sabato 31 dicembre 2016

Estensione contrattuale di 5 anni per Bryan Anger (P)

Alla vigilia dell'ultima partita di campionato arriva da On Buc Place una notizia relativa al rinnovo contrattuale del punter Bryan Anger, che ha appena siglato una estensione dell'accordo che lo legherà ai Tampa Bay Buccaneers per i prossimi cinque anni.

Il giocatore, arrivato quest'anno a Tampa, ha disputato un ottimo campionato riscrivendo anche alcuni record di franchigia in quanto a "punts inside the 20" (32) e "net punting average" (42.4).

Anger, dopo una carriera al college con California, venne scelto dai Jaguars nel draft del 2012, addirittura al terzo giro (certo che scegliere un punter al terzo giro... quasi peggio che draftare un kicker al secondo!) con la pick n. 70 assoluta.

Nei prossimi giorni analizzeremo nel dettaglio la situazione contrattuale di tutti i giocatori attualmente a roster, verificando in particolare chi è in scadenza di contratto e chi, pur diventando free agent, è comunque ancora "controllato" dai Bucs (è il caso ad esempio del TE Cameron Brate, che  si accinge a diventare "exclusive rights free agent", ed il cui destino dipende dunque da Tampa Bay).

Intanto registriamo questo accordo raggiunto con Bryan Anger, che si è meritato il rinnovo contrattuale dopo una stagione disputata davvero ad alto livello; ancora non sono stati ufficializzati i termini economici dell'accordo raggiunto tra giocatore e società, anche se Rick Stroud del Tampa Bay Times parla di circa 17 milioni di dollari complessivi, che farebbero di Anger uno dei cinque punter più pagati dell'NFL.

venerdì 30 dicembre 2016

Recuperato Dotson, out Gholston, in forse Hargreaves

Notizie buone (e meno buone) in arrivo dall'infermeria dei Bucs, in vista dell'ultima partita della stagione 2016, il match casalingo contro i tradizionali rivali di division dei Carolina Panthers.

E' finalmente recuperato il RT Demar Dotson, che in questi giorni si è regolarmente allenato con i compagni di squadra e che è uscito, dopo quasi un mese, dal "protocollo" relativo ai giocatori che incappano in una "concussion".

Come è noto, c'è molta cautela da parte dell'NFL in merito a questo tipo di infortunio, con tempi di recupero molto più lunghi di quanto non accadesse in passato.

Sarà invece assente il DE Willim Ghoslton, ancora alle prese con i problemi al gomito che già gli hanno fatto saltare il match di domenica scorsa a New Orleans.

E' al momento incerta la presenza del CB rookie Vernon Hargreaves, per problemi muscolari che ne mettono in forse la partecipazione alla partita contro Newton e soci.

La gara contro i Panthers, purtroppo, sarà al 99,99 ininfluente per l'approdo ai playoff (troppe e troppo complicate le combinazioni di risultati che dovrebbero verificarsi per consentire ai Bucs l'approdo alla postseason), ma ciò non toglie che sarebbe comunque importante chiudere la stagione con una bella W.

Intanto una vittoria permetterebbe a Tampa Bay di terminare con un record di 9-7, record vincente dopo cinque anni consecutive di stagioni nettamente perdenti. E poi, vogliamo mettere la bella soddisfazione di bissare la W già ottenuta quest'anno contro Carolina, chiudendo con un rotondo 2-0 i confronti diretti del 2o16 tra TB e CAR. Infine, diciamolo pure, regalare una sconfitta a "Mr. simpatia" Cam Newton sarebbe un bel modo di iniziare il 2017, oltre che di ottimo auspicio per la prossima stagione...! ;-)

Soprattutto, spero che arrivi una W per regalare una soddisfazione ai Bucs Fans presenti allo stadio (ma anche a quelli che oltreoceano "soffrono" domenicalmente davanti alla TV o ad un monitor di un PC), dato che in queste ultime stagioni di vittorie al Raymond James Stadium se ne sono viste davvero pochissime, costretti per lo più ad ingurgitare un boccone amaro dietro l'altro. Bei tempi, quando il RJS era una fortezza pressoché inespugnabile, presidiata e protetta da quel "muro" insuperabile formato dai vari Sapp, Brooks, Rice, Barber...

mercoledì 28 dicembre 2016

Doug Martin sospeso 4 partite per uso di sostanze vietate!

Pessime notizie in arrivo da One Buc Place, relativamente al RB Doug Martin.

Il giocatore è stato infatti sospeso dall'NFL per quattro partite (quella di domenica prossima e le prime tre del 2017) per utilizzo di sostanze vietate.

Ecco spiegato dunque il "mistero" del suo non utilizzo a New Olreans sebbene Doug non fosse alle prese con alcun infortunio. Evidentemente la società ed il giocatore sapevano che stava per arrivare questa squalifica ed hanno ritenuto opportuno non utilizzarlo al Superodme.

Tra l'altro, anche l'altro RB Charles Sims non potrà scendere in campo contro Carolina (è stato inserito in IR a causa di un infortunio rimediato nel match contro i Saints) per cui domenica il gioco sulle corse graverà tutto sulle spalle di Jacquizz Rodgers, Peyton Barber e l'appena arrivato Russell Hansbrough.

Tornando a Doug Martin, il giocatore ha rilasciato una dichiarazione, pubblicata sul sito ufficiale dei Bucs, in cui dichiara che non intende presentare appello contro la squalifica:
"My initial instinct was to appeal the suspension and finish the season with my teammates," Martin said. "However, after numerous discussions with people close to me, including coach (Dirk) Koetter, I am starting the suspension immediately so I can enter a treatment facility and receive the help I truly need."

Anche il GM Jason Licht ha rilasciato una dichiarazione in cui dà il suo appoggio alla decisione del giocatore di "accettare" la squalifica e di cercare di uscire il più rapidamente possibile da questa situazione:
"Doug has been a valued member of our organization for the past five seasons and we respect and support his decision to seek help. Right now, he is working through issues that are much larger than the game of football. Our primary concern is that he takes the time to focus on getting the help that he needs in order to move forward with his persona and professional life."

Davvero una brutta storia, tra l'altro simile a quella in cui incappò lo scorso anno Kwon Alexander, anch'egli sospeso per quattro partite per uso di sostanze vietate. Speriamo che anche Martin, come ha fatto Kwon Alexander, riesca a venire fuori da questa spiacevole situazione nel modo migliore, e l'auspicio è quello di rivederlo quanto prima su un campo da football.

Che altro aggiungere, se non sperare che questo episodio negativo non rappresenti l'inizio della fine della carriera di un giocatore ancora abbastanza giovane (compirà 27 anni a gennaio) e che in queste stagioni in maglia Bucs, infortuni a parte, ha fatto veder lampi di ottimo football.

