domenica 27 dicembre 2015

Tampa Bay alla deriva, Chicago passeggia al RJS...


Sono davvero una "squadretta", questi Tampa Bay Buccaneers edizione 2015. La partita di stasera contro i tutt'altro che irresistibili Bears ha confermato che di strada per diventare un team "serio", con aspirazioni da postseason, ne dovranno percorrere ancora tantissima, Winston e soci.

Dopo un inizio di match confortante, con la difesa abile nel bloccare l'attacco di Chicago e con lo special team che (dopo anni!) metteva a segno nientemeno che un punt bloccato, è calato ben presto il sipario per i nostri sempre più sbiaditi e sgualciti colori.

Il copione è stato, più o meno, il medesimo già visto tante volte quest'anno; errori a ripetizione (drop, penalità sanguinose, fumble, intercetti, FG sbagliati...) e tutta l'inerzia passa lentamente quanto inesorabilmente agli avversari di turno, che accettano gli omaggi dei ragazzi in Red and Pewter e si portano a casa la vittoria.

Troppe volte quest'anno abbiamo assistito a questo film di cui il finale è - purtroppo - arcinoto...

E dire che la "schedule" dei Bucs di quest'anno era scandalosamente facile, se si pensa che abbiamo giocato contro le division "materasso" dell'NFL quali NFC East e AFC South, e nonostante questo riusciremo a chiudere con un record di 6-10, pur avendo affrontato in tutto il campionato solo un vero team "vincente", i Carolina Panthers.

Dispiace, constatare la pochezza di questa squadra, perché i veterani di valore non mancano, i rookie di belle speranze nemmeno, e allora è inevitabile voltarsi verso la sideline e domandarsi se abbia un senso proseguire ancora il cammino con Lovie Smith, coach dal grande passato quanto dal piccolo presente.

I suoi predecessori Morris e Schiano - con squadre decisamente meno competitive di quella attuale - tutto sommato vennero licenziati per molto meno. E credo sia inevitabile chiedersi se il credito di cui gode Smith sia infinito o se anche i Glazer ne abbiano le tasche piene - any given sunday - di svuotare intere casse di Maalox nell'assistere a simili impietosi spettacoli......

mercoledì 23 dicembre 2015

Doug Martin e Gerald McCoy convocati al Pro Bowl


Sono stati resi noti nella giornata di ieri i nominativi dei giocatori convocati al Pro Bowl. Spicca la presenza di due elementi dei Bucs, il RB Doug Martin e il DT Gerald McCoy, nonché di due giocatori indicati come "alternate", ossia "riserve" nel caso qualcuno dei titolari fosse costretto a dare forfait: il LB Lavonte David e la G Logan Mankins.

Per Martin si tratta di un ritorno al Pro Bowl, per il quale era già stato convocato una volta dopo la sua eccellente stagione da rookie nel 2012. Per McCoy invece si tratta di un appuntamento ormai abituale, essendo Geraldone presenza fissa al match delle stelle da ormai quattro anni.

Si tratta di un riconoscimento strameritato per Martin, la cui stagione è stata sin qui eccellente, senza tralasciare il fatto che nelle ultime due partite di stagione proprio Doug contenderà ad Adrian Peterson il trono di miglior RB dell'intera NFL, dato che al momento i due giocatori sono divisi solo da poche yards conquistate su corsa.

E' stata invece meno brillante la stagione di McCoy, ma va considerato che Gerald ha giocato a lungo con seri problemi fisici ad una spalla, oltre a quelli più recenti ad una mano, senza comunque far venire meno il suo importante contributo alla squadra.

Da segnalare che McCoy è il nono giocatore nell'intera storia dei Bucs ad essere stato convocato ad almeno quattro edizioni del Pro Bowl, ed il settimo a vantare quattro chiamata consecutive.

Complimenti dunque ai nostri giocatori, e speriamo che l'intera squadra ci regali nelle ultime due rimanenti partite di stagione due match intensi e combattuti. Chiudere il 2015 con almeno 7 vittorie, evitando la doppia cifre alla voce "sconfitte", sarebbe già un risultato accettabile, fermo restando che per l'anno prossimo sarà "obbligatorio" per Lovie Smith e Jason Licht costruire un team in grado di lottare, fino alla fine, per un posto ai playoff.

venerdì 18 dicembre 2015

I Bucs si svegliano troppo tardi, la vittoria va ai Rams

Le partite di football sono articolate in quattro distinti periodi, e non è sufficiente giocarne bene solamente uno, peraltro a risultato ormai ampiamente compromesso, per sperare di portare a casa la W.

