Con la sconfitta n. 14 su 16 partite
(l'ultimo 2-14 risaliva al remoto 1986) si è finalmente concluso
uno dei campionati peggiori nella quasi 40ennale storia dei Tampa Bay
Buccaneers, che pure di annate storte in archivio ne possono contare
parecchie...
La delusione quest'anno è stata molto
forte, sia per il record finale che per la qualità del gioco,
davvero troppo scadente, espresso dalla squadra nell'arco dell'intera
stagione; nei prossimi giorni mi soffermerò nel dettaglio su free
agency, draft e situazione contrattuale dei vari giocatori, oggi però
vorrei spendere qualche parola a proposito di Lovie Smith.
All'Head Coach verrà
sicuramente concessa una seconda occasione ma nel 2015 il buon Lovie dovrà
condurre la squadra a ben altri risultati, essendo ormai in fase di
esaurimento l'ampio "bonus" di cui godeva al momento del suo
insediamento.
Nel mese di gennaio 2014, al momento
della sua nomina come HC dei Bucs, la speranza (unanime) era che un
allenatore referenziato, ricco di esperienza ad alto livello e pieno di
buon senso come Lovie Smith fosse la soluzione ideale per lasciarsi
alle spalle il deludente biennio targato Greg Schiano.
Purtroppo le cose sono invece andate
peggio di quanto anche il più pessimista dei tifosi potesse
prevedere, e ieri faceva proprio una gran tristezza vedere coach
Smith, nell'ultima partita stagionale contro i Saints, togliere dal
campo i giocatori migliori (da Mike Evans a Lavonte David) non a
causa di infortuni ma per facilitare la rimonta degli avversari e
garantirsi così l'ennesima sconfitta che voleva dire first pick
overall al prossimo draft... probabilmente il punto più basso e
umiliante raggiungibile da un allenatore.
Cercando di valutare le cose nella
maniera più oggettiva possibile, credo sia abbastanza evidente che
Smith abbia commesso molti errori, sia in fase di costruzione della
squadra che nel nel corso della stagione, non riuscendo mai né ad
invertire la rotta né a dare la sensazione di avere le idee chiare
su come condurre la squadra fuori dalla spirale negativa fatta di
sconfitte e prestazioni insufficienti. Ma la cosa peggiore di tutte credo
sia un'altra: chiunque lavori commette errori e nessuno pretende da
Lovie l'infallibilità, il fatto grave è non correggersi in corsa, o
lasciare "incancrenire" una situazione negativa.
Emblematico, a questo proposito, il
modo in cui è stato gestito il dualismo tra i QB; una volta evidente
(eravamo a fine settembre) che questi Bucs non sarebbero andati da
nessuna parte e che la postseason era un'utopia, non ha davvero avuto
alcun senso rimettere in squadra McCown, un veterano dalla conclamata
mediocrità, al posto di Glennon, un giovane al secondo anno il cui
effettivo valore è tutt'ora ignoto, proprio a causa delle scelte
dell'HC. Le giustificazioni addotte da Smith "McCown garantisce
alla squadra maggiori possibilità di vittoria", reiterate dopo
ogni sconfitta, sono davvero indifendibili, e le trovo ancora
peggiori della cocciutaggine nel volere insistere con McCown.
Ma cominciamo dall'inizio: in pratica
Smith e il GM Licht, una volta insediati, hanno scientificamente
fatto tabula rasa di quanto aveva lasciato loro in eredità la
precedente gestione Dominik-Schiano.
E' stato rilasciato Darrelle Revis, che
l'anno precedente era costato una prima scelta, è stata completamente
smembrata la linea offensiva (Penn, Jospeh, Zuttah, Larsen) e le
chiavi della squadra sono state affidate a Josh McCown, strapagando
un QB che in dieci anni di NFL aveva giocato da comparsa per 9 anni e
mezzo e che a Tampa ha confermato i suoi (enormi) limiti.
La free agency è stata dispendiosa, ed i nomi portati a Tampa erano, sulla carta, decisamente interessanti;
sia Collins che Dietrich-Smith erano unanimemente ritenuti due
innesti molto importanti, e sarebbe decisivo capire perché entrambi
abbiano reso così tanto al di sotto delle aspettative. Giocatori "sazi" e "imborghesiti" dal contrattone firmato in free
agency oppure un CS incapace di far rendere al massimo gli elementi a
disposizione?
Capitolo draft: bene Mike Evans al
primo giro, interessante l'idea di puntare su Seferian-Jenkins al
secondo round, decisamente censurabile la mossa di draftare un RB al
terzo giro. Nessuno discute il valore di Sims, ma rinforzare un
reparto già competitivo (quello dei RB, appunto) tralasciando
voragini enormi (la OL in primis) è stato un rischio eccessivo, le
cui conseguenze negative sono emerse in maniera lampante sin dalle
amichevoli prestagionali.