In bocca al lupo, Doug!

martedì 27 dicembre 2016

Cameron Brate in IR, rifirmato il RB Hansbrough

Ultime manovre a livello di roster a One Buc Place, in attesa della conclusiva - ed ormai purtroppo ininfluente - giornata di regular season, in cui i Bucs per arpionare i playoff non solo dovrebbero vincere contro i Panthers ma anche sperare in una pressoché impossibile concatenazione di risultati, compreso anche - ad esempio - il pareggio (!) tra NYG e WAS...

Movimenti nel roster, si diceva: il TE Cameron Brate è stato inserito in IR, a causa dell'infortunio alla schiena rimediato domenica scorsa nella partita di New Orleans.

Il suo posto è stato occupato dal RB Russell Hansbrough "pescato" dai Bucs direttamente dalla practice squad dei New York Giants, dove il giocatore aveva trovato spazio dopo avere iniziato la stagione proprio con Tampa Bay.

Il fatto che al posto di Brate sia stato firmato un RB, benché a roster ce ne siano già quattro, tutti sani e disponibili (Martin, Sism, Rodgers e Barber), fa pensare che anche domenica prossima Doug Martin farà parte degli "inactive players" e non sarà utilizzato da coach Koeter.

E' Rick Stroud, dalle colonne del Tampa Bay Times, a sostenere con convinzione questa ipotesi, che in effetti mi sembra più che verosimile. Che senso aveva rifirmare un RB come Hansbrough, infatti, se non in vista di un nuovo "panchinamento" di Martin?

Nel corso della conferenza stampa odierna l'HC dei Bucs non s è sbilanciato, rispondendo così a chi chiedeva lumi su chi giocherà domenica per Tampa Bay nel ruolo di RB:
"Right now I'm not going to say anything about who's going to play this week because I don't want to do Carolina any favors as to who we're going to play," Koetter said. "Last week, we made a decision for the Saints game based on what I thought was best for our team that week. We'll do the same thing this week. There's other decisions like that made every week, just this one was a little higher profile."

Il "caso Martin" sarà uno dei primi nodi da sciogliere nel corso dell'ormai imminente offseason; il giocatore ha ancora quattro anni di contratto con Tampa Bay, sino alla stagione 2020 compresa. E tagliarlo ora comporterebbe una perdita salariale notevole, considerato che per l'anno prossimo il contratto di Doug prevede 7 milioni di dollari garantiti. 

Vedremo se verrà intavolata una trade, anche se non so quante squadre siano disposte ad accollarsi un contratto così oneroso come quello firmato da Martin lo scorso anno, o se invece i Bucs cercheranno di recuperare e rilanciare il giocatore, il cui modesto rendimento quest'anno è stato condizionato anche da numerosi problemi fisici (senza dimenticare l'assenza di un OL del calibro di Logan Mankins. che aveva contribuito non poco agli ottimi risultati del gioco su corsa dei Buccaneers edizione 2015).

domenica 25 dicembre 2016

Natale amaro per i Bucs, sconfitti e fuori (al 99%) dai playoff

Natale amaro per Tampa Bay, uscita sconfitta nettamente dal Superdome più di quanto non dica il risultato finale (31-24 per i Saints) e praticamente fuori dalla corsa per raggiungere i playoff.

Occorrerebbe infatti una concatenazione pressochè impossibile di risultati domenica prossima per consentire ai Bucs di acchiappare per la coda un wild card game, tra cui - ad esempio - un fin troppo improbabile pareggio dei Redskins...

Peccato, una stagione comunque positiva al di là di ogni aspettativa finisce dunque non proprio nel migliore dei modi per la squadra di Dirk Koetter, che ad ogni modo concluderà il suo primo anno da Head coach con un record non perdente (e che potrebbe anche essere un brillante 9-7 se domenica prossima i Bucs termineranno la stagione superando in casa i Carolina Panthers).

Purtroppo anche al Superdome si sono rivisti i Bucs in fase calante di queste ultime settimane di campionato, a cui si è andata ad aggiungere una serie quasi infinita di infortuni che ha decimato, anche nel corso della partita di ieri, i "superstiti" rimasti a disposizione di Koetter.

Cominciamo dall'inizio, o meglio dal pre-partita: mossa a sorpresa dell'HC dei Bucs che decide di inserire tra gli "inactive players", per scelta tecnica, il RB Doug Martin, opaco e poco produttivo da quando è rientrato dall'infortunio ma pur sempre un giocatore importante, che non è facile "panchinare" a cuor leggero. Al suo posto ha giocato Jacquizz Rodgers, che peraltro ha ottenuto buoni guadagni le poche volte in cui è stato utilizzato (63 yards in 15 tentativi, per 4,2 yds a portata).

Purtroppo i Bucs hanno dovuto abbandonare presto il gioco su corsa per recuperare lo svantaggio, e questo non ha di certo agevolato Jameis Winston, protagonista non positivo della serata di ieri.

E' vero che Jameis si è trovato senza un bersaglio importante quale Cameron Brate, finito KO per un duro colpo ricevuto alla schiena, e che la linea offensiva, già priva di Dotson e che ha dovuto fare a meno anche di Evan Smith anch'egli infortunato nel corso del match, non lo ha protetto nel migliore dei modi.

Però va anche riconosciuto che Winston ha giocato in maniera confusionaria ed opaca, sparacchiando intercetti (due) e perdendo yards preziose preferendo incassare un sack per tenere il pallone sino all'ultimo secondo anziché liberarsene un attimo prima di venire placcato.

La difesa ha fatto molta fatica a contenere l'attacco dei Saints, concedendo troppo alle corse di Ingram (e l'assenza di William Gholston, ottimo run-stopper, si è fatta sentire), ed è stata anche sfortunata quando un fumble che poteva cambiare il corso della partita, procurato da un placcaggio di Kwon Alexander, è stato rivisto dagli arbitri e trasformato in un passaggio incompleto.

Pazienza, è andata male e i playoff ce li guarderemo anche quest'anno in televisione, anziché disputarli dopo quasi dieci anni di assenza dalla postseason. Ad ogni modo le basi per recitare un 2017 da protagonisti mi sembra che ci siano, in questa squadra non mancano i giocatori giovani e dall'ottimo potenziale; saranno però necessarie una free agency ed un draft in cui vengano colmate le lacune  presenti negli attuali Bucs, se si vuole finalmente fare quel salto di qualità necessario per riportare Tampa Bay ad essere un vero team da playoff, non una semplice outsider.

Poi ci saranno da chiarire tante cose (in primo luogo: cosa far con Doug Martin, titolare di un contratto oneroso e a lungo termine), ma per queste valutazioni ci sono mesi e mesi davanti; intanto cerchiamo di chiudere il 2016 nel migliore dei modi possibili, con una bella vittoria sui rivali di division dei Carolina Panthers, per terminare con un record vincente una stagione che speriamo possa essere considerata in futuro come quella dell'inizio della riscossa per i Tampa Bay Buccaneers...

sabato 24 dicembre 2016

Anche Doug Martin tra gli "inactive players" dei Bucs!

