Ad oggi - con un record di 6-6, il secondo posto in divsion e la possibilità concreta, e al tempo stesso complicata, di arpionare un posto ai playoff - il bilancio non può che essere considerato positivo, a maggior ragione considerando la disastrosa partenza (il tremendo 14-42 contro i Titans di Mariota).
Da quel 13 settembre sono cambiate molte cose, e nelle ultime sei partite sono arrivate ben quattro vittorie e solo due sconfitte, di misura contro Giants e Colts, il che non può che deporre a favore del lavoro svolto da Lovie Smith e dal suo coaching staff (e poter contare su valido OC come Koetter al posto dell'inesperto Arroyo, che lo scorso anno venne improvvisato OC in sostituzione di Tedford, fa davvero una gran differenza).
Ma al di là delle W o delle L, i Bucs di oggi sono lontani parenti del team allo sbando che lo scorso anno (sempre) e all'inizio dell'attuale campionato (le partite con Titans e Panthers) veniva regolarmente preso a pallate dall'avversario di turno, per il quale affrontare Tampa Bay era sinonimo di un'allegra scampagnata e di una vittoria in tutta scioltezza.
Tutto bene dunque? No, ci sono ancora tantissime cose da migliorare e di strada occorrerà percorrerne ancora molta per diventare davvero un team competitivo. Ma vediamo un po' più nel dettaglio che cosa funziona (e cosa invece occorre migliorare) in casa Bucs...
JAMEIS WINSTON
Dopo l'opener con Tennessee, in cui Mariota sembrava il redivivo Joe Montana e Jameis un rookie spaesato e in estrema difficoltà, era inevitabile che sorgesse il dubbio di avere fatto la scelta sbagliata, investendo la first pick overall sul QB da Florida State University. Dopo 12 partite disputate, invece, il giudizio su Jameis è - a mio avviso - positivo oltre ogni aspettativa; non solo il rookie ha dimostrato di avere classe e braccio (il che si sapeva, lo aveva già dimostrato al college), ma anche doti di leadership (gli sono bastate poche partite per "prendersi" lo spogliatoio e diventarne uno dei leader, se non il principale), capacità di trascinare i compagni, il tutto abbinato ad un comportamento fuori dal campo che - sino ad ora - è a dir poco esemplare.
Ecco, considerato che il problema principale di Winston era ritenuto un carattere abbastanza problematico off-field e una testa... "tiepida", se non "calda", proprio da questo punto di vista Jameis ha sorpreso (in positivo) un po' tutti. Il ragazzo ha un'ottima etica lavorativa, al punto che il lunedì mattina pare che Jameis arrivi a One Buc Place alle 5 del mattino per visionare il filmato del match appena disputato ed iniziare a lavorare su difetti ed errori, e durante le partite non si arrende mai davanti ad episodi negativi ed anzi è bello vederlo sulla sideline sempre pronto a motivare i suoi compagni di squadra.
Che altro dire, speriamo continui così e non si perda per strada, credendosi già arrivato. Se continuerà a lavorare duro mantenendo sempre la testa a a posto, i Bucs potranno finalmente dire di aver trovato il loro primo vero franchise QB dai tempi - oltre trent'anni fa... - di Doug Williams.
DOUG MARTIN (ma anche CHARLES SIMS)
In pochi speravano di poter rivedere Doug Martin nuovamente ai livelli (stratosferici) del suo anno da rookie, dopo le ultime due stagioni in cui infortuni di varia natura ne avevano limitato pesantemente il rendimento. E invece "Doug is back", e poter contare su un fuoriclasse del genere nei giochi di corsa toglie pressione dalle spalle di Winston, che non è costretto a forzare troppi passaggi a partita, stanca le difese avversarie che raramente riescono a mettere a terra Martin dopo il primo placcaggio, e toglie dal campo gli attacchi avversari, visto che il gioco su corsa mangia tempo sul cronometro (e il drive da quasi dieci minuti nel match di Philadelphia è esemplare da questo punto di vista).
All'ottimo Doug Martin si affianca l'altrettanto valido Sims, un RB che sta interpretando nel migliore dei modi il ruolo di 2° RB, facendosi sempre trovare pronto quando occorre dare riposo a Martin per fargli prendere fiato sulla sideline. Ottimo a ricevere, Sims è un'arma offensiva importante, e l'accoppiata Doug-Charles è uno dei punti di forza di questa squadra. L'unico problema è che Doug Martin è in scadenza di contratto; rifirmarlo sarà una priorità per Licht e Smith, sarebbe davvero grave perdere quello che oggi è uno dei più forti RB dell'intera NFL.
EVANS, JACKSON e SEFERIAN-JENKINS
Peccato che alcuni infortuni abbiano a lungo impedito di vedere in campo contemporaneamente questi tre giocatori, tre ottimi bersagli per Jameis Winston e un bel problema da risolvere per i DB avversari. Speriamo che si mantengano in salute per il finale di stagione e soprattutto per l'anno prossimo, quando i Bucs dovranno avere come obiettivo principale l'approdo ai playoff.
