sabato 30 dicembre 2017

Dirk Koetter confermato Head Coach dei Bucs per il 2018

Dirk Koetter sarà l'Head Coach dei Tampa Bay Buccaneers anche per la stagione 2018.

E' stato Rick Stroud, del Tampa Bay Times, il primo a rivelare la decisione dei Glazer di confermare la fiducia a Koetter, nonostante una stagione negativa ed i vistosi passi indietro rispetto al 2016.

Dunque, a differenza di quanto accaduto con i suoi predecessori Greg Schiano e Lovie Smith, "silurati" dopo due stagioni alla guida di Tampa Bay, Koetter avrà un terzo anno a disposizione per condurre i Buccaneers alla rincorsa di un posto nei playoff.

Si concludono così le voci di un possibile ritorno di Jon Gruden sulla sideline di Tampa Bay, voci che a lungo avevano tenuto banco in questi ultimi giorni.

Tra i motivi della conferma, ci sono probabilmente le ultime grintose quanto sfortunate prestazioni (a differenza di quanto fatto vedere dai Bucs di Schiano e Smith, che persero malamente gli incontri di fine campionato), il fatto di non aver potuto contare pienamente su Jameis Winston e su altri giocatori importanti nella fase cruciale della stagione a causa di problemi fisici, e la costante crescita del QB dei Bucs sotto la guida di Koetter, prima come OC e poi nel ruolo di HC.

Nelle ultime settimane Winston, ripresosi dall'infortunio alla spalla destra, è stato il miglior QB dell'NFL in passer rating (114.5) e yards per tentativo (9.25), il terzo in percentuale di passaggi completati (72.0), il quarto in yards lanciate (1,221) e quarto a pari merito in TD pass (8).

Tutti questi elementi dunque, dalla crescita di Winston al fatto di essere comunque sempre usciti dal campo a testa alta anche dovendo schierare le seconde e terze linee, hanno convinto i Glazer a dare fiducia, per un altro anno, a coach Koetter.

Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno cambiamenti a livello di assistenti allenatori e coaching staff, e se la conferma si estenderà anche ai principali collaboratori di Koetter, come ad esempio il DC Mike Smith.

venerdì 29 dicembre 2017

Contro i Saints in cerca di una W (per l'orgoglio) o di una L (per il draft)?


Domenica 31 dicembre, più o meno all'ora in cui in Europa si festeggerà l'arrivo del nuovo anno, i Bucs saranno impegnati sul terreno di gioco contro i New Orleans Saints, per l'ultima partita del campionato 2017.

Cosa dobbiamo augurarci da questo match, per il bene della squadra?

Meglio una vittoria, contro rivali "tradizionali" quali sono i Saints, a beneficio dell'orgoglio e per concludere nel modo migliore una stagione molto difficile e complicata, oppure dobbiamo - paradossalmente - sperare nell'ennesima sconfitta, che garantirebbe a Tampa Bay un'ottima posizione di scelta nel prossimo draft?

Personalmente gradirei vedere una prestazione "tosta" da parte dei ragazzi in Red and Pewter, come del resto è accaduto nelle ultime due partite con Falcons e Panthers. Poi, onestamente, non credo che una W o una L con New Orleans cambierà i destini di Tampa Bay.

Il draft è tutto tranne che una scienza esatta, e scegliere con la pick n.4, 5 o 6 non credo cambierà le sorti dei Bucs.

Qualche esempio? Nel 1995 Tampa Bay gettò le basi per la squadra che vinse il Super Bowl draftando al primo giro sia Warren Sapp che Derrick Brooks, futuri Hall of Famer nonché pietre angolari di una delle difese più forti di sempre nella storia NFL.

