Schiano e Freeman: c'eravamo tanto amati... |
Certo, potrebbe anche andare peggio, ad esempio potrebbe piovere: attenzione però, perché di solito quando a Tampa piove sono tempeste tropicali...! ;-)
Battute a parte, credo si debba e si possa fare solo una cosa, stando così le cose: e cioè un confronto a muso duro tra le parti in conflitto, per cercare di tirarsi fuori dalle sabbie mobili. A meno che non si individui qualcuno come "capro espiatorio" (Schiano, Freeman, Sullivan, Dominik, fate voi...) e si decida che estirpato il male tutto quanto torni, magicamente, a funzionare...
Allo stato attuale delle cose, forse la cosa più utile da fare sarebbe quella di "resettare" tutto e ripartire da zero (anzi, da 0-3...!), chiedendo ai protagonisti - giocatori, staff tecnico, front office... tutti - di fare un passo indietro, e di anteporre il bene della squadra ai propri problemi e malumori personali; perché quello che conta è solo una cosa, invertire la rotta, e in una situazione come quella attuale, di tutti contro tutti, si può andare solo in una direzione: a picco, inanellando una pessima figura dietro l'altra.
Nel leggere i forum americani, in questi giorni, resto un po' perplesso nel leggere le granitiche certezze di molti supporters d'oltreoceano che - come dicevo - identificano ora nell'uno (Schiano) ora nell'altro (Freeman) il Male Assoluto.
Mi lasciano perplesso perchè la crisi totale in cui è scivolata Tampa Bay credo dipenda da un insieme di cose, non tanto da un singolo problema specifico e facilmente individuabile, e perché di situazioni e di cose da migliorare e correggere ce ne sono davvero tante, e coinvolgono a mio modo di vedere le cose un po' tutti i protagonisti... ecco qualche esempio.
Greg Schiano: il buon Greg non ha ancora capito una cosa (il che è abbastanza grave, ad oltre un anno e mezzo dal suo insediamento come HC dei Bucs): non è più a Rutgers, dove da indiscusso padre-padrone poteva anche decidere il colore delle mutande che i giocatori dovevano indossare... qui siamo tra i PRO, dove - tanto per dirne una - se una squadra nei secondi finali è sotto nel punteggio e il QB avversario si inginocchia non lo si aggredisce per cercare di strappargli il possesso del pallone... in NFL non funziona così, ci sono altri codici e altre regole da rispettare rispetto all'universo NCAA, e in questo coach Schaino dimostra di avere quello che a mio avviso è un difetto tipico, quasi connaturato, della mentalità americana: l'assenza pressoché totale di elasticità mentale... e invece no, non ci si può approcciare a un giocatore professionista, a un veterano di mille battaglie, come fosse un ragazzino appena uscito dalla high-school. Se Schiano capirà questo concetto base, bene, altrimenti la sua vita in NFL, non solo a Tampa ma proprio tra i PRO, avrà una durata molto, molto breve, quantificabile in mesi più che in anni...
Chiarito questo aspetto, poi possiamo anche discutere delle scelte tecniche, e ad esempio di come sono utilizzati (male, spesso) i giocatori che abbiamo a roster, che poi così scarsi non sono. Per dirne una, se a Doug Martin, come è accaduto ieri a Foxboro, si chiede anche di fare il WR oltre che il RB, vuol dire che anche da un punto di vista strettamente tecnico la lucidità mentale del nostro staff tecnico inizia a perdere qualche colpo. Per non parlare di come è stata gestita la situazione a livello di TE, dove adesso ci tocca far giocare un rookie da Rutgers (ma va!) che tra l'altro ai tempi del college giocava da WR....!
Ad ogni modo, se non c'è il giusto feeling e la necessaria unità di intenti tra giocatori e allenatori, a chiamare i giochi offensivi possiamo anche metterci il redivivo Bill Walsh, tanto per citare una delle menti più brillanti di ogni epoca del football offensivo, ma se poi vengono eseguiti senza la necessaria convinzione, anche i giochi migliori e ben studiati daranno risultati pessimi....
La cosa (a suo modo) buffa è che Schiano, soprattutto nei primi tempi, "martellava" parecchio con concetti quali unità di intenti, cosesione del gruppo, e così via... belle parole rimaste però solo sulla carta, se poi in concreto lo spogliatoio dei Bucs risulta più esplosivo di una polveriera...
Delle ultime nove partite disputate, i Bucs ne hanno perse otto. Fossi in Schiano, io qualche domanda inizierei a farmela, e cercherei anche di trovare delle risposte soddisfacenti, se volessi continuare a fare il Capo Allenatore in NFL...
Josh Freeman: Fatico a capire le difese a spada tratta, così come glia attacchi a testa bassa, nei confronti del nostro QB. E' così difficile cercare di dare un giudizio di questo giocatore in maniera obiettiva, senza farsi prendere la mano da simpatie o antipatie personali!?
Cercando di valutarlo in maniera onesta (e dopo quasi cinque anni di NFL, non dovrebbe essere poi una cosa impossibile) credo si possa affermare che Josh sia - potenzialmente - un ottimo elemento, a cui non manca nulla per essere un QB tra i più importanti della lega: ha un fisico notevolissimo, un braccio potente, una discreta precisione, è fisicamente integro nè ha mai subito infortuni gravi in carriera, ed in fondo ha solo 25 anni, però.... ecco, c'è un grande "però", a mio avviso: Freeman non è un leader, non è un trascinatore e non si era mai visto che a un QB i compagni decidano dopo tre anni di togliere i gradi di "Capitano" (e fatico a credere che ci sia un complotto di Schiano dietro alla delegittimazione di Josh da parte dei suoi stessi compagni di squadra).
