L'HC dei Bucs, Greg Schiano |
Vediamo cosa ci dice la "Storia" del nostro sport: dal 1970, cioè da quando NFL e AFL si unirono dando vita all'attuale NFL, soltanto una volta (in oltre 40 anni) un team che ha iniziato la stagione con un record di quattro sconfitte consecutive è riuscito a disputare i playoff.
Una simile impresa riuscì ai San Diego Chargers del 1992 allenati da Bobby Ross, che dopo una partenza ad handicap chiusero con un lusinghiero 11-5, che li condusse in postseason dove peraltro nell'incontro di Wild Card ebbero la meglio sui Kansas City Chiefs, prima di terminare l'annata nel successivo incontro di Divisional contro i Miami Dolphins.
Sono quasi 200 le squadre, in oltre 40 anni, ad avere iniziato con un record di 0-4 ma solo una ha compiuto il miracolo di agganciare i playoff: Beh, diciamo che i precedenti storici non sono proprio molto favorevoli (eufemismo...!), anche se prima o poi - per la legge dei grandi numeri - ci sarà pure un'altra squadra che riuscirà a ripetere l'impresa dei Chargers 1992... ecco, diciamo che sembra poco probabile che questo potrà riuscire ai "nostri" Bucanieri, visto tutto quello che sta capitando dalle parti di One Buc Place! ;-)
Ma anziché "giocare" con i numeri, cerchiamo di analizzare con un minimo di criterio la situazione dei Bucs, sulla base di quanto visto in questo primo scorcio di stagione e dando anche un'occhiata alla "schedule" rimanente da qui a fine dicembre.
Il problema principale dei Bucs, a mio avviso, non è tanto (paradossalmente...) il fatto di ritrovarsi sullo 0-4, quando la situazione di permanente "tensione" e di "caos" ininterrotto che sembrano regnare in quel di Tampa. Il sergente Schiano, dopo aver fatto fuori nel peggiore dei modi possibili e con una tempistica altrettanto pessima Josh Freeman, adesso non ha più scuse: e dato che, se non cambieranno le cose, la prossima testa a saltare sarà la sua, da qui in avanti l'HC dovrà dimostrare non solo di avere ancora in pugno la squadra, ma soprattutto di essere in grado di condurre il team all'obiettivo per il quale, sostanzialmente, viene lautamente retribuito: vincere qualche partita.
Circa la disputa "Schiano vs Freeman" se ne sono scritte, e se ne sono lette, di tutti i colori. Chi difende il coach, chi difende il giocatore, chi parla senza conoscere l'argomento del contendere ma solo per un vaghissimo sentito dire... ecco, in tutto ciò affermare che la "saga" in questione mi sia venuta letteralmente "a noia", non rende bene il concetto: molto, molto di più! ;-)
Come ho avuto modo di sostenere in precedenti post, a mio avviso poteva starci - da un punto di vista strettamente tecnico - l'avvicendamento di Josh Freeman, anche perché è un sacrosanto diritto di qualsiasi HC quello di scegliere come QB un giocatore di sua assoluta fiducia, visto che buona parte della fortuna professionale di un capo allenatore dipende proprio dal quarterback. Quello che però contesterò sempre a Greg Schiano sono i modi e i tempi con cui si è giunti al siluramento di Freeman.
In quanto ai modi, non c'era il minimo bisogno di far uscire da One Buc Place tutti quegli "spifferi" tesi a delegittimare Josh di fronte a tifosi e opinione pubblica, fino a quasi farlo passare per un delinquente (tra l'altro la NFLPA si sta muovendo per chiarire meglio la situazione, dato che la privacy di Freeman è stata violata in modo pesante, proprio dalla Società).
In quanto ai tempi, Schiano sapeva benissimo sin dal termine dello scorso campionato cosa potesse garantirgli Freeman, dopo averlo allenato per un anno intero. E allora non si aspettano tre partite del 2013 per farlo fuori, ma si cerca una trade con un altro team nel corso dell'offseason, cosa che peraltro avrebbe consentito ai Bucs di ricevere qualcosa in cambio, fosse stato anche solo una scelta al quarto o al quinto giro.
E se invece è successo qualcosa di particolarmente grave che ha fatto precipitare la situazione in questo ultimo mese, si abbia il coraggio di metterci la faccia spiegando, nei limiti del possibile, le "vere" ragioni del siluramento del giocatore, senza raccontare "storielle" (dalla mancata partecipazione di Josh alla foto della squadra, in giù...). Ma farlo fuori ricorrendo allo stillicidio di "notizie" spifferate all'insider NFL di turno, mi pare un comportamento quasi meschino, tra al'altro assai poco in linea con quelli che sono i valori che paiono essere fondanti per Schiano (spirito di corpo, lealtà, coesione del gruppo, unità di intenti, ecc.).
Ad ogni modo, è probabile che la verità VERA non la sapremo mai, ammesso che ce ne sia una sola di verità, in una "storiaccia" come questa dalle mille sfaccettature...
Ma tornando al titolo del post, la domanda corretta non mi sembra tanto se sia possibile o meno raddrizzare la stagione, quanto se giocatori e CS riusciranno a lasciarsi alle spalle l'enorme polverone che i recenti fatti hanno sollevato. Senza peraltro tralasciare un altro (importantissimo) aspetto, quello tecnico: riuscirà un rookie di belle speranze come Mike Glennon, buttato nella mischia più per mancanza di alternative che per convinzione, a guidare sul campo i Bucs e a realizzare l'auspicata inversione di tendenza?
