lunedì 4 novembre 2019

I Bucs ci provano ma alla fine prevale Seattle (in overtime)

Ci hanno provato i Bucs, a sovvertire il pronostico e ad espugnare Seattle, ma alla fine a prevalere sono stati i padroni di casa, vincitori con il punteggio di 40-34 (dopo overtime).

Non credo che questa volta si possa rimproverare più di tanto a Tampa Bay, che ha perso contro una squadra nettamente più forte, dato che Seattle non solo disputerà i playoff ma probabilmente sarà anche anche una delle protagoniste della postseason.

Il  molto discusso, dopo le ultime pessime prestazioni,  QB Jameis Winston questa volta non ha commesso disastri (fumble a parte), aiutato anche da un Evans stratosferico e da un sempre ottimo Godwin. Buone cose si sono viste anche (in pratica per la prima volta quest'anno) dal terzo WR, Perriman, sin qui oggetto misterioso (anche, va detto, a causa di problemi fisici)

Discreta prova del RB Jones e linea offensiva che ha tenuto bene rispetto alle ultime partite, grazie anche ai rientri dei titolari Cappa e Dotson, che non sono fenomeni ma decisamente di un altro livello rispetto ai propri rincalzi.

Nel secondo tempo, purtroppo, la difesa ha progressivamente ceduto, non riuscendo più a limitare il QB di Seattle, Wilson, protagonista della rimonta dei Seahawks. Va anche detto che Seattle avrebbe potuto chiuderla prima dell'overtime, se il kicker non avesse sbagliato calci tutto sommato fattibili (oltre ad un XP).

Per i Bucs, come dicevo, non credo ci sia troppo da recriminare, nonostante il buon vantaggio raggiunto nel primo tempo; spiace chiaramente per l'ennesima sconfitta e per le tante penalità che come al solito hanno vanificato giocate importanti ma se non altro la squadra ha tenuto dignitosamente il campo per tutti i 60 minuti, costringendo all'overtime un team assai più titolato.

Domenica prossima, dopo tantissimo tempo, si torna finalmente a giocare al Raymond James Stadium. Considerato che l'avversario, Arizona, dovrebbe essere ai livelli di Tampa Bay sarebbe gradito anche un ritorno alla W, che ormai manca davvero da tanto, troppo tempo.

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