Tutti e tre questi giocatori sono sotto contatto anche per il prossimo campionato (quello di Jackson scadrà al termine del 2016, Evans e ASJ andranno in scadenza alla fine del 2017 anche se i Bucs hanno un 'opzione per estendere di un anno il contratto di Mike), e l'auspicio - al di là di tenersi integri e senza infortuni - è soprattutto quello di rivedere un Evans lontano dai troppi drop commessi quest'anno; la stagione di Mike è complessivamente buona, peccato solo per quei palloni (un po' troppi) ampiamente ricevibili che non è riuscito a trattenere.
LA LINEA OFFENSIVA
Forse la sorpresa più inattesa - ancora più di Winston - dei Bucs 2015. I due rookie (D. Smith e Marpet) si sono dimostrati in grado di apportare un ottimo contributo sin dalla loro prima stagione tra i PRO, il centro Joe Hawley - "raccattato" dagli scarti dei Falcons - si è dimostrato un altro innesto funzionale e produttivo, e in pochi mesi la OL dei Bucs ha davvero cambiato faccia (e rendimento).
Valida non solo nel proteggere Winston ma anche nell'aprire varchi nei giochi di corsa, la linea offensiva - il reparto forse più importante in una squadra di football - è una delle principali ragioni per cui i Bucs sono ancora in corsa per un posto ai playoff a quattro partite dal termine della stagione. L'anno scorso McCown e Glennon avevano in media mezzo secondo prima che la linea collassasse, oggi Winston può quasi sempre selezionare il suo ricevitore meglio piazzato e questo, inutile sottolinearlo, fa davvero tutta la differenza possibile.
LINEBACKER
Purtroppo il rookie Kwon Alexander dovrà saltare le rimanenti partite per squalifica (ma sarà a disposizione nell'eventuale wild card...), ed è un peccato perché il ragazzo di LSU è stata un'altra delle chiavi della sin qui positiva stagione dei Bucs. Velocissimo, buon placcatore, a lungo ha tenuto in piedi il reparto considerando il rendimento modesto di Lavonte David nella prima parte del campionato.
Proprio Lavonte David però, nelle ultime partite, è tornato ai livelli che gli erano familiari - quelli di Pro Bowler - speriamo ora che Bruce Carter, il verosimile sostituto di Alexander da qui a fine campionato, non faccia rimpiangere il rooke draftato al quarto giro (ma con rendimento da first round pick) da Smith e Licht.
LA LINEA DIFENSIVA
Purtroppo la DL ha dovuto far fronte a tanti infortuni, ultimo in ordine di tempo quello del suo principale interprete Gerald McCoy, e sicuramente tra draft e offseson il reparto andrà irrobustito. Va però detto che anche i vari rincalzi (da Spence a Gholston, passando per Jones) hanno quasi sempre fatto il loro dovere, magari non a livelli eccelsi ma comunque più che sufficienti.
Da segnalare la conferma a buoni livelli del DE Jacquies Smith, limitato solo dagli infortuni ed elemento da confermare, considerata la scadenza contrattuale prevista al termine dell'attuale campionato in cui diventerà comunque Restricted Free Agent (e non Unrestricted FA, come Doug Martin).
SECONDARIA
Forse il reparto in cui occorrerà investire di più nel corso della prossima offseason. Anche se va rilevato che, nel corso dell'attuale campionato, i segnali di miglioramento da parte di questo settore sono stati evidenti, soprattutto dopo la "rivoluzione" nel corso della quale coach Smith ha inserito come CB strteer Moore e Adjei-Barimah.
A livello di safety, meglio del previsto Chris Conte (che non era un fuoriclasse si sapeva, ma onestamente temevo peggio, dopo i negativi anni di Chicago) e più che discreto il rendimento di McDougald, ma anche qui si potrà migliorare con innesti mirati tra draft e FA.
SPECIAL TEAM
Dopo l'avvio terribile di Brindza - kicker atipico che metteva i FG dalle 55 yards ma sbagliava quelli dalle 20 e gli XP... - Connor Barth ha confermato di possedere un piede potente (nei kick-off) e preciso (pochissimi errori per lui), ed ha dimostrato di essersi pienamente ristabilito dopo il grave infortunio al tendine d'Achille al piede che usa per calciare.
Il punter Schum, invece, ha dimostrato che il suo predecessore Koenen è stato tagliato con svariati anni di ritardo... Schum ha infatti un salario di poco più di 400mila dollari a stagione ed il suo rendimento non mi pare affatto inferiore (anzi!) rispetto a quello di Koenen, che per calciare i punt incassava circa 3 milioni all'anno (complimenti al suo Agente che era riuscito ad estorcere ai Bucs un simile assurdo contratto!).
Questo dunque, con ancora un quarto di stagione da disputate, è un sommario bilancio della dei primi 3/4 dal campionato 2015 dei Bucs; chiaramente, per diventare "davvero" competitivi il lavoro per Smith e i suoi ragazzi è, come detto, ancora tanto però possiamo affermare che, forse, in fondo al decennale tunnel in cui erano sprofondati i Bus si inizia a intravedere una luce, flebile ma al tempo stesso intensa, e chissà che non sia la volta buona non dico per tornare ai fasti di fine anni '90 ma quantomeno per tornare a rivedere in campo a gennaio - l'ultima volta correva l'ormai lontano anno 2008 - i nostri amati Bucanieri...
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