E dunque contro i Rams è arrivata l'ottava sconfitta stagionale per i Bucs, inguardabili per i primi tre quarti in cui sono stati presi letteralmente a pallate da St. Louis, un team di livello assai modesto che per oltre metà partita i Bucs hanno fatto sembrare uno squadrone.

In attacco hanno funzionato all'inizio solo le corse di Doug Martin, autore di ottime portate prima che un fumble lo togliesse praticamente dal match, e poi i passaggi di Jameis Winston, che ha lanciato ben 50 volte (davvero troppe) per complessive 363 yards e 2 TD, oltre a un intercetto.

Proprio Winston ha guidato il tardivo tentativo di rimonta con la solita grinta, cercando di spronare i compagni e guidarli all'impresa. Ma sono stati troppi gli errori commessi dalla squadra nell'intero arco del match, perché fosse possibile sperare nella rimonta.

Come al solito, tantissime le penalità, a cui si sono aggiunte le solite amnesie in difesa ed errori davvero banali, come ad esempio il fumble di Dye, che - a pochi centimetri dall'endzone - non essendosi reso conto di non essere stato toccato dai difensori dei Rams dopo una acrobatica ricezione, ha lanciato via la palla commettendo il più inutile dei fumble, per fortuna ricoperto dai Bucs.

Winston, dopo un avvio opaco, come si diceva ha dovuto forzare e lanciare tantissimo per cercare di riacciuffare i Rams, ma ormai i giochi erano fatti; e poi l'assenza di Vincent Jackson, nonostante Humpries abbia ricevuto alcuni buoni palloni, si fa sentire non poco ed il bersaglio principale (e pressoché unico) di Jameis è stato il solito Mike Evans, che ha messo insieme cifre importanti (9 ricezioni per 157 yards) abbinate ai suoi ormai consueti drop.

Breve postilla a proposito di Jameis: mi pare sia uno dei giocatori meno tutelati dell'intera NFL, ed è strano considerata l'attenzione riservata ai QB, talora salvaguardati fino all'eccesso. Evidentemente Winston è ancora un rookie e non gode della considerazione di altri "senatori" quali i vari Brady, Manning & co., perché sembra che il QB dei Bucs possa essere tranquillamente e soprattutto impunemente placcato dai difensori avversari anche a palla ormai ampiamente lanciata o quando il ragazzo è già fuori dal campo; ci sarebbero fitte piogge di flag gialle, credo, se questi placcaggi in palese ritardo riguardassero i vari Big Ben, Romo, ecc... e mi piacerebbe vedere un minimo di tutela in più per il nostro QB, premesso che questo discorso non c'entra nulla con la sconfitta di St. Louis quanto con un atteggiamento poco "protettivo", da parte di chi dovrebbe far rispettare le regole, riscontrato nell'arco dell'intera stagione nei confronti della first pick overall dell'ultimo draft.

Complessivamente, tornando alla partita, una prestazione decisamente negativa per Tampa Bay, che alla fine perde quasi di misura ma che per larga parte del match è stata in balìa di un avversario modesto e assolutamente alla portata, con cui sarebbe stato doveroso giocarsela alla pari per tutti e quattro i quarti, non solo nell'ultimo.

Tramontati da tempo i sogni playoff, sarà ora molto difficile concludere la stagione con un record non perdente, visto che al momento i Bucs si trovano in una situazione di 6-8, e non sarà semplice superare Chicago al RJS e soprattutto Carolina in trasferta, per chiudere il campionato con quello che sarebbe un più che dignitoso 8-8.

martedì 15 dicembre 2015

Rifirmato il DE Da'Quan Bowers

In vista degli ultimi tre impegni stagionali, in casa contro Chicago ed in trasferta a St. Louis e Carolina, i Bucs hanno rifirmato quest'oggi una vecchia conoscenza, il DE Da'Quan Bowers.

Considerato che a livello di DL ci sono parecchi giocatori infortunati - McDonald ha già terminato la sua stagione, McCoy sta giocando con una mano malconcia e Akeem Spence si è infortunato ad un a caviglia nel match con i Saints - ecco la decisione di dare profondità alla linea difensiva, riportando a One Buc Place il veterano Bowers, per far posto al quale nel roster è stato tagliato un altro DE, il rookie Josh Shirley.

