lunedì 31 dicembre 2012

I Bucs si piazzano ultimi nella NFC south

Josh Freeman: sarà sempre lui il QB nel 2013?
Nonostante l'inatteso exploit sul campo dei Falcons, ed un record finale più che dignitoso di 7-9, i Bucs si classificano quarti ed ultimi nella NFC south 2012. In seguito alla vittoria dei Panthers a New Orleans, tre squadre (Bucs, Panthers, Saints) hanno chiuso la stagione con lo stesso record di 7-9, ed anche a livello di W-L negli scontri diretti e all'interno della division la parità è perfetta.

A fare la differenza è dunque il numero di vittorie e sconfitte con le avversarie della NFC, ed è questa particolare classifica a decretare il quarto ed ultimo posto per Tampa Bay.

La cosa ha un certo rilievo, perché due delle avversarie che affronteremo il prossimo anno dipendono proprio dalla posizione finale in classifica di questa stagione. Ed essendo arrivati ultimi, nel 2013 andremo a giocare in trasferta contro l'ultima classificata della NFC north (Detroit) e riceveremo a RJS l'ultima della NFC east (Phila).

Ecco quindi quali saranno le squadre contro cui i Bucs giocheranno, in casa e in trasferta, nel 2013:

HOME
- Atlanta Falcons
- Carolina Panthers
- New Orleans Saints
- Miami Dolphins
- Buffalo Bills
- San Francisco 49ers
- Arizona Cardinals
- Philadelphia Eagles

AWAY
- Atlanta Falcons
- Carolina Panthers
- New Orleans Saints
- New England Patriots
- New York Jets
- Seattle Seahawks
- St. Louis Rams
- Detroit Lions

Il 2012 è dunque terminato con una bella vittoria, e se questa W ci è costata qualche posizione nel prossimo draft, beh, pazienza. Vittorie come quella di ieri, sul campo fino a ieri imbattuto della squadra con il miglior record dell'intera NFC, sono importanti, danno fiducia e permettono di guardare al futuro in maniera più serena. E poi, basta con le sconfitte, la striscia di L consecutive stava ormai diventando imbarazzante, e finalmente - dopo due anni - è arrivata una W nel mese di dicembre!

Adesso, archiviata la prima stagione con un accettabile record di 7-9, Greg Schiano e il suo coaching staff, insieme al GM Mark Dominik devono iniziare a preparare le strategie in vista di free agency e draft, momenti cruciali per predisporre una squadra che nel 2013 dovrà raggiungere un record vincente e, di conseguenza, continuare a giocare anche nel mese di gennaio.

Questi Bucs sono una squadra discreta, con alcune eccellenze (la batteria dei WR, Doug Martin, la difesa sul gioco di corsa) ed altri limiti molto evidenti (la secondaria, una linea difensiva poco aggressiva, poca profondità nel settore dei TE). La sfida, per HC e GM, sarà quella di colmare tutte le numerose lacune in modo tale da presentare al via della prossima stagione una squadra competitiva e ambiziosa, in grado di arrivare alla doppia cifra nella casella delle W.

Poi c'è Josh Freeman, che nonostante una seconda parte di stagione molto negativa ha frantumato tutta una serie di record di franchigia che resistevano da anni, dalle yards lanciate al numero di TD pass, oltre ad essere stato il primo QB nella quasi quarantennale storia dei Bucs a lanciare per oltre 4.000 yards in una stagione...

Ecco, il primo nodo da sciogliere sarà proprio questo: continuare con Josh Freeman, a cui rimane solo un altro anno di contratto? E in questo caso, che sembra il più probabile, prevedere un'estensione o rischiare di ritrovarsi Freeman free agent al termine del prossimo campionato?

Chiarita la situazione con Josh, tutto il resto verrà di conseguenza. Come detto, non mancano le situazioni su cui è necessario intervenire, ed in primis bisognerà mettere mano alle secondarie. Dopo che Barber avrà fato sapere se intende o meno continuare a giocare e tagliato il prima possibile Eric Wright e il suo mega contratto da 7 milioni di dollari, la ricostruzione dei Bucs 2013 non potrà che partire da questo reparto, che solo per un soffio non ha riscritto un record negativo assoluto nei 93 anni di storia dell'NFL.

Anche se siamo già in offseason e se per vedere una partita dei nostri Bucanieri bisognerà attendere oltre sette mesi, mi sembra che gli argomenti di discussione non manchino... nel frattempo, l'augurio di un sereno anno nuovo a tutti voi, accompagnato - come sempre - da un solo grido: GO BUCS!

domenica 30 dicembre 2012

Martin fa il "fenomeno", espugnata Atlanta!

Il RB Doug Martin
Sembrava fosse inevitabile, che i Bucs avrebbero trovato il modo di perdere anche questa sera, e invece no. I ragazzi di Schiano ci hanno regalato una prestazione solida e concreta, con poche sbavature e con alcune giocate davvero entusiasmanti e alla fine la striscia di cinque sconfitte consecutive è stata interrotta; così come è stata evitata la doppia cifra nella casella delle L, andando a chiudere questo 2012 con un 7-9 che tutto sommato rispecchia abbastanza fedelmente quella che è stata la stagione di Tampa Bay.

La partita di stasera ricopriva un certo interesse anche per un gran numero di record - negativi e positivi - che erano in bilico; vediamo cosa è successo nel dettaglio.

Concedendo a Ryan solo 239 yards, la secondaria dei Bucs ha evitato (per una quindicina di yards...!) di riscrivere un record negativo assoluto nella storia della NFL, in quanto a yards concesse su passaggio a un QB avversario.

Buone notizie anche per i record dell'attacco, che sono stati quasi tutti battuti. Segnando 22 punti, Tampa Bay chiude il 2012 con 389 punti segnati, uno in più rispetto ai 388 messi a segno nel 2000, così come è stato superato anche il numero totale di yards guadagnate in una singola stagione, record questo per superare il quale mancavano in verità solamente 3 yards.

Josh Freeman è diventato il primo QB nella storia dei Bucs a lanciare più di 4.000 yards in una stagione, oltre ad aver stabilito un nuovo record per TD pass lanciati in una singola stagione (27) e in carriera (78). L'unico record non superato, per poche yards, riguarda le yards ricevute da Mike Williams, rimasto sotto le 1000 yards stagionali; peccato, sarebbe stata la prima volta nella storia dei Bucs avere due WR entrambi sopra le 1.000 yards.

Statistiche a parte, questa sera i Bucs sembravano quasi quelli di inizio novembre, produttivi in attacco e concentrati in difesa. Eccellenti come al solito nel difendere sulle corse, anche sui passaggi non si è assistito al solito massacro, e anzi è stata proprio la giocata nel finale da parte di Mark Barron, nel difendere ottimamente un passaggio di Ryan to Gonzalez, a consegnare in pratica la W ai Bucs.

Chiaramente i  Falcons non erano motivatissimi questa sera, ma in campo sono rimasti sempre i titolari e l'impressione è che solo nell'ultimo minuto, rinunciando a chiamare i time out, i Falcons abbiano iniziato a pensare ai playoff; ma nei precedenti 59 minuti la squadra di Mike Smith ha tenuto il campo in maniera più che onesta, senza regalare nulla a Freeman e soci.

Due parole sui singoli, adesso. Josh Freeman stava giocando una partita concreta e positiva, stasera: preciso, poche forzature, sempre bello concentrato... poi, proprio sul più bello, è arrivato il solito intercetto taglia-gambe, che sembrava potesse spianare la strada per la rimonta di Atlanta. Niente paura, ci ha pensato Doug Martin a rimettere le cose a posto. Il "criceto muscoloso" visto al Georgia Dome sembrava quello delle prestazioni fenomenali di metà stagione, e con un RB di questo livello diventa tutto più facile, Freeman o non Freeman....

Termina dunque con un record di 7-9 la prima stagione di coach Schiano alla guida dei Bucs. Un record che a inizio stagione, reduci dall'orribile 2011, poteva anche essere considerato più che accettabile, ma che adesso non può che lasciare un po' di amaro in bocca, considerato che a metà novembre ci trovavamo in una situazione di 6-4 e che nell'ultimo mese e mezzo sono arrivate sconfitte contro avversari modesti (St. Louis) o addirittura inguardabili (Phila) nonché tracolli davvero molto pesanti (New Orleans).

Nei prossimi giorni avremo modo e tempo di analizzare meglio questo 2012 e di proiettarci verso il 2013. Nel frattempo, un "grazie ragazzi" questa sera ci vuole, espugnare Atlanta è sempre motivo di una qual certa soddisfazione, e poi contro le avversarie di division è comunque un piacere portare a casa la W... ma soprattutto, speriamo che questa piccola grande impresa (Atlanta non aveva mai perso in casa nel 2012) costituisca il miglior trampolino di lancio possibile in vista della prossima stagione, in cui l'obiettivo non potrà che essere uno solo: chiudere con un record vincente e ritornare a giocare nel mese di gennaio... GO BUCS!

sabato 29 dicembre 2012

Contro Atlanta a caccia di primati

Mike Williams, a cui mancano  69 yards per
superare quota 1.000 in una singola stagione
La stagione 2012 sta terminando nel modo peggiore per i Bucs, con una rovinosa serie di sconfitte consecutive che domenica sera giungerà molto probabilmente a quota 6.

