Ormai dovremmo esserci abituati, reduci da un decennio abbondante di sconfitte e batoste di ogni tipo, eppure continua in qualche modo a stupire l'abilità perversa con cui i Bucs riescono, di partita in partita, a peggiorare la qualità del loro football e a perdere in maniera sempre più desolante...
Domenica, con i Raiders era arrivata una sconfitta comunque onorevole, al termine di quasi 75 tiratissimi minuti di football.
Nel Thursday Night con Atlanta, invece, i Bucs tengono testa agli avversari solo per pochi minuti, poi iniziano progressivamente a cedere, commettendo i soliti erroracci (fumble, penalità sanguinose, amnesie difensive) per poi venire travolti da un avversario che vince molto più largamente ed agevolmente di quanto non dica il pur eloquente risultato finale di 43-28.
Tutto quello che ieri notte poteva andare male, per Tampa Bay, è andato anche peggio.
Non bastasse la qualità modesta di troppi dei protagonisti o presunti tali, ci si mettono anche gli infortuni a peggiorare le cose per questi derelitti Bucs.
Protagonisti scarsi, dicevamo: tolto un campione (Mike Evans), un giocatore che ancora non lo è ma che ha le potenzialità per diventarlo (Jameis Winston) e un vecchio drago che ogni tanto lancia qualche fiammata (Gerald McCoy), onestamente il resto dello spettacolo offerto in campo dagli 11 giocatori in maglia Bucs togli davvero ogni speranza...
In attacco, vista la morìa di RB, o si forza su Evans o si finisce con un three and out, la OL inizia a perdere colpi (troppe penalità, e poi ieri abbiamo fatto sembrare un fenomeno anche quell'Adrian Clayborn che a Tampa ricordiamo più o meno come una statua di sale....), viceversa in difesa mai una volta che la linea riesca a mettere pressione sul QB avversario (interi minuti a disposizione ieri, per Ryan), i LB faticano a contenere le corse e la secondaria è quanto di più orrendo sia possibile vedere su un campo da football.
Veterani che hanno perso un passo (se non due...) come Grimes e giovani di (presunte) belle speranze come Hargreaves che vengono letteralmente maltrattati e brutalizzati dai WR avversari; l'altra domenica Cooper e Crabtree, ieri Sanu e Jones...
Alla modestia dei giocatori, come dicevamo, si aggiunge anche un "bollettino di guerra" infinito alla voce infortuni. Contro Atlanta si sono infortunati più o meno tutti quanti: da Evans a Winston, da Hawley ad Alexander, fino all'ennesimo RB, Antone Smith, che nel finale ha lasciato il campo per un brutto infortunio al ginocchio.
Insomma, un disastro.
Per fortuna da qui al prossimo match con i Bears ci sono quasi dieci giorni, e dunque si spera che qualcuno dei tanti elementi che affollano l'infermeria possa tornare arruolabile per il match con Chicago.
Certo è che se su una squadra tutto sommato mediocre come i Bucs si abbattono infortuni a raffica che la privano dei migliori elementi, la vedo un po' complicata, da qui alla fine del campionato, l'impresa di riuscire a rimpolpare la casella delle W.
Non rimane che consolarsi con i grandi campioni del passato, coloro che hanno scritto pagine memorabili per questa squadra. E dunque standing ovation per John Lynch, da ieri sera nuovo membro del Ring of Honor dei Tampa Bay Buccaneers; unico sorriso, in un notte amara che a Tampa ha riservato solo l'ennesimo KO casalingo, una prestazione sconfortante, e una serie infinita di infortuni...
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