Ebbene, i due giocatori furono scelti rispettivamente soltanto con le pick n.12 e n.28 del primo giro; molte squadre bypassarono sia Sapp che Brooks, due elementi che per l'enorme impatto che ebbero in NFL avrebbero meritato di essere draftati con le prime due scelte assolute di quel draft, in cui  - tanto per capire che cosa sia il draft - con la first pick overall i Benglas scelsero il RB Ki-Jana Carter, che si distrusse un ginocchio nella prima gara di preseason e la cui carriera NFL non ebbe in pratica mai inizio

Oppure, in chiave negativa, basti pensare a come i Bucs sprecarono la seconda scelta del draft 2016 puntando su un kicker rivelatosi disastroso (Aguayo...) o come anni prima, nel 2008 e sempre al secondo giro, venne scelto il WR ma soprattutto KR/PR Dexter Jackson (solo omonimo dell'MVP del SB 37) che non ricevette mai un pallone in NFL, riportando malamente qualche punt e kick-off prima di venire tagliato alla fine del suo anno da rookie.

Quindi, tornando al match di domenica con New Orleans, spazio alle seconde e terze linee che hanno tenuto il campo con grinta e carattere contro Atlanta e Carolina e - se fossi in Dirk Koetter - farei vedere tanta sideline ad elementi tipo il DT Chris Baker, la cui superficialità ci è costata una penalità sanguinosa e la conseguente sconfitta nel match di sette giorni fa contro i Panthers.

In settimana si è parlato molto delle "turbolenze" nello spogliatoio dei Bucs, proprio a causa di questo atteggiamento "perdente" e per certi versi rinunciatario da parte di alcuni giocatori, atteggiamento stigmatizzato da chi (Winston, ad esempio) farebbe fatica ad accettare una sconfitta anche in allenamento, figuriamoci in campionato.

La reazione furiosa e rabbiosa di Jameis domenica scorsa, quando un controverso fumble chiamatogli dagli arbitri ha posto fine al match, la dice lunga sulla voglia di vincere e sul carattere di questo ragazzo, un giocatore magari ancora un po' "grezzo" e che deve ancora migliorare sotto tanti aspetti, ma che rappresenta il futuro dei Bucs, e che deve essere considerata una delle poche certezze da cui ripartire in vista dell'ennesima "ricostruzione".

Tenuto conto che Winston ha giocato buona parte della stagione con la spalla destra in precarie condizioni, ricevendo raramente una protezione adeguata dalla OL e di fatto con un gioco di corse inesistente e improduttivo, direi che la stagione del nostro QB sia da ritenersi persino migliore dei due precedenti campionati disputati da Jameis (al di là di statistiche, numeri e opinioni di analisti che magari vedono i Bucs una volta a stagione).

Sapremo tra pochi giorni se nel 2018 al fianco di Winston, nel suo quarto anno in NFL, ci sarà ancora coach Dirk Koetter o se invece i Glazer decideranno di iniziare un nuovo corso, magari tornando sui propri passi e riportando a Tampa proprio quell'allenatore (Jon Gruden) che essi stessi licenziarono con troppa fretta nell'ormai lontano 2009...

Ad ogni modo, Bucs-Saints sarà l'ultimo capitolo  di questo orrendo campionato 2017, che avrebbe dovuto rappresentare il ritorno dei Bucs ai playoff, considerato che si era reduci da un positivo 2016 concluso con un record di 9-7 e da innesti rilevanti tra free agency e draft.

Invece, dopo il bell'esordio contro i Bears di Mike Glennon, è arrivato un tracollo dietro l'altro, con una serie infinita di sconfitte che hanno portato Tampa Bay all'ennesima stagione in doppia cifra alla voce "sconfitte".

Niente di nuovo sotto il sole della Florida, visto che ormai sono dieci anni che si ripete sempre il solito film, con i Bucs costretti a recitare - nel mese di gennaio - il ruolo di semplici spettatori davanti al televisore anziché quello di protagonisti sul terreno di gioco in lotta per il Vince Lombardi Trophy...

domenica 24 dicembre 2017

I Bucs sfiorano l'impresa, ma alla fine vince Carolina

I Bucs sfiorano l'impresa a Charlotte, ma evidentemente è destino che in questa stagione 2017 nulla vada nel verso giusto per i ragazzi in Red and Pewter.

Contro i pessimi Panthers di stasera, Tampa Bay ha sfiorato l'impresa guidata da un ottimo Winston (fumble  a parte...) e da una difesa che ha praticamente azzerato l'attacco di Carolina.

