Dirk Koetter sarà l'Head Coach dei Tampa Bay Buccaneers anche per la stagione 2018.
E' stato Rick Stroud, del Tampa Bay Times, il primo a rivelare la decisione dei Glazer di confermare la fiducia a Koetter, nonostante una stagione negativa ed i vistosi passi indietro rispetto al 2016.
Dunque, a differenza di quanto accaduto con i suoi predecessori Greg Schiano e Lovie Smith, "silurati" dopo due stagioni alla guida di Tampa Bay, Koetter avrà un terzo anno a disposizione per condurre i Buccaneers alla rincorsa di un posto nei playoff.
Si concludono così le voci di un possibile ritorno di Jon Gruden sulla sideline di Tampa Bay, voci che a lungo avevano tenuto banco in questi ultimi giorni.
Tra i motivi della conferma, ci sono probabilmente le ultime grintose quanto sfortunate prestazioni (a differenza di quanto fatto vedere dai Bucs di Schiano e Smith, che persero malamente gli incontri di fine campionato), il fatto di non aver potuto contare pienamente su Jameis Winston e su altri giocatori importanti nella fase cruciale della stagione a causa di problemi fisici, e la costante crescita del QB dei Bucs sotto la guida di Koetter, prima come OC e poi nel ruolo di HC.
Nelle ultime settimane Winston, ripresosi dall'infortunio alla spalla destra, è stato il miglior QB dell'NFL in passer rating (114.5) e yards per tentativo (9.25), il terzo in percentuale di passaggi completati (72.0), il quarto in yards lanciate (1,221) e quarto a pari merito in TD pass (8).
Tutti questi elementi dunque, dalla crescita di Winston al fatto di essere comunque sempre usciti dal campo a testa alta anche dovendo schierare le seconde e terze linee, hanno convinto i Glazer a dare fiducia, per un altro anno, a coach Koetter.
Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno cambiamenti a livello di assistenti allenatori e coaching staff, e se la conferma si estenderà anche ai principali collaboratori di Koetter, come ad esempio il DC Mike Smith.
sabato 30 dicembre 2017
venerdì 29 dicembre 2017
Contro i Saints in cerca di una W (per l'orgoglio) o di una L (per il draft)?
Domenica 31 dicembre, più o meno all'ora in cui in Europa si festeggerà l'arrivo del nuovo anno, i Bucs saranno impegnati sul terreno di gioco contro i New Orleans Saints, per l'ultima partita del campionato 2017.
Cosa dobbiamo augurarci da questo match, per il bene della squadra?
Meglio una vittoria, contro rivali "tradizionali" quali sono i Saints, a beneficio dell'orgoglio e per concludere nel modo migliore una stagione molto difficile e complicata, oppure dobbiamo - paradossalmente - sperare nell'ennesima sconfitta, che garantirebbe a Tampa Bay un'ottima posizione di scelta nel prossimo draft?
Personalmente gradirei vedere una prestazione "tosta" da parte dei ragazzi in Red and Pewter, come del resto è accaduto nelle ultime due partite con Falcons e Panthers. Poi, onestamente, non credo che una W o una L con New Orleans cambierà i destini di Tampa Bay.
Il draft è tutto tranne che una scienza esatta, e scegliere con la pick n.4, 5 o 6 non credo cambierà le sorti dei Bucs.
Qualche esempio? Nel 1995 Tampa Bay gettò le basi per la squadra che vinse il Super Bowl draftando al primo giro sia Warren Sapp che Derrick Brooks, futuri Hall of Famer nonché pietre angolari di una delle difese più forti di sempre nella storia NFL.
Ebbene, i due giocatori furono scelti rispettivamente soltanto con le pick n.12 e n.28 del primo giro; molte squadre bypassarono sia Sapp che Brooks, due elementi che per l'enorme impatto che ebbero in NFL avrebbero meritato di essere draftati con le prime due scelte assolute di quel draft, in cui - tanto per capire che cosa sia il draft - con la first pick overall i Benglas scelsero il RB Ki-Jana Carter, che si distrusse un ginocchio nella prima gara di preseason e la cui carriera NFL non ebbe in pratica mai inizio.
Oppure, in chiave negativa, basti pensare a come i Bucs sprecarono la seconda scelta del draft 2016 puntando su un kicker rivelatosi disastroso (Aguayo...) o come anni prima, nel 2008 e sempre al secondo giro, venne scelto il WR ma soprattutto KR/PR Dexter Jackson (solo omonimo dell'MVP del SB 37) che non ricevette mai un pallone in NFL, riportando malamente qualche punt e kick-off prima di venire tagliato alla fine del suo anno da rookie.
Quindi, tornando al match di domenica con New Orleans, spazio alle seconde e terze linee che hanno tenuto il campo con grinta e carattere contro Atlanta e Carolina e - se fossi in Dirk Koetter - farei vedere tanta sideline ad elementi tipo il DT Chris Baker, la cui superficialità ci è costata una penalità sanguinosa e la conseguente sconfitta nel match di sette giorni fa contro i Panthers.
In settimana si è parlato molto delle "turbolenze" nello spogliatoio dei Bucs, proprio a causa di questo atteggiamento "perdente" e per certi versi rinunciatario da parte di alcuni giocatori, atteggiamento stigmatizzato da chi (Winston, ad esempio) farebbe fatica ad accettare una sconfitta anche in allenamento, figuriamoci in campionato.
La reazione furiosa e rabbiosa di Jameis domenica scorsa, quando un controverso fumble chiamatogli dagli arbitri ha posto fine al match, la dice lunga sulla voglia di vincere e sul carattere di questo ragazzo, un giocatore magari ancora un po' "grezzo" e che deve ancora migliorare sotto tanti aspetti, ma che rappresenta il futuro dei Bucs, e che deve essere considerata una delle poche certezze da cui ripartire in vista dell'ennesima "ricostruzione".
Tenuto conto che Winston ha giocato buona parte della stagione con la spalla destra in precarie condizioni, ricevendo raramente una protezione adeguata dalla OL e di fatto con un gioco di corse inesistente e improduttivo, direi che la stagione del nostro QB sia da ritenersi persino migliore dei due precedenti campionati disputati da Jameis (al di là di statistiche, numeri e opinioni di analisti che magari vedono i Bucs una volta a stagione).
Sapremo tra pochi giorni se nel 2018 al fianco di Winston, nel suo quarto anno in NFL, ci sarà ancora coach Dirk Koetter o se invece i Glazer decideranno di iniziare un nuovo corso, magari tornando sui propri passi e riportando a Tampa proprio quell'allenatore (Jon Gruden) che essi stessi licenziarono con troppa fretta nell'ormai lontano 2009...
Ad ogni modo, Bucs-Saints sarà l'ultimo capitolo di questo orrendo campionato 2017, che avrebbe dovuto rappresentare il ritorno dei Bucs ai playoff, considerato che si era reduci da un positivo 2016 concluso con un record di 9-7 e da innesti rilevanti tra free agency e draft.
Invece, dopo il bell'esordio contro i Bears di Mike Glennon, è arrivato un tracollo dietro l'altro, con una serie infinita di sconfitte che hanno portato Tampa Bay all'ennesima stagione in doppia cifra alla voce "sconfitte".
Niente di nuovo sotto il sole della Florida, visto che ormai sono dieci anni che si ripete sempre il solito film, con i Bucs costretti a recitare - nel mese di gennaio - il ruolo di semplici spettatori davanti al televisore anziché quello di protagonisti sul terreno di gioco in lotta per il Vince Lombardi Trophy...
domenica 24 dicembre 2017
I Bucs sfiorano l'impresa, ma alla fine vince Carolina
I Bucs sfiorano l'impresa a Charlotte, ma evidentemente è destino che in questa stagione 2017 nulla vada nel verso giusto per i ragazzi in Red and Pewter.
Contro i pessimi Panthers di stasera, Tampa Bay ha sfiorato l'impresa guidata da un ottimo Winston (fumble a parte...) e da una difesa che ha praticamente azzerato l'attacco di Carolina.
Ma i tanti episodi negativi, dalle troppe penalità (anche in momenti cruciali) alle distrazioni fatali (quel kickoff return riportato in endzone dai Panthers) alla fine sono costati cari, ed hanno fatto la differenza tra quella che sembrava potesse essere la quinta W stagionale, ed invece si è concretizzata nella 11esima sconfitta dell'anno.
Considerate le tante assenze, con mezza squadra in IR, credo che questa sera ben poche accuse si possano comunque muovere alla squadra di Dirk Koetter.
Come detto, sono stati alcuni episodi (ad esempio il difficile ma non impossibile FG sbagliato nel finale da Murray) a decidere un incontro equilibrato, tra due tream sostanzialmente mediocri, uno dei quali sceglierà molto in alto nel draft (consoliamoci col fatto che vincendo stasera avremmo perso qualche posizione a livello di first round pick) ed un altro che oggi è sembrato assai scarso anch'esso e che se continuerà a giocare come contro i Bucs, nei playoff di strada ne farà ben poca.
Intanto, in giornata, si sono diffuse voci sempre più insistenti circa il possibile ritorno di Jon Gruden sulla sideline di Tampa Bay, a partire dalla prossima stagione; Ian Rapoport - NFL Network Insider – sostiene che i Bucs sarebbero la destinazione preferita da Gruden, nel caso in cui Jon decidesse di tornare ad allenare...
Contro i pessimi Panthers di stasera, Tampa Bay ha sfiorato l'impresa guidata da un ottimo Winston (fumble a parte...) e da una difesa che ha praticamente azzerato l'attacco di Carolina.
Ma i tanti episodi negativi, dalle troppe penalità (anche in momenti cruciali) alle distrazioni fatali (quel kickoff return riportato in endzone dai Panthers) alla fine sono costati cari, ed hanno fatto la differenza tra quella che sembrava potesse essere la quinta W stagionale, ed invece si è concretizzata nella 11esima sconfitta dell'anno.
Considerate le tante assenze, con mezza squadra in IR, credo che questa sera ben poche accuse si possano comunque muovere alla squadra di Dirk Koetter.
Come detto, sono stati alcuni episodi (ad esempio il difficile ma non impossibile FG sbagliato nel finale da Murray) a decidere un incontro equilibrato, tra due tream sostanzialmente mediocri, uno dei quali sceglierà molto in alto nel draft (consoliamoci col fatto che vincendo stasera avremmo perso qualche posizione a livello di first round pick) ed un altro che oggi è sembrato assai scarso anch'esso e che se continuerà a giocare come contro i Bucs, nei playoff di strada ne farà ben poca.
Intanto, in giornata, si sono diffuse voci sempre più insistenti circa il possibile ritorno di Jon Gruden sulla sideline di Tampa Bay, a partire dalla prossima stagione; Ian Rapoport - NFL Network Insider – sostiene che i Bucs sarebbero la destinazione preferita da Gruden, nel caso in cui Jon decidesse di tornare ad allenare...
giovedì 21 dicembre 2017
Infermeria piena: cinque giocatori inseriti in IR
Nelle ultime due partite del 2017 i Bucs dovranno fare a meno di ben cinque giocatori, inseriti in Injured Reserve a causa di problemi fisici.
Il monday night con in Falcons è costato carissimo da questo punto di vista, considerati i tanti infortuni che hanno letteralmente falcidiato Tampa Bay nel corso del match.
Riassumendo, ecco i giocatori inseriti nella giornata di ieri in Injured Reserve:
- Justin Evans (S)
- Adarius Glanton (LB)
- Vernon Hargreaves (CB)
- O.J. Howard (TE)
- J.R. Sweezy (G)
- Nigel Harris (LB)
- Isaiah Johnson (S)
- Channing Ward (DL)
- Adam Gettis (G)
- David Rivers (CB)
Il monday night con in Falcons è costato carissimo da questo punto di vista, considerati i tanti infortuni che hanno letteralmente falcidiato Tampa Bay nel corso del match.
Riassumendo, ecco i giocatori inseriti nella giornata di ieri in Injured Reserve:
- Justin Evans (S)
- Adarius Glanton (LB)
- Vernon Hargreaves (CB)
- O.J. Howard (TE)
- J.R. Sweezy (G)
Dalla partita con i Falcons sono usciti acciaccati altri elementi, tra cui DeSean Jackson e Robert Ayers, che ieri non si sono allenati e la cui presenza è in dubbio per il prossimo incontro con i Panthers.
A livello di roster, in sostituzione di coloro che sono entrati in IR, sono stati firmati o promossi dalla PS i seguenti giocatori:
- Nigel Harris (LB)
- Isaiah Johnson (S)
- Channing Ward (DL)
- Adam Gettis (G)
- David Rivers (CB)
martedì 19 dicembre 2017
Falcidiati dagli infortuni, i Bucs cedono a testa alta
Contro i Falcons, nel Monday Night che verrà ricordato più che altro per l'ingresso di Jon Gruden nel Ring of Honor dei Bucs, Tampa Bay incassa la decima sconfitta stagionale, superata da Atlanta con il punteggio di 24-21.
Falcidiati da una serie infinita di infortuni, i Bucs sono usciti dal campo sì sconfitti ma a testa alta, considerato che solo un FG sbagliato da Murray dalle 54 yards ha impedito a Winston e compagni di costringere i Falcons all'overtime.
Agli indisponibili McCoy e David si sono aggiunti nel corso del match tantissimi giocatori, sia di difesa che di attacco, da Howard a Justin Evans, da Glanton a Sweezy, da Ward a Jackson...
Ma anche con le seconde e terze linee in campo, i Bucs hanno giocato un match davvero intenso, guidati dal miglior Winston di questa stagione e impegnando severamente i ben più quotati avversari.
Non fosse stato per qualche errore gravissimo quanto evitabile (ad esempio quel fumble di Barber a 5 yards dalla endzone dei Falcons), oggi forse parleremmo di una vittoria insperata, anzichè di una onorevole sconfitta...
Tra le tante tante assenze, da segnalare anche quella del RB Doug Martin, inserito tra gli "inactive players" a causa di "violation of team rules".
Da segnalare, nell'intervallo, l'introduzione di Coach Jon Gruden nel Ring of Honor dei Bucs. Tanti gli ex giocatori dei Buccaneers presenti al RJS per celebrare Chucky; momenti belli ed emozionanti, soprattutto per coloro che hanno avuto la fortuna di vivere quei fantastici anni in cui i Bucs - guidati da coach del calibro di Dungy prima e Gruden poi - erano tra i team dominanti dell'NFL, presenti regolarmente a quei playoff che a Tampa mancano da ormai dieci anni, da quando sulla sideline dei Bucanieri c'era proprio Mr. Chucky...
Falcidiati da una serie infinita di infortuni, i Bucs sono usciti dal campo sì sconfitti ma a testa alta, considerato che solo un FG sbagliato da Murray dalle 54 yards ha impedito a Winston e compagni di costringere i Falcons all'overtime.
Agli indisponibili McCoy e David si sono aggiunti nel corso del match tantissimi giocatori, sia di difesa che di attacco, da Howard a Justin Evans, da Glanton a Sweezy, da Ward a Jackson...
Ma anche con le seconde e terze linee in campo, i Bucs hanno giocato un match davvero intenso, guidati dal miglior Winston di questa stagione e impegnando severamente i ben più quotati avversari.