Nella lista degli "inactive players" dei Bucs, di coloro cioè che non scenderanno in campo stasera a New Orleans, c'è anche - a sorpresa - il RB Doug Martin.

Se le assenze (tutte confermate) dei vari Dostson, Cherilus e Gholston erano ampiamente preventivate considerati i problemi fisici di questi giocatori, il forfait di Martin è invece una vera e propria sorpresa.

Doug non è infortunato, in settimana si è allenato regolarmente, per cui a meno di un problema fisico intervenuto nella immediata viglia della partita, verrebbe da pensare ad una esclusione per motivi  tecnici.

Il che sarebbe piuttosto clamoroso; è vero che Martin, da quando è rientrato dall'infortunio che lo ha tenuto fuori per parecchie settimane, non ha fornito un rendimento brillante ma rinunciare a un elemento del suo calibro, in una partita decisiva come quella con i Saints, sarebbe una mossa davvero troppo azzardata.

Ad ogni modo, qualunque sia il motivo per cui Martin non giocherà stasera, il reparto dei RB sarà composto da Sims, Rodgers e Barber... speriamo bene, e GO BUCS!

A New Orleans senza Dotson, Gholston e Cherilus

Per la partita più importante della stagione, che vedrà questa sera Tampa Bay impegnata a New Orleans, non saranno a disposizione di Dirk Koetter tre giocatori, ufficialmente dichiarati "out" a causa di infortuni.

Si tratta del DE William Gholston e di due uomini della linea offensiva, Demar Dotson e Gosder Cherilus.

William Gholston ha rimediato un infortunio piuttosto serio al gomito domenica scorsa a Dallas, e la sua indisponibilità per stasera era preventivabile non essendosi mai allenato nel corso della settimana. Si tratta di una assenza abbastanza pesante, perché questo giocatore ha fornito nel corso della stagione un buon rendimento e sarebbe stato utile poterlo schierare contro la OL dei Saints.

A proposito di OL, sono due i forfait da registrare in casa Bucs: mancherà ancora Demar Dotson, la cui "concussion" rimediata venti giorni fa nel match di San Diego ha evidentemente lasciato un segno pesante, dato che al giocatore non è ancora stata data l'autorizzazione dallo staff medico a scendere in campo.

E oltre a Dotson mancherà anche il suo diretto sostituto, quel Gosder Cherilus che pure a Dallas aveva disputato una partita ampiamente negativa. A questo punto però la OL perde di profondità e non sono molte le soluzioni per colmare il voto nel ruolo di Right Tackle.

Vederemo se verrà utilizzato il rookie Leonard Wester o se sarà spostato Kevin Pamphile come RT ed utilizzato Evan Smith nel ruolo di LG. Più difficile venga utilizzato l'altro rookie Caleb Benenoch, che peraltro gioca nel ruolo di guardia e che raramente è stato impiegato nel corso della stagione.

Ad ogni modo, chiunque scenda in campo spero sia consapevole che stasera è già tempo di playoff per Tampa Bay. Contro New Orleans infatti i Bucs hanno a disposizione un solo risultato, la W, e per espugnare il Superdome sarà necessaria una partita quasi perfetta, visti i brillantissimi Saints di domenica scorsa.

mercoledì 21 dicembre 2016

Pochi calcoli: per sperare nei playoff occorrono due W...


In attesa delle ultime due - determinanti - week della regular season NFL, in cui verrà definita la griglia dei playoff 2016 e quali saranno dunque le squadre che si contenderanno il Vince Lombardi Trophy, in casa Bucs abbondano calcoli e ipotesi sulle possibilità dei ragazzi di Dirk Koetter di agguantare la postseason.

Blog, siti specializzati, forum enunciano tutte le varie combinazioni ed i possibili scenari, ma personalmente tenderei a semplificare le cose. Per mantenere vive le aspirazioni playoff occorrono 2 W su 2 (e non è detto che ciò sia sufficiente), per cui evito di disperdermi in calcoli più o meno astrusi (se perde quello, e se quell'altro pareggia o perde oppure se noi ne vinciamo almeno una...e così via!) e soprattutto spero che da parte dei ragazzi in Red and Pewter sia mantenuta massima e assoluta la concentrazione sulle prossime due partite, contro Saints e Panthers.

Sì, perché le possibilità di rivedere i Bucs in campo a gennaio - e sarebbe la prima volta dopo quasi dieci anni di logorante attesa - passa giocoforza per due vittorie nei rimanenti due impegni, il 24 dicembre a New Orleans ed il 1 gennaio al RJS con Carolina.

Impegni tra l'altro molto difficili e complicati: i Saints hanno appena sbancato Arizona segnando 48 punti ed i Panthers sono reduci da una vittoria corsara a Washington nel monday night che ha stroncato le velleità playoff dei Redskins. 

Dunque anche se Saints e Panthers sono fuori dalla corsa per i playoff, si tratta di due team tutt'altro che demotivati o con la testa già al prossimo campionato e per vincer entrambe queste partite serviranno prestazioni brillanti e convincenti da parte di Winston e soci. 

Per quel che riguarda il capitolo "infermeria", Demar Dotson ha ripreso ad allenarsi anche se in maniera limitata, dato che purtroppo è ancora alle con il "protocollo" legato alla concussion rimediata nel match di San Diego. Considerata l'estrema cautela con questo tipo di infortuni ed il fatto che si giochi sabato, cioè tra soli tre giorni, non credo siano molte le possibilità di vedere Dotson in campo. 

Sarebbe un peccato se la sua assenza fosse confermata, anche considerando il rendimento pessimo del suo sostituto nel match di Dallas, quel Gosder Cherilus vero anello debole della OL dei Bucs nello scorso sunday night e peraltro anch'egli alle prese con un infortunio alla caviglia. Gli altri giocatori "acciaccati" dovrebbero invece farcela a recuperare per New Orleans, da Gerald McCoy a Mike Evans sino a Doug Martin e Robert Ayers, tutti alle prese con problemi di varia natura ma per fortuna non particolarmente rilevanti. Discorso a parte merita il DE William Gholston, il cui infortunio al gomito potrebbe invece impedirgli di giocare sabato.

Per chiudere, ecco le parole di Jameis Wisnton, anche lui un po' allergico ai calcoli e fiducioso nel "cuore" di questa squadra:
"I love math. But I don't trust the percentages and the probabilities," Winston said, according to the Tampa Bay Times. "I trust our heart. This team's heart and what we need to do to find a way to get in here."

lunedì 19 dicembre 2016

Tampa Bay ci prova, ma è di Dallas lo sprint vincente

Si ferma a Dallas, come da pronostico, la striscia vincente dei Tampa Bay Buccaneers, che concludono dunque a quota 5 la "streak" di vittorie consecutive.

