

venerdì 29 novembre 2013

E' ancora incerta la presenza di Revis a Charlotte

Il CB Darrelle Revis
Non è affatto sicura la presenza di Darrelle Revis domenica prossima a Charlotte, nel (quasi) proibitivo match che vedrà i Bucs opposti alla squadra forse più in forma dell'intera NFL, quei Carolina Panthers reduci da ben sette vittorie consecutive.

Revis, che a causa di un problema all'inguine ha assistito dalla sideline all'intero secondo tempo della partita vinta da Tampa Bay a Detroit, nei giorni scorsi ha saltato tutti gli allenamenti, e solo oggi si è ripresentato sul terreno di gioco. Tutte da verificare sono però le sue condizioni, e probabilmente il nodo della sua presenza verrà sciolto solo domenica, nell'imminenza del kickoff.

Chiaramente la presenza di Revis sarebbe preziosissima, poiché difficilmente i rincalzi della secondaria dei Bucs potranno ripetere i "miracoli" del match di Detroit, e la presenza dell'ex CB dei NY Jets sarebbe di fondamentale importanza per arginare il gioco aereo dei Panthers, che vede il veterano Steve Smith nei panni del pericolo pubblico numero uno, ma senza dimenticare il TE Olsen e gli altri due WR LaFell e Ginn.

Ad ogni modo, per cercare di tornare in Florida con la quarta W di fila sarà comunque necessario - Revis o non Revis - cercare di limitare Cam Newton. Bisognerà fare in modo di non concedere a "Mr. Simpatia" tutte quelle yards guadagnate su corsa, con scramble spesso improvvisati che si rivelano micidiali e decisivi per scardinare le difese avversarie. Così come, nei giochi di passaggio, sarà cruciale che la nostra D-line sia aggressiva e in grado di mettergli le mani addosso e, magari, fargli assaggiare il terreno con qualche bel placcaggio...

Delle cinque rimanenti partite, proprio la trasferta di Charlotte (insieme a quella casalinga con San Francisco) mi sembra la più difficile da vincere. Per il resto, il match interno con Buffalo pare alla portata di questi, recenti , Bucs, così come la squadra dovrebbe essere in grado di giocarsela sia a St. Louis, contro un team comunque in crescita, che a New Orleans, dove probabilmente i Bucs affronteranno i rincalzi dei Saints che nell'ultimo match di regular season risparmieranno i titolari in vista degli imminenti play-off.

Dunque un record finale intorno alle 5 o addirittura 6 W non è affatto da escludere, e probabilmente sarà sufficiente a Greg Schiano per salvare la pellaccia e ritornare sulla sideline dei Bucs anche nel 2014. Uno scenario davvero impronosticabile, che nessuno avrebbe mai potuto immaginare solamente un mese fa, quando l'HC dei Bucs era ritenuto una sciagura peggiore della MRSA e "Fire Schiano" era ormai diventato un vero e proprio "mantra" tra i tifosi (tutti, nessuno escluso) in Red and Pewter...! 

mercoledì 27 novembre 2013

L'NFL premia Glennon e David: è il momento dei Bucs

Mike Glennon e Lavonte David
Periodo ricco di gratificazioni in casa Buccaneers, dopo l'exploit delle tre vittorie consecutive culminate con il blitz corsaro in quel di Detroit: il QB Mike Glennon è stato nominato offensive rookie of the month mentre il LB Lavonte David ha ottenuto il riconoscimento di defensive player of the week.

Premi importanti, a testimonianza di come in brevissimo tempo sia cambiata l'aria dalle parti di Tampa Bay: e sono bastate "solo" tre vittorie - il che sembra davvero incredibile, dopo tutto quello che era successo! - per cambiare radicalmente la percezione della squadra (e soprattutto del suo allenatore) presso l'opinione pubblica.

E adesso anche l'NFL si è per cosi dire "accorta" dei Bucs, elargendo importanti riconoscimenti a due dei protagonisti della (ahimè tardiva) rimonta di Tampa Bay.

Mike Glennon è dunque l'offensive rookie del mese, ed in  effetti non solo il ragazzo ha portato a casa tre vittorie (a novembre l'unica sconfitta è arrivata in OT, nel match perso per un soffio in casa dei Seahawks) ma anche i numeri parlano in suo favore: il QB di Tampa Bay ha ottenuto - veterani compresi - il terzo più alto "rating" tra tutti i pari ruolo registrando a novembre un ottimo 119.7, primeggiando nelle yards per passaggio (8,92) e piazzandosi al secondo posto in quanto a miglior percentuale di passaggi completati, lanciando ben 7 TD pass ed un solo intercetto... difficile in effetti fare meglio di così, e non solo per un rookie. Il tutto, considerando che il ragazzo era stato draftato solamente al terzo giro, e che ben poche erano le aspettative nei suoi confronti. La cosa più interessante credo sia comunque la costante crescita di Glennon, che partita dopo partita sta tenendo i campo con sempre maggiore fiducia, riducendo al minimo gli errori e dimostrando, alla faccia di chi lo aveva "bocciato" dopo neanche due partite, di avere le potenzialità per diventare un giocatore importante, non solo "uno dei tanti". O almeno, questo è quello che tutti noi gli auguriamo, al simpatico "Pennellone"... come si può non fare il tifo, per uno che ha una faccia "buffa" come la sua?! ;-)

Lavonte David è stato invece premiato come difensore della settimana; sì, a Detroit Lavonte ha giocato un ottimo match (12 tackles, 1 intercetto, 1 fumble provocato), ma in realtà questo giocatore è un fuoriclasse assoluto che gioca benissimo ogni partita, e che ha tutte le carte in regola per costruirsi una carriera da protagonista. Al suo approdo in NFL c'era chi sosteneva che fosse "undersized" per giocare tra i PRO ad altissimo livello, guarda caso più o meno gli stessi appunti che venivano rivolti, quasi vent'anni fa, a un certo Derrick Brooks... una sola cosa, in questi quasi due anni, credo si possa rimproverare al LB #54: quel momento di annebbiamento che è costata  la sconfitta nell'opener di quest'anno, con quel fallo stupido quanto evitabile ai danni di Geno Smith. Ma a fronte di un episodio negativo si potrebbero citare le mille giocate da campione messe a segno da questo ragazzo, abilissimo nel fermare il gioco di corsa quanto capace di andare a stendere il QB avversario o - come è accaduto a Detroit - di intercettarlo. Lavonte David, uno da "blindare" al più presto con una ricca e lunga estensione contrattuale, guai a perderlo un giocatore così!

Infine, da segnalare un movimento nel roster dei Bucs: al posto dell'infortunato TE Tom Crabtree, è stato firmato il pari ruolo Kyle Adams. 25 anni, approdato ai Bears come undrafted rookie nel 2011, Adams ha giocato 24 partite con la maglia di Chicago, prima di essere rilasciato all'inizio di questa stagione. Bloccatore, uomo da special team,  si spera che Adams possa comunque fornire un qualche utile contributo alla causa, aiutando il rookie Tim Wright ormai divenuto starter indiscusso anche perché, fino all'arrivo di Adams, unico TE sopravvissuto nel roster! 

martedì 26 novembre 2013

Sbancare Charlotte: missione impossibile?

Mike Glennon e Bobby Rainey
Credo che il match che attende i Bucs domenica prossima, la quasi proibitiva trasferta in quel di Charlotte contro quella che è forse la squadra al momento più in forma dell'intera NFL, offra parecchi motivi di interesse, sebbene da un punto di vista strettamente legato alla "classifica" il match in questione sia importante soprattutto per Carolina, ancora in piena corsa per la postseason.

Per Tampa Bay (come è stato evidente ormai sin da inizio ottobre...) l'appuntamento con i playoff è rimandato al futuro (si spera prossimo), ma le cinque rimanenti partite di questa stagione 2013 meritano comunque a mio avviso di essere seguite con estrema attenzione, e non solo perché dopo questi cinque match ci attendono i lunghissimi (e noiosissimi) mesi di offseason.

In primo luogo, sarà interessante vedere se questi "rabberciati" Bucs, che ormai inseriscono in IR un giocatore importante dopo ogni partita, saranno in grado di tenere il campo alla pari con i lanciatissimi Panthers, pur schierando tantissimi rookie (da Glennon a Wright, al quasi rookie Rainey) e ancor più rincalzi e seconde linee (a maggior ragione se anche Revis sarà costretto a dare forfait).

Le tre vittorie arrivate nelle ultime settimane sono state ottenute – sostengono in molti – o contro team alle prese con gravi problemi interni (Miami), o letteralmente allo sbando (Atlanta) o che hanno affrontato sottogamba il match con i Bucs sicuri di far valere, in un modo o nell'altro, il proprio maggior tasso tecnico (Detroit). Adesso, e su questo sono d'accordo un po' tutti quanti, arriva il match "impossibile": i Panthers non solo sono – come detto – un team in forma smagliante, ma di sicuro non sottovaluteranno i Bucs, tradizionali rivali di division tra i quali non si fanno mai "sconti".

Innanzi tutto, sarà da seguire, in un simile contesto, il giocatore dei Bucs su cui vertono le maggiori attenzioni, e cioè il QB rookie Mike Glennon. Spulciando i vari blog e forum che, in particolare oltreoceano, seguono i Bucs da vicino se ne leggono davvero di tutti i colori a proposito di questo giocatore.