Ma i tanti episodi negativi, dalle troppe penalità (anche in momenti cruciali) alle distrazioni fatali (quel kickoff return riportato in endzone dai Panthers) alla fine sono costati cari, ed hanno fatto la differenza tra quella che sembrava potesse essere la quinta W stagionale, ed invece si è concretizzata nella 11esima sconfitta dell'anno.

Considerate le tante assenze, con mezza squadra in IR, credo che questa sera ben poche accuse si possano comunque muovere alla squadra di Dirk Koetter.

Come detto, sono stati alcuni episodi (ad esempio il difficile ma non impossibile FG sbagliato nel finale da Murray) a decidere un incontro equilibrato, tra due tream sostanzialmente mediocri, uno dei quali sceglierà molto in alto nel draft (consoliamoci col fatto che vincendo stasera avremmo perso qualche posizione a livello di first round pick) ed un altro che oggi è sembrato assai scarso anch'esso e che se continuerà a giocare come contro i Bucs, nei playoff di strada ne farà ben poca.

Intanto, in giornata, si sono diffuse voci sempre più insistenti circa il possibile ritorno di Jon Gruden sulla sideline di Tampa Bay, a partire dalla prossima stagione; Ian Rapoport - NFL Network Insider – sostiene che i Bucs sarebbero la destinazione preferita da Gruden, nel caso in cui Jon decidesse di tornare ad allenare...

giovedì 21 dicembre 2017

Infermeria piena: cinque giocatori inseriti in IR

Nelle ultime due partite del 2017 i Bucs dovranno fare a meno di ben cinque giocatori, inseriti in Injured Reserve a causa di problemi fisici.

Il monday night con in Falcons è costato carissimo da questo punto di vista, considerati i tanti infortuni che hanno letteralmente falcidiato Tampa Bay nel corso del match.

Riassumendo, ecco i giocatori inseriti nella giornata di ieri in Injured Reserve:

- Justin Evans (S)
- Adarius Glanton (LB)
- Vernon Hargreaves (CB)
- O.J. Howard (TE)
- J.R. Sweezy (G)

Dalla partita con i Falcons sono usciti acciaccati altri elementi, tra cui DeSean Jackson e Robert Ayers, che ieri non si sono allenati e la cui presenza è in dubbio per il prossimo incontro con i Panthers.

A livello di roster, in sostituzione di coloro che sono entrati in IR, sono stati firmati o promossi dalla PS i seguenti giocatori:

- Nigel Harris (LB)
- Isaiah Johnson (S)
- Channing Ward (DL)
- Adam Gettis (G)
- David Rivers (CB)

martedì 19 dicembre 2017

Falcidiati dagli infortuni, i Bucs cedono a testa alta

Contro i Falcons, nel Monday Night che verrà ricordato più che altro per l'ingresso di Jon Gruden nel Ring of Honor dei Bucs, Tampa Bay incassa la decima sconfitta stagionale, superata da Atlanta con il punteggio di 24-21.

Falcidiati da una serie infinita di infortuni, i Bucs sono usciti dal campo sì sconfitti ma a testa alta, considerato che solo un FG sbagliato da Murray dalle 54 yards ha impedito a Winston e compagni di costringere i Falcons all'overtime.

Agli indisponibili McCoy e David si sono aggiunti nel corso del match tantissimi giocatori, sia di difesa che di attacco, da Howard a Justin Evans, da Glanton a Sweezy, da Ward a Jackson...

Ma anche con le seconde e terze linee in campo, i Bucs hanno giocato un match davvero intenso, guidati  dal miglior Winston di questa stagione e impegnando severamente i ben più quotati avversari.

Non fosse stato per qualche errore gravissimo quanto evitabile (ad esempio quel fumble di Barber a 5 yards dalla endzone dei Falcons), oggi forse parleremmo di una vittoria insperata, anzichè di una onorevole sconfitta...

Tra le tante tante assenze, da segnalare anche quella del RB Doug Martin, inserito tra gli "inactive players" a causa di "violation of team rules".