Non fosse stato per qualche errore gravissimo quanto evitabile (ad esempio quel fumble di Barber a 5 yards dalla endzone dei Falcons), oggi forse parleremmo di una vittoria insperata, anzichè di una onorevole sconfitta...
Tra le tante tante assenze, da segnalare anche quella del RB Doug Martin, inserito tra gli "inactive players" a causa di "violation of team rules".
Da segnalare, nell'intervallo, l'introduzione di Coach Jon Gruden nel Ring of Honor dei Bucs. Tanti gli ex giocatori dei Buccaneers presenti al RJS per celebrare Chucky; momenti belli ed emozionanti, soprattutto per coloro che hanno avuto la fortuna di vivere quei fantastici anni in cui i Bucs - guidati da coach del calibro di Dungy prima e Gruden poi - erano tra i team dominanti dell'NFL, presenti regolarmente a quei playoff che a Tampa mancano da ormai dieci anni, da quando sulla sideline dei Bucanieri c'era proprio Mr. Chucky...
domenica 17 dicembre 2017
Contro i Falcons, mezza difesa KO (e riflettori puntati su Jon Gruden)
Nel Monday Night contro gli Atlanta Falcons, saranno molte le assenze importanti nella difesa dei Bucs, a causa di infortuni.
Dirk Koetter ha già ufficializzato che saranno "out" i due giocatori più rappresentativi del reparto difensivo (Lavonte David e Gerald McCoy), mentre il CB Hargreaves salterà la quinta partita consecutiva. In forse anche la presenza di Robinson (DB) e McDonald (DT), nonché di due elementi della OL, Sweezy e D. Smith.
Ma i riflettori, lunedì sera, saranno tutti puntati su quello che sarà il vero protagonista della serata, e cioè Jon Gruden.
L'ex Head Coach dei Bucs, che guidò Tampa Bay alla vittoria nel Super Bowl n.37, verrà infatti introdotto nel Ring of Honor, entrando a far parte della ristretta cerchia di coloro che hanno scritto le pagine di storia più importanti dei Buccaneers.
Gruden, dopo avere vinto il Super Bowl alla sua prima stagione come HC dei Bucs, rimase a Tampa fino al 2008, per venire esonerato (a sorpresa) nel gennaio 2009, quando i Glazer decisero di scommettere sul giovane Raheem Morris (che in origine sarebbe dovuto diventare il nuovo Defensive Coordinator al posto di Monte Kiffin, con Gruden HC), affidando la responsabilità dell'intera squadra, e non solo del reparto difensivo, al giovanissimo ed inesperto Raheem (che, per ironia della sorte, ora fa parte del coaching staff di Atlanta e che dunque lunedì sera assisterà al RJS alla celebrazione dell'allenatore di cui prese il posto).
Ora, considerato che la panchina di Dirk Koetter è più che a rischio, e che Gruden ha più volte manifestato un certo interesse a riprendere ad allenare, chissà che a distanza di quasi dieci anni i Glazer non decidano di tornare sui propri passi, offrendo proprio a Gruden il compito (o meglio, l'impresa) di "ricostruire" i Bucs.
Personalmente non amo le "minestre riscaldate", ed un eventuale ritorno di Gruden sarebbe da ritenersi tale, ma a questo punto, dopo averle provate praticamente tutte (dal coach giovane al sergente di ferro proveniente dal college, dal vecchio drago con tanta esperienza NFL all'ex Offensive Coordinator di talento) con risultati sempre disastrosi, non saprei davvero a quale altro coach affidare il compito di risollevare il derelitto galeone Bucaniere, alla deriva proprio da quando Gruden venne (frettolosamente) allontanato...
domenica 10 dicembre 2017
Sconfitti anche dai Lions, dopo la solita inutile rimonta
Contro i Lions è arrivata la nona sconfitta stagionale per i Bucs, superati al Raymond James Stadium da Detroit per 24-21.
Partita giocata male da due team modesti, tantissime le palle perse da entrambe le squadre (ben 5 i turnovers per Winston e compagni), ed alla fine la W è andata comunque alla squadra che nel corso dei complessivi 60 minuti ha giocato "meno peggio" dell'altra.
Da segnalare, per Tampa Bay, l'infortunio che ha tolto dai giochi, quasi ad inizio partita, uno dei suoi giocatori più importanti, il DT Gerald McCoy.
Per il resto, ennesima partita opaca e sbiadita da parte dei ragazzi di Dirk Koetter (che credo molto difficilmente rivedremo sulla sideline dei Bucs l'anno prossimo), con troppi errori anche da parte di un Winston che - di partita in partita - sembra crederci sempre meno, e che anche stasera ha fatto fatica nelle giocate decisive (ad esempio quando, nei minuti finali sul, 21 pari, si trattava di dover prendere un primo down) oltre ai troppi errori gravi commessi, tra fumble e intercetti.
Da segnalare la buona prestazione del WR rookie Chris Godwin, le solite difficoltà a consolidare il running game (anche per Doug Martin penso che le rimanenti tra partite saranno le ultime in maglia Bucs) e una incapacità totale ed assoluta da parte della DL nel mettere anche la benché minima pressione su Stafford, mia nemmeno sfiorato dai difensori dei Bucs.
Anche oggi è dunque fallito l'ennesimo, e quasi sempre disperato, tentativo di rimonta nell'ultimo quarto, come tante volte è accaduto nel corso di questa stagione.
Stagione che i Bucs chiuderanno verosimilmente con un record di 4-12, dato che le prossime tre partite saranno contro le rivali di Division (Atlanta, New Orleans e Carolina), tutte e tre di ben altro livello rispetto alla nostra squadra.
Coraggio, ancora tre sconfitte e poi l'ennesimo fallimentare campionato, iniziato con la speranza di migliorare quanto di buono si era visto nella stagione 2016, sarà definitivamente in archivio. Nel prossimo match, il monday night contro i Falcons, sarà introdotto nel Ring of Honor dei Bucs l'HC che guidò Tampa Bay alla vittoria nel Super Bowl n.37, Jon Gruden. E chissà che nel 2018 non lo si riveda più spesso al RJS, coach Gruden, magari proprio sulla sideline di Tampa Bay....
Partita giocata male da due team modesti, tantissime le palle perse da entrambe le squadre (ben 5 i turnovers per Winston e compagni), ed alla fine la W è andata comunque alla squadra che nel corso dei complessivi 60 minuti ha giocato "meno peggio" dell'altra.
Da segnalare, per Tampa Bay, l'infortunio che ha tolto dai giochi, quasi ad inizio partita, uno dei suoi giocatori più importanti, il DT Gerald McCoy.
Per il resto, ennesima partita opaca e sbiadita da parte dei ragazzi di Dirk Koetter (che credo molto difficilmente rivedremo sulla sideline dei Bucs l'anno prossimo), con troppi errori anche da parte di un Winston che - di partita in partita - sembra crederci sempre meno, e che anche stasera ha fatto fatica nelle giocate decisive (ad esempio quando, nei minuti finali sul, 21 pari, si trattava di dover prendere un primo down) oltre ai troppi errori gravi commessi, tra fumble e intercetti.
Da segnalare la buona prestazione del WR rookie Chris Godwin, le solite difficoltà a consolidare il running game (anche per Doug Martin penso che le rimanenti tra partite saranno le ultime in maglia Bucs) e una incapacità totale ed assoluta da parte della DL nel mettere anche la benché minima pressione su Stafford, mia nemmeno sfiorato dai difensori dei Bucs.
Anche oggi è dunque fallito l'ennesimo, e quasi sempre disperato, tentativo di rimonta nell'ultimo quarto, come tante volte è accaduto nel corso di questa stagione.
Stagione che i Bucs chiuderanno verosimilmente con un record di 4-12, dato che le prossime tre partite saranno contro le rivali di Division (Atlanta, New Orleans e Carolina), tutte e tre di ben altro livello rispetto alla nostra squadra.
Coraggio, ancora tre sconfitte e poi l'ennesimo fallimentare campionato, iniziato con la speranza di migliorare quanto di buono si era visto nella stagione 2016, sarà definitivamente in archivio. Nel prossimo match, il monday night contro i Falcons, sarà introdotto nel Ring of Honor dei Bucs l'HC che guidò Tampa Bay alla vittoria nel Super Bowl n.37, Jon Gruden. E chissà che nel 2018 non lo si riveda più spesso al RJS, coach Gruden, magari proprio sulla sideline di Tampa Bay....
domenica 3 dicembre 2017
Sempre il solito film: Bucs spreconi, pasticcioni e perdenti
Contro i peggiori Green Bay Packers degli ultimi trent'anni, gli orrendi Buccaneers 2017 sono riusciti nell'impresa di perdere, sprecando tutto lo sprecabile e commettendo una serie pressoché infinita di errori, gravi e decisivi.
Un vero e proprio "museo degli orrori", stasera: fumble, penalità in momenti cruciali, assoluta incapacità nel limitare il gioco su corsa dei Packers, una linea offensiva che - decimata dagli infortuni - non è riuscita a proteggere adeguatamente Winston, che comunque ci ha messo del suo, ad esempio con quel pesantissimo quanto evitabile fumble che è costato un TD o con un lancio in endzone effettuato ben oltre la linea di scrimmage.
Alla fine, inevitabilmente, il risultato non può che essere sempre lo stesso, quando si gioca così: sconfitta numero 8 in archivio ed ennesimo KO evitabile quanto meritato.
Di positivo, poco o nulla; la costante crescita della safety rookie Justin Evans, le oltre 100 yards corse da Peyton Barber, ma quando le (presunte) stelle della squadra (i due WR Evans e Jackson, ad esempio) risultano praticamente nulli, ed errori gravi quanto banali arrivano da veterani di lungo corso (il centro Evan Smith), allora c'è davvero poco da fare.
E c'è anche pochissima voglia nel commentare l'ennesima sconfitta arrivata contro un team alla portata, oggettivamente scarso senza il suo QB fuoriclasse Aaron Rodgers. Ebbene, nonostante tutto, il QB di riserva dei Packers, Brett Hundley, è riuscito a guidare la sua squadra alla W lanciando ben 84 yards, 0 TD e 1 INT. In realtà Hundley è stato decisivo nell'overtime, con le sue corse, che la difesa dei Bucs, non è mai riuscita a limitare.
Peccato, difficilmente si ripeterà a breve una simile occasione di espugnare un campo storicamente ostico come il Lambeau Field. I Packers, senza Rodgers, sono davvero ben poca cosa. Ma i Bucs, se possibile, sono addirittura peggio. Probabilmente, ad oggi, la peggiore squadra NFL, non ci fossero i Browns...
Un vero e proprio "museo degli orrori", stasera: fumble, penalità in momenti cruciali, assoluta incapacità nel limitare il gioco su corsa dei Packers, una linea offensiva che - decimata dagli infortuni - non è riuscita a proteggere adeguatamente Winston, che comunque ci ha messo del suo, ad esempio con quel pesantissimo quanto evitabile fumble che è costato un TD o con un lancio in endzone effettuato ben oltre la linea di scrimmage.
Alla fine, inevitabilmente, il risultato non può che essere sempre lo stesso, quando si gioca così: sconfitta numero 8 in archivio ed ennesimo KO evitabile quanto meritato.
Di positivo, poco o nulla; la costante crescita della safety rookie Justin Evans, le oltre 100 yards corse da Peyton Barber, ma quando le (presunte) stelle della squadra (i due WR Evans e Jackson, ad esempio) risultano praticamente nulli, ed errori gravi quanto banali arrivano da veterani di lungo corso (il centro Evan Smith), allora c'è davvero poco da fare.
E c'è anche pochissima voglia nel commentare l'ennesima sconfitta arrivata contro un team alla portata, oggettivamente scarso senza il suo QB fuoriclasse Aaron Rodgers. Ebbene, nonostante tutto, il QB di riserva dei Packers, Brett Hundley, è riuscito a guidare la sua squadra alla W lanciando ben 84 yards, 0 TD e 1 INT. In realtà Hundley è stato decisivo nell'overtime, con le sue corse, che la difesa dei Bucs, non è mai riuscita a limitare.
Peccato, difficilmente si ripeterà a breve una simile occasione di espugnare un campo storicamente ostico come il Lambeau Field. I Packers, senza Rodgers, sono davvero ben poca cosa. Ma i Bucs, se possibile, sono addirittura peggio. Probabilmente, ad oggi, la peggiore squadra NFL, non ci fossero i Browns...
giovedì 30 novembre 2017
A Green Bay rientra Winston, in dubbio Martin e T.J. Ward
Coach Dirk Koetter ha ufficializzato che domenica, a Green Bay, il QB starter dei Bucs sarà nuovamente Jameis Winsotn, pienamente recuperato dai problemi alla spalla destra che lo avevano costretto a rimanere sulla sideline nelle tre precedenti partite.
Per un Winston che rientra, c'è però una linea offensiva che ha perso pedine importanti, dato che per due titolari su cinque (il RT Demar Dotson e il C Ali Marpet) la stagione è finita anzitempo a causa di infortuni rimediati nel match di Atlanta.
Tornando a Winsotn, speriamo non sia un azzardo eccessivo farlo rientrare in un campo che a dicembre è tradizionalmente ostico, soprattutto per un team abituato al tepore della Florida, come è la "frozen tundra" di Green Bay, e anche se gli attuali Packers non sono un team di alto profilo, va anche detto che i Bucs li affronteranno con mezza OL fuori uso, il che desta qualche preoccupazione per quella che sarà la "protezione" che la linea potrà garantire al nostro QB.
Considerato che ormai la stagione 2017 dei Bucs ha ben poco da dire, forse si poteva utilizzare maggiore cautela nel dosare il rientro di Winston, che è il giocatore più importante della squadra ed intorno al quale Tampa Bay dovrà cercare, prima o poi, di costruire un team dignitoso se non proprio vincente.
Tra i possibili assenti di domenica prossima, probabilmente sarà ancora indisponibile il CB Hargreaves III, così come difficilmente riusciranno a recuperare il RB Doug Martin e la S T.J. Ward, questi ultimi due alle prese con i postumi di una "concussion" rimediata nel match contro i Falcons.
Per un Winston che rientra, c'è però una linea offensiva che ha perso pedine importanti, dato che per due titolari su cinque (il RT Demar Dotson e il C Ali Marpet) la stagione è finita anzitempo a causa di infortuni rimediati nel match di Atlanta.
Tornando a Winsotn, speriamo non sia un azzardo eccessivo farlo rientrare in un campo che a dicembre è tradizionalmente ostico, soprattutto per un team abituato al tepore della Florida, come è la "frozen tundra" di Green Bay, e anche se gli attuali Packers non sono un team di alto profilo, va anche detto che i Bucs li affronteranno con mezza OL fuori uso, il che desta qualche preoccupazione per quella che sarà la "protezione" che la linea potrà garantire al nostro QB.
Considerato che ormai la stagione 2017 dei Bucs ha ben poco da dire, forse si poteva utilizzare maggiore cautela nel dosare il rientro di Winston, che è il giocatore più importante della squadra ed intorno al quale Tampa Bay dovrà cercare, prima o poi, di costruire un team dignitoso se non proprio vincente.
Tra i possibili assenti di domenica prossima, probabilmente sarà ancora indisponibile il CB Hargreaves III, così come difficilmente riusciranno a recuperare il RB Doug Martin e la S T.J. Ward, questi ultimi due alle prese con i postumi di una "concussion" rimediata nel match contro i Falcons.
mercoledì 29 novembre 2017
Stagione finita per Marpet e Dotson, inseriti in IR
Perdono letteralmente i pezzi, i Bucs, in questa parte finale di stagione.
