Il WR Vincent Jackson. |
Addirittura 15 le penalità commesse da Tampa Bay per complessive 113 yards, tra cui anche una cruciale nel corso dell'overtime. Contro un avversario come New Orleans simili regali si pagano a prezzo altissimo, e in quelle 15 penalità c'è tutta la differenza tra la W e la L.
Bucs fallosi dunque, ma anche imprecisi e pasticcioni nei momenti decisivi, incapaci di difendere un vantaggio di ben 11 punti a quarto periodo inoltrato e alla fine giustamente puniti da un Drew Brees che avrà anche giocato una partita sottotono ma che anche stasera si è confermato più pericoloso di un serpente a sonagli.
Sembrava fatta, quando il rookie Robert Herron riceveva in endzone il pallone che portava Tampa Bay avanti sul 31-20, e invece no: da quel punto in avanti i Bucs sono letteralmente usciti dal match. Una difesa fallosa e incapace di limitare i Saints soprattutto sui giochi di corsa e sui passaggi corti che ogni volta venivano trasformati in guadagni lunghissimi, e un attacco anch'esso autore di troppe penalità e che perdeva il ritmo senza più ritrovarlo, spostavano in maniera decisiva l'equilibrio del match tutto a favore della squadra di casa.
E anche nell'overtime la difesa dei Bucs prima commetteva una penalità sanguinosa su un terzo down non convertito dai Saints e poi lasciava libere le praterie ai RB di New Orleans, con Kihry Robinson che correndo per 18 yards andava in tutta tranquillità a siglare il TD della vittoria.
Ma c'è qualcosa che ha funzionato stasera in casa Bucs? Evidentemente sì, altrimenti la squadra di Lovie Smith non sarebbe arrivata ad un soffio dalla vittoria, anche se dopo una sconfitta bruciante come quella di stasera è difficile trovare qualcosa di positivo... Mike Glennon ha disputato complessivamente una partita più che sufficiente, ed è stato in buona parte merito suo se a un certo punto i Bucs sembravano aver preso il comando della gara. Dopo un brutto primo quarto il Giraffone è salito in cattedra servendo con continuità i suoi ricevitori, e trovando l'endzone per ben due volte.
Poi anche Glennon è entrato in confusione in quel maledetto ultimo quarto, quando i Bucs hanno sbagliato tutto lo sbagliabile, permettendo a una New Orleans che forse ormai ci credeva anche poco di rientrare alla grande in partita.
Salverei anche la linea offensiva per quel che riguarda la protezione offerta al QB, migliorata moltissimo rispetto alle prime partite stagionali. Ma una OL deve anche aprire varchi per i RB, e stasera sia Martin che Rainey si sono quasi sempre schiantati contro il muro dei Saints dopo una o due yards, e qui iniziamo a parlare di quello che stasera non ha funzionato...
Gioco su corse: davvero negative le complessive 66 yards in 20 tentativi guadagnate dal tandem Martin-Rainey e migliorare il running game dovrà essere una priorità per Lovie Smith, il cui gioco offensivo si è sempre basato moltissimo proprio sulle corse.
Difesa: tanta buon a volontà, ma risultati insufficienti, e a parte qualche singolo che si è messo comunque in evidenza con buone giocate (il solito Lavonte David, un Mark Barron più brillante del solito), in generale il reparto difensivo non mi è parso all'altezza della situazione, non solo per le mille penalità commesse ma anche per non essere riuscito, ad esempio, a limitare il gioco di corsa dei Saints (non proprio il punto di forza di New Orleans) nè a trovare il modo di fermare quei tanti passaggi ai RB da parte di Brees, che ci hanno letteralmente massacrato.
E' vero che Brees è stato intercettato per ben tre volte, ma se nel corso di tutto il match la pressione della linea difensiva non è costante (nessun sack stasera da parte di McCoy e soci) e ad un fuoriclasse come Drew Brees vengono lasciati i secondi necessari per trovare il ricevitore più libero, l'esito finale del match non potrà che essere quello di stasera...