C'è chi ha già bocciato Glennon, ad esempio, per i finali di partita disputati "in calando"; il che mi sembra a dir poco ingeneroso visto che parliamo di un rookie che, è vero, ha giocato male i minuti finali delle sue primissime partite, quelle in cui era stato gettato nella mischia dopo tutto il caos generato dalla "Freeman saga" ed in cui sarebbe stato impossibile combinare qualcosa di meglio di quanto fatto dal rookie da NC State. Ma come ho già avuto modo di scrivere in altre occasioni, abbiamo aspettato (invano) quasi cinque anni Josh Freeman e, in passato, sei anni Vinny Testaverde (con il medesimo esito): possibile che non si possa aspettare almeno la conclusione del suo campionato da rookie per dare un giudizio sereno e senza pregiudizi a proposito del QB #8?

Così come è poco saggio, al contrario, illudersi di avere già trovato il nuovo franchise QB: sia chiaro, sono il primo a sostenere che si debba dare fiducia a Glenonn e le ultime prestazioni sono senz'altro incoraggianti, così come mi fa piacere che il ragazzo sia stato il primo QB ad avere messo a segno un TD pass nelle sue prime otto partite tra i PRO. Ma da qui a considerarlo il titolare indiscusso per i prossimi dieci ani mi pare un po' avventato, aspettiamo almeno le prossime cinque partite e vediamo se il ragazzo mostrerà ulteriori progressi prima di ritenere di avere pescato il "jolly" all'ultimo draft, dove nessuno tra gli addetti ai lavori (ma proprio nessuno, Schiano a parte) aveva previsto un futuro da sicuro protagonista per questo "lungagnone"... chissà che almeno questa non l'abbia azzeccata, l'ex HC di Rutgers...  

Poi, c'è la questione Bobby Rainey: capisco che in tempi come questi sia di moda "tranciare" giudizi assoluti dopo nemmeno un paio di partite, però anche in questo caso direi di aspettare ancora un po' prima di ritenere che il "vero" Rainey sia il giocatore "spaziale" ammirato contro Atlanta o quello "impalpabile" che contro i Lions non è riuscito mai a realizzare un guadagno consistente.

Glennon e Rainey saranno dunque due sorvegliati speciali nel match di Carolina, soprattutto in prospettiva futura per cercare di capire cioè se questi due giocatori possano dare un contributo importante anche in ottica 2014, quando i Bucs – si spera – lotteranno finalmente per i playoff e non per evitare l'ultimo posto nella division...

In prospettiva più immediata, ritengo invece che per sbancare Carolina dovrà essere la difesa a compiere l'impresa. Per vincere, bisognerà limitare Cam Newton e dunque D-line e defensive back saranno chiamati a replicare (soprattutto i DB) l'eccellente prestazione di domenica scorsa. Piccola postilla: non credo sia un caso che gli intercetti di Stafford siano arrivati per lo più in quei rari casi in cui McCoy e soci hanno costretto il QB di Detroit a liberarsi del pallone con una certa fretta. Sarà la scoperta dell'acqua calda, ma riuscire a limitare il QB avversario mettendolo sotto pressione e obbligandolo a lanciare senza troppi secondi a disposizione fa tutta la differenza, quasi sempre, tra una W e una L...

Per chiudere, vista la "simpatia" (ehm...) che sprigiona Cam Newton, credo che anche i "gufi" più accaniti tra i tifosi dei Bucs, quelli che pur di non vedere più Schiano sulla nostra sideline e per scegliere con la first pick overall al prossimo draft avrebbero preferito chiudere la stagione con un record di 0-16, domenica prossima non sarebbero poi così dispiaciuti se a Tampa Bay riuscisse la "mission impossible" di espugnare Charlotte, considerata appunto la "simpatia" (ehm...) del QB di Carolina, in grado di raggiungere livelli quasi ineguagliabili...! ;-)

Stagione terminata per il TE Tom Crabtree

Stagione finita per il TE Tom Crabtree, inserito in IR per un infortunio muscolare

E' terminata sul campo dei Lions la stagione 2013 per il TE dei Bucs Tom Crabtree. Un problema muscolare al bicipite costringe Tampa Bay ad inserire il giocatore in IR e dunque da oggi c'è un uomo in meno in un reparto, quello dei TE, oramai davvero ridotto all'osso dato che in pratica è costituito da un solo "superstite": Tim Wright.

E, per fortuna, Wright si sta rivelando una delle poche piacevoli sorprese di questi Bucs edizione 2013; arrivato a Tampa come undrafted rookie direttamente da Rutgers (ma guarda ...) e "convertito" in TE dopo una carriera da WR al college, il ragazzo ha però dimostrato di non essere un "raccomandato" e di meritare il posto in squadra non per la provenienza ma per l'abilità dimostrata sul terreno di gioco.

Anche nel recente match di Detroit, Tim Wright si è rivelato il bersaglio preferito da parte di Mike Glennon, che gli ha recapitato ben 8 palloni per complessive 75 yards. A questo punto speriamo che la salute assista il rookie da Rutgers sino al termine del campionato, dato che oramai, come detto, di altri TE a roster non c'è più neanche l'ombra...

Tornando a Crabtree, bisogna dire che la sua prima stagione a Tampa non è stata affatto positiva, soprattutto a causa di pesanti problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento sin dalla preseason. Infortunatosi seriamente a un caviglia nel mese di agosto, si temeva che questo problema potesse addirittura fargli saltare l'intera stagione. Una volta rientrato in squadra Crabtree non è però mai stato coinvolto pienamente, limitandosi - di fatto - a recitare il ruolo di "spalla" a colui che sul campo si era guadagnato i galloni da titolare, il citato Tim Wright.

Per quel che riguarda l'altro infortunato illustre di domenica scorsa, ossia Darrelle Revis, Schiano è stato piuttosto evasivo nel corso della conferenza stampa di ieri. Il problema inguinale che ha fatto saltare a Revis l'intero secondo tempo del match di Detroit dovrà essere valutato con attenzione nei prossimi giorni dallo staff medico, ed il suo impiego a Charlotte è tutt'altro che sicuro. Si spera invece di recuperare il LB Mason Foster, che dopo una settimana di stop precauzionale per i postumi di una "concussion" dovrebbe essere in grado di riprendere il suo posto nel cuore della difesa. Infine, contro i Panthers sarà nuovamente disponibie anche la safety Dashon Goldson, dopo la sospensione per una partita inflittagli dalla NFL.

lunedì 25 novembre 2013

I rincalzi dei Bucs, inattesi protagonisti della W di ieri

La giocata decisiva: McCray colpisce Johnson provocando il quarto intercetto del match!

La partita di ieri, giocata contro un avversario più forte e che poteva schierare i suoi tanti fuoriclasse, vedeva i Bucs sfavoriti sulla carta sin dal kick-off, non solo perché complessivamente di levatura inferiore ma anche in quanto privi di due dei suoi difensori migliori (Goldson e Foster); e quando poi è stato chiaro che Revis, l'anti-Megatron, avrebbe seguito tutto il secondo tempo dalla sideline, in pochi avrebbero scommesso sull'effettiva possibilità di una vittoria corsara da parte di Glennon & co.

E invece... e invece i tempi stanno cambiando, se è vero che una difesa, ed in particolare una secondaria, piena zeppa di rincalzi ha lottato in maniera superba sopperendo con grinta e determinazione all'evidente inferiorità a livello di classe e talento; e se me l'avessero raccontato avrei fatto fatica a credere che i vari Gorrerr, L. Johnson, McCray, Tandy e il rookie Banks (gruppo a cui faceva da "chioccia" il secondo anno Barron....) sarebbero riusciti a prevalere sullo stellare attacco aereo di Detroit (Matthew Stafford, Calvin Johnson, il rientrante Burleson...), chiudendo il match con l'irreale statistica di quattro intercetti e un fumble recuperato.

I Bucs ieri non hanno giocato una partita brillante, hanno faticato in attacco, sprecato tutto lo sprecabile con i calci di Lindell sparacchiati nel modo peggiore possibile, e commesso per l'ennesima volta troppe penalità. Ma sono riusciti a sfruttare al meglio gli errori di una Detroit che mi ha dato l'impressione di giocare con un po' troppa supponenza e dando appena un filo di gas, sicura che prima o poi l'avrebbe portata a casa, tanto si sentiva superiore a un avversario già scarso di suo e in più privo di troppe pedine preziose.

Un mese fa, questa partita sarebbe finita tantissimo a poco per Detroit, anche se i Bucs avessero schierato la squadra al completo. Adesso invece Tampa Bay è una "vera" squadra di football che gioca fino al'ultimo secondo, e se per due mesi i Bucs sapevano solo perdere, adesso non bastano nemmeno - per dire - quei due errori terribili di Lindell, che di fatto hanno tolto dal tabellone sei punti per Tampa Bay, per perdere un match.

Tutto benissimo, allora? Tutti diventati dei fenomeni?

No, anzi, semmai il contrario....

"Too little too late", si dice oltreoceano per segnalare un tentativo di rimonta comunque insufficiente e fuori tempo massimo... e il fatto che adesso i Bucs giochino sul serio a football e abbiano imparato a vincere, altro non fa che accrescere il rimpianto per quello che questa stagione poteva essere e che invece non sarà.