Bowers venne scelto dai Bucs al secondo giro del draft 2011, senza mai replicare in NFL quelle eccellenti prestazioni che erano abituali per lui a livello di college, quando Da'Quan era la vera e propria "stella" dei Clemson Tigers.

In quattro anni tra i PRO Bowers ha giocato 50 partite (10 da titolare) limitato nel rendimento anche dai mai del tutto superati problemi al ginocchio rimediati ai tempi del college. L'ultima apparizione di Da'Quan in maglia Bucs risale alla preseason di quest'anno, in cui Bowers scese in campo in tutte e quattro le amichevoli precampionato per finire poi tra i giocatori esclusi dal roster con tagli finali di inizio settembre.

domenica 13 dicembre 2015

Bucs, brutta sconfitta e addio al sogno playoff

Brutto passo indietro dei Bucs, superati meritatamente dai Saints e ormai quasi del tutto fuori dalla corsa ai playoff.

Peccato, perché le ultime prestazioni di Winston e soci avevano fatto intravedere un miglioramento di cui però, stasera, si sono completamente smarrite le tracce.

A lunghi tratti è sembrato di rivedere i Bucs molli e inconcludenti di inizio stagione, peraltro contro una squadraccia (Brees a parte) come i Saints di questa stagione.

Tampa Bay improduttiva in attacco, dove peraltro Doug Martin è stato impiegato troppo poco, Mike Evans praticamente mai e V. Jackson ha dovuto saltare quasi tutto il match per un infortunio al ginocchio, e molle in difesa, con Brees quasi mai messo sotto pressione e quindi implacabile nel chiudere un terzo down dopo l'altro in tranquillità.

Se poi ci si mette anche Connor Barth a sbagliare i FG da distanze non impossibili (dalle 47 yards) allora vuol dire che proprio non è serata, e che è anche giusto che un team così fragile e discontinuo come si sono rivelati questi Buccaneers nel momento della verità, a gennaio i playoff se li guardi in televisione, anziché disputarli.

Non sono mancate le solite sanguinose penalità, alcune delle quali cruciali, nonché scene di nervosismo in campo (Evans) e sulla sideline, con McCoy che è quasi venuto alle mani con il coach della D-line Joe Cullen, a conferma del nervosismo e della negatività della serata.

A questo punto, l'obiettivo di Tampa Bay è quello di chiudere la stagione con un record non perdente, vincendo almeno altre due partite, impresa tutt'altro che facile se nei rimanenti tre incontri da disputare il rendimento sarà quello, davvero mediocre, esibito questa sera.

venerdì 11 dicembre 2015

Svelate le uniformi "Color Rush" dei Bucs


Sono state svelate ieri le uniformi "color rush" dei Bucs, che verranno indossate da Tampa Bay in occasione del prossimo thursday night di giovedì 17 dicembre a St. Louis.

Si tratta di divise completamente rosse, a parte due bande sui pantaloni ed un piccolo inserto nella parte alta della maglia, per i quali è stato utilizzato il colore "pewter". Stessa tinta "pewter"per i numeri e per la scritta "Bucs" sulla spalla sinistra.

Per il resto, come detto, tonalità "all red", nell'ottica di queste maglie "monocromatiche" lanciate dalla Nike per i thursday night, che quest'anno hanno coinvolto solo alcune squadre ma che dalla prossima stagione verranno utilizzate da tutti i team.

Ovviamente si tratta di un escamotage per vendere ai tifosi qualche maglietta in più, il punto è: si poteva fare meglio? Direi di sì; a mio avviso si poteva pensare ad esempio ad una divisa "all orange", in omaggio ai colori originali indossati dai Bucs per vent'anni, oppure ad un'uniforme "all pewter", anziché quella svelata ieri, tutto sommato un po' banale, considerato che di fatto la maglia rossa è già utilizzata dai Bucs sebbene in questa versione "color rush" siano state eliminate le bande pewter sulle maniche e sia stato cambiato il colore dei numeri.

Ad ogni modo, chi fosse interessato può trovarle in vendita online nello shop ufficiale a 150 dollari. Cifra non proprio irrisoria, e per la quale mi orienterei piuttosto su una bella divisa storica "orange and white" indossata da campioni del calibro di Lee Roy Selmon, Hardy Nickerson o Doug Williams, piuttosto che su questa "color rush" completamente rossa che sa tanto di operazione marketing fine a se stessa e poco più...

mercoledì 9 dicembre 2015

Ufficializzata la squalifica di K. Alexander per 4 giornate

La notizia era già nota da un paio di settimane, e nella giornata di ieri ha trovato definitiva ufficializzazione: Kwon Alexander, il LB rookie dei Bucs che così bene aveva impressionato sin qui, sarà obbligato a saltare per squalifica le prossime quattro partite (per le quali non peprcepirà il relativo stipendio), avendo violato la normativa NFL in materia di assunzione di sostanze proibite.

