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A 7'' dalla fine, il volo vincente di Vincent Jackson. |
Per essere sicuro di non essermi sognato tutto quanto, oggi mi sono rivisto gli ultimi minuti del match tra Bucs e Steelers e... sì, è tutto vero, alla fine vince proprio Tampa Bay! ;-)
Scherzi a parte, non eravamo più abituati ad assaporare il dolce gusto della vittoria, a maggior ragione in rimonta e sul campo di un team molto, molto più quotato del nostro.
E' se è indubbiamente vero che gli Steelers hanno in un certo senso "agevolato" il successo dei Bucs, tra penalità sanguinose ed errori decisivi (come quel punt orribilmente calciato a un minuto dalla fine, che ha ridato il possesso ai Bucs sulla 46 yard line di Pittsburgh), è altrettanto vero che la squadra messa in campo da Lovie Smith nulla aveva in comune con il team molle ed amorfo che solamente dieci giorni prima si era fatto asfaltare dai Falcons senza opporre alcuna resistenza (Falcons che, a quanto pare, non sono poi questo fortissimo squadrone, dato che ieri le hanno prese dai non irresistibili Vikings...).
A Pittsburgh avremmo anche potuto perdere la partita, ma avremmo potuto parlare comunque della auspicata - e verificatasi - "reazione d'orgoglio". Probabile che a questo abbia contribuito anche il rientro di giocatori importanti (Doug Martin, ASJ) e del leader assoluto (Gerald McCoy, quasi commovente per come - con una mano sola - è riuscito a tenere il campo da protagonista), ma credo che dopo l'umiliazione subita ad Atlanta ci fosse da parte di giocatori e coaching staff il desiderio di cancellare una delle pagine più tristi della quarantennale storia dei Bucs e finalmente abbiamo visto quella tanto auspicata "sana cattiveria" che, unita a grinta, cuore e attributi, fa tutta la differenza del mondo in uno sport così agonisticamente estremo come il football.
Ma l'approccio mentale, per quanto importante, non è sufficiente per vincere le partite, se non è supportato anche da gesta tecniche importanti. E ieri si sono viste molte cose interessanti, da questo punto di vista. Cominciamo dalla vituperata difesa; ieri la linea - guidata da un McCoy a cui mi chiedo cosa si aspetti a far firmare il rinnovo del contratto, in scadenza tra 12 partite... - è parsa in evidente crescita rispetto alle precedenti esibizioni, molto più "reattiva" e in grado di "disturbare" Big Ben spesso e volentieri, ad esempio mettendolo a terra per ben 5 volte nel solo primo tempo. Si può e si deve ancora migliorare, però intanto si vedono progressi anche da parte di giocatori fino ad ora sempre nell'ombra (Bowers) e questo mi pare un buon segnale per il futuro.
Poi, rimanendo alla difesa, ci sono ancora tantissime cose che funzionano poco o proprio per niente, e su cui il DC dovrà lavorare ancora molto; in primis, la difesa sui passaggi. Anche ieri siamo stati massacrati dal solito TE (già Olsen alla prima giornata ci aveva distrutti, ieri ha replicato Miller), senza parlare dei disastri combinati da Antonio Brown. E' vero che parliamo di fuoriclasse, però non è possibile, ad esempio, vedere un Alterraun Verner (ma non doveva essere un mezzo fenomeno?!) bruciato sempre e comunque dal suo uomo, così come spiace che la prima scelta del 2012, la pick n.7 overall Mark Barron, svolga sempre con il diligenza il suo compitino ma senza mai o quasi mai recitare un ruolo da protagonista, facendosi troppo spesso trovare un secondo - o, se preferite, un paio di iarde - in ritardo nelle sue coperture.
Ieri per la secondaria è arrivato anche l'infortunio di Dashon Goldson a complicare le cose, certo è che Leslie Frazier deve elevare e di parecchio il rendimento del reparto di cui è responsabile; a Pittsburgh qualche miglioramento (soprattutto nella linea) si è visto, ma se domenica prossima a New Orleans la nostra secondaria giocherà ancora su questi livelli, sarà martedì grasso in anticipo per Drew Brees e soci....