Dopo i tagli per motivi tecnici di ieri di Stocker e Tapp, è di oggi la notizia che nelle ultime cinque partite di campionato Tampa Bay dovrà rinunciare a due titolari della OL, Ali Marpet e Demar Dotson, inseriti in IR a causa di problemi fisici.
Entrambi i giocatori, usciti malconci dal match di Atlanta, non sono recuperabili in tempi brevi, e si è dunque deciso di inserirli in Injured Reserve.
I quattro posti lasciati liberi a roster dalle rinunce a Stocker, Tapp, Marpet e Dotson sono stati occupati da tre elementi promossi dalla practice squad (il TE Alan Cross, il DE Patrick O'Connor e il WR Bobo Wilson) e dal ritorno del CB Deji Olatoye.
Saranno Caleb Benenoch e Leonard Wester a contendersi il posto di RT starter in sostituzione di Dotson, così come Joe Hawley e Evan Smith quello di centro titolare in luogo di Ali Marpet.
Dopo i tagli per motivi tecnici di ieri di Stocker e Tapp, è di oggi la notizia che nelle ultime cinque partite di campionato Tampa Bay dovrà rinunciare a due titolari della OL, Ali Marpet e Demar Dotson, inseriti in IR a causa di problemi fisici.
Entrambi i giocatori, usciti malconci dal match di Atlanta, non sono recuperabili in tempi brevi, e si è dunque deciso di inserirli in Injured Reserve.
I quattro posti lasciati liberi a roster dalle rinunce a Stocker, Tapp, Marpet e Dotson sono stati occupati da tre elementi promossi dalla practice squad (il TE Alan Cross, il DE Patrick O'Connor e il WR Bobo Wilson) e dal ritorno del CB Deji Olatoye.
Saranno Caleb Benenoch e Leonard Wester a contendersi il posto di RT starter in sostituzione di Dotson, così come Joe Hawley e Evan Smith quello di centro titolare in luogo di Ali Marpet.
martedì 28 novembre 2017
Rilasciati il TE Luke Stocker e il DE Darryl Tapp
I Bucs hanno annunciato quest'oggi il taglio di due veterani, il TE Luke Stocker e il DE Darryl Tapp.
E' arrivato abbastanza inaspettatamente il taglio di Stocker, uno dei giocatori con maggiore militanza nelle fila di Tampa Bay. Scelto nel 2011, Stocker ha concluso la sua carriera in maglia Red and Pewter con 80 partite disputate, 52 ricezioni per 400 yards e 3 TD.
Divenuto nel corso degli anni uno dei principali bloccatori per le corse dei RB, da Stocker ci si aspettava una carriera più brillante, quando venne scelto al quarto giro del draft 2011, da Tennessee, college nel quale il giocatore si era distinto positivamente.
Discorso diverso per l'altro veterano tagliato in giornata, il DE Darryl Tapp. Arrivato a Tampa da poche settimane, Tapp era stato impiegato raramente da Koetter, ed il suo arrivo sera servito più che altro per dare profondità alla line difensiva dopo l'infortunio che aveva concluso in anticipo la stagione di Noah Spence.
Tornando a Stocker, al suo posto è stato promosso dalla practice squad Alan Cross, già visto nel corso della scorsa stagione, che insieme all'altro TE Antony Auclair verrà valutato dal coaching stff nelle rimanenti partite di campionato, ormai ininfluenti per l'esito di una stagione che per i Bucs è, di fatto, da ritenersi già terminata.
E' arrivato abbastanza inaspettatamente il taglio di Stocker, uno dei giocatori con maggiore militanza nelle fila di Tampa Bay. Scelto nel 2011, Stocker ha concluso la sua carriera in maglia Red and Pewter con 80 partite disputate, 52 ricezioni per 400 yards e 3 TD.
Divenuto nel corso degli anni uno dei principali bloccatori per le corse dei RB, da Stocker ci si aspettava una carriera più brillante, quando venne scelto al quarto giro del draft 2011, da Tennessee, college nel quale il giocatore si era distinto positivamente.
Discorso diverso per l'altro veterano tagliato in giornata, il DE Darryl Tapp. Arrivato a Tampa da poche settimane, Tapp era stato impiegato raramente da Koetter, ed il suo arrivo sera servito più che altro per dare profondità alla line difensiva dopo l'infortunio che aveva concluso in anticipo la stagione di Noah Spence.
Tornando a Stocker, al suo posto è stato promosso dalla practice squad Alan Cross, già visto nel corso della scorsa stagione, che insieme all'altro TE Antony Auclair verrà valutato dal coaching stff nelle rimanenti partite di campionato, ormai ininfluenti per l'esito di una stagione che per i Bucs è, di fatto, da ritenersi già terminata.
domenica 26 novembre 2017
I Bucs resistono un quarto, poi è tutto facile per Atlanta
Le due vittorie contro Jets e Dolphins non avevano illuso nessuno, ma dopo queste recenti W consecutive, stasera si sperava quantomeno di assistere ad una prestazione "tosta" da parte dei Bucs, contro una squadra come i Falcons, forte ma non ai livelli eccelsi della scorsa stagione.
Purtroppo i Bucs sono questi: forti con i deboli (non a caso le W sono arrivate tutte contro avversari modesti dai record perdenti quali Chicago, Miami, Giants e Jets) mentre con le altre squadre (compresi i Falcons di stasera) è sempre andato in scena il solito copione: si finisce sotto di tanto a poco, si cerca una vana rimonta che mai una volta va a buon fine e si ritorna a casa con l'immancabile sconfitta.
Tampa Bay Buccaneers edizione 2017, in sintesi: la mediocrità nella sua massima espressione!
Invece, come al solito, quando da Tampa Bay ci si aspetta un passo in avanti ecco arrivare un passo indietro, ossia una prestazione senza nerbo, molle, in cui Julio Jones, ma anche Sanu, hanno brutalizzato la secondaria dei Bucs, con la difesa in difficoltà anche a limitare il gioco su corsa dei Falcons, nonostante l'assenza di Freeman.
In attacco, poco o nulla se non i due TD su corsa realizzati da Barber, con una linea offensiva peraltro alle prese con infortuni a ripetizione (tra l'altro ci sono da registrare "concussion" anche per Doug Martin e T.J. Ward) e con Fitzpatrick ritornato quello che ben conosciamo, il mestierante che non commette errori gravi ma da cui non ci si possono aspettare le giocate che risolvono la partita.
Poi, come sempre accade quest'anno, anche oggi a partita ormai compromessa è arrivato il solito quanto inutile e tardivo tentativo di rimonta da parte di Tampa Bay, che naturalmente non ha dato buoni frutti, esaurendosi di fatto in una mancata conversione di 4th and 1.
Poi, come sempre accade quest'anno, anche oggi a partita ormai compromessa è arrivato il solito quanto inutile e tardivo tentativo di rimonta da parte di Tampa Bay, che naturalmente non ha dato buoni frutti, esaurendosi di fatto in una mancata conversione di 4th and 1.
Purtroppo i Bucs sono questi: forti con i deboli (non a caso le W sono arrivate tutte contro avversari modesti dai record perdenti quali Chicago, Miami, Giants e Jets) mentre con le altre squadre (compresi i Falcons di stasera) è sempre andato in scena il solito copione: si finisce sotto di tanto a poco, si cerca una vana rimonta che mai una volta va a buon fine e si ritorna a casa con l'immancabile sconfitta.
Tampa Bay Buccaneers edizione 2017, in sintesi: la mediocrità nella sua massima espressione!
martedì 21 novembre 2017
Winston indisponibile anche per la partita di Atlanta
Mancano ancora parecchi giorni al match di domenica prossima, che vedrà i Bucs impegnati ad Atlanta.
Ma l'head coach Dirk Koetter ha già ufficializzato che a guidare l'attacco di Tampa Bay contro i Falcons sarà ancora Ryan Fitzpatrick, dato che il perdurare dell'infortunio alla spalla costringerà Jameis Winston a seguire la partita dalla sideline.
Per la terza settimana consecutiva dunque, i Bucs non potranno fare affidamento sul loro giocatore più importante, sebbene nelle gare con New York Jets e Miami Dolphins il buon Fitzpatrick si sia distinto positivamente guidando la squadra a due W di fila.
Va anche riconosciuto però che contro avversari del calibro degli attuali Jets e Dolphins, anche il terzo QB Ryan Griffin sarebbe stato molto probabilmente in grado di portare a casa una W, senza dimenticare il decisivo contributo fornito dal reparto difensivo in entrambe le vittorie in questione.
Fizpatrick rimane a mio avviso un ottimo backup, ma chiaramente non avrebbe nemmeno un gran senso iniziare a fare paragoni tra Fitz (buon mestierante dalla enorme esperienza, valido "gestore", talento mediocre) a Jameis Winston (giovanissimo, talentuoso quanto acerbo, dal potenziale molto interessante, ed il cui futuro è ancora tutto da scrivere, nel bene o nel male).
La gara di Atlanta, ad ogni modo, segnerà una svolta decisiva nella stagione peraltro già ampiamente compromessa di Tampa Bay. Una sconfitta metterebbe in maniera decisiva la parola "fine" al campionato dei Bucs; l'eventuale terza vittoria consecutiva porterebbe il record sul 5-6, e manterrebbe in vita le speranze (che sarebbero comunque flebili) di dare ancora un senso all'attuale stagione 2017.
Ma l'head coach Dirk Koetter ha già ufficializzato che a guidare l'attacco di Tampa Bay contro i Falcons sarà ancora Ryan Fitzpatrick, dato che il perdurare dell'infortunio alla spalla costringerà Jameis Winston a seguire la partita dalla sideline.
Per la terza settimana consecutiva dunque, i Bucs non potranno fare affidamento sul loro giocatore più importante, sebbene nelle gare con New York Jets e Miami Dolphins il buon Fitzpatrick si sia distinto positivamente guidando la squadra a due W di fila.
Va anche riconosciuto però che contro avversari del calibro degli attuali Jets e Dolphins, anche il terzo QB Ryan Griffin sarebbe stato molto probabilmente in grado di portare a casa una W, senza dimenticare il decisivo contributo fornito dal reparto difensivo in entrambe le vittorie in questione.
Fizpatrick rimane a mio avviso un ottimo backup, ma chiaramente non avrebbe nemmeno un gran senso iniziare a fare paragoni tra Fitz (buon mestierante dalla enorme esperienza, valido "gestore", talento mediocre) a Jameis Winston (giovanissimo, talentuoso quanto acerbo, dal potenziale molto interessante, ed il cui futuro è ancora tutto da scrivere, nel bene o nel male).
La gara di Atlanta, ad ogni modo, segnerà una svolta decisiva nella stagione peraltro già ampiamente compromessa di Tampa Bay. Una sconfitta metterebbe in maniera decisiva la parola "fine" al campionato dei Bucs; l'eventuale terza vittoria consecutiva porterebbe il record sul 5-6, e manterrebbe in vita le speranze (che sarebbero comunque flebili) di dare ancora un senso all'attuale stagione 2017.
domenica 19 novembre 2017
I Bucs espugnano Miami, ma quanta fatica!
Tampa Bay espugna Miami con il punteggio di 30-20, ottenendo la seconda vittoria consecutiva ed interrompendo una striscia di sei sconfitte consecutive in trasferta.
Ma non inganni il +10 finale, perché la W è arrivata proprio negli ultimi istanti del match, quando - sul risultato di 20-20 - il kicker Patrick Murray ha infilato trai pali il vittorioso FG del 23-20.
Poi, nell'ultima disperata azione con soli quattro secondi sul cronometro, i Dolphins hanno commesso un fumble nella propria endzone ricoperto dal LB Adarius Glanton, il cui TD ha così determinato l'ampio punteggio finale a favore dei Bucs.
E' stata davvero una partita a due volti, quella di stasera.
Nel primo tempo i Bucs hanno sostanzialmente dominato l'incontro, aiutati da un Cutler che è sembrato ormai davvero un ex giocatore. Il QB di Miami ha sparacchiato intercetti a raffica, e se i Bucs avessero capitalizzato maggiormente tutte le occasioni avute nel primo tempo, la partita sarebbe davvero terminata dopo i primi trenta minuti.
Andati al riposo avanti per 20-7, probabilmente Tampa Bay pensava di avere già archiviato la partita ma i match di football durano 60 minuti, non 30. E nel secondo tempo, guidati dal QB Matt Moore, Miami ha progressivamente mangiato ai Bucs tutto il vantaggio, arrivando al 20 pari a poco più di un un paio di minuti dalla fine.
A quel punto i Bucs sono riusciti a costruire l'unico drive decente dell'intero secondo tempo, e grazie soprattutto a un paio di passaggi "Fitzpatrick to Godwin" rispettivamente di 14 e 24 yards, è stato possibile mandare Patrick Murray a calciare un FG "facile" dalle 35 yards, che il K ha infilato proprio in mezzo ai pali.
Non c'è molto altro da dire a proposito del match di stasera, dal quale è arrivata la quarta W stagionale, con un record che adesso dice 4 vittorie e 6 sconfitte. Ma queste ultime due vittorie di fila ottenute contro avversari di modesto valore quali gli attuali Jets e Dolphins non devono illudere; i Bucs sono ancora "convalescenti", e a questo proposito sarà molto interessante vedere cosa accadrà domenica prosisma, quando la squadra di Dirk Koetter sarà impegnata in trasferta ad Atlanta.
La partita con i Falcons dirà se queste due vittorie sono state solo un illusorio fuoco di paglia o se invece è stato intrapreso il percorso per uscire da quella abituale "mediocrità" che ha sin qui accompagnato la nostra squadra nel corso dell'attuale stagione.
Ma non inganni il +10 finale, perché la W è arrivata proprio negli ultimi istanti del match, quando - sul risultato di 20-20 - il kicker Patrick Murray ha infilato trai pali il vittorioso FG del 23-20.
Poi, nell'ultima disperata azione con soli quattro secondi sul cronometro, i Dolphins hanno commesso un fumble nella propria endzone ricoperto dal LB Adarius Glanton, il cui TD ha così determinato l'ampio punteggio finale a favore dei Bucs.
E' stata davvero una partita a due volti, quella di stasera.
Nel primo tempo i Bucs hanno sostanzialmente dominato l'incontro, aiutati da un Cutler che è sembrato ormai davvero un ex giocatore. Il QB di Miami ha sparacchiato intercetti a raffica, e se i Bucs avessero capitalizzato maggiormente tutte le occasioni avute nel primo tempo, la partita sarebbe davvero terminata dopo i primi trenta minuti.
Andati al riposo avanti per 20-7, probabilmente Tampa Bay pensava di avere già archiviato la partita ma i match di football durano 60 minuti, non 30. E nel secondo tempo, guidati dal QB Matt Moore, Miami ha progressivamente mangiato ai Bucs tutto il vantaggio, arrivando al 20 pari a poco più di un un paio di minuti dalla fine.
A quel punto i Bucs sono riusciti a costruire l'unico drive decente dell'intero secondo tempo, e grazie soprattutto a un paio di passaggi "Fitzpatrick to Godwin" rispettivamente di 14 e 24 yards, è stato possibile mandare Patrick Murray a calciare un FG "facile" dalle 35 yards, che il K ha infilato proprio in mezzo ai pali.