E nonostante ad Atlanta ci sia il concreto rischio di infrangere un record negativo assoluto del'intera NFL, qualora le nostre secondarie concedessero al QB dei Falcons almeno 252 yards di passaggio, ci sono anche parecchi record di franchigia che Freeman e soci potrebbero infrangere.

Vediamo quali.

 - Punti segnati in una stagione: il record attuale è di 388 punti e risale al 2000. Per superarlo, domani bisognerebbe mettere sul tabellone almeno 22 punti, impresa decisamente non semplice visto il crollo di rendimento da parte dell'attacco nell'ultimo mese.

 - Yards ottenute in una stagione: Considerato che ne occorrono solamente 3, di yards, per superare il record di 5.456 guadagnate nel 2008, direi che in questo caso il primato potrebbe arrivare anche nel corso del primo drive offensivo... forse!

Vincent Jackson e Mike Williams: Vincent Jackson ha già ampiamente superato le 1.000 yards guadagnate in stagione, mentre a Mike Williams ne occorrono ancora 69 per infrangere questa barriera. Se ci riuscisse, sarebbe la prima volta nella storia della franchigia che due WR riescono a superare entrambi quota 1.00 nel corso della stessa annata. Inoltre, se Jackson ricevesse per 89 yards supererebbe Mark Carrier, che nel 1989 ne ricevette 1.422, attuale record per un WR dei Bucs in una singola stagione.

Josh Freeman: Il QB dei Bucs ha già ottenuto il record per yards lanciate in una stagione (3.843) e potrebbe diventare il primo QB nella storia di Tampa Bay a superare quota 4.000. Inoltre, con un solo TD pass Freeman agguanterebbe due record che al momento condivide con  Brad Johnson (26 TD pass lanciati in una singola stagione) e Vinny Testaverde (77 TD pass lanciati in carriera). Infine, correndo per 5 yards, Freeman diventerebbe il QB dei Bucs più prolifico in yards guadagnate su corsa superando, anche in questo caso, Vinny Testaverde fermatosi a quota 905 yards.

Riusciranno i nostri "eroi" non dico a vincere la partita ma almeno a riscrivere (in positivo) il libro dei record? Vedremo, e molto dipenderà come sempre dal nostro QB, chissà se domani Freeman scenderà in campo in versione Dr. Jekyll o - come di recente gli è capitato un po' troppo spesso - indossando gli inquietanti panni di  Mr. Hyde...! ;-)

venerdì 28 dicembre 2012

Limitare Ryan per evitare un record inglorioso

Doug Martin in azione contro Atlanta
Qual è l'obiettivo dei Bucs per il match di domenica ad Atlanta, contro i lanciatissimi Falcons? Cercare di evitare figuracce come quella rimediata a New Orleans, ma soprattutto limitare il QB Matt Ryan, ed in particolare tenerlo al di sotto delle 252 yards lanciate.

Come è noto, infatti, l'impresentabile secondaria dei Bucs rischia seriamente di battere un record negativo "all-time" nella storia della NFL. In 93 anni, nessun team ho concesso così tante yards al QB avversario come stanno facendo i Bucs edizione 2012, i quali riusciranno ad evitare l'onta di detenere questo assai poco invidiabile record solo impedendo al QB di Atlanta di lanciare per un numero di yards superiore a 252.

Visto come stanno giocando i Bucs da oltre un mese, nonché il rendimento attuale dei Falcons, è probabile che Ryan avrà lanciato 252 yards assai prima dell'intervallo, forse già ad inizio del secondo quarto...! ;-)

Battute amare e note statistiche a parte, dal match di domenica non potrà che arrivare l'ennesima sconfitta per i ragazzi di Schiano (la sesta consecutiva), a meno che Atlanta non decida di far riposare tutti i suoi uomini migliori in vista dei playoff, ma anche in questa remota ipotesi sarebbe poi tutto da vedere se le riserve dei Falcons siano effettivamente inferiori ai nostri titolari.

Un altro dei motivi che possono indurre a guardare una partita di per sè abbastanza povera di significati, è vedere che cosa combinerà il sempre più indecifrabile Josh Freeman. Il quale nelle ultime due partite ha lanciato 8 intercetti, chissà se anche al Georgia Dome il QB dei Bucs riuscirà a mantenere le stesse identiche, rabbrividenti, medie...

In realtà, la vera ragione per cui vale la pena collegarsi al Game Pass anche questa domenica ha un nome ed un cognome ben precisi: Ronde Barber. Quella contro Atlanta potrebbe essere l'ultima partita in assoluto per questo grande giocatore, ed è un peccato che un campione simile debba chiudere la carriera circondato da modestissime controfigure, lottando per evitare di ritrovarsi anch'egli detentore dell'inglorioso record di cui sopra.

Dall'infermeria si apprende infine che ci sono due giocatori alle prese con infortuni di un certo spessore - Zuttah e Biggers - ma è probabile che entrambi riescano a recuperare in tempo per scendere in campo nell'ultima partita della stagione.

giovedì 27 dicembre 2012

Gerald McCoy convocato al Pro Bowl!

Il DT Gerald McCoy
Finalmente una bella notizia, in casa Tampa Bay Buccaneers. Il DT Gerald McCoy è stato convocato per il Pro Bowl, e sebbene i due titolari nel ruolo specifico saranno Smith (49ers) e Melton (Bears), anche il nostro Geraldone farà parte degli "interior linemen" per la NFC, nel match che verrà disputato il prossimo 27 gennaio all'Aloha Stadium di Honolulu, tra i migliori rappresentanti della NFC contro quelli della AFC.

Una bella rivincita per un giocatore che, giunto al terzo anno tra i PRO, si è finalmente espresso ad alti livelli, consoni a quelli di chi nel draft del 2010 venne scelto con la third pick overall.

I primi due anni di McCoy in NFL, onestamente, hanno lasciato ben poche tracce. Sia nel 2010 che nel 2011, tra l'altro, seri infortuni muscolari posero fine in anticipo alla sua stagione e comunque, anche quando era sceso in campo sano, raramente aveva mostrato lampi di quella classe che ne avevano invece fatto una stella ad Oklahoma, ai tempi del college.

McCoy ha ancora due anni di contratto con i Bucs, e diventerà free agent al termine della stagione 2014, avendo firmato nel 2010 un quinquennale del valore complessivo di oltre 63 milioni di dollari, 35 dei quali garantiti.

Oltre a Gerlad McCoy, ci sono poi altri tre giocatori dei Bucs che potrebbero essere presenti al Pro Bowl; sono stati infatti nominati come "riserve" il WR Vincent Jackson, il RB Doug Martin e la FS Ronde Barber. E Jackson e Martin sono le "prime riserve", ossia verranno chiamati per primi se qualcuno dei convocati non potrà essere disponibile per il Pro Bowl, o per infortunio o perché ancora impegnati con la propria squadra nei playoff.

UNA NUOVA PAGINA SUL BLOG
Detto della convocazione di McCoy, segnalo una nuova pagina da oggi on-line sul blog:
Jerseys, hats, gadgets and more!
Per saperne di più, è sufficiente cliccare sul link qui sopra... buona visione!

mercoledì 26 dicembre 2012

L'inutile ritorno, ad Atlanta, di Eric Wright

Il CB Eric Wright in azione contro i Vikings
Domenica 30 dicembre, in occasione dell'ultima partita di regular season che vedrà i Bucs impegnati ad Atlanta (dove verrà raggiunta quota 10 alla voce "sconfitte") sarà nuovamente disponibile il CB Eric Wright.

Dopo avere saltato quattro partite per uso di Adderall, sostanza ritenuta dopante e proibita dalla NFL, l'ex CB dei Lions tornerà quindi a disposizione di coach Schiano. Il quale però ha dichiarato che deciderà di utilizzare Wright solo dopo averlo visto nel corso degli allenamenti, che riprenderanno oggi a One Buc Place dopo due giorni di "vacanza". Ci sarebbe poi da chiedersi se due giorni di vacanza fossero proprio necessari, perché visto il rendimento nell'ultimo mese e mezzo  sarebbe stato forse il caso di prevedere un doppio allenamento anche per il giorno di Natale...!

Ad ogni modo, ecco - dal Tampa Tribune - le parole del nostro HC a proposito del ritorno di Eric Wright:
"He is back,'' Bucs coach Greg Schiano said Monday, "but I can't tell you right now without getting on the field and seeing where he is and formulating a plan. I think he'll be in shape. I've got to see what's the best thing for our football team, which I'm not sure of right now.''

Senza Wright sono arrivate quattro pesanti sconfitte, anche se non credo che la sua assenza sia stata determinante per il recente crollo dei Bucs. Anche perché Wright, sebbene sia stato pagato molto e in teoria avrebbe dovuto rappresentare un upgrade di un certo rilievo per la secondaria di Tampa Bay, non ha mai fornito un rendimento convincente, pari alle aspettative (medio/alte) che c'erano nei suoi confronti. 

Tra l'altro, ha fatto molto discutere questo "tweet" del CB #21:
"Sometimes you just need a change of pace … Taking @LaTanyaWright to Laguna for the weekend … Spa weekend, shopping and good food #RelaxMode."
Tweet in cui Wright raccontava del suo week-end fatto di shopping, svago e relax in una spa insieme alla moglie, ed inviato mentre i suoi compagni di squadra si facevano travolgere dai Saints a New Orleans, subendo una bruciante sconfitta anche per colpa di chi, ad esempio, non era disponibile in quanto squalificato per uso di sostanze proibite.... 