In altre parole, stagione già terminata per il talentuoso rookie da LSU, a meno che i Bucs non compiano il mezzo miracolo di qualificarsi per i playoff, nel qual caso Alexander, che terminerà di scontare la sua squalifica in coincidenza dell'ultima giornata di regular season, tornerebbe nuovamente a disposizione di Lovie Smith.

Si tratta di una perdita importante per i Bucs, dato che Kwon - scelto solamente al quarto giro dell'ultimo draft - aveva stupito un po' tutti ritagliandosi un ruolo da protagonista fin dalla preseason, e confermando le sue qualità nel corso di tutte e 12 le partite di campionato sin qui disputate.

Probabilmente al suo posto vedremo in campo Bruce Carter, colui al quale Kwon aveva in pratica "soffiato" il posto di titolare, sperando che l'ex LB dei Cowboys si riprenda completamente dalla "concussion" che gli ha fatto saltare l'ultimo match con i Falcons. In queste ore è stato anche rifirmato Orie Lemon, già visto in più occasioni in maglia Bucs, proprio per dare maggiore profondità al reparto dei LB.

Dal sito ufficiale dei Bucs, ecco di seguito due brevi dichiarazioni relative alla squalifica di Alexander rilasciate dallo stesso giocatore e da coach Lovie Smith.

STATEMENT FROM BUCCANEERS LB KWON ALEXANDER:
"I made a mistake by putting a product in my body that I did not know was banned by the league’s policy. It’s very disappointing and frustrating that I won’t be able to be with my teammates during this important final stretch of games, but I have to own up to my mistake, learn from this and ensure it doesn’t happen again. I have decided to drop my appeal in order to move past this issue and will focus on re-joining my teammates in four weeks".

 STATEMENT FROM BUCCANEERS HEAD COACH LOVIE SMITH:
"We are obviously disappointed to be losing Kwon at this point in the season. He made an error in judgement earlier this season and he has owned up to that situation. We educate all players regarding the league’s policies on performance enhancing supplements and, while we are disappointed in this situation, we will continue to stand by Kwon and support him as best we can until he is eligible to re-join the team following the last regular season game".

martedì 8 dicembre 2015

Dodici partite giocate, è tempo di primi bilanci


Archiviati i primi 3/4 di stagione e con solamente altre quattro partite da disputare (a meno di una ancora possibile quanto improbabile appendice nel mese di gennaio...), è tempo per i primi - sia pure approssimativi - bilanci, riservandosi quelli definitivi per quando anche l'ultimo quarto di stagione sarà stato giocato.

Ad oggi - con un record di 6-6, il secondo posto in divsion e la possibilità concreta, e al tempo stesso complicata, di arpionare un posto ai playoff - il bilancio non può che essere considerato positivo, a maggior ragione considerando la disastrosa partenza (il tremendo 14-42 contro i Titans di Mariota).

Da quel 13 settembre sono cambiate molte cose, e nelle ultime sei partite sono arrivate ben quattro vittorie e solo due sconfitte, di misura contro Giants e Colts, il che non può che deporre a favore del lavoro svolto da Lovie Smith e dal suo coaching staff (e poter contare su valido OC come Koetter al posto dell'inesperto Arroyo, che lo scorso anno venne improvvisato OC in sostituzione di Tedford, fa davvero una gran differenza).

Ma al di là delle W o delle L, i Bucs di oggi sono lontani parenti del team allo sbando che lo scorso anno (sempre) e all'inizio dell'attuale campionato (le partite con Titans e Panthers) veniva regolarmente preso a pallate dall'avversario di turno, per il quale affrontare Tampa Bay era sinonimo di un'allegra scampagnata e di una vittoria in tutta scioltezza.

Tutto bene dunque? No, ci sono ancora tantissime cose da migliorare e di strada occorrerà percorrerne ancora molta per diventare davvero un team competitivo. Ma vediamo un po' più nel dettaglio che cosa funziona (e cosa invece occorre migliorare) in casa Bucs...