Contro un avversario fortissimo, guidato dai due fenomenali rookie Dak Prescott (un irreale 32/36 per il QB) & Ezekiel Elliott (159 yards corse in 23 portate), Tampa Bay ha tenuto botta nel rimo tempo limitando i danni e andando all'halftime sul risultato di 6-17, benché il divario tra le due squadre in campo fosse parso più ampio di "soli" 11 punti.

Poi, ecco un eccellente terzo quarto da parte dei ragazzi in Red and Pewter (14-0 di parziale, con 2 due spettacolari TD pass di Winston per Adam Humphries e Cameron Brate) e i Bucs si portano, un po' inaspettatamente, in vantaggio.

L'ultimo periodo comincia sul 20-17 in favore di Tampa Bay, ma 3 FG realizzati da Bailey, a cui i Bucs non riescono a replicare in alcun modo, fissano il punteggio finale del match sul 26-20 per i Cowboys.

Che dire... perdere brucia sempre, a maggior ragione dopo avere messo la freccia del sorpasso ed essersi presentati all'inizio dell'ultimo quarto in vantaggio sia pure di soli tre punti.

Onestamente però, il divario tra le due squadre in campo è sembrato abbastanza netto a favore dei Cowboys, complessivamente un team più forte dei pure generosi e volonterosi Buccaneers.

E se Dallas avesse concretizzato meglio le numerose posizioni favorevoli d campo riuscendo ad entrare in endzone anziché doversi accontentare dei FG di Bailey (che ne ha sbagliati anche due dalla lunga distanza), alla fine il divario a favore dei padroni di casa avrebbe potuto essere anche maggiore.

Per i Bucs si è fatta sentire in maniera molto evidente l'assenza di Demar Dotson, ancora alle prese con i postumi di una "concussion" ed il cui forfait ha gravato sul rendimento della OL in maniera molto evidente.

Gosder Cherilus, il sostituto di Dotson, ha disputato una prestazione pessima al punto da essere sostituito nel finale dal rookie Leonard Wester. Purtroppo Cherilus si è dimostrato incapace tanto a proteggere Winston quanto ad aprire varchi per Martin; non a caso Jameis ha avuto pochissimo tempo a disposizione per selezionare il ricevitore più libero ed il gioco su corse non ha mai dato buoni risultati.

La difesa dei Bucs, reduce da ottime prestazioni, ha cercato di contenere lo straripante attacco di Dallas, che oltre ai due fenomenali rookie può contare anche su una ottima linea offensiva. Nel finale si è poi infortunato al gomito William Gholston, speriamo che il giocatore riuscirà a recuperare per i prossimi due cruciali match.

In attacco, luci e ombre per Winston, come detto protetto poco e male dalla linea ma anche impreciso di suo, e che ha alternato giocate da campione (i due TD pass) ad altre imprecisioni gravi (il fumble, gli intercetti). E comunque bisognerà ritrovare un gioco sulle corse produttivo o perlomeno decente, se si spera di avere ambizioni per i playoff. Con le complessive 52 yards guadagnate ieri su corsa (per Martin solo 42 yds in 16 tentativi) non si va davvero da nessuna parte.

A questo punto, per mantenere vivo il sogno playoff bisognerà vincere le prossime due partite, sia a New Orleans sabato prossimo che contro Carolina nell'ultimo match di regular season al Raymond James Stadium.

Sperando anche in risultati un po' più favorevoli da parte delle rivali per la corsa ai playoff che non quelli verificatisi ieri, quando tutte le avversarie dirette dei Bucs per agguantare un posto nella postseson hanno vinto. Magari a partire dal monday night di stasera, in cui non sarebbe male se Carolina riuscisse a "sgambettare" Washington...

domenica 18 dicembre 2016

Bucs, contro i Cowboys una "mission (quasi) impossible"


Per proseguire il sogno playoff ed allungare a quota 6 la striscia di vittorie, questa notte a Dallas servirà davvero un'impresa da parte dei ragazzi in Red and Pewter.

I Cowboys vantano infatti un eccellente record di 11-2, sono quasi insuperabili all'AT&T Stadium dove hanno perso solo l'opener contro i Giants, e guidati dai due rookie Prescott (QB) ed Elliott (RB) sono tra i principali candidati a rappresentare l'NFC al prossimo Super Bowl.

E' vero che nelle ultime partite Dallas è sembrata un po' sottotono rispetto alla fase centrale del campionato, in cui pareva una macchina inarrestabile, ma anche Tampa Bay - che pure viene da una entusiasmante quanto inattesa "streak"  di 5 W consecutive - ha faticato non poco domenica scorsa ad avere la meglio sui non proprio irresistibili New Orleans Saints.

Se Winston e soci vorranno portare positivamente a termine la "mission (quasi) impossibile" di espugnare Dallas sarà necessario non solo che la difesa si confermi sui livelli di eccellenza assoluta delle ultime domeniche, limitando Elliott e mettendo sotto pressione Prescott ma sarà fondamentale che anche l'attacco fornisca un contributo più concreto e sostanzioso rispetto a quanto prodotto negli ultimi match.

Intanto, dall'infermeria arrivano notizie abbastanza confortanti: Adam Humphries è recuperato, e i vari "acciaccati" (Conte, Stocker, McCoy, David) dovrebbero farcela tutti quanti ad essere in campo. L'unico assente sicuro sarà Demar Dotson, ancora alle prese con i postumi della "concussion" rimediata a San Diego quindici giorni fa.

Per fortuna, come detto, sarà nuovamente disponibile il WR Adam Humphries, un prezioso bersaglio in più per Jameis Winston, che non sarà più costretto a forzare sui "soliti" Evans e Brate. Mancherà invece - e questa è una assenza pesante per la OL - Demar Dotson. Anche a Dallas, come contro New Orleans, sarà Gosder Cherilus a sostituire Dotson, si spera con risultati migliori rispetto a sette giorni fa, quando proprio Cherilus ha rappresentato un po' l'anello debole di una OL in evidente difficoltà ad aprire i varchi necessari per le corse di Martin.

Ed il running game dei Bucs sarà una delle chiavi decisive per l'esito del sunday night; mantenere in campo a lungo il nostro attacco e bruciare minuti preziosi sul tabellone confinando invece sulla sideline il più a lungo possibile Prescott ed Elliott sarà infatti possibile solo con un gioco sulle corse che sia efficace e produttivo (ed in grado, inoltre, di togliere pressione dalle spalle di Winston).

Difesa intensa e aggressiva come quella ammirata in quest'ultimo mese, ed attacco capace di non commettere errori e di far correre Martin come ai bei tempi: solo così i Buccaneers potranno proseguire il difficile percorso verso il sogno chiamato playoff...

mercoledì 14 dicembre 2016

Rifirmato John Hughes (DT), rilasciato Major Wright (S)

Aspettando il quasi decisivo sunday night, che vedrà i Bucs scendere in campo in Texas nel difficilissimo match con i Dallas Cowboys, c'è da segnalare un movimento, sia pure abbastanza marginale, per quel che riguarda il roster.