Dunque, complimenti a Eric Wright, per l'attaccamento dimostrato ai colori e alla maglia... ora, che a "professionisti" di questo tipo l'unica cosa che interessi sia quella di incassare l'assegno a fine mese, è noto, se poi avessero il pudore ed il buon senso di tacere, ogni tanto, sarebbe anche meglio.
E in quanto al suo eventuale ritorno ad Atlanta, credo sia sostanzialmente inutile, considerato il livello delle sue prestazioni nelle partite precedenti alla squalifica. A meno che quattro settimane di svago, ozio e relax insieme alla moglie non l'abbiano ritemprato....!  

Credo e spero che Wright verrà tagliato al termine della stagione. Occorre ben altro per risollevare la secondaria dei Bucs, che comunque andrà rifondata tra draft e free agency. Nei giorni scorsi si è parlato molto di Freeman e dell'importanza del QB in un team NFL, ma con una secondaria che concede ai QB avversari - e non solo ai fenomeni, ma anche a quelli decisamente scarsi - oltre 300 yards a partita, di strada se ne fa comunque pochissima, anche se dietro la nostra OL ci fossero Brady o Manning. 

Tra l'altro, se quella contro i Falcons sarà l'ultima partita in carriera per l'immenso Ronde Barber - di gran lunga il miglior DB dei Bucs in questo 2012 - ho qualche dubbio che possa essere sufficiente una sola offseason per sistemare in maniera non dico definitiva ma quantomeno decente l'intera secondaria, sia a livello di cornerback che di safeties...  

lunedì 24 dicembre 2012

Un anno dopo, al punto di partenza

Il WR Mike Williams
Domenica prossima i Bucs si faranno asfaltare dai Falcons, dopodiché questa stagione 2012 terminerà con un poco lusinghiero risultato finale di 6 vittorie e 10 sconfitte. E' stato un campionato cominciato bene con la W nell'opener contro Carolina, proseguito benissimo al punto che a novembre il record diceva 6-4 ed erano concrete le possibilità di agganciare i playoff, ma poi è terminato in perfetto stile Morris, cioè nel peggiore dei modi rimediando batoste a raffica da chiunque, e giocando un football inguardabile sia in attacco che in difesa.

Anche la partita di ieri, contro i modesti Rams, ha mostrato tutte le gravi lacune e carenze di questa squadra, che nel corso dell'offseason dovrà essere modificata (e parecchio), se vogliamo davvero invertire la tendenza che ormai vede Tampa Bay tra le squadra destinate a recitare un ruolo da comparsa e mai da protagonista.

Chiaramente, tutto ruota intorno al giocatore chiave, il QB. Che fare con Josh Freeman? Sarà ancora lui lo starter nel 2013? Sono queste le domande decisive a cui Schiano e il suo coaching staff dovrà trovare risposta quanto prima. Come è noto il draft offrirà poco a livello di QB, e per quanto riguarda la free agency, se dovesse arrivare un Alex Smith tanto varrebbe tenerci Freeman, anche se circa i suoi limiti – sia tecnici che mentali – mi pare che questo campionato abbia detto molto, e purtroppo in negativo.

Forse un po' tutti noi ci eravamo illusi a proposito di questo giocatore, o più semplicemente ci piaceva sperare che almeno in questo caso Raheem Morris avesse visto giusto, e che Josh Freeman potesse rappresentare davvero un franchise QB, un pilastro intorno al quale ricostruire una squadra vincente.

E invece non è così, spiace constatarlo, ma Freeman ha confermato anche nel 2012 di avere limiti gravi per un giocatore che aspiri a fare parte dell'elite dei QB NFL: difficoltà nel leggere le difese avversarie, nel trovare il ricevitore libero e nel selezionare il target migliore, ossia in quei fondamentali basilari che distinguono, a livello di QB, un buon giocatore da un onesto mestierante. Tra l'altro, Josh ha anche perso, rispetto al suo unico anno giocato davvero ad alto livello, il 2010, quella mobilità che gli permetteva spesso e volentieri di evitare il sack correndo e conquistando yards preziose e capita sempre più spesso di vederlo impalato dietro la OL a cercare invano un WR libero e quasi ad aspettare l'inevitabile placcaggio.

L'unica scusante (volendo, nemmeno tanto lieve), è che la linea d'attacco di Tampa Bay sta facendo una fatica enorme, sia a proteggere il QB che ad aprire varchi per Martin, un altro giocatore il cui rendimento è calato molto nel finale di campionato; del resto si sapeva che avremmo pagato a caro prezzo – nel lungo termine – perdite devastanti come quelle di Davin Joseph e Carl Nicks, e così è stato. Di certo a Freeman non mancano i bersagli affidabili, dato che da questo punto di vista Jackson, Williams e Clark sono tre assolute garanzie.

OL a parte, la cosa grave è che Freeman sparacchia intercetti a raffica anche quando ha tutto il tempo per cercare Jackson e Williams, e preoccupa il fatto che quando questo ragazzo commette un errore anziché reagire entra in uno stato confusionale che lo porta poi a combinare veri e propri disastri, vedi le ultime due partite contro Saints e Rams, in questo senso davvero emblematiche.

Poi, naturalmente, per tornare ad essere competitivi nel 2013 bisognerà dare un'importante sistemata al settore dei CB (occorrono almeno due titolari nuovi, che dovremo acquisire tramite draft o FA), e recuperare al 100% tutti i giocatori importanti che abbiamo in Injured reserve, da Clayborn a Joseph e soprattutto Nicks.

Ma, come detto, la chiave di tutto resta comunque il QB, che è poi il giocatore che nella NFL di oggi sposta gli equilibri in maniera decisiva e dal cui rendimento dipende sempre più spesso se la squadra andrà a vincere, o a perdere, la partita... purtroppo, un anno dopo, siamo ancora al punto di partenza, a commentare una stagione perdente conclusa nel peggiore dei modi. Ma a qualcosa è servito, forse, questo 2012: ci ha aperto gli occhi sull'effettivo valore di Josh Freeman. Gran fisico, giovane età, e potenziale interessante, ma non – con buona pace di Raheem Morris – un franchise QB intorno al quale costruire una squadra vincente...

domenica 23 dicembre 2012

Presi a pallate anche dai Rams...

Freeman in azione contro i Rams
Ennesima partita orrenda dei Bucs e sinceramente la voglia di commentarla è al di sotto dello zero. Tanto, il copione è sempre lo stesso e mi sarei anche un po' stufato di scrivere le medesime cose dopo ogni partita.

Anche contro squadre modeste come gli attuali Rams, questi Bucs proprio non ce la fanno, restano magari in partita nel primo tempo, per poi aprire il secondo subendo una ricezione da 80 yards + TD nel primissimo gioco, seguito poi dall'ennesimo intercetto (il settimo  nelle ultime due partite) di Freeman, nel primo possesso offensivo dei Bucs nei secondi trenta minuti di football...

E poi quell'irritante incapacità di entrare in endzone sprecando mille tentativi per segnare un TD dalle quattro o dalle cinque yards, nell'inutile e tardivo tentativo di rimonta.

Complimenti anche a coach Schiano per la carica che NON ha saputo infondere alla squadra negli spogliatoi durante l'intervallo... spiace constatare come non sia cambiato nulla, benché siano trascorsi dodici mesi, dagli osceni spettacoli a cui ci aveva abituato Morris lo scorso anno.

In sintesi, l'ennesima disfatta farcita di errori, fumble, intercetti, occasioni sprecate; insomma, nulla di nuovo sotto il sole della Florida.

Domani cercherò di commentare in maniera un po' più articolata il nostro ennesimo tracollo, peccato davvero chiudere in questo modo indecente una stagione che sembrava mettersi in ben altro modo, solo un mese e mezzo fa.

Ad ogni modo, la buona notizia è che di supplizio ne rimane solamente un altro, domenica prossima andremo a farci travolgere da Atlanta dopodiché questo 2012 andrà in archivio, e sarà il caso di iniziare a pensare in maniera molto seria se sia il caso di voltare pagina in maniera importante, a cominciare da quello che secondo Raheem Morris (e se lo diceva Morris....) sarebbe stato senza alcun dubbio the next franchise QB.....!

sabato 22 dicembre 2012

Brian Billick e il contratto di Freeman

Brian Billick ai tempi del Super Bowl 
Brian Billick, oggi analista per il network FOX, è stato per quasi dieci anni il capo allenatore dei Baltimore Ravens, alla guida dei  quali ha anche vinto un Super Bowl (disputatosi proprio al RJS di Tampa) contro i New York Giants. Non proprio l'ultimo degli incompetenti, dunque.

Ebbene, nei giorni scorsi Billick è intervenuto a proposito di un argomento che interessa da vicino i Buccaneers, ossia il fatto che Josh Freeman diventerà free agent al termine della stagione 2013, e che dunque sarà inevitabile iniziare a pensare all'eventuale rinnovo del suo contratto già da questa offseason.

Brian Billick sembra avere le idee chiarissime in proposito, e se dipendesse da lui non ci sarebbero molti dubbi circa il prolungamento del contratto di Freeman. Ecco il parere dell'ex HC di Baltimore a proposito di una eventuale conferma del nostro QB (dal Tampa Tribune):
"You don't let Josh Freeman get away. There are two kinds of teams in this league — teams like Tampa that have a quarterback and teams without. If Josh Freeman ever becomes available, he'd be the most coveted free agent of any offseason."