Che altro dire, lascia davvero l'amaro in bocca questa sconfitta, proprio perché a un certo punto tutto sembrava girare a favore dei Bucs e sarebbe bastato poco (qualche penalità in meno, un po' di attenzione in più) per espugnare anche il Mercedes-Benz Superdome, a sette giorni dall'impresa di Pittsburgh.
Niente di tutto questo, si torna con in piedi per terra, e speriamo di recuperare per domenica prossima alcuni giocatori importanti al momento KO (Dashon Goldson e soprattutto Mason Foster sarebbero stati proprio utili questa sera, così come Mike Evans), auguriamoci che il gioco su corsa faccia registrare qualche miglioramento, che la difesa esegua al meglio quello per cui viene messa in campo (e cioè difendere, non regalare yards agli avversari tra giocate sbagliate e penalità commesse), e magari anche che un giocatore di talento come ASJ esaurisca presto le ingenuità "classiche" del rookie (passaggi droppati, penalità sciocche)... e comunque sia, prepariamoci ad un'altra battaglia; domenica prossima arrivano al RJS i Baltimore Ravens, squadra tosta e molto, molto difficile da affrontare: sveglia, ragazzi!
Stavolta non sono d'accordo con te caro Star, almeno non totalmente. Io ho visto progressi in ogni reparto. Solo 15 gg fa prendevamo 56 punti al Georgia Dome di Atlanta. La secondaria vagava per il campo senza una metà precisa. La DL non arrivava nemmeno in raggio del QB avversario. Offensivamente eravamo solo 3&out.
RispondiEliminaParto dalla DL. E' vero, ieri non ci sono stati sack. Ma 2 intercetti nascono da qb hit o palloni deviati. In almeno un paio di occasioni c'erano gli estremi (e forse anche qualcosa in piu) dell'intentional grounding. Tutti e 4 (o 5 contando anche Bowers) sono arrivati a mettere brees sotto pressione. Non siamo ancora una linea dominante, manca ancora qualcosa (come qualche sack in piu) ma stiamo camminando per il giusto sentiero.
Capitolo OL. Concordo che si sono fatti grandi progressi nella pass protection. E che si debba ancora lavorare sulle corse, ma ancor di piu sulle penalità. Però dopo le prime 2 week avremmo firmato col sangue per vedere una OL come quella vista ieri. Almeno io.
Secondaria. Anche qui io ho visto bei progressi. Barron sembra essere entrato maggiormente negli schemi di Smith e idem Banks. Siamo orfani di Goldson, che pur non valendo quel che lo paghiamo, sicuramente 2 td di quelli presi ieri non sarebbero arrivati. Almeno non in quei giochi. Ma in linea generale, le praterie viste ad Atlanta e nel primo tempo con gli Steelers sono state ampiamente ridotte.
Glennon continua a stupirmi e spero confermi questi enormi passi in avanti. In offseason si diceva che Tedford è un mostro nel lavoro con i qb. Non so se i progressi del giraffone sono dipesi da lui, ma qualcosa deve aver per forza inciso. Lo vedi giocare nella tasca, muoversi al suo interno, fare letture e fidarsi della sua OL. Non vede più i fantasmi e il braccio si conferma su ottimi livelli. Se QUESTO Glennon continua così, se QUESTO Glennon continua la sua crescita, la posizione di QB l'abbiamo coperta...e non sarebbe cosa da poco. Spero si confermi, ma sai, un bel lancio di 50yds puo essere casuale, la confidence e l'attitudine no...sono fiducioso.
Corpo WR. VJ non è mai stato in discussione. Murphy è una bellissima sorpresa, Herron resta da sviluppare ma può avere indubbiamente uno spazio importante. ASJ. Beh qualche drop da un rookie va sempre messo in conto, però il valore del ragazzo è confermato da un paio di ricezioni pesanti (due terzi down se non ricordo male) viste nel secondo tempo. Piuttosto appare evidente che il feeling con Glennon deve migliorare (già un paio di volte la palla non è alta come dovrebbe essere per un TE della stazza di ASJ) e a mio avviso andrebbe cercato di piu.
