Quella di domenica tra Buccaneers e Jaguars, all'apparenza, non sembrerebbe essere altro che una partita tra due squadre abbonate all'ultimo posto nella rispettiva division, due "team barzelletta" che da troppi anni navigano nelle retrovie dell'NFL senza mai dare l'impressione di avere la capacità di invertire la rotta e risalire la china.
Invece, a mio avviso, questo match - soprattutto per quel riguarda i Bucs - riveste un'importanza estrema ed ammette un solo risultato: la vittoria.
Immaginiamo infatti, solo per un attimo, che cosa significherebbe sotto tanti punti di vista (fiducia, convinzione nei propri mezzi, possibilità di invertire la rotta in una stagione iniziata male ma con ancora tanti incontri da disputare, ecc...), il 12esimo tracollo interno consecutivo (l'undicesimo per Lovie Smith, più uno della precedente gestione Schiano), contro un team di pari, mediocre, livello e non certo superiore agli attuali Buccaneers.
Non dico che ci sarebbero gli estremi per un licenziamento immediato di Lovie, soprattutto se la L dovesse arrivare sul filo di lana, ma se per il terzo match consecutivo interno di questa stagione dovessimo assistere a un ignobile tracollo come quello visto con i Titans ed in parte anche con Carolina, dove nel terzo periodo già eravamo al garbage time, quel minimo residuo di credibilità di coach Smith ho l'impressione che evaporerebbe all'istante, come un cubetto di ghiaccio sotto il sole della Florida...
Per tanti motivi, dunque, con i Jaguars non ci sono alternative alla seconda vittoria stagionale di Tampa Bay,
Anche perché se Lovie Smith vuole avere un futuro come Head Coach dei Bucs (ammesso che non sia già troppo tardi...), bisognerà pure iniziare a scrollarsi di dosso questa eterna nomea di squadra perdente, addirittura incapace da due anni di espugnare il proprio stadio, diventato terra di conquista anche per i team meno accreditati.
E non sfruttare questa occasione, di portarsi su un record di 2-3 e di infrangere il tabù del Raymond James Stadium, è un lusso che questi Buccaneers non si possono più permettere. Bisogna vincere, adesso, basta rimandare.
E poi... rimandare a quando? Sono quasi 7 anni, da quando venne intempestivamente licenziato Jon Gruden, che questa squadra non ha più un'anima, che aumenta la disaffezione da parte di una "fan base" sempre più sfiduciata, e i mille cambiamenti a livello di coaching staff non hanno risolto nulla.
Siamo esattamente al punto di partenza, nè più ne meno dove ci trovavamo nel 2009 con Raheem Morris: una squadra in "rebuilding mode" con un QB rookie, e un team "...che adesso ne perderà tante, ma che in futuro....".
Ecco, basta con le scuse, basta con i "siamo una squadra, giovane, inesperta", basta con la ricerca di appigli e pretesti per giustificare le sconfitte.
Se questa è una "vera" squadra di football, domenica non è concepibile altro risultato che la vittoria. Io, fossi in Lovie Smith, preparerei la sfida con i Jaguars come se mi giocassi tutto, come un match "senza domani", una sfida da dentro o fuori; e in parte - mi auguro che Lovie ne sia consapevole - è proprio così. Perché come dicevo prima, non oso pensare alle conseguenze di una ennesima sconfitta casalinga, per di più contro quello che è forse l'unico team messo peggio dei nostri cari, quanto scalcinati, Buccaneers.
Per cui, cari ragazzi in Red and Pewter, poche storie: domenica si va ad espugnare il Raymond James Stadium! Li voglio vedere con "il coltello tra i denti" in ogni singolo snap, McCoy e soci, anche perché non è mica possibile costringere noi tifosi a consumare casse su casse di Maalox, ogni maledetta domenica sera dalle 19 alle 22....! ;-)
Già, se non ora quando? Fuori gli attributi, se si vuole ancora salvare ancora qualcosa di questa gestione! Go Bucs!!!!
RispondiEliminaMa quanto è forte Martin? A me mi fa impazzire!
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