Si sa che il draft è tutto tranne che una scienza esatta, e non sempre scegliere per primi garantisce dal tenersi al riparo da giocatori che nel corso degli anni si riveleranno imprevedibili bust se non proprio assoluti bidoni...
Ma cosa è accaduto le altre volte che i Buccaneers hanno avuto a disposizione la first pick overall?
Di seguito, ecco un breve "riassunto" di come è stata impiegata la prima scelta assoluta da quando Tampa Bay entrò a far parte dell'NFL nel 1976, ottenendo la possibilità di chiamare per prima rispetto a Seattle, l'altro team entrato in NFL nello stesso anno e costretto a chiamare per secondo dopo aver perso con i Bucs il sorteggio per la first pick overall.
1976: Lee Roy Selmon, DE, Oklahoma
La prima volta chei Bucs ebbero a disposizione la scelta n.1 di un draft fu dunque nel 1976 e quell'anno in uscita dal college c'era un giocatore che aveva tutte le credenziali per diventare un futuro campione. Si trattava del DE Lee Roy Selmon, fenomeno all'università con la maglia di Oklahoma e prima scelta da parte di un expansion team che aveva lacune da colmare un po' in tutti i settori; inevitabile dunque andare sul prospetto più interessante, e cioè Lee Roy Selmon.
A quasi 40 anni di distanza questa chiamata rimane una delle migliori mai effettuate dai Bucs: Selmon si rivelò non solo un immenso campione sul terreno di gioco, al punto di meritarsi l'ingresso nella Hall of Fame nonostante un'intera carriera trascorsa sempre e solo indossando la maglia di un team che a quei tempi perdeva praticamente sempre, ma anche persona di grande spessore fuori dal campo ed esempio per la comunità di Tampa, che nel 1999 gli ha dedicato tra l'altro una superstrada che attraversa la città.
Un attacco cardiaco lo ha portato via nel 2011 a soli 57 anni, ma il suo ricordo rimarrà scolpito in eterno nella memoria di chi ama questi colori. Lee Roy Selmon, in tutti i sensi il numero 1.
1977: Ricky Bell, RB, University of Southern California
Dopo avere perso tutte e 14 le partite della loro stagione inaugurale in NFL, anche nel draft 1977 i Bucs ebbero a disposizione la first pick overall. Questa volta si decise di rinforzare l'attacco, optando per il RB Ricky Bell, da USC.
Dopo un inizio difficile, in un team con tantissimi problemi, Bell fu tra gli artefici della splendida stagione 1979, contribuendo a guidare i Bucs sino alla finale di Conference, al termine di un ottimo campionato in cui guadagnò su corsa ben 1.263 yards. Eccellente fu poi la sua prestazione proprio nella partita del Divisional Playoff 1979 contro gli Eagles: 142 yards in 38 portate e 2 TD, le cifre con cui Bell guidò Tampa Bay alla prima storica W in una partita di postseason.
Nel 1982 Bell andò a giocare a San Diego, ma le sue condizioni di salute lo costrinsero di lì a poco a lasciare il football, prima di spegnersi nel 1984 per una grave malattia.
1978: Trade down con gli Houston Oilers
Ebbene sì, anche nel 1978 - per il terzo anno consecutivo - i Bucs si ritrovarono la first pick overall a disposizione. Ma questa volta venne architettata una trade con gli Houston Oilers, che per avere la prima scelta assoluta (con cui portarono in Texas il RB Earl Campbell), cedettero ai Bucs il TE Jimmie Giles più quattro scelte: primo e secondo giro del '78 più terzo e quinto del '79.
Con una delle scelte ricevute da Houston (quella al primo giro '78) i Bucs scelsero il QB Doug Williams, forse l'unico vero e proprio "franchise QB" nella storia del Team. Meno rilevanti furono i giocatori draftati con le altre pick ricevute da Houston, ma considerato che nel "pacco regalo" arrivato dal Texas in cambio della first pick overall i Bucs trovarono anche l'ottimo TE Jimmie Giles, questa trade down fu tutt'altro che negativa per Tampa Bay.
1984: Una prima scelta assoluta "regalata" ai Bengals
Nel 1983 i Bucs avevano bisogno di un QB che sostituisse Doug Williams; venne così presa una decisione rivelatasi poi disastrosa, e cioè quella di acquisire il QB dei Bengals Jack Thompson, soprannominato "The Throwin' Samoan" per via delle sue esotiche origini (nativo di Tutuila, American Samoa) un onesto mestierante o poco più, cedendo a Cincinnati la prima scelta del draft dell'anno seguente, il 1984. Peccato che poi quella scelta si sarebbe rivelata la prima chiamata assoluta dell'intero draft! I Bengals a loro volta cedettero la pick ai Patriots, e dunque New England ebbe la facoltà di chiamare per prima grazie alla pick dei Bucs, portando a Boston il WR Irving Fryar.
