L'espressione di Freeman la dice lunga, sul momento
che sta attraversando il nostro quarterback...
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Al di là della sconfitta, anche a New Orleans - come otto giorni fa vs Phila - è stata disonorata la maglia, perché è venuto meno il minimo sindacale di impegno, cattiveria, rabbia e voglia di lottare, tutti elementi che devono costituire uno standard al di sotto del quale una squadra di Professionisti non può permettersi di scendere.
Purtroppo, invece, simili scempi continuano ad essere
all'ordine del giorno anche con Schiano e con un coaching staff
integralmente nuovo, il che impone attente riflessioni su quello che
dovrà essere il futuro di questa squadra.
A New Orleans il nostro attacco doveva
affrontare quella che è - cifre alla mano - una difesa colabrodo,
la peggiore dell'NFL. Risultato? Dopo 17 anni i Saints non hanno
permesso agli avversari di segnare neanche un punto, Freeman ha
giocato la peggiore partita da quando è in NFL (peggio ancora di
quanto fatto vedere quest'anno a Dallas e nel primo tempo vs Phila),
Martin ha fatto una fatica enorme a guadagnare due-tre yards a
portata, mentre Williams e Jackson hanno iniziato a ricevere palloni
inutili a partita ormai finita, solo per mettere a posto le
statistiche.
A questo, si aggiunga il nervosismo che
per forza di cose serpeggia nella squadra, con Freeman furioso con
Jackson per l'intercetto, imputandogli evidentemente di avere corso
una traccia non corretta, e con il LB Hayward e il coach Cox che
vengono addirittura alle mani, e meno male che qualcuno alla fine li
separa....
Insomma, sta andando tutto a rotoli, ed
ormai l'ultimo posto nella division è ad un passo, visto che i
Panthers sono in grande forma e hanno ottime possibilità di vincere le ultime
due partite, superando così i Bucs che – stando così le cose –
ho molti dubbi che possano ottenere una W in uno dei rimanenti due incontri,
domenica prossima vs St. Louis e il 30 dicembre ad Atlanta.
Quello che spiazza, e che lascia esterrefatti e interdetti, è il modo in cui i Bucs sono crollati, in maniera tanto
fragorosa quanto inattesa. Eravamo arrivati ad un record di 6-4,
belli carichi e con la prospettiva di giocarci un posto per i
play-off. E invece, dopo la rocambolesca W in overtime a Charlotte è
arrivata prima la sconfitta di misura con i Falcons, poi quella
abbastanza netta con Denver (anche se all'halftime i Bucs
conducevano), infine l'indegna prestazione con gli Eaglels e per
ultimo lo 0-41 di ieri, ma il divario avrebbe potuto essere maggiore
se Brees nel finale non fosse stato panchinato.
Apprestiamoci dunque a finire per
l'ennesima volta una stagione nel peggiore dei modi, ricalcando
quanto già visto ai tempi di Gruden (2008) e Morris (2011), per
restare agli esempi più recenti.
Non resta che verificare se a questa squadra sia rimasto un briciolo di orgoglio o se vedremo nuovamente in campo per
le ultime due partite gli stessi smidollati dell'ultimo mese.
Dopodiché, bisognerà fare attente valutazioni a partire dal
giocatore più importante e che adesso è nell'occhio del ciclone più
di ogni altro, Josh Freeman. Nei prossimi giorni riprenderemo
l'argomento, e mi soffermerò a lungo sul nostro QB, per ora mi limito a segnalare che il suo contratto prevede solo un'altra stagione, per cui nella prossima
offseason bisognerà decidere se prolungarglielo o se salutarlo (senza troppi rimpianti?) e
imboccare una nuova strada.
Nel frattempo, che cerchi di onorare i nostri colori almeno nelle ultime due partite, questo gruppo di incapaci che definire "squadra" mi pare eccessivo, dopo le ultime due allucinanti esibizioni...
Star hai detto tutto, non c'è altro da aggiungere.
RispondiEliminaSeguirò con interesse le prossime frasi su Freeman, e dato per assodato che l'anno prossimo sarà ancora con noi per via del contratto (a chi lo potremmo tradare adesso???), a Tampa bisognerà riflettere seriamente su cosa fare.
La cura Schiano è servita per metà stagione, la cura Sullivan è peggio della malattia, Freeman mi lascia senza parole, non capisco quanto sia colpa sua e quanto sia colpa del playcalling.