Clark esulta dopo aver realizzato il TD del 10-7 |
Un terzo quarto giocato malissimo sia in attacco che in difesa e concluso con un parziale di 21-0 per Manning e soci ha in pratica chiuso la partita, e i punti messi sul tabellone dai Bucs nel finale di match servono solo a rendere meno pesante la sconfitta.
Nel finale, poi, si è rivista l'inutile sceneggiata già andata in scena a Dallas e a New York, con il QB avversario che si inginocchia per far scorrere i secondi che mancano alla fine della partita, e la nostra DL che attacca a testa bassa, ovviamente con il solo risultato di scatenare una mezza rissa... mah!
Torniamo alla partita: il primo tempo, tutto sommato, aveva fatto sperare nell'impresa, perché pur non giocando benissimo i Bucs erano comunque riusciti a limitare Manning e a costruire un paio di drive sufficienti per chiudere la prima parte del match sul +3. Purtroppo, a campioni del calibro di Peyton non occorre giocare l'intera partita ad alti livelli: al QB dei Broncos è bastato il terzo periodo per guidare i suoi alla W. E ad aiutare Manning, non è mancato il contributo da parte della nostra secondaria, che ha commesso errori gravi e penalità ancora più sanguinose, che hanno agevolato - come se ce ne fosse stato bisogno... - il lavoro dell'attacco dei Broncos.
L'attacco dei Bucs, invece, nella parte decisiva del secondo tempo è rimasto nello spogliatoio. Martin non ha più guadagnato yards, Freeman ha lanciato male senza trovare i suoi ricevitori, anche perché messo sotto un'enorme pressione dalla difesa avversaria, e l'intercetto riportato in endzone da Von Miller ha in pratica chiuso il match. Nell'ultimo quarto i Bronocs si sono preoccupati più che altro di far scorrere il tempo, e i punti segnati dai Bucs sono serviti solo a migliorare le statistiche, non a rimettere in discussione un match che nel secondo tempo non ha avuto storia.
Chiaramente la sconfitta di Denver era nei pronostici, rimane il fatto che Tampa Bay sta attraversando una fase calante, dopo i ripetuti e brillanti exploit di metà campionato. Nelle ultime tre partite sono arrivate due sconfitte e la rocambolesca vittoria contro i Panthers. Considerato che ieri i Seahawks hanno espugnato Chicago, se i Bucs volessero coltivare qualche sogno di postseason occorrerebbe in pratica vincerle tutte da qui in avanti, e forse non basterebbe neanche, visto che il calendario di Seattle è decisamente molto agevole.
Tra le poche note liete, da segnalare il primo intercetto in carriera del rookie Lavonte David, per di più ai danni di un mostro sacro come Peyton Manning, e due FG messi a segno da Barth da oltre le 50 yards, che hanno permesso ai Bucs di limitare i danni e comunque di rimanere in scia dei Broncos sino alla fine.
Adesso, inizia l'ultimo quarto di stagione: il record di 6-6 lascia aperta ogni possibilità, con ancora quattro incontri da disputare. Certo è che per coltivare sogni di gloria non saranno più possibili passi falsi, e i Buccaneers di questo scorcio di stagione, decisamente meno brillanti rispetto a quelli ammirati un mese fa, non lasciano grandi speranze. Già sarà difficile superare Philadelphia e St. Louis in casa, ma per tenere vive le residue aspirazioni di playoff dovremmo probabilmente andare a espugnare sia New Orleans che Atlanta, oltre a sperare in improbabili passi falsi di Seattle... mission impossible, temo.
Beh, che dire... Sono emersi tutti i nostri limiti.
RispondiEliminaFreeman per niente in palla, ha sparato palloni quasi a casaccio; difesa che ha tenuto per un po', forse fin troppo per come è messa, poi ha ceduto al cambio di passo di Manning; secondaria praticamente inesistente; e coach Sullivan, che cominciava quasi a non starmi più antipatico, è tornato ai giochi da asilo di settembre.
Manning ci ha fatto illudere di avere speranze quando era troppo presto per fare la differenza, poi nel terzo quarto ci ha fatto vedere come gioca un vero attacco e ha saputo amministrare bene fino alla fine. Forse la prima partita stagionale in cui i Bucs non son stati in grado di giocarsela fino alla fine. Sarebbero state molte di più le partite chiuse e perse in questo modo, ma spesso gli avversari non han saputo darci il colpo di grazia (Carolina, Oakland...) ma i Broncos non ci han lasciato un lusso del genere e la partita l'han meritata in pieno.
Peccato, ma era da sapere, resta solo l'amaro in bocca non tanto per la L sul tabellone quanto perchè non riusciamo mai a giocare una partita intera a un buon livello.
Io penso che la nostra stagione finirà sull'8-8, che è già un lusso, Seattle se n'è andata e abbiamo Dallas, Washington e Minnesota che ci han ripreso, quindi posto in classifica pressochè inutile dato che a gennaio saremo semplici spettatori ma non avremo nemmeno le primissime scelte al Draft 2013.
Poco elegante inoltre, a partita strapersa, azzuffarsi sul QB Kneel, è inutile HC Schiano, se hai perso hai perso, fattene una ragione.