E' sempre pericoloso cedere una scelta di un futuro primo giro, e quanto accaduto ai Bucs lo conferma: in pratica venne "regalata" la scelta n.1 in cambio di Jack Thompson, un giocatore più o meno dello stesso mediocre livello di un Josh McCown qualsiasi...!
1986: Bo Jackson, RB, Auburn (che non giocò mai per i Bucs...)
Una delle pagine più basse toccate dai Bucs nei loro 40 anni di storia: il giocatore scelto da Tampa Bay con la prima scelta ssoluta, il RB Bo Jackson, si rifiutò infatti di giocare con i Bucs per dissidi insorti con il proprietario Hugh Culverhouse, e disse che avrebbe optato per una carriera da professionista nel mondo del baseball.
In realtà l'anno seguente Jackson, di nuovo eleggibile nel draft NFL, venne chiamato dai Raiders con i quali giocò alcune ottime stagioni, continuando a scendere in campo anche per i Kansas City Royals nella MLB.
Praticamente, una scelta sprecata per Tampa Bay; sarebbe stato grave anche al quinto o al sesto giro, figuriamoci se - come in questo caso - si trattava della first pick overall...
1987: Vinny Testaverde, QB, Miami
L'ultima volta (prima del 2015...) che i Bucs scelsero per primi fu il 1987. Quell'anno la scelta andò su un QB, l'italo-americano Vincent Frank Testaverde, per tutti "Vinny". Che dire di Testaverde? Personalmente sono affezionato a questo giocatore, dato che era proprio Vinny il QB dei Tampa Bay Buccaneers che iniziai a seguire e dei quali divenni tifoso.
Va però obiettivamente riconosciuto che Testaverde non mantenne le promesse nè rivestì mai i panni del franchise QB o tantomeno quelli del campione che si sperava potesse diventare quando venne scelto. Ad ogni modo, Testaverde ebbe in NFL una carriera più che dignitosa e molto longeva, giocando - dopo i primi 6 anni di carriera trascorsi in Florida - per una decina di squadre ed è tuttora leader per quel che riguarda Tampa Bay nelle categorie di Pass attempts, Passing yards e - purtroppo - Interceptions.
2015: With the first pick, the Tampa Bay Buccaneers select...
Al 30 aprile mancano ormai tre mesi: un po' di pazienza e tra circa novanta giorni finalmente sapremo chi tra Marcus Mariota e Jameis Winston, ad oggi i principali candidati, sarà la first pick overall del draft 2015. A meno ovviamente di trade down o di sorprese dell'ultimo minuto, sempre dietro l'angolo. Nel frattempo, la "fan base" di Tampa sembra decisamente schierata a favore del QB di Florida State...
Che ricordi! Io ho iniziato a tifare Bucs con QB Steve DeBerg!!
RispondiElimina....non sapevo che Lee Roy Selmon non fosse più tra noi... :(
RispondiEliminaE sì che ho anche mangiato al suo ristorante a Tampa...
@Roberto
RispondiEliminaSteve DeBerg... ne ho ricordi un po’ sbiaditi, giocò a Tampa in due periodi diversi (1984-1987 e poi 1992-93) e mi sembra di ricordarlo come un giocatore dallo stile per così dire "elegante", un classico QB "old school", arrivato a Tampa forse già in parabola discendente di carriera e comunque in una squadra difficile da gidare e a dir poco perdente come erano quei Bucs a cavallo tra gli anni ’80 e ’90…
@Buccaneer
Purtroppo Lee Roy ci ha lasciato davvero troppo presto. Per rendersi conto dello spessore anche "fuori dal campo" di Selmon basti pensare che le autorità della Florida hanno stabilito che in tutto lo Stato il 20/10 (data di nascita di Lee Roy) sarà il "Lee Roy Selmon Day", giornata in memoria di un fantastico campione e di un grande uomo. Ne parlai QUI.
Personalmente, ricordo di averlo intravisto nel 2009 a Londra, nei pressi dell'albergo che ospitava i Buccaneers, che quell'anno giocarono a Wembley un match contro New England. Peccato non avere avuto la prontezza di riflessi di andargli a stringere la mano e chiedergli un autografo, giusto per dirgli che, anche da quest'altra parte dell'Atlantico, è (e sarà per sempre) il Numero Uno...