Billick rincara la dose, aggiungendo che a favore della conferma di Josh giocano anche il fatto che dal prossimo draft non usciranno QB particolarmente interessanti e che il nostro attuale QB ha davanti a sè ampi margini di miglioramento, vista la giovane età:
"As an organization, you have to ask yourself what's the next step if we don't sign Josh?" Billick said. "This isn't last year. Andrew Luck and RG III don't exist in this draft. You look at guys like Ryan Tannehill, Blaine Gabbert, Christian Ponder, Jake Locker — you want to start your franchise with any of those four?" 
"I think Josh is an excellent young quarterback who is still maturing. The next step for him is to be more efficient. Rather than force the ball downfield, take the checkdown. There's a nuance to that, and it will come with experience and being in a stable system."

A conferma delle parole di Billick, ecco quelle dell'attuale QB coach dei Bucs, Ron Turner, sebbene la sua sia un'opinione inevitabilmente "di parte", essendo Turner l'allenatore "personale" di Freeman :
"Sometimes, a guy makes a great play, and that's what happened last week on the first interception. He (Jabari Greer) made a great read, so give him credit. I've been around a lot of quarterbacks and Josh Freeman's physical talent is incredible. What I've learned from working with him every day is he has a passion for the game and he wants to get better."
"Drew Brees threw nine picks in a three-game span," Turner noted. "Nobody who has ever played at this level for long has avoided a stretch like that. My advice to Buc fans is simple: believe in Josh Freeman because he's got everything we're looking for."


Dopo tutti questi elogi, non ci resta che sperare che dalla partita di domani, contro quei Rams che pure possono contare su una buona secondaria, Josh Freeman ritorni ad essere il giocatore ammirato da Billick e non la sua sbiadita controfigura vista troppe volte nel corso di questa stagione. E soprattutto auguriamoci che l'ex HC dei Ravens abbia visto giusto, anche se le orribili prestazioni di Josh a Dallas e a New Orleans, ad esempio, qualche dubbio su quale sia l'effettivo valore del nostro QB lo hanno fatto venire... 

giovedì 20 dicembre 2012

P.J. Fleck, coach dei WR, lascia i Bucs

P.J. Fleck sulla sideline dei Bucs
Un settore che ha mostrato buone cose, in questa stagione 2012, è quello dei WR. Vincent Jackson ha confermato di essere ancora tra i migliori interpreti del ruolo, e peccato solo per quel passaggio da 95 yards nel throwback game vs New Orleans, che per un soffio V-Jax non riuscì a trasformare in TD facendosi riprendere proprio sul più bello da un difensore dei Saints.

Ma questo 2012 è stato positivo anche per Mike WIlliams, ripresosi dalla stagione scorsa - opaca e sotto tono - e molto a suo agio nel ruolo di WR #2. Interessanti numeri li ha mostrati anche Tiquan Underwood, che un po' a sorpresa si è guadagnato sul campo il ruolo di terzo WR, peccato invece non avere praticamente mai visto in azione nel 2012 Arrelious Benn, giocatore dalle ottime potenzialità ma frenato anche quest'anno da guai fisici, che in sostanza non gli hanno mai fatto vedere il campo, anche prima di finire in IR.

Perché questo lungo sproloquio sui WR? Perché il giovane coach che li sta allenando, P.J. Fleck, ha deciso di lasciare i Bucs e di approdare a Western Michigan University, college di Division I, per ricoprire li ruolo di Head Coach.

Fleck ha solo 32 anni, e una breve ed insignificante carriera da giocatore nel football PRO con l'uniforme di San Francisco, ma nonostante queste credenziali non particolarmente illustri, ha svolto nel modo migliore il suo lavoro riuscendo a farsi seguire sia da veterani di successo e di lungo corso (Jackson) che da giovani in cerca di riscatto (Williams) o desiderosi di affermarsi (Underwood), ed il reparto in questione è stato tra quelli più produttivi dell'intera squadra.

Schiano, che aveva già avuto Fleck come assistente a Rutgers, perde così il primo pezzo del suo coaching staff, che aveva costruito partendo da zero nel corso della passata offseason, visto che Morris aveva lasciato solo terra bruciata. Vedremo chi sarà chiamato a prendere il posto di Fleck, ma sarà interessante – anche a livello di coaching staff – vedere se ci saranno movimenti in difesa, ed in particolare nel reparto dei DB, quest'anno vero e proprio punto debolissimo della squadra, anche se considerato il valore del materiale umano a disposizione non credo che a Ron Cooper, coach dei DB, possano essere imputate colpe particolarmente gravi.

mercoledì 19 dicembre 2012

Bucs-Rams, sfida tra nobili (molto) decadute


Una decina abbondante di anni fa, tra la fine degli anni '90 e i primi anni '00, la sfida tra Tampa Bay e St. Louis era il confronto al vertice per eccellenza nell'ambito della NFC.

I Rams vinsero il Super Bowl nella stagione 1999 perdendo poi la finale nel 2001, i Bucs salirono sul tetto del mondo nel 2002, e tra queste due squadre si ricordano numerose sfide al vertice, tra cui proprio la finale NFC '99 vinta con molte polemiche dai Rams (con la famosa ricezione che avrebbe cambiato l'esito del match, e non ritenuta valida dagli arbitri, effettuata del WR dei Bucs Bert Emanuel) e poi un epico monday night nel 2000, con una particolare - estemporanea quanto efficace - giocata rimasta nella storia, realizzata dal QB Shaun King e dal RB Warrick Dunn, che a meno di due minuti dal termine diede ai Bucs la spinta per vincere quella partita. Questa incredibile giocata la potete gustare al minuto 3:27 del video che vedete qui sotto...  




Una dozzina di anni fa, Bucs-Rams era anche "attacco" (St. Louis) contro "difesa" (Tampa Bay), con "the gratest show on turf" guidato da Kurt Warner, Marshall Faulk e Isaac Bruce contro la impenetrabile difesa architettata da Monte Kiffin, e composta da campioni assoluti del calibro di Warren Sapp, Derrick Brooks, John Lynch, Simeon Rice e un giovane prospetto interessante, un certo Ronde Barber...

E andando indietro negli anni fino al 1979, quando i Rams erano ancora la squadra di Los Angeles, le due squadre si scontrarono sempre in una finale di NFC, persa dai Bucs – che pure la giocarono in casa – con il punteggio di 0-9.

Oggi Rams e Bucs rappresentano – già da alcuni anni, ormai – due team deboli, due "nobili decadute" guidate entrambe da giovani QB (Bradford e Freeman) che non sono però fino ad ora riusciti a condurre i rispettivi team fuori dalla mediocrità dei bassifondi NFL.

Sarà interessante vedere se in questa partita i ragazzi di Schiano, reduci da due batoste clamorose quali i brucianti e pesantissimi KO con Phila e New Orleans, riusciranno a rialzare la testa e a mettere in campo quello che oltreoceano chiamano "pride", ossia orgoglio.

Stando alle ultime prestazioni, il termine in questione non fa parte del vocabolario di nessuno dei 53 uomini a roster di Tampa Bay. La partita con St. Louis è davvero l'ultima occasione per dimostrare attaccamento alla maglia, voglia di reagire, e - appunto - "pride".

Non ci sarebbero scuse se i Bucs dovessero replicare l'ennesima prestazione immonda, al livello delle ultime due. Mi auguro che la cosa sia ben chiara nelle teste di tutti, a partire dal nostro HC; anche perché ne avrei, sinceramente, piene le tasche di trascorre tre ore della domenica sera a guardare la mia squadra presa a pallate da qualsiasi avversario...

martedì 18 dicembre 2012

Josh Freeman, un enigma senza soluzione?

Draft 2009, Josh Freeman con Morris e Dominik
Nel 2009 Raheem Morris fece carte false per scegliere al primo giro del draft il QB Josh Freeman; come dimenticare, ad esempio, una delle tante "genialate" dell'inarrivabile Raheem, ossia l'ingaggio del QB Byron "gatto di marmo" Leftwich firmato per svolgere il ruolo di "smokescreen" affinchè gli altri team non intuissero quale fosse il vero obiettivo dei Bucs in quel draft...

La fiducia di Morris nei confronti di Freeman era assoluta e totale (e questo, a pensarci bene, qualche dubbio doveva farcelo venire...) ed il peggiore HC della storia dei Bucs non perdeva occasione per ripetere che l'ex Kansas State sarebbe stato "the next franchise QB", ossia la pietra angolare dei prossimi dieci anni, il giocatore intorno al quale Tampa Bay avrebbe potuto ricostruire una squadra vincente ed in grado di rinnovare i successi dei bei tempi andati.

Sono ormai trascorsi quattro anni da quel 2009, quattro stagioni giocate quasi interamente da starter da parte di Freeman, ed è quindi arrivato il momento di tirare le somme, visto che tra l'altro al ragazzo rimane un solo anno di contratto e dunque nel corso della prossima ed imminente off-season bisognerà decidere quale sarà il suo futuro. E cioè se prolungargli il contratto facendone di fatto quel franchise QB ipotizzato da Morris, o se invece separare definitivamente le strade di Tampa Bay da quelle di Freeman.

Il punto cruciale, però, e che ancora non c'è una risposta precisa e definitiva su quale sia l'effettivo valore di questo giocatore, o perlomeno io non la conosco...

Bidone o campione? Forse, più semplicemente, nessuna di queste due ipotesi così estreme ma semplicemente un giocatore "mediocre" (nel senso di "medio"), e cioè un mestierante come tanti sebbene dotato di mezzi fisici superiori alla media, uno che nella NFL può benissimo starci ma che non sarà mai in grado di caricarsi una squadra sulle spalle e di guidarla alla conquista di qualcosa di importante, meno che mai di aprire un ciclo vincente...