Ad ogni modo, i bilanci teniamoceli per quando questa stagione sarà in archivio, in fondo mancano solo altre cinque partite. Proprio per questo direi che la cosa più saggia da fare ora sia quella di cercare di godersi i restanti cinque match, che saranno comunque utilissimi per meglio definire il valore di alcuni giocatori (su tutti Mike Glennon, in costante ed interessantissima crescita, e Bobby Rainey, ieri tornato sulla terra dopo l'exploit contro Atlanta). Magari, cercando di toglierci qualche altra soddisfazione; personalmente non mi farebbe poi così schifo, per dire, andare a guastare la festa in casa Newton o dispensare qualche bello schiaffone ai fortissimi 49ers oppure espugnare St. Louis, là dove nel 1999 ci venne scippata una finale di conference...

Poi, a fine anno, sarà tempo di bilanci; e sarà interessante vedere se alla famiglia Glazer basteranno alcune vittorie ottenute fuori tempo massimo per cambiare le sorti di un CS, ed in particolare di un HC, che sino a tre settimane fa era lo zimbello dell'intera NFL, ritenuto all'unanimità da stampa, tifosi e addetti ai lavori "inadatto" (nel migliore dei casi...) a ricoprire il ruolo di Capo Allenatore in un team NFL, e che invece adesso, dopo tre vittorie, sembra  sia diventato un "guru" della sideline....

The times they are a-changin', cantava Bob Dylan....! ;-)

domenica 24 novembre 2013

Terza vittoria consecutiva, espugnata anche Detroit!

Tiquan Underwood, 2 TD per lui!
Bucs win... again! Terza vittoria consecutiva, arrivata al termine di una partita ricchissima di emozioni ed in cui è successo, praticamente, di tutto...

Bucs opportunisti, Detroit sprecona e forse anche un po' troppo sicura di vincere e, alla fine, giustamente punita.

Quattro intercetti lanciati da Stafford, un punt bloccato, un fumble recuperato... partita assolutamente incredibile da parte di difesa e special team, e  nonostante i sanguinosi errori di Lindell (tagliarlo subito, il kicker... ma non domani, adesso!) che nel finale di match ha mancato due FG su due, e un attacco stasera non particolarmente produttivo (a parte la magica giocata da 85 yards con TD di Underwood), alla fine è arrivata la W numero tre per i ragazzi in red and pewter.

Analizziamo brevemente alcuni aspetti interessanti di questa partita, su cui torneremo più a lungo nei prossimi giorni. In primo luogo, molto bene la difesa, che nonostante l'assenza per infortunio di Revis per tutto il secondo tempo (oltre a quella del LB Foster) non si è fatta travolgere dal (potenzialmente) devastante attacco dei Lions, ha tutto sommato contenuto lo spauracchio Calvin Johnson (che nel finale ha commesso l'errore decisivo non trattenendo il lancio di Stafford), ha resistito lottando "col coltello tra i denti" al tentativo di rimonta orchestrato dai Lions, e comunque, quando una difesa intercetta quattro volte il QB avversario, recupera un fumble, e gioca con cuore, attributi e grinta, beh, allora molto spesso - ed è quello che avvenuto stasera - si ritorna a casa con una gustosissima W...

E Mike Glennon? Credo che tutti i tifosi dei Bucs abbiano osservato con estrema attenzione il QB #8, atteso non dico al match della verità ma comunque a un esame importante dopo le partite contro squadre modeste come Miami e Atlanta. A mio avviso il ragazzo ha giocato un match solido, pulito e senza gravi errori, e questo rookie mi sembra già un veterano, altro che un esordiente scelto al terzo giro. E, cosa più importante di tutte, nel secondo tempo non si sono ripetuti i vistosissimi cali di rendimento di precedenti partite. Con i Bucs sotto nel punteggio, Mike a inizio dell'ultimo e decisivo quarto ha estratto dal cilindro un gioiellino di questo tipo: bomba di 85 yards e secondo TD di giornata per Tiquan Underwood. Abbiamo di visto di peggio, direi, anche da QB più quotati (e forse "esteticamente" più belli da vedere...) di Mike Glennon il quale, ripeto, mi pare sempre più solido ed in costante crescita partita dopo partita.

Se il nostro caro "Pennellone" prosegue di questo passo, e sia chiaro che deve ancor crescere e molto (ad esempio, nel finale Glennon ha preso un sack davvero stupido anziché liberarsi del pallone, e costringendo Lindell a calciare il FG da 10 yards più indietro), non è da escludere che al prossimo draft si possa pensare a rinforzare un altro ruolo, con la first round pick, che non quello del QB.

Non ha invece funzionato per nulla il gioco su corsa. Detroit ha difeso benissimo sui tentativi di Rainey, limitato a sole 35 yards in 18 tentativi. In quanto ai ricevitori, Vincent Jackson è tornato a recitare il ruolo del "desaparecido", mentre va menzionata l'eccellente prestazione del TE Tim Wright, che ha chiuso il match con 8 ricezioni per 75 yards, rivelandosi stasera il bersaglio più cercato da Mike Glennon. E poi, c'è "belli capelli" Underwood, che avrà anche ricevuto pochi palloni (3), ma due dei quali in endzone (uno per 85 yards!) , il che mi sembra possa bastare per definire eccellente la sua prestazione.

E così i Bucs tornano in Florida con la terza vittoria consecutiva.... beh, non me ne vogliano i "gufi" che tifano contro, ma io me la godo proprio tutta questa vittoria, arrivata in maniera così particolare e proprio per questo ancora più "gustosa", in una partita in cui a una palla recuperata seguiva un'occasione sprecata da parte della nostra squadra, e se non fosse stato per i sanguinosi errori del kicker avremmo potuto archiviare il match ben prima dell'ultimo minuto.

Three in a row, dunque... e domenica prossima si va a Charlotte, a casa di quel "simpaticissimo" giocatore che è Cam Newton. Beh, a me non dispiacerebbe proprio per niente dargli una bella lezioncina e fargli abbassare un po' la cresta, al fenomeno dei Panthers... e poi - perlomeno alle mie orecchie - "four in a row" suonerebbe davvero benissimo, non trovate...?! ;-)
GO BUCS!!!

La bella favola di Bobby Rainey

Il RB Bobby Rainey
Bobby Rainey, disoccupato fino a pochi giorni fa e nominato la scorsa settimana "NFC offensive player of the week" dopo la splendida prestazione contro gli Atlanta Falcons (163 yards in 30 portate e  2 TD, oltre a 2 ricezioni per 4 yards e un altro TD) rappresenta alla perfezione il classico "american dream", la favola  a lieto fine (almeno per ora!) il cui protagonista grazie a lavoro, determinazione e tenacia riesce a coronare i suoi sogni...

Originario di Griffin (Georgia, a pochi minuti di macchina proprio da Atlanta), Rainey frequentò il college a Western Kentucky, e non erano pochi i dubbi circa questo giocatore ritenuto un po' troppo "sotto taglia" per poter combinare qualcosa di importante correndo con un pallone da football in mano...

Dal Tampa Bay Times, ecco le parole di Stu Holt, il coach dei running back ai tempi in cui Rainey frequentò Western Kentuky:
"I'd never seen a high school back break tackles like he did," said Stu Holt, his former running backs coach at Western Kentucky "Everybody knew he was getting the ball, and they couldn't stop him."

Nonostante le importanti cifre fatte registrare al college soprattutto negli ultimi due anni (1.649 e 15 TD nel 2010 seguiti da 1.695 yards e 13 TD nel 2011), Rainey non attirò l'attenzione di nessun team NFL, e risultò "undrafted" prima di essere firmato dai Baltimore Ravens. La sua stagione da rookie terminò in Injured Reserve, mentre i suoi compagni vincevano, un po' a sorpresa, il Super Bowl.

Rilasciato dai Ravens al termine dello scorso training camp, Rainey firmò con i Cleveland Browns che lo rilasciarono dopo la week n.7. Il resto, è storia dei nostri giorni, con i Bucs che pensarono proprio a questo giocatore per rimpolpare il reparto dei RB, dopo gli infortuni di Martin e Demps; poi, anche l'altro RB "superstite" Mike James sarebbe finito di lì a poco in IR, consegnando a Rainey la "grande occasione", sfruttata sin qui nel migliore dei modi visto che il prodotto di Western Kentucky è stato l'uomo decisivo per le prime due vittorie dei Bucs in questa a dir poco problematica stagione 2013, con le sue trascinanti prestazioni contro Miami e Atlanta.

In un certo senso la parte difficile viene adesso, visto che Rainey non potrà più contare sull'effetto sorpresa e tutte le difese NFL lo attenderanno al varco, consapevoli che questo ragazzo può diventare un'arma letale, considerata la sua abilità nel rompere i placcaggi e nel guadagnare yards su yards anche dopo il primo colpo subìto.

E l'anno prossimo cosa succederà?

Intanto, c'è da dire che i Bucs non rischiano di perdere Rainey, visto che Tampa Bay detiene su di lui i "diritti esclusivi" per il 2014; ciò significa che al termine del campionato Rainey sarà "obbligato" a firmare per Tampa Bay, a meno che non voglia stare fermo un anno (avendo solo due anni di esperienza in NFL, Rainey non potrà infatti negoziare con altre squadre, alla fine di questa stagione).