LB. David come sempre mostruoso e Lansanah si conferma un giocatore su cui investire. Il problema è Fletcher. Non ci siamo proprio. Pessimo sulla coperture e spesso, troppo spesso, sbaglia a leggere i blocchi per le corse.
Ora, con questo non sto dicendo che siamo pronti per essere competitivi per i PO. Però siamo in crescita quasi ovunque, e la cosa che mi fa ben sperare è che siamo cresciuti con gli stessi giocatori. Segno che Smith ha in mano la situazione, che dobbiamo continuare su questa strada e continuare a fare progressi. Sono il primo a dire che dobbiamo migliorare su tutto, ma su molti aspetti la crescita da fare è minima o quasi.
Poi, se giochi contro Brees è normale che ti copri di piu contro i passaggi e che ti esponi contro le corse. Se poi a questo aggiungi che ti mancano Foster e Goldson (che eccellono proprio contro le corse e chi li sostituisce li fa rimpiangere eccome) ecco che ti spieghi le 100 e passa yds prese con palla messa sulla terra. Domenica scorsa a Pitt avevamo arginato bene sia Bell che Blount.
Il CS e soprattutto Arroyo devono avere più coraggio. Senza l'intercetto di Banks non saremmo rientrati in partita perchè per 25 minuti del primo tempo abbiamo avuto il solito gameplan straconservativo ed improduttivo.
Ovviamente tutti questi progressi dovranno essere confermati, si può e si deve migliorare - e tanto - ma la strada oggi mi sembra quella giusta.
Freeman 80
Letto ora il tuo successivo articolo, e su buona parte dei punti siam d'accordo, ad eccezione del lavoro della DL. A me è sembrato che Brees non avesse tutta sta serenità nel cercare i bersagli, molto spesso l'ho visto colpito mentre lanciava.
RispondiEliminaCmq concordo che la prima cosa da correggere sono le penalità, troppe davvero e spesso hanno annullato giochi importanti (anche se in un paio di casi, senza holding o senza il facemask di ASJ probabilmente il big play non sarebbe arrivato).
Freeman 80
Freeman, in effetti mi sa che non la pensiamo molto diversamente: che la squadra abbia fatto registrare confortanti passi in avanti in queste due difficili trasferte l’ho sottolineato anch’io, ed è doveroso riconoscere come i Bucs degli ultimi due match nulla abbiano in comune con il team allo sbando visto al Georgia Dome o con la comunque brutta versione della squadra scesa in campo nelle prime due settimane.
RispondiEliminaNel mio pezzo volevo sottolineare come – a fronte di evidenti passi in avanti – di lavoro ne dobbiamo ancora fare tanto, perché quell’ultimo quarto (e l’overtime) non mi sono proprio piaciuti difensivamente parlando e perché dobbiamo assolutamente tornare ad essere pericolosi nel gioco sulle corse, essenziale per il tipo di football che vuole praticare Lovie Smith.
Poi è ovvio che non possiamo pretendere che il nostro HC abbia la bacchetta magica e che in un amen trasformi un team allo sbando in una squadra che le vince tutte a mani basse... anzi, ribadisco che già è stupefacente che in tempi così rapidi abbia rimesso la squadra nella giusta direzione perché a dirla tutta, dopo avere assistito allo scempio di Atlanta, temevo una replica delle ultime terrificanti stagioni, quelle con Morris e Schiano nei panni di HC.
Ecco, io piuttosto - a differenza tua – mi sa che ho fatto un po’ più fatica a digerire la L del Sueprdome, perché contro questi Saints, opachi e confusi, affannati e indietro di 11 punti a 10 minuti dalla fine, la W bisognava portarla a casa e invece... e invece niente, pazienza, sarà per un’altra volta.
Ad ogni modo, credo che Lovie Smith abbia dimostrato (in un mese!) cosa significhi essere un allenatore di football a livello NFL (ogni riferimento a Raheem Morris e a Greg Schiano è puramente voluto).