E' stato rifirmato il DT John Hughes, che era stato tagliato sabato scorso per consentire ai Bucs di promuovere  dalla PS il WR Donteea Dye, considerata l'emergenza che aveva colpito il reparto dei ricevitori alla vigilia della partita con New Orleans.

E' invece durata poco la nuova avventura in maglia red and pewter per la safety Major Wright, rilasciato dai Bucs dopo solamente due partite.

Il taglio di Wrgth, che era stato firmato per sopperire all'infortunio di Chris Conte, farebbe pensare che l'ex safety dei Bears sia sulla via del pieno recupero.

Per quanto riguarda la situazione "infermeria", le notizie in arrivo da One Buc Place sono abbastanza confortanti. In settimana si sono infatti allenati regolarmente Chris Conte, Adam Humphries e Luke Stocker, tutti e tre assenti domenica scorsa. E' invece ancora alle prese con i postumi della "concussion" Dermar Dotson, che a questo punto rischia di saltare anche il match di Dallas.

Per quanto riguarda invece il futuro prossimo dei Bucs  - se cioè sarà o meno possibile agguantare un posto ai playoff - il discorso è presto fatto, considerato che mancano solo tre incontri al termine della regular season: con 3 W la postseason è sicura, con 2 dipenderà anche dai risultati delle altre squadre ma ci sarebbero comunque discrete possibilità, mentre con 1 sola vittoria (o addirttura con nessuna), si potrà iniziare a pensare al prossimo draft.

Intanto, vediamo cosa succederà nel sunday night di Dallas contro i fortissimi Cowboys, che pure non stanno attraversando il momento più brillante della loro ottima stagione. Speriamo sia un match combattuto sino in fondo, mi piacerebbe vedere i Bucs in partita fino all'ultimo minuto del quarto periodo e in grado di confermare anche contro un team di primissima fascia come quello di Prescott e Elliot le belle cose ammirate in queste ultime cinque partite vincenti.

E' dal secolo scorso - stagione 1999 - che i Buccaneers non vincono sei partite consecutive; non sarebbe male rinnovare anche nel 21° secolo questa piacevole statistica...!

lunedì 12 dicembre 2016

Per i Bucs vittoria n.5 di fila, il sogno playoff continua!

E cinque!

Tampa Bay non si ferma più e contro i sempre ostici Saints arriva la quinta vittoria consecutiva, complessivamente la W n.8 di questa incredibile stagione 2016, che sembrava avesse preso una brutta piega dopo la batosta rimediata nel thursday night di inizio novembre ma che da allora ha regalato solo sorrisi ai ragazzi in Red and Pewter!

Ma veniamo alla partita di stasera: i Bucs iniziano nel migliore dei modi portandosi avanti per 13-0, contenendo molto bene l'attacco dei Saints sia sulle corse che nei giochi di passaggio (da segnalare il primo intercetto in carriera per il rookie Hargreaves), e macinando yards in attacco.

Un TD su corsa di Doug Martin e un 2/2 di Aguayo nei tentativi di FG (dalle 41 e 39 ayrds) consentono come detto a Tampa di andare avanti di 13 punti, ma guai a considerare morti Brees e soci.

Nel secondo quarto i Bucs commettono alcuni gravi errori, a cominciare da un maldestro tentativo di riportare un kickoff da parte di Josh Huff che costringe Tampa a ripartire dalla 1 yard line, per proseguire con la safety incassata nella azione successiva con Doug Martin placcato all'interno della propria endzone.

Nel finale di primo tempo, tuttavia, la difesa di Tampa Bay riesce a impedire a New Orleans di oltrepassare la propria goal line, costringendo i Saints - arrivati a un passo dal TD del possibile pareggio - ad accontentarsi di un FG.

Si va all'halftime con i Bucs avanti per 13-8, e con una partita in equilibrio ancora tutta da giocare.

Nel terzo quarto i Saints continuano a comandare il gioco, ma non concretizzano limitandosi a mettere a segno il terzo FG della serata; si va all'ultimo quarto con Tampa Bay ancora in vantaggio, sebbene di soli due punti, per 13-11.

Un buon drive di Winston e soci, a inizio del quarto periodo, si conclude con un FG segnato dalle 26 yards da Aguayo, che riporta Tampa Bay avanti di cinque punti. I Bucs non capitalizzano un intercetto di Brent Grimes ai danni di Drew Brees, e si arriva al two minute warning con possesso per i Saints.

Ma questa sera Drew Brees è lontano parente di quel giocatore che tante volte ha punito Tampa Bay nei momenti cruciali delle partite e su un quarto e 1 arriva il terzo, decisivo, intercetto, ad opera della safety Keith Tandy,

Bucs Win!

E sono cinque di fila, non accadeva dall'anno santo 2002, quello che si concluse con il Vince Lombardi Trophy. Quest'anno i Bucs non vinceranno il Super Bowl, ma per la corsa playoff ci sono anche loro, e avere vinto una partita come quella di stasera, dura, difficile, pur non giocando in attacco un football particolarmente brillante ma con una difesa davvero tosta e combattiva per 60 minuti su 60, sono tutti segnali confortanti in vista del rush finale.

Domenica prossima Sunday Night a Dallas, ma intanto godiamoci il pokerissimo, e sopratutto  - comunque vadano le ultime tre partite - nel 2016 i Bucs termineranno il campionato con un record non perdente, avendo agguantato stasera la W n.8 stagionale. Bravi ragazzi, e il sogno playoff continua...

domenica 11 dicembre 2016

Riattivato Sims dalla IR, promosso il WR Dye dalla PS

Segnalavamo ieri la nuova emergenza infortuni in casa Bucs, con quattro elementi importanti (Conte, Stocker, Dotson e Humphries) indisponibili per il match di questa sera contro New Orleans.

E' delle ultime ore invece la notizia del recupero del RB Charles Sims, riattivato dalla IR e dunque in grado di scendere in campo contro i Saints.

Con il rientro di Sims, che si aggiunge a quelli di Doug Martin e Jacquizz Rodgers, il reparto dei RB è ora pienamente ristabilito, considerando anche la valida alternativa costituita da Peyton Barber.

Sempre a livello di roster da segnalare un altro movimento, con l'inserimento, dalla Practice Squad, del WR Donteea Dye.

L'indisponibilità di Adam Humphries a causa dei postumi di una "concussion" rimediata domenica scorsa ha infatti ulteriormente ridotto la profondità a livello di ricevitori, a cui si è cercato di rimediare con le due promozioni dalla PS di Josh Huff e Donteea Dye.