JAMEIS WINSTON
Dopo l'opener con Tennessee, in cui Mariota sembrava il redivivo Joe Montana e Jameis un rookie spaesato e in estrema difficoltà, era inevitabile che sorgesse il dubbio di avere fatto la scelta sbagliata, investendo la first pick overall sul QB da Florida State University. Dopo 12 partite disputate, invece, il giudizio su Jameis è - a mio avviso - positivo oltre ogni aspettativa; non solo il rookie ha dimostrato di avere classe e braccio (il che si sapeva, lo aveva già dimostrato al college), ma anche doti di leadership (gli sono bastate poche partite per "prendersi" lo spogliatoio e diventarne uno dei leader, se non il principale), capacità di trascinare i compagni, il tutto abbinato ad un comportamento fuori dal campo che - sino ad ora - è a dir poco esemplare.

Ecco, considerato che il problema principale di Winston era ritenuto un carattere abbastanza problematico off-field e una testa... "tiepida", se non "calda", proprio da questo punto di vista Jameis ha sorpreso (in positivo) un po' tutti. Il ragazzo ha un'ottima etica lavorativa, al punto che il lunedì mattina pare che Jameis arrivi a One Buc Place alle 5 del mattino per visionare il filmato del match appena disputato ed iniziare a lavorare su difetti ed errori, e durante le partite non si arrende mai davanti ad episodi negativi ed anzi è bello vederlo sulla sideline sempre pronto a motivare i suoi compagni di squadra.

Che altro dire, speriamo continui così e non si perda per strada, credendosi già arrivato. Se continuerà a lavorare duro mantenendo sempre la testa a a posto, i Bucs potranno finalmente dire di aver trovato il loro primo vero franchise QB dai tempi - oltre trent'anni fa... - di Doug Williams.

DOUG MARTIN (ma anche CHARLES SIMS)
In pochi speravano di poter rivedere Doug Martin nuovamente ai livelli (stratosferici) del suo anno da rookie, dopo le ultime due stagioni in cui infortuni di varia natura ne avevano limitato pesantemente il rendimento. E invece "Doug is back", e poter contare su un fuoriclasse del genere nei giochi di corsa toglie pressione dalle spalle di Winston, che non è costretto a forzare troppi passaggi a partita, stanca le difese avversarie che raramente riescono a mettere a terra Martin dopo il primo placcaggio, e toglie dal campo gli attacchi avversari, visto che il gioco su corsa mangia tempo sul cronometro (e il drive da quasi dieci minuti nel match di Philadelphia è esemplare da questo punto di vista).

All'ottimo Doug Martin si affianca l'altrettanto valido Sims, un RB che sta interpretando nel migliore dei modi il ruolo di 2° RB, facendosi sempre trovare pronto quando occorre dare riposo a Martin per fargli prendere fiato sulla sideline. Ottimo a ricevere, Sims è un'arma offensiva importante, e l'accoppiata Doug-Charles è uno dei punti di forza di questa squadra. L'unico problema è che Doug Martin è in scadenza di contratto; rifirmarlo sarà una priorità per Licht e Smith, sarebbe davvero grave perdere quello che oggi è uno dei più forti RB dell'intera NFL.

EVANS, JACKSON  e SEFERIAN-JENKINS
Peccato che alcuni infortuni abbiano a lungo impedito di vedere in campo contemporaneamente questi tre giocatori, tre ottimi bersagli per Jameis Winston e un bel problema da risolvere per i DB avversari. Speriamo che si mantengano in salute per il finale di stagione e soprattutto per l'anno prossimo, quando i Bucs dovranno avere come obiettivo principale l'approdo ai playoff.

Tutti e tre questi giocatori sono sotto contatto anche per il prossimo campionato (quello di Jackson scadrà al termine del 2016, Evans e ASJ andranno in scadenza alla fine del 2017 anche se i Bucs hanno un 'opzione per estendere di un anno il contratto di Mike), e l'auspicio - al di là di tenersi integri e senza infortuni - è soprattutto quello di rivedere un Evans lontano dai troppi drop commessi quest'anno; la stagione di Mike è complessivamente buona, peccato solo per quei palloni (un po' troppi) ampiamente ricevibili che non è riuscito a trattenere.

LA LINEA OFFENSIVA
Forse la sorpresa più inattesa - ancora più di Winston - dei Bucs 2015. I due rookie (D. Smith e Marpet) si sono dimostrati in grado di apportare un ottimo contributo sin dalla loro prima stagione tra i PRO, il centro Joe Hawley - "raccattato" dagli scarti dei Falcons - si è dimostrato un altro innesto funzionale e produttivo, e in pochi mesi la OL dei Bucs ha davvero cambiato faccia (e rendimento).

