lunedì 24 dicembre 2012

Un anno dopo, al punto di partenza

Il WR Mike Williams
Domenica prossima i Bucs si faranno asfaltare dai Falcons, dopodiché questa stagione 2012 terminerà con un poco lusinghiero risultato finale di 6 vittorie e 10 sconfitte. E' stato un campionato cominciato bene con la W nell'opener contro Carolina, proseguito benissimo al punto che a novembre il record diceva 6-4 ed erano concrete le possibilità di agganciare i playoff, ma poi è terminato in perfetto stile Morris, cioè nel peggiore dei modi rimediando batoste a raffica da chiunque, e giocando un football inguardabile sia in attacco che in difesa.

Anche la partita di ieri, contro i modesti Rams, ha mostrato tutte le gravi lacune e carenze di questa squadra, che nel corso dell'offseason dovrà essere modificata (e parecchio), se vogliamo davvero invertire la tendenza che ormai vede Tampa Bay tra le squadra destinate a recitare un ruolo da comparsa e mai da protagonista.

Chiaramente, tutto ruota intorno al giocatore chiave, il QB. Che fare con Josh Freeman? Sarà ancora lui lo starter nel 2013? Sono queste le domande decisive a cui Schiano e il suo coaching staff dovrà trovare risposta quanto prima. Come è noto il draft offrirà poco a livello di QB, e per quanto riguarda la free agency, se dovesse arrivare un Alex Smith tanto varrebbe tenerci Freeman, anche se circa i suoi limiti – sia tecnici che mentali – mi pare che questo campionato abbia detto molto, e purtroppo in negativo.

Forse un po' tutti noi ci eravamo illusi a proposito di questo giocatore, o più semplicemente ci piaceva sperare che almeno in questo caso Raheem Morris avesse visto giusto, e che Josh Freeman potesse rappresentare davvero un franchise QB, un pilastro intorno al quale ricostruire una squadra vincente.

E invece non è così, spiace constatarlo, ma Freeman ha confermato anche nel 2012 di avere limiti gravi per un giocatore che aspiri a fare parte dell'elite dei QB NFL: difficoltà nel leggere le difese avversarie, nel trovare il ricevitore libero e nel selezionare il target migliore, ossia in quei fondamentali basilari che distinguono, a livello di QB, un buon giocatore da un onesto mestierante. Tra l'altro, Josh ha anche perso, rispetto al suo unico anno giocato davvero ad alto livello, il 2010, quella mobilità che gli permetteva spesso e volentieri di evitare il sack correndo e conquistando yards preziose e capita sempre più spesso di vederlo impalato dietro la OL a cercare invano un WR libero e quasi ad aspettare l'inevitabile placcaggio.

L'unica scusante (volendo, nemmeno tanto lieve), è che la linea d'attacco di Tampa Bay sta facendo una fatica enorme, sia a proteggere il QB che ad aprire varchi per Martin, un altro giocatore il cui rendimento è calato molto nel finale di campionato; del resto si sapeva che avremmo pagato a caro prezzo – nel lungo termine – perdite devastanti come quelle di Davin Joseph e Carl Nicks, e così è stato. Di certo a Freeman non mancano i bersagli affidabili, dato che da questo punto di vista Jackson, Williams e Clark sono tre assolute garanzie.

OL a parte, la cosa grave è che Freeman sparacchia intercetti a raffica anche quando ha tutto il tempo per cercare Jackson e Williams, e preoccupa il fatto che quando questo ragazzo commette un errore anziché reagire entra in uno stato confusionale che lo porta poi a combinare veri e propri disastri, vedi le ultime due partite contro Saints e Rams, in questo senso davvero emblematiche.

Poi, naturalmente, per tornare ad essere competitivi nel 2013 bisognerà dare un'importante sistemata al settore dei CB (occorrono almeno due titolari nuovi, che dovremo acquisire tramite draft o FA), e recuperare al 100% tutti i giocatori importanti che abbiamo in Injured reserve, da Clayborn a Joseph e soprattutto Nicks.

Ma, come detto, la chiave di tutto resta comunque il QB, che è poi il giocatore che nella NFL di oggi sposta gli equilibri in maniera decisiva e dal cui rendimento dipende sempre più spesso se la squadra andrà a vincere, o a perdere, la partita... purtroppo, un anno dopo, siamo ancora al punto di partenza, a commentare una stagione perdente conclusa nel peggiore dei modi. Ma a qualcosa è servito, forse, questo 2012: ci ha aperto gli occhi sull'effettivo valore di Josh Freeman. Gran fisico, giovane età, e potenziale interessante, ma non – con buona pace di Raheem Morris – un franchise QB intorno al quale costruire una squadra vincente...

1 commento:

  1. A malincuore, non posso che condividere in pieno il tuo pensiero.
    Dato per scontato che ci terremo Josh nel 2013, ora aspetto di sapere cosa deciderà la dirigenza, se prolungare il contratto (e soprattutto, a quale eventuale costo!) oppure se non rinnovare, arrivare a fine dell'anno prossimo con Freeman free agent e valutare poi, ovviamente con la possibilità di trovarsi senza QB. Anche perchè un franchisa tag mi pare sprecatissimo per Freeman.

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