Non c'è molto altro da dire a proposito del match di stasera, dal quale è arrivata la quarta W stagionale, con un record che adesso dice 4 vittorie e 6 sconfitte. Ma queste ultime due vittorie di fila ottenute contro avversari di modesto valore quali gli attuali Jets e Dolphins non devono illudere; i Bucs sono ancora "convalescenti", e a questo proposito sarà molto interessante vedere cosa accadrà domenica prosisma, quando la squadra di Dirk Koetter sarà impegnata in trasferta ad Atlanta.
La partita con i Falcons dirà se queste due vittorie sono state solo un illusorio fuoco di paglia o se invece è stato intrapreso il percorso per uscire da quella abituale "mediocrità" che ha sin qui accompagnato la nostra squadra nel corso dell'attuale stagione.
domenica 12 novembre 2017
Contro i Jets di McCown i Bucs ritrovano la W
Al termine di un match sostanzialmente noioso e assai poco avvincente tra due squadre mediocri, sono stati i Bucs ad agguantare la W, mettendo fine ad una striscia negativa che era arrivata a toccare quota cinque sconfitte consecutive.
E quindi, per tornare alla W, ci volevano i NY Jets di Josh McCown, una vecchia conoscenza che a Tampa ricordiamo titolare nei Bucs di Lovie Smith anno 2014, quando il buon Josh contribuì a guidare Tampa Bay alla "conquista" (si fa per dire...) della first pick overall del draft 2015!
Quello di stasera è stato un match povero di spunti tecnici di rilievo da parte di Tampa; soprattutto il reparto offensivo è parso in difficoltà a trovare il ritmo giusto, con Fitzaptrick che pur disputando un match generoso ha commesso qualche errore grave (ad esempio l'intercetto lanciato quando la partita era ancora in equilibrio), e con un gioco sulle corse che decisamente stenta ad ingranare, che a portare il pallone sia Martin, Rodgers, Sims oppure Barber.
Ma stasera va comunque sottolineata la bella ed intensa prova - finalmente! - del reparto difensivo. Per la la prima volta quest'anno, si è riusciti a mettere pressione sul QB avversario (ben 6 i sack messi a segno contro i Jets, a fronte degli 8 complessivi registrati nelle prime 8 partite!), oltre ad azzerare completamente il running game di NY.
Non fosse stato per il TD segnato da New York a partita in pratica già finita, la difesa di Mike Smith avrebbe tenuto gli avversari ad un solo FG realizzato, e comunque sia, al di là dell'ultima segnatura concessa, questa sera la difesa dei Bucs guidata dai "soliti" Lavonte David e Gerald McCoy ha dimostrato confortanti segnali di vita.
Purtroppo non sempre affronteremo avversari "molli" come i Jets di stasera, e sarà interessante vedere ad esempio cosa combineranno i Bucs domenica prossima a Miami, in quel derby della Florida che si sarebbe dovuto disputare alla prima giornata e che venne poi rinviato a causa dell'uragano Irma.
Non è chiaramente la W di stasera che cambierà il volto alla stagione dei Bucs, ma quantomeno conforta notare che nonostante assenze importanti (Jameis Winston, Mike Evans), la squadra sia scesa in campo concentrata e desiderosa di interrompere l'infinita serie di sconfitte, riuscendo alla fine a portare a casa la terza W stagionale. Anche se, come si diceva, purtoppo non sempre dall'altra parte ci saranno avversari "collaborativi" come quelli visiti stasera al RJS...
E quindi, per tornare alla W, ci volevano i NY Jets di Josh McCown, una vecchia conoscenza che a Tampa ricordiamo titolare nei Bucs di Lovie Smith anno 2014, quando il buon Josh contribuì a guidare Tampa Bay alla "conquista" (si fa per dire...) della first pick overall del draft 2015!
Quello di stasera è stato un match povero di spunti tecnici di rilievo da parte di Tampa; soprattutto il reparto offensivo è parso in difficoltà a trovare il ritmo giusto, con Fitzaptrick che pur disputando un match generoso ha commesso qualche errore grave (ad esempio l'intercetto lanciato quando la partita era ancora in equilibrio), e con un gioco sulle corse che decisamente stenta ad ingranare, che a portare il pallone sia Martin, Rodgers, Sims oppure Barber.
Ma stasera va comunque sottolineata la bella ed intensa prova - finalmente! - del reparto difensivo. Per la la prima volta quest'anno, si è riusciti a mettere pressione sul QB avversario (ben 6 i sack messi a segno contro i Jets, a fronte degli 8 complessivi registrati nelle prime 8 partite!), oltre ad azzerare completamente il running game di NY.
Non fosse stato per il TD segnato da New York a partita in pratica già finita, la difesa di Mike Smith avrebbe tenuto gli avversari ad un solo FG realizzato, e comunque sia, al di là dell'ultima segnatura concessa, questa sera la difesa dei Bucs guidata dai "soliti" Lavonte David e Gerald McCoy ha dimostrato confortanti segnali di vita.
Purtroppo non sempre affronteremo avversari "molli" come i Jets di stasera, e sarà interessante vedere ad esempio cosa combineranno i Bucs domenica prossima a Miami, in quel derby della Florida che si sarebbe dovuto disputare alla prima giornata e che venne poi rinviato a causa dell'uragano Irma.
Non è chiaramente la W di stasera che cambierà il volto alla stagione dei Bucs, ma quantomeno conforta notare che nonostante assenze importanti (Jameis Winston, Mike Evans), la squadra sia scesa in campo concentrata e desiderosa di interrompere l'infinita serie di sconfitte, riuscendo alla fine a portare a casa la terza W stagionale. Anche se, come si diceva, purtoppo non sempre dall'altra parte ci saranno avversari "collaborativi" come quelli visiti stasera al RJS...
lunedì 6 novembre 2017
Winston (spalla) e Evans (squalifica) assenti contro i Jets
Cominciamo dal QB: ulteriori esami alla spalla infortunata hanno evidenziato un problema abbastanza serio, che costringerà Winston al riposo per almeno una quindicina di giorni.
Jameis sarà dunque assente sia contro i Jets che a Miami, si spera possa fare il suo rientro ad Atlanta nella week n.12, saltando così solamente due partite.
Anche Mike Evans non sarà in campo contro i NY Jets, ma nel suo caso non si tratta di motivi legati ad un infortunio.
Evans è stato infatti squalificato per un turno dall'NFL, in seguito alla rissa scatenata da un suo colpo alle spalle al CB dei Saints, Lattimore, che provocato a sua volta da Winston, aveva dato uno spinta a Jameis. Da lì, Evans come un razzo si è fondato su Lattimore piallandolo al suolo, scatenando una rissa che ha coinvolto l'intera sideline dei Bucs.
L'episodio è stato quest'oggi duramente stigmatizzato da Dirk Koetter, che ha dichiarato che Evans andava probabilmente espulso, e che Winston ha sbagliato a provocare Lattimore, dando di fatto inizio ad uno spettacolo di cui si sarebbe fatto volentieri a meno.
Non ci sono invece, al momento, novità sull'infortunio al ginocchio che domenica ha impedito al LT Donovan Smith di giocare il secondo tempo, mentre continuano gli accertamenti clinici su William Gholston, le cui condizioni non sono per fortuna così gravi come sembrava al momento del suo KO sul terreno del Superdome.
Anche al completo, difficilmente gli attuali Bucs avrebbero potuto prevalere su una squadra in salute come i Jets. Senza i suoi due elementi migliori, e con mezza squadra acciaccata, per il match di domenica prossima credo non si accettino più scommesse su quale sarà il team ad uscire dal RJS con la W in tasca...
domenica 5 novembre 2017
Saints sul velluto, Bucs non pervenuti
Come da facile pronostico, il match del Superdome si è rivelato poco più di un tranquillo allenamento per i Saints, che hanno agevolmente travolto i Bucs, squadra sempre più impresentabile e sempre più simile alle peggiori edizioni "all time" di questo team.
Ricordate, per citare esempi recenti, i Bucs di Raheem Morris (2011) o quelli di Lovie Smith (2014)?
Ecco, per certi versi la situazione attuale è ancora più sconfortante, visto che oggi sulla carta non mancano i buoni giocatori a differenza dei modesti interpreti presenti nei team del 2011 e del 2014, mentre sul campo sembra sempre di assistere a partite tra professionisti (gli altri) e dilettanti (i Bucs).
Poi, come spesso accade in casi simili, ci si mette anche la sfortuna, con Jameis Winston - che rimane comunque uno dei pochi punti fermi di Tampa Bay da cui bisognerà ripartire - costretto a rimanere a bordocampo per l'intero secondo tempo, a causa dei noti problemi alla spalla. Senza parlare del nervosismo sulla sideline, vedi la rissa col fallaccio di Mike Evans a partita ormai strapersa o dell'infortunio, che è sembrato abbastanza serio, che ha colpito il DE William Gholston.
Sul match, meglio stendere un velo pietoso. Bucs mai in partita e asfaltati dal primo all'ultimo minuto. Soliti problemi, con le due linee non pervenute: malissimo sia la OL incapace di proteggere Winston e di aprire varchi per le corse, così come la DL, incapace anche solo di avvicinarsi a Brees e se poi iniziamo anche a farci bloccare i punt...
Bene, anzi malissimo. E domenica prossima verranno a "banchettare" al Raymond James Stadium i NY Jets di due nostre vecchie conoscenze, McCown e Seferian-Jenkins; mentre i Bucs, tanto per cambiare, sono in corsa per il "solito" traguardo: la first pick overall del prossimo draft. Che tristezza... :-(
Ricordate, per citare esempi recenti, i Bucs di Raheem Morris (2011) o quelli di Lovie Smith (2014)?
Ecco, per certi versi la situazione attuale è ancora più sconfortante, visto che oggi sulla carta non mancano i buoni giocatori a differenza dei modesti interpreti presenti nei team del 2011 e del 2014, mentre sul campo sembra sempre di assistere a partite tra professionisti (gli altri) e dilettanti (i Bucs).
Poi, come spesso accade in casi simili, ci si mette anche la sfortuna, con Jameis Winston - che rimane comunque uno dei pochi punti fermi di Tampa Bay da cui bisognerà ripartire - costretto a rimanere a bordocampo per l'intero secondo tempo, a causa dei noti problemi alla spalla. Senza parlare del nervosismo sulla sideline, vedi la rissa col fallaccio di Mike Evans a partita ormai strapersa o dell'infortunio, che è sembrato abbastanza serio, che ha colpito il DE William Gholston.
Sul match, meglio stendere un velo pietoso. Bucs mai in partita e asfaltati dal primo all'ultimo minuto. Soliti problemi, con le due linee non pervenute: malissimo sia la OL incapace di proteggere Winston e di aprire varchi per le corse, così come la DL, incapace anche solo di avvicinarsi a Brees e se poi iniziamo anche a farci bloccare i punt...
Bene, anzi malissimo. E domenica prossima verranno a "banchettare" al Raymond James Stadium i NY Jets di due nostre vecchie conoscenze, McCown e Seferian-Jenkins; mentre i Bucs, tanto per cambiare, sono in corsa per il "solito" traguardo: la first pick overall del prossimo draft. Che tristezza... :-(
Trasferta a New Orleans, altra sconfitta in arrivo?
Questa sera i Tampa Bay Buccaneers scenderanno in campo al Mercedes-Benz Superdome di New Orleans, in un match il cui pronostico sembra decisamente scontato a favore dei padroni di casa.
Dopo un avvio negativo, con due sconfitte nelle prime due gare, i Saints hanno infilato cinque vittorie consecutive, trascinati da quel Drew Brees che nonostante l'eta (38 anni) non perde un colpo ed è tuttora tra i migliori QB dell'intera NFL.
Se dunque i Saints stanno attraversando un ottimo momento, discorso opposto per Tampa Bay, che dopo avere iniziato il campionato nel migliore dei modi travolgendo Chicago, ha poi infilato solo una lunga serie di batoste ed un'unica vittoria (all'ultimo secondo contro i non irresistibili NY Giants).
Il pronostico, dunque, non può che essere nettamente a favore di New Orleans, considerando anche che ai Bucs mancherà il CB Brent Grimes alle prese con problemi alla spalla, e che altri due difensori, il LB Beckwith e il DE Ayers, sono alle prese con infortuni che ne rendono dubbia la partecipazione al match.
Ma la di là degli infortuni, i Bucs visti all'opera in questa prima metà di stagione non metterebbero in difficoltà i Saints nemmeno fossero al completo, con un attacco che fatica ad essere produttivo ed efficace in maniera continuativa nel'arco dell'intero match ed una difesa in permanente difficoltà, soprattutto a livello di linea e di secondaria.
Insomma, speriamo almeno di salvare la faccia e di essere ancora in partita nell'ultimo quarto; purtroppo, dai Buccaneers edizione 2017 non sembra ci si possa aspettare molto altro, ed un inatteso exploit come quello del 2015, quando Tampa Bay espugnò a sorpresa il Superdome, oggi sembra molto difficilmente ripetibile...
Dopo un avvio negativo, con due sconfitte nelle prime due gare, i Saints hanno infilato cinque vittorie consecutive, trascinati da quel Drew Brees che nonostante l'eta (38 anni) non perde un colpo ed è tuttora tra i migliori QB dell'intera NFL.
Se dunque i Saints stanno attraversando un ottimo momento, discorso opposto per Tampa Bay, che dopo avere iniziato il campionato nel migliore dei modi travolgendo Chicago, ha poi infilato solo una lunga serie di batoste ed un'unica vittoria (all'ultimo secondo contro i non irresistibili NY Giants).
Il pronostico, dunque, non può che essere nettamente a favore di New Orleans, considerando anche che ai Bucs mancherà il CB Brent Grimes alle prese con problemi alla spalla, e che altri due difensori, il LB Beckwith e il DE Ayers, sono alle prese con infortuni che ne rendono dubbia la partecipazione al match.
Ma la di là degli infortuni, i Bucs visti all'opera in questa prima metà di stagione non metterebbero in difficoltà i Saints nemmeno fossero al completo, con un attacco che fatica ad essere produttivo ed efficace in maniera continuativa nel'arco dell'intero match ed una difesa in permanente difficoltà, soprattutto a livello di linea e di secondaria.
Insomma, speriamo almeno di salvare la faccia e di essere ancora in partita nell'ultimo quarto; purtroppo, dai Buccaneers edizione 2017 non sembra ci si possa aspettare molto altro, ed un inatteso exploit come quello del 2015, quando Tampa Bay espugnò a sorpresa il Superdome, oggi sembra molto difficilmente ripetibile...
domenica 29 ottobre 2017
Sconfitti anche dai Panthers, stagione finita per i Bucs
Con la netta quanto meritata sconfitta rimediata questa sera al RJS contro l'ennesimo avversario non irresistibile ed alla portata, cala virtualmente il sipario sulla stagione 2017 dei Tampa Bay Buccaners.
Anche per quest'anno, l'appuntamento coni i playoff è rimandato all'anno prossimo...
Per arrivarci nel 2017, alla postseason, servirebbe infatti un miracolo, anzi, ne occorrerebbero quattro: i Bucs dovrebbero vincerle più o meno tutte da qui alla fine e le altre tre avversarie di Division (Saints, Falcons e Panthers) dovrebbero infilare sconfitte a ripetizione...