Poi, naturalmente, bisognerà valutare le condizioni dei RB infortunati che rientreranno dai rispettivi problemi fisici. Ecco, credo che potendo contare, all'avvio del prossimo trainng camp, su una batteria di RB composta da Doug Martin, Bobby Rainey, Mike James e Jeff Demps, almeno di una cosa possiamo essere abbastanza sicuri: non ci sarà bisogno di utilizzare alcuna scelta del prossimo draft per questo reparto, forse l'unico in cui rischia di esserci addirittura troppa profondità sempre ammesso che tutti quanti i RB siano "abili e arruolabili", e cioè recuperati al 100% dai rispettivi - non lievissimi - infortuni che ne hanno chiuso in anticipo l'attuale stagione.

sabato 23 novembre 2013

Parola a un tifoso: l'opinione di 'Freeman 80'

Josh Freeman e Mike Glennon
Questa volta, se non siete d'accordo con quello che leggete, non prendetevela con il sottoscritto...! ;-)
Scherzi a parte, ho deciso di dare spazio a un tifoso, 'Freeman 80', che nei giorni scorsi aveva postato un interessante e articolato commento in risposta a un mio "pezzo" sulle recenti vittorie dei Bucs e sulla possibilità (per quanto molto remota) che Greg Schiano possa essere confermato sulla sideline dei Bucs per la prossima stagione.

'Freeman 80', rispondendo a un altro tifoso ('Buccaneer')  preoccupato dalle nefaste conseguenze di una eventuale conferma di Schiano per il 2014, ha esposto il suo punto di vista, che riporto integralmente nelle righe seguenti; e proprio per evitare che questo contributo andasse "perso" tra i commenti di un articolo ormai finito in seconda pagina, ho deciso di dargli autonomo spazio. Ciò non vuol dire che io sia d'accordo con tutto quanto da lui sostenuto, e anzi su alcuni punti la vedo in maniera abbastanza diversa, ma mi sembrava il caso di dare spazio, una volta tanto, a una voce differente dalla mia.

Più sono le opinioni, a maggior ragione se esposte in maniera appropriata, e meglio è. Per cui, parola a 'Freeman 80'.

"Non solo sono d'accordo con Buccaneer ma non possiamo nemmeno dimenticare la squallida quanto imbarazzante gestione del "caso Freeman". E non parlo per il rammarico di aver perso Freeman (che cmq allo stato attuale continuo a preferire a Glennon cui manca la capacità di condurre drive vincenti quando la palla pesa davvero, cioè nel finale di partite, e non è poco), quanto al fatto di averlo perso in cambio del nulla. Invece delle false dichiarazioni al miele, da marzo a luglio si doveva traddarlo in cambio di una pick. Considerando anche che ad aprile ne avremo solo 5. Poi in quella maniera, cercando di demolire l'immagine del ragazzo, facendolo passare per un piantagrane ed un drogato. Domani potrebbe puntare David, se per un motivo o per un altro non rientrasse più nei suoi canoni. O Mc Coy o Martin. E abbiamo visto cosa succede.

Io ho la memoria lunga ma in questo caso non serve neanche andare tanto indietro. Tolti i Falcons (in condizioni terribili) e i Dolphins (altra squadra in un momento particolare e cmq vinta con una botta abbastanza di c**o con una corsa abbastanza casuale di Rainey che rompe 2 placcaggi) non si sono portate a casa partite dove a fare la differenza doveva essere il CS. Seattle, Arizona, Philadelphia, NY e New Orleans. Tutte partite dove avevi il vantaggio da amministrare e dove dovevi tirare fuori dai tuoi il killer instinct. Invece ci siamo sgretolati davanti a qualche aggiustamento fatto dall'altra parte. Non bastano 2 vittorie (tra l'altro prevedibilissime contro team in difficoltà) per far passare Schiano per un buon Coach.

Andiamo avanti? andiamo avanti. Guardiamo agli errori, alle penalità, ai passaggi droppati. Tutti segnali di una squadra male allenata. Di una squadra che, appena la partita si sposta dai binari studiati e previsti, non sa più che pesci prendere, che cade nel nervosismo e che non ha una guida che riconduca sulla strada giusta per vincere la partita.

Onestamente, una squadra con tanto talento come la nostra ora doveva stare 8-2 o 7-3, non il contrario. Quante squadre possono dire di avere una difesa con gente di talento anche solo simile a McCoy, Clayborn, Revis, David, Foster, Barron e Goldson? Tutti insieme nella stessa difesa. E un attacco con VJ, Martin, Penn, Jospeh e Mike Williams?

Con una squadra così, un coach anche solo decente farebbe una stagione almeno da 8-8. Uno forte ti arriva quanto meno ai PO. Solo un totale incompetente ti può portare a 0-8".

Freeman 80

Campioni contro: Darrelle Revis vs Calvin Johnson

Darrelle Revis, qui con cappellino "throwback"
Il match di domenica, Detroit Lions vs Tampa Bay Buccaneers, sarà anche - sfida nella sfida - Darrelle Revis contro Calvin Johnson.

Il WR di Detroit è non solo (di gran lunga) il miglior WR dell'NFL attuale, ma ha qualità tecniche tali da non farlo sfigurare nemmeno se paragonato ai grandissimi "all-time" nel ruolo specifico, da Jerry Rice in giù.

Darrelle Revis, da parte sua, sta migliorando partita dopo partita, dopo un inizio di campionato non all'altezza della sua fama, anche e soprattutto a causa del grave infortunio al ginocchio che lo aveva tenuto fuori dai campi di football per tutto il 2012 e ne aveva limitato il rendimento nelle prime partite del 2013.

Considerata inoltre l'assenza (grave) della safety Dashon Goldson, e le precarie condizioni fisiche dell'altro CB Johnthan Banks, è evidente che se i Bucs vorranno tornare in Florida con la terza "W" consecutiva avranno bisogno domenica di una prestazione a livelli altissimi da parte del CB #24. 

Revis dovrà cercare di limitare Calvin Johnson (fermarlo è impossibile), prevenendo soprattutto big plays e quelle giocate "Stafford to Johnson" in grado di spaccare in due la partita. Oltre a Revis, sarà decisiva la pressione che la D-Line dei Bucs riuscirà a mettere addosso al QB di Detroit. Concedere a Stafford il tempo necessario per selezionare il WR meglio piazzato, equivarrebbe a sconfitta certa per McCoy e soci.

Nell'ultimo "faccia a faccia", un Jets-Lions del 2010, Revis costrinse Johnson a una sola ricezione per 12 yards. Cifre quasi irreali, che difficilmente potranno ripetersi. Vedremo anche domenica Revis in costante coperura a uomo su CJ? Così l'HC dei Bucs, Greg Schiano:
“What we’ve done is we’ve put together a plan of how we’re going to attempt to cover Calvin, and of course Darrelle’s going to be a very, very huge part of that. Then, from that, we’ll take feedback through the days of practice – obviously we’ve had two of them so far – and I think, for the most part, what we’ve proposed about how we’re going to do it, he’s completely on board and familiar with and has done it at the Jets when he was playing for them and they were doing similar things when they were playing top-notch receivers like a Calvin Johnson.”

Ma cosa ne pensa il CB dei Bucs, a proposito dell'imminente sfida con il WR #1 dell'NFL? Ecco pensieri e parole di Darelle, direttamente dal sito ufficiale dei Bucs:
"He’s one of the best in the league…he’s the best," said Revis. "I’d say he’s the best receiver in the league. I’ve played him before and I’m very familiar with him. I’m looking forward to it this week.”
“My thought was always just to be physical with them," said Revis. "They’re big guys. I feel no receiver wants to get jammed or pressed at the line, so just be physical with those guys and match what they bring to the table.”

Infine, è stata ufficializzata l'assenza del LB Mason Foster: i sintomi della "concussion" rimediata nel match di domenica scorsa contro Atlanta sono ancora presenti, e vista l'enorme attenzione da parte dell'NFL per problemi fisici di questa natura, niente viaggio a Detroit per il LB #59.

venerdì 22 novembre 2013

Migliorano le condizioni di Banks, in dubbio Foster

Il LB Mason Foster
I due giocatori usciti malconci dal vittorioso match contro gli Atlanta Falcons di domenica scorsa - il LB Mason Foster ("concussion") e il CB Johnthan Banks (problemi ad una spalla) - sono sulla via del recupero, stando a quanto riportato dal Tampa Bay Times.

Ma se Banks sembra in grado di farcela a scendere in campo domenica prossima a Detroit, più complicata è la situazione di Foster, considerata soprattutto la cautela con cui, negli ultimi tempi, vengono affrontati i traumi cranici analoghi a quello riportato dal LB #59.

Queste, dal TBT, le parole di Mason Foster, che mai sino ad ora ha saltato una partita per guai fisici, nemmeno ai tempi di college e high school:
"You never know, I think I'm close," Foster said. "But you've got to be safe. I hate missing anything, hate missing reps. So it's tough. At the same time I've got to look out for my future and make sure I'm able to play down the road and not get seriously hurt."

C'è più ottimismo per il recupero del CB Banks che, come detto, ha buone possibilità di essere in campo domenica a Detroit. Ieri il rookie ha svolto un allenamento "completo" insieme ai compagni di squadra e Schiano si è detto fiducioso circa il suo recupero.

Rientrerà anche il DE Da'Quan Bowers, assente sette giorni fa per i postumi di una "concussion", mentre è stata confermata la squalifica per una partita della safety Dashon Goldson, che nel match contro i Lions sarà sostituito dal secondo anno Keith Tandy.

