Il RB Brian Leonard in azione a Miami |
Alla fine, proprio all'ultimo minuto, i ragazzi di Schiano sono riusciti ad arpionare la W grazie ad un fumble ricoperto dalla safety Baker e riportato per 55 yards. Ci ha pensato il QB Mike Glennon, con un passaggio per il WR Douglas, a impattare la partita sul 16-16, permettendo al kicker Dimke di sigillare il match con l'XP del 17-16 finale.
Al di là della W, la cosa più importante di questo incontro, a mio avviso, è stato il ritorno su un campo da football, dopo un anno esatto di assenza, di Davin Jospeh, la guardia titolare che in un match di preseason del 2012 si era infortunato gravemente al ginocchio, saltando l'intera stagione. Vederlo di nuovo in campo fa davvero piacere, speriamo adesso che anche l'altro offensive lineman starter, Carl Nicks, possa tornare presto a completare l'OL titolare, considerata l'importanza di questo reparto, spesso decisivo per le fortune (o meno) di un team.
La partita, si diceva, non è stata un granchè, ma iniziamo dalle note liete. Molto bene si è mosso il DT rookie Akeem Spence, che insieme a McCoy forma un'accoppiata di DT davvero molto interessante. A livello di DE - preso atto che Bowers è partito dalla sideline - forse il migliore di tutti è stato il nuovo arrivato Trevor Scott, 3 sack e un fumble provocato, non male per un giocatore giunto a Tampa da nemmeno una settimana. Per il resto, la difesa titolare è apparsa un po' in affanno concedendo, proprio in apertura di partita, un drive lunghissimo a Miami (oltre 8 minuti di possesso per i Dolphins), sebbene l'inconsistente attacco guidato da Tannehill abbia ricavato da tanti giochi solamente un FG.
Tra le note liete metterei anche lo ST, con ritorni discreti ma soprattutto con due palloni recuperati su due tentativi di punt return dei Dolphins. Proprio le giocate dello ST, oltre al decisivo fumble ricoperto da Baker nel finale di partita, sono state le armi grazie alle quali i Bucs hanno espugnato Miami.
Ma, come si diceva, la partita è stata piuttosto incolore, giocata malino da entrambi i team, nonostante i titolari siano rimasti molto più a lungo in campo rispetto alle precedenti gare di preseason: basti pensare che Josh Freeman, ad esempio, ha giocato in pratica quasi tutti i primi tre quarti dell'incontro. Tra le cose che meno hanno funzionato, c'è senz'altro l'attacco dei Bucs e anche stasera il reparto allenato da Mike Sullivan è parso lontano da una forma accettabile. Nel primo tempo, il total offense di Tampa Bay si è fermato a 63 yards totali contro le 180 di Miami, e questo dato la dice lunga sulla pericolosità del nostro attacco titolare.
Tra le poche note liete del reparto offensivo, da segnalare il fatto che anche in questa terza partita di preseason il gioco su corsa è sembrato funzionare bene, benché mancasse il nostro RB titolare, Doug Martin, tenuto precauzionalmente sulla sideline: bene Brian Leonard, (1 TD per lui e 38 yards in 10 portate), così come Peyton Hillis (28 yards in 7 tentativi); considerato che possiamo contare anche sul rookie James (oltre, ovviamente, all'indiscusso starter Doug Martin) le opzioni relative al running game non mancano davvero a Coach Schiano.
E adesso, veniamo a Josh Freeman. Come ha giocato il ragazzo? Più o meno allo stesso modo in cui aveva giocato contro Baltimore e a Boston: abbastanza male. Al di là delle cifre (6/16 per 59 yards, 3 sack subiti, un fumble perso, 0 TD e 0 INT) Freeman è apparso ancora indietro e speriamo che certi errori gravi (quel fumble perso goffamente, con la palla che gli scivola via dalle mani nel finale dei primo tempo, regalando ai Dolphins un possesso convertito in TD da Miami) siano strettamente legati a questo momento non brillante che sta vivendo il nostro QB starter.
Su Freeman non credo ci sia molto altro da aggiungere: ad oggi, è ancora indietro ed in precarie condizioni di forma, ma per l'opener mancano ancora due settimane e sicuramente stato fisico e motivazioni psicologiche da qui all'8 settembre non potranno che crescere, facendogli ritrovare - speriamo - una condizione diversa da quella attuale.
Mike Glennon ha giocato poco, in pratica solo l'ultimo quarto, chiudendo con un 3/9 per 44 yards e soprattutto sfruttando al meglio l'occasione di convertire il fumble ricoperto da Baker nel TD della vittoria, con un passaggio per Douglas che è valso la prima W per i Bucs 2013.
In conclusione, questo derby della Florida è stato il tipico incontro di preseason tra due team che - per quanto mostrato quando in campo c'erano gli starter - non sono sembrate proprio due squadre destinate a fare tantissima strada, ma come è noto la preseason conta poco o nulla, e l'unica cosa importante in queste partite amichevoli è quella di non perdere giocatori per infortunio. Da questo punto di vista, la partita di Miami è stata quasi un trionfo (nessun giocatore dei Bucs sembra abbia riportato infortuni più o meno gravi), per quel che invece riguarda un gioco vincente e soprattutto convincente, aspettiamo con fiducia tempi migliori e intanto portiamoci a casa la vittoria all'ultimo tuffo nel derby con Miami... a proposito: se il RJS è spesso semivuoto, che tristezza vedere lo stadio di Miami vuoto quasi completamente in ogni ordine di posto, davvero pochissimi gli spettatori sugli spalti!
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