Peccato, stagione finita ad ottobre e con ancora nove partite (inutili) da disputare; ormai i campionati di Tampa Bay sono un continuo "deja vù", con un esito (amarissimo) che non cambia mai e che si ripropone sempre uguale anno dopo anno...
Cosa non ha funzionato stasera? Se la difesa ha fatto il possibile, pur con alcuni evidenti limiti (l'inconsistenza della D-line) e considerate le tante assenze nella secondaria, l'attacco ha fallito in maniera abbastanza clamorosa.
Prestazione negativa per Winston (protetto poco e male dalla linea) che ha chiuso con due intercetti e un fumble perso, e consuete difficoltà nel gioco di corsa a parte un paio di estemporanee fiammate di Martin. Anche nel running game, linea incapace di aprirei varchi necessari per i RB, oltre che in permanente difficoltà contro l'aggressiva difesa dei Panthers, che ha messo sotto estrema pressione Jameis per tutto il match, costringendolo a forzare e riuscendo spesso a metterlo a terra.
Ecco, stasera la differenza sta in buona parte proprio nella pressione (tanta) messa dai Panthers su Winston e su quella (inesistente) portata dalla D-line dei Bucs su Newton, mai - nemmeno una volta - messo "under pressure".
Ad ogni modo, inutile dilungarsi sull'ennesimo spettacolo mediocre e deficitario di Tampa Bay, a cui oramai - dopo dieci anni di batoste a ripetizione - siamo praticamente assuefatti..
Da qui in avanti, sarà più interessante seguire con attenzione il college football, e cercare di capire come utilizzare la prima scelta del prossimo draft (di sicuro tra le prime dieci, probabilmente tra le top five), se per rinforzare una delle due linee oppure la secondaria.
Magari sperando di non vedere più a Tampa, l'anno prossimo, giocatori che percepiscono stipendi da fuoriclasse e di cui non ci si accorge nemmeno della loro presenza sul terreno di gioco (il DE Robert Ayers, tanto per per citarne uno a caso...).
Anche per quest'anno, l'appuntamento coni i playoff è rimandato all'anno prossimo...
Per arrivarci nel 2017, alla postseason, servirebbe infatti un miracolo, anzi, ne occorrerebbero quattro: i Bucs dovrebbero vincerle più o meno tutte da qui alla fine e le altre tre avversarie di Division (Saints, Falcons e Panthers) dovrebbero infilare sconfitte a ripetizione...
Peccato, stagione finita ad ottobre e con ancora nove partite (inutili) da disputare; ormai i campionati di Tampa Bay sono un continuo "deja vù", con un esito (amarissimo) che non cambia mai e che si ripropone sempre uguale anno dopo anno...
Cosa non ha funzionato stasera? Se la difesa ha fatto il possibile, pur con alcuni evidenti limiti (l'inconsistenza della D-line) e considerate le tante assenze nella secondaria, l'attacco ha fallito in maniera abbastanza clamorosa.
Prestazione negativa per Winston (protetto poco e male dalla linea) che ha chiuso con due intercetti e un fumble perso, e consuete difficoltà nel gioco di corsa a parte un paio di estemporanee fiammate di Martin. Anche nel running game, linea incapace di aprirei varchi necessari per i RB, oltre che in permanente difficoltà contro l'aggressiva difesa dei Panthers, che ha messo sotto estrema pressione Jameis per tutto il match, costringendolo a forzare e riuscendo spesso a metterlo a terra.
Ecco, stasera la differenza sta in buona parte proprio nella pressione (tanta) messa dai Panthers su Winston e su quella (inesistente) portata dalla D-line dei Bucs su Newton, mai - nemmeno una volta - messo "under pressure".
Ad ogni modo, inutile dilungarsi sull'ennesimo spettacolo mediocre e deficitario di Tampa Bay, a cui oramai - dopo dieci anni di batoste a ripetizione - siamo praticamente assuefatti..
Da qui in avanti, sarà più interessante seguire con attenzione il college football, e cercare di capire come utilizzare la prima scelta del prossimo draft (di sicuro tra le prime dieci, probabilmente tra le top five), se per rinforzare una delle due linee oppure la secondaria.
Magari sperando di non vedere più a Tampa, l'anno prossimo, giocatori che percepiscono stipendi da fuoriclasse e di cui non ci si accorge nemmeno della loro presenza sul terreno di gioco (il DE Robert Ayers, tanto per per citarne uno a caso...).
sabato 28 ottobre 2017
KO sia Grimes che McClain, secondaria in emergenza
E' nuovamente piena l'infermeria dei Bucs, e sono tanti i giocatori - tutti del reparto difensivo, in particolare della secondaria - che contro i Carolina Panthers saranno costretti ad assistere al match dalla sideline, senza poter scendere in campo per problemi fisici più o meno seri.
A Noah Spence, indisponibile per per tutta la stagione, si sono infatti aggiunti negli ultimi giorni altri elementi della difesa.
Contro i Panthers, tra i giocatori "acciaccati" dovrebbe recuperare il solo Chris Baker (DT) mentre il reparto diretto da Mike Smith non potrà contare sui due CB titolari, Brent Grimes (CB) e Robert McClain (CB), oltre che su Josh Robinson (S).
Sono assenze gravi per la secondaria, che di fatto affronterà Cam Newton "dimezzata" e priva dei suoi elementi migliori; le assenze di Grimes e McClain obbligano i Bucs a riproporre come CB starter il sin qui deludente Vernon Hargreaves III; auguriamoci che il secondo anno da Florida dimostri sensibili segnali di miglioramento rispetto alle ultime, decisamente negative, prestazioni.
A Noah Spence, indisponibile per per tutta la stagione, si sono infatti aggiunti negli ultimi giorni altri elementi della difesa.
Contro i Panthers, tra i giocatori "acciaccati" dovrebbe recuperare il solo Chris Baker (DT) mentre il reparto diretto da Mike Smith non potrà contare sui due CB titolari, Brent Grimes (CB) e Robert McClain (CB), oltre che su Josh Robinson (S).
Sono assenze gravi per la secondaria, che di fatto affronterà Cam Newton "dimezzata" e priva dei suoi elementi migliori; le assenze di Grimes e McClain obbligano i Bucs a riproporre come CB starter il sin qui deludente Vernon Hargreaves III; auguriamoci che il secondo anno da Florida dimostri sensibili segnali di miglioramento rispetto alle ultime, decisamente negative, prestazioni.
mercoledì 25 ottobre 2017
Noah Spence inserito in IR, firmato il veterano Darryl Tapp
E' probabile che il giocatore debba sottoporsi ad un intervento chirurgico, dunque la sua stagione sarebbe da considerarsi conclusa e lo rivedremo in campo, salvo complicazioni dato che si tratta del secondo serio infortunio alla spalla in due anni, solamente nel 2018.
Per sostituire Spence i Bucs hanno firmato un veterano di lungo corso, il 33enne Darryl Tapp.
Scelto al secondo giro del draft 2006 dai Seattle Seahawks, Tapp ha poi giocato per numerose squadre (Eagles, Redskins, Lions, Saints), prima di siglare quest'oggi un contratto che lo legherà ai Bucs sino al termine dell'attuale campionato.
Intanto, la nostra vecchia conoscenza Roberto Aguayo ha trovato una nuova squadra disposta a credere in lui: si tratta dei prossimi avversari dei Bucs, i Carolina Panthers, che hanno firmato Aguayo per la practice squad, considerati i problemi del kicker titolare, Graham Gano, ad un ginocchio.
martedì 24 ottobre 2017
La difficile situazione dei Bucs: vietati altri passi falsi
Dopo solamente sei partite giocate, il record dei Bucs parla
chiaro: solo 2 vittorie e ben 4 sconfitte, e da qui in avanti, per mantenere in
vita le residue, e ad oggi assai flebili, speranza di postseason non sono più
ammessi passi falsi.
Chiaramente, dopo le recenti opache e sbiadite prestazioni,
sperare in un "turnaround" sembra pura utopia; a parte il brillante esordio
contro Chicago, nelle seguenti cinque partite i Bucs hanno ottenuto una sola W (contro
i NY Giants il cui record è 1-6, e grazie ad un FG all’ultimo secondo) e ne
hanno perse quattro, alcune in maniera netta (Minnesota, Arizona) altre di
misura (Buffalo, New England).
Ma al di là di W e L, il vero problema è che Tampa Bay sta giocando
proprio male, esibendo un football deficitario da entrambi i lati del campo.
La difesa, statistiche alla mano, è tra le peggiori dell'NFL, tra
l’altro martoriata a inizio stagione da infortuni di elementi importanti (anche se al momento l’infermeria
si sta svuotando) e da discutibili scelte tecniche (il minimo utilizzo di Ward,
che anche quando è sano resta spesso relegato sulla sideline).
Sono molte le note dolenti relative al reparto diretto da
Mike Smith; la linea difensiva non riesce mai a mettere la minima pressione sui
QB avversari, sulle corse si fa una fatica tremenda a contenere o anche solo a limitare
RB non eccezionali (siamo persino riusciti a resuscitare Adrian "pensionato" Peterson), mentre sulla secondaria è meglio stendere un velo pietoso, con il
secondo anno Hargreaves che si sta rivelando anello debole del reparto, al
punto da indurre il coaching staff a "retrocederlo" a nickel back e a ridurne
l’impiego.
In attacco, molto male il running game, inconcludente e poco
produttivo (tutta colpa dei RB o anche la linea ci mette del suo?), mentre lentamente
il rookie Howard e DeSean Jackson – le due principali addizioni dell'attacco
nel corso dell'offseason - sembra stiano dando segnali di vita, dopo un avvio
molto difficoltoso.
In quanto a Winston, fa fatica anche lui a trovare un
rendimento costante, anche se troppo spesso è costretto a forsennati tentativi
di rimonta che di sicuro non lo aiutano a giocare sereno e con regolarità e
comunque non è certo Winston il problema dei Bucs, e stare a discutere Jameis
mi pare poco sensato.
Non parliamo poi dei tanti FG sbagliati e della ormai annosa
questione kicker, limitiamoci a dire che forse con Patrick Murray abbiamo
finalmente a roster un "vero" K, sempre che la salute assista il cagionevole
Patrick.
Insomma, dopo 6 partite direi che di motivi per guardare con ottimismo al
prosieguo della stagione ce ne sono pochi, e più che parlare di possibili
playoff forse sarebbe meglio iniziare a guardare un po’ di college football,
per chiarirsi le idee in vista del prossimo draft...
L'unico aspetto positivo, che tiene in vita i Bucs, è che
sono ancora tutte da disputare le partite con le altre rivali di division. Per
cercare di salvare la stagione, a Tampa Bay non resta dunque che iniziare a vincere soprattutto
le partite con le altre squadre della NFC South.
Per fortuna sia Panthers che Falcons non stanno
attraversando un periodo brillante, e vedremo fino a quando durerà il momento
positivo dei Saints di "nonno" Brees.
Ad ogni modo, domenica sera, dopo il match con Carolina, ne
sapremo di più: una vittoria riporterebbe morale a Tampa e sarebbe una
importante iniezione di fiducia, mentre una sconfitta farebbe calare il sipario
in maniera definitiva – e siamo solo ad ottobre! – su una stagione iniziata con
ben altre speranze e prospettive...
domenica 22 ottobre 2017
Bucs, sempre peggio: prima rimontano, poi sprecano tutto
No, proprio non ci siamo.
Dopo una partita brutta, difficile, complicata, quasi sempre ad inseguire l'avversario (i non irresistibili Buffalo Bills) i Tampa Bay Buccaneers sembravano avere trovato - nel quarto periodo - il modo per tornare in Florida con una W che sarebbe stata di capitale importanza per il proseguimento della stagione.
Prima un fumble provocato e ricoperto da Lavonte David e poi un TD pass di Winston per Mike Evans portavano infatti in vantaggio di sette punti Tampa Bay; 27-20 per i Bucs a 3 minuti e 20 secondi dalla fine, con le migliori condizioni possibili per mettere a segno un bel colpaccio in trasferta.
Peccato che a quel punto Winston e soci abbiano smesso di giocare. Prima la difesa ha concesso - in un minuto - il TD del pareggio e poi nel primo gioco del drive che avrebbe potuto portare i Bucs alla vittoria, ci ha pensato Humphries a commettere fumble e a regalare il possesso a Buffalo.
Inevitabile FG della vittoria per i Bills mentre Tampa Bay, alla terza sconfitta consecutiva, vede il proprio campionato prendere una piega bruttissima.
Con un record di 2-4, ormai non sono più ammessi passi falsi, soprattutto nelle partite con le rivali di division. Già il match di domenica prossima, con i Panthers al Raymond James Stadium, per i Bucs sarà un vero e proprio spareggio. Una eventuale sconfitta vorrebbe dire iniziare a pensare al prossimo draft, e archiviare - ad ottobre! - eventuali ambizioni di postseason.
Oltre a Carolina, va considerato che New Orleans sembra in grande forma, e che i pur non brillanti Falcons sono comunque un avversario tostissimo; davvero si fa fatica a pensare che questi Bucs pasticcioni e inconcludenti, incapaci di vincere anche le partite praticamente già archiviate a proprio favore, possano realizzare un "turnaround" in grado di dare una svolta positiva a questa stagione iniziata così male.
Intanto, quei Cardinals che sette giorni fa avevamo tramortito i Bucs, oggi sono stati spazzati via dai Rams per 33-0. A quanto pare, Tampa Bay ha una speciale capacità di far sembrare fenomeni anche avversari in realtà modesti e mediocri; purtroppo, credo sia fondato il sospetto che i veri "mediocri" siano proprio quelli in Red and Pewter...
Dopo una partita brutta, difficile, complicata, quasi sempre ad inseguire l'avversario (i non irresistibili Buffalo Bills) i Tampa Bay Buccaneers sembravano avere trovato - nel quarto periodo - il modo per tornare in Florida con una W che sarebbe stata di capitale importanza per il proseguimento della stagione.
Prima un fumble provocato e ricoperto da Lavonte David e poi un TD pass di Winston per Mike Evans portavano infatti in vantaggio di sette punti Tampa Bay; 27-20 per i Bucs a 3 minuti e 20 secondi dalla fine, con le migliori condizioni possibili per mettere a segno un bel colpaccio in trasferta.
Peccato che a quel punto Winston e soci abbiano smesso di giocare. Prima la difesa ha concesso - in un minuto - il TD del pareggio e poi nel primo gioco del drive che avrebbe potuto portare i Bucs alla vittoria, ci ha pensato Humphries a commettere fumble e a regalare il possesso a Buffalo.
Inevitabile FG della vittoria per i Bills mentre Tampa Bay, alla terza sconfitta consecutiva, vede il proprio campionato prendere una piega bruttissima.
Con un record di 2-4, ormai non sono più ammessi passi falsi, soprattutto nelle partite con le rivali di division. Già il match di domenica prossima, con i Panthers al Raymond James Stadium, per i Bucs sarà un vero e proprio spareggio. Una eventuale sconfitta vorrebbe dire iniziare a pensare al prossimo draft, e archiviare - ad ottobre! - eventuali ambizioni di postseason.