TWITTER - Infine, una brevissima "nota di servizio": da ieri anche 'con il coltello tra i denti' (o meglio 'italianbucs') è presente su twitter (meglio tardi che mai!). E su twitter verranno segnalati tempestivamente i nuovi articoli pubblicati sul blog, nonché, ad esempio, news "brevi" ma anche commenti "al volo" durante le partite... ad ogni modo, intanto l'account su twitter è operativo; in quanto all'utilizzo, cercheremo di di farne buono (e utile) uso!

giovedì 21 novembre 2013

Brooks, Lynch e Dungy in corsa per l'HoF

Derrick Brooks
Lo scorso anno toccò in sorte a Warren Sapp, l'onore massimo di entrare tra gli "immortali" di Canton, dove prima di allora solamente ad un altro Bucaniere – Lee Roy Selmon, il più grande di tutti – era stato tributato il riconoscimento più ambito per un giocatore di football: entrare nella Hall of Fame.

Sono iniziate in questi giorni le "scremature" per determinare i candidati che si contenderanno i posti a disposizione per il 2014. L'8 gennaio verranno resi noti i nomi dei 15 finalisti, e la "Class of 2014" verrà ufficializzata il 1 febbraio. Ebbene, tra gli attuali 25 semifinalisti ci sono ben tre rappresentanti dei Buccaneers: si tratta di Derrick Brooks, John Lynch e Tony Dungy.

Questi tre "candidati" contribuirono, sul campo o dalla sideline, in maniera decisiva a trasformare i Bucs di fine anni '90 da squadra materasso a team sempre presente o quasi ai playoff. Ed il fatto che vengano presi in considerazione per l'ingresso nella HoF testimonia la bontà di quanto fatto da costoro con i Buccaneers, sebbene Lynch abbia terminato la carriera altrove e Dungy il Super Bowl l'abbia vinto con i Colts; ma il "trio" in questione è "marchiato" profondamente di "red and pewter", e prima ancora di "white and orange", visto che tutti e tre iniziarono la loro avventura a Tampa quando c'era Bucco Bruce sui caschi e le divise erano bianche e arancioni...

Chi ha più possibilità di "superare" anche i prossimi "turni" e rischia seriamente di entrare a Canton nel primo anno di "eleggibilità" è Derrick Brooks, l'indimenticato LB #55, un campione immenso in campo quanto irreprensibile fuori dal rettangolo di gioco, un vero e proprio esempio sotto tutti i punti di vista.

E parlando di Derrick Brooks, impossibile non citare due episodi.

Il primo, risale al draft del 1995; Brooks venne scelto dai Bucs solamente alla fine del primo giro con la pick n.28, e a ripensarci adesso sembra incredibile che nessun team avesse deciso di scegliere prima un simile fenomeno; ma a conferma che il draft è una scienza del tutto "inesatta", all'epoca molti (presunti) "esperti" sostenevano che Brooks fosse "undersized" per giocare LB in NFL (un po' quello che si diceva quando i Bucs pescarono Lavonte David un paio di anni fa...), e nello stesso draft che portò Warren Sapp a Tampa ecco arrivare anche Derrick Brooks. Non malissimo, in effetti, il draft 1995!

Il secondo episodio risale al Super Bowl n.37, vinto dai Bucs contro i Raiders. Ricordo che la partita sembrava già vinta da Tampa Bay quando Oakland cercò un disperato recupero ed iniziò una pericolosa rimonta, che si dissolse però con l'intercetto riportato in endzone proprio dal #55. Personalmente, fui sicuro di vedere il Vince Lombardi Trophy nella bacheca dei Bucs solo quando Brooks mise a segno quel TD, schiantando le residue speranze di una storica rimonta da parte di Rich Gannon e soci...

Comunque vada, un grosso in bocca al lupo ai tre "candidati", e speriamo che ad agosto 2014 ci sia perlomeno un altro Bucaniere a fare il suo ingresso tra i Campionissimi della Hall of Fame, e a tenere alto – insieme ai già presenti Lee Roy Selmon e Warren Sapp – il nome dei Tampa Bay Buccaneers.

mercoledì 20 novembre 2013

I Bucs firmano il RB/FB Lonnie Pryor

Lonnie Pryor, un nuovo RB/FB a roster
Considerato che a roster c'era un posto libero,dopo l'inserimento del CB Adams in IR, e preso atto della vera e propria "morìa" di RB che ha colpito i Bucs nel corso di questa stagione, ecco un nuovo RB/FB entrare ad far parte del roster di Tampa Bay.

Si tratta di Lonnie Pryor, 23 anni, un passato al college con i Seminioles di Florida State University. Dopo 4 stagioni a FSU, nessun team ha però scelto Pryor al draft dello scorso aprile; firmato come undrafted rookie da Jacksonville, all'inizio di stagione Pryor era entrato a far parte della practice squad dei Jaguars, dalla quale hanno attinto i Bucs inserendo il giocatore direttamente nel proprio roster.

Pryor può giocare indifferentemente FB o RB, e va a completare i Bucs in un reparto, quello dei "portatori di palla", che nel corso dell'anno è stato letteralmente stravolto dagli infortuni, con i pesantissimi KO di Doug Martin, Mike James e Jeff Demps, tutti quanti finiti in Injured Reserve.

Al momento, dunque, se non altro dal punto di vista della quantità il reparto dei RB/FB è più che completo, visto che ci sono 3 RB (Leonard, Hill e Rainey), 2 FB (Lorig e Larsen) e un RB/FB (l'ultimo arrivato, Lonnie Pryor).

martedì 19 novembre 2013

Adams in IR, Goldson sospeso per un match

Il CB Adams in azione contro Seattle
Problemi per la secondaria dei Bucs in vista della difficile trasferta di domenica prossima a Detroit, contro una squadra - i Lions - in corsa per i playoff e per la vittoria nella propria division.

Il CB Michael Adams è infatti stato inserito in IR, a causa di un infortunio al ginocchio rimediato nel corso della partita con i Falcons. Anche il CB rookie Johnthan Banks è alle prese con un problema alla spalla e la sua presenza a Detroit è tutt'altro che sicura, il che è un discreto guaio considerato che uno dei punti di forza dei Lions, forse quello principale, è costituito proprio dall'attacco "aereo".

Ieri è stato inoltre squalificato dall'NFL per una partita la safety Dashon Goldson, dunque anche questo giocatore salterà la trasferta di Detroit. Il motivo della squalifica? Violazione delle "safety rules", in pratica a Goldosn viene contestato un fallo di gioco commesso durante il match con i Falcons, un "unnecessary roughness" e più precisamente un "helmet to helmet" contro il WR di Atlanta Roddy White.

Già la partita di Detroit si presenta difficile, affrontarla senza tre giocatori della secondaria (Adams, Goldson, e forse Banks) non è certo il modo migliore per sperare di sbancare il Ford Field. Goldson, che a causa della squalifica non può neanche allenarsi con la squadra nel corso di questa settimana, ha comunque tre giorni di tempo per presentare appello.

lunedì 18 novembre 2013

Due vittorie non bastano per salvare la "panchina"...

L'abbraccio tra McCoy e Schiano al termine
del Monday Night vinto dai Bucs sui Dolphins
No, due "W", peraltro ottenute contro squadre modeste (Miami) o pessime (Atlanta) non bastano per cancellare due mesi di umiliazioni e sconfitte rimediate ovunque e contro chiunque... certo però che se adesso il buon Greg le vincesse davvero tutte o quasi, le prossime sei partite, anche affrontando avversari decisamente più impegnativi, chissà che il pronostico più scontato dell’intera NFL (nuovo HC a Tampa Bay per la stagione 2014) sia destinato invece a non realizzarsi...!

E' interessante oggi leggere i commenti dei vari analisti dopo queste due vittorie dei Bucs o le dichiarazioni rilasciate dai giocatori nel post partita: adesso si legge di un Greg Schiano che ha in mano lo spogliatoio, che è seguito dalla squadra, che è stimato e rispettato dai suoi giocatori, che ha operato un "turnaround" importante nonostante i pezzi migliori (Mike Williams, Doug Martin) siano in IR e al loro posto giochino (benissimo) perfetti sconosciuti, e anche quella che sembrava la scommessa più azzardata, ossia gettare nella mischia l’inesperto QB rookie Mike Glennon, sta invece dando frutti importanti quanto inattesi... insomma, sembra davvero cambiato il mondo, nell'arco di nemmeno una settimana...

Emblematiche, a questo proposito, le parole di Davin Joseph, riportate dal Tampa Tribune e rilasciate dalla RG dei Bucs dopo la vittoria con i Falcons (soprattutto quelle finali: "Now we believe"). Ecco le affermazioni di Joseph:

“There was a time there a few weeks ago when it could not have gotten any worse at One Buc (Place)", Joseph said. “I mean, it was the worst it’s ever been, and I’ve been here for eight seasons. It was coming down hard on (Schiano). After we lost to Carolina on that Thursday night, you would have thought it couldn’t get any worse for him. But he stuck with it. He stuck with what he believes and now it’s starting to pan out".
“All of a sudden, it’s like a light’s been turned on. But that’s what he said. He said we all just need to keep pushing hard, keep working hard and now we see it. He stayed tough, but now it’s just different. It’s starting to feel like we have something here. Today is a good day to be Buccaneer, but next week we have another stiff challenge (at Detroit) and we know (Schiano)’s going to push us this week. But it’s different when you see that hard work turn into something. Now we believe." 


E dire che solo pochi giorni fa, dopo la rovinosa sconfitta rimediata nel Thursday Night con Carolina, Schiano era invece un vero e proprio "dead coach walking": la squadra era allo sbando, improduttiva in attacco e friabile in difesa e il record di 0-16 sembrava qualcosa di più di una semplice (quanto terrificante) ipotesi...