Valida non solo nel proteggere Winston ma anche nell'aprire varchi nei giochi di corsa, la linea offensiva - il reparto forse più importante in una squadra di football - è una delle principali ragioni per cui i Bucs sono ancora in corsa per un posto ai playoff a quattro partite dal termine della stagione. L'anno scorso McCown e Glennon avevano in media mezzo secondo prima che la linea collassasse, oggi Winston può quasi sempre selezionare il suo ricevitore meglio piazzato e questo, inutile sottolinearlo, fa davvero tutta la differenza possibile.

LINEBACKER
Purtroppo il rookie Kwon Alexander dovrà saltare le rimanenti partite per squalifica (ma sarà a disposizione nell'eventuale wild card...), ed è un peccato perché il ragazzo di LSU è stata un'altra delle chiavi della sin qui positiva stagione dei Bucs. Velocissimo, buon placcatore, a lungo ha tenuto in piedi il reparto considerando il rendimento modesto di Lavonte David nella prima parte del campionato.

Proprio Lavonte David però, nelle ultime partite, è tornato ai livelli che gli erano familiari - quelli di Pro Bowler - speriamo ora che Bruce Carter, il verosimile sostituto di Alexander da qui a fine campionato, non faccia rimpiangere il rooke draftato al quarto giro (ma con rendimento da first round pick) da Smith e Licht.

LA LINEA DIFENSIVA
Purtroppo la DL ha dovuto far fronte a tanti infortuni, ultimo in ordine di tempo quello del suo principale interprete Gerald McCoy, e sicuramente tra draft e offseson il reparto andrà irrobustito. Va però detto che anche i vari rincalzi (da Spence a Gholston, passando per Jones) hanno quasi sempre fatto il loro dovere, magari non a livelli eccelsi ma comunque più che sufficienti.

Da segnalare la conferma a buoni livelli del DE Jacquies Smith, limitato solo dagli infortuni ed elemento da confermare, considerata la scadenza contrattuale prevista al termine dell'attuale campionato in cui diventerà comunque Restricted Free Agent (e non Unrestricted FA, come Doug Martin).

SECONDARIA
Forse il reparto in cui occorrerà investire di più nel corso della prossima offseason. Anche se va rilevato che, nel corso dell'attuale campionato, i segnali di miglioramento da parte di questo settore sono stati evidenti, soprattutto dopo la "rivoluzione" nel corso della quale coach Smith ha inserito come CB strteer Moore e Adjei-Barimah.

A livello di safety, meglio del previsto Chris Conte (che non era un fuoriclasse si sapeva, ma onestamente temevo peggio, dopo i negativi anni di Chicago) e più che discreto il rendimento di McDougald, ma anche qui si potrà migliorare con innesti mirati tra draft e FA.

SPECIAL TEAM
Dopo l'avvio terribile di Brindza - kicker atipico che metteva i FG dalle 55 yards ma sbagliava quelli dalle 20 e gli XP... - Connor Barth ha confermato di possedere un piede potente (nei kick-off) e preciso (pochissimi errori per lui), ed ha dimostrato di essersi pienamente ristabilito dopo il grave infortunio al tendine d'Achille al piede che usa per calciare.

Il punter Schum, invece, ha dimostrato che il suo predecessore Koenen è stato tagliato con svariati anni di ritardo...  Schum ha infatti un salario di poco più di 400mila dollari a stagione ed il suo rendimento non mi pare affatto inferiore (anzi!) rispetto a quello di Koenen, che per calciare i punt incassava circa 3 milioni all'anno (complimenti al suo Agente che era riuscito ad estorcere ai Bucs un simile assurdo contratto!).


Questo dunque, con ancora un quarto di stagione da disputate, è un sommario bilancio della dei primi 3/4 dal campionato 2015 dei Bucs; chiaramente, per diventare "davvero" competitivi  il lavoro per Smith e i suoi ragazzi è, come detto, ancora tanto però possiamo affermare che, forse, in fondo al decennale tunnel in cui erano sprofondati i Bus si inizia a intravedere una luce, flebile ma al tempo stesso intensa, e chissà che non sia la volta buona non dico per tornare ai fasti di fine anni '90 ma quantomeno per tornare a rivedere in campo a gennaio - l'ultima volta correva l'ormai lontano anno 2008 - i nostri amati Bucanieri...

domenica 6 dicembre 2015

Bucs, contro Atlanta una W firmata Jameis Winston

L'ha vinta Jameis, la partita contro i Falcons, mettendo a segno nel finale di partita un paio di giocate decisive: clamorosa la chiusura di terzo down (e 19!) con Winston che non trovando nessun ricevitore libero prova a gudaganre qualche yards per l'eventuale FG del pareggio, sembra placcato dopo pochi passi, ma invece riesce a restare in piedi e addirittura va a prendersi un incredibile primo down!