Oltre a Carolina, va considerato che New Orleans sembra in grande forma, e che i pur non brillanti Falcons sono comunque un avversario tostissimo; davvero si fa fatica a pensare che questi Bucs pasticcioni e inconcludenti, incapaci di vincere anche le partite praticamente già archiviate a proprio favore, possano realizzare un "turnaround" in grado di dare una svolta positiva a questa stagione iniziata così male.
Intanto, quei Cardinals che sette giorni fa avevamo tramortito i Bucs, oggi sono stati spazzati via dai Rams per 33-0. A quanto pare, Tampa Bay ha una speciale capacità di far sembrare fenomeni anche avversari in realtà modesti e mediocri; purtroppo, credo sia fondato il sospetto che i veri "mediocri" siano proprio quelli in Red and Pewter...
sabato 21 ottobre 2017
Winston recupera dall'infortunio e sarà titolare a Buffalo
Ci sono buone notizie in arrivo, dall'infermeria di Tampa Bay.
Jameis Winston, che domenica scorsa ad Arizona aveva lasciato il campo nel corso del primo tempo a causa di un problema alla spalla destra, ha recuperato pienamente dall'infortunio e sarà il QB starter dei Bucs a Buffalo. E finalmente rivederemo sul terreno di gioco anche il LB Kwon Alexander, che nell'attuale stagione ha potuto giocare solamente il primo match contro Chicago.
Il pieno recupero di Winston è di importanza fondamentale per l'attacco dei Bucs (il backup Fitzpatrick non ha demeritato contro i Cardinals, ma chiaramente il buon Ryan è un "ripiego" da utilizzare solo in caso di assoluta emergenza) così come il rientro di un fuoriclasse come Kwon Alexander è di estremo rilievo per la difesa (dopo i recuperi di David e Ward della settimana scorsa).
A Buffalo, sicuri assenti saranno due "riserve" (la safety Robinson e il DE Russell), mentre i vari giocatori "acciaccati" (da Spence a Tandy, da Ayers a Glanton) dovrebbero farcela a recuperare e a disputare la partita contro i Bills.
Dunque, per un match di estrema importanza come quello in programma domani al New Era Field di Orchard Park, i Tampa Bay Buccaneers saranno pressoché al completo, con un'infermeria finalmente quasi del tutto svuotata.
Si diceva dell'importanza del match di domani: sarà fondamentale tornare in Florida con una W (che porterebbe il record dei Bucs sul 3-3) per affrontare nel migliore dei modi il ciclo di partite che deciderà la stagione 2017 di Tampa Bay, e cioè le sei partite contro le rivali divisionali (Saints, Falcons e Panthers), che stanno alternando buone prestazioni a scivoloni inattesi ma che sono comunque al momento - tutte e tre - davanti ai Bucs nella classifica provvisoria della NFC South.
lunedì 16 ottobre 2017
Soliti Bucs, e solito inutile e tardivo tentativo di rimonta
Non tragga in inganno il punteggio finale della partita di ieri tra Arizona e Tampa Bay, conclusasi per 38-33 a favore dei Cardinals.
Si è trattato di una partita equilibrata, come lascerebbe intendere lo score finale?
No, niente affatto, anche ieri si è ripetuto un copione ormai familiare per chi segue i Bucs, con gli avversari di turno (siano essi i Vikings, i Patriots o i Cardinals di ieri) che prendono il largo già nella prima parte del match, e con i Buccaneers che nel finale - quando ormai è troppo tardi per ribaltare l'esito dell'incontro - provano una vana e tardiva rimonta...
Hai voglia a rimontare, quando ti trovi sotto per 0-31...
In più, al match di ieri, aggiungiamo il fatto che il giocatore più importante (Jameis Winston) ha concluso la sua prestazione già nel primo tempo, a causa di un infortunio alla spalla, a partita comunque già ampiamente compromessa.
Tra l'altro, bisogna rilevare che il suo backup, Ryan Fizpatrick, non ha neanche giocato malissimo, anzi, decisamente ci si aspettava di peggio dal QB #14, considerato quanto poco di buono aveva mostrato nelle partite di preseason.
Nell'orribile prestazione di ieri, Tampa Bay è riuscita a far sembrare fenomeni tre giocatori ormai ritenuti (prima che affrontassero i Bucs!) sul viale del tramonto. Palmer, Fitzpatrick e il neo arrivato Adrian Peterson hanno invece tagliato a fette l'approssimativa difesa di Mike Smith, che nel primo tempo ha mostrato una friablità ed una inconsistenza davvero imbarazzanti.
Peterson guadagnava minimo 7 yards a portata, Palmer poteva lanciare in tutta tranquillità (arrivando a completare qualcosa come 14 passaggi consecutivi), e Fitzpatrick riceveva sempre liberissimo (e magari bisognerebbe interrogarsi sulla parabola involutiva di VH III, che al secondo anno di NFL sta facendo davvero molta fatica e mi sembra peggiori il suo rendimento di partita in partita...) mentre dall'altro lato del campo Winston non riusciva nè a chiudere un down nè a sfruttare le potenziali armi del reparto offensivo, che, in teoria, non sarebbero neanche poche (Evans, Jackson, Brate, Martin, Howard, per quanto il rookie da Alabama sia ancora fuori dai giochi e abbastanza spaesato...).
Sotto per 0-31, è iniziato come detto il tardivo e inutile tentativo di rimonta. Ovviamente, come si dice in questi casi, "Too little, too late", troppo poco e troppo tardi per sperare di ribaltare un match dall'esito ormai compromesso in maniera irrimediabile.
Peccato, perché Arizona non è quella squadra di fenomeni che colpevolmente abbiamo fatto sembrare, ed il match di ieri era assolutamente da vincere, per sfruttare i passi falsi di Panthers e Falcons. Ad ogni modo, dopo la trasferta di domenica a Buffalo inizieranno gli scontri divisionali con Carolina, Atlanta e New Orleans, e allora capiremo davvero se questa squadra può ambire non dico ai playoff (un miraggio, ad oggi), ma quantomeno a giocare in maniera dignitosa per tutti e 60 i minuti di una partita di football, non solo per gli ultimi venti.
Ieri, per lunghi tratti, sembrava di rivedere sul terreno di gioco gli "indimenticabili" Buccaneers di Raheem Morris; e detto questo, non mi sembra sia necessario aggiungere altro...
Si è trattato di una partita equilibrata, come lascerebbe intendere lo score finale?
No, niente affatto, anche ieri si è ripetuto un copione ormai familiare per chi segue i Bucs, con gli avversari di turno (siano essi i Vikings, i Patriots o i Cardinals di ieri) che prendono il largo già nella prima parte del match, e con i Buccaneers che nel finale - quando ormai è troppo tardi per ribaltare l'esito dell'incontro - provano una vana e tardiva rimonta...
Hai voglia a rimontare, quando ti trovi sotto per 0-31...
In più, al match di ieri, aggiungiamo il fatto che il giocatore più importante (Jameis Winston) ha concluso la sua prestazione già nel primo tempo, a causa di un infortunio alla spalla, a partita comunque già ampiamente compromessa.
Tra l'altro, bisogna rilevare che il suo backup, Ryan Fizpatrick, non ha neanche giocato malissimo, anzi, decisamente ci si aspettava di peggio dal QB #14, considerato quanto poco di buono aveva mostrato nelle partite di preseason.
Nell'orribile prestazione di ieri, Tampa Bay è riuscita a far sembrare fenomeni tre giocatori ormai ritenuti (prima che affrontassero i Bucs!) sul viale del tramonto. Palmer, Fitzpatrick e il neo arrivato Adrian Peterson hanno invece tagliato a fette l'approssimativa difesa di Mike Smith, che nel primo tempo ha mostrato una friablità ed una inconsistenza davvero imbarazzanti.
Peterson guadagnava minimo 7 yards a portata, Palmer poteva lanciare in tutta tranquillità (arrivando a completare qualcosa come 14 passaggi consecutivi), e Fitzpatrick riceveva sempre liberissimo (e magari bisognerebbe interrogarsi sulla parabola involutiva di VH III, che al secondo anno di NFL sta facendo davvero molta fatica e mi sembra peggiori il suo rendimento di partita in partita...) mentre dall'altro lato del campo Winston non riusciva nè a chiudere un down nè a sfruttare le potenziali armi del reparto offensivo, che, in teoria, non sarebbero neanche poche (Evans, Jackson, Brate, Martin, Howard, per quanto il rookie da Alabama sia ancora fuori dai giochi e abbastanza spaesato...).
Sotto per 0-31, è iniziato come detto il tardivo e inutile tentativo di rimonta. Ovviamente, come si dice in questi casi, "Too little, too late", troppo poco e troppo tardi per sperare di ribaltare un match dall'esito ormai compromesso in maniera irrimediabile.
Peccato, perché Arizona non è quella squadra di fenomeni che colpevolmente abbiamo fatto sembrare, ed il match di ieri era assolutamente da vincere, per sfruttare i passi falsi di Panthers e Falcons. Ad ogni modo, dopo la trasferta di domenica a Buffalo inizieranno gli scontri divisionali con Carolina, Atlanta e New Orleans, e allora capiremo davvero se questa squadra può ambire non dico ai playoff (un miraggio, ad oggi), ma quantomeno a giocare in maniera dignitosa per tutti e 60 i minuti di una partita di football, non solo per gli ultimi venti.
Ieri, per lunghi tratti, sembrava di rivedere sul terreno di gioco gli "indimenticabili" Buccaneers di Raheem Morris; e detto questo, non mi sembra sia necessario aggiungere altro...
lunedì 9 ottobre 2017
E' Patrick Murray il nuovo kicker dei Bucs
I Bucs hanno scelto il loro nuovo kicker: si tratta di Patrick Murray, già visto in azione a Tampa nella stagione 2014, quando infilò tra i pali 20 FG su 24 tentati, mentre Nick Folk è stato inserito in IR.
Il "tryout" tra i sei kicker convocati oggi a Tampa è stato dunque vinto dal 26enne Murray, che dopo l'esperienza con i Bucs di tre anni fa ha dovuto far fronte a diversi problemi fisici, che lo hanno in pratica tenuto lontano di campi da gioco nelle ultime due stagioni.
Lo scorso anno, prima di infortunarsi al ginocchio, Murray era il kicker dei Cleveland Browns, per i quali ha totalizzato cifre non proprio esaltanti (2/4 nei FG e 3/4 negli XP).
Un grosso in bocca al lupo a Murray, e speriamo di avere finalmente trovato un K "decente" dopo le tante "disgrazie" che si sono avvicendate negli ultimi anni, da Aguayo a Folk passando per Brindza... e dire che sarebbe stato sufficiente mantenere a roster giocatori affidabili quali Matt Bryant o Connor Barth, per evitare lo "psicodramma" a livello di kicker che ha caratterizzato i Bucs degli ultimi anni.
domenica 8 ottobre 2017
Sei kicker in prova, uno di loro sostituirà Folk
Si è conclusa giovedì sera - e non poteva essere diversamente considerata la tremenda prestazione che è costata ai Bucs la vittoria - l'avventura del kicker Nick Folk con la maglia di Tampa Bay.
I tre errori su tre tentativi di FG contro i Patriots, sommati ai numerosi calci sbagliati nelle partite precedenti, fanno sì che Folk termini la sua esperienza in Florida con il poco lusinghiero record personale di 6/11 nei tentativi di FG e un altrettanto insufficiente 7/9 negli XP.
Purtroppo sono cifre degne del peggior Aguayo, che rendono impraticabile l'ipotesi di una permanenza di Folk a Tampa.
E dunque, al momento sono ben sei (vedremo nelle prossime ore se si aggiungerà qualcun altro) i kicker convocati per lunedì dal GM Jason Licht a One Buc Place, per "sfidarsi" tra loro in un "tryout"; il migliore (o il meno peggio...) prenderà il posto di Folk e sarà il nuovo K dei Buccaneers.
Di seguito, un loro breve profilo.
Patrick Murray: già kicker dei Bucs nella stagione 2014, il 26enne Murray ha saltato per infortunio gran parte delle ultime due stagioni. Pienamente ristabilitosi, ha disputato l'attuale preseason con i New Orleans Saints.
Josh Lambo: ex K dei Chargers nelle ultime due stagioni, il 26enne Lambo ha fatto registrare lo scorso anno un non esaltante 26-su-32 nei tentativi di FG e un ancora meno brillante 42-su-46 negli extra points.
Cairo Santos: il 25enne brasiliano Santos, ex K dei Chiefs, è il profilo più interessante da un punto di vista tecnico. Purtroppo però il giocatore è ancora alle prese con un infortunio che, di fatto, gli è costato il taglio da parte di Kansas City e che probabilmente lo renderà indisponibile sino a fine ottobre. Il giocatore sarà comunque a Tampa per un controllo medico, anche se nell'immediato il suo problema all'inguine ne rende impossibile l'utilizzo.
Andrew Franks: ex kicker dei Dolphins nelle ultime due stagioni, il 24enne Franks ha registrato nel biennio 2015-16 con Miami un complessivo 29/37 nei FG e un 41/42 negli XP, con un "longest FG" messo a segno dalle 55 yards,
Mike Nugent: veterano di lungo corso dell'NFL, il 35enne Nugent ha già giocato per Tampa Bay nel corso della stagione 2009. Nelle ultime sette stagioni è stato il kicker dei Cincinnati Bengals.
Marshall Koehn: dopo una carriere collegiale a Iowa, Koehn è stato firmato dai Dolphins nel 2016 e dai Vikings nel 2017, venendo tagliato da entrambe le squadre prima dell'inizio della stagione e dunque senza mai disputare una partita in NFL.
Vedremo chi tra questi giocatori verrà scelto come successore di Nick Folk. Per fortuna, tra i "candidati" non figura Roberto Aguayo, che Jason Licht ha avuto il buon gusto di non richiamare a One Buc Place per questo "tryout"...
I tre errori su tre tentativi di FG contro i Patriots, sommati ai numerosi calci sbagliati nelle partite precedenti, fanno sì che Folk termini la sua esperienza in Florida con il poco lusinghiero record personale di 6/11 nei tentativi di FG e un altrettanto insufficiente 7/9 negli XP.
Purtroppo sono cifre degne del peggior Aguayo, che rendono impraticabile l'ipotesi di una permanenza di Folk a Tampa.
E dunque, al momento sono ben sei (vedremo nelle prossime ore se si aggiungerà qualcun altro) i kicker convocati per lunedì dal GM Jason Licht a One Buc Place, per "sfidarsi" tra loro in un "tryout"; il migliore (o il meno peggio...) prenderà il posto di Folk e sarà il nuovo K dei Buccaneers.
Di seguito, un loro breve profilo.
Patrick Murray: già kicker dei Bucs nella stagione 2014, il 26enne Murray ha saltato per infortunio gran parte delle ultime due stagioni. Pienamente ristabilitosi, ha disputato l'attuale preseason con i New Orleans Saints.
Josh Lambo: ex K dei Chargers nelle ultime due stagioni, il 26enne Lambo ha fatto registrare lo scorso anno un non esaltante 26-su-32 nei tentativi di FG e un ancora meno brillante 42-su-46 negli extra points.
Cairo Santos: il 25enne brasiliano Santos, ex K dei Chiefs, è il profilo più interessante da un punto di vista tecnico. Purtroppo però il giocatore è ancora alle prese con un infortunio che, di fatto, gli è costato il taglio da parte di Kansas City e che probabilmente lo renderà indisponibile sino a fine ottobre. Il giocatore sarà comunque a Tampa per un controllo medico, anche se nell'immediato il suo problema all'inguine ne rende impossibile l'utilizzo.