Dopo quattro anni, Freeman rimane un enigma, il cui unico punto fermo sembra essere quello della incostanza e della variabilità estrema del rendimento fornito e mai come nel corso della attuale stagione questo "doppio volto" del giocatore è emerso in maniera tanto chiara.

Abbiamo visto un Freeman orrendo e abulico a Dallas, completamente fuori dal match per l'intero primo tempo contro i modestissimi Eagles, addirittura deleterio e dannoso a New Orleans, quando Schiano ha dovuto panchinarlo per evitargli l'umiliazione del quinto intercetto.... ma lo stesso giocatore era stato semplicemente perfetto nelle due vittoriose trasferte a Minneapolis e ad Oakland, così come nel match casalingo con KC (che era sì una partita facile, ma anche con gli Eagles doveva esserlo e invece...) e anche nelle partite in cui aveva ha luci ed ombre, il suo contributo è stato decisivo per portare a casa la W (il doppio successo con Carolina, o quello con San Diego).

Ormai, a forza di vederlo giocare, si capisce quasi subito se Freeman è in giornata buona oppure no. Quando rimane fermo impalato dietro alla linea, senza trovare un ricevitore libero quasi aspettando il sack, allora sappiamo che sarà un lunghissimo pomeriggio... quando invece il ragazzo è pronto a reagire alle difficoltà, e non esita a conquistare in prima persona, col fisico da OL che si ritrova, le yards decisive per chiudere un down allora possiamo essere quasi sicuri che Freema c'è, e che la domenica sarà molto lunga, sì, ma per i nostri avversari...

Non dimentichiamo poi un altro aspetto importante, ossia che stiamo parlando di un ragazzo ancora molto giovane; Freeman è nato nel gennaio del 1988, dunque deve compiere 25 anni, e forse questa cronica discontinuità, questa fragilità mentale tale per cui, al primo errore, spesso ne segue un altro ancora più grave, sono aspetti sui quali è possibile lavorare, e ottenere miglioramenti importanti, nel corso del tempo.

Ma la domanda di fondo rimane sempre quella, e forse al momento nemmeno Schiano o Sullivan hanno una risposta sicura. Andare avanti con Josh Freeman, e insistere con questo giocatore dalle potenzialità importanti e dal fisico roccioso ma dalla mentalità fragile e senza grande "cuore" ed ancora meno "attributi", oppure voltare pagina e puntare su un veterano affidabile e sicuro?

Ci sarebbe anche l'ipotesi draft, ma affidare i Bucs a un "novellino" sarebbe un assoluto salto nel buio, sia perché la classe dei QB draftabili ad aprile non prevede fenomeni in grado di giocare titolari dalla prima partita, sia perché i Bucs non sceglieranno comunque così in alto da poter draftare un eventuale "campioncino", ammesso che ce ne fosse uno.

L'unica certezza è che nel football attuale il QB è sempre più il giocatore chiave in grado di fare - spesso da solo - la differenza tra una W ed una L. Perché Doug Martin potrà anche giocare benissimo e macinare yards su yards, così come potremo avere ottimi WR quali Jackson e Williams, ma se Freeman non è in giornata allora c'è proprio pochissimo da fare.

Dunque, qual è la soluzione per risolvere l'enigma Josh Freeman?

A coach Schiano l'ardua risposta, e sarà il caso che il nostro HC valuti con estrema attenzione tutte le possibili alternative, visto che anche le fortune dell'ex capo allenatore di Rutgers nel mondo del football professionistico dipenderanno in larga parte dal rendimento del giocatore più importante della squadra, quello che si schiera alle spalle del centro, riceve lo snap, e mette in aria il pallone...

lunedì 17 dicembre 2012

I Bucs a NO, ovvero: come disonorare una maglia

L'espressione di Freeman la dice lunga, sul momento
che sta attraversando il nostro quarterback...
Il male oscuro (grave, gravissimo) che ha colpito i Bucs non concede tregua: dopo la prestazione indecente contro Philadlephia, quando siamo riusciti a perdere contro una non-squadra come gli Eagles di quest'anno, è arrivata ieri una delle prove più orrende ed inguardabili degli ultimi anni, era-Morris compresa, quando partite simili ai limiti dell'osceno erano all'ordine del giorno.

Al di là della sconfitta, anche a New Orleans - come otto giorni fa vs Phila - è stata disonorata la maglia, perché è venuto meno il minimo sindacale di impegno, cattiveria, rabbia e voglia di lottare, tutti elementi che devono costituire uno standard al di sotto del quale una squadra di Professionisti non può permettersi di scendere.

Purtroppo, invece, simili scempi continuano ad essere all'ordine del giorno anche con Schiano e con un coaching staff integralmente nuovo, il che impone attente riflessioni su quello che dovrà essere il futuro di questa squadra.

A New Orleans il nostro attacco doveva affrontare quella che è - cifre alla mano - una difesa colabrodo, la peggiore dell'NFL. Risultato? Dopo 17 anni i Saints non hanno permesso agli avversari di segnare neanche un punto, Freeman ha giocato la peggiore partita da quando è in NFL (peggio ancora di quanto fatto vedere quest'anno a Dallas e nel primo tempo vs Phila), Martin ha fatto una fatica enorme a guadagnare due-tre yards a portata, mentre Williams e Jackson hanno iniziato a ricevere palloni inutili a partita ormai finita, solo per mettere a posto le statistiche.

A questo, si aggiunga il nervosismo che per forza di cose serpeggia nella squadra, con Freeman furioso con Jackson per l'intercetto, imputandogli evidentemente di avere corso una traccia non corretta, e con il LB Hayward e il coach Cox che vengono addirittura alle mani, e meno male che qualcuno alla fine li separa....

Insomma, sta andando tutto a rotoli, ed ormai l'ultimo posto nella division è ad un passo, visto che i Panthers sono in grande forma e hanno ottime possibilità di vincere le ultime due partite, superando così i Bucs che – stando così le cose – ho molti dubbi che possano ottenere una W in uno dei rimanenti due incontri, domenica prossima vs St. Louis e il 30 dicembre ad Atlanta.

Quello che spiazza, e che lascia esterrefatti e interdetti, è il modo in cui i Bucs sono crollati, in maniera tanto fragorosa quanto inattesa. Eravamo arrivati ad un record di 6-4, belli carichi e con la prospettiva di giocarci un posto per i play-off. E invece, dopo la rocambolesca W in overtime a Charlotte è arrivata prima la sconfitta di misura con i Falcons, poi quella abbastanza netta con Denver (anche se all'halftime i Bucs conducevano), infine l'indegna prestazione con gli Eaglels e per ultimo lo 0-41 di ieri, ma il divario avrebbe potuto essere maggiore se Brees nel finale non fosse stato panchinato.

Apprestiamoci dunque a finire per l'ennesima volta una stagione nel peggiore dei modi, ricalcando quanto già visto ai tempi di Gruden (2008) e Morris (2011), per restare agli esempi più recenti.

Non resta che verificare se a questa squadra sia rimasto un briciolo di orgoglio o se vedremo nuovamente in campo per le ultime due partite gli stessi smidollati dell'ultimo mese. Dopodiché, bisognerà fare attente valutazioni a partire dal giocatore più importante e che adesso è nell'occhio del ciclone più di ogni altro, Josh Freeman. Nei prossimi giorni riprenderemo l'argomento, e mi soffermerò a lungo sul nostro QB, per ora mi limito a segnalare che il suo contratto prevede solo un'altra stagione, per cui nella prossima offseason bisognerà decidere se prolungarglielo o se salutarlo (senza troppi rimpianti?) e imboccare una nuova strada.  

Nel frattempo, che cerchi di onorare i nostri colori almeno nelle ultime due partite, questo gruppo di incapaci che definire "squadra" mi pare eccessivo, dopo le ultime due allucinanti esibizioni... 

domenica 16 dicembre 2012

Ma è tornato Morris, sulla nostra sideline?

Ennesima debacle, e non solo per i DB dei Bucs
La domanda sorge spontanea: non è che per caso, da circa un mese, Raheem Morris è tornato ad allenare i Bucs? No, perché l'orribile rendimento della squadra, da troppe partite a questa parte, assomiglia in maniera sinistra a quello a cui eravamo abituati dodici mesi fa, sotto le cure del peggior HC di sempre di Tampa Bay.

Non ci siamo, proprio per niente, ed ogni domenica va sempre peggio.

Questa sera, a New Orleans, era in gioco una cosa sola: l'orgoglio. Nè i Bucs nè i Saints disputeranno i playoff, ma se la squadra di Brees è parsa viva e desiderosa di mettere le mani sulla W, Tampa Bay è entrata in campo con gli occhi bassi e l'aria di chi doveva giocare questa partita per forza, quasi contro voglia. Sono stati sufficienti i primissimi drive, per capire che sia in attacco che in difesa  sarebbe finita malissimo.

Primo tempo orripilante, as usual, ma ormai questa è diventata una costante. Con un Freeman in stato confusionale, incapace di trovare i WR e - spiace dirlo, ma è così - mai come stasera il confronto tra i due QB è stato impietoso. C'era una situazione di terzo down e lungo? Freeman lanciava un intercetto e Brees andava a chiudere il down in scioltezza.... E secondo tempo ancora peggiore del primo, con errori gravissimi in attacco (4 intercetti e 1 fumble perso gli highlights di Freeman, alla fine panchinato per Orlovski...) e con una difesa infilata a ripetizione dai Saints, fino all'umiliante 0-41 finale.