Temo che a questo grave limite di Josh (una certa "apallicità", mancanza di grinta, il non essere un "fighter", scarsa leadership... chiamatelo come preferite, il concetto è quello) sia difficile trovare un rimedio. E anche il modo così "soft" e "dimesso" con cui Freeman ha iniziato quella che per lui dovrebbe essere invece la stagione più importante della carriera, quella in cui a febbraio si ritroverà senza contratto, qualche dubbio sulla solidità caratteriale del #5 lo fa venire.
Vederlo solo soletto seduto sula sideline mentre in campo gioca la difesa, con lo sguardo vagamente perso nel vuoto, ecco, questa è l'immagine di Freeman che più mi preoccupa. Preferirei che prendesse a calci il boccione del gatorade o che a limite si azzuffasse con allenatore o compagni, piuttosto che vederlo così, impotente, seduto come fosse un pensionato ai giardini pubblici, con lo sguardo fisso, quasi preferisse essere ovunque tranne che a giocare a football...
Dove è finito il ragazzino che al secondo anno di carriera, nel 2010, guidava con una grandissima faccia tosta i Bucs a un record di 10-6 e ad un passo dai playoff, espugnando - con rimonte all'ultimo secondo - i campi di Cincinnati, Minnesota, Washington, New Orleans, guidando i Bucs a uno storico 21-0 a San Francisco, ammutolendo uno stadio mitico dell'NFL come il Candlestick Park ?
No, non dipendeva - non solo, comunque - dalla scarsa forza degli avversari, visto che poi negli anni seguenti ci avrebbero allegramente presi a legnate tutti quanti (Jaguars compresi!); purtroppo da quella stagione in avanti Freeman non ha più trovato quella capacità di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà, di dare il meglio di sè nei minuti cruciali del match, e di guidare i propri compagni verso la W, entrando invece in una spirale negativa da cui l'uscita appare, ad oggi, ancora lontana.
Non so se Freeman abbia più bisogno di uno psicologo che di un coach, quel che è certo è che per uscire dagli attuali bassifondi occorre il miglior Freeman. A Schiano il compito - per niente facile - di recuperare il ragazzo; pensare di risollevare la baracca buttando nelal msichia il rookie Glennon sarebbe solo, a mio avviso, il modo migliore per bruciare anche il rookie da NC State...
I veterani scontenti (Revis & Goldson): Ecco, poi ci sono quelli che ci fanno la figura peggiore, a mio avviso. Arrivati a Tampa come free agents, ricoperti di vagonate di milioni di dollari, adesso si legge che sarebbero scontenti dei metodi da sergente di ferro di Schiano, che a Tampa si lavora troppo e troppo duramente, e che a loro questi metodi di lavoro non sono per nulla graditi.
Ora, informarsi meglio su che tipo di alleantore sia Schiano, prima di accettare di venire a Tampa era forse una cattiva idea? Ah, di fronte a tanti zeri, è prevalsa la voglia di firmare il contrattone, capisco, rimandando i capricci a stagione iniziata...
Insomma, se Revis e Goldson (e chiunque altro) ha problemi con Schiano e con i suoi metodi da "marines" farebbe bene a confrontarsi a muso duro con il coach, e non - come sta accadendo da troppo tempo - a far giungere la soffiata al giornalista di fiducia, che poi la divulga via-twitter, con il conseguente risultato di creare il caso, di destabilizzare un ambiente già in difficoltà e - in sintesi - di contribuire a mandare tutto quanto in malora...
Oh, poi magari non c'ho capito niente e basterebbe - dico a caso - licenziare Sulilvan per cambiare le cose e ritrovarsi con un team competitivo e vincente... purtroppo, in tanti anni, ne ho viste parecchie di situazioni come questa, e la soluzione più facile (e cosa ci sarebbe di più semplice di sostituire quello che chiama i giochi offensivi?) raramente è quella più utile. Per risolvere un problema occorre andare alla radice dello stesso, e in casa Bucs i malesseri mi sembrano troppi e troppo assortiti, perché la panacea possa essere la testa di un offensive coordinator...
Bene, scusate il lungo sproloquio, ma vedere che in quella che doveva essere la stagione in cui i Bucs avrebbero finalmente ricoperto un ruolo da protagonisti non c'è proprio nulla che funzioni, senza che peraltro ci sia il minimo spiraglio che faccia sperare ad un'inversione di rotta, mi rende più logorroico del solito...! ;-)
E almeno con i Cardinals, cerchiamo di portarla a casa una W! Anche perché dopo Arizona ci aspettano nell'ordine, Philadelphia, Atlanta, Carolina, Seattle, Miami e ancora Atlanta... SVEGLIA, RAGAZZI, o è un attimo che ci ritroviamo qui a commentare un gustosissimo 0-10...!
Mica gli si chiede di vincere il Super Bowl, ma almeno di onorare i nostri colori e la nostra maglia sì, cribbio, su questo non transigo...! ;-)
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