Andrew Franks: ex kicker dei Dolphins nelle ultime due stagioni, il 24enne Franks ha registrato nel biennio 2015-16 con Miami un complessivo 29/37 nei FG e un 41/42 negli XP, con un "longest FG" messo a segno dalle 55 yards,
Mike Nugent: veterano di lungo corso dell'NFL, il 35enne Nugent ha già giocato per Tampa Bay nel corso della stagione 2009. Nelle ultime sette stagioni è stato il kicker dei Cincinnati Bengals.
Marshall Koehn: dopo una carriere collegiale a Iowa, Koehn è stato firmato dai Dolphins nel 2016 e dai Vikings nel 2017, venendo tagliato da entrambe le squadre prima dell'inizio della stagione e dunque senza mai disputare una partita in NFL.
Vedremo chi tra questi giocatori verrà scelto come successore di Nick Folk. Per fortuna, tra i "candidati" non figura Roberto Aguayo, che Jason Licht ha avuto il buon gusto di non richiamare a One Buc Place per questo "tryout"...
venerdì 6 ottobre 2017
Gli errori di Nick Folk condannano i Bucs alla sconfitta
Si è concluso con un'amara sconfitta per 14-19 il Thursday Night che ha visto i Buccaneers impegnati contro i New England Patriots.
"Amara" perché - a kicker invertiti - adesso saremmo qui a parlare della terza vittoria in quattro partite disputate, nonostante una prestazione complessivamente non brillante da parte di Tampa Bay, che soprattutto in attacco ha trovato raramente fluidità ed ha fatto molta fatica a chiudere i terzi down e a guadagnare yards, ma che alla fine - c'è poco da girarci intorno - è stata condannata alla sconfitta dagli errori del suo kicker.
Tre FG sbagliati su tre tentativi non si possono regalare a Tom Brady e soci, neppure in questa versione dei Patriots decisamente sottotono rispetto allo squadrone che ha dominato l'NFL negli ultimi 15 anni.
Se è perdonabile lo sbaglio di Folk sul calcio dalle 56 yards in chiusura di primo tempo, lo è decisamente meno il FG calciato male dalle 49 yards, mentre è inammissibile l'erroraccio dalle 31 yards, di fatto la pietra tombale sul match, una mazzata tremenda sulle possibilità di rimonta dei Bucs.
Agli errori di Folk, aggiungiamo l'ottima intesa della coppia Brady-Amendola, e una difesa dei Patriots che, reduce da prestazioni disastrose, a Tampa ha tenuto bene il campo limitando in maniera efficace l'attacco guidato da Winston.
In casa Bucs, positivo il rientro di Doug Martin, che ha ottenuto guadagni importanti e che non è parso affatto "arrugginito" dalle settimane trascorse lontano dai campi di gioco per le note vicende extra-football.
In difesa, considerate le gravissime assenze di elementi fondamentali (in particolare i due LB David e Alexander, ma anche le due safeties Ward e Tandy), qualcosa di buono si è visto, a partire da una linea difensiva uscita dal letargo delle ultime prestazioni, in grado di mettere una certa pressione a Brady nonché di metterlo al tappeto per tre volte (oltre a mettere a segno un intercetto e a recuperare un fumble).
In sintesi, una prestazione non brillante da parte dei Bucs, che pur con parecchie assenze (senza dimenticare che ai Patriots mancava il TE Gronkowski) in una situazione "normale" (cioè con un kicker che non sbaglia 3 FG su 3) la partita di ieri notte l'avrebbe portata a casa.
Ovviamente Nick Folk va tagliato - senza se e senza ma - perché non è riproponibile un giocatore che, dati alla mano, non è più in grado di infilare un pallone tra i pali. Sperando che ad Oakland rientri quanto prima Janikovski "liberando" Tavecchio, adesso Licht deve firmare un kicker (chiunque, tranne Aguayo, va bene!), per evitare che ogni tentativo di FG dei Bucs si riveli uno psicodramma dall'esito scontato...
Le prossime due partite vedranno i Bucs lontani da Tampa, prima ad Arizona poi a Buffalo; come minimo occorrerà ritornare in Florida con almeno una vittoria, per mantenere vivi i sogni di postseason, per poi giocarsi il tutto per tutto negli scontri diretti con le temibilissime rivali di division.
Sperando che, nel frattempo, a calciare FG e XP Licht abbia finalmente trovato un "kicker" degno di questo nome...
"Amara" perché - a kicker invertiti - adesso saremmo qui a parlare della terza vittoria in quattro partite disputate, nonostante una prestazione complessivamente non brillante da parte di Tampa Bay, che soprattutto in attacco ha trovato raramente fluidità ed ha fatto molta fatica a chiudere i terzi down e a guadagnare yards, ma che alla fine - c'è poco da girarci intorno - è stata condannata alla sconfitta dagli errori del suo kicker.
Tre FG sbagliati su tre tentativi non si possono regalare a Tom Brady e soci, neppure in questa versione dei Patriots decisamente sottotono rispetto allo squadrone che ha dominato l'NFL negli ultimi 15 anni.
Se è perdonabile lo sbaglio di Folk sul calcio dalle 56 yards in chiusura di primo tempo, lo è decisamente meno il FG calciato male dalle 49 yards, mentre è inammissibile l'erroraccio dalle 31 yards, di fatto la pietra tombale sul match, una mazzata tremenda sulle possibilità di rimonta dei Bucs.
Agli errori di Folk, aggiungiamo l'ottima intesa della coppia Brady-Amendola, e una difesa dei Patriots che, reduce da prestazioni disastrose, a Tampa ha tenuto bene il campo limitando in maniera efficace l'attacco guidato da Winston.
In casa Bucs, positivo il rientro di Doug Martin, che ha ottenuto guadagni importanti e che non è parso affatto "arrugginito" dalle settimane trascorse lontano dai campi di gioco per le note vicende extra-football.
In difesa, considerate le gravissime assenze di elementi fondamentali (in particolare i due LB David e Alexander, ma anche le due safeties Ward e Tandy), qualcosa di buono si è visto, a partire da una linea difensiva uscita dal letargo delle ultime prestazioni, in grado di mettere una certa pressione a Brady nonché di metterlo al tappeto per tre volte (oltre a mettere a segno un intercetto e a recuperare un fumble).
In sintesi, una prestazione non brillante da parte dei Bucs, che pur con parecchie assenze (senza dimenticare che ai Patriots mancava il TE Gronkowski) in una situazione "normale" (cioè con un kicker che non sbaglia 3 FG su 3) la partita di ieri notte l'avrebbe portata a casa.
Ovviamente Nick Folk va tagliato - senza se e senza ma - perché non è riproponibile un giocatore che, dati alla mano, non è più in grado di infilare un pallone tra i pali. Sperando che ad Oakland rientri quanto prima Janikovski "liberando" Tavecchio, adesso Licht deve firmare un kicker (chiunque, tranne Aguayo, va bene!), per evitare che ogni tentativo di FG dei Bucs si riveli uno psicodramma dall'esito scontato...
Le prossime due partite vedranno i Bucs lontani da Tampa, prima ad Arizona poi a Buffalo; come minimo occorrerà ritornare in Florida con almeno una vittoria, per mantenere vivi i sogni di postseason, per poi giocarsi il tutto per tutto negli scontri diretti con le temibilissime rivali di division.
Sperando che, nel frattempo, a calciare FG e XP Licht abbia finalmente trovato un "kicker" degno di questo nome...
giovedì 5 ottobre 2017
Tagliato Jacquies Smith (DE), promosso dalla PS Isaiah Johnson (S)
A poche ore dall'impegnativo "Thursday Night" contro i New England Patriots, i Bucs annunciano una novità a livello di roster, dovuta anche ai numerosi problemi fisici che in questi ultimi tempi hanno colpito soprattutto il reparto difensivo a livello di linebackers e safeties.
E' stato tagliato il DE Jacquies Smith, che proprio di recente aveva pienamente recuperato dal grave infortunio al ginocchio che lo aveva tenuto lontano dai campi da gioco per oltre un anno, ed al suo posto è stato promosso dalla practice squad la safety Isaiah Johnson, un undrafted rookie del 2016 che aveva trascorso la sua prima stagione in NFL interamente nella PS di Tampa Bay.
Tornando alle assenze illustri per il match con New England, anche contro i Patriots i Bucs dovranno rinunciare ai due LB Kwon Alexander e Lavonte David, così come - a meno di improbabili recuperi dell'ultim'ora - dovrebbero essere assenti anche le due safeties T.J. Ward e Keith Tandy.
E' stato tagliato il DE Jacquies Smith, che proprio di recente aveva pienamente recuperato dal grave infortunio al ginocchio che lo aveva tenuto lontano dai campi da gioco per oltre un anno, ed al suo posto è stato promosso dalla practice squad la safety Isaiah Johnson, un undrafted rookie del 2016 che aveva trascorso la sua prima stagione in NFL interamente nella PS di Tampa Bay.
Tornando alle assenze illustri per il match con New England, anche contro i Patriots i Bucs dovranno rinunciare ai due LB Kwon Alexander e Lavonte David, così come - a meno di improbabili recuperi dell'ultim'ora - dovrebbero essere assenti anche le due safeties T.J. Ward e Keith Tandy.
martedì 3 ottobre 2017
Doug Martin reinserito ufficialmente a roster
I Tampa Bay Buccaneers hanno ufficializzato ieri il reinserimento a roster del RB Doug Martin, che sarà dunque a disposizione di coach Dirk Koetter a partire dal Thursday Night del 5 ottobre in programma al RJS contro i New England Patriots.
Martin ha infatti terminato di scontare i quattro turni di squalifica (uno nella stagione 2017 e tre in quella attuale) che gli erano stati inflitti dall'NFL a causa dell'utilizzo di sostanze vietate ed ora è a tutti gli effetti abile e arruolabile.
Per fargli posto nel roster è stato tagliato il FB/TE Alan Cross, e considerata la difficoltà dei Bucs nel guadagnare yards con i giochi su corsa nelle prime tre partite (a parte qualche buono spunto, quanto sporadico, da parte di Jacquizz Rodgers) è probabile che Koetter decida di impiegare a lungo Doug sin dal match di giovedì contro i Patriots.
Considerato che Charles Sims è ormai utilizzato quasi esclusivamente per ricevere il pallone fuori dal backfield e che Rodgers e Barber sono validi rincalzi a cui non si può chiedere di recitare il ruolo di protagonisti, è evidente l'importanza del rientro di Doug Martin, soprattutto se il RB #22 riuscirà a ritornare sui livelli - eccellenti - del 2016.
Martin ha infatti terminato di scontare i quattro turni di squalifica (uno nella stagione 2017 e tre in quella attuale) che gli erano stati inflitti dall'NFL a causa dell'utilizzo di sostanze vietate ed ora è a tutti gli effetti abile e arruolabile.
Per fargli posto nel roster è stato tagliato il FB/TE Alan Cross, e considerata la difficoltà dei Bucs nel guadagnare yards con i giochi su corsa nelle prime tre partite (a parte qualche buono spunto, quanto sporadico, da parte di Jacquizz Rodgers) è probabile che Koetter decida di impiegare a lungo Doug sin dal match di giovedì contro i Patriots.
Considerato che Charles Sims è ormai utilizzato quasi esclusivamente per ricevere il pallone fuori dal backfield e che Rodgers e Barber sono validi rincalzi a cui non si può chiedere di recitare il ruolo di protagonisti, è evidente l'importanza del rientro di Doug Martin, soprattutto se il RB #22 riuscirà a ritornare sui livelli - eccellenti - del 2016.
lunedì 2 ottobre 2017
Contro i Giants W col brivido (nonostante Nick Folk...)
Contro i New York Giants è arrivata una vittoria estremamente importante per i Bucs, che rimangono in scia dei Falcons, ieri sgambettati a sorpresa dai Bills, e tengono il passo di Saints e Panthers, entrambe vittoriose.
La partita con NY, terminata 25-23 in favore di Tampa Bay, ha avuto un andamento un po' particolare, anche a causa della terribile prestazione del kicker Nick Folk, i cui gravi errori (1 XP e 2 FG sbagliati) hanno tenuto in vita e rianimato Manning e soci, che nel secondo tempo hanno messo la freccia passando in vantaggio dando l'impressione di poter gestire una gara che nella fase iniziale sembrava invece in pieno controllo da parte dei ragazzi di Dirk Koetter.
Ottimo il primo quarto, con le corse produttive di Rodgers tra cui un big play da 36 yards, e con un Winston che con un tocco morbido ha mostrato la giocata più spettacolare della giornata, un TD pass da 58 yards per il TE rookie O.J. Howard alla sua prima realizzazione in NFL.
Poi, come detto, gli erroracci di un Folk nei panni del peggior Aguayo uniti alla cronica incapacità della linea difensiva di mettere pressione sul QB avversario stavano per regalarci l'ennesima delusione domenicale.
Invece, anche grazie ad un errore su un FG questa volta del kicker di NY e ad un fallito tentativo di conversione da due punti di un TD da parte dei Giants, i Bucs hanno ripreso il possesso del pallone in svantaggio di un solo punto.
Nell'ultimo e decisivo drive è stato molto bravo Winston - ieri indiscusso MVP - a portare Folk a calciare dalle 34 yards il FG della vittoria. Palla tra i pali, e seconda W su tre partite in questo avvio di campionato, in vista dell'impegnativo Thursday Night che tra quattro giorni porterà al RJS i Patriots (ieri battuti a Foxboro dai Panthers).
Chiaramente per vincere la terza gara del 2017 giovedì sarà necessaria una prestazione più precisa ed attenta di quella di ieri sera, che solo a tratti è stata di buon livello. I Pats non sono i Giants e sebbene Brady e soci non stiano giocando il solito football stravincente degli ultimi ami, rimangono pur sempre un osso durissimo da spolpare.
Sarebbe importante recuperare almeno uno degli infortunati eccellenti del reparto difensivo, tra David, Alexander e Ward, e soprattutto - rimanendo alla D - speriamo di vedere contro New England una difesa non solo brava nel limitare il gioco su corsa dei RB avversari, ma anche in grado se non di placcarlo, quantomeno di mettere a Brady la necessaria pressione per cercare di mandarlo fuori giri.
In attacco, con l'auspicato rientro di Doug Martin che ha terminato di scontare la squalifica di tre giornate, e con il Jameis Winston visto ieri sera, le possibilità di giocarsela sino in fondo con i Campioni in carica credo ci possano essere. Non sarebbe male cercare di coinvolgere maggiormente DeSean Jackson, ancora un po' un corpo estraneo, e speriamo che il buon Ali Marpet, che adesso gioca da Centro titolare, eviti di fare almeno uno snap sbagliato a drive, perché proprio non ce lo possiamo permettere; in quanto a Folk, ci sarebbe da riflettere seriamente ad un suo eventuale taglio dopo il disastro di ieri, purché a Licht e Koetter non venga mai in mente la malsana idea di dare una seconda possibilità a Roberto Aguayo ...