Da segnalare, nell'intervallo, l'introduzione di Coach Jon Gruden nel Ring of Honor dei Bucs. Tanti gli ex giocatori dei Buccaneers presenti al RJS per celebrare Chucky; momenti belli ed emozionanti, soprattutto per coloro che hanno avuto la fortuna di vivere quei fantastici anni in cui i Bucs - guidati da coach del calibro di Dungy prima e Gruden poi - erano tra i team dominanti dell'NFL, presenti regolarmente a quei playoff che a Tampa mancano da ormai dieci anni, da quando sulla sideline dei Bucanieri c'era proprio Mr. Chucky...


domenica 17 dicembre 2017

Contro i Falcons, mezza difesa KO (e riflettori puntati su Jon Gruden)


Nel Monday Night contro gli Atlanta Falcons, saranno molte le assenze importanti nella difesa dei Bucs, a causa di infortuni.

Dirk Koetter ha già ufficializzato che saranno "out" i due giocatori più rappresentativi del reparto difensivo (Lavonte David e Gerald McCoy), mentre il CB Hargreaves salterà la quinta partita consecutiva. In forse anche la presenza di Robinson (DB) e McDonald (DT), nonché di due elementi della OL, Sweezy e D. Smith.

Ma i riflettori, lunedì sera, saranno tutti puntati su quello che sarà il vero protagonista della serata, e cioè Jon Gruden.

L'ex Head Coach dei Bucs, che guidò Tampa Bay alla vittoria nel Super Bowl n.37, verrà infatti introdotto nel Ring of Honor, entrando a far parte della ristretta cerchia di coloro che hanno scritto le pagine di storia più importanti dei Buccaneers.

Gruden, dopo avere vinto il Super Bowl alla sua prima stagione come HC dei Bucs, rimase a Tampa fino al 2008, per venire esonerato (a sorpresa) nel gennaio 2009, quando i Glazer decisero di scommettere sul giovane Raheem Morris (che in origine sarebbe dovuto diventare il nuovo Defensive Coordinator al posto di Monte Kiffin, con Gruden HC), affidando la responsabilità dell'intera squadra, e non solo del reparto difensivo, al giovanissimo ed inesperto Raheem (che, per ironia della sorte, ora fa parte del coaching staff di Atlanta e che dunque lunedì sera assisterà al RJS alla celebrazione dell'allenatore di cui prese il posto).

Ora, considerato che la panchina di Dirk Koetter è più che a rischio, e che Gruden ha più volte manifestato un certo interesse a riprendere ad allenare, chissà che a distanza di quasi dieci anni i Glazer non decidano di tornare sui propri passi, offrendo proprio a Gruden il compito (o meglio, l'impresa) di "ricostruire" i Bucs.

Personalmente non amo le "minestre riscaldate", ed un eventuale ritorno di Gruden sarebbe da ritenersi tale, ma a questo punto, dopo averle provate praticamente tutte (dal coach giovane al sergente di ferro proveniente dal college, dal vecchio drago con tanta esperienza NFL all'ex Offensive Coordinator di talento) con risultati sempre disastrosi, non saprei davvero a quale altro coach affidare il compito di risollevare il derelitto galeone Bucaniere, alla deriva proprio da quando Gruden venne (frettolosamente) allontanato...

domenica 10 dicembre 2017

Sconfitti anche dai Lions, dopo la solita inutile rimonta

Contro i Lions è arrivata la nona sconfitta stagionale per i Bucs, superati al Raymond James Stadium da Detroit per 24-21.

Partita giocata male da due team modesti, tantissime le palle perse da entrambe le squadre (ben 5 i turnovers per Winston e compagni), ed alla fine la W è andata comunque alla squadra che nel corso dei complessivi 60 minuti ha giocato "meno peggio" dell'altra.

Da segnalare, per Tampa Bay, l'infortunio che ha tolto dai giochi, quasi ad inizio partita, uno dei suoi giocatori più importanti, il DT Gerald McCoy.