Il tutto condito da inevitabile tensione e palpabile nervosismo, vedi la semi-rissa tra il LB Adam Hayward e il coach Bryan Cox, segno evidente che sta andando tutto a rotoli. Ed è un peccato, perché a questo punto dubito che si riesca a evitare la doppia cifra nella casella delle sconfitte; e dire che la stagione sembrava avviarsi verso un ben diverso finale, dopo i brillanti successi ottenuti tra ottobre e novembre.

E' davvero pochissima la voglia di commentare queste prestazioni indecenti dei Bucs. Potrei linkare quello che scrivevo lo scorso anno dopo i tracolli di Jacksonville o Tennessee o Atlanta, tanto il contenuto è sempre quello, con i Bucs nei panni della squadra modesta e priva di attributi, umiliata senza problemi dagli avversari, chiunque essi siano.

Speravo - mi ero illuso - che coach Schiano avesse trovato la ricetta giusta per motivare a dovere la squadra e per evitare che, oltre alle partite, si perdesse anche la faccia. No, evidentemente, avevo preso un abbaglio e anche bello grosso, se dodici mesi dopo siamo sempre al punto di partenza, presi a bastonate anche da team modesti e con i quali in teoria dovremmo avere tutte le possibilità di giocarcela fino in fondo.

Di male in peggio, dunque, e purtroppo ci sono ancora due partite prima di chiudere questa stagione, iniziata con fiducia e speranza, che a un certo punto ci aveva persino illuso, e che invece sta terminando nel peggiore dei modi, in perfetto Raheem Morris style...

sabato 15 dicembre 2012

A New Orleans con un solo obiettivo: W

Espugnare New Orleans: mission impossible? 
Mi interessano poco i discorsi per cui, sfumato il sogno playoff, da qui in avanti converrebbe perdere tutte le rimanenti partite, allo scopo di ottenere una posizione migliore nel prossimo draft di aprile.

No, io ritengo invece che iniziando da domenica al Superdome bisognerà entrare in campo proprio "con il coltello tra i denti", per cercare di vincere il primo dei tre rimanenti match di questa stagione 2012 e lo stesso approccio dovrà esserci contro St. Louis e ad Atlanta. Un team cresce solo vincendo, e la mentalità di una squadra si rinforza unicamente a forza di W; poco male, se ad aprile i Bucs sceglieranno con alcune posizioni di ritardo. Tanto, a quel punto del draft, i fuoriclasse saranno già stati chiamati e poi il draft rimane una "scienza inesatta", in cui gemme nascoste vengono pescate magari al terzo giro, laddove al primo non è così raro orientarsi su un apparente campione che poi finirà per rivelarsi poco più di un mestierante.

Vincere, invece, aiuta i giocatori a credere nei propri mezzi e accresce la fiducia in se stessi, e tutto questo è di basilare importanza in ottica 2013. Sarà bene dunque interrompere il prima possibile l'attuale striscia di sconfitte consecutive giunta ormai a quota tre; o vogliamo incominciare il 2013 reduci da sette sconfitte consecutive....?! Mi sarebbe bastata la "losing streak" di Raheem Morris lo scorso anno, ben dieci L, per cui si inverta la rotta quanto prima e si torni a festeggiare una W, che sia a New Orleans, in casa con i Rams o ad Atlanta.

E poi perché chiudere una stagione con un record di 6-10? E' ancora possibile - sebbene molto difficile - agganciare l'obiettivo della stagione non perdente, anche se per terminare con 8-8 sarà necessario espugnarne almeno una tra Atlanta o a New Orleans. Basta con le sconfitte assurde come quella con gli Eagles, con i cali di concentrazione che ancora troppo spesso affliggono i nostri giocatori, e basta con le partite in cui i Bucs "giocano" seriamente per quindici minuti su sessanta. Speriamo che anche a coach Schiano la sconfitta con Philadelphia sia rimasta indigesta che in settimana il nostro HC si sia fatto sentire...

Tra l'altro, di questo passo i Bucs rischiano di battere un record negativo assoluto (!) per quel che riguarda le yards sui passaggi concesse agli avversari in una singola stagione. Al momento, la nostra secondaria permette agli attacchi avversari di prendersi ben 311,6 yards per match. Di questo passo, a fine stagione sarebbero ben 4.986 le yards totali lanciate dai QB avversari, ben oltre l'attuale record negativo di 4.796 detenuto, ingloriosamente, da Green Bay.    

Insomma, i motivi per fare bene e per cercare di vincere i prossimi tre match non mancano e sarebbe davvero un peccato chiudere con una sconfitta dietro l'altra questa stagione, che anche se non terminerà con l'approdo ai playoff ci ha comunque regalato belle soddisfazioni ed alcune splendide vittorie (vedi lo "sweep" ai danni di Carolina o i roboanti exploit corsari a Minneapolis e ad Oakland) con un finale degno dei Buccaneers del peggior Raheem Morris... e quindi: sveglia, ragazzi!

venerdì 14 dicembre 2012

Un libro per Natale? "Sapp Attack"

Un libro per Natale? "Sapp Attack", ovvero
cinquanta sfumature di Red and Pewter...! 
Warren Sapp è stato uno dei più grandi Bucanieri di sempre. Personalmente, lo metterei in un ideale podio insieme a Lee Roy Selmon e a Derrick Brooks,in quanto a classe pura e capacità di fare "reparto da solo", ossia di spostare verso l’alto gli equilibri di un intero reparto con la propria presenza.

Se siete curiosi di conoscere la storia di questo campione, e non sapete quale libro farvi regalare a Natale, vi segnalo la biografia dell’ex DT #99, “Sapp Attack”, disponibile su Amazon a 12,99 dollari, formato kindle compreso. Il libro è uscito ormai da qualche mese ma la sua lettura mi pare perfetta proprio per il mese di gennaio, quando noi tifosi dei Bucs avremo molto tempo libero, soprattutto nei week-end, da dedicare ad altre attività che non al football giocato…

Il libro non  l’ho letto, ma ho trovato molto interessante la recensione apparsa su "bucpower.com”, l’ottimo sito inglese che è una vera e propria bibbia per tutto quel che riguarda i Tampa Bay Buccaneers. 

Warren Sapp ne ha per tutti, a partire da alcuni compagni di squadra non particolarmente amati. Il QB Trent Dilfer, ad esempio, viene definito "an interception waiting to happen", mentre ancora più pesante è l'opinione sul WR Keyshawn Johnson "too stupid and too arrogant to know when he is wrong".

Parole di stima vengono invece spese sia per alcuni allenatori, da Tony Dungy a Jon Gruden passando per Rod Marinelli (ai tempi allenatore della linea difensiva e molto più amato e stimato da Sapp rispetto a Monte Kiffin) che per alcuni ex compagni di squadra, tra cui Derrick Brooks, John Lynch e Brad Culpepper. 

Si viene poi a conoscenza di episodi curiosi, come ad esempio la rissa scoppiata con il DE Chidi Ahanotu, con cui evidentemente non correva buon sangue, anche perché Sapp non perdeva occasione per dire a chiunque che Ahanotu avrebbe dovuto cambiare il nome del suo jazz club da "sacks" a "pressure", dato che appunto era questo  - "pressure" e non "sack" - tutto quello che Ahanotu era in grado di fare, secondo il buon Warren...

Chiudo riportando, in sintesi, il giudizio di "bucpower.com" su questa biografia.

"Love him or hate him, you cannot ignore him and "Sapp Attack" is a continuation of the player and man that Buc fans knew so well for nearly a decade around the Super Bowl victory. 
So do you buy it? Yes of course. It is the best book so far written by a Buccaneer player and tells enough great stories from the best years of the franchise to make it essential reading for any Tampa Bay fan. Just don't expect Warren to offer to sign it should you ever see him with a copy of it in your hand".

mercoledì 12 dicembre 2012

Rifirmato il CB Brandon McDonald

Il CB Brandon McDonald
Dopo l'ingresso dell'ennesimo giocatore nella IR (Myron Lewis, un altro CB che, per varie ragioni, ha terminato in anticipo la stagione), i Bucs hanno rifirmato il CB veterano Brandon McDonald, sei anni in NFL e la prima parte di questo 2012 trascorsa proprio indossando l'uniforme di Tampa Bay.

L'arrivo di McDonald aggiunge quantomeno un minimo di profondità al reparto più in difficoltà della squadra, anche se non può certamente risolvere i mille problemi che hanno reso la secondaria dei Bucs la peggiore in assoluto dell'intera NFL.

Dopo essere stato tagliato dai Bucs, McDonald aveva trovato un ingaggio sempre in Florida firmando con i Dolphins, con i quali era però rimasto solo pochi giorni prima di doversi cercare una nuova squadra.

Contro i Saints, i due CB titolari saranno dunque Leonard Johnson ed E.J. Biggers, con  i vari Gorrer, L. Lewis, Gaitor e McDonald pronti a dare man forte (si fa per dire...) salendo dalla sideline. Basterà tutto questo per non venire travolti da Drew Brees, domenica prossima a New Orleans? E' difficile, e se  un carneade come Foles ha lanciato quasi 400 yards e 2 TD, non oso pensare cosa potrà combinare un fuoriclasse come Brees.