La partita con NY, terminata 25-23 in favore di Tampa Bay, ha avuto un andamento un po' particolare, anche a causa della terribile prestazione del kicker Nick Folk, i cui gravi errori (1 XP e 2 FG sbagliati) hanno tenuto in vita e rianimato Manning e soci, che nel secondo tempo hanno messo la freccia passando in vantaggio dando l'impressione di poter gestire una gara che nella fase iniziale sembrava invece in pieno controllo da parte dei ragazzi di Dirk Koetter.
Ottimo il primo quarto, con le corse produttive di Rodgers tra cui un big play da 36 yards, e con un Winston che con un tocco morbido ha mostrato la giocata più spettacolare della giornata, un TD pass da 58 yards per il TE rookie O.J. Howard alla sua prima realizzazione in NFL.
Poi, come detto, gli erroracci di un Folk nei panni del peggior Aguayo uniti alla cronica incapacità della linea difensiva di mettere pressione sul QB avversario stavano per regalarci l'ennesima delusione domenicale.
Invece, anche grazie ad un errore su un FG questa volta del kicker di NY e ad un fallito tentativo di conversione da due punti di un TD da parte dei Giants, i Bucs hanno ripreso il possesso del pallone in svantaggio di un solo punto.
Nell'ultimo e decisivo drive è stato molto bravo Winston - ieri indiscusso MVP - a portare Folk a calciare dalle 34 yards il FG della vittoria. Palla tra i pali, e seconda W su tre partite in questo avvio di campionato, in vista dell'impegnativo Thursday Night che tra quattro giorni porterà al RJS i Patriots (ieri battuti a Foxboro dai Panthers).
Chiaramente per vincere la terza gara del 2017 giovedì sarà necessaria una prestazione più precisa ed attenta di quella di ieri sera, che solo a tratti è stata di buon livello. I Pats non sono i Giants e sebbene Brady e soci non stiano giocando il solito football stravincente degli ultimi ami, rimangono pur sempre un osso durissimo da spolpare.
Sarebbe importante recuperare almeno uno degli infortunati eccellenti del reparto difensivo, tra David, Alexander e Ward, e soprattutto - rimanendo alla D - speriamo di vedere contro New England una difesa non solo brava nel limitare il gioco su corsa dei RB avversari, ma anche in grado se non di placcarlo, quantomeno di mettere a Brady la necessaria pressione per cercare di mandarlo fuori giri.
In attacco, con l'auspicato rientro di Doug Martin che ha terminato di scontare la squalifica di tre giornate, e con il Jameis Winston visto ieri sera, le possibilità di giocarsela sino in fondo con i Campioni in carica credo ci possano essere. Non sarebbe male cercare di coinvolgere maggiormente DeSean Jackson, ancora un po' un corpo estraneo, e speriamo che il buon Ali Marpet, che adesso gioca da Centro titolare, eviti di fare almeno uno snap sbagliato a drive, perché proprio non ce lo possiamo permettere; in quanto a Folk, ci sarebbe da riflettere seriamente ad un suo eventuale taglio dopo il disastro di ieri, purché a Licht e Koetter non venga mai in mente la malsana idea di dare una seconda possibilità a Roberto Aguayo ...
venerdì 29 settembre 2017
L'infermeria è piena, problemi soprattutto in difesa
Per il match di domenica, in programma al RJS contro i NY Giants, i Bucs oltre al valore degli avversari (non inganni il record di 0-3 dei Giants, squadra forte e con parecchio talento) dovranno far fronte a tante assenze per infortunio, che hanno purtroppo colpito elementi chiave dei Bucs.
I problemi maggiori sono soprattutto in difesa, dato che domenica mancheranno sicuramente i due LB Kwon Alexander e Lavonte David (quest'ultimo ad oggi è ritenuto "doubtful" per domenica, ma il cui infortunio alla caviglia per fortuna meno grave di quanto sembrasse in un primo tempo dovrebbe comunque tenerlo fuori dalla partita con NY), così come al 90% non sarà a disposizione la safety T.J. Ward. Si cercherà invece di recuperare altri elementi della difesa assenti domenica scorsa o comunque usciti malconci dal match con Minnesota.
Gerald McCoy, Robert Ayers, Chris Baker e Noah Spence - in pratica l'intera linea difensiva - è alle prese con guai fisici di diversa natura, ma ci si augura che tutti quanti possano giocare, sia pure in condizioni non certo eccellenti. Preoccupano soprattutto la caviglia di McCoy e la spalla di Spence, ma considerata la situazione di emergenza coach Koetter dovrà buttare nella mischia anche coloro che in una situazione "normale" forse sarebbe opportuno tenere a riposo.
A livello di secondaria, detto dell'assenza di Ward dovrebbe rientrare Brent Grimes e sarà regolarmente in campo Vernon Hargreaves, anch'egli uscito un po' ammaccato dallo scontro con i Vikings.
Quella con i Giants, al di là della difesa "azzoppata", è un match molto importante per lo snodo della stagione dei Bucs; sarà durissima vincere senza due dei migliori elementi della squadra - i due LB titolari Alexander e David - e per fortuna che il rookie Beckwith si sta rivelando un'ottima sorpresa tanto che in questo avvio di stagione ha tenuto il campo come fosse un veterano di lungo corso anziché una matricola all'esordio tra i PRO.
Ma al di là della difesa, ci si aspetta una riscossa da parte dell'attacco, opaco e poco incisivo nel match di Minneapolis. Winston dovrà evitare di sparacchiare intercetti in serie, e soprattutto sarà fondamentale avere un gioco produttivo sulle corse, proprio per togliere pressione a Winston evitandogli forzature e creando alternative ai passaggi di Jameis. Per fortuna Doug Martin sarà nuovamente a disposizione a partire dal prossimo match con New England, ed è davvero un bene perché in queste due prime gare del 2017 il running game dei Bucs si è rivelato davvero poco pericoloso (e anche la linea offensiva sarà il caso che cerchi di elevare il proprio rendimento, sin qui insoddisfacente).
Considerato poi che dopo i Giants i Bucs affronteranno i campioni in carica dei Patriots e a seguire la insidiosa trasferta con gli Arizona Cardinals, è inutile dire che si vuole rimanere in scia dei già lanciatissimi Atlanta Falcons, contro i NY Giants i ragazzi in Red and Pewter hanno un solo risultato a disposizione: la W...
domenica 24 settembre 2017
Prestazione negativa dei Bucs, W facile per Minnesota
La partita con i Vikings finisce 34-17 in favore di Minnesota, con la squadra di casa in grado di controllare il match dal primo all'ultimo minuto, e di ottenere una netta quanto meritata W in scioltezza e senza alcuna difficoltà.
A tratti, sembrava di rivedere la partita di sette giorni fa, con i Bucs ad interpretare il ruolo di Chicago, cioè quello di innocuo e arrendevole sparring partner.
Nel finale di gara Winston e compagni hanno migliorato le statistiche e accorciato le distanze: "troppo poco e troppo tardi", come si dice in questi casi. Gli intercetti di Sendejo prima e Smith poi hanno messo fine ad un improbabile quanto tardivo tentativo di rimonta e dunque si ritorna in Florida con una sconfitta sulla quale c'è poco da recriminare.
E' vero che a Tampa Bay mancavano molti giocatori importanti e che la difesa era decimata (out Alexander, Baker, Grimes e anche Spence poco dopo l'inizio del match, poi Ayers, infine Mc Coy e David) ma questo non giustifica la prestazione molle e senza nerbo di chi è sceso in campo, facendo sembrare gli avversari uno squadrone di fenomeni.
Persino il modesto Case Keenum è sembrato un QB da Hall of Fame, e i lanci della riserva di Bradford per il WR Diggs hanno ben presto spaccato in due la partita a favore dei Vikings.
In attacco, con un gioco su corsa praticamente nullo, Winston dopo un discreto avvio si è progressivamente perso, sparacchiando ben tre intercetti, decisamente troppi. Male anche la linea, con Marpet più volte in difficoltà persino nell'effettuare lo snap.
In difesa, si diceva, gli infortuni hanno avuto un peso importante, certo che dispiace vedere una linea difensiva non riuscire mai a mettere le mani addosso al QB avversario, permettendogli ogni volta di di scegliere il ricevitore più libero.
Male anche la secondaria, che chiaramente non può fare a meno di un elemento del calibro di Brent Grimes, e con Hargreaves questa sera non esattamente alla sua prestazione migliore.
Per la partita di domenica prossima, al RJS contro i NY Giants, sarà fondamentale recuperare almeno qualcuno dei tanti infortunati (sperando che Lavonte David, uscito sul cart per un infortunio alla caviglia, non si sia fatto troppo male) e soprattutto approcciare la partita con una "cattiveria" diversa da quella che a Minneapolis proprio non si è vista; per i primi due quarti la grinta esibita dai Bucs sembrava quella di un match di preseason, anziché quella necessaria per vincere un match importante come era quello di stasera per rimanere nella scia dei Falcons, vincenti anche a Detroit e sempre più leader della NFC South.
venerdì 22 settembre 2017
Bucs a Minneapolis senza il LB Kwon Alexander
Per il match in programma domenica a Minneapolis i Bucs dovranno rinunciare al LB Kwon Alexander, che non si è mai allenato nel corso della settimana e che già nella week 1 contro Chicago era rimasto in campo per pochi snap, causa infortunio (hamstring).
Il KO di Alexander - che si spera sia di breve durata - costringe Tampa Bay a rinunciare ad uno dei suoi migliori elementi nel cuore della difesa, e per fortuna che a livello di LB il rookie Kendall Beckwith si sta rivelando, in questo inizio di stagione, come una delle note più liete del recente draft dei Bucs.
Contro i Vikings dovrebbe tornare a disposizione di Dirk Koetter anche un altro LB, Devante Bond, giocatore al secondo anno che raramente abbiamo avuto modo di vedere sul terreno di gioco, a causa di numerosi e ripetuti problemi fisici.
Per la difficile trasferta in Minnesota i Bucs dovrebbero poter contare anche su Gerald McCoy, alle prese con problemi alla caviglia che sembrano in via di superamento. Ci sono invece parecchi elementi alle prese con l'influenza (Baker, Pamphile, J. Smith), vedremo quanti di questi riusciranno a scendere in campo domenica.
Nelle file avversarie, ufficializzata l'assenza per problemi al ginocchio del QB Sam Bradford, che sarà dunque sostituito dal suo backup Case Keenum.
Il KO di Alexander - che si spera sia di breve durata - costringe Tampa Bay a rinunciare ad uno dei suoi migliori elementi nel cuore della difesa, e per fortuna che a livello di LB il rookie Kendall Beckwith si sta rivelando, in questo inizio di stagione, come una delle note più liete del recente draft dei Bucs.
Contro i Vikings dovrebbe tornare a disposizione di Dirk Koetter anche un altro LB, Devante Bond, giocatore al secondo anno che raramente abbiamo avuto modo di vedere sul terreno di gioco, a causa di numerosi e ripetuti problemi fisici.
Per la difficile trasferta in Minnesota i Bucs dovrebbero poter contare anche su Gerald McCoy, alle prese con problemi alla caviglia che sembrano in via di superamento. Ci sono invece parecchi elementi alle prese con l'influenza (Baker, Pamphile, J. Smith), vedremo quanti di questi riusciranno a scendere in campo domenica.
Nelle file avversarie, ufficializzata l'assenza per problemi al ginocchio del QB Sam Bradford, che sarà dunque sostituito dal suo backup Case Keenum.
domenica 17 settembre 2017
Esordio vincente per i Bucs, superati i Bears per 29-7
Vittoria in scioltezza per i Bucs, che superano i Chicago Bears con il punteggio di 29-7 in un match mai in discussione, e in pratica già archiviato all'halftime, chiuso da Tampa Bay avanti per 26-0.
A decidere il netto successo dei Bucs sono state in primo luogo le troppe palle perse dai Bears (ben 4 i turnovers per Chicago), con l'ex Mike Glennon autore di un fumble e di due intercetti, uno dei quali riportato in endzone da Robert McClain.
I gravi errori di Glennon hanno dunque indirizzato la partita a favore di Winston e soci, e grazie ad una consistente prova della difesa e ad un attacco che ha svolto bene il suo compito senza forzare, i Bucs hanno ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo, tanto è vero che nel secondo tempo ci si è limitati a far scorrere il cronometro affidando il pallone alle corse di Rodgers e Barber, dato che la partita - come detto - era praticamente conclusa dopo i primi trenta minuti di football.
Nell'ultimo quarto Mike Glennon ha un po' raddrizzato le statistiche chiudendo con 301 yards lanciate, e trovando nel finale anche un bel TD pass che ha evitato a Chicago di concludere la partita con zero punti sul tabellone.
Per i Bucs, da segnalare il 3/3 di Nick Folk nei FG, tra cui uno non semplice calciato dalle 50 yards, anche se c'è da registrare un errore in un tentativo di XP...
Per il resto, brillante la prestazione di Mike Evans (7 ricezioni per 93 yards ed 1 TD), mentre Rodgers e Barber si sono suddivisi le corse in attesa del rientro di Doug Martin. Sotto tono l'altro RB Charles Sims, che ha anche commesso un fumble in una posizione di campo molto favorevole sia pure a partita di fatto già terminata.
Dopo questo buon allenamento (come definire altrimenti una partita già vinta all'intervallo?), adesso il calendario prevede per i Bucs la non facile trasferta di Minnesota. Ma al di là dell'avversario di turno, l'obiettivo dei Bucs deve essere quello di continuare a vincere, per mantenere vivo quel sogno playoff che ormai da dieci anni rimane, appunto, solamente un sogno...
A decidere il netto successo dei Bucs sono state in primo luogo le troppe palle perse dai Bears (ben 4 i turnovers per Chicago), con l'ex Mike Glennon autore di un fumble e di due intercetti, uno dei quali riportato in endzone da Robert McClain.
I gravi errori di Glennon hanno dunque indirizzato la partita a favore di Winston e soci, e grazie ad una consistente prova della difesa e ad un attacco che ha svolto bene il suo compito senza forzare, i Bucs hanno ottenuto il massimo risultato con il minimo sforzo, tanto è vero che nel secondo tempo ci si è limitati a far scorrere il cronometro affidando il pallone alle corse di Rodgers e Barber, dato che la partita - come detto - era praticamente conclusa dopo i primi trenta minuti di football.
Nell'ultimo quarto Mike Glennon ha un po' raddrizzato le statistiche chiudendo con 301 yards lanciate, e trovando nel finale anche un bel TD pass che ha evitato a Chicago di concludere la partita con zero punti sul tabellone.
Per i Bucs, da segnalare il 3/3 di Nick Folk nei FG, tra cui uno non semplice calciato dalle 50 yards, anche se c'è da registrare un errore in un tentativo di XP...
Per il resto, brillante la prestazione di Mike Evans (7 ricezioni per 93 yards ed 1 TD), mentre Rodgers e Barber si sono suddivisi le corse in attesa del rientro di Doug Martin. Sotto tono l'altro RB Charles Sims, che ha anche commesso un fumble in una posizione di campo molto favorevole sia pure a partita di fatto già terminata.
Dopo questo buon allenamento (come definire altrimenti una partita già vinta all'intervallo?), adesso il calendario prevede per i Bucs la non facile trasferta di Minnesota. Ma al di là dell'avversario di turno, l'obiettivo dei Bucs deve essere quello di continuare a vincere, per mantenere vivo quel sogno playoff che ormai da dieci anni rimane, appunto, solamente un sogno...
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