Per il resto, ennesima partita opaca e sbiadita da parte dei ragazzi di Dirk Koetter (che credo molto difficilmente rivedremo sulla sideline dei Bucs l'anno prossimo), con troppi errori anche da parte di un Winston che - di partita in partita - sembra crederci sempre meno, e che anche stasera ha fatto fatica nelle giocate decisive (ad esempio quando, nei minuti finali sul, 21 pari, si trattava di dover prendere un primo down) oltre ai troppi errori gravi commessi, tra fumble e intercetti.

Da segnalare la buona prestazione del WR rookie Chris Godwin, le solite difficoltà a consolidare il running game (anche per Doug Martin penso che le rimanenti tra partite saranno le ultime in maglia Bucs) e una incapacità totale ed assoluta da parte della DL nel mettere anche la benché minima pressione su Stafford, mia nemmeno sfiorato dai difensori dei Bucs.

Anche oggi è dunque fallito l'ennesimo, e quasi sempre disperato, tentativo di rimonta nell'ultimo quarto, come tante volte è accaduto nel corso di questa stagione.

Stagione che i Bucs chiuderanno verosimilmente con un record di 4-12, dato che le prossime tre partite saranno contro le rivali di Division (Atlanta, New Orleans e Carolina), tutte e tre di ben altro livello rispetto alla nostra squadra.

Coraggio, ancora tre sconfitte e poi l'ennesimo fallimentare campionato, iniziato con la speranza di migliorare quanto di buono si era visto nella stagione 2016, sarà definitivamente in archivio. Nel prossimo match, il monday night contro i Falcons, sarà introdotto nel Ring of Honor dei Bucs l'HC che guidò Tampa Bay alla vittoria nel Super Bowl n.37, Jon Gruden. E chissà che nel 2018 non lo si riveda più spesso al RJS, coach Gruden, magari proprio sulla sideline di Tampa Bay....

domenica 3 dicembre 2017

Sempre il solito film: Bucs spreconi, pasticcioni e perdenti

Contro i peggiori Green Bay Packers degli ultimi trent'anni, gli orrendi Buccaneers 2017 sono riusciti nell'impresa di perdere, sprecando tutto lo sprecabile e commettendo una serie pressoché infinita di errori, gravi e decisivi.

Un vero e proprio "museo degli orrori", stasera: fumble, penalità in momenti cruciali, assoluta incapacità nel limitare il gioco su corsa dei Packers, una linea offensiva che - decimata dagli infortuni - non è riuscita a proteggere adeguatamente Winston, che comunque ci ha messo del suo, ad esempio con quel pesantissimo quanto evitabile fumble che è costato un TD o con un lancio in endzone effettuato ben oltre la linea di scrimmage.

Alla fine, inevitabilmente, il risultato non può che essere sempre lo stesso, quando si gioca così: sconfitta numero 8 in archivio ed ennesimo KO evitabile quanto meritato.

Di positivo, poco o nulla; la costante crescita della safety rookie Justin Evans, le oltre 100 yards corse da Peyton Barber, ma quando le (presunte) stelle della squadra (i due WR Evans e Jackson, ad esempio) risultano praticamente nulli, ed errori gravi quanto banali arrivano da veterani di lungo corso (il centro Evan Smith), allora c'è davvero poco da fare.

E c'è anche pochissima voglia nel commentare l'ennesima sconfitta arrivata contro un team alla portata, oggettivamente scarso senza il suo QB fuoriclasse Aaron Rodgers. Ebbene, nonostante tutto, il QB di riserva dei Packers, Brett Hundley, è riuscito a guidare la sua squadra alla W lanciando ben 84 yards, 0 TD e 1 INT. In realtà Hundley è stato decisivo nell'overtime, con le sue corse, che la difesa dei Bucs, non è mai riuscita a limitare.

Peccato, difficilmente si ripeterà a breve una simile occasione di espugnare un campo storicamente ostico come il Lambeau Field. I Packers, senza Rodgers, sono davvero ben poca cosa. Ma i Bucs, se possibile, sono addirittura peggio. Probabilmente, ad oggi, la peggiore squadra NFL, non ci fossero i Browns...