Per fare spazio nel roster a Sims e Dye sono stati tagliati Josh Allen (G) e John Hughes (DT).

sabato 10 dicembre 2016

Bucs, con i Saints quattro pesanti assenze per infortunio

L'infermeria dei Bucs torna purtroppo a riempirsi, alla vigilia della partita che domenica sera al RJS vedrà Tampa Bay affrontare i rivali division dei New Orleans Saints, in un match quasi decisivo per mantenere vivi i sogni di postseason.

L'ultimo bollettino medico ha ufficializzato la sicura assenza di quattro pedine importanti, che a causa di guai fisici non saranno a disposizione di coach Koetter: si tratta di Chris Conte (S), Luke Stocker (TE), Demar Dotson (OL) e Adam Hmphries (WR).

Sia Dotson che Humphries sono alle prese con i postumi di una "concussion", e sebbene Humphries si sia allenato nella seconda metà di questa settimana, i "protocolli" NFL in questi casi sono molto rigidi e dunque per il match con New Orleans il giocatore rimarrà precauzionalmente a riposo.

Dovrebbero invece essere a disposizione sia Gerald McCoy che Evan Smith, che nel corso della settimana si sono allenati in maniera limitata anch'essi per problemi fisici.

Per quanto riguarda i Saints, da segnalare che anche a New Orleans mancherà un elemento di peso e cioè la safety Kenny Vaccaro, che da domenica prossima inizierà a scontare una squalifica di quattro giornate rimediata per uso di sostanze vietate.

Al di là della situazione infortuni, la partita tra Bucs e Saints rappresenta uno snodo quasi cruciale per la stagione di Tampa Bay: vincendo, i Bucs continuerebbero la corsa verso i playoff mettendo fine alle peraltro assai residue speranze di posteseason dei Saints. Un risultato negativo invece oltre a ridare fiducia a Brees e soci (anche in vista del match che TB e NO rigiocheranno tra quindici giorni a New Orleans) sarebbe soprattutto un colpo durissimo da assorbire per Tampa Bay, attesa la domenica seguente dalla difficile trasferta a Dallas contro i sorprendenti, e quasi imbattibili, Cowboys di Prescott e Elliott.

mercoledì 7 dicembre 2016

Cecil Shorts inserito in IR, Josh Huff promosso dalla PS


Il WR Cecil Shorts è stato inserito in IR, dopo il gravissimo infortunio rimediato nel match di domenica scorsa a San Diego, quando in seguito a un duro placcaggio eseguito da Jahleel Addae - safety dei Chargers - il ricevitore dei Bucs si è rotto praticamente tutto quello che poteva rompersi a livello di ginocchio, come può dedursi dal pesante bollettino medico: "Cecil Shorts tore his right ACL, MCL and PCL, and dislocated his knee".

E' probabile che questo KO metta definitivamente la parola "fine" alla carriera di Shorts, 29 anni, giocatore sempre alle prese con problemi fisici nel corso degli anni trascorsi in NFL. Ad ogni modo, un grosso in bocca al lupo allo sfortunato Cecil, sperando che possa comunque recuperare al 100% l'uso del ginocchio anche se difficilmente potremo rivederlo su un campo da football.

Al posto di Shorts è stato inserito a roster, promosso dalla practice squad, un altro WR, quel Josh Huff firmato qualche settimana dopo che lo stesso Huff era stato tagliato dai Philadelphia Eagles per motivi che potremmo definire "disciplinari" (ne parlammo QUI).

Huff sarà probabilmente impiegato domenica contro New Orleans non solo nel ruolo di WR (considerate anche le precarie condizioni di Adam Humphries, alle prese con i postumi di una "concussion") ma anche come ritornare di kickoff, una delle specialità dell'ex giocatore di Philadelphia.

lunedì 5 dicembre 2016

La "svolta" dei Bucs: difesa, Winston e spirito di gruppo


E' cambiato davvero tutto, nel breve arco temporale di un mese, in casa Bucs.

Il 3 novembre, dopo il tracollo casalingo con gli Atlanta Falcons che nel Thursday Night avevano "passeggiato" al RJS imponendosi per 43-28, i Bucs si trovavano con un record di 3-5, ed il bilancio della prima metà della stagione non poteva che essere largamente negativo.

Malissimo la difesa, inefficaci gli special team, più ombre che luci per l'attacco, con un Winston efficace solo a tratti e poi quella marea di infortuni che sembrava dovesse mettere in maniera definitiva la parola "FINE" alla stagione 2016 dei Bucs, nonostante da giocare ci fossero ancora altre 8 partite, l'intera seconda metà di stagione.

Poi, all'improvviso, si è accesa la luce.

I Bucs hanno "imparato" a vincere, e da un mese esatto si registrano solo W per Tampa Bay: 4 vittorie consecutive, di cui una sola ottenuta contro un avversario che potremmo definire "abbordabile" (Chicago); gli altri team superati dai ragazzi di Koetter sono infatti più che dignitosi (San Diego) se non ottime squadre candidate ad arrivare sino in fondo nella corsa al Vince Lombardi Trophy (Kansas City e Seattle).

Dunque, non può parlarsi di "caso" o di semplice "botta di fortuna", per spiegare il "turnaround" che ha piacevolmente caratterizzato queste ultime domeniche. Ecco quali sono a mio avviso, in sintesi, alcune delle principali ragioni che in un mese hanno trasformato i Bucs da "team barzelletta" a "squadra rivelazione" di questa stagione 2016.

LA DIFESA
Nella prima parte di stagione i Bucs incassavano 30 punti a partita da chiunque, e la difesa appariva più friabile del burro: la linea non pressava il QB, la secondaria concedeva infinite praterie ai WR avversari, e di "big plays" (fumble, intercetti) neanche a parlarne. Insomma, un disastro...

Ebbene, non so come abbia fatto il DC Mike Smith a capovolgere questa situazione a dir poco deifcitaria, ma le cifre di seguito elencate, tratte da NFL.com, spiegano meglio di ogni parola la metamorfosi di questo reparto:

Bucs "D" since Week 10:
- Points per game allowed: 13.3 (rank 1st)
- Takeaways: 11 (rank 1st)
- Passer rating allowed: 67.3 (rank 1st)
- Third-down percent: 28.9 (rank 2nd)
- Sacks: 12 (rank 5th)
- Yards per game allowed: 300.3 (rank 5th)

Sono numeri quasi "incredibili", statistiche che rimandano direttamente ai tempi di Derrick Brooks e Warren Sapp, e che spiegano in maniera eloquente perché Tampa Bay ha inizato a vincere: perché quando la difesa gioca in questo modo, mettendo pressione sul QB avversario (che bella sorpresa, Noah Spence!), realizzando big plays in serie (ad esempio il decisivo INT+TD messo a segno a San Diego da Lavonte David in un momento non facile della partita per i Bucs) e mantenendo concentrazione estrema per tutti i 60 minuti, beh, diventa tutto quanto davvero molto più facile, come del resto insegna la storia dei Bucs, che su una difesa dominante e insuperabile hanno costruito i trionfi di una quindicina di anni fa.