Nelle ultime dieci partite disputate sono arrivate ben nove "L", e l'unica "W" risale all'ultima giornata del 2012, con i Falcons che negli ultimi secondi di quell'incontro anziché cercare la rimonta preferirono far terminare il match, per evitare infortuni in vista degli imminenti playoff... dunque non proprio una W particolarmente significativa, ottenuta giocando contro un team con la testa già proiettata alla posteseason.
Dando un'occhiata alla schedule rimanente di questo 2013, mi pare che sia proprio la prossima partita quella che i Bucs hanno più possibilità di vincere, e per varie ragioni. Intanto, oggi Tampa Bay osserverà il "bye", mentre i prossimi avversari, i Philadelphia Eagles, saranno impegnati nella difficile partita con i tradizionali rivali dei New York Giants; vero che anche i NYG sono sullo 0-4, ma un match tra New York e Phila è - e sarà sempre, in qualsiasi situazione di classifica - una battaglia durissima.
Dunque domenica 13 ottobre i Bucs, reduci dal bye, affronteranno gli Eagles, reduci dal match con i Giants. E già questo è un aspetto positivo (minimo, certo, ma nella situazione attuale ci dobbiamo aggrappare proprio a tutto) per la truppa di Schiano. Aggiungiamoci il fatto che Mike Glennon, dalla partita con i Cardinals sino al 13 ottobre, avrà avuto parecchio tempo per analizzare con il coaching staff il match con Arizona, e per cercare di correggere quelli che sono stati gli errori più evidenti del suo esordio.
E poi, oggettivamente, anche Philadelphia è una squadra che sta attraversando un periodo di assestamento, dopo tantissimi anni ha cambiato head coach, e la filosofia di Chip Kelly deve ancora essere assorbita pienamente da Vick e compagni. Insomma, gli attuali Eagles rimangono un avversario ostico ma alla portata dei Bucs, sempre che la nostra squadra riesca a scendere in campo concentrata e "cattiva" (in senso buono), lasciandosi alle spalle polemiche e controversie di quest'ultimo periodo.
Dopo il match con gli Eagles, nelle successive cinque partite, i Bucs affronteranno due volte Atlanta (che al momento ha perso qualche partita di troppo, ma che rimane un avversario sempre tostissimo), giocheranno due volte in casa con Panthers e Dolphins e saranno impegnati a Seattle (forse la partita più difficile di tutte, considerato il valore dei Seahawks).
Insomma, per evitare di ritrovarsi dopo dieci partite con un record di sconfitte già in doppia cifra (0-10... roba che neanche ai tempi dei derelitti Bucs di Testaverde!) bisogna incominciare a incamerare qualche "W". A mio avviso, Eagles (soprattutto), e poi Panthers e Dolphins sembrano le avversarie più abbordabili, più difficile sarà - sempre sulla carta - superare gli arcirivali di Atlanta ed espugnare Seattle.
Ma, lo ripeto, queste sono solo chiacchiere di un tifoso, amareggiato e deluso per come è iniziata quella che nelle speranze di tutti doveva essere la stagione del riscatto, e che invece si è tramutata nella ennesima annata costellata di problemi, caos totale e difficoltà...
L'ultimo pensiero (ma ultimo in assoluto, spero, perché sull'argomento specifico non vorrei tornarci più) è per Josh Freeman.
Se siete lettori più o meno assidui del blog, saprete che non sono mai stato tenero con questo giocatore, a cui in un certo senso non perdonavo di avere prima "illuso" disputando una stagione 2010 a livelli eccellenti, e poi "deluso" per le tante, troppe, partite scialbe e incolori delle annate successive. Ebbene, devo però dire che il modo in cui il QB #5 è stato fatto fuori mi ha provocato un qual certo dispiacere (sarà la vecchiaia che incombe, ad avermi trasformato in un "lacrimoso" sentimentale? Può darsi ;-)...!).
Freeman, dopotutto, è stato un giocatore importante per la storia di questa franchigia, della quale tra l'altro detiene ad oggi praticamente tutti i record nel ruolo di QB, per quanto l'unica vera statistica che conti sia, alla fine, quella relativa al numero di "W" e di "L"; e avendolo seguito praticamente dal suo esordio (ricordo che con altri tifosi dei Bucs scherzammo, all'epoca, sul fatto che il giorno in cui Freeman sarebbe stato introdotto nella HoF avremmo potuto raccontare ai nostri nipoti che noi c'eravamo, quel giorno a Wembley, quando Josh fece il suo esordio in NFL con la maglia dei Bucs...) ebbene, mi sembra che questo ragazzo paghi al di là di limiti tecnici evidenti, anche una certa fragilità caratteriale, il che - in uno sport in cui si fa a gara a recitare il ruolo di "duro" a tutti i costi - me lo ha reso, in questi ultimi tempi, particolarmente simpatico...
Poi, magari un domani salterà fuori che aveva ragione da vendere Schiano e che Josh era "il male"... nel frattempo, ribadisco il mio "good luck" all'ultima profezia mancata di Raheem Morris, colui che doveva diventare "the next franchise QB" e che invece sarà ricordato come uno dei giocatori più discussi e controversi nella quasi quarantennale storia dei Tampa Bay Buccaneers ...
...Il problema della stagione di Tampa... è che non è MAI iniziata.... :-(
RispondiEliminaE mai inizierà con un incapace alla guida della squadra...