Poi, la partita della "svolta", e cioè la rocambolesca sconfitta in quel di Seattle, contro un team tra i più accreditati a vincere il Vince Lombardi Trophy. Contro i Seahawks arrivò la “L” numero otto, è vero, ma per buona parte del match sembrava Tampa Bay e non Seattle la squadra in grado di lottare per il Super Bowl e per la prima volta si vide in campo una “vera” squadra di football, non un team allo sbando senza idee e senza capo né coda, come era stato nei precedenti sette match.

Infine, ed è storia recente, la "schedule" ha dato una mano a Tampa Bay, facendole affrontare in rapida successione due squadre che per diversi motivi stanno attraversando un periodo particolarmente difficile. Miami è arrivata al RJS pochi giorni lo scoppio della vicenda “Incognito-Martin” e dello scandalo relativo ad episodi di bullismo, mentre i Falcons di questo periodo sono, quelli sì, una squadra allo sbando senza capo né coda, un po’ come erano i Bucs prima del match di Seattle, tanto per capirci.

Dunque sono arrivate le prime due vittorie dell’anno, ma la cosa più sorprendente al di là di due “W” ottenute come detto contro avversari abbordabili, è che i Bucs hanno vinto queste partite giocando bene, addirittura in maniera brillante, variando finalmente il playbook, alternando ogni tipo di giocata, e facendo anche ampio ricorso ai "trick plays", dagli onside kick alle finte di punt, spesso con esito positivo.

Insomma, se era lecito "massacrare" il Coaching Staff ed in particolare il suo principale rappresentante, e cioè l’Head Coach, per quanto NON fatto vedere nella prima metà di stagione, credo sia ora corretto riconoscere come la truppa di Schiano ce la stia mettendo tutta, per cercare – come dire – di salvare il salvabile e di chiudere in maniera perlomeno dignitosa una stagione nata nel peggiore dei modi e che a un certo punto sembrava inesorabilmente incanalata verso un esito disastroso (leggi un umiliante record finale di 0-16), che quantomeno ci è stato risparmiato.

E qui, si ritorna la quesito iniziale, il più importane: possono bastare alcune vittorie ottenute ormai a stagione ampiamente compromessa per garantire a Schiano e al suo CS il posto sulla sideline dei Bucs anche per l'anno 2014?

La risposta deve necessariamente essere articolata, sottolineando soprattutto due aspetti, uno tecnico ed uno economico.

Aspetto economico: Schiano è sotto contratto con Tampa Bay fino al 2016 compreso, cioè per altri tre campionati, per 9 milioni di dollari complessivi. Dopo avere pagato Jon Gruden per tre anni, sino al 2011, pur avendolo licenziato al termine del 2008, siamo così sicuri che i Glazer vogliano ripetere la non esaltante esperienza di versare alcune milionate di verdoni a un coach per… non farlo allenare? Attenzione a non sottovalutare questo aspetto, please, perché alla fine potrebbe proprio essere questo a fare la differenza; per dire, se Schiano anziché avere ancora un triennale fosse invece in scadenza di contratto, staremmo qui a fare gli stessi discorsi o daremmo invece per scontato il suo allontanamento da Tampa alla fine di questa stagione?

Aspetto tecnico: chiaramente dovrebbe essere questo l’aspetto più importante da tenere presente, volendo prendere in considerazione una ipotetica riconferma di Schiano. E quindi, proprio da questo punto di vista, adesso viene il bello! Nel senso che le vittorie contro Miami e Atlanta ci stavano, erano tutto sommato pronosticabili e vincendole i Bucs hanno fatto nè più né meno – finalmente – il loro dovere. Adesso, dicevo, viene il bello e sarà ancora più interessante seguire le partite, perché i prossimi sei match i Bucs li affronteranno da sfavoriti (a parte, forse, quello casalingo contro Buffalo) e dunque sarà proprio in queste partite, credo, che si deciderà il destino di Greg Schiano. Se i Bucs le vinceranno non dico tutte ma almeno parecchie, e soprattutto terranno il campo giocando alla pari con avversari più quotati (un conto, per dire, è perdere un match come quello giocato a Seattle alla pari di avversari più forti, altro è farsi travolgere come nel caso del Thursday Night straperso in casa contro i Panthers…), potrebbe anche verificarsi ciò su cui nessuno avrebbe scommesso un cent fino a pochi giorni fa, e che "terrorizza" molti, moltissimi tifosi in red and pewter: la riconferma di Greg Schiano sulla sideline dei Tampa Bay Buccaneers anche per la stagione 2014…

A mio avviso, le possibilità di una conferma di Schiano sono ancora minime, però siamo passati – si fa per dire – da uno 0,1% dopo la debacle casalinga con i Panthers a un, diciamo, 10–15% circa dopo la doppietta vincente contro Dolphins e Panthers.

E se le prossime partite non serviranno più, ahinoi, per agguantare un posto ai playoff, saranno probabilmente molto importanti se non decisive per chiarire quale sarà il futuro sulla sideline dei Bucs prossimi venturi. Prima fermata, Detroit: riusciranno i nostri eroi a centrare il tris e a fermare il temibilissimo duo formato da fuoriclasse quali Matthew Stafford e (soprattutto) Calvin Johnson? Io spero di sì, non certo perché faccia il tifo per la riconferma dell’attuale CS, ma perché non c’è niente di più bello che vedere uscire dal campo i nostri ragazzi a testa alta dopo avere conquistato una bella e gustosa "W"...!

Non mancheranno dunque i motivi per seguire sempre con grande interesse la nostra squadra, da qui a fine dicembre; e come si dice in questi casi: stay tuned, la "Schiano-novela" continua! ;-)

domenica 17 novembre 2013

I Bucs ci hanno preso gusto, asfaltata Atlanta

Bobby Rainey: è nata una stella?
E due....! La partita con Atlanta, sulla carta, era tra quelle rimanenti una delle due più abbordabili (l'altra "possibile" mi sembra possa essere quella casalinga con Buffalo) e in effetti i Bucs hanno sfruttato nel migliorare dei modi l'occasione di incamerare la seconda W della stagione.

Dopo un primo quarto per così dire "di studio", è iniziato il dominio da parte di Glennon e soci. E qui bisogna dire la verità: per quanto giocassimo contro un avversario assai modesto (lo stesso avversario che comunque nella partita di "andata" ce le aveva suonate), i Bucs non solo hanno vinto, ma hanno anche messo a segno una lunga serie di ottime giocate, alcune delle quali davvero brillanti.

Un intercetto riportato in endzone da Mason Foster e un altro "pick" da parte di Goldson, un onside kick giocato a a sorpresa e ricoperto dallo special team di Dave Wannstedt, ancora lo ST sugli scudi con un punt bloccato, 3 sack per Gerald McCoy, e poi una prestazione perfetta da parte di tre giocatori dell'attacco, il QB, il RB e il WR; e qualche parola bisogna proprio spenderla, per questi tre protagonisti.

Mike Glennon: il rendimento del "pennellone" è in crescita, e al di là delle ottime cifre di stasera (20/23 per 231 yards, 2 TD e 0 int) mi pare che Mike stia giocando con sempre più sicurezza, e sia sulla strada giusta per diventare qualcosa di più di un semplice "mestierante". Non ho idea se possa essere lui il QB del futuro, sette partite sono troppo poche per un giudizio definitivo, però visto che in passato a Tampa abbiamo aspettato (inutilmente) sei anni Vinny Testaverde e più recentemente (ma con esito analogo) quasi cinque anni Josh Freeman, direi che possiamo concedere fiducia al rookie da NC State perlomeno sino al termine della stagione, per valutarlo con un minimo di criterio dopo le prossime sei partite. Finora, mi pare si possa dire senza esagerare che Glennon meriti una sufficienza molto ampia, tra l'altro ha anche stabilito il record di TD pass per un QB rookie in casa Bucs, e soprattutto mi piace il modo in cui si sta tenendo lontano da forzature e, di conseguenza, da sanguinosi intercetti.

Vincent Jackson: welcome back, Vincent! Credo che un po' tutti ci fossimo chiesti dove fosse finito Jackson, che nelle ultime tre partite aveva latitato e non poco. Ebbene, stasera il WR #83 ha giocato una partita praticamente perfetta, con ricezioni (da circo) a una mano e big plays in serie. Dieci palloni ricevuti per complessive 165 yards e 1 TD. In pratica, contro Atlanta ha fatto reparto da solo, un po' quello che gli si chiedeva dopo la perdita di Mike Williams, considerato il modesto valore degli altri WR a roster. E domenica prossima, a Detroit, sfida nella sfida: Vincent Jackson vs Calvin Johnson...

Bobby Rainey: qui sono davvero senza parole... Rainey è un giocatore rimasto undrafted nel 2012, e poi tagliato prima da Baltimore e poi da Cleveland, infine messo sotto contratto dai Bucs per disperazione, dopo gli infortuni in serie di tutti i RB; e che cosa ti combina, il buon Bobby? Dopo un'ottimo match d'esordio contro Miami, ecco che stasera Rainey gioca come neanche il Doug Martin dei giorni migliori: 30 portate per 163 yards, 2 TD più 2 ricezioni per altre 4 yards e 1 TD. E dire che la partita era iniziata con Brian Leonard RB starter, prontamente panchinato dopo le prime superbe portate da parte di Rainey. Ecco, l'unica critica che stasera si può muovere al CS è di avere un po' esagerato con le portate del #43 : soprattutto nella parte finale del match, si sarebbe potuto utilizzare maggiormente Leonard oppure l'ultimo arrivato Hill, anziché far recitare a Bobby Rainey il ruolo di "cavallo da tiro"...

