L'acrobatica capriola in endzone del LB Lansanah. |
La sconfitta di New Orleans, maturata
in overtime dopo che nel quarto periodo di gioco i Bucs si erano
portati avanti di 11 punti e sembravano in pieno controllo del match,
brucia e fa male anche adesso, quando sono ormai trascorse parecchie
ore dal termine dell'incontro...
Sono tante le possibili chiavi di
lettura del come e perché Tampa Bay abbia letteralmente buttato via
una vittoria che aveva quasi in tasca, cerchiamo di capire le ragioni
per cui alla fine siamo dovuti uscire dal Superdome a testa bassa,
anziché con la W n.2 stagionale.
Una premessa, però, è doverosa: al di
là di tutto, ieri siamo stati "uccisi" dalle penalità (15 per
113 yards) che abbiamo commesso in ogni fase di gioco (attacco,
difesa, ST) e con qualsiasi tipo di giocatore, dal rookie acerbo
(ASJ) ai veterani di mille battaglie (Collins e Mankins). Chiarito
dunque che senza una maggiore concentrazione e un gioco meno falloso
si perderà sempre e comunque, e contro qualsiasi avversario (davvero
inammissibile regalare oltre 100 yards ai Saints!) analizziamo nel
dettaglio perché adesso ci troviamo con un record di 1-4 invece che
2-3.
Difesa: a mio avviso, è la "D" il
reparto che ieri non ha tenuto nel momento decisivo, concedendo
troppe yards nel quarto periodo e in overtime. E' vero che stiamo
giocando senza due titolari importanti (Mason Foster e Dashon
Goldson, non due mestieranti qualsiasi) e che lo stesso McCoy è
costretto a scendere in campo con una mano rotta, però vedere tutte
quelle yards guadagnate con estrema facilità dai RB di New Orleans
Saints, sia con corse dirette che imbeccati da passaggi corti di
Brees trasformati puntualmente in guadagni enormi, faceva presagire
quello che poi è stato l'esito del match: vittoria a New Orleans...
Non sto dicendo che la D abbia giocato
malissimo o che la sconfitta sia esclusivamente colpa di questo
reparto; non sono ad esempio mancate le buone giocate, vedi i tre
intercetti a Brees, (anche se su un paio il QB dei Saints ci ha
comunque messo parecchio del suo) e complessivamente mi sembra siano
stati fatti dei passi in avanti rispetto alle terrificanti prestazioni
difensive di inizio stagione.
La linea però deve portare maggiore
pressione sul QB, ieri Brees ha davvero avuto troppo tempo a
disposizione per selezionare il bersaglio meglio piazzato e questo
non ce lo possiamo permettere contro un fuoriclasse del calibro del
quarterback dei Saints, uno a cui basta mezzo secondo per trovare i
suoi ricevitori, figuriamoci se di tempo gliene lasciamo almeno il
quadruplo.
Difesa da migliorare dunque, un po' in
tutti i reparti dalla linea alla secondaria passando per i LB,
ribadendo che Dashon Goldson e soprattutto Mason Foster è meglio
averli sul terreno di gioco piuttosto che sulla sideline.
Per quel che riguarda l'attacco,
Glennon ieri non mi è dispiaciuto, anche se nel finale è entrato
anche lui in confusione e prima della safety ha rischiato davvero
moltissimo con un passaggio lanciato un po' a casaccio per evitare un
sack che per pura fortuna non si è trasformato in un intercetto
ritornato in endzone da un uomo di linea dei Saints.
Ma è stato proprio Glennon l'artefice
principale della bella fase centrale dei Bucs, che da una situazione di 0-13
hanno messo in piedi un'ottima serie di drive, tali da portare Tampa Bay fin sul +11. Ottima la connection con Vincent Jackson e bene
anche Murphy e Herron, trovati da Glennon in endzone per i TD che
sembrava potessero spianare la strada per la W.
Glennon e ricevitori stanno
dunque fornendo confortanti segni di crescita (in attesa del rientro di Mike Evans e che ASJ esaurisca le
ingenuità tipiche dei rookie...), e va sottolineato come anche la linea offensiva stia migliorando e sia adesso in grado di
offrire al QB una protezione decisamente migliore rispetto solo a poche
settimane fa.
C'è invece da migliorare e molto il gioco sulle corse,
che dovrebbe un po' essere il marchio di fabbrica di Lovie Smith e
che invece anche ieri è stato improduttivo e quasi mai in grado di
mettere a segno giocate importanti.
Martin e Rainey hanno messo insieme,
complessivamente, 66 yards in 20 portate, insufficienti per togliere
pressione dalle spalle di Glennon e dunque costretto a forzare, dato che il
gioco su corsa si limitava nel migliore dei casi a evitare perdite di
terreno. Tutta colpa dei RB? Direi di no, se le corse non funzionano
bisogna anche valutare con attenzione il lavoro svolto dalla OL per
aprire i varchi necessari ai portatori di palla. Non a caso, una
delle poche corse brillanti della serata è stata realizzata da Doug
Martin correndo alle spalle di un blocco perfetto di Logan Mankins,
segno evidente che non sono solo i RB a dover elevare il proprio
rendimento, ma anche alla linea deve essere richiesta maggiore
applicazione e intensità, quando il gioco chiamato è una corsa del
#22 o del #43....
Tra le piacevoli sorprese di ieri
segnalerei anche il notevole FG dalle 55 yards messo tra i pali da
Patrick Murray. Anche a Pittsburgh il nuovo kicker dei Bucs era
andato a segno dalle 50 yards, ma se all'Heinz Field una buona dose
di fortuna aveva aiutato il sostituto di Barth, ieri Murray è stato
perfetto da una distanza decisamente non semplice. Bene così, con un
attacco non proprio esplosivo poter contare su un kicker preciso e
affidabile è di assoluta importanza, e speriamo che questi due
bersagli messi a segno da distanze ragguardevoli diano fiducia a un
giocatore giovane e inesperto come Murray.
La sconfitta con i Saints brucia, si
diceva all'inizio, ma va dato atto a coach Lovie Smith di avere
comunque rimesso in sesto – in breve tempo – una situazione che
dopo le brutte confitte con Carolina e St. Louis ed il tracollo di
Atlanta sembrava ai limiti del disperato.
Abbiamo vinto a Pittsburgh e rischiato
di espugnare anche New Orleans; direi che si può essere
moderatamente ottimisti in vista dei prossimi impegni e se la buona
sorte ci darà una mano (magari svuotando un po' una infermeria
sempre troppo affollata), chissà che da qui a fine stagione non ci
si riesca a togliere qualche altra bella soddisfazione.
Ad esempio, perché no, cercando di
mettere a segno un altro "colpo a sorpresa" proprio domenica
prossima, quando al RJS arriverà un avversario – i Baltimore Ravens – che sulla carta è
nettamente favorito; chissà che invece poi, dal campo, non venga
fuori una piacevole e inaspettata sorpresa...
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