Bentornata, "D"!

JAMEIS WINSTON
Credo che il nostro QB sia un'altra delle chiavi della "rinascita" dei Bucs. A soli 23 anni, questo ragazzo è già leader incontrastato dello spogliatoio, tiene in pugno la squadra come neanche il più scafato dei veterani, e - soprattutto! - ha anche ampie dosi di talento e classe. E se è vero che ancora commette parecchi errori e forzature evitabili, sottolineerei come nei momenti decisivi abbia sangue freddo da vendere, trovando molto spesso il WR libero a cui recapitare quel pallone che significa chiusura del terzo down se non TD.

E poi,  ma non doveva essere una testa calda in grado solo di creare problemi fuori dal campo nonché dalla discutibile etica lavorativa, Jameis Winston? Non voglio "santificarlo", ma mi risulta che il ragazzo sia il primo ad arrivare a One Buc Place e l'ultimo a lasciare i campo di allenamento, cercando di migliorarsi in maniera quasi maniacale anche nei più piccoli dettagli. 

La sua abilità nell'evitare placcaggi quando sembra che i D-linemen avversari gli siano già addosso e la sua capacità nel trovare (in particolare, come si diceva, nei momenti cruciali del match) i ricevitori liberi anche quando - come ieri - si chiamano Shepard e Martino (non proprio dei Probowler...), sono qualità preziosissime in un QB. chissà che finalmente non lo abbiamo trovato davvero, quel Franchise QB che a Tampa mancava dai tempi di Doug Williams.

SPIRITO DI GRUPPO
Per vincere partite in rimonta come è accaduto ieri, o contro avversari molto più quotati come Kansas City e Seattle, occorre anche un ingrediente che non è misurabile da nessuna voce statistica: potete chiamarlo "cuore", o "spirito di gruppo", oppure "unita di intenti" o se preferite "chimica di squadra", parliamo insomma di quell'elemento che in campo fa dare il 101% delle proprie capacità, anche per conquistare quella mezza yarda che alla fine può fare la differenza tra vincere o perdere la partita.

Ci aveva provato Greg Schiano a creare una "famiglia" senza però riuscirci, con i suoi metodi da sergente di ferro adatti forse al college ma non al football professionistico. Poi ci aveva provato senza successo anche un vecchio drago come Lovie Smith, forse ormai stanco e e non più capace di trasmettere ai giocatori quel "sacro fuoco" che funziona da necessario combustibile per andare a caccia della W.

A quanto pare, è stato invece capace di creare una unità di intenti e un gruppo forte e coeso il coach meno accreditato, quel Dirk Koetter che con la sua aria più da professore di college che da Head Coach di un team NFL si è liberato di giocatori talentuosi sul campo quanto teste vuote fuori dal rettangolo di gioco (ASJ), ha valorizzato "gemme nascoste" (Cameron Brate) e in questi due anni sta "sviluppando" nel migliore dei modi il giocatore più importante della squadra, Jameis Winston


Poi, sia chiaro, al di la del momento di esaltazione che si respira intorno alla squadra, i Bucs non hanno fatto ancora nulla e per coronare il sogno playoff la strada è ancora lunga: per agguantare la postseason saranno necessarie almeno altre 3 W, impresa non facile considerato che il calendario prevede una doppia sfida con i sempre insidiosi New Orleans Saints, la proibitiva (sulla carta, perché anche KC e Seattle erano match dal pronostico "chiuso") trasferta a Dallas e la chiusura contro i Carolina Panthers.

Le somme le tireremo solo alla fine della regular season, e vederemo come sarà andata a finire questa stagione 2016 che potrebbe regalare a Tampa Bay - dopo quasi dieci anni di attesa - la "terra promessa" dei playoff.

Nel frattempo, attenzione estrema rivolta esclusivamente all'avversario di turno, un match alla volta e niente "tabelle": sotto con i Saints e concentrazione rivolta al 100% a Brees e soci: perché il sogno prosegua, occorre un solo risultato contro i Saints: lo stesso delle ultime quattro partite...

Tampa Bay non si ferma più, espugnata anche San Diego!

Tampa Bay non si ferma più, e contro i Chargers arriva la W consecutiva numero quattro in questa incredibile seconda parte di stagione! Vittoria che significa anche momentanea vetta nella NFC South, considerati i risultati favorevoli delle avversari dirette.

Eppure i Bucs a San Diego iniziano giocando piuttosto male, con la difesa che concede ai Chargers ampi guadagni non riuscendo quasi mai a contenere la coppia Rivers-Gordon e con l'attacco che - oltre a perdere i pezzi per infortunio (nel primo tempo sono finiti KO Stocker, Shorts e Humphries) - fa fatica a chiudere i down.

 Ad ogni modo Tampa Bay rimane in scia di San Diego, e prima pareggia portandosi sul 7-7 grazie ad un bel TD su corsa di Doug Martin, caparbio nel cercare (riuscendovi) di entrare in endzone anche quando l'azione sembrava già finita, e poi fallendo l'occasione si concludere il primo tempo sul -3, con il solito Aguayo che calcia lontano dai pali un comodo FG dalle 31 yards...

Secondo tempo: nel primo drive Tampa Bay accorcia con Aguayo, che questa volta segna dalle 27, ma se la difesa riesce a contenere l'attacco avversario, Winston e soci non trovano fluidità, con Jameis non sempre preciso a trovare i ricevitori rimasti a disposizione, e Martin che non trova varchi per guadagnare yards.

Un intercetto di Lavonte David riportato in endzone consente ai Bucs di andare avanti sul 17-14, ma il vantaggio dura poco. Nel drive seguente, è ancora la coppia Rivers-Gordon a fare la differenza e il TD pass per il WR Williams riporta San Diego in testa per 21-17.

Ultimo quarto: Aguayo infila un FG dalle 35 yards, e poi ecco finalmente l'attacco dei Bucs! Ottimo drive concluso con un TD pass per Brate e conversione da due punti di Evans, con i Bucs avanti di 7 punti. E nel tentativo di rimonta dei Chargers, ci pensa la safety Tandy a intercettare Rivers, con una giocata cruciale per la quarta W consecutiva dei Bucs!

Considerato che Atlanta e New Orleans hanno entrambe perso, questa vittoria in California vale davvero molto, visto che porta Tampa Bay in vetta alla NFC South; e domenica prossima arrivano a Tampa i Saints, per un'altra partita determinante per la rincorsa ai playoff. Da registrare anche le sconfitte di Giants e Redskins, altre possibile avversarie in ottica wild-card.