Giocata che rivedremo spesso negli highlights dei prossimi giorni, questa...

Poi il TD pass che ha deciso la partita per un Mike Evans che anche stasera è stato autore di ottime ricezioni alternate a pessimi drop (uno dei quali ha causato anche un intercetto), e dunque 23-19 finale per i Bucs ed importante W in archivio i ragazzi di Lovie Smith.

E' sempre un piacere superare le rivali divisionali, con i Falcons poi il 2-0 stagionale mancava dal 2007, e rimangono ancora vive le sia pur flebili speranze di playoff. Ad ogni modo, dopo i primi 3/4 di stagione il record dice 6-6. Alzi la mano chi l'avrebbe mai immaginato, dopo il disastroso opener contro i Titans...

Al di là dell'entusiasmante finale, quello di stasera non è stato certo un bel match di football, tra due squadra in evidente difficoltà. I Bucs autori delle solite mille penalità che toglievano alla squadra ritmo e fluidità, e i Falcons a lungo incapaci di concretizzare una certa superiorità e costretti a una lunga serie di FG.

In attacco Vincent Jackson ha dimostrato di essere ancora oggi il WR più affidabile a disposizione di Winston, per quanto riguarda Mike Evans abbiamo già detto della sua prestazione "luci e ombre", mentre si è rivisto in campo Austin Seferian-Jenkins, chiaramente ancora un po' arrugginito ma il cui rientro potrebbe rivelarsi prezioso in questo finale di stagione.

Molto bene Doug Martin, peccato per un fumble che poteva costare carissimo, ma anche stasera Doug ha tenuto in piedi a lungo l'attacco dei Bucs; addirittura eccessivo il suo utilizzo in avvio di gara, con 6 corse consecutive del #22 nei primi 6 giochi chiamati dall'OC Koetter.

E poi, la first pick overall Jameis Winston; che stasera ha confermato di essere un giocatore con quel qualcosa in più che solo i fuoriclasse hanno; perchè uno "normale" non avrebbe mai preso il primo down su quel 3rd and 19 che ha cambiato volto alla partita, e invece Jameis lo ha fatto, con la naturalezza che contraddistingue i fuoriclasse.

In difesa, nonostante le pesanti assenze d McCoy e J.Smith si è rivisto un dominante Lavonte David, peraltro autore dell'intercetto che ha chiuso la partita, e la cosa fa particolarmente piacere considerando il suo opaco avvio di campionato. Valida anche la prestazione della secondaria, con Moore che in endzone ha tolto letteralmente dalle mani di Julio Jones un pallone che sembrava già ricevuto dal WR dei Falcons.

Chiaramente non c'è da esaltarsi per la W di stasera, che però ha confermato che questi Bucs non sono più l'armata brancaleone di qualche mese fa, hanno una struttura interessante su cui lavorare, oltre a un potenziale fuoriclasse nel ruolo più importante del football, quello del QB.

Probabilmente non sarà in questa stagione, ma prima o poi - più prima che poi - chissà che non si riesca finalmente a rivedere i Tamap Bay Buccaneers su un campo da football anche nel mese di gennaio...

giovedì 3 dicembre 2015

Doug Williams, un'altra Leggenda entra nel Ring of Honor

 
Domenica, in occasione del match casalingo contro gli Atlanta Falcons, i Bucs festeggeranno l'ingresso nel Ring of Honor di un altro grande giocatore del passato: si tratta di Doug Williams, il primo (e sino ad ora unico, sperando che Winston possa essere il prossimo) franchise QB dei Tampa Bay Buccaneers.

Draftato nel 1978 dai Bucs al primo giro (pick n. 17 assoluta), Williams divenne ben presto uno degli elementi fondamentali di un team che - grazie anche al decisivo contributo di Doug - arrivò alla finale di Conference e ad altre due apparizioni ai playoff.

Doug Williams - dopo una breve parentesi nella lega USFL in cui approdò non avendo trovato l'accordo con Hugh Culverhouse, l'allora proprietario dei Bucs, per il rinnovo dl contratto -  trovò poi gloria a Washington, vincendo un Super Bowl (nel quale fu nominato MVP) con i Redskins.

