venerdì 29 dicembre 2017

Contro i Saints in cerca di una W (per l'orgoglio) o di una L (per il draft)?


Domenica 31 dicembre, più o meno all'ora in cui in Europa si festeggerà l'arrivo del nuovo anno, i Bucs saranno impegnati sul terreno di gioco contro i New Orleans Saints, per l'ultima partita del campionato 2017.

Cosa dobbiamo augurarci da questo match, per il bene della squadra?

Meglio una vittoria, contro rivali "tradizionali" quali sono i Saints, a beneficio dell'orgoglio e per concludere nel modo migliore una stagione molto difficile e complicata, oppure dobbiamo - paradossalmente - sperare nell'ennesima sconfitta, che garantirebbe a Tampa Bay un'ottima posizione di scelta nel prossimo draft?

Personalmente gradirei vedere una prestazione "tosta" da parte dei ragazzi in Red and Pewter, come del resto è accaduto nelle ultime due partite con Falcons e Panthers. Poi, onestamente, non credo che una W o una L con New Orleans cambierà i destini di Tampa Bay.

Il draft è tutto tranne che una scienza esatta, e scegliere con la pick n.4, 5 o 6 non credo cambierà le sorti dei Bucs.

Qualche esempio? Nel 1995 Tampa Bay gettò le basi per la squadra che vinse il Super Bowl draftando al primo giro sia Warren Sapp che Derrick Brooks, futuri Hall of Famer nonché pietre angolari di una delle difese più forti di sempre nella storia NFL.

Ebbene, i due giocatori furono scelti rispettivamente soltanto con le pick n.12 e n.28 del primo giro; molte squadre bypassarono sia Sapp che Brooks, due elementi che per l'enorme impatto che ebbero in NFL avrebbero meritato di essere draftati con le prime due scelte assolute di quel draft, in cui  - tanto per capire che cosa sia il draft - con la first pick overall i Benglas scelsero il RB Ki-Jana Carter, che si distrusse un ginocchio nella prima gara di preseason e la cui carriera NFL non ebbe in pratica mai inizio

Oppure, in chiave negativa, basti pensare a come i Bucs sprecarono la seconda scelta del draft 2016 puntando su un kicker rivelatosi disastroso (Aguayo...) o come anni prima, nel 2008 e sempre al secondo giro, venne scelto il WR ma soprattutto KR/PR Dexter Jackson (solo omonimo dell'MVP del SB 37) che non ricevette mai un pallone in NFL, riportando malamente qualche punt e kick-off prima di venire tagliato alla fine del suo anno da rookie.

Quindi, tornando al match di domenica con New Orleans, spazio alle seconde e terze linee che hanno tenuto il campo con grinta e carattere contro Atlanta e Carolina e - se fossi in Dirk Koetter - farei vedere tanta sideline ad elementi tipo il DT Chris Baker, la cui superficialità ci è costata una penalità sanguinosa e la conseguente sconfitta nel match di sette giorni fa contro i Panthers.

In settimana si è parlato molto delle "turbolenze" nello spogliatoio dei Bucs, proprio a causa di questo atteggiamento "perdente" e per certi versi rinunciatario da parte di alcuni giocatori, atteggiamento stigmatizzato da chi (Winston, ad esempio) farebbe fatica ad accettare una sconfitta anche in allenamento, figuriamoci in campionato.

La reazione furiosa e rabbiosa di Jameis domenica scorsa, quando un controverso fumble chiamatogli dagli arbitri ha posto fine al match, la dice lunga sulla voglia di vincere e sul carattere di questo ragazzo, un giocatore magari ancora un po' "grezzo" e che deve ancora migliorare sotto tanti aspetti, ma che rappresenta il futuro dei Bucs, e che deve essere considerata una delle poche certezze da cui ripartire in vista dell'ennesima "ricostruzione".

Tenuto conto che Winston ha giocato buona parte della stagione con la spalla destra in precarie condizioni, ricevendo raramente una protezione adeguata dalla OL e di fatto con un gioco di corse inesistente e improduttivo, direi che la stagione del nostro QB sia da ritenersi persino migliore dei due precedenti campionati disputati da Jameis (al di là di statistiche, numeri e opinioni di analisti che magari vedono i Bucs una volta a stagione).