Nella parte finale dell'incontro, Atlanta ha messo sul tabellone alcuni punti inutili, che sono serviti solo a rendere meno pesante la sconfitta. Da segnalare comunque un brutto errore del rookie Banks, che si è preso in faccia un TD da 80 yards da parte del WR Douglas, e un paio di corse amplissime "regalate" da una difesa dei Bucs ormai in spogliatoio al RB dei Falcons Smith, che ha chiuso la gara con cifre assurde: 88 yards con solo due tentativi!

E adesso? Io direi che la cosa migliore da fare è quella di godersi questa vittoria netta e rotonda, ottenuta peraltro contro una rivale "classica" come Atlanta, nonché di gustarsi il bel "2 su 2" messo a segno in questa settimana con le "W" ottenute in rapida successione contro Dolphins e Falcons. E invece leggo di tifosi "terrorizzati" dall'idea che queste vittorie possano in qualche modo servire a Schiano per guadagnarsi una riconferma sulla sideline dei Bucs anche per la prossima stagione... mah, non credo proprio che andrà a finire così, nè che basti terminare una stagione con un record di 3-13 o simile per ottenere la riconferma come HC. Quella contro i Falcons era un match alla nostra portata, e come da pronostico l'abbiamo vinto, così come i Bucs sono favoriti per il prossimo incontro casalingo contro Buffalo. Ma non vedo come questa squadra possa, ad esempio, espugnare campi ostici come Detroit, Charlotte o New Orleans, o superare al RJS i fortissimi 49ers.

Ma al di là di "W" e "L" Schiano, come ho scritto altrove, ha fatto "terra bruciata" intorno a sé con troppi comportamenti sbagliati (l'immonda giocata che il buon Greg continua a riproporre con ottusa ostinazione, e cioè l'assalto al QB avversario che si inginocchia nei finali di partita, sarà forse l'unica cosa per cui Schiano verrà ricordato in futuro... e ho detto tutto!), attirandosi l'ostilità sia dei tifosi (presso i quali ormai è considerato, esagerando anche un po', il "male assoluto") che dei giocatori (lunedì scorso nemmeno la doccia col gatorade gli hanno fatto, dopo la prima vittoria dell'anno arrivata al termine di una serie infinita di sconfitte ;-) ...), e confermarlo sarebbe il modo migliore per diminuire drasticamente il numero (già scarso) di abbonamenti e biglietti venduti e per disincentivare l'arrivo di free agent importanti a Tampa (immagino la fila, di giocatori desiderosi di farsi allenare da coach Schiano...).

L'unico dubbio che ho, circa un eventuale "non esonero" di Schiano, è che alla fine possano avere un certo peso i nove milioni di dollari che comunque i Glazer dovrebbero pagare all'ex HC di Rutgers, sotto contratto con i Bucs fino al 2016 compreso; ad ogni modo, direi che non serve a nulla fasciarsi la testa anche adesso, quando abbiamo iniziato a giocare in maniera decente e a vincere qualche partita. Ci siamo fatti il sangue amaro a forza di sconfitte dall'opener dell'8 settembre fino all'altro giorno, e mi pare un peccato non godersi nemmeno le rare vittorie di quella che - su questo credo siamo d'accordo tutti quanti - rimane comunque una stagione deludente e al termine della quale ci si augura che molte cose cambino, a cominciare dall'HC, dalle parti di One Buc Place.

Ecco, se poi, invece, da qui alla fine i Bucs le vincessero "davvero" tutte quante, terminando la stagione con un record di 8-8, beh, allora anzichè licenziarlo glielo prolunghiamo il contratto, a quel fenomeno di Greg Schiano (qui sono in modalità "scherzosa", si capisce vero....?!).

sabato 16 novembre 2013

Alla ricerca del Vincent Jackson perduto...

Il WR Vincent Jackson
Il WR Vincent Jackson è uno dei pochi fuoriclasse dell'attacco dei Bucs rimasti "integri", da un punto di vista fisico; le altre due "stelle", il RB Doug Martin e il WR Mike Williams sono in IR, così come sono out for season per infortunio altri giocatori interessanti quali i RB Mike James e Jeff Demps. Per non parlare della OL e di colui che doveva esserne il perno, ossia Carl Nicks, la cui stagione non è praticamente mai nemmeno incominciata...

Sarebbe dunque lecito aspettarsi da Jackson un contributo importante e di un certo rilievo, anche per aiutare il "povero" Glennon che ormai si ritrova come compagni di reparto quelle che dovevano essere le riserve...delle riserve (emblematico è il caso dei RB, dove da qui a fine stagione saranno Leonard e Rainey - non proprio la coppia dei nostri sogni - a spartirsi le portate per Tampa Bay).

In un contesto simile, e per aiutare un QB alle primissime armi come Mike Glennon, Vincent Jackson è dunque chiamato a recitare un ruolo da protagonista, anche considerando le non indifferenti cifre del suo contratto (circa 11 milioni di dollari a stagione sino al 2016), e invece proprio nelle ultime partite  il rendimento di Jackson ha fatto registrare un vistoso, preoccupante, calo.

Contro Carolina, Seattle e Miami, ossia nelle ultime tre partite, Jackson ha ricevuto complessivamente dieci palloni, per poco più di 100 yards e 0 TD. Un calo ancora più vistoso considerando che nelle precedenti due gare (vs Philadelphia e at Atlanta) il WR #83 era stato un indiscusso protagonista, con ben altro rendimento rispetto a quello mostrato a partire dal match contro i Panthers.

Non è probabilmente un caso che il rendimento di Jackson sia in picchiata da quando Mike WIlilams è stato inserito in IR. Le difese avversarie possono adesso concentrarsi sull'unico WR di classe rimasto in casa Bucs, raddoppiandolo costantemente e, in pratica, togliendolo dal gioco. Tanto per rendere l'idea con qualche numero, l'ultima volta che Williams era in campo, nel match giocato ad Atlanta, Jackson ha ricevuto 10 palloni per 138 yards e 2 TD; dalla partita successiva, la prima senza Mike Williams, è invece calato il buio per l'ex WR dei San Diego Cahrgers; solo una coincidenza?

Anche Greg Schiano si è espresso sull'argomento, sottolineando come Jackson debba essere coinvolto maggiormente e tornare a svolgere un ruolo da protagonista nell'attacco dei Bucs; così l'HC, dal Tampa Bay Times:
"We need to make sure he gets his touches because he's a dynamic player," Schiano said "You're talking about a Pro Bowl player. And certainly with the loss of some (of our) weapons offensively, defenses are really going to key on him now. That's a fact of life. But get over it and find a way to get him the ball."

E Jackson che dice, a proposito di questo suo momento così opaco? Ecco le parole del WR#83:
"We just want to move the ball," Jackson said. "We want to come away with points. We want to do the right things on offense, and that's all we're asked to do is score points. However that gets done with whomever it gets done, we'll be happy with that."

Infine parola a Mike Glennon, a cui spetta il compito di "riattivare" Vincent Jackson, che rimane al momento l'unica arma offensiva di un certo potenziale nell'arsenale, ormai ridotto al'osso, dei Tampa Bay Buccaneers edizione 2013:
"We won't shy away from Vince at all. We'll still look to get him the ball as many times as possible," Glennon said. "But overall, (I've) just got to go through my reads and throw the ball where my eyes take me. If teams want to double him, we know we'll just have to sometimes throw to other guys and find other ways to get Vince the ball."

giovedì 14 novembre 2013

Firmato il RB Michael Hill, ex Green Bay

Il RB Michael Hill
C'è un volto nuovo nel - devastatissimo - reparto dei RB dei Tampa Bay Buccaneers: si tratta di Michael Hill, un undrafted rookie che dopo avere disputato la preseason con San Diego era stato firmato da Green Bay, che lo aveva poi tagliato a metà ottobre.

Non stiamo parlando di un "fenomeno", insomma, e del resto a questo punto della stagione è pressoché impossibile trovare giocatori di buon livello ancora disponibili e senza squadra.

La situazione in casa Bucs a livello di RB, come si diceva, è praticamente disperata, visto che sono "out for season" sia il titolare indiscusso (Doug Martin) che il rookie di belle speranze (Miek James), così come lo sprinter olimpionico (Jeff Demps) quanto il giocatore al secondo anno tutto da scoprire (Michael Smith).

Con quattro running back in IR - record del mondo o quasi... - da qui in avanti a portare il pallone dovranno pensarci il veterano Leonard e il semi-sconosciuto Rainey, sperando che l'ultimo arrivato Michael Hill possa fornire un qualche contributo. Non proprio la situazione ideale per togliere pressione, grazie al gioco su corsa, a Mike Glennon....

Tutto sempre più difficile, dunque, per il QB rookie da NC State, che dopo essere stato buttato nella mischia in maniera a dir poco frettolosa e avventata da Schiano, ha finito per ritrovarsi senza ricevitori o quasi (Mike Williams è in IR e di Vincent Jackson, nelle ultime partite, si sono perse le tracce), senza TE (e meno male che è spuntato fuori a sorpresa il rookie Wright) e adesso anche senza RB.

Se a questo aggiungiamo una line offensiva il cui personale cambia ad ogni partita e che ormai è stabilmente priva di quello che doveva essere il suo uomo chiave, cioè Carl Nicks, beh... tanto di cappello allo "spilungone" #8, che nonostante tutto sta tenendo il campo in maniera più che dignitosa.