E adesso veniamo all'attacco: ho rivisto con attenzione l'ultimo drive, quello vincente, e devo dire che Mike Glennon in una fase così delicata in cui il pallone pesa un quintale mi è piaciuto proprio tanto. Ha evitato il sack che poteva costarci la vittoria liberandosi al'ultimo secondo del pallone, ma evitando l'intentional grounding indirizzandolo verso Bobby Rainey (non sparacchiandolo a casaccio facendosi intercettare, alla Josh McCown...) e poi ha trovato con estrema freddezza e lucidità prima Louis Murphy e poi Vincent Jackson, pur con tutta la pressione di una difesa degli Steelers che cercava disperatamente di mettergli le mani addosso. A questo proposito, pollice su anche per la linea offensiva, che ieri ha disputato la migliore partita dell'anno e che nei momenti cruciali ha dato a Glennon tutti i secondi di cui il pennellone aveva bisogno.
Ecco, magari se Glennon e il centro Dietrich-Smith riusciranno in futuro a evitare tutte quelle penalità per "delay of game" (ieri se non sbaglio ne hanno commesse tre, di cui due consecutive!) sarebbe anche meglio, ma per adesso non ci lamentiamo: rispetto a solo un mese fa la OL vista a Pittsburgh mi è parsa davvero tutta un'altra cosa. E fiducia anche a Mike Glennon, teniamolo in campo il "giraffone" e vediamo se questo ragazzo ha i numeri per recitare un ruolo da protagonista in NFL; che McCown questi numeri non ce li abbia mi pare sia evidente, oltre al negativo avvio di stagione lo dicono oltre dieci stagioni da professionista che l'ex QB dei Bears ha disputato da sbiadita comparsa (non ci si faccia ingannare dall'unica stagione giocata ad alto livello, please!). A McCown, il compito di supportare dalla sideline il titolare Glennon, già ieri Josh mi sembrava perfettamente calato nel ruolo di "QB coach", dato che Arroyo era - per i noti motivi - costretto a fare l'OC!
Per le corse, Doug Martin non è ovviamente ancora a pieno regime dato che rientrava ieri da un fastidioso problema al ginocchio e comunque ha portato un contributo importante alla causa, segnando un TD e andandosi a prendere un sacco di botte nel cuore della difesa avversaria. Ma parlando dell'attacco di ieri non si può non spendere qualche parola per i due rookie (ASJ e Evans) e per la batteria dei ricevitori, da Vincent Jackson a Louis Murphy passando per Russell Shepard.
Cominciamo dai rookie: intanto speriamo che l'infortunio di Evans non sia grave, il ragazzo nel dopo partita ha detto di sentirsi meglio e che il problema all'inguine non dovrebbe essere particolarmente grave; auguriamoci sia proprio così, perché il prodotto di Texas A&M ha dimostrato ieri di possedere - alla sua quarta partita tra i PRO - numeri davvero molto interessanti. In altre parole, se Glennon gliela lancia bella alta e profonda, non mi pare sia facilissimo per il CB di turno andare a ostacolare questo lungagnone di circa due metri e grosso come un armadio... e un discorso analogo può farsi per ASJ: il TE da Washington mi piace molto, ha ottime mani abbinate a un fisico "importante" e considerato che rientrava ieri dopo essersi infortunato all'inizio dell'opener contro Carolina, direi che anche per lui si può parlare di match più che positivo.
E per chiudere, i ricevitori, protagonisti insieme a Glennon, del secondo tempo di ieri. Magari può non sorprendere che un campione affermato come Vincent Jackson afferri - in volo plastico, alla Dino Zoff! ;-) - il tutt'altro che facile pallone della vittoria, stupisce invece il partitone di Louis Murphy, appena rifirmato dai Bucs dopo essere stato tagliato alla vigilia della prima di campionato, e ieri assolutamente decisivo con le sue 6 ricezioni per 99 yards, così come importanti sono stati i due palloni ricevuti da Shepard, i primi in assoluto per lui in NFL.
Infine, un bravo anche a coach Lovie Smith, che in un momento così delicato dopo tre pesantissime batoste ha saputo mantenere unita la squadra accompagnandola verso l'uscita di quel tunnel dentro il quale i Bucs sembravano essersi persi in questo avvio di stagione.
Adesso si va a New Orleans, contro un avversario uscito malconcio dal sunday night perso nettamente a Dallas e che sarà dunque assetato di rivincita. Per cercare di rimanere in partita bisognerà, molto semplicemente (a parole), replicare quanto visto all'Heinz Field: cuore, grinta, cattiveria e....un po' di fortuna! Poi magari non si riuscirà a bissare il "miracolo", però senz'altro si uscirà dal campo a testa alta. Crederci, ragazzi, sempre e fino al'ultimo secondo!