Sapremo tra pochi giorni se nel 2018 al fianco di Winston, nel suo quarto anno in NFL, ci sarà ancora coach Dirk Koetter o se invece i Glazer decideranno di iniziare un nuovo corso, magari tornando sui propri passi e riportando a Tampa proprio quell'allenatore (Jon Gruden) che essi stessi licenziarono con troppa fretta nell'ormai lontano 2009...

Ad ogni modo, Bucs-Saints sarà l'ultimo capitolo  di questo orrendo campionato 2017, che avrebbe dovuto rappresentare il ritorno dei Bucs ai playoff, considerato che si era reduci da un positivo 2016 concluso con un record di 9-7 e da innesti rilevanti tra free agency e draft.

Invece, dopo il bell'esordio contro i Bears di Mike Glennon, è arrivato un tracollo dietro l'altro, con una serie infinita di sconfitte che hanno portato Tampa Bay all'ennesima stagione in doppia cifra alla voce "sconfitte".

Niente di nuovo sotto il sole della Florida, visto che ormai sono dieci anni che si ripete sempre il solito film, con i Bucs costretti a recitare - nel mese di gennaio - il ruolo di semplici spettatori davanti al televisore anziché quello di protagonisti sul terreno di gioco in lotta per il Vince Lombardi Trophy...

2 commenti:

  1. Sono d'accordo con te Star praticamente su tutto, l'unica cosa che non condivido troppo è la posizione di scelta al Draft...
    Tra una quarta a una sesta stanno in mezzo due giocatori che si possono chiamare oppure no, sono sempre due scelte in più o in meno, soprattutto se chi ti è davanti ha le tue stesse needs.
    Poi ovvio che bisogna avere occhio, ma i Mock Draft ormai sono precisi: salvo questioni off-field che potrebbero portare una franchigia a bypassare un giocatore, o a una need impellente che porta a una pick in un altro ruolo, generalmente se un talento è dato superiore un altro viene preso per primo, a prescindere da chi pesca... poi magari è un bust ma non lo si può sapere prima. Quindi a mio avviso è più questione di "fortuna" che di capacità di valutazione vera e propria.
    E in ogni caso quest'anno ci sono parecchie squadre che potrebbero andare di QB in alto, potrebbe esserci una corsa alla trade-up per non farsi sfuggire il prospetto preferito... ed ecco che una quarta overall potrebbe essere merce di scambio molto molto preziosa...

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  2. Caro Buc, condivido quando dici che c'è una bella differenza tra draftare per quarti o per sesti, soprattutto perché in caso di trade down da parte di Tampa Bay (eventualità che quest'anno, come sottolineavi, sembrerebbe abbastanza possibile) il prezzo da far pagare a chi intendesse prendere il nostro posto sarebbe decisamente più favorevole (per noi) se davvero ad aprile avessimo a disposizione la quarta pick overall. E se invece decidessimo di usarla noi quella scelta, draftando per quarti avremmo ancora a disposizione un ventaglio davvero ampio e interessante di opzioni.

    E, come sostieni, è innegabile che nel draft la "fortuna" abbia un ruolo molto importante, ma non sottovaluterei il "fattore umano", cioè le decisioni più o meno bizzarre da parte dei GM, decisioni che possono determinare nel bene o nel male il futuro di un franchigia.

    Per tornare all'esempio che ho citato (draft 1995), che dire ad esempio del GM dei NY Jets, che anziché andare su Sapp o Brooks preferì draftare un TE, pescando tal Kyle Brady con la pick n.9 overall... oppure – per tornare ai giorni nostri - sarebbe sufficiente ricordare la "follia" di Jason Licht, che decise di sprecare nel peggiore dei modi possibile un preziosissimo secondo giro (Aguayo, la peggiore scelta di sempre nella nostra storia).

    "Filosofia" del draft a parte, e tornando al match di domenica, la mia era sostanzialmente una domanda retorica, poiché è un dato di fatto che per il bene dei Bucs sarebbe auspicabile che dal match con New Orleans arrivasse una "L", per poter scegliere nel draft il più in alto possibile; anche se augurarsi di perdere – per di più contro i Saints – è qualcosa davvero "contro natura", almeno per i miei gusti...! ;-)

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