A 5 minuti dalla fine del match, sotto per 3-16, nessuno avrebbe scommesso un dollaro sul fatto che che alla fine l'avrebbero spuntata Brady e compagni.
Bucs orrendi per 55 minuti, incapaci di andare oltre un FG ed in difficolta a frenare i Saints, che possono recriminare per le tante occasioni che hanno avuto e che non hanno concretizzato, segnando un solo TD e tre FG.
Poi, quando ormai tutto sembrava perduto, ci ha pensato un distinto signore di 45 anni a cambiare faccia alla partita. Lanci chirurgici, e nonostante i suoi compagni facessero di tutto per perdere (l'holding di un sempre più involuto Donovan Smith che poteva costare la sconfitta...), ecco The G.O.A.T. che a tre secondi dalla fine scrive un'altra pagina della sua inimitabile carriera trovando il TD pass del pareggio per il RB White, con il preciso Succop a mettete l'XP del sorpasso.
Finisce dunque 17-16 per i Bucs, e la gioia è parecchia, anche perché di rimonte del genere se ne vedono di rado e, storicamente, i Bucs sono di solito dalla parte sbagliata, cioè tali rimonte le subiscono anziché realizzarle.
Stavolta invece a masticare amaro (anzi, amarissimo) sono proprio gli arcirivali dei Saints, e soffiare a New Orleans una W che i Santi avevano già in tasca è proprio una bella soddisfazione, che peraltro si aggiunge alla W del match di andata.
Intendiamoci, di bello c'è solo questa epica rimonta, per il resto Tampa Bay continua a giocare malissimo, col freno a mano tirato, senza mai osare nulla. Paradossalmente, sembra che Brady e soci giochino meglio quando tutto sembra perduto, e allora viene fuori la classe di The G.O.A.T., non più imprigionato nella gabbia che il suo coaching staff sembra per assurdo avergli cucito addosso.
Poi è anche vero che mancavano elementi importanti come Wirfs e Winfield, ma non sarebbe giusto aggrapparsi alle assenze per l'ennesimo match sbiadito di questa stagione.
L'unica cosa da salvare, e non è poco, è l'insperata rimonta ed una vittoria che dovrebbe dare buone probabilità ai Bucs di vincere la NFC South e dunque di arpionare un posto ai playoff.
Mai dimenticarsi che, prima di Brady, di questi tempi in casa Bucs si pensava a come investire le scelte del prossimo draft, e che i playoff erano sì un appuntamento fisso, ma dal divano. Spiace piuttosto che tutto il talento che abbiamo (ed è tanto, basta guardare la batteria dei WR) non venga pienamente sfruttato.
Adeso ci sono due match molto difficili peri Bucs, San Francisco e Cincinnati. Vincerne anche solamente una potrebbe voler dire guadagnarsi un posto ai playoff, dato che le ultime tre partite saranno contro avversari non impossibili, quali Cardinals, Panthers e Falcons.
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