Si avvicina il kick-off della stagione 2023, con i Bucs che domenica scenderanno in campo in trasferta contro i Minnesota Vikings, ed è lecito chiedersi che campionato sarà per Tampa Bay, al primo anno del "dopo Brady".
I tre anni di Tom Brady a Tampa rimarranno indimenticabili, grazie soprattutto al bellissimo ed inatteso trionfo nel Super Bowl LV. Poi, nelle due seguenti stagioni, i Bucs hanno progressivamente peggiorato il proprio rendimento, in concomitanza con l'inevitabile declino di The G.O.A.T., ma sono comunque arrivate due partecipazioni ai playoff, merce rara per chi, a gennaio, era abituato ormai da decenni a guardare dal divano le altre squadre contendersi il Vince Lombardi Trophy.
Il nuovo QB starter dei Buccaneers è Baker Mayfield, e l'esito della stagione dei Bucs dipenderà in buona parte dal rendimento dell'ex first pick overall del draft 2018, la cui carriera NFL non è di certo stata, finora, al livello di una prima scelta assoluta.
Per il resto, la squadra è molto ringiovanita, e non solo per il ritiro di Brady; non mancano i rookie di belle speranze, tra cui vari "undrafted", che insieme ai veterani di comprovata esperienza si spera possano regalarci qualche soddisfazione, se non proprio la quarta apparizione consecutiva ai playoff.
Sperando poi che la "questione Evans", con le polemiche relative al problematico rinnovo del contratto di Mike che al termine della stagione diventerà "unrestricted free agent", si possano risolvere, positivamente, a breve.
Leggevo in questi giorni che quasi tutti gli analisti NFL posizionano i Bucs nelle retrovie del "ranking" di avvio stagione, relegando spesso la squadra di Bowles addirittura tra le favorite per la first pick overall del draft 2024.
Onestamente, considerando anche il valore tutt'altro che eccelso della NFC South, questi Bucs edizione 2023 non mi sembrano così tanto più scarsi dei Falcons o dei Panthers, il cui QB rookie Young è comunque un'incognita a livello NFL, dato che non basta essere scelto con first pick overall per rivelarsi un fenomeno (i casi di Winston e Mayfield lo insegnano, per limitarsi a due casi a noi noti). I Saints, che hanno acquisito il QB veterano Carr, sembrano avanti nei pronostici di inizio stagione per la vittoria della NFC South, ma anche New Orleans ha i suoi problemi e non mi pare questo squadrone imbattibile.
Insomma, i Bucs sono di sicuro un team di seconda fascia che difficilmente approderà ai playoff, ma i pronostici di inizio stagione mi sembrano un po' troppo severi con i ragazzi di Todd Bowles. Ecco, magari non sarebbe stata una cattiva idea affidarsi ad un nuovo Head Coach, anziché limitarsi a sostituire l'Offensive Coordinator (sperando che Canales ci faccia dimenticare in fretta Leftwich), però un minimo di fiducia a Mayfield e compagni gliela darei, soprattutto se gli infortuni - che nel bene o nel male finiscono per determinare spesso l'esito di una stagione - risparmieranno la squadra dopo che già due titolari (Jensen e Gage) sono stati persi per l'intero campionato ancora prima del suo avvio.
E se invece gli analisti avevano ragione e i Bucs le perderanno tutte o quasi, beh, non sarebbe poi questa grande novità, a meno che uno non abbia iniziato a tifare per Tampa Bay dall'arrivo di Tom Brady. Per chi, invece, segue i Bucs dai tempi di Vinny Testaverde, ma anche da quelli di Josh Freeman, perdere dieci match a stagione sarebbe del tutto nella norma; vorrà dire che ci consoleremo col ritorno delle uniformi "creamsicle", le mitiche divise "orange and white" che dopo dieci anni di attesa rivedremo di nuovo in campo per l'incontro con i Lions del 15 ottobre.
GO BUCS!
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