Speriamo che la linea riesca a mettere sotto pressione il QB dei Saints, forse l'unico modo per cercare di limitarlo, dato che - come da copione ormai consolidato - il contributo che la secondaria potrà fornire alla causa sarà come al solito minimo.

Soprattutto auguriamoci di vedere a New Orleans una squadra diametralmente opposta dal punto di vista dell' "approccio al match" e della "solidità mentale" a quella - orribile - vista contro Philadelphia. Al di là che con i Saints arrivi una W o una L, il che è irrilevante visto che ormai il treno per i playoff è perso, quello che non voglio rivedere è un'altra prestazione molle, senza grinta e incolore come quella di domenica scorsa, in  pieno "Raheem Morris style"! E magari cerchiamo di giocare a football per più di dieci minuti, se possibile, visto che le partite - forse a Tampa se ne son dimenticati - di minuti ne durano sessanta...

martedì 11 dicembre 2012

Ennesimo giocatore in IR: è il CB Myron Lewis

Il CB Myron Lewis
C'è un'intera squadra, nella IR dei Bucs: con l'ingresso dell'ultimo arrivato - il CB Myron Lewis - sono infatti ben 11 i giocatori di Tampa Bay che hanno dovuto chiudere in anticipo la stagione a causa di problemi fisici tali da non consentire il pieno recupero entro dicembre.

L'ultimo ingresso, si diceva, è quello del CB Myron Lewis. Da un punto di vista tecnico, non una grande perdita, visto che Lewis (una terza scelta del draft 2010 utilizzata malissimo da Raheem Morris, tanto per non dimenticare una delle tante nefandezze del nostro ex HC) era utilizzato quasi più nello special team che non nel suo ruolo, proprio per evidenti limiti tecnici.

Ad ogni modo, va sottolineato come la nostra già devastata secondaria perda l'ennesimo pezzo, sebbene non pregiato; ma ne sono rimasti - scusate la domanda retorica - di pezzi pregiati tra i nostri DB, a parte l'eterno Ronde e il molto (ma molto) acerbo Barron?

Ecco dunque l'elenco dei lungodegenti che rivedremo solo nel 2013, in ordine di gravità di perdita (IMHO):

Perdite gravissime
- Adrian Clayborn, DE
- Davin Joseph, G
- Carl Nicks, G

Tre assenze davvero molto pesanti, in particolare quelle dei due fuoriclasse della OL. Peccato, con Davin Joseph e Carl Nicks abili e arruolabili probabilmente l'epilogo del campionato dei Bucs sarebbe stato diverso.

Perdite gravi
- Quincy Black, LB
- Arrelious Benn, WR

Quincy Black stava disputando la sua migliore stagione tra i PRO, e tra l'altro è tutto da verificare che Black riuscirà a recuperare al 100% dal brutto KO rimediato nel match contro San Diego. In quanto ad Arrelious Benn, il giocatore non è in pratica mai stato utilizzato, essendo stato alle prese con problemi fisici dal primo giorno di training camp. Un Arrelious Benn al 100% - con tutto il rispetto per Underwood che sta comunque giocando un buon campionato - avrebbe dato ancora maggiore profondità e pericolosità al reparto dei WR, speriamo davvero di recuperarlo al 100% per il 2013.

Perdite di scarso rilievo
- Cody Grimm, S
- Sammie Stroughter, WR
- Myron Lewis, CB
- Jeremy Trueblood, T

Grimm, Stroughter e Lewis erano giocatori di un certo rilievo ma quasi esclusivamente per lo special team, dunque le loro premature uscite di scena sono state decisamente meno gravi rispetto a quelle di un titolare del calibro di Nicks o di una pedina comunque importante come Benn. In quanto a Jeremy "false start" Trueblood, onestamente credo che in pochi abbiano notato il suo ingresso in IR, dato che anche quando era sano non metteva praticamente mai piede in campo.

Perdite irrilevanti
- Danny Noble, TE
- Desmond Wynn, G/T

Dite la verità: lo sapevate che Wynn e Noble erano in injured reserve? E soprattutto, avevate la minima idea di chi fossero, Wynn e Noble, prima di leggere i loro nomi nelle righe precedenti ?! ;-)

OK, speriamo che da qui a domenica al "listone" della nostra IR non non si aggiunga qualche altro elemento, visto che avremo bisogno dell'apporto di tutti i 53 giocatori a roster per evitare di rimediare l'ennesima figuraccia nella difficilissima partita di domenica a New Orleans.

Ecco,  premesso che Drew Brees avrebbe lanciato comunque per oltre 400 yards anche contro Talib e Wright, non oso pensare a cosa potrà combinare il QB dei Saints contro E.J. Biggers, Danny Gorrer, Anthony Gaitor, LaQuan Lewis e Leonard Johnson....ossia i componenti della nostra attuale batteria di CB, che in qualsiasi altro team NFL - scherzo, ma fino a un certo punto - farebbero fatica anche a far parte della practice squad...!

lunedì 10 dicembre 2012

Il modo peggiore per onorare i Campioni di ieri

Il WR Vincent Jackson in azione
Mi riesce difficile tornare a parlare del match di ieri, o quantomeno farlo senza ricorrere a insulti e turpiloquio, sebbene ormai "a mente fredda" si dovrebbe essere più lucidi e l'arrabbiatura essere ormai passata del tutto.

E invece no, proprio per niente. Perché - al di  là della sconfitta - è il modo in cui ieri i Tampa Bay Buccaneers sono scesi in campo ed hanno giocato per buona parte dell'incontro a non essere in alcuna maniera nè scusabile nè ammissibile.

L'impressione che ho avuto è che l'approccio alla partita sia stato del tutto sbagliato. i Bucs sono entrati in campo deconcentrati, sicuri di fare a pezzi un avversario che un po' tutti descrivevano come un team ormai allo sbando, reduce da otto sconfitte consecutive, e che si sarebbe consegnato senza troppi problemi a Freeman e soci.

Ma nella NFL di oggi, senza la "belvaggine", ossia quella sana cattiveria che potremmo anche chiamare "killer instinct" non si vince mai, contro nessuno. E si rimediano invece figure ridicole come quella di ieri, in cui siamo riusciti a scrivere una ulteriore "pagina della vergogna", come se nella storia dei Bucs non ce ne fossero già sin troppe di sconfitte brucianti e umilianti.

Chi salvare, ieri? Nessuno, a partire dallo staff tecnico. Se quella (non) vista ieri è la carica che Schiano riesce a infondere ai giocatori, beh...auguri! Al di là poi di errori gravissimi proprio dal  punto di vista della gestione della partita, come quello di non lanciare nel terzo down cruciale del match, preferendo la corsa di Martin solo per far sprecare a Phila l'ultimo timeout; "mezzucci" simili forse funzionavano nel football degli anni ottanta, non certo in quello di oggi.  Soprattutto, con la difesa che ci ritroviamo e con una secondaria che concederebbe 400 yards a qualsiasi QB avversario, che senso può avere quello di giocare un terzo e otto solo allo scopo di... riconsegnare la palla agli avversari?!

E poi, le imbarazzanti prestazioni di attacco, difesa e special team (come si fa a calciare un punt in quel modo, nel momento più importante della partita...).

Da un lato, in attacco, abbiamo giocato solo per un quarto. Un po' pochino, dato che mi risulta che le partite siano articolate su ben quattro, di quarti....  e in quanto alla difesa, ci siamo fatti massacrare nientemeno che da Nick Foles (chi?), che nell'ultimo quarto ha irriso la nostra secondaria, incapace persino di tenere in mano i palloni che Foles gli tirava in mano (vero, Gorrer?). Abbiamo concesso anche a Foles di banchettare ai danni delle nostre secondarie, facendogli lanciare per quasi 400 yards e 2 TD... roba da matti!

Ecco, sia poi chiaro che la prestazione offerta da chi ieri è sceso in campo non merita alcuna scusa: non voglio sentire parlare di infortuni o chiamate arbitrali dubbie.... tutte le squadre a questo punto della stagione hanno perso giocatori importanti e di errori degli arbitri ieri non se ne è vista l'ombra; purtroppo, siamo stati noi a commettere penalità assurde, tipo rimanere in campo in 12 o farci fischiare un'holding dietro l'altro.....

Spiace, infine, dover constatare come da ormai un mese si debbano registrare passi indietro giganteschi, da parte della squadra. Dove è finito l'attacco che funzionava alla perfezione? L'abbiamo lasciato in California, all'Oakland Coliseum? In quanto alla difesa, ormai è inutile avere un muro insuperabile contro le corse, se tanto poi anche l'ultimo arrivato, il Foles di turno, può lanciare contro i nostri DB con la disinvoltura di un Dan Marino o di un Brett Favre.

Tutto questo, nel giorno in cui sono tornati a Tampa i Campionissimi del 2002, e l'inevitabile paragone tra i giganti di ieri e le mezze cartucce di oggi, è davvero triste e impietoso.

Chiudo proprio con una carrellata  delle foto più belle degli "eroi" del 2002, un modo come un altro per cercare di allontanare il ricordo del match con gli Eagles, davvero una delle partite più allucinanti mai viste in tanti anni di football...

Cominciamo da sabato sera: il team del 2002 si ritrova a One Buc Place: Jon Gruden "chiama" il brindisi...

...e come sempre, c'è il grande John Lynch nel cuore dell'huddle: one, two, three BUCS!

Foto di gruppo, dieci anni dopo, dei "reduci" del 2002

Forse, i due più grandi di tutti e di sempre: Derrick Brooks e Warren Sapp!