Tornando al match di stasera, da segnalare la buona prestazione del WR Martino, chiamato spesso in causa da Winston visti i tanti KO che hanno colpito il reparto dei ricevitori e autore di alcune ottime ricezioni, e poi il carattere e la grinta di Winston, uscito molto bene alla distanza dopo una prima parte di match opaca. Si è rivisto ance il RB Jacquizz Rogers, che tra l'latro ha conquistato con le sue corse il primo down che ha permesso ai Bucs di portare a zero il cronometro nell'ultima azione.

Insomma, benissimo così: siamo arrivati a quattro vittorie consecutive, roba da non crederci.... godiamoci questi momenti, non eravamo abituati a stare in vetta alla classifica ad inizio dicembre; che altro dire, se non: "continuare così"!

venerdì 2 dicembre 2016

Parola al tifoso: Chris e "le perle di Jason Licht"

Chris (ex Freeman 80), tifoso dei Bucs e assiduo frequentatore del blog, ha lasciato un commento interessante e circostanziato a proposito dell'operato di Jason Licht, il GM dei Bucs. 

Lo ripropongo dedicandogli questo specifico post, nel caso fosse sfuggito a qualcuno. Parola a Chris dunque, e buona lettura!


C'è una cosa che volevo fare da un po'. Siccome questo è un momento positivo (che chissà quanto durerà ancora), cavalco l'onda dell'entusiasmo e ne approfitto. 

Chiamerei questo "articolo" così: "Le perle di Jason Licht".

Ho sempre sostenuto che il nostro GM ha fin qui fatto cose molto positive e cose piuttosto negative. Tra le prime è facile individuare le scelte di Jameis Winston, Mike Evans, Kwon Alexander, Ali Marpet oppure i rinnovi di Gerald McCoy, Lavonte David e Doug Martin o l'ingaggio di Robert Ayers. 

Non mancano, tuttavia le scelte sbagliate. I contrattoni fatti a Micheal Johnson o Anthony Collins o ancora a Bruce Carter passando per la disgraziata firma di Josh McCown. Anche al draft non sempre Jason ha operato benissimo come testimonia quel trade up fatto per andare a prendere Roberto Aguayo al secondo giro. Senza dimenticare, ahimé, ASJ.

Certo, ci sono operazioni che devono ancora definirsi e l'esempio maggiore è Vernon Hargreaves il quale sta incontrato abbastanza difficoltà seppur non sta facendo male male...ma neanche bene come ci si aspettava. Alcune di queste operazioni tendendo al positivo (Donovan Smith, Noah Spence, Charles Sims e Kevin Pamphile) altre in direzione opposta (L'ingaggio di Grimes, il mancato rinnovo di Sterling Moore, l'ingaggio di Daryl Smith).

Fatta questa lunga premessa, volevo evidenziare quelle che sono delle vere e proprie gemme scovate dal nostro GM. Giocatori undrafted o scartati da altri team e che sono diventati elementi importanti del nostro roster. Giocatori il cui rendimento a volte non riceve la giusta considerazione, cosi come passa spesso inosservato il merito di chi li ha scelti.

Primo fra tutti CAMERON BRATE, TE.
Rec: 41 - Yds: 442 - Avg: 10.8 - Lng: 38 - TD:5

Pur non essendo un atleta fenomenale, Cameron è diventato un elemento importante del nostro attacco grazie all'ottima chimica con Jameis e alla sua etica del lavoro (riconosciutagli dal CS). Brate è oggi il secondo TE della NFL per TD Rec (insieme ad altri 3 e dietro a Delaine Walker che ne ha 6... esattamente come Brate senza la stupida penalità di Dotson).

ADAM HUMPHRIES, WR.
Rec: 40 - Yds: 448 - Avg: 11.2 - Lng: 42 - TD:1


Altro giocatore che domenica dopo domenica è diventato importante. Ormai sono diversi gli schemi che coach Koetter disegna per lui. Anche l'intesa con Winston è sicuramente in crescita. Giocatore che aggiunge una dimensione al nostro attacco andando a ricevere nel mezzo (cosa che Evans non ama fare) o sugli screen pass. Dopo Evans è il WR con il maggior numero di rec e yds del nostro attacco.

PEYTON BARBER, HB.
Att: 48 - Yds. 198 - Avg: 4.1 - Lng: 44T - TD:1


Ok, forse in questo caso è un po presto per sbilanciarsi. Però le prestazioni di Barber nel poco spazio che ha avuto sono state piu che dignitose. Ancora una volta parliamo di un giocatore solido, capace di portare palla con efficacia e, soprattutto, dotato di una buonissima lettura dei blocchi. Soprattutto nelle ultime 2 partite è stato lui ad alternarsi a Martin quando quest'ultimo aveva bisogno di rifiatare ed è stato in grado di farlo in maniera molto produttiva.
Ripeto, ha avuto poco spazio fin qui e sicuramente non si può esprimere un giudizio definitivo. Ma una squadra di football non si compone di solo di stelle e fenomeni ma anche, e soprattutto, di comprimari. Avere valide alternative è fondamentale per una squadra se vuole essere un team vincente. Barber nel poco spazio avuto fin qui ha fatto molto bene.

JACQUES SMITH, DE.
Comb: 39 - Total: 28 - Ast: 11 - Sck: 13.5 - SFTY: 0 - PDef: 3 - FF: 4


UFA firmato dai Dolphins e tagliato al momento della scelta dei 53 nel 2012. Passa per i Jets e i Bills senza mai giocare. Poi arriva ai Bucs mette a repertorio 13.5 sacks in una season e mezza. Purtroopo quest'anno si è infortunato subito. Ma Smith è un importante pass rusher che se usato di situazione può fare cose importanti.

JOE HAWLEY, C
Valutare un OL è sempre difficile. Ma il rendimento di Hawley è indubbiamente positivo e per accorgersene basta guardare una partita dei Bucs. Nei giochi open field fa blocchi eccezionali. Il running game è migliorato esponenzialmente da quando Hawley ha rimpiazzato Evan Smith. Inoltre, Hawley mi sembra uno di quei giocatori che sono dei veri e propri leader nel loro reparto. Anche lui viaggiava tra i FA senza troppe attenzioni ed oggi è uno degli OL dal miglior rendimento di tutta la lega (stando a quanto dicono i siti specializzati).

Nel complesso sono piuttosto soddisfatto del lavoro di Jason Licht. Certo, ha fatto degli errori. Va però detto che alcuni di questi erano (al momento in cui sono stati fatti) valutati da tutti gli esperti come delle scelte giuste.

Nel contempo oltre ad avere portato nel nostro roster giocatori di grande talento, è stato abile nel trovare validi comprimari alcuni dei quali han finito per ritagliarsi un ruolo da protagonista.

Magari le 3 vittorie di fila (che non si vedevano a Tampa dal 2012) mi fanno vedere tutto più bello. Ma non penso di avere scritto cose poi cosi folli.