Ma il suo apporto per contribuire a trasformare i Bucs, a cavallo tra gli anni '70 e '80, da team perdente a squadra competitiva fu determinante; ed è quindi giusto tributargli l'onore che solo ai grandi campioni deve essere reso, e cioè l'eterna memoria del "Ring of Honor".

Quello contro i Falcons sarebbe stato un perfetto "throwback game", e sarebbe stato ideale celebrare Doug Williams indossando le uniformi che erano soliti usare i Buccaneers ai suoi tempi, e cioè le"originali" white and orange nonché il casco con Bucco Bruce; peccato che le rigide regole attualmente in vigore vietino ai giocatori di cambiare casco nel corso della stagione impedendo, di fatto, la riproposizione delle vecchie divise.

Ad ogni modo, speriamo di celebrare l'ingresso di questo grande campione nel Ring of Honor con una W, che manterrebbe vive le residue speranze di approdare là dove Doug Williams era solito condurre la squadra: i playoff...

mercoledì 2 dicembre 2015

Novità in arrivo per il Raymond James Stadium


Se ne parlava già da un po' di tempo, ed oggi è arrivata l'ufficialità: il Raymond James Stadium subirà un processo di "restyling", per un costo complessivo di circa 100 milioni di dollari.

I Tampa Bay Buccaneers e la "Tampa Sports Authority" hanno raggiunto un accordo che dovrà essere ora approvato dalle autorità locali. Buona parte della spesa sarà a carico dei Glazer (tra i 60 e i 70 milioni), il resto verrà coperto da soldi pubblici. Entro metà dicembre il progetto di ristrutturazione dovrà essere approvato dai vari Enti locali coinvolti (TTSA Board of Directors, Hillsborough County Commission e Tampa City Council).

La novità più importante (pronta nel 2016) è costituita dai due enormi tabelloni elettronici, che verranno collocati al posto di quelli attuali, e nell'installazione di quattro ulteriori tabelloni laterali, agli angoli della endzone, come è possibile vedere nell'immagine qui sopra. Sarà rinnovato il sistema audio dell'impianto e novità ci saranno anche per le "luxury suites".

Ulteriori innovazioni verranno ultimate nel 2017, come ad esempio l'inaugurazione di un vero e proprio "team store", attualmente assente al Raymond James Stadium dove ci sono vari, piccoli, chioschi che vendono gadgets della squadra ma dove spicca l'assenza di un vero e proprio "megastore" come quelli presenti in quasi tutti gli stadi USA.

Questi lavori impediranno ai Bucs di giocare al RJS le partite di preseason delle prossime due stagioni, per cui sia nel 2016 che nel 2017 le classiche due partite di precampionato verranno giocate altrove, probabilmente ad Orlando, o comunque non troppo lontano da Tampa. A partire dal 2018, tutte le 10 partite interne dei Bucs (2 di preseason e 8 di regular season, più quelle degli eventuali playoff...) torneranno ad essere disputate regolarmente al RJS.

martedì 1 dicembre 2015

Firmato il LB Adarius Glanton, dalla PS dei Panthers

L'imminente squalifica in arrivo per il LB Kwon Alexander, che priverà i Bucs per quattro partite dell'ottimo rookie, e l'infortunio (concussion) che ha messo KO l'altro LB Bruce Carter nel corso del match di Indianapolis, hanno spinto i Bucs a firmare un nuovo linebacker, per dare un minimo di profondità al reparto in questione in vista delle prossime cruciali partite.

E' stato così firmato Adarius Glanton, proveniente dalla practice squad dei Carolina Panthers, alla sua seconda stagione in NFL dopo una carriera universitari a Florida Atlantic. Per fare posto a Glanton nel roster, è stata tagliata la safety Kimario McFadden.

Chiaramente si tratta di un innesto marginale, dettato dall'emergenza del momento e per dare, come detto, un po' di profondità al reparto dei LB; probabile che vedremo Glanton impiegato soprattutto nello special team, un po' come è capitato all'altro LB recentemente inserito a roster, il rookie Josh Keyes.

Infine, da segnalare un dato statistico: con le 245 yards lanciate domenica scorsa, Jameis Winston è diventato il QB rookie nella storia dei Bucs ad avere lanciato il maggior numero di yards (2.650) nella sua prima stagione tra i PRO, strappando questo record al suo attuale backup Mike Glennon, che nel 2013 ne aveva lanciate 2.608.