Forse Smtih e Licht speravano di
recuperare Carl Nicks, e per questo motivo al draft non hanno
investito in maniera massiccia sulla OL limitandosi a scegliere due
giocatori tutti da sviluppare come Edwards e Pamphile. Resta il fatto che questa gestione del
draft, in cui la OL non è stata rinforzata a dovere, l'abbiamo poi
pagata (con gli interessi) alla vigilia del campionato, quando cioè
ci si è resi conto di avere una OL impresentabile e ci si è
accollati il contratto pesantissimo di un veterano a fine carriera
(Mankins) mandando a Boston un giovane interessante (il TE Tim
Wright) più una quarta scelta. Decisamente un ottimo affare, dal
punto di vista di Bill Belichik.
La trade con i Pats rientra nelle
categorie delle "mosse della disperazione", quando ci si trova
cioè con l'acqua alla gola e si è costretti ad accettare le condizioni
dettate dalla controparte, una di quelle situazioni in cui si ha
solamente da perdere ed in cui un GM e un HC di valore non dovrebbero
mai andarsi a mettere. Per chiudere, va ricordata l'ultima mossa
discutibile a livello di gestione dei giocatori, e cioè la svendita
della pick n.7 assoluta del draft 2012 Mark Barron ai Rams in cambio
di un quarto giro (più un sesto), proprio per "recuperare" la preziosa scelta al
draft "regalata" ai Patriots nello scambio per Mankins.
Si pensava comunque, alla vigilia del
campionato, che nonostante le evidenti lacune e i parecchi punti
deboli questa squadra avesse le carte in regola per disputare una
stagione dignitosa, che avrebbe migliorato il record dell'anno
precedente (non si sognava certo un un 10-6 o un record vincente, ma
c'era molta fiducia circa la possibilità di migliorare il 4-12 della precedente stagione), che si sarebbero visti
nel corso dell'anno significativi passi in avanti, e che i frutti del lavoro
di coach Smith e del suo staff avrebbero portato se non delle W
quantomeno ad assistere a spettacoli decorosi e confortanti.
Ecco, poiché invece è accaduto
l'esatto contrario, con una squadra che non solo ha perso sempre e
comunque ma che ha anche giocato malissimo dalla prima partita di
preseason sino all'ultimo match di regular season perso
(intenzionalmente) con i Saints, è evidente che il contratto quadriennale (con opzione per un quinto anno) siglato lo scorso gennaio tra i Glazer e Smith sia decisamente meno "blindato" rispetto a dodici mesi fa.
Personalmente avevo accolto con
entusiasmo l'arrivo di Smith, che mi sembrava il coach più adatto a
cui affidare le sorti della squadra dopo la controversa e negativa
esperienza con Schiano. Al termine della prima stagione, in cui Smith
ha avuto carta bianca per rifondare la squadra come preferiva, il
giudizio sul suo operato non può che essere negativo, e lo dico al
di là del record; non mi sono piaciute troppe decisioni né
l'ostinazione con cui l'HC ha difeso per l'intera stagione alcune sue
scelte palesemente sconclusionate.
Credo però sia giusto concedere a
Smith la stagione del riscatto, dargli cioè la possibilità nel 2015
di dimostrare di non avere smarrito le tante qualità che gli hanno
permesso di ricoprire per ben nove anni il ruolo di HC in una piazza
difficile come Chicago. Sarà interessante, e questo lo vedremo a
breve, capire anche in che modo Smith modificherà il suo coaching
staff, a partire dall'ingaggio di un vero OC, figura chiave in ogni
team e la cui mancanza nei Bucs ha inciso non poco, a mio
avviso, sulla pessima annata,
Sarà cruciale la gestione di free
agency e draft, e credo che Smith si giocherà buona parte del suo futuro sulla sideline dei Buccaneers proprio con la gestione della first pick overall; che
di per sé è, al momento, un "tesoro" potenzialmente molto
prezioso ma che solo se sfruttato nel modo appropriato potrà aiutare
i Bucs a fare un salto di qualità importante. La storia, anche
quella di Tampa Bay, insegna che non sempre (anzi!) la prima scelta
assoluta è sinonimo di fuoriclasse e di giocatore in grado di
risollevare da solo i destini di un team...
Analisi impeccabile, coach Smith in una stagione ha perso la nomea di ottimo HC di alto livello, ora la prossima stagione starà a lui dimostrare la validità delle sue idee e delle sue mosse, anche alla luce della prossima offseason (free agency e draft) Io continuo ad avere fiducia in lui, ma le cose devono cambiare, se questa stagione Lovie ha provveduto a smantellare l'ossatura delle precedenti gestioni, nella prossima non avrà più alibi. Naturalmente grossa responsabilità hanno anche i giocatori e il resto del coaching staff. Per 'OC bisognerà investire su un ottimo prospetto, soprattutto in attacco gli schemi non si improvvisano (lo dico, nel mio piccolo, da Offensive Assistant di un team di Terza Divisione), mentre i punti nevralgici restano le due linee. Per il QB io cercherei una soluzione nei free agent o con una trade, anche se le disponibilità non sono superlative. Concludendo, l'importante sarà vedere dei passi avanti di tutta la squadra, cercando di migliorare il gioco e, se possibile, il numero delle W. Niente ambizioni di playoffs per favore, è inutile allestire una squadra di veterani mercenari validi per una stagione e basta. Sempre GO BUCS!!
RispondiElimina