Se poi il buon Mike riuscisse a giocare anche i secondi tempi delle partite con la stessa grinta, abilità e sfrontatezza che di solito esibisce nei primi due quarti, chissà che il QB starter del 2014 i Bucs non se lo trovino già in casa...

mercoledì 13 novembre 2013

Stagione finita per il rookie Mike James

Il RB Mike James
L'infortunio rimediato dal rookie RB Mike James nel corso del monday night contro Miami si è rivelato, purtroppo, di grave entità.

Il giocatore si è infatti rotto la caviglia sinistra, e dunque anche James va a far parte della già numerosa pattuglia dei giocatori dei Bucs presenti nella IR, e con i quali l'appuntamento è direttamente alla prossima stagione.

Peccato, perché il ragazzo stava disputando davvero delle ottime partite e dopo l'eccellente prestazione di Seattle anche il match contro i Dolphins era iniziato nel migliore dei modi: 41 yards nelle prime 5 portate, dopo le oltre 150 guadagnate nella partita della scorsa settimana.

Adesso la situazione a livello di RB è veramente critica. I Bucs hanno già perso per iinfortunio ben quattro portatori di palla (Doug Martin, Mike James, Jeff Demps e Mike Smith) e aumenta il rimpianto per avere rilasciato, frettolosamente, Peyton Hillis.

Per correre, da qui a fine stagione, si alterneranno Brian Leonard e Bobby Rainey, quest'ultimo in grado di segnare il TD della vittoria nel monday night, in attesa magari di inserire a roster qualche altro RB, anche se di free agent a disposizione a questo punto della stagione ce ne sono davvero pochi, se è vero che l'elemento più interessante è forse quel DJ Ware già visto a Tampa lo scorso anno.

A proposito di Bobby Rainey, il RB tagliato dai Browns e firmato dai Bucs fine ottobre, queste le parole dell'altro RB "superstite", Brian Leonard:
"He played well. He had a couple of carries. He had a couple of great carries” backfield mate Brian Leonard said of Rainey. “I mean, that last run he had basically sealed the win for us. That was a huge run, a huge play, and the next play he scored a touchdown. You can’t ask for more than that from a guy that’s only been here a couple of weeks. Hard worker. You know he’s been working with the scout team most of the time, and he’s been giving great looks and doing a great job with that. And when he got his opportunity, he made the best of it. That’s all you can ask for.”

martedì 12 novembre 2013

Clamoroso al RJS: finalmente una W per i Bucs!

Il RB Bobby Rainey segna il TD della vittoria!
Clamoroso al Cibali, pardon al RJS, verrebbe da dire: questa volta sono i Bucs a mettersi in tasca la W e fa davvero uno strano effetto ritrovarsi a commentare una vittoria, anziché la solita, stramaledetta, sconfitta a cui sembrava che Tampa Bay avesse fatto l'abbonamento per l'intera stagione 2013....

Quella con Miami è stata una partita ricca di emozioni, prima dominata dai Bucs, poi nettamente in mano ai Dolphins, e infine - quando ormai non ci credeva più nessuno - ecco un ultimo drive perfetto della nostra difesa con due sack e un intercetto che consentono ai ragazzi in red and pewter di portare  a casa la prima W della stagione. Per la serie: meglio tardi che mai...!

Mi fa molto piacere che si stato cancellato quel tremendo "0" alla casella W, e che finalmente si sia ripresa confidenza con la vittoria. No, non faccio parte della numerosa schiera di coloro che speravano di perderle tutte, e quindi la porto a casa molto volentieri la prima W dell'anno, ottenuta tra l'altro contro i "cugini" di Miami nel derby della Florida.

Ad ogni modo, credo possano stare tranquilli i tifosi travestiti da "gufi" che guardano le partite dei Bucs sperando solo in sconfitte in serie, magari temendo che qualche inutile W possa avere come conseguenza la conferma di Schiano: l'ex HC di Rutgers al termine della stagione andrà via comunque, anche perché da qui alla fine i Bucs ne vinceranno ben poche altre di partite. Dubito che nei prossimi incontri affronteremo avversari "collaborativi" come i Dolphins di ieri sera (una squadra che mi ha fatto una pessima impressione, quella di coach Philbin) intanto però abbiamo evitato la vergogna assoluta di chiudere la stagione 0-16, e poi - personalmente - ne avevo le tasche stra-piene di questa interminabile serie di sconfitte.

Dicevo: sono fiducioso sul fatto che Schiano andrà via comunque dato che l'ex HC di Rutgers (e a breve, anche ex HC dei Bucs) non è più ripresentabile dopo quello che ha combinato in questi due anni, quindi godiamoci questa W e riassaporiamo dopo tantissimo tempo il dolce sapore di una W conquistata al RJS. Evidentemente giocare in casa l'undici di novembre porta bene ai nostri colori, dato che l'ultima W casalinga risaliva proprio all'11/11 del 2012, contro i San Diego Chargers; da lì in avanti, un anno di sconfitte e umiliazioni assortite sino all'11/11 di quest'anno...

Il "derby" con Miami si è svolto seguendo binari ormai "classici", quando giocano i Bucs: partenza a razzo per Glennon e soci, e inevitabile rimonta degli avversari a partire dalla fine del secondo quarto, con i Bucs che inesorabilmente escono di scena lasciando il campo agli avversari. Tra i motivi dell'ottima partenza di Tampa Bay segnalerei le corse spettacolari di Mike James, che nel primo drive ha davvero entusiasmato prima di lasciare il campo per un grave infortunio alla caviglia (5 corse per 41 yards per James), sebbene il veterano Leonard e lo "sconosciuto" Rainey, quest'ultimo autore del TD della vittoria, lo abbiano sostituito degnamente continuando a macinare yards e a mantenere "vivo" il gioco sulle corse dei Bucs.

Ma andiamo con ordine: dopo essere salita sul 15-0, Tampa Bay, invece di consolidare il vantaggio e prendere fiducia, ha iniziato come da consuetudine a sperperare i punti di margine: e sono bastati i minuti finali del secondo quarto ed un terzo periodo dominato dai nostri avversari, per consentire ai Dolphins di andare in testa e di prendere il pieno controllo della partita.

Poi però, ecco il drive offensivo che non ti aspetti, con i Bucs che riescono a macinare yards su yards grazie alle corse di Leonard e Rainey, e ad entrare in endzone per il contro-sorpasso proprio grazie a un TD del running-back ex Cleveland Browns.

Infine, l'ultimo drive di Miami: e qui si è avuta una dimostrazione pratica circa la fondamentale importanza di mettere pressione sul QB... una delle chiavi della rimonta dei Dolphins erano stati i troppi secondi a disposizione di Tannehill per trovare sempre il WR  libero e meglio piazzato, fino a quell'ultimo drive che ha deciso l'esito del match, in cui invece il QB di Miami è stato "piallato" due volte da McCoy e soci, prima del colpo di grazia dell'intercetto di Revis.

La partita di ieri è poi da ricordare per la "celebrazione" che ha avuto come protagonista Warren Sapp, ed è stato come sempre emozionante rivedere, magari appesantiti da alcuni chili di troppo e con qualche capello grigio in più, i Campionissimi che insieme a Sapp guidarono i Bucs alla vittoria nel Super Bowl n.37. Ieri poi a commentare il match c'era anche coach Jon Gruden... per un attimo sembrava di essere tornati ai bei tempi andati, quando i Bucs erano una squadra "dominante", non il team semi-ridicolo dei nostri giorni...

In quanto ai singoli, Mike Glennon ha confermato le luci e le ombre che ormai gli sono tipiche: la partenza a mille è una costante per il rookie da NC State, purtroppo però anche il suo nettissimo calo di rendimento nel secondo tempo è un elemento ormai costante che non depone a suo favore e che anche ieri sera stava per costare ai Bucs l'ennesima sconfitta.

Nota di merito per la difesa, che ha costretto Miami a due (dicasi d-u-e) yards totali guadagnate su corsa, e se è vero che Tannehill ha avuto troppo tempo a disposizione per lanciare, va anche detto che nel momento decisivo la D ha messo la zampata decisiva per portare a casa la prima W, prima con il doppio sack e poi con l'intercetto. Da segnalare, anche se non è una novità, la prova eccellente di Lavonte David, autore di una safety spettacolare e di una prestazione come sempre ai limiti della perfezione.

E adesso? E adesso cerchiamo di goderci queste poche partite che mancano da qui alla fine della stagione, tanto il sangue amaro ce lo siamo già fatto, rimediando una batosta dopo l'altra dall'8 settembre ad oggi. Ad esempio, domenica prossima arriveranno al RJS gli Atlanta Falcons, squadra "simpaticissima" (si fa per dire). Ecco, io spero proprio di dargli una bella lezione a Ryan e soci, anche se sarà difficilissimo perchè i Bucs restano una squadra modesta e che tra l'altro non può permettersi il lusso di perdere un giocatore importante in ogni partita (dopo Doug Martin, anche Mike James è finito KO, e questo proprio non ci voleva) e sebbene stiano giocando male i Falcons sono comunque un team più forte dell'attuale Tampa Bay.

Chiaramente ognuno è liberissimo di vestirsi da gufo, o nel caso specifico da "falchetto", e sperare in una sconfitta dei nostri colori, nell'auspicio di avere un draft più brillante. L'esperienza mi ha insegnato che non esiste una scienza meno esatta del draft e che le vittorie fanno benissimo al morale (perlomeno al mio!), e quindi sapete che vi dico? Ma magari le vincessimo tutte, da qui alla fine! ;-D