Brad Johnson, Simeon Rice, Keyshawm Johnson...  eh (sospirone...) che tempi!

Probabilmente la scena più bella dell'intero pomeriggio: Jon Gruden e Keyshawn Johnson, all'epoca spesso protagonisti di litigi furiosi e feroci, si abbracciano sul prato del Raymond James Stadium!

L'Head Coach dei Tampa Bay Buccaneers corre stringendo tra le mani il Vince Lombardi Trophy... quando i Bucs erano Leggenda!

domenica 9 dicembre 2012

Partita orribile dei Bucs, sconfitta meritata

Gerald McCoy, 2 sack per il DT #93 
A un certo punto sembrava che i Bucs ce l'avessero fatta, a vincere una partita giocata orribilmente e che invece pareva vinta, anche se più grazie agli errori di Phila, che aveva sbagliato  due FG e che aveva di fatto regalato ai Bucs il primo TD a inizio terzo quarto, che non per propri meriti.

E invece, giustamente, alla fine ha vinto Philadelphia.

La voglia di commentare questa partita è davvero poca, perché ci sono stati così tante errori, giocate sbagliate, penalità stupide, mancanza di concentrazione, che viene voglia di fare qualsiasi altra cosa, piuttosto che parlare di Bucs-Eagles.

Se una squadra perde (ribadisco: meritatamente) contro questi Eagles così malridotti, allora c'è qualcosa che non va, e anche di piuttosto grave. Capisco le assenze importanti, da Nicks e Joseph in giù, però anche gli Eagles erano privi dei loro giocatori migliori e nonostante questo ci siamo fatti superare in maniera più netta di quanto non dica il risultato.

Se infatti ad inizio del terzo quarto Phila non ci avesse di fatto regalato il TD del 7-10, probabilmente non saremmo mai nemmeno rientrati in partita. Del resto, dopo un primo tempo giocato in maniera vergognosa, solo gli avversari potevano rimetterci in carreggiata... e in effetti, a un certo punto sembrava quasi fatta, ma nel football bisogna giocare 60 minuti per vincere le partite, non basta giocare a discreti livelli per un quarto, e dormire nei rimanenti tre periodi.

Se non altro, potremo smettere in maniera definitiva di parlare di ipotesi playoff, e magari sarà il caso di interrogarsi sul perché questa squadra abbia smesso ormai da un mese di giocare a football... e perché ci siano lunghissime amnesie di "non gioco", con interi quarti in cui la squadra non è in grado di guadagnare neanche una yarda, come è accaduto ad esempio stasera nei primi trenta minuti di partita.

Davvero una figuraccia di cui vergognarsi, per di più davanti a quegli immensi Campioni del Super Bowl di dieci anni fa...

sabato 8 dicembre 2012

In streaming sul sito ufficiale la "festa" di domenica

26-1-2003: I Bucs hanno vinto il Super 
Bowl n.37, e coach Jon Gruden esulta...
Sarebbe proprio bello, domenica prossima, essere presenti al Raymond James Stadium. Per seguire dal vivo la partita con gli Eagles, certo, ma anche per salutare e tributare un caloroso omaggio ai grandissimi Bucanieri che nella stagione 2002 vinsero il primo (e finora unico) Super Bowl nella storia di Tampa Bay.

Nel corso dell'halftime della partita con Phila, infatti, ci sarà una vera e propria festa, con quasi tutti i giocatori e lo staff tecnico di quei Bucs edizione 2002, che saranno presenti al RJS per celebrare il decennale di quella storica impresa.

I tifosi più giovani, o che da meno tempo seguono le sorti di Tampa Bay, forse conosceranno solo i nomi più illustri di quei "grandissimi", quali Brooks o Alstott, Lynch o Sapp, ossia coloro che prima o poi sono destinati a entrare a Canton nella Hall of Fame del football PRO.

Ma accanto a questi grandi campioni, domenica pomeriggio rivedremo sfilare sul terreno di gioco anche giocatori meno "celebri" ma non per questo meno importanti per la conquista del Vince Lombardi Trophy, dal QB Brad Johnson al RB Michael Pittman, dai due WR Joe Jurevicius e Keenan McCardell all'MVP a sorpresa di quel SB, la safety Dexter Jackson. Tutti nomi che - per chi quella notte del 26 gennaio 2003, trascorsa soffrendo e poi esultando davanti alla TV, se la ricorda ancora molto bene - evocano dolcissimi, e speriamo non irripetibili, ricordi.

Ho scritto "rivedremo" perché, anche non potendo essere fisicamente presenti al RJS, domenica prossima il sito ufficiale buccaneers.com trasmetterà in diretta streaming la "cerimonia" che avrà luogo nel corso dell'halftime. Per cui, consiglio caldamente a tutti, una volta terminati i primi due quarti di TB-PHI, di spostarsi dal Game Pass (o da dove voi guardiate i match...) al sito ufficiale: rivedere tutti insieme i componenti di quella grandissima squadra è, per chi ama il Red & Pewter, un appuntamento semplicemente imperdibile!

Intanto, la squadra che vinse il Super Bowl n.37 un altro mezzo miracolo lo ha già compiuto: grazie al ritorno di tanti giocatori così amati, è già stato venduto oltre l'85% dei biglietti e non è da escludere che domenica si possa finalmente registrare addirittura un "tutto esaurito"... il che sarebbe, è proprio il caso di dire, "clamoroso al Raymond James Stadium"!

giovedì 6 dicembre 2012

Bucs-Eagles, con gli “eroi” del Super Bowl n.37

19 gennaio 2003, Ronde Barber ha appena   
intercettato McNabb e corre verso l'endzone!
Di partite "memorabili" disputate contro gli Eagles ce ne sono state davvero parecchie, nei quasi quarant'anni di storia della nostra squadra... ad esempio, partendo dal lontano 1979: proprio contro Philadelphia arrivò infatti la prima vittoria nei playoff per Tampa Bay, dopo soli quattro anni dall'ingresso in NFL dei Bucs.

Venendo invece a tempi molto recenti, in tanti di noi ricorderanno quella incredibile partita vinta nel 2006 grazie al calcio dalle 62 yards (!!) infilato tra i pali da Matt Bryant, oggi K degli Atlanta Falcons; partita da ricordare anche perché Ronde Barber non solo intercettò per ben due volte il QB di Philadelphia, Donovan McNabb, ma riportò entrambi gli intercetti in endzone, segnando i due TD che si rivelarono essenziali per consentire poi a Bryant di andare a calciare il FG della vittoria.

Ma "LA" partita tra Bucs e Eagles non può che essere la finale di conference disputata al Veterans Stadium il 19 gennaio 2003. La squadra che avesse vinto quel match, avrebbe ottenuto il biglietto di accesso per giocarsi il Super Bowl n.37 a San Diego, e a credere che i Bucs sarebbero stati capaci di espugnare un campo ostico come quello degli Eagles, in una gelida notte invernale, erano davvero in pochi...

Chi ha visto quella partita, non può non ricordarsi alcuni "highlights" che sono entrati per sempre nella storia dei Buccaneers. La ricezione sul profondissimo per il WR Joe Jurevicius, ad esempio, per 71 yards di guadagno, che spianò la strada al TD del pareggio di Mike Alstott e che diede il via alla riscossa dei Bucs dopo una prima parte di match a favore di Phila, e poi - a tre minuti dalla fine - l'intercetto di Barber ai danni di McNabb riportato in endzone per 92 yards, giocata decisiva che bloccò in un drammatico finale il tentativo di rimonta da parte degli Eagles e che permise a Tampa Bay di andare a giocarsi (e a vincere) il Super Bowl n.37 contro gli Oakland Raiders.

Ebbene, in occasione della partita di domenica prossima proprio contro gli Eagles, saranno presenti al RJS, per celebrare i dieci anni da quel magico trionfo, tantissimi dei protagonisti che nel 2002 issarono Tampa sul tetto del mondo.

Saranno presenti il Capo Allenatore, Jon Gruden, e il DC che costruì quella insuperabile difesa, Monte Kiffin, così come quasi tutti i giocatori, dai titolari alle riserve, che erano a roster in quella fredda notte del gennaio 2002 in cui Philadelphia venne espugnata. Un giocatore importante che sembrava non sarebbe stato presente e che invece parteciperà alla festa del RJS è il WR Keyshawn Johnson, fuoriclasse talentuoso quanto testa caldissima, di cui si ricordano tanto i furiosi litigi proprio con coach Gruden, quanto le acrobatiche ricezioni effettuate sul campo di gioco.

Nel corso dell'intervallo di TB-PHI sarà dunque reso il doveroso tributo a quel gruppo di indimenticabili Campioni, da Derrick Brooks a Mike Alstott, da Warren Sapp a John Lynch, compreso l'unico che ancora gioca, Ronde Barber, e che è stato grande protagonista delle sfide del passato con gli Eagles. Tutte queste "leggende" saranno presenti al RJS per rievocare i bei tempi andati, sperando che presto si possano tornare a vivere simili, splendide, emozioni.

Ecco, se non si riempie il RJS e non si registra un bel "tutto esaurito" nemmeno questa volta, in un'occasione specialissima come quella del ritorno a Tampa degli "eroi" del Super Bowl n.37... beh, allora portiamoli davvero a Londra in pianta stabile, i Bucs, almeno sarà più comodo per chi li ama davvero poterseli andare a vedere dal vivo any given sunday (o